Capitolo 38
La mattina successiva fummo svegliati entrambi da Paolo, Simona era ancora decisamente a pezzi per la serata precedente.
- “Buongiorno tesoro, cosa è successo ieri sera? Non mi ricordo più di niente, nemmeno come sono finita a letto…”.
Le raccontai tutto quello che era successo dal momento in cui non ricordava più nulla, compresa la storia con Marzia, non avevo problemi nel farglielo sapere, la sua reazione fu solo quella di essere dispiaciuta che non fossimo andati oltre e che non fosse stata presente.
- “Se ero con te poteva non succedere niente oppure saremmo stati tutti e tre insieme, quattro se anche suo marito si univa…”;
- “Ti piace Riccardo?”;
- “E’ un bel ragazzo, tu sei molto più bello intendiamoci, ma non nego che due colpi me li sarei fatti dare volentieri, non essere geloso però…”;
- “Assolutamente no, figurati.”;
- “Lo so che non te ne frega niente di me...”;
- “Non è vero, però non mi sembra di essere nella posizione per poter essere geloso, sei libera di farti scopare da chi vuoi, solo tuo marito mi deve chiedere prima il permesso.”;
- “Come bacia Marzia?”;
- “Bene direi…”;
- “Ti è piaciuta la sua figa? Era tanto bagnata?”.
Mentre mi faceva queste domande cominciò ad accarezzarmi il cazzo con il piede, guardandomi con occhi pieni di eccitazione.
- “Era bagnatissima, colava umori quasi quanto te, ha la fighettina rasata e con in buco del culo stretto stretto…”;
- “Le hai infilato un dito nel culo anche?”;
- “No, ho solo infilato leggermente il dito e nonostante lo avessi inumidito con i suoi umori era stretto stretto, lo sai che me ne intendo…”;
- “Dici che è vergine dietro?”;
- “Difficile dirlo però non credo che sia stato molto usato…”;
- “Non come il mio insomma…me lo hai aperto per bene da quando ci conosciamo.”;
- “Era già bello aperto in realtà…”;
- “Si ma tu me lo hai completamente slabrato, lo vuoi da colazione?”;
- “Che domande, avevo voglia anche ieri sera ma eri ubriaca persa e mi hai lasciato in bianco...”;
- “Merito di essere punita allora, non trovi?”;
Si girò cominciando a leccarmi i piedi, appoggiai la pianta sul suo viso porgendoglielo, ansimava eccitata mentre si masturbava, li lavò con dedizione salendo poi sulle gambe, mi sfilò delicatamente le mutande e passò a leccarmi il buco del culo e le palle, poi l’asta arrivando alla cappella che pulsava nella sua bocca, la spinsi giù facendoglielo prendere tutto in gola, adoravo sentirla rantolare con il mio cazzo che la soffocava. La lasciai fare a lungo poi le dissi che la volevo inculare, la sua risposta fu quella di mettersi in piedi sul letto con il culo nella direzione del mio cazzo duro, pronto a sfondarglielo, si abbassò puntandoselo nel buco, prese il cazzo in mano e cominciò a farlo girare attorno, colava umori dalla figa, aveva le cosce bagnatissime, la guardai e dissi:
- “Ma quanto sei bagnata?”;
- “Tantissimo, è tutto merito tuo…”.
Spostai il cazzo nella sua figa e la spinsi giù penetrandola fino in fondo.
- “Ohhh siii cazzzo siiiii”.
Era talmente bagnata che il cazzo scivolava in maniera spettacolare, mentre saltava si sgrillettava il clitoride, cominciò immediatamente a gemere di piacere e dopo pochi affondi ebbe il primo orgasmo, si alzò sfilandoselo e squirtò bagnandomi tutto, arrossì vistosamente, si vergognava sempre quando le capitava, si scusò e iniziò ad asciugarmi con la lingua, mi aveva letteralmente inondato, ingoiava i suoi umori leccando e sorridendo compiaciuta.
- “Quanti mi piace fare sesso con te Gianluca…”.
In quel momento sentimmo bussare alla porta, scattai in piedi rimettendomi le mutande, mi avvicinai e chiesi:
- “Chi è?”;
- “Sono Marzia, disturbo?”.
Simona schizzò come una molla nascondendosi in bagno, aprii la porta, quando mi vide in mutande senza maglietta arrossì, indossava un costume da bagno, coperto da un vestitino bianco leggerissimo, lungo appena sopra le ginocchia ma che permetteva di ammirare il suo magnifico corpo in trasparenza.
- “Ciao, sono solo entra…”.
Entrò e quando chiusi la porta con voce timida disse:
- “Volevo parlarti di eri sera…”;
- “Sono qui, dimmi”;
- “Ti chiedo scusa, non pensavo che Riccardo potesse venire a cercarmi e quello che ho detto era solo per offenderlo, non avrei mai svelato che il ragazzo con cui stavo eri te, non vorrei che pensassi che ti ho usato per vendicarmi di lui, ero ubriaca, tu sei stato molto gentile con me in un momento di debolezza, sei stato carino ed insomma, sappiamo cosa è successo…”;
- “Ti voglio credere Marzia, ma il sospetto di essere stato usato da te è molto forte, non è stata un’esperienza piacevole restare accucciato a guardare voi che scopavate.”;
- “Ti chiedo scusa, avrei voluto spostarmi per permetterti di andartene ma mi ha presa con forza e poi sai come vanno certe cose…”;
- “Diciamo che vi siete divertiti…”;
- “Il fatto che tu stessi guardando quello che stavamo facendo all’inizio mi ha imbarazzato parecchio, poi sinceramente, sapendo che fossi li, mi ha fatto eccitare tantissimo, sono sincera… Simona dov’è?”;
- “E’ andata nell’ufficio del direttore, le serviva un computer per mandare una mail di lavoro, quando sono pronto ci riuniremo in spiaggia, siamo soli…”.
Sorrise maliziosamente, mi guardò portandosi un dito in bocca mordendosi l’unghia.
- “Capisco, vorrei tanto continuare da dove ci siamo fermati ieri sera sai…”.
Si avvicinò, mi appoggiò una mano sul petto, delicatamente le nostre labbra si toccarono, la sua lingua si infilò timidamente nella mia bocca, cominciammo a limonare in maniera molto dolce e sensuale, la sua mano scese fino a toccarmi il cazzo, mi stava scoppiando per l’eccitazione, lo misurò partendo dalle palle fino ad arrivare alla punta, si tolse un attimo, sorrise e poi tornò a baciarmi, questa volta in maniera decisa, presi il suo culo tra le mani e la tirai verso di me, il suo profumo mi faceva girare la testa, la girai sedendomi sul bracciolo del divano, in quel modo potevo vedere Simona che sbirciava eccitata, si sollevò il vestitino, allargò le gambe e si sedette su di me ricominciando a baciarmi appassionatamente, muoveva i fianchi spingendo sul mio cazzo per sentirne la presenza. Mentre la baciavo stringevo con le mani il suo culo tirandolo con forza verso di me, guardavo Simona che sorrideva e mi faceva vedere che si stava masturbando. Le sfilai il vestito facendolo uscire dalla testa, sbottonai il reggiseno del costume buttandolo a terra e cominciai a leccarle i seni, i capezzoli si inturgidirono all’istante, cominciò a gemere accarezzandomi i capelli spingendomi la testa verso di lei, ero eccitato come una bestia, facevo fatica a non prenderla con forza come ero abituato a fare con Simona, inarcò la schiena verso il basso e leccai la sua pancia fino ad arrivare alla parte inferiore del costume, lo spostai verso il basso arrivando a leccarle il clitoride, era bagnatissima ed i suoi umori mi riempirono la bocca, i suoi gemiti di piacere erano sempre più forti. Si abbassò di scatto inginocchiandosi davanti a me, mi sfilò le mutande, prese in mano il cazzo e cominciò a segarlo guardandomi negli occhi eccitata, leccò l’asta e prese in bocca la cappella, la sua saliva caldissima inumidiva abbondantemente il mio membro e stringeva con le labbra in maniera perfetta, cominciò un lento e sensuale pompino mentre ansimava, era bravissima, si vedeva che lo faceva con passione, adorava succhiare il cazzo, accompagnava il movimento della bocca con la mano da vera pompinara esperta, poi improvvisamente si fermò, alzò lo sguardo, si asciugò la saliva che le colava dalla bocca e sussurrò:
- “Scusa Gianluca, non posso andare oltre, stiamo facendo una stronzata…”;
- “Ma come? Ci stiamo solo divertendo Marzia, ti voglio, adesso!“;
- “Lo vorrei anch’io te lo giuro ma non posso, non sono quel genere di ragazza, scusa ma non me la sento…”;
- “Non ti capisco…”.
Si alzò, si coprì le tette con le mani, raccolse il reggiseno del costume e se lo rimise, era paonazza in viso, si avvicinò e disse:
- “Ti chiedo ancora scusa Gianluca, il mio corpo vorrebbe finire quello che abbiamo cominciato ma il cuore e la mente me lo impediscono, non ho mai tradito Riccardo, nonostante lui non è come me, mi tradisce lo so ma non ci riesco, scusami, spero che tu lo capisca…”;
- “Io capisco tante cose Marzia, però se davvero sei così corretta con lui non dovevi arrivare a questo punto, pazienza ieri sera che eri ubriaca, ma perché stamattina sei venuta qui a succhiarmi il cazzo se non volevi arrivare fino in fondo?”;
- “Lo so, sono attratta moltissimo da te, sono venuta qui con la scusa di chiarire quello era successo ieri sera e con l’intenzione di fare sesso con te, ti giuro che fino a un minuto fa non pensavo ad altro, poi mi sono vista nello specchio inginocchiata a succhiare il cazzo ad un uomo che non è mio marito e mi sono sentita sporca dentro, una puttana, non sono così…”;
- “Senti mi hai stufato, sei una ragazzina, non ho tempo da perdere con te, torna da tuo marito e cerca di evitarmi d’ora in avanti, mi hai rotto i coglioni, vai via!!”.
La accompagnai all’ingresso, aspettai che uscisse senza dire altro, appena varcata la soglia chiusi la porta sbattendola con forza e sbottai:
- “Ma vaffanculo va!!!”.
Ero incazzato come una bestia, non avevo più intenzione nemmeno di parlarci insieme, Simona uscì dal bagno e mi raggiunse.
- “Che stupida, hai fatto bene a trattarla in quel modo!”;
- “Mi ha rotto i coglioni, se non fosse che Riccardo è nella mia squadra li eviterei per il resto della vacanza, è una ragazzina porca troia, prima mi usa per far ingelosire il marito, mi costringe a guardarli mentre scopano, poi viene qui, mi mette la figa in faccia e mi succhia il cazzo per poi dire che non se la sente? Ma dove cazzo vive questa? Ma vaffanculo!!!”;
- “E’ una stupida, non sa nemmeno lei cosa vuole, però mi sono eccitata tantissimo a guardarvi, sono bagnatissima…”;
- “Lo succhiava pure bene quella troia!!!”;
- “Era brava? Come me o meglio?”;
- “Nessuna è meglio di te, lo sai che sei la troia numero uno tu...”.
Sorrise divertita e soddisfatta, la presi con forza e la baciai, si inginocchiò e cominciò uno dei suoi memorabili pompini, il confronto con Marzia era improponibile, una bocca esperta come la sua era più unica che rara, mi guardava sorridendo mentre le facevo prendere in gola il cazzo con forza, la feci alzare facendola mettere a pecorina in piedi davanti alla parte posteriore del divano, appoggiò le mani ed alzò il culo, glielo schiaffeggiai un paio di volte con molta forza prima di incularla in profondità cominciando a sbatterla selvaggiamente.
- “Ohh siiii fammi male cazzo!!!”.
La doppia interruzione mi permise di incularla a lungo e senza soste, dal canto suo Simona si godeva la mia veemenza masturbandosi incessantemente, ebbe un orgasmo profondo, squirtò a terra lasciando una grossa pozza di liquido in mezzo alle sue gambe, lo sfilai e gliela feci leccare appoggiando un piede sulla sua testa, nel frattempo mi segavo, quando sentii che stavo venendo le sollevai la testa, intuì che stavo sborrando, l'attese con la bocca aperta e la lingua fuori, partirono una serie di abbondanti schizzi che ingoiò con avidità per poi attaccarsi al cazzo ripulendolo con cura, infine leccò quello che era finito sul pavimento, la guardai e dissi:
- “Sei la troia numero uno cazzo!!!”.
Quando ebbe finito il suo lavoro di pulizia la presi per mano accompagnandola nella doccia, appena entrati si inginocchiò nuovamente a succhiarmelo, poi con aria ancora eccitata mi chiese di darle da bere, le pisciai addosso ammirando come la gustava soddisfatta, ormai era diventata una piacevole abitudine per lei e nonostante non amavo particolarmente questa pratica, ormai la consideravo normale routine.
Dopo esserci fatti la doccia andammo in spiaggia, Clara e Paolo erano andati a farsi il bagno, ci salutarono e ci unimmo a loro facendoci una nuotata tutti insieme. Quando tornammo agli ombrelloni ci raggiunse Riccardo.
- “Ciao Gianluca, arrivate sempre così tardi voi in spiaggia?”;
- “Non sempre ma stamattina qualcuno mi ha fatto perdere del tempo…”;
- “Capisco, oggi pomeriggio alle 16 abbiamo la partita ti ricordi?”;
- “Mi ricordavo tranquillo, solo che con tutto quello che ci siamo bevuti ieri sera sarà dura.”;
- “Non c’è problema, quelli dell’altra squadra erano tutti presenti anche loro ieri sera e non credo siano messi meglio di noi”.
Marzia si era ben guardata dall’avvicinarsi a noi, era rimasta in disparte chiacchierando con altri ragazzi, notavo però che il suo sguardo era costantemente orientato verso di me.
Simona aveva notato tutta la situazione e la raggiuse, era esilarante vederla colloquiare con estrema naturalezza mentre l’imbarazzo dell’altra era evidentissimo.
Il pomeriggio vincemmo agevolmente la partita, nonostante l’evidente scarsa forma di tutti, Paolo fece perfino un figurone quella volta, d’altronde ci reggevamo in piedi a fatica tutti quanti e lui la sera prima non si era riempito.
Per alcuni giorni tutto scorse liscio, senza particolari accadimenti, le vacanze stavano trascorrendo velocemente e si avvicinava il giorno del rientro. Organizzammo un festa di addio per Clara e le sue amiche, erano arrivate il venerdì e sarebbero ripartite due giorni prima di noi, Paolo era triste, si era affezionato alla tardona. La festa si sarebbe svolta il giovedì sera al bar della spiaggia che eccezionalmente sarebbe rimasto aperto, grazie alla forte influenza di Paolo con il direttore del villaggio, voleva fare le cose in grande, non avrebbe badato a spese ingaggiando anche una band che avrebbe suonato fino a notte fonda in loro onore. Alla fine aveva deciso di non dirle tutta la verità su di lui, voleva mantenere un ricordo piacevole della loro storia, senza ferirla ulteriormente, in fin dei conti probabilmente non si sarebbero più rivisti dopo quella vacanza.
Il mercoledì pomeriggio giocammo e vincemmo la finale del torneo di calcetto con Riccardo grande protagonista della partita, nonostante con Marzia i rapporti si erano raffreddati io e lui restammo amici e quella sera festeggiammo prendendoci nuovamente una forte sbornia. Ubriaco perso mi confidò di aver tradito innumerevoli volte Marzia ed il mio rammarico per la sua decisione di non farsi scopare tornò prepotentemente a farsi sentire, povera illusa, fedele ad un tipo che non si era fatto nessuno scrupolo a cornificarla quando ne aveva avuto l’occasione.
Quella sera tornammo in camera molto tardi e Simona volle assistere ancora una volta alla monta tra Paolo e Clara, era la loro penultima notte insieme, nel pomeriggio aveva preso accordi precisi con il marito, avrebbe dovuto farle fare determinate cose e non voleva perdersi lo spettacolo. Paolo legò Clara a pancia in sotto sul letto, le bendò gli occhi ed imbavagliò la bocca, sembrava un salame povera donna, era davvero ridicola, con un dildo enorme le penetrò la figa mentre lui la inculò a lungo venendole infine dentro, quando ebbe finito la poverina aveva le lacrime agli occhi per il dolore, si era lasciata fare di tutto e Paolo la consolò, anche lui aveva sofferto ma aveva ubbidito al volere di Simona, la vera artefice di tutto era sempre lei.
Tornammo nella nostra camera alla fine dello spettacolo, Simona era soddisfatta per aver visto cosa era stata disposta a fare Clara per amor di Paolo e scopammo anche noi a lungo prima di addormentarci.
Il giovedì passammo l’intera giornata in spiaggia, la festa di addio per Clara fu un enorme successo, partecipò tutto il villaggio e tornammo in camera praticamente all’alba. Il venerdì pomeriggio salutammo Clara e le sue amiche, la donna era visibilmente commossa e poco prima di partire scoppiò in lacrime abbracciando Paolo, prima di salire sul pulmino che le avrebbe portate all’aeroporto, anche lui stava piangendo come un bambino e quando se ne andarono si rifugiò in camera. Io e Simona lo raggiungemmo poco dopo, pensavo che volesse consolarlo, invece stava solo tramando la sua ennesima umiliazione. Quando entrammo nella sua camera Paolo era disteso sul letto con le lacrime agli occhi, Simona si avvicinò a lui assalendolo immediatamente:
- “Che cazzo fai coglione, piangi?”;
- “Capisco che a te non frega niente ma mi sono affezionato a lei, puoi lasciarmi stare per qualche minuto per piacere?”;
- “Dovevi scopartela non innamorarti di lei coglione!”.
Paolo arrossì vistosamente, stranamente reagì in maniera veemente.
- “Che cazzo vieni a fare la morale a me? Parli te che dovresti essere la donna che domina tutti ed invece ti sei innamorata di Gianluca, arrivando al punto di prendere in considerazione di lasciarmi per stare con lui? Devi stare zitta, predichi bene e razzoli male, ti ho chiesto di lasciarmi in pace e pretendo che mi dai ascolto! Hai capito?”;
- “Sei un coglione, da quando alzi la cresta in questo modo con me? Chi cazzo credi di essere? Le cose sono ben diverse: è vero mi sono innamorata di Gianluca ma lui l’hai visto che ragazzo è? Tu ti sei innamorato di una balena, che cazzo di paragone è?”.
Paolo si alzò di scatto dal letto e si piazzò con la faccia davanti a quella della moglie apostrofandola in maniera molto decisa:
- “Lei sarà una balena ma vale dieci volte te, tu sei bella fuori ma sei vuota dentro, sei il niente dentro ad una bellissima scatola, sai cosa ti dico? Vaffanculo!”.
Simona gli piazzò un ceffone dritto in faccia con gli occhi pieni di odio, Paolo glielo restituì ancora più forte, lei si portò la mano sulla guancia e gli rifilò una ginocchiata sulle palle dal basso verso l’alto, mi stavo divertendo come un pazzo però non potevo lasciarli continuare, decisi quindi di intervenire; presi per mano Simona trascinandola nella nostra camera chiudendo la porta, Paolo era rimasto accasciato a terra, credo che una botta simile avrebbe steso un elefante, quando tornai da lui si era rialzato con tutta l’intenzione di andare a dargliele di santa ragione, lo bloccai intimandogli:
- “Paolo basta, avete superato ogni limite, cosa vorresti fare?”;
- “Gianluca ti prego, lasciami andare di la, la voglio ammazzare!”;
- “Non te lo lascerò fare Paolo, non costringermi a farti del male.”;
- “Non si può permettere di trattarmi in questo modo, c’è un limite a tutto, adesso basta con me ha chiuso!”;
- “Ti capisco, so quanto ci tieni a Clara ma lei è tua moglie in fin dei conti, ha sbagliato ma anche tu sei stato complice di tutte le sue perversioni, se non ti stavano bene le cose dovevi importi prima, avete la colpa entrambi di come sono andate le cose.”;
- “Hai ragione, sono stato un coglione senza palle, adesso però basta, non ci sto più, ho raggiunto il limite!”;
- “Dammi ascolto, pensaci su con calma, adesso vado di la e cerco di parlare con lei, tu però promettimi che riaccendi il cervello e ragioni con serenità sulla cosa, vi dovete parlare e chiarire non solo su questo ma sul vostro modo di vivere, entrambi dovete fare un passo indietro…”;
- “Ok ok, adesso mi calmo, ma lei deve chiedermi scusa!”;
- “Sono cazzi vostri, mi limiterò ad impervi di farvi ulteriormente del male, dovete risolverla tra di voi, ma in maniera civile.”;
- “Hai ragione, ti ringrazio, se non c’eri tu credo che avrei fatto una pazzia.”;
Quando entrai nella nostra camera Simona era dietro la porta che stava origliando, mi buttò le braccia al collo baciandomi, aveva la guancia tutta arrossata dove Paolo l’aveva schiaffeggiata.
- “Grazie tesoro, credo che tu mi abbia salvato la vita, ad un certo punto ho avuto paura che mi volesse strozzare.”;
- “Simona, basta, avete superato ogni limite, dovete parlarvi e trovare un accordo.”;
- “Io non ci voglio parlare con lui, anzi non lo voglio proprio più vedere. Voglio solo te Gianluca, solo te…”;
- “Simona, non fare la bambina offesa, sei stata insensibile con lui, adesso vai di la e chiarite tutto, non voglio nemmeno sentire cosa vi direte, interverrò solo per evitare che finisca come prima.”;
- “Sei il più giovane ma il più saggio di tutti, hai ragione, devo parlarci, forse ho esagerato, però ricorda che non accetterò questo atteggiamento da parte sua, se osa ancora mettermi le mani addosso lo mollo, gli porto via un sacco di soldi e mi trasferisco a vivere per sempre insieme a te.”;
- “Fai quello che credi, ricordati solo che io non sono Paolo e non ho nemmeno i suoi soldi, quindi vedi cosa ti conviene fare…”.
Con questa frase volevo essere sicuro che non pensasse che fossi stato disponibile a mantenerla con tutti i suoi vizi, in fin dei conti non me lo sarei mai potuto permettere ed a dirla tutta non mi interessava più averla tutta per me.
- “Ho capito benissimo cosa intendi dire, ora vado, però promettimi che se senti che le acque si agitano troppo interverrai.”;
- “Tranquilla, adesso vai.”.
Se ne andò dal marito chiudendo con un po’ di timore la porta alle sue spalle, restai in silenzio pronto ad intervenire in caso di necessità, li sentivo parlare animatamente ma senza eccessi, non ascoltai interamente i loro discorsi ma mi feci un’idea di cosa si stavano dicendo.
Discussero per più di un’ora, dopodiché mi raggiunsero insieme, i loro volti erano provati e gli occhi arrossati, avevano sicuramente pianto entrambi ma alla fine tornò il sereno tra loro, Paolo prese la parola per primo:
- “Gianluca, a nome di entrambi ti ringrazio per quello che hai fatto, adesso ci siamo chiariti e le cose cambieranno un po’ d’ora in avanti tra noi.”;
- “Bene, mi fa piacere, quindi cosa avete deciso di fare?”;
- “Praticamente Simona si è presa l’impegno di rispettare i miei sentimenti nei riguardi di Clara, terrò i contatti con lei ed andrò a trovarla, se è destino la nostra storia avrà un seguito, per il resto tutto resterà come prima.”.
Pensavo che avessero preso la decisione di terminare la storia tra me e la moglie, invece l’unica cosa che cambiata era che adesso anche lui aveva un’amante, non finivano mai di sorprendermi quei due, a quel punto Simona intervenne:
- “Soprattutto quello che non cambierà è che io e te vivremo insieme in pianta stabile, non tornerò a vivere con lui, sempre se a te sta bene naturalmente.”;
- “Certo che mi sta bene, quindi tu continuerai a vivere con me mentre lui verrà a trovarci nei fine settimana?”;
- “Esattamente, tu sei contento vero?”;
- “Se va bene a voi problemi non ne ho, però sono sincero, non so fino a quando reggerò questo tipo di vita..”;
- “Spero a lungo Gianluca, lo so che tu non mi ami ma sono innamorata persa di te, lo dico con tutta la sincerità di questo mondo.”.
Non le risposi, aveva ragione, quello che provavo per lei non era più amore come all’inizio, era un misto di passione ed affetto ma non amore, di questo ne ero sicuro ormai. Ebbi come l'impressione che nel mio cuore la nostra storia fosse finita in quel momento
Continua…