Capitolo 44


I giorni passarono in fretta ed arrivò il momento di cominciare il nuovo lavoro, l’ultimo al supermercato fu davvero strano, erano parecchi anni che ero impiegato in quel posto, organizzarono una festa a sorpresa nell’ufficio del direttore il sabato mattina, ero commosso, sarebbe stato un dispiacere non essere più tra loro, molti erano diventati amici con il passare del tempo e sarebbe stato molto strano non vederli tutti i giorni. Il fine settimana trascorse lentamente, ero nervoso ed eccitato per la nuova esperienza lavorativa, Simona mi restò molto vicina e Paolo ribadì più volte la stima nei miei confronti, anche Roberta notò il mio stato d’animo e mi tranquillizzò.
Domenica giocai comunque una bella partita e vincemmo ancora, ormai viaggiavamo stabilmente in prima posizione nel campionato, le mie prestazioni avevano attirato l’interesse di altre squadre, lo sapevo e la cosa mi inorgogliva, ancor di più Simona che mi raccontava sempre i commenti che sentiva sugli spalti su di me. Quel giorno in particolare disse di aver sentito che alcuni osservatori mi avevano segnalato come giocatore pronto per ambire a categorie superiori, me lo raccontò mentre eravamo a pranzo.
La mattina successiva era il mio primo giorno di lavoro in assicurazione, la notte avevo dormito poco e male, Simona si alzò per prepararmi la colazione come al solito, fu strano non indossare la divisa del supermercato dopo tanti anni, non mi avevano imposto giacca e cravatta, quindi mi limitai ad indossare un paio di jeans ed una camicia. Arrivai con largo anticipo, l’agenzia era ancora chiusa, arrivò per prima una bella ragazza, dall’aspetto aveva pochi anni più di me, mi guardò e sorridendo disse:
- "Tu sei quello nuovo vero?”;
- "Si, piacere Gianluca…”;
- "Piacere mio, Fabiana, vieni che ti apro e ci prendiamo un caffè insieme, gli altri arriveranno tra poco…”.
Entrammo insieme, mi offrì un caffè da un distributore automatico, era gentile ma dava l’impressione che fosse anche parecchio pettegola e volesse capire con chi aveva a che fare:
- "Sai già in che settore lavorerai?”;
- "Mi hanno accennato qualcosa ma non ho ben capito di cosa mi dovrei occupare, amministrazione generale credo…”;
- "A diretto contatto con il capo allora, pensavo fossi un esperto per essere affiancato a lui, invece sei alle prime armi…”;
- "Primissime direi, non ho mai lavorato in un’assicurazione…”.
Fummo interrotti dall’arrivo di altri impiegati, mi presentò a tutti man mano che arrivavano, ebbi l’impressione che quell’ambiente sarebbe stato completamente diverso dal supermercato, erano tutti abbastanza gentili ma i loro sguardi erano sospettosi, il fatto di essere stato affiancato al direttore dell’agenzia li aveva forse messi sul chi va là, non potevo dar loro torto in fin dei conti.
Il direttore arrivò poco dopo e mi presentò in maniera ufficiale, disse loro che sarei stato assegnato all’amministrazione generale dell’agenzia, spiegò loro che il mio incarico era dovuto alla dimestichezza con l’uso del pc e che avrebbero dovuto darmi il loro totale appoggio, in quanto dovevo imparare in fretta il mio lavoro.
Mi fece vedere il mio ufficio, era piccolo ma ben illuminato, le grandi vetrate si affacciavano direttamente sulla piazza di fronte all’edificio, proprio alla sinistra rispetto a dov’era sistemato il tavolo, una porta comunicava con la mia collega dell’ufficio a fianco, sarebbe stata lei ad insegnarmi tutto quello che dovevo sapere. Me la presentò, Paola era una signora molto gentile e simpatica, aveva cinquantacinque anni ed era molto esperta nel suo settore, però abbastanza in difficoltà con il computer, entrambi eravamo a diretto contatto con lui e dovevamo dividerci i compiti che ci assegnava.
Al termine della mattinata tornai a casa per pranzare, avevo due ore di tempo ed ero vicino, quindi potevo tranquillamente fare tutto con calma. Simona era ansiosa di sapere com’era andata, mentre le raccontavo le mie impressioni telefonò Paolo, voleva parlare con me:
- "Ciao Gianluca, ho saputo che hai fatto una bellissima figura stamattina, bravo, non avevo dubbi…”;
- "Spero, e tu come fai a saperlo?”;
- "Ti avevo detto che avresti fatto un’ottima impressione, mi ha appena telefonato il tuo direttore per ringraziarmi di averti raccomandato, sono bastate poche ore per fargli capire di aver fatto un ottimo investimento con te, la tua collega ha detto che sei un tipo sveglio ed intelligente, detto da una persona che non ha niente da guadagnarci credo che ti possa rendere orgoglioso.”;
- "Davvero? Bene, mi sembrava di essermi comportato bene, il lavoro in fin dei conti è più semplice di quello che credessi, si tratta solo di inserire ed archiviare dati nel loro database, sinceramente ho capito in fretta cosa dovevo fare.”;
- "Lo so, me lo ha detto che dopo due ore di spiegazioni eri già autonomo, preparati perché se dimostri di essere così sveglio tra poco avrai ben altro di cui occuparti, ti faccio ancora i miei complimenti e ci sentiamo, se hai bisogno chiamami, mi raccomando.”.
Lo ringraziai e dopo aver pranzato tornai in ufficio, la prima giornata di lavoro era stata positiva, tornai a casa al termine del mio orario con la consapevolezza di essere sulla buona strada, senza avere avuto l’impressione di aver sbagliato nella scelta che avevo fatto.
Le giornate passarono senza particolari accadimenti, il lavoro mi piaceva e mi sentivo sempre più tranquillo, i colleghi si erano sciolti con il passare del tempo ed anche l’ambiente si era fatto più sereno, ebbi l’impressione che mi avessero accettato anche dal lato puramente lavorativo, sapevano che per essere stato assegnato a quell’incarico ero stato raccomandato, ma erano anche consapevoli che ero comunque un elemento valido e non un incompetente, il fatto mi fece sentire meglio anche con la mia coscienza.
Il venerdì pomeriggio il direttore mi convocò nel suo ufficio insieme a Paola per un resoconto della prima settimana, era soddisfatto e mi tranquillizzò sul fatto che sarei diventato un valido elemento, se ne erano accorti anche i miei colleghi; mi confidò che aveva ricevuto parecchie lamentele prima del mio arrivo, quel posto era ambito da molti, però dopo avermi conosciuto si erano convinti del fatto che era stata una scelta giusta, soprattutto avevano dovuto ammettere che ero davvero bravo con il computer, infatti avevo sistemato alcuni problemi che erano successi anche su quello di altri colleghi.
Mi disse anche che era appassionato di calcio, ma aveva perso un po’ di interesse verso le formazioni locali, era tifosissimo juventino come me, promise di venirmi a vedere al campo domenica, avremmo giocato in casa contro una squadra di un paesino vicino, una specie di derby.
Il sabato e la domenica non si lavorava, dopo anni in cui entrambe le giornate erano spesso impegnate era bello sapere di averne sempre due intere di riposo alla settimana.
Quel fine settimana Paolo ci avrebbe raggiunti il sabato mattina, ci svegliammo verso le nove, in realtà fu la lingua di Simona sul mio cazzo a farmi tornare nel mondo dei vivi, non mi ero nemmeno accorto che me lo aveva tirato fuori, sentivo la sua lingua calda e bagnata intrufolarsi nelle mutande, istintivamente alzai il sedere per agevolarle il compito di sfilarmele, senza aprire gli occhi appoggiai una mano sulla sua testa spingendola verso il basso, adoravo quando mi leccava palle e buco del culo, sentire la sua vocina che ansimava eccitata era la miglior sveglia del mondo, la lasciai fare a lungo, si coricò su di me baciandomi dolcemente e sussurrando;
- "Adoro svegliarmi con il tuo cazzo in bocca Gianluca…”;
- "Non c’è miglior modo di cominciare la giornata Simona, perché ti sei fermata?”;
- "Perché avevo voglia di baciarti, ricomincio subito…”.
Si girò mettendosi a “69”, allargai leggermente le labbra della sua figa e notai colare umori in maniera abbondante, appena passai la lingua in mezzo cominciò a gemere in maniera straordinaria, era eccitatissima, tanto per cambiare, raggiunse il primo orgasmo in tempo record, scivolò leggermente verso il basso e mi squirtò sul petto:
- "Scusa tesoro ma è stato bellissimo, rimedio subito…”.
Leccò i suoi umori dal mio corpo, nel frattempo prendeva fiato come al solito, dopo aver ripulito tutto mi cavalcò sedendosi sul cazzo cominciando a saltare con forza, i suoi seni danzavano davanti ai miei occhi ed i gemiti si facevano sempre più forti, dopo una decina di minuti si alzò leggermente e restando in quella posizione si inculò con un gesto rapido e deciso, restò qualche secondo ferma per poi roteare il culo con il cazzo completamente infilato dentro di lei, ricominciando a danzare con la stessa foga di prima. La lasciavo fare, ammiravo il suo magnifico corpo ed i suoi occhi che mi guardavano, vedevo passione e godimento, mi lasciava ogni volta senza fiato per quanto fosse bella ed esageratamente porca, si passava la lingua sulle labbra ed abbassava spesso lo sguardo guardando con eccitazione il mio cazzo entrare ed uscire dal suo culo:
- "Mi piace vedere il tuo cazzo che mi penetra, ammirare i tuoi occhi pieni di desiderio, ti amo Gianluca, vieni dentro di me, sto venendo anch’io!!!”.
Mi conosceva alla perfezione, sborrai dentro ed anche lei ebbe un orgasmo, le gambe le tremavano tantissimo quando veniva e faceva fatica a sollevarsi per toglierselo da dentro, la cosa mi divertiva un sacco, perdeva letteralmente il controllo delle articolazioni per quanto le piaceva, la feci scivolare sul fianco, si attaccò immediatamente al mio cazzo per ripulirmelo, eravamo entrambi sudatissimi, la giornata era cominciata decisamente bene.
Restammo a letto ancora un po’, dopo esserci fatti la doccia andammo a fare colazione, Simona aveva appuntamento dall’estetista, andai a farmi un giro in moto, le giornate erano ancora belle e volevo approfittarne.
Tornai a casa verso le 12,00, Simona non era ancora arrivata, Paolo era invece in cucina che stava preparando il pranzo, ci salutammo e poi disse:
- "Ne approfitto visto che Simona non c’è, hai notato qualche comportamento strano da parte sua in questo periodo?”;
- "No, niente di particolare, perché?”;
- "Volevo parlartene perché tu ci stai insieme molto più di me, non ti ha accennato il fatto di volere un figlio in questi giorni?”;
- "Me lo ha accennato in più di un’occasione, non ultimamente in realtà, ma sai anche tu come la penso su questa cosa…”;
- "Lo so e lo rispetto, però in questi giorni quando ci siamo sentiti è tornata sull’argomento e mi sembrava parecchio giù di morale, volevo solo capire se ne aveva parlato anche con te…”;
- "In questi giorni no, anche perché la mia risposta sarebbe sempre la stessa!”;
- "Come non detto Gianluca, mi raccomando non dirle niente che te ne ho parlato…”;
- "Tranquillo…”.
In quel momento arrivò Simona, raggiante e sorridente, saluto e baciò il marito sulla guancia con distacco mentre abbracciò e baciò me con molta passione, lo guardava con aria di sfida, quasi ad aspettarsi qualche replica da parte sua, Paolo invece continuava a cucinare tranquillamente, si rivolse a lui:
- "Non trovi che sia umiliante che tua moglie ti ignori?”;
- "Direi di no tesoro, perché dovrebbe?”;
- "Dimenticavo che sei cornuto e contento…”;
- "Ti va di giocare vero? Dopo due settimane che non ci vediamo lo capisco.”;
- "In effetti sono due settimane che non mi vedi scopare con Gianluca, sapessi quante volte lo abbiamo fatto…”.
Paolo cominciava a far trasparire qualcosa dal suo volto, non capivo se era eccitazione, fastidio oppure entrambe le cose, le sorrise con aria intimidita, lei cominciò ad accarezzarmi il cazzo, poi con un atteggiamento molto provocatorio continuò:
- "In macchina domenica scorsa mi ha letteralmente rotto il culo, avresti dovuto vedere alla fine come mi sanguinava, diglielo Gianluca…”.
Non le risposi, il suo modo così esplicito di umiliare Paolo non mi era mai piaciuto, inoltre avevo l’impressione che anche lui cominciava ad essere infastidito dal suo atteggiamento.
- "Gianluca è così un bravo ragazzo che non comprende quanto ti eccita sentirti cornuto, vero tesoro?”.
La cosa cominciava a darmi fastidio, quindi intervenni:
- "Stai esagerando Simona…”;
- "Tranquillo tesoro, è quello che vuole, vero Paolo? Ripeti quello che mi hai detto ieri sera al telefono dai…”.
Paolo arrossì moltissimo, lo vedevo davvero imbarazzato, quasi senza parole, cominciò a balbettare:
- "Veramente ti avevo chiesto che restasse tra di noi Simona…”;
- "Non fare il coglione, si sta arrabbiando con me per colpa tua!”;
- "Ok, non ti arrabbiare con lei Gianluca, sta facendo quello che le ho chiesto ieri sera…”;
- "Posso sapere di cosa state parlando per piacere?”;
- "Ultimamente sei molto corretto nei miei confronti Gianluca, lo apprezzo intendiamoci, però mi piacerebbe che ogni tanto fossi più aggressivo…”;
- "Non capisco…”.
Simona intervenne avvicinandosi al marito:
- "Paolo vuole essere trattato male da te, lo desidera più del sesso, vuole che lo umili come facevi tempo fa, gli manca di essere uno zerbino com’è la sua natura, vero tesoro mio…”.
Cominciò ad accarezzargli la testa, lui divenne paonazzo, abbassò la testa assecondando il gesto della mano della moglie, quasi come un cagnolino.
- "Dillo che vuoi essere trattato come una merda mentre lui mi incula davanti ai tuoi occhi, abbi almeno il coraggio di chiederlo chiaramente quello che desideri…”;
- "E’ così Gianluca…”.
Dopo tutto questo tempo riuscivano ancora a stupirmi, restai qualche secondo in silenzio a guardarli, lui era totalmente perso, sembrava in trance, lo guardai con aria schifata e risposi:
- "Non riuscirei a fare questa cosa a comando, quando mi verrà naturale lo farò, per il momento accontentati di sapere che ti considero un povero pirla…”;
- "Come vuoi Gianluca…”.
L’aria si era fatta pesante, andai in salone a guardare la TV mentre Paolo finiva di cucinare, ero seccato, conoscevo il mio ruolo e lo avevo accettato, però non capivo come potesse essere per lui appagante farsi umiliare in questo modo, lo ritenevo indegno e vergognoso, a tutto c’è un limite. Simona mi raggiunse sedendosi accanto a me, sorseggiava un bicchiere di birra, la guardai e mi chiese se ne volevo un po’, senza risponderle lo presi bevendolo tutto d’un fiato per poi restituirglielo, tornò in cucina e poco dopo mi invitò a raggiungerli. Cominciammo a pranzare in silenzio, nessuno diceva una parola, si sentiva unicamente in rumore delle posate nei piatti, finché Paolo timidamente disse:
- "Scusate se vi ho rovinato la giornata, non era mia intenzione…”.
Non gli risposi, poco dopo aggiunse:
- “Ti va di parlare del lavoro Gianluca? Mi risulta che stia andando tutto bene…”;
- "Direi di si Paolo, certo i primi giorni sono stati un po’ strani ma adesso mi sembra che stia tutto filando liscio…”;
- "In che senso strani? Ti va di raccontarmi?”.
Gli raccontai i primi giorni; il fatto che i colleghi mi avessero inquadrato in un certo modo per poi ricredersi e di come il direttore sembrava essere soddisfatto del mio rendimento, mi aveva detto che si erano sentiti e mi confermò che tutto sembrava girare per il verso giusto, si erano dati appuntamento per domenica alla partita della mia squadra. Il pomeriggio lo passammo a Milano, Simona voleva farsi una passeggiata per le vie della moda meneghina, facendo fumare la carta di credito di suo marito, cenammo in un ristorante e ci dirigemmo verso casa intorno a mezzanotte. Eravamo andati con l’auto di Paolo e durante il tragitto io e Simona ci eravamo accomodati sui sedili posteriori, era abbastanza ubriaca e pure io avevo bevuto parecchio, cominciammo a baciarci appena imboccata l’autostrada, mentre il marito sbirciava dallo specchietto retrovisore, poco dopo Simona aveva già il mio cazzo in bocca, non la toccai con un dito, lasciai che facesse tutto da sola, voleva essere scopata e lo chiese:
- "Voglio il tuo cazzo dentro di me Gianluca…”;
- "Lo avrai a casa, adesso limitati a farmi sborrare, così duro di più dopo!”;
- "Come vuoi tesoro…”.
Mi fece un pompino spettacolare, sborrai nella sua bocca dopo che lo aveva succhiato a lungo, la ingoiò avidamente, se ne fece colare un po’ sulla mano e la spalmò sul viso del marito mentre guidava sussurrandogli:
- "Senti che buona che è tesoro…”.
Arrivammo a casa verso l’una e mezza, appena entrati Simona mi invitò a seguirla in camera, Paolo ci seguì timidamente, appena arrivati chiese:
- "Adesso manterrai la promessa vero?”.
Ero ancora brillo e vederla così eccitata mi fece venir voglia di divertirmi un po’ con entrambi, guardai Paolo e dissi:
- "Dimmi un po’ Paolo, vuoi vedere come tua moglie godere con il mio cazzo nel culo?”.
Con aria intimidita e voce bassa rispose:
- "Si, certo…”;
- "Non ti sento!”;
- "Si, voglio vederlo…”;
- "Ma tu non sei proprio capace di scoparla? Hai per forza bisogno di me per vederla godere?”;
- "Lo sai che mi piace…”.
Lo guardai con aria schifata, Simona era seduta sul letto, sorrideva e si godeva la scena divertita, la guardai e dissi:
- "E tu che cazzo hai da ridere, vieni qui!”.
Si alzò e si avvicinò fermandosi davanti a me, era bellissima, lo sguardo eccitato per la situazione, le ordinai:
- "Spogliati!”.
Sorrise e con aria maliziosa fece cadere a terra il vestitino che indossava, era senza reggiseno, i suoi seni perfetti stavano su da soli, aveva solo un perizoma rosa, mi guardò e chiese:
- "Ti piace quello che vedi?”;
- "Sei uno spettacolo Simona, che ne dici Paolo, non trovi che tua moglie sia una gran bella gnocca?”;
- "E’ la più bella di tutte…”;
- "Allora perché la fai scopare da me?”;
- "Perché tu la fai godere, io non sono in grado…”;
- "Sei un cazzone, avessi io una donna così non la condividerei con nessun altro!”.
Guardai nuovamente Simona, presi il suo viso tra le mani e la baciai, infilai una mano nel suo perizoma, era bagnatissima, cominciò immediatamente a gemere allargando le gambe per farsi penetrare meglio dalle mie dita, usando i suoi umori bagnai abbondantemente il buco del culo e lo penetrai insieme alla figa, Paolo si gustava lo spettacolo seduto sulla poltroncina, più volte tolsi le dita per poi fargliele leccare, era sempre più bagnata.
- "Ti voglio dentro di me Gianluca…”;
- "Dipende, se fai la brava…”;
- "Ti prego amore mio…”.
La feci inginocchiare, le ordinai di togliermi i pantaloni, poi gli slip, si attaccò al cazzo con foga cominciando a succhiarlo, proprio davanti al marito che si accarezzava il suo da sopra i pantaloni, lo insalivava abbondantemente guardandoci entrambi, se lo tolse dalla bocca e si avvicinò al viso di Paolo, sembrava volesse baciarlo, invece gli sputò in faccia e con disprezzo lo insultò:
- "Tieni dentro il tuo cazzetto moscio scemo!”.
Restò con la bocca spalancata, con il braccio si asciugò il viso, la feci alzare e la presi per mano portandola a letto, mi coricai e le feci segno di montarmi sopra, obbedì ben volentieri penetrandosi la figa cominciando a cavalcarmi con forza, era scatenata, ebbe poco dopo il primo orgasmo, intenso e violento come al solito, se lo sfilò restando coricata su di me baciandomi.
- "Mi piace da impazzire fare l’amore con te Gianluca…dimmi che mi ami…”.
Non le risposi, le infilai due dita nel culo e dissi:
- "Adesso voglio questo!”.
Sorrise, si girò dandomi la schiena, si sedette inculandosi in profondità, guardando il marito cominciò a gemere ed insultarlo mentre mi cavalcava con un ritmo sempre più sostenuto, durai parecchio prima di sentire che dovevo venire, lo sfilò, si girò e disse:
- "Ti prego, riempimi la figa con il tuo sperma…”.
La feci coricare sulla schiena, le sollevai le gambe e la penetrai nella figa cominciando a scoparla, sborrai dentro di lei mentre ebbe il secondo orgasmo, lo lasciai fermo, pulsava dentro il suo corpo mentre gemeva e si contorceva di piacere, sentivo i suoi muscoli addominali contrarsi, regalavano una sensazione meravigliosa, lo sfilai e glielo piazzai davanti al viso, grondava umori e sperma, lo prese in bocca succhiandolo, intanto si sgrillettava il clitoride, gonfio e ricoperto del mio seme.
- "E’ stato meraviglioso Gianluca…”;
- "Davvero spettacolare Simona, adesso farai quello che ti dico…”;
- "Tutto quello che vuoi tesoro…”;
- "Vai e scopati tuo marito!”;
- "Non me la sento Gianluca, ti prego no…”;
- "Fai quello che ti dico!”;
- "Perché?”;
- "Perché si, non fare domande, fallo e basta, andate in camera sua!”;
- "Come desideri…”.
Si alzò con aria triste, lo raggiunse e gli disse con disprezzo:
- "Muoviti scemo, e vedi di fare in fretta, come al solito d’altronde!”.
Senza dire una parola la seguì, andai a farmi una doccia e mentre stavo uscendo arrivò Simona in bagno, avevano finito, sorrise e disse:
- "Abbiamo fatto in fretta come vedi…”;
- "E lui dov’è?”;
- "Sta aspettando per entrare anche lui.”.
Lo chiamai e gli dissi:
- "Entra con tua moglie, stasera sarà lei a lavarti!”.
Lo sguardo arrabbiato di Simona mi fece sorridere, me ne andai lasciandoli soli, andai a letto addormentandomi prima che tornasse a letto.


Continua...

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Categorie: Etero Racconti Cuckold
Tag: Amatoriale