Capitolo 33
La mattina successiva fu una levataccia, l’aereo partì in orario ed arrivammo a Kos dopo un paio d’ore di volo, il trasferimento al villaggio fu veloce e fummo sul posto verso le 13,00 locali, c’è un’ora di fuso orario rispetto all’Italia. La struttura era bellissima; la prima parte, di fronte all’ingresso prevedeva un enorme edificio con l’amministrazione e parecchie camere, una grossa piazzetta dava sulla piscina principale ed attorno una serie di ristoranti a tema (taverna greca, ristorante italiano, una riproduzione di una nave dove si mangiava principalmente pesce ed un’enorme sala da pranzo che offriva cucina internazionale a buffet). Proseguendo, dopo la piscina, una stradina portava alla spiaggia di sabbia che si affacciava sul mare. Sul lato sinistro della piazza principale c’erano una serie di casette a due piani situate ai lati di una stradina con i lampioni, molto bella come zona, la nostra camera era al secondo piano di una di queste strutture, era enorme; un ampio ingresso portava ad un vero e proprio salotto con un divano, due poltrone ed un grosso tavolo da pranzo, c’era anche un grosso televisore con la tv satellitare, proseguiva con un cucinino attrezzatissimo, completo di piano cottura e frigorifero, pieno zeppo di bevande di ogni tipo, volendo si poteva anche cucinare, avevamo però un trattamento all-inclusive che ci permetteva di accedere ai vari ristoranti a nostro piacimento. La camera da letto era separata dal resto dell’appartamento da una grossa porta scorrevole con un vetro satinato, un terrazzo tutto attorno permetteva di godere di una meravigliosa vista sul villaggio e da un lato anche al mare poco distante. La camera di Paolo era un singolo appartamentino comunicante con la nostra, Simona era entusiasta della sistemazione e disse a Paolo di ringraziare il suo cliente, ci aveva omaggiato di una vera e propria suite sul mare.
Volendo si poteva accedere alla spiaggia percorrendo una stradina, senza tornare alla piazzetta principale del villaggio, era davvero un posto stupendo, con le mie scarse capacità economiche non mi sarei mai potuto permettere un posto del genere. Andammo a pranzo al ristorante principale, per gli altri a tema era prevista la prenotazione anticipata ed essendo appena arrivati non potevamo andare altrove, per la sera prenotammo il ristorante dove si mangiava pesce, era molto carino ed originale. Simona esibì immediatamente un abbigliamento che non lasciò indifferente nessuno: sotto aveva un micro costume bianco alla brasiliana coperto, per modo di dire, da un vestitino leggerissimo e trasparente a fiorellini, gli occhi degli uomini si accendevano come fari nella notte al suo passaggio e lei si divertiva a provocare sorridendo e muovendosi in maniera sensualissima. Dopo aver pranzato andammo a visitare la spiaggia, godendo del trattamento all-inclusive avevamo anche tre lettini e due ombrelloni a noi riservati in prima fila, era attrezzatissima con barettino caratteristico dove si poteva consumare qualunque bevanda senza pagare nessun sovrapprezzo, inoltre avevamo diritto ad un’ora di pedalò al giorno, oltre alla possibilità di noleggiare moto d’acqua, gommoni a motore e svolgere tantissime altre attività di mare. Io e Simona ci piazzammo sotto l’ombrellone mentre Paolo andò in camera a fare un sonnellino, faceva molto caldo e voleva riposare un po’. Passammo il pomeriggio tra bagni e giochi sulla spiaggia tornando in camera a prepararci per la cena verso le 19,00. Alla sera il villaggio era ancora più bello che di giorno, le luci rendevano il posto ancora più caratteristico, quella sera Simona era di una bellezza mozzafiato, aveva indossato un vestitino cortissimo nero con una scollatura assurda, sostenuto da un paio di spalline sottilissime ed un paio di sandali aperti neri con un tacco vertiginoso, era al centro dell’attenzione, soddisfattissima degli sguardi che riceveva, il direttore del villaggio ci invitò per conoscerci, il proprietario si era raccomandato di essere a nostra completa disposizione. Tornammo in camera verso l’una, Simona si avvinghiò a me appena entrati.
- “Ho voglia di te…”;
- “Ho voglia anch’io di te Simona…”.
Dopo esserci baciati a lungo sulla porta mentre Paolo era in un angolo a guardarci, mi prese per mano portandomi in camera, mi fece sedere sul letto, guardò il marito dicendogli di sedersi sulla poltroncina che era in un angolo della camera, si inginocchiò davanti a me, fece cadere le spalline del vestito e si tolse il reggiseno, le sue tette meravigliose stavano su da sole ed aveva i capezzoli inturgiditi, mi guardò e disse con voce sensualissima:
- “Sono bella?”;
- “Sei una meraviglia Simona…”;
- “Quel cornuto di mio marito non riesce più a scoparmi, cosa vorresti dirgli?”;
- “Che non sa cosa si perde…”;
- “Ma lui sa cosa si perde, vero Paolo?”.
L’ometto fece cenno di si con la testa mentre si toccava il cazzo eccitatissimo, lo rimproverò:
- “Cosa vuol dire si? Sai cosa ti perdi? Rispondi coglione!”;
- “Si lo so cosa mi perdo, scusa…”;
- “Scusa di cosa? Sono io che non voglio più il tuo cazzettino, poi Gianluca mi vuole solo per lui, vero tesoro?”;
- “Certo, devi essere solo mia…”;
Sorrise, mi tolse le scarpe, ero senza calze visto il caldo, prese un piede in mano e lo annusò eccitata.
- “Adoro il tuo odore…”;
Cominciò il suo solito lavoro di lingua sui piedi, dopo averli leccati a lungo eccitatissima si alzò facendo cadere il vestito a terra, lo sollevò con il piede e lo buttò addosso al marito, lui lo annusò e lo appoggiò sulle sue gambe, si tolse il perizoma e lo portò a Paolo, gli mise un dito in bocca, lui glielo leccò succhiandolo eccitato, gli infilò il perizoma in bocca e gliela chiuse, cercava di parlare ma disse:
- “Stai zitto ed assapora il sapore della mia figa…”.
Notai che aveva il plug di vetro nel culo, tornò da me invitandomi ad alzarmi, mi baciò e sfilò i pantaloni inginocchiandosi a succhiarlo con voracità, la sua bocca era calda e bagnatissima, il cazzo era ricoperto dalla sua saliva, aveva ancora il ciclo e si sgrillettò tutto il tempo il clitoride, tolse il plug dal culo, lo prese in bocca insalivandolo e succhiandolo, poi se lo infilò di nuovo e sorridendomi disse:
- “E’ tutta la sera che lo sento in culo, ho una voglia matta che ci infili il tuo cazzo…”;
- “Tranquilla, tra poco te lo spacco in due…”;
- “Mmmm non vedo l’ora…”.
La feci alzare per poi farla mettere a pecorina sul letto, le feci abbassare la schiena facendola stare con la faccia sul materasso ed il culo in aria verso Paolo, presi il plug sfilandolo lentamente, il buco si dilatava per poi richiudersi quando usciva del tutto, sputai sul plug e glielo feci succhiare, intanto schiaffeggiavo le sue chiappe con forza, le piaceva quando lo facevo, si arrossavano moltissimo e si vedevano gli stampi delle mie mani, leccai il suo buco del culo a lungo mentre spompinava il plug e mi incitava a scoparla, intanto non perdeva l’occasione per insultare il marito in continuazione, era ora di incularla, feci girare la cappella attorno al buco del culo, spingeva con la pancia per farlo dilatare, quando lo infilai emise un forte gemito di piacere.
- “Ohhhh si cazzo sììì, scopami tesoro, sono la tua troia!;
- “Parla piano ci potrebbero sentire al piano di sotto…”;
- “Non me ne frega un cazzo mi piace troppo!!!”.
La scopai in culo a lungo mentre si sgrillettava, ebbe un orgasmo in brevissimo tempo, mi prese per mano piazzando il culo devastato davanti al marito.
- “Leccami il culo uomo di merda!”.
Paolo leccava il culo della moglie aprendole le chiappe, intanto lei mi spompinava con voracità, si sfilò l’assorbente interno, era praticamente pulito, lo buttò a terra ed ordinò a Paolo:
- “Leccami la figa che adesso me la voglio far scopare!”.
Paolo obbedì lavandogliela per bene, intanto la strozzavo con il mio cazzo piantandoglielo in gola fino alle palle, dopo essersela fatta leccare per un po’ mi chiese di scoparla, la buttai sul letto e le montai sopra penetrandola in profondità, le sue unghie mi graffiavano la schiena e le gambe mi circondavano i fianchi tirandomi con forza verso di lei, era una furia, non mi lasciava prendere fiato, riuscii a togliermi e farle cambiare posizione, mi coricai a pancia in su facendola venire sopra di me, cavalcava come una puledrina impazzita sul cazzo dandomi la schiena, alternava figa e culo a suo piacimento, invitò Paolo a sedersi sul letto, lo insultava in continuazione arrivando a dargli delle sberle in faccia nei momenti in cui provava maggior piacere. Ebbe il secondo orgasmo, intenso, le tremarono le gambe, si tolse da sopra e spinse via il marito che tornò a sedersi sula poltroncina ricominciando a succhiarmelo, eravamo entrambi sudatissimi, l’aria condizionata nella camera sembrava funzionare male, stavo per venire, se ne accorse e si piazzò il cazzo sulla lingua segandolo con impazienza.
- “Lasciati andare tesoro, riempimi la bocca con il tuo sperma…”.
Sborrai in maniera abbondante, lo accolse fino all’ultima goccia senza ingoiarlo, mi ripulì il cazzo sorridendo soddisfatta, si alzò e si piazzò davanti alla faccia di Paolo, infine glielo sputò tutto sul viso, lui chiuse gli occhi sorpreso, scoppiai a ridere, lei si girò sorridente e disse:
- “Non vorrai mica che solo io debba essere umiliata, poi a lui piace, vero coglione?”;
- “Non saprei…”;
- “Apri la bocca ed ingoia scemo!”.
Cominciò a leccargli il viso ricoperto del mio sperma, lui restava fermo lasciandola fare, lo baciò e limonarono scambiandosi il resto del mio sperma, la scena non era di mio gusto, mi alzai per andare a farmi la doccia senza dire niente, Simona mi seguì entrando insieme a me, si prese nuovamente il cazzo in bocca succhiandomelo con estrema passione.
- “Sei stato grande stasera…”;
- “Grazie, anche tu, sei proprio una grandissima troia sai?”;
- “Lo so tesoro, ti scappa?”;
- “Si, ci hai preso gusto?”;
- “Mi piace un casino, Paolo vieni qui!”.
Arrivò di corsa, aveva ancora il viso sporco, quando entrò Simona era già inginocchiata davanti al mio cazzo, cominciai una lunga pisciata, questa volta si riempiva la bocca e la ingoiava, nel frattempo lo dirigeva sul suo corpo per poi farsi riempire di nuovo la bocca, era sorridente e nel frattempo si masturbava, arrivò a prenderlo in bocca mentre il getto usciva ancora abbondantemente, in quel caso le andò di traverso e la sputò tossendo, quando smisi lo leccò e succhiò di gusto, i suoi occhi sempre puntati sui miei ed il sorriso stampato sul volto.
- “Direi che ci hai preso proprio gusto…”;
- “Davvero? Cosa te lo fa pensare? Mi piace tutto di te Gianluca, te l’ho detto, ti voglio assaporare fino in fondo, spero solo di non farti troppo schifo quando faccio queste cose, mi stimoli tante fantasie, sarà perché ti amo da impazzire…”;
- “Non mi fai schifo, però non capisco come ti possa piacere farti pisciare in gola, tutto qui…”;
- “Non saprei nemmeno io come mi possa piacere, forse dipende dalla passione travolgente che provo per te, il desiderio di essere totalmente tua e sottomessa, voglio in continuazione farmi usare, farmi pisciare in bocca e berla è la mia dimostrazione di quanto ti sono devota, sovente ti guardo quando siamo in mezzo agli altri e mi vengono in mente fantasie che appena possibile metto in pratica, anche tu hai sempre delle ottime idee devo dire…”;
- “Sei così bella e troia che vorrei scoparti in continuazione, pure in mezzo alla gente…”;
- “Non lo abbiamo mai fatto in pubblico, non mi dispiacerebbe farmi scopare da te davanti ad altre persone, non qui certamente ma ci sono dei posti dove sarebbe possibile, organizziamo se vuoi…”;
- “Aspetta, stavo scherzando, ho capito a cosa ti riferisci, sono appena riuscito ad accettare di farlo davanti a Paolo, farlo in un privé o posti simili non ce la farei mai, certo che tu di problemi non te ne fai proprio mai…”;
- “Diciamo che sono di larghe vedute, lasciamo il posto a Paolo, è ridotto ad uno schifo…”;
- “Mandalo nella sua camera, voglio godermi la doccia ancora per un po’.”.
Disse al marito di andarsene dandogli appuntamento alla mattina successiva, ci salutò ringraziandoci per la serata mentre noi ci stavamo baciando sotto la doccia, ignorandolo completamente. Andammo a letto e ci addormentammo subito, era stata una giornata pesante ma appagante, sotto diversi punti di vista.
La mattina successiva ci svegliò Paolo verso le 9,30, andammo fare colazione e poi in spiaggia, la giornata era caldissima, le nostre vicine di ombrellone erano tre signore di mezza età molto gentili ma anche piuttosto invadenti, cercammo di mantenere le distanze ma non si riusciva a scansarle, con una delle tre Paolo parlava in maniera insistente di lui e di noi due, una panzona sulla cinquantina particolarmente curiosa. Le raccontò che Simona era sua sorella ed io suo cognato, sua moglie non era venuta con noi per problemi di lavoro, ebbi subito l’impressione che fosse molto interessata a Paolo, lo dissi a Simona che sembrò molto divertita e dopo averli ascoltati arrivò alla stessa conclusione. Li lasciammo soli andando a farci un giro con due moto ad acqua noleggiate sulla spiaggia, se la cavava bene e ci allontanammo dalla nostra spiaggia facendo un giro lungo la costa dell’isola. Quando tornammo Paolo e la tardona stavano allegramente facendo il bagno vicino a riva, sembravano aver preso parecchia confidenza, si stavano schizzando acqua uno con l’altra, quando ci vide ci raggiunse, Simona lo apostrofò subito con tono scherzoso:
- “Allora ti sei divertito con la tua nuova conquista?”;
- “Ma cosa stai dicendo? Abbiamo solo fatto quattro chiacchiere ed un bagno…”.
Intervenni chiedendo a Simona:
- “Sarai mica gelosa?”;
- “Gelosa io? Stai scherzando vero? Potrebbe essere mia madre quella, sono invece contenta che Paolo abbia trovato compagnia, così non ci rimarrà attaccato ai coglioni come una cozza, vai a farti il bagno con la tua amichetta scemo!”.
Paolo se ne andò mortificato, conoscevo Simona e mi sembrava che fosse gelosa a discapito delle sue parole, la stuzzicai nuovamente:
- “Sei gelosa, ammettilo…”;
- “Ma nemmeno per sogno, ti stai sbagliando di grosso, come potrei essere gelosa quando non mi frega niente di lui? Di te sono gelosissima ma di lui neanche per idea…”;
- “Non me la racconti giusta…”;
- “A dirla tutta sarei curiosa di vedere Paolo come se la cava con un’altra donna, tempo fa gli avevo proposto di pagare una puttana perché ero curiosa di vederlo scopare con lei, non ha mai voluto, magari la tardona si farebbe scopare volentieri, guarda come lo punta…”.
Effettivamente la tipa sembrava attratta da Paolo e pure lui non dava l’impressione che la disdegnasse più di tanto, avendo una moglie come Simona sarebbe stato incomprensibile che fosse attratto da una roba del genere, però la gente è strana…
A pranzo avevamo prenotato la taverna greca, caso vuole pure le tre comari erano sedute vicino a noi, Simona stuzzicò subito Paolo:
- “Hey Paolo, la tipa ti segue…”;
- “Ma figurati, è un caso, Clara non mi sembra il tipo di donna che ci prova con un uomo sposato.”;
- “Lei è single?”;
- “Vedova, suo marito è morto cinque anni fa.”;
- “Mi dispiace, allora sarà a caccia adesso e tu sei la sua preda, fidati ti vuole portare a letto…”;
- “Ma figurati, poi io non andrei mai a letto con una come lei, hai visto quanto è brutta?”;
- “Gallina vecchia fa buon brodo, mi piacerebbe vederti a letto con lei...”;
- “Sono solo fantasie le tue, sei la solita malpensante.”;
- “Sarà come dici te ma guarda come ti sorride e fa l’oca con le sue amiche, fidati di me...”;
- “Dai piantala, anche se fosse come dici a me non interessa.”;
- “A me si invece, voglio che te la porti a letto e voglio guardarti mentre la scopi.”;
- “Non mi chiedere una cosa del genere...”;
- “Che palle che sei, non sai proprio divertirti, fatti sta scopata, non vedi che è li che aspetta solo che la trombi, io vi guarderò, sono curiosissima...”.
Mi sembrava sincera, era eccitata nel vedere suo marito scopare con Clara, esattamente il suo opposto: vecchia, grassa e brutta, non avrei mai voluto essere nei panni di Paolo. Dopo pranzo andammo in camera, il pensiero l’aveva fatta eccitare parecchio, Paolo andò a farsi un sonnellino, noi invece ci dedicammo a tutt’altra attività; appena entrati si fiondò sul mio cazzo partendo con un pompino senza nemmeno darmi il tempo di chiudere la porta, lo prendeva in gola come una furia masturbandosi come una forsennata, intanto mi parlava:
- “Voglio il tuo cazzo dentro di me, lo voglio!!!”.
Dopo averla lasciata succhiare per un po’ la presi in braccio facendola sedere sul tavolo da pranzo in salotto, le feci distendere le gambe di lato lasciando il culo sporgere, mi inginocchiai leccandole i due buchi a lungo, ormai il ciclo era definitivamente finito, avevo voglia di leccare la sua fighettina umida e di gustarmi i suoi profumatissimi umori che colavano abbondanti, si apriva le chiappe facendoli dilatare entrambi, intanto mi parlava incitandomi a farla godere. La penetrai nella figa in quella posizione, si stimolava il clitoride e si accarezzava le tette mentre aumentavo sempre di più il ritmo tirandola con forza verso di me, era calda e rumorosissima, immagino che sotto di noi sentissero perfettamente cosa stesse succedendo. Dopo averla scopata a lungo nella figa passai al culo, era meraviglioso incularla in quella posizione, le spingevo verso il basso le gambe ed il suo peso rendeva più stretto il buco, sentivo l’attrito in maniera diversa dal solito ed anche lei apprezzava parecchio, ebbe un orgasmo mentre la stavo sbattendo con forza inaudita, saltò giù dal tavolo per prendere fiato, ne avevo bisogno anch’io, ci spostammo sul divano baciandoci ed accarezzandoci, era talmente eccitata che la pausa durò poco, volle subito ricominciare e mi saltò immediatamente addosso sedendosi sul cazzo e penetrandosi i suoi due magnifici buchetti, la tenevo per i fianchi, saltava letteralmente come una pazza, un po’ nella figa e molto più a lungo nel culo, era pazzesco quanto le piacesse dietro, una vera e propria passione per il sesso anale.
Ebbe il secondo orgasmo in brevissimo tempo, squirtò sul divano come una fontana bagnandomi tutto, per fortuna il divano era di pelle, asciugandolo non si sarebbe macchiato.
- “Scusa amore ti ho bagnato tutto…”;
- “Non c’è problema asciugami con la lingua…”.
Era quello che voleva sentirsi dire, leccò in ogni angolo per asciugarmi, la presi per i capelli facendola inginocchiare per leccare il divano ed il pavimento, non oppose la benché minima resistenza, era disposta a fare tutto quello che desideravo, come una marionetta nelle mie mani. Mentre leccava a terra entrò Paolo, evidentemente lo avevamo svegliato, restò immobile ad osservarla mentre con la mano accarezzava il cazzo sotto i pantaloncini corti che indossava, Simona lo guardò e disse:
- “Conservati per Clara, non voglio che tu faccia brutta figura e non ti si rizzi quando la scoperai, hai il divieto di masturbarti fino a quando non farai quello che ti ho detto…”;
- “Se non mi masturbo durerò ancora meno, ti prego lasciami fare…”;
- “Ti lascerò masturbare solo se mi prometti di portartela a letto…”;
- “Te lo prometto, ci proverò, adesso posso?”;
- “Non devi solo provarci, devi scopartela capito?”;
- “Tutto quello che vuoi, adesso posso?”;
- “Fammi vedere quanto duri ma occhio a non sporcare, devo già pulire il casino che abbiamo fatto qui…”.
Si tirò fuori il cazzetto e dopo tre colpetti sborrò in un fazzoletto di carta ansimando come un ossesso, Simona rise di gusto e disse:
- “Se durerai così poco ti prenderà per il culo anche Clara, che sfigato che sei, vai via che la tua vista mi disgusta!”.
Se ne andò in camera sua, dopo esserci fatti la doccia pulimmo tutto nel miglior modo possibile ed andammo in spiaggia, Paolo ci aveva preceduti ed era già con Clara, quando ci vide stavolta non ci raggiunse, limitandosi a salutarci in lontananza, sembrava che fossero entrati in confidenza, vederlo flirtare con quella tardona era disgustoso, però non dava l’impressione di avere difficoltà nel farlo.
La sera decidemmo di trascorrerla in un paesino vicino, dopo cena si unirono anche le tre tardone al nostro gruppo, un autobus navetta accompagnava gli ospiti del villaggio gratuitamente, il posto era molto caratteristico. Durante la visita Clara e Paolo si baciarono; Simona li vide appartarsi in una stradina buia e me lo fece notare, li seguimmo per spiarli, la donna era decisamente intraprendente e mise la mano sul cazzo di Paolo accarezzandoglielo, lui restò intimidito e si divincolò.
- “Guarda che pirla di uno, quella ha una gran voglia di cazzo e lui scappa, è proprio un povero segaiolo fallito, più tardi sentirai quante gliene dico!”.
Era divertente la situazione, quando si riunirono al gruppo Simona lanciò una serie di occhiatacce al marito, lui era visibilmente preoccupato, aveva già capito che avrebbe preso una cazziata appena fossero rimasti soli, Clara invece era decisamente partita all’attacco, cercava la mano di Paolo e spesso lo abbracciava, lui invece continuava a mantenere una certa distanza. Tornammo al villaggio verso mezzanotte, io e Simona ci congedammo dagli altri, era una splendida serata, andammo in spiaggia, la luna si rifletteva sul mare regalando uno spettacolo mozzafiato, ci sedemmo su un lettino, ci baciammo appassionatamente a lungo, non c’era nessuno, Simona mi tirò fuori il cazzo dai pantaloni cominciando a segarlo, poi lo prese in bocca succhiandolo in maniera divina, la invitai ad andare in camera ma voleva scopare sotto la luna, era anche eccitata dal fatto che qualcuno potesse vederci, la feci mettere a pecorina sul lettino cominciando a scoparla con forza, i suoi gemiti si facevano sempre più forti, le misi una mano sula bocca per cercare di limitare i danni ma ansimava e mi incitava come un ossesso, poco dopo gridò ad alta voce di incularla:
- “Scopami il culo Gianluca, fammi male!!!;
Proprio in quel momento sentimmo un rumore provenire dalla stradina, ci ricomponemmo alla bell'e meglio, fortunatamente non ci eravamo spogliati completamente, un gruppo di ragazzi erano venuti in spiaggia a fare il bagno di mezzanotte, non ci notarono nemmeno buttandosi in acqua, l’idea piacque molto anche a Simona.
- “Andiamo anche noi Gianluca…;
- “Ma non abbiamo nemmeno i costumi.";
- “E’ buio che cazzo te ne frega, spogliamoci dai!”.
Si tolse il vestito e corse verso l’acqua solo con l’intimo, feci altrettanto anch’io seguendola, i ragazzi non notarono che non indossavamo dei costumi e ci salutarono continuando a giocare.
Tornammo in camera dopo una mezz’oretta, la luce nella camera di Paolo era spenta, Simona aprì la porta ma non c’era nessuno.
- “Dove cazzo è andato quel coglione?;
- “Cosa te ne frega, vieni qui che riprendiamo da dove eravamo rimasti…”;
- “Hai ragione tesoro, volevo solo farlo assistere e tirargli il culo per prima…;
- “Te lo apro adesso il culo …;
- “Mmmm sei un porco!”.
Mentre ci stavamo avvicinando sentimmo ridere per le scale, spostò la tendina per vedere chi fosse, erano Clara e Paolo che stavano passando sul terrazzino per andare nell’altra camera, erano entrambi brilli, si vedeva da come barcollavano, si chiusero dentro, Simona era curiosissima al punto di rinunciare al sesso.
- “Ma lasciali stare, si divertiranno tra rottami, vieni qui…”;
- “Dai andiamo a vedere, abbiamo tempo dopo, sono curiosa…”.
Mi prese per mano, uscimmo dalla nostra camera per andare a sbirciare alla finestra, Clara era andata in bagno e Paolo in piedi in mezzo alla stanza, Simona bussò piano alla finestra per farlo avvicinare, imbarazzatissimo la aprì leggermente bisbigliando:
- “Cosa fate qui, c’è Clara in bagno…”;
- “Lascia la finestra aperta che voglio vedere coglione, te la scoperai vero?”;
- “Credo di si, l’idea è quella, però mi raccomando non fatevi sentire…”;
- “Dammi ascolto coglione, vedi di scoparla bene, voglio guardarti mentre la fai godere quella balena.”;
- “Non sarà come te ma è una bella persona, non chiamarla così…”;
- “Vaffanculo deficiente, ti sei per caso innamorato? Devi solo scoparla, sempre se riesci a trovare i buchi in mezzo a tutto quel lardo…”.
In quel momento Clara uscì dal bagno, una vista terribile: indossava un paio di mutandoni di pizzo trasparenti ed un body in coordinato, i rotoloni di grasso erano davvero disgustosi, si era tenuta le scarpe con il tacco, camminava sculettando verso Paolo guardandolo sorridente, mi rivolsi a Simona:
- “Dai andiamo via cazzo, non si può vedere una scena del genere…”;
- “No ti prego restiamo, sono troppo curiosa, secondo me farà cilecca…”.
Quando Clara fu di fronte a Paolo si baciarono senza dire una parola, limonarono a lungo mentre lui stringeva le sue enormi chiappone e lei gli accarezzava il cazzo da sopra i pantaloni, invitai nuovamente Simona a tornare nella nostra camera ma non voleva sentir ragione, in fin dei conti era una scena divertente, sbirciavamo entrambi dalla finestra aperta ridendo come matti. Ad un certo punto lui la invitò ad inginocchiarsi per fargli un pompino ma lei disse:
- “Andiamo a letto tesoro, faccio fatica ad inginocchiarmi…”.
Scoppiammo entrambi a ridere rischiando di farci sentire, la scena era troppo ridicola, lo prese per mano portandolo a letto, lo fece coricare, gli sfilò i pantaloni e le mutande, poi si mise in mezzo alle sue gambe a fatica, lo prese in mano, era moscio, lo prese in bocca succhiandolo e leccandolo ma senza ottenere risultati, continuava imperterrita e succhiarlo e segarlo, si girò verso di noi imbarazzatissimo, Simona si affacciò alla finestra facendogli segno di darsi una svegliata e sussurrando per farsi leggere il labiale:
- “Dai cazzo!!!”.
Il suo volto era imbarazzato, il cazzo non voleva saperne di rizzarsi, cosa alquanto comprensibile per chiunque visto chi aveva di fronte, difficile eccitarsi con una tardona del genere, sussurrai a Simona:
- “Dai andiamo via, magari la nostra presenza lo blocca, cambiamo finestra al massimo…”;
- “Buona idea, vieni…”.
Mi diede retta, fece segno a Paolo che ce ne saremmo andati, girammo intorno alla camera, piazzandoci davanti ad un’altra finestra sul lato opposto, anche quella permetteva di sbirciare agevolmente, non vedendoci più poco dopo finalmente Paolo ebbe l’erezione, il sorriso che si intravvedeva sul volto di Clara era evidente, la fece coricare e la cavalcò mettendosi a “69” con lei sotto, giustamente aggiungerei visto il peso della tardona, noi avevamo la testa di lui dalla nostra parte e notammo come cercava di leccarle la figa facendosi strada nel lardo, una scena ancora più raccapricciante di prima; apriva le cosce con le mani per riuscire a leccarle la figa pelosissima, sembrava un film dell’orrore ma Simona era intenzionata a non perdersene un solo secondo, dopo qualche minuto lui le montò sopra facendosi fare una spagnola, aveva due tette enormi, il cazzo gli era rimasto bello teso, probabilmente gli piaceva la tipa. Clara segava con le tette il cazzo di Paolo prendendoselo in bocca con foga, lui la incitava a non fermarsi, Simona aveva gli occhi spalancati e rideva come una pazza, ad un certo punto la penetrò cominciando a pomparla con estrema violenza, Clara lo incitava a non fermarsi, durò pochissimo, si alzò sborrandole sulla pancia e le tette, lei sorridendo disse:
- “Sbaglio oppure era da parecchio che non scopavi?”;
- “Si scusa ma con mia moglie lo facciamo davvero raramente.”;
- “Poverino, prendi fiato un attimo perché ne voglio ancora…”.
Si pulì con un fazzolettino di carta che gli passò Paolo e si baciarono nuovamente a lungo, lo segava, ansiosa di prenderlo ancora, con nostra massima sorpresa gli tornò duro in fretta, la donna lo ribaltò letteralmente sul letto montandogli sopra con decisione penetrandosi nuovamente e cominciando a saltare come una pazza sul poveraccio, Simona strizzò gli occhi e mi sussurrò:
- “Adesso lo rompe in due!!!”.
Paolo invece sembrava apprezzare parecchio la cosa, teneva Clara per i fianchi accompagnando i suoi movimenti, ansimavano entrambi ad un volume molto alto finché lei ebbe l’orgasmo.
- “Godo Paolo, godo sììì!!!”.
Si fermò coricandosi su di lui, praticamente era inglobato in lei, sussurrò:
- “Devo venire anch’io alzati…”;
- “Vienimi dentro ti prego, intanto prendo la pillola, dai vieni…”.
Ricominciò a montarlo finché le venne dentro, Clara apprezzò molto la cosa fermandosi e baciandolo con molta passione, poi si tolse e glielo prese in bocca per ripulirglielo, in quel momento ci vide e Simona applaudì divertita.
Paolo prese la testa di Clara infilandoglielo in gola con forza, era galvanizzato, sussurrò:
- “Piano tesoro, così mi strozzi…”;
- “Scusa, mi sono fatto prendere la mano.”;
- “Tranquillo, ora vado a farmi una doccia però, vieni anche te?”.
Andarono in bagno mano nella mano sparendo dalla nostra vista.
- “Ne hai avuto abbastanza Simona? Dai andiamo in camera…”.
Finalmente era soddisfatta e tornammo nella nostra stanza, sembrava pensierosa e chiesi:
- “Hey, tutto ok?”;
- “Si certo, sai che vederlo scopare con Clara mi è piaciuto un casino, sono eccitatissima, continuiamo da dove ci eravamo fermati prima?”;
- “Io invece sono disgustato, mi sa che non mi verrà nemmeno duro…”;
- “Si come no, vieni qui…”.
Mi spinse con forza contro la parete inginocchiandosi di fronte a me, il cazzo mi scoppiò nelle mutande all’istante, quando mi sfilò i pantaloni notò subito quanto fosse duro, sorrise e poi disse:
- “Hai ragione è molle…”.
Si alzò, si spogliò completamente in un attimo, si girò mettendosi a novanta gradi aprendosi le chiappe con le mani, sapeva che quando faceva così perdevo completamente il controllo, il suo buco del culo si dilatò e spingendo con la pancia si apriva ancora di più, era una calamita per il cazzo, sorridendo disse:
- “Secondo me non riesci a scoparmi il culo con quel cazzo così moscio…”;
Senza dire una parola la inculai con tutta la violenza che potevo.
- “Ohhhhhh sììì cazzo, mi spacchi il culo così, sììì!!!”.
Cominciai ad incularla mentre si teneva le chiappe aperte, mi incitava a gran voce, ero convito che lo facesse apposta per farsi sentire da Paolo e Clara.
- “Mi stai facendo un male bestia Gianluca, spaccami il culo sììì così!!!”.
L’inculata violenta le piaceva, intanto la schiaffeggiavo con forza, ci spostammo sul letto, si mise a pecorina con le mani attaccate alla testata del letto, quella parete dava nella camera di Paolo, voleva farsi sentire quindi a gran voce mi disse:
- “Fammi vedere quanto sei capace di scoparmi forte dai!!!”.
Ripresi a scoparla con estrema forza, la testata del letto sbatteva contro la parete, voleva farsi sentire e non avevo intenzione di deluderla, alternai culo e figa per parecchio tempo, l’interruzione di prima mi aveva bloccato e non avevo necessità di fare una sosta, ebbe l’orgasmo ed accentuò in maniera particolarmente elevata la sua soddisfazione:
- “Ohhhhhh sììì cazzo vengo, mi scopi troppo bene Gianluca, dove trovi tutta questa forza? Scopami anche la bocca adesso e fammela bere tutta!!!”.
Si buttò sul letto a pancia in su, mi piazzai con il cazzo nella sua bocca scopandogliela letteralmente con molta forza, glielo infilavo tutto in gola mentre continuava ad incitarmi nonostante non la lasciassi praticamente respirare, considerato che voleva dare spettacolo le chiesi ad alta voce:
- “Dimmi che vuoi bere tutta la mia sborra troia!!!”.
- “Sììì dammela da bere tutta, sono la tua troia dissetami!!!”.
Quando sborrai lo feci in maniera molto abbondante, riempendole la bocca di sperma, accentuai insultandola:
- “Eccola troia bevi e non sprecarne nemmeno una goccia!!!”.
Ingoiò avidamente tutto e mentre lo succhiava continuava a farmi i complimenti per quanto l’avevo fatta godere e quanto fosse bello scopare con me.
Dopo esserci baciati andammo a farci la doccia.
- “Quei due non hanno fatto del vero sesso, noi siamo stati favolosi invece.”;
- “Sei soddisfatta per lo spettacolo?”;
- “Sono soddisfatta per quanto mi hai fatto godere, per il resto grazie per avermi dato corda, dici che hanno sentito?”;
- “Mi stupirebbe il contrario, abbiamo urlato tutto il tempo...”;
- “Domani glielo chiederò di persona.”.
Tornammo a letto addormentandoci in fretta.
Continua…