LE DUE STORIE SI INCONTRANO
Avrete letto spero le puntate precedenti e come ricorderete con Gabriella le cose andavano molto bene salvo il fatto che intanto proseguivano le iniziative di suo marito: dopo il car sex e lo scambio di coppia (andato male) si era sbizzarrito a fare crescere la troia in lei attraverso altre prove come il cinema, un nero fuori dal comune e infine Jack il collega di lavoro che finalmente la penetra e gode sopra i suoi seni.
Ero edotto da lei su questi eventi e ci soffrivo da matti anche se un sottile piacere mi invadeva a sentire raccontare quegli avvenimenti e, come tutti i bravi cuckold, cominciavo a immaginare cose turpi al punto di condividere con lei queste immaginarie, per il momento, situazioni.
Come ho già detto ad un certo punto le due storie si incontrano nel senso che Antonio, volendo combinare una mini gang, su suggerimento di lei, mi contatta.
Il racconto continua a quattro mani alternativamente io Paolo e lei Gabriella.
Gabriella:
Era il pomeriggio di sabato della settimana di Pasqua e come ogni sabato Antonio nel pomeriggio, dopo aver lavorato a sistemare la legnaia, era venuto in casa a fare la doccia.
Finita la doccia mi raggiunge in cucina, i figli erano nelle loro camerette, e comincia la solita litania: “Ti va stasera di andare a divertirci un po' a Milano?” sapevo perfettamente cosa voleva dire questo approccio chissà cosa avrà mai organizzato pensavo anche se sapevo, perché me lo aveva detto lui, che Jack il marocchino era tornato in Marocco per alcuni giorni per cui non era certo con Jack che mi voleva vedere.
“Stasera sei particolarmente eccitante” in effetti ero reduce dal parrucchiere ed ero proprio in forma, non una fica nel senso di una bella ragazza ma una piacevole, ben dotata donna di casa, una mamma in tiro.
Ceniamo presto come sempre in queste circostanze e lui comincia a insistere di nuovo sul cinema, da parte mia il cinema mi sembrava veramente mortificante con poche o nulle possibilità da parte mia di godere, per cui butto lì : ”Chiama Paolo, da tanto dobbiamo trovarci, se non sbaglio lui ha degli amici, penso che tu ti divertiresti di più in questo modo, tu stesso hai detto che al cinema hai poca soddisfazione vedi poco e poi non è che i cazzi li posso prendere, al massimo si segano davanti a me”.
Questa mia idea mi faceva sentire più serena per cui ribattei: “Paolo - da quello che abbiamo potuto capire- è un gentiluomo e sicuramente non mi esporrà a nessuna situazione critica, mi sento più tranquilla con lui ospite”.
Sembra che io abbia fatto centro infatti mi dice “Mandagli tu un messaggio vediamo se riesce a combinare con qualche bel nero, lo sai che l’idea del nero mi fa impazzire e anche tu del resto lo hai sempre desiderato”. Debbo confessarvi che in effetti l’idea del nero mi eccitava, mi incuriosiva, dopo l’esperienza con quella bestia che avevo dovuto rifiutare, pensavo a qualche bel ragazzone di quelli che si vedevano ogni tanto per le strade, di solito senegalesi. E poi quella proposta mi mette un pò di fuoco dentro, il che non guasta non ne posso più di assecondare mio marito seguendo le sue iniziative, è ora di prendere l’iniziativa.
Mando un sms a Paolo “Ciao ci sei? Vorremmo venire da te stasera, chiamami”
Paolo:
Quel pomeriggio era un pomeriggio insulso, tempo freddo, nulla da fare, mi arriva un messaggio da Gabriella.
Tenete conto che nel fine settimana ovviamente i nostri contatti si azzeravano, non volevamo correre il rischio che qualcuno leggesse dei messaggi che solitamente erano piuttosto spinti, dettati dal desiderio di trovarci.
Vedo un sms da Gabriella “Cazzo vuoi vedere che è successo qualche casino, speriamo di no” penso un po' preoccupato.
“Ciao ci sei? Vorremmo venire da te stasera, chiamami”
Chiamo con nonchalance “Ciao come va? È tanto che non vi sento” e lei, immagino con Antonio dietro, “Ciao come stai? Si hai ragione abbiamo avuto un sacco di problemi in casa e non c’è stata la possibilità di organizzare. Se stasera ci sei veniamo a trovarti però devi far venire un qualche amico meglio se un nero con un bel cazzo. Dacci conferma e penso che in mezzora, verso le 10, possiamo essere da te”
Chiusa la chiamata mi dico “Cazzo chi coinvolgo?” avevo conosciuto in chat un ragazzo dei caraibi, Julien, lo avevo visto cazzo dritto mi sembrava un bravo ragazzo, lo contatto sperando sia disponibile e lo trovo interessato ma non ha l’auto. In effetti mi assumo un rischio in quanto non l’ho mai visto all’opera e non so quanto sia realmente abile e soprattutto disinvolto perché mi era capitato che all’atto pratico questi ragazzi di colore non si erano rivelati granché capaci.
Chiamo Gabriella “Ciao si va bene venite pure ci sarà un mio amico con cui abbiamo avuto già delle situazioni come questa – dico mentendo- ma non ha l’auto, potete passare a prenderlo a…?.” “Certo -dice lei-lo dico ad Antonio non credo ci siano problemi”.
Rapidamente preparo casa, cambio le lenzuola, metto degli asciugamani da bidet puliti in bagno, sinceramente un po' preoccupato di come poteva andare la serata. Si fanno le 9 e mezza lei mi chiama per dirmi “Stiamo arrivando abbiamo già trovato e preso Julien, ci vediamo tra mezzora”.
Gabriella:
Avuta la conferma da Paolo, Antonio non stava nella pelle ed io ero molto soddisfatta di aver portato la cosa su un binario a me più gradito.
Partiamo e giungiamo a… avevo delle indicazioni dove trovare il ragazzo amico di Paolo, un po' di ricerche del posto giusto poi lo vedo” Sei Julien l’amico di Paolo?” dico ad un bel ragazzo di colore, non un black piuttosto un meticcio. Infatti quando facciamo conoscenza mi dice di essere dei Caraibi.
Sale dietro e Antonio non perde occasione: ”Sali dietro con lui” eseguo tutto sommato piuttosto eccitata.
Partiamo e Julien non perde tempo, dopo un po' di scambi di informazioni sulle sue origini e su cosa faceva in Italia, comincia a farmi un mucchio di complimenti. Ero vestita con una giacchetta di cuoio sotto la quale avevo indossato una camicetta con i bottoni che tiravano sotto la spinta delle mie ormai leggendarie tette, gonna alle ginocchia, calze autoreggenti, slip sottili e molto sgambati, reggiseno in merletto nero una sesta coppa D ben nota a chi ha già letto le altre puntate.
Dai complimenti alle mani, mi accarezza le cosce poi sale verso le tette infila le mani stuzzica i capezzoli cerca di estrarre una tetta, impossibile, troppa carne da far passare senza sbottonare completamente la camicetta.
Poi mi stringe forte e mi bacia appassionatamente mentre noto che Antonio, mio marito, attraverso lo specchietto guarda con grande eccitazione anche se non manca di fare una battuta: “ Ehi Julien non ti approfittare di mia moglie!” ma con poca convinzione, il messaggio infatti anziché fare cessare le avances di Julien sembrano eccitarlo e spingere a più arditi tentativi.
Infatti mi fa sdraiare sul sedile posteriore alzandomi la gonna fino all’inguine “ Cazzo- penso- vuoi vedere che mi monta qui adesso” in realtà ciò che fa è di abbassarmi il tanga e infilarmi due dita in fica, sono un lago di eccitazione, lui se ne rende conto e si abbassa con la bocca fino alla mia fica iniziando un gioco di lingua che mi fa lamentare senza ritegno sapendo che questo fa impazzire Antonio.
Arriviamo intanto da Paolo, chiamiamo sul cellulare ci da istruzioni sul piano cui fermarci.
Eccoci finalmente.
Paolo:
Mi chiamano dal basso, guardo dalla finestra e li vedo: lei, il marito che non avevo ovviamente mai visto e Julien, idem, a dispetto di quanto avevo detto loro.
Li aspetto al piano, entrano: ”Ciao piacere” dico a marito e moglie, mentre a Julien “Ciao Julien come stai? Fingendo che ci siamo già visti in simili circostanze.
Ci accomodiamo in sala qualcuno sul divano altri sulle sedie.
Un po' di convenevoli con Antonio tenendo sempre un basso profilo con Gabriella per evitare qualche imbarazzante segnale di conoscenza pregressa dato che eravamo amanti da ormai due anni.
Julien si rivela un bravo ragazzo ( a proposito la foto che accompagna questa puntata è la sua e fu fatta in quell’occasione) peraltro scopro che è laureato in sistemi di trattamento e gestione rifiuti.
“Vado a fare il caffè se lo volete” tutti accettano , mi assento e vado di là nel cucinino. Gabriella mi raggiunge dicendo “ Vengo a darti una mano” e , altro che una mano, mi si incolla al bacino mentre mi bacia con passione e mi sussurra “Visto che ce l’ho fatta?” dovete sapere che lei nei mesi precedenti si vantava di riuscire a portare il marito dove voleva lei e in effetti per questa circostanza era la prima volta che riusciva ad incanalare la faccenda in modo da essere più tranquilla e soprattutto realizzare ciò che avevamo progettato tante volte.
Come ho avuto modo di dire in precedenza da tempo mi solleticava l’idea di vederla all’opera perché , come in altre vicende della mia vita erotica, l’oggetto dell’amore ad un certo punto mi stimola a cederla, troppo forte è la libidine di vederla violata sotto i miei occhi, tanto è vero che tra noi , nei mesi precedenti ne avevamo elucubrato tante e adesso eravamo lì al dunque.
Si prende il caffè, due discorsi seri, due sciocchezze e poi Antonio dice “Beh allora vogliamo cominciare? Si fa tardi non vorrei rientrare a casa troppo tardi potrebbe esserci la nebbia e poi dobbiamo riaccompagnare Julien”.
E rivolgendosi a Gabriella “Dai Gabri amore fai vedere i tuoi punti forti”. Io mi alzo e dico “Se non ti spiace la spoglio io” ed Antonio “ Giusto perché quel porco di Julien si è già preso un anticipo venendo in macchina!”
“Cazzo – pensai con un tuffo al cuore-mi rode che Julien se ne sia approfittato!” perché, anche se tutto questo era uno dei miei massimi desideri, un pizzico di gelosia si era impadronito di me, io le volevo bene e quindi ero combattuto tra la libidine e l’affetto, ma così va la vita del cuck perché, se ci pensate bene, in quella stanza c’erano due cuck: uno era il marito e l’altro ero io.
Gabriella:
E così eravamo ormai avviati ad una serata piacevole, avevamo preso il caffè, Paolo da perfetto padrone di casa aveva organizzato tutto per bene, mi aveva mostrato la camera da letto, tutto pulito e ordinato, mi aveva dato due coppie di asciugamani da bidet e da viso e un’altra l’aveva data a Julien.
Ero proprio contenta dello svolgersi del nostro progetto che stava per fare felici tutti: Antonio che voleva vedermi in una mini gang, Paolo che era visibilmente eccitato anche se un po' in ansia forse per i dubbi che qualcosa andasse storto e infine Julien che era il più felice in quanto si era trovato coinvolto in una situazione altamente erotica senza sforzo alcuno.
Antonio mi dice: “Dai Gabri amore fai vedere i tuoi punti forti” e Paolo si offre di spogliarmi con le calde mani che conosco bene per averle avute attorno a me tante volte.
Antonio a questo punto osserva che è giusto che sia Paolo perché Julien si è già preso un bell’acconto e vedo Paolo che si oscura in volto, probabilmente è geloso, vuole e non vuole, valli a capire gli uomini!
Paolo si alza e mi viene vicino dicendomi “Permetti?” e inizia a sbottonare la camicetta. Ad ogni bottone commenta esaltato “Cazzo, sapevo che eri molto prosperosa, me lo aveva detto Antonio, ma la realtà supera ogni mia capacità di immaginazione” in realtà il porcello le aveva già smaneggiate abbondantemente e più volte cosparse con il suo seme ma doveva tenere banco con il fatto che fosse la prima volta che ci vedevamo.
Intanto Julien comincia a tirare giù la cerniera dei jeans, io ero rapita dall’idea di vedere quanto grosso e lungo fosse il suo cazzo. Rimane in maglietta e slip.
Paolo intanto piuttosto imbranato e tremante, penso di libidine, aveva sbottonato tutta la camicetta ed assecondava il movimento per toglierla.
Ero in gonna e reggiseno, Paolo mi accarezza il collo e mi bacia appassionatamente davanti ad Antonio che non fa una piega, anzi sapevo bene quanto questo atto fosse per lui il segnale che io mi divertivo e che da lì in avanti le cose sarebbero andate verso la conclusione che lui voleva.
Paolo cerca di tirare giù la cerniera della gonna, io dico “Lascia fare” e con gesto rapido tiro giù e allargandola in vita la faccio scendere e la tiro via del tutto. Né Julien né Paolo riescono a stare zitti ed esprimono con mugolii la loro evidente eccitazione di fronte al mio corpicino niente male inguainato in un paio di autoreggenti nere molto trasparenti e in un completo reggiseno e mutandina che non lasciavano nulla all’ immaginazione. Antonio si rivolge a Paolo: ”Tu non ti spogli?” e Paolo si ritrova dopo un attimo in maglietta e slip come Julien.
Julien intanto si accosta e comincia a palparmi, ha delle mani spesse forse fa dei lavori pesanti ma è gentile e si china a baciarmi sopra le tette e poi il pancino, cerca di scostare lo slip e infila due dita alla ricerca del clitoride, ci riesce e “Oddio come mi piace” penso mugolando.
Antonio intanto, come suo solito per quel che mi raccontava Gabriella, se ne stava ad osservare in silenzio.
Poi esclama: ”Dai andiamo di là sul letto!” e così in un attimo ci trasferiamo in camera, io mi distendo mentre Paolo osserva Julien che prende l’iniziativa e si distende vicino a me.
“Voglio vedere il suo cazzo” penso, mi giro verso Julien e lentamente abbasso lo slip che era teso dal suo membro “Wow bingo!” che nerchia dura, che forma! un vero cazzo caraibico. Invito Paolo a spogliarsi e gli dedico un po' di attenzione per evitare che sembri che il suo lo conoscevo bene.
Prendo l’iniziativa e faccio mettere Julien a cavalcioni su di me all’altezza delle mie tette e in posizione strategica per dedicargli uno dei miei favolosi pompini. Julien lascia fare, anzi mi tiene la testa per affondare meglio la sua nerchia dentro la mia gola. Inizio il mio magnifico gioco di labbra e di lingua so che pochi riescono a sostenerlo e a resistere, mi ingegno di ricoprirlo di saliva lo sento bene in bocca, la cappella è ben scoperta il frenulo tirato, inizia il sapore salatino del liquido prostatico ma caspita questo ragazzo è una sorgente di lubrificante, comincio a temere che, se tanto mi da tanto, avrà un’eiaculazione da paura.
Continuo con accelerazioni e rallentamenti, tra me penso che forse se lo faccio venire magari non mi penetra e la cosa non mi dispiacerebbe perché voglio dedicare la mia intimità a Paolo.
Sento ad un tratto che il palo si irrigidisce è un segnale inequivocabile ormai sono maestra di pompini e mi rendo conto che lo sperma sta risalendo nel canale spermatico, i suoi testicoli hanno fatto un ottimo lavoro producendo questo umore sapido ma che eccita noi donne oltre ogni dire anche se tante non riescono ad apprezzarlo.
Il primo getto lo prendo in gola, caldo, spesso, lungo, di una consistenza speciale, poi Julien estrae il cazzo dalla mia bocca e comincia a spargere il seme sulle mie tette. Sento Paolo che dice” Mannaggia Julien sei già venuto? “evidentemente contrariato nell’ipotesi di non poter assistere alla monta del suo amore.
Antonio è lì sempre un po' in disparte ma si vede che è contento perché il cazzo di Julien è veramente come li vorrebbe sempre lui.
Mi dedico a Paolo mi alzo, lo abbraccio e lo bacio a lungo, lingue in lotta, sento il suo calore sono felice per noi due che stiamo realizzando i progetti a lungo meditati poi mi abbasso e glielo prendo in bocca sono in ginocchio umiliata e questa cosa fa impazzire Antonio che vorrebbe sempre vedermi ridotta ad una macchina da pompini infatti il suo detto è: ”Più ce n’è meglio è”.
Paolo ti conosco -penso- so che cosa ti piace e così inizio a percorrere il suo cazzo dallo scroto alla punta leccandolo e cospargendolo di saliva, mi abbasso di più e al culmine dell’umiliazione mi metto sotto di lui vedo il canale uretrale che corre dallo scroto all’ano e mi umilio fino in fondo leccandogli l’ano entro piano con la lingua dentro il buco, lo sento fremere di piacere, invoca “Cazzo Gabriella mi fai morire” ed io “ Voglio che tu muoia adesso, cosa c’è di più bello che morire in questo modo?” ma naturalmente è una iperbole per manifestare il massimo del piacere.
Lo lascio riposare e mi dedico di nuovo a Julien che nel frattempo si è lavato ed è lì in forma smagliante come nuovo, due carezze sotto lo scroto un paio di seghette e il suo cazzo è di nuovo in tiro: “Ehi Julien sapevo fossi un mandingo ma non che potessi recuperare così in fretta”.
Julien mi cerca, accarezza la mia schiena con il cazzo, la cosa mi piace, sento la verga dura, so come andrà a finire e infatti dopo un po' mi dice” Distenditi” mi allarga le cosce e comincia a leccarmi come non ho mai avuto modo di vivere, la sua lingua cerca tutti i miei anfratti entra, esce, sparge di saliva le grandi e le piccole labbra, sono in visibilio, mi cerca l’ano e lo sento che entra dolcemente con la lingua lo cosparge di saliva e poi forza uno poi due dita ad allargare l’anfratto. Io temo per il mio culo e dolcemente gli dico “Dai vienimi sopra” afferro il suo palo e lo ricopro con un condom che Paolo prontamente mi porge.
“Speriamo bene che tenga” perché il condom si, riveste il suo cazzo, ma con difficoltà, temo si laceri sarebbe poco simpatico un baby di colore.
Antonio non nota la cosa ormai infoiato dagli eventi e Paolo invece si tanto che cerca disperatamente tra le scatole dei condom ve ne fosse di misura extra large.
Julien adesso mi è di sopra allargo bene le cosce sono bagnatissima per l’emozione e per i trattamenti che ho subito di lingua e di saliva.
Penso: ”E’ ora di sentirlo dentro questa si che è una scopata che mi merito!”
E il suo tremendo maglio scivola nel burro della mia vulva, voi non sapete di cosa è capace una vagina!
Emetto un sospiro che accompagna la penetrazione e in un attimo Julien inizia a rompermi le viscere, il suo bastone nodoso affonda e si ritrae, lo sento fino in fondo toccare l’utero o così mi pare.
E’ durissimo anche dopo avere goduto, non pensavo fosse possibile, lui instancabile mentre mi accarezza mi dice “Così dai così prendilo tutto troia!” a queste espressioni Antonio si scuote forse scatta un po' di gelosia mentre Paolo incita Julien “ Spingiglielo dentro tutto Julien è una gran troia falle sentire cosa vuol dire scopare una donna” e poi rivolgendosi a me visibilmente eccitato “Dai troia datti da fare spremilo fino all’ultima goccia con le tue cosce, attrailo dentro stringi quelle gambe lurida vacca!”
Non avrei mai immaginato che Paolo un tipo precisino tutto distinto potesse esprimersi in questo modo.
La monta continuava con un ritmo che non ammetteva soste, capivo che era meglio mi lasciassi andare, in fondo io non avevo ancora goduto e così iniziai ad assecondare quei movimenti spingendo il bacino in modo che la parte superiore della vulva subisse quelle spinte ed il clitoride facesse la sua parte.
Sentii un fremito dell’enorme cazzo “Ecco ci siamo” e dentro di me si sciolse una sensazione che dall’ano risaliva alla vulva e con gemiti inequivocabili feci capire a Julien e agli altri due miei uomini che stavo godendo intensamente Io non faccio scene di solito ma quella volta non potei resistere ed i miei rantoli di lussuria si sparsero per tutta la casa tanto che Paolo un po' preoccupato mi ingiunse di contenere il volume dato che le pareti dell’appartamento erano notoriamente poco isolanti ai rumori.
Julien più che mai eccitato intanto iniziò a muoversi con furore dentro e fuori poi con un rantolo anche lui godette dentro il condom o così speravo in cuor mio.
Estrasse il cazzo lentamente, il rischio si rompesse era molto alto e con nostra soddisfazione vedemmo che era intatto, bello pieno di sperma.
Sono una gran porca ormai e davanti agli altri due miei uomini gli presi il condom me lo portai alla bocca e con gesto teatrale lo feci scivolare lentamente in gola tenendolo per la punta e lasciando che lo sperma mi riempisse la bocca.
Da applauso, ero da applauso, Paolo mi dice: ”Antonio mi aveva detto che sei una gran porca e che ti ha ben educato ma questo è un gesto da professionista del porno!”.
Mi diedi una rinfrescata in bagno poi tornai in camera da letto profumata per Paolo che poverino aveva organizzato tutto ma fin qui non aveva avuto quasi nulla.
Uno sguardo di intesa con Antonio poi dico: ”Paolo ti faccio un bel regalo, è un’offerta speciale capita poche volte nella vita” e mi accoccolai rannicchiandomi in ginocchio sul letto offrendo ai presenti le mie chiappone mentre le tette stavano pendenti pesantemente sulle mie braccia.
Paolo:
Che culo immenso che bene di natura, una massa di tenera chiara carne stava davanti a me e in mezzo un buchetto scuro sul marrone circondato da morbidi corti peli.
“No, non posso crederci, mi sta offrendo il lato B davanti a suo marito cui, dice lei, lo ha dato pochissime volte”
Mi accosto l’uccello rigido in mano, cerco un condom ma Antonio con un gesto significativo mi fa capire che non importa non vi sono rischi di fertilità.
Lei ovviamente, conoscendomi da due anni, sa che non frequento nessuno e si sente serena non preoccupata dal punto di vista sanitario. E poi da me lo ha già voluto nell’ano anche se in una posizione diversa: lei sopra di me si era calata sull’asta dopo che io avevo introdotto la punta dentro l’anello sfinterico. Era stata una scopata molto coinvolgente.
La punta del mio uccello è vicina allo sfintere, lo umetto con un gel utile a fare scorrere facilmente la cappella che spinta si contrae quanto basta a superare l’ostacolo. Il membro penetra lentamente nell’intestino sotto la mia dolce spinta, lei emette un sospiro quando la punta è passata poi asseconda l’introduzione con il suo culo dolcissimo. Cerco di trattenermi perché so che lei riesce a godere intensamente con l’ano pieno.
Spingo ed estraggo lentamente il cazzo mentre le mie mani titillano una i capezzoli l’altra il clitoride, conosco la donna so come farla godere e infatti dopo un po' sento dal suo respiro che l’orgasmo è vicino accelero senza violenza le spinte e quando con un verso indimenticabile lei si scioglie in un orgasmo incontenibile spingo il membro fino in fondo e li mi fermo tutto dentro lasciando che i fiotti del mio sperma le riempiano l’intestino.
Siamo giustamente esausti ci stacchiamo per fare una doccia insieme io e lei, un altro momento molto erotico.
La serata era andata molto bene ed Antonio era particolarmente soddisfatto tanto che concludeva: ”Si rifà ragazzi…prossimamente ci ritroviamo”. E con questa promessa ci siamo lasciati.
Come avrete modo di leggere in effetti ci siamo ritrovati molte altre volte organizzando altre situazioni molto forti.
Spero vi sia piaciuto questo racconto a quattro mani che ho potuto scrivere grazie al fatto che lei era in rapporto con me e mi ha poi riportato le sue sensazioni. Fatemi sapere se volete che io continui questa serie che è realtà vissuta e come tale mi coinvolge.
«Racconto ben scritto be in alcuni tratti eccitante...ma per continuare manca qualcosa...se vuoi possiamo parlarne»