Capitolo 39
Il resto del pomeriggio trascorse in maniera tranquilla, il loro comportamento era tornato ad essere quello di prima, come se nulla fosse successo, entrambi erano molto gentili e premurosi nei miei confronti, quasi come a dimostrarmi la loro gratitudine per aver contributo ad appianare la situazione.
Ci preparammo per la cena, Simona era parecchio su di giri, mentre mi facevo la doccia continuava ad entrare in bagno nuda, mettendo il culo in bella vista e dicendomi che se non fosse stato così tardi mi sarebbe saltata addosso, poi si chiuse in bagno per lavarsi senza lasciarmi sbirciare, diceva che voleva farsi bella per me e farmi una sorpresa, restai sul divano ad aspettarla, quando usci mi lasciò senza fiato; indossava un micro vestito nero cortissimo ed aderentissimo, assolutamente imbarazzante per quanto fosse corto, non glielo avevo mai visto prima, nella parte anteriore una profonda scollatura lasciava intravvedere i suoi seni, non indossava il reggiseno, nella parte posteriore era aperto fino a metà schiena a forma di “V”, un paio di autoreggenti nere il cui bordo di pizzo si intravvedeva anche restando in piedi con in vestito tutto giù, si notavano benissimo anche le pinze del reggicalze spuntare, un paio di scarpe nere con un tacco altissimo, aperte sul davanti e con dei legacci che salivano sulla caviglia, capelli raccolti nella coda alta che adoravo, trucco abbastanza marcato rispetto al solito, un rossetto rosso acceso evidenziava la carnosità delle sue abilissime labbra, una roba assurda quanto fosse bella.
La guardai restando quasi imbarazzato per lei, come poteva non sentirsi a disagio ad uscire conciata in quel modo restava un mistero per me, sorrise soddisfatta, guardando come il mio cazzo duro aveva gonfiato i pantaloni, senza dire nulla sorrisi e le feci segno con il dito di girarsi, fece un paio di giravolte, poi disse:
- “Allora, cosa ne dici?”;
- “Cosa ti devo dire?”;
- “Dai, non fare lo scemo, ti piaccio così?”;
- “Sei assolutamente strepitosa, ma non ti senti imbarazzata ad uscire vestita così? Sei praticamente nuda…”;
- “Assolutamente no, voglio farti fare bella figura, saranno tutti invidiosi, poi lo sai quanto mi piace sentire gli occhi degli uomini addosso, dici che farò rizzare tanti cazzi stasera?”;
- “Direi di si, sei imbarazzante per quanto sei bella e sensuale. Sotto in vestito indossi le mutandine?”.
Sorrise, si girò dandomi la schiena, sollevò a fatica il vestito, essendo così stretto doveva ondeggiare i fianchi per farlo salire, si piegò con il culo verso di me e notai che non le indossava, si girò con la testa verso di me e disse:
- “Mi sembrava più sexy non indossarle, tu che ne dici?”;
- “Che sei una troia!”.
Slacciai i jeans, tirai fuori il cazzo e dissi:
- “Vieni qui, siediti con il culo qui sopra, muoviti!”.
Sorrise soddisfatta, si sedette sul mio cazzo infilandoselo fino alle palle dentro al culo, cominciò a saltare come una forsennata gemendo in maniera fortissima incitandomi, la prendevo per i fianchi tirandola verso di me con forza ad ogni affondo, il cazzo le entrava nelle viscere con una veemenza incredibile, le piaceva essere scopata in quel modo e la cosa era davvero straordinaria. Pochi minuti dopo Paolo entrò nella nostra camera, passando dalla porta che comunicava con la nostra, si fermò all’ingresso del salotto guardandoci estasiato e portandosi la mano all’altezza del cazzo, lei immediatamente lo apostrofò con decisione:
- “Tieni nei pantaloni in tuo cazzetto altrimenti mi fai venire da vomitare, hai capito?”;
- “Certo scusa, non posso proprio?“;
- “Ti ho detto di no!! Ci stai disturbando!”.
L’inculata durò una decina di minuti, senza sosta per prender fiato, quando stavo per esplodere se ne accorse e mi chiese di venirle dentro, sborrai nel suo culo riempiendola mentre stava avendo un orgasmo, in simultanea le nostre voci si mischiarono una all’altra, ciascuna appagata dal magnifico rapporto, restò per qualche minuto ancora con mio cazzo piantato dentro, roteando i fianchi e gemendo in continuazione, infine lo estrasse mettendo una mano sul buco per non permettere allo sperma di colare, si girò, mi baciò teneramente ringraziandomi, poi mi succhiò il cazzo ingoiando i residui che lo ricoprivano, infine si diresse dal marito con passo sensuale. Paolo la guardava con gli occhi spiritati, credo che fosse sul punto di venirsi nelle mutande, quando arrivò davanti a lui si girò, lo prese per la testa facendolo inginocchiare, poi si girò mettendogli il culo in faccia, tolse la mano e gli ordinò:
- “Leccami, ripulisci lo sperma di Gianluca coglione!!”.
Il marito cominciò a leccarle il buco del culo aprendo le chiappe con le mani, nel frattempo lei si leccava di gusto le mani sporche, andai in bagno a sciacquarmi, udivo la sua voce che gemeva ed insultava Paolo in continuazione, finché la sentii urlare:
- “Oh siii cazzo siii!!!”.
Quando tornai in salotto vidi Paolo completamente bagnato, gli aveva pisciato addosso oppure aveva squirtato, fatto sta che era tutto inzuppato come un pulcino appena nato, ancora intento a leccare culo e figa di Simona che continuava ad insultarlo, mi sedetti sul divano guardandoli, erano tornati quelli di prima; lo umiliava senza ritegno e lui era ben felice di esserle sottomesso, persone davvero senza senso da questo punto di vista.
Poco dopo si tolse e gli disse con disprezzo:
- “Vatti a fare una doccia, fai schifo, noi ti aspettiamo a tavola, muoviti che ho fame!!!”.
Senza dire una parola Paolo tornò nella sua camera mentre Simona se ne andò in bagno, tornando dopo qualche minuto, sorridente e soddisfatta, si sedette sulle mie gambe e mi baciò con passione.
- “Sei stato strepitoso come al solito, quanto mi piaci Gianluca…”;
- “Sei tu che permetti di esprimermi al meglio, sei una figa pazzesca ed una grandissima troia Simona, andiamo a cena adesso? Ho una fame esagerata!”;
- “Anch’io ho tanta fame, sarà per tutto questo esercizio fisico, mi metto il rossetto ed andiamo subito tesoro.”.
Andammo al ristorante italiano, avevamo prenotato li quella sera, ci accolse il maitre, squadrò Simona dalla testa ai piedi sistemandosi nervosamente più volte il papillon, prima di accompagnarci al tavolo assegnatoci, sfilò come fosse in passerella, gli occhi delle persone sedute ai tavoli erano puntati su di lei, orgogliosa e fiera di essere al centro dell’attenzione. Il maitre si girava in continuazione finché diede una spallata allo stipite della porta che conduceva alla sala dove si trovava il nostro tavolo, Simona rise di gusto e gli disse:
- “Fai attenzione carino, così ti fai male, fossi in te guarderei maggiormente in avanti, ti vedo distratto…”.
Ci accomodammo a tavola, le persone più vicine a noi erano una simpatica coppietta di mezza età, restarono entrambi affascinati dalla sua bellezza, li salutammo e scambiammo qualche chiacchiera, poco dopo la signora si rivolse a Simona dicendole:
- “Sei una ragazza bellissima tesoro, i miei complimenti, avessi la tua età, che invidia…”;
- “La ringrazio signora, detto da una donna fa ancora più piacere.”.
Aspettammo Paolo che arrivò poco dopo, scusandosi per averci fatto attendere, Simona lo snobbò ignorandolo tutto il tempo, durante la cena mi stuzzicò in continuazione, eravamo seduti uno di fronte all’altra, si tolse una scarpa e mi accarezzò il cazzo più volte, praticamente restai a cazzo duro per tutto il pasto.
Verso la fine della cena il maitre ci disse che il direttore voleva salutarci prima della nostra partenza, ci aspettava nel suo ufficio.
Andammo a salutarlo, ci accolse tra mille convenevoli, voleva che parlassimo bene della nostra vacanza con il proprietario del villaggio, chiedendoci di evitare di parlargli dell’inconveniente con quella coppia che soggiornava sotto il nostro appartamento.
Al termine dell’incontro andammo nella piazzetta principale, passammo il resto della serata con gli amici che avevamo frequentato durante la vacanza, erano ormai quasi tutti in partenza, c’erano anche Riccardo e Marzia, loro erano di partenza la mattina successiva. Ci scambiammo tutti quanti indirizzi e numeri di telefono per restare in contatto, Riccardo soprattutto si fece promettere di andare a trovarli, avesse saputo quello che era successo tra me e sua moglie non credo che avrebbe avuto tutto questo piacere di rivedermi. Al termine della serata ci salutammo tutti, quando io e Marzia ci baciammo sulla guancia mi sussurrò all’orecchio:
- “Ti chiedo ancora scusa Gianluca…”.
Non le risposi ma la guardai negli occhi, trasmettendole tutto il dispiacere per come erano andate le cose, ero davvero rimasto con l’acquolina in bocca per lei, l’avevo guardata tutta la sera, ricordandola ancora inginocchiata a succhiarmi il cazzo, quanto avrei voluto che le cose fossero andate diversamente.
Tornammo in camera verso le due del mattino, il resto del villaggio era in silenzio e c’era molta tranquillità, soprattutto nella nostra zona, appena entrati in camera Simona mi volò letteralmente al collo.
- “Quanto avresti voluto scoparti Marzia? Dimmi la verità…”;
- “Lo sai che me la sarei scopata molto volentieri, te l’ho già detto.”;
- “Sei un porco, non le hai staccato gli occhi di dosso per tutta la sera, non ti vergogni a confidare queste cose alla tua donna?”;
- “Tu non sei una donna come tutte le altre, quanto avresti voluto che vi scopassi insieme?”;
- “Moltissimo lo sai, voglio il tuo cazzo Gianluca, lo voglio adesso, se solo sapesse cosa si è persa quella stupida…”;
- “Adesso tu farai esattamente quello che dico io…”;
- “Farò tutto quello che desideri…”;
- “Brava troietta, allora spogliati e tieniti addosso solo quel poco che hai di intimo…”.
Sorrise eccitata, non sapeva ancora quello che avevo in mente di farle fare quella sera, si sfilò il vestitino restando solo con le autoreggenti, il reggicalze e le scarpe.
- “Vai a chiamare Paolo…”.
Obbedì, tornando con il marito per mano, era incuriosito ed eccitato, li invitai ad andare in camera, Simona lo invitò a sedersi sulla sedia che c’era nell’angolo, ma mi accomodai io al suo posto, la guardai e dissi:
- “Spoglialo…”.
Paolo restò imbambolato in piedi davanti al letto, Simona sorrise poi rispose:
- “Stai scherzando vero?”;
- “Assolutamente no…hai sentito quello che ho detto? Fallo!”.
Abbassò la testa, poi cominciò a sfilargli la camicia, la canottiera ed i pantaloni, quando fu solo con i boxer mi disse:
- “Così va bene?”;
- “Inginocchiati davanti a lui…”.
Il suo volto era molto contrariato, non era quello che voleva e sentirsi costretta a fare ciò non le piaceva, voleva avere sempre in mano la situazione, le stava bene essere dominata da me ma inginocchiarsi davanti al marito proprio non lo digeriva, obbedì, non voleva guardarlo e continuava a tenere la testa girata verso di me, quella cosa la faceva sentire a disagio ma era quello che volevo, quella sera si sarebbe sentita umiliata dal marito, cosa per lei inaccettabile. La guardai a lungo prima di ordinarle:
- “Adesso gli farai uno dei tuoi spettacolari pompini…”;
- “No ti prego, non chiedermi questo…”;
- “Non te lo sto chiedendo, te lo sto ordinando, è diverso…”.
Abbassò la testa, arrossì e timidamente sfilò i boxer del marito, aveva il cazzettino durissimo, sudava come una fontana ed il suo volto era pregno di eccitazione ed imbarazzo, sono sicuro che si stava trattenendo per non venirle in faccia all’istante, chissà da quanto tempo non poteva guardare la moglie inginocchiata davanti a lui, glielo prese in mano cominciando a segarglielo lentamente, deglutiva e respirava affannosamente, la guardai e dissi:
- “Allora? Cosa stai aspettando? Occhio però a non farlo venire subito, tu sai come portare al limite un uomo senza farlo esplodere, guai a te se lo fai apposta, dovresti rinunciare a prendere il mio se non mi fai vedere quello che voglio…”.
Riluttante cominciò a leccargli le palle, poi su lungo l’asta per arrivare a prendergli in bocca la cappella, istintivamente Paolo appoggiò una mano sulla sua testa facendole prendere tutto il cazzo in gola, si spostò e lo ammonì:
- “Hey, tieni giù le mani, non sono mica Clara…”.
Lui tolse subito la mano e le chiese scusa, Simona aveva il volto tetro, si tolse un pelo dalla bocca e mi guardò come a dirmi -"Basta" - invece rivolgendomi a Paolo dissi:
- “Bravo così invece, a tua moglie piace essere strozzata dal cazzo, sbattiglielo tutto dentro in gola alla troia, falle sentire chi comanda!!!”.
Simona mi guardò con odio e replicò:
- “Non mi piace questo gioco…”;
- “A me si, Paolo fai come ti ho detto! Muoviti!”
Con il volto preoccupatissimo guardò la moglie e le disse:
- “Scusami amore…”.
Appoggiò una mano sulla sua testa e timidamente le fece prendere il cazzo in bocca fino alle palle, non aveva certo difficoltà ad accoglierlo, non sono un superdotato ma il cazzo di Paolo era nettamente più corto e stretto del mio, si tolse fingendo che le fosse andato di traverso, mi guardò nuovamente e dissi con un tono di voce che voleva farle capire che la stavo prendendo in giro:
- “Cosa c’è che non va? Non vorrai dirmi che ti è andato di traverso?”;
- “Non è quello il problema, perché mi devi far fare questo?”;
- “Scusa ma cosa c’è di strano nel succhiare il cazzo a tuo marito?…”;
- “Non mi va, tutto qui!”.
- “Invece lo farai perché te lo chiedo io…”;
- “Fin dove dovrò arrivare?”;
- “Fin quando ti dirò che può bastare, occhio solo a non farlo venire prima, altrimenti dovrai ricominciare.”;
- “Ti odio!!!”;
- “Addirittura…”;
- “Lo sai che non è vero…”.
Riprese a succhiare il cazzo al marito, stavolta mettendoci più passione, invece di guardare lui fissava me, la invitai a fare come se non ci fossi, appena girò lo sguardo verso di lui si dovette fermare, stava scoppiando e non voleva correre il rischio di dover ricominciare, era sudatissimo, mi guardò con occhi avviliti e disse:
- “Non ce la faccio Gianluca…”;
- “Dai cazzo, per una volta che hai tua moglie a disposizione…immagina di stare con Clara.”;
- “Non è così semplice…”;
- “Ok, ho capito, Simona mettiti sul letto a pecorina…”.
Simona obbedì, era visibilmente divertita adesso, si mise nella posizione che le avevo ordinato, il suo marmoreo culo si parava davanti agli occhi dell’infoiato marito, lo guardai e gli dissi di leccarle entrambi i buchi, obbedì volentieri, cominciando a dedicarsi con cura alla moglie, nonostante lo disprezzasse poco dopo Simona cominciò a provare piacere, invece del volto arrabbiato di prima adesso gemeva sotto all’abile lingua del marito, almeno con quella era bravo a quanto pare, lo lasciai fare a lungo, poi gli dissi:
- “Nel primo cassetto del comodino ci sono due vibratori, prendili ed usali entrambi.”.
Il volto di Paolo era ormai completamente trasfigurato, era un lago di sudore, il cazzo si era ammosciato, probabilmente stava pensando alle cose peggiori del mondo per non venire, prese i due oggetti e timidamente cominciò ad infilare quello più grosso nella figa della moglie.
- “Quello lo devi usare dietro, le piace li lo sai…”.
Simona mi guardò nuovamente con odio, quando glielo infilò dietro, dopo averlo riempito di saliva, fece una smorfia di dolore, poco dopo aveva entrambi i buchi trapanati con decisione dai due oggetti, bastarono pochi minuti per cominciare a sentirla gemere, era talmente troia che ormai si era lasciata andare, ebbe un orgasmo, non intenso come al solito, lo spinse via e se li tolse da dentro, ansimando affannosamente sul letto mi guardò e disse:
- “Ti prego basta…”;
- “Mi sto divertendo un sacco invece, sarà abbastanza quando lo dico io, ok?”;
- “Ok, come vuoi tu.”;
- “Brava, prendi fiato che tra un po’ si ricomincia, e tu Paolo come va? Ti stai divertendo?”;
- “Moltissimo, grazie Simona…”;
- “Devi ringraziare lui, non lo sto facendo per te, lo faccio perché me lo ordina, fosse per me non avrei nemmeno cominciato…”;
- “Scusami…”;
- “Piantala di scusarti coglione!”.
Mi stavo divertendo un sacco, intervenni subito:
- “Hey chiedi subito scusa a Paolo, non devi trattarlo così stasera!”;
- “Questo mai, col cazzo che gli chiedo scusa, scusa di cosa?”;
- “Cosa hai detto?”;
- “Ok, scusa…”;
- “Non ha sentito bene Simona, guardalo negli occhi e cerca di essere più convincente…”;
- “Scusami Paolo…”;
- “Bacialo…”.
Senza più obiettare baciò il marito, all’inizio in maniera molto distaccata, poi dopo averla incoraggiata con maggiore passione, limonarono a lungo prima di ricevere il mio ennesimo ordine, lo ammetto mi stavo divertendo un sacco.
- “Paolo ce la fai a scopare tua moglie?”;
- “Ci posso provare ma sono eccitatissimo, non saprei…”;
- “Guarda che non so quando ti ricapiterà l’occasione…”;
- “Lo so ma non ci posso fare niente…”;
- “Dai su, stringi i denti e fottitela come ai vecchi tempi, dai cazzo, come si può lasciare insoddisfatta una donna del genere, non vedi che brama il tuo cazzo…”.
La guardava eccitato come un animale, lei tornò nella posizione di prima, Paolo si mise dietro e piano piano la penetrò nella figa, sembrava impassibile, quasi infastidita, era da diverso tempo che non faceva sesso con lui, non li avevo mai visti scopare e devo dire che era davvero una scena ridicola; lei bellissima e giovane, lui grassoccio, bruttino ed impacciato, davvero una strana copia, in tutti i sensi. Lo vedevo in difficoltà quindi gli dissi di prendere fiato un attimo, poi gli ordinai di incularla, lei sorrise, impacciatissimo mi disse che non se la sentiva e dovetti insistere, appena glielo infilò le scoppiò dentro, si coricò su di lei schiacciandola con il suo peso, lo scalciò via infastidita.
- “Cazzo così mi schiacci!”;
- “Scusami ma mi sento svenire…”;
- “Addirittura, dai Gianluca dimmi che basta ti prego…”;
- “Ripuliscili il cazzo…”;
Guardandomi negli occhi cominciò a succhiargli il cazzo ripulendolo per bene, Paolo era al settimo cielo, era da tempo che non si godeva così la moglie, la sua soddisfazione era evidente, la guardava con un sorriso ebete stampato in faccia. Quando concluse l’opera di pulizia li invitai ad andare a farsi la doccia, l’umiliazione di Simona non era ancora conclusa, li feci entrare insieme e poi rivolgendomi a Simona le chiesi:
- “Simona, hai sete?”.
Intuì subito a cosa mi riferissi, mi guardò e rispose:
- “No, questo assolutamente no!”;
- “Si, questo assolutamente si, Paolo disseta tua moglie!”;
- “Ti prego Gianluca, questa è una cosa che ho fatto solo con te…”;
- “Bene, adesso lo farai anche con tuo marito, mi sembra giusto non trovi?”.
Riluttante e con il volto sempre più scuro si inginocchiò davanti al marito, lo guardava intimorita mentre si prendeva in mano il cazzettino moscio e lo dirigeva timidamente verso il suo volto, cominciò a pisciarle in faccia in maniera molto abbondante, essendo un coglione non limitò il getto, si sfogò senza ritegno e senza sosta, Simona faceva fatica a respirare, completamente sommersa di urina rischiò di vomitare, spostandosi ed insultandolo pesantemente, continuò a ricoprirla finché finalmente il getto cessò. Simona si alzò in piedi e gli urlò contro:
- “Sei un coglione, volevi farmi affogare, cazzo non hai un minimo di cervello!”;
- “Scusami Simona, ti prego…”;
- “Vaffanculo, sei un deficiente! Gianluca adesso basta, ti prego dimmi che è finita la punizione…”;
- “Per stasera può bastare, adesso lavati per bene, io vado di la”.
Senza aggiungere altro me ne andai chiudendo la porta del bagno, li sentii discutere a lungo, il primo ad uscire fu Paolo, ero sul divano, si avvicinò a me e con voce timida e disse:
- “Ti ringrazio Gianluca, è stata la serata più bella degli ultimi tempi, però adesso è molto incazzata con me.”;
- “Gliela farò passare io tranquillo, l’importante è che te la sei goduta, ci penserò io a lei, non ti preoccupare, adesso vai a cambiare le lenzuola, avete fatto un disastro e non ho intenzione di andare a dormire in quel letto.”;
- “Ci dovrebbe essere un cambio da qualche parte, le abbiamo cambiate anche noi diverse volte nella mia camera quando c’era Clara.”;
- “Bene, vai a chiedere a Simona e provvedete, però muoviti che ho sonno!”.
Corse in bagno dalla moglie, lo insultò nuovamente, poi andarono insieme a cambiarle, ero soddisfatto quella sera, non l’avevo scopata ma umiliata al massimo, soprattutto ero ormai sicuro che quello che era in posizione dominante adesso ero io, dopo quello che le avevo fatto fare quella sera avevo entrambi in pugno e le mie intenzioni erano quelle di ottenere il massimo da quella relazione, consapevole che prima o poi sarebbe finita, dovevo giocarmi bene le mie carte, l’esperienza con quei due mi stava facendo diventare una persona diversa, certe manipolazioni fino a poco tempo prima non mi passavano nemmeno nell’anticamera del cervello.
Dopo aver finito di cambiare le lenzuola Paolo mi salutò e se ne andò nella sua camera, Simona mi invitò ad andare a letto. Quando mi coricai era completamente nuda, fresca e profumata come una rosa, si avvinghiò immediatamente e disse:
- “Adesso posso avere la mia ricompensa?”;
- “Cosa vorresti?”;
- “Che domande, voglio te tesoro mio, dopo quello che mi hai costretta a fare adesso tocca a me riscuotere…“;
- “E’ tardi e sono stanco, facciamo domani ok?”.
Le stampai un bacio sulla fronte e mi girai voltandole le spalle, la sentii sbuffare un paio di volte ma non si lamentò a voce alta, sorrisi soddisfatto trattenendo a stento una risata, era l’ennesima prova che l’avevo davvero sottomessa fino in fondo, in realtà avevo una gran voglia di scoparla ma dovevo sapere che lei era mia, il fatto di averla lasciata a bocca asciutta senza che si lamentasse mi dava una gran sensazione di potere nei suoi confronti.
Continua...