Capitolo 32
Carla ci svegliò involontariamente quando entrò in casa per fare le pulizie, eravamo ancora a letto assonnati e stanchi per la serata precedente, Simona mi baciò augurandomi il buongiorno per poi andare in cucina a preparare un caffè, quando mi trascinai per il corridoio Carla mi salutò e sorridendo disse:
- “Serata dura ieri eh…”;
- “Non ne hai idea…”.
Rise di gusto, sospirò e con un tono di voce che rifletteva invidia aggiunse:
- “Immagino, beati voi ragazzi, cosa vi devo dire?”.
Ricordai a Simona che quella sera saremmo dovuti andare a cena dai miei genitori, ci avevano invitati per darci il loro saluto prima della nostra partenza per le ferie, era entusiasta di essere loro ospite e naturalmente si era giù presa un vestito nuovo per l’occasione. Passammo la mattinata a preparare le valigie per poi pranzare verso le 13,00 quando se ne andò Carla, mentre sciacquava i piatti da mettere in lavastoviglie mi venne voglia, la presi da dietro puntandole il cazzo duro tra le chiappe, mi baciò ma disse che aveva bisogno di un po’ di riposo perché la sera prima le avevo “ridotto a brandelli il culetto”, testuali parole, ciò non toglie che un digestivo lo avrebbe preso volentieri, senza perdersi in chiacchiere si inginocchiò cominciando a farmi uno dei suoi memorabili pompini. Nel frattempo suonò il cellulare, era mia madre, le risposi mentre Simona continuava a succhiarmelo, voleva accordarsi per la cena, chiese di lei ma le dissi che era in bagno, invece era sorridente e molto divertita per la mia difficoltà a parlare in maniera comprensibile. Ci spostammo in sala, mi sedetti sul divano mentre inginocchiata mi regalava un piacere infinito, quando sborrai le ricoprii il viso di sperma che ingoiò avidamente fino all’ultima goccia, non ne avevo mai basta di lei.
Nel pomeriggio andammo a farci un giro in moto, vagando senza meta tra le colline vicino a casa, era bello passare il tempo con lei, il suo periodo di dolcezza stava continuando senza accennare a diminuire; era divertente, intelligente e molto sensuale, non ci si annoiava sicuramente.
Tornammo a casa nel tardo pomeriggio e ci preparammo per la cena, indossò il nuovo vestitino e prima di uscire sfilò davanti a me mentre la aspettavo in salone; era di colore nero, cortissimo e molto aderente, non indossava il reggiseno ed una generosa scollatura arrivava a mostrare i seni in maniera abbastanza evidente, calze a rete a maglia fine ed un paio di scarpe dello stesso colore con un tacco vertiginoso, mi chiese un parere e le dissi che era incantevole, mio padre avrebbe apprezzato e commentato in maniera entusiasta per quanto fosse bella, poi cambiò idea e si mise il reggiseno, si sentiva imbarazzata e non voleva passare per una zoccola, effettivamente quella scollatura era molto profonda.
Quando arrivammo a casa dei miei genitori mio padre la accolse calorosamente stringendola e commentando entusiasta:
- “Benvenuta Simona, sei uno spettacolo, quando ti invidio Gianluca…”.
Mia madre lo riprese dicendo che doveva darsi una calmata, la serata trascorse in allegria, avevano preparato un sacco di cibo ed alla fine pensavo di scoppiare per quanto avessi mangiato, Simona invece come al solito mangiò pochissimo.
Dopo cena ci trasferimmo in sala per bere il caffè, Simona e mia madre erano in sintonia tra di loro e quando due donne vanno d’accordo grossi problemi non ce ne sono mai.
Ci congedammo da loro verso le 23,30 per continuare la serata al bar, volevo salutare tutti prima delle ferie, speravo di non incontrare Roberta, invece appena entrati la notai al bancone che parlava con Peppe, quando vide Simona sgranò gli occhi ma aspettò per salutarci, ero imbarazzatissimo temendo il peggio, le presentai e loro si sorrisero senza dare in escandescenze, ci raggiunsero anche Marco e Sabrina e tutti insieme andammo a sederci ad un tavolo, avevo paura di lasciarle sole ma ad un certo punto andarono in bagno tutte insieme, ero terrorizzato, chissà se si sarebbero parlate. Quando tornarono sembrava essere tutto ok, notai solo una leggera tensione negli occhi di Roberta che restò quasi tutto il resto della serata in silenzio.
Uscimmo dal bar verso le due, in macchina Simona mi raccontò cos’era successo in bagno:
- “Mi ha preso da parte e mi ha chiesto se sapevo che lei era la tua ex“;
- “E tu cosa le hai detto?”;
- “Che mi avevi raccontato poco di voi due, sapevo solo che vi eravate lasciati da poco…”;
- “Come l’ha presa secondo te? Temevo che vi prendeste per i capelli.”;
- “Mi ha solo chiesto se ti amavo davvero, le ho risposto di si, mi ha augurato di avere più fortuna di lei e di non commettere l’errore che ha fatto, ti ama ancora moltissimo perché si è commossa…”;
- “E tu cosa le hai risposto?”;
- “Che speravo di essere più fortunata di lei, cosa che penso davvero in fin dei conti, comunque in fondo mi dispiace, mi sembra una brava ragazza, non voglio intromettermi tra voi ma secondo me devi decidere una volta per tutte se vuoi tornarci insieme oppure no, è troppo innamorata di te per riuscire a farsi bastare il ruolo di amante…”;
- “Ma ho già deciso che non tornerò mai insieme a lei, a meno che tu voglia liberarti di me…”;
- “Stai scherzando vero? Non ho la minima intenzione di lasciarti e sapessi quanta fatica faccio a digerire le tue scappatele con lei…”;
- “Le mie non sono scappatelle, non si confidano alla propria ragazza, tu eri a conoscenza del nostro incontro, poi è stata una sola volta…”;
- “E’ vero, non sono nelle condizioni di fare la gelosa, infatti lo accetto, a fatica ma lo accetto.”;
- “Se le cose stanno così farò in modo che non succeda mai più allora, sei tu quella che mi interessa.”;
- “Lo apprezzerei molto, non me lo devi ma se la eviterai saprò dimostrarti la mia gratitudine…”.
Arrivammo a casa ed appena entrati mi saltò al collo baciandomi con passione sulla porta.
- “Sono una stupida a volerti tutto per me vero?”;
- “Perché dovresti essere una stupida scusa?”;
- “Perché una troia come me non dovrebbe pretendere che il suo amante le sia fedele…”;
- “Non sei una troia…”;
- “Non è vero, sono una sporca troia e lo sai…”;
- “Le troie vanno con tutti, tu solo con me…”;
- “Io sono una donna sposata e tu non sei mio marito, se non vuol dire essere troia scoparsi un altro uomo come mi definiresti? Non mi faccio nemmeno più scopare da mio marito, solo da te, sono una troia…”;
- “Appunto, solo da me, ti fai scopare da me solo perché tuo marito è uno sfigato, poi non voglio che dici che sono il tuo amante, voglio essere il tuo uomo non un semplice amante.”;
- “Hai ragione scusa, però sono una troia, voglio che mi chiami così stasera e tutte le volte che vorrai, non mi offendo, anzi mi eccita sentirmi chiamare così da te…”;
- “Allora spogliati e fatti vedere quanto sei bella, troia!”.
Sorrise accompagnandomi in camera, mi fece coricare sul letto dopo avermi tolto le scarpe, si spogliò lentamente, si tolse il reggiseno ed il perizoma restando solamente con le scarpe, le feci segno di tenerle.
- “Sei uno spettacolo cazzo, fammi vedere dove vuoi il cazzo, troia!”.
Sorrise divertita, si girò con il culo verso di me, si piegò a novanta gradi, aprì con le mani le chiappe, girò la testa verso di me e disse:
- “Ho le mie cose, lo voglio nel culo mio signore!”;
- “Lo vuoi sempre nel culo, anche quando non hai il ciclo…”;
- “E’ vero, mi piace tanto nel culo, me lo scoperai stasera?”;
- “Dipende, se me lo chiederai per piacere troia!”;
- “Sono una troia è vero, alle troie piace prenderlo nel culo e bere la sborra, ti prego inculami come piace a me mio signore…”;
- “Mi hai convinto, adesso vieni qui e baciami!”.
Gattonando sul letto si coricò su di me baciandomi con passione, la feci abbassare per farmelo succhiare, si attaccò con voracità, poco dopo la invitai a sedersi con il culo sul mio cazzo, lo fece dandomi la schiena e penetrandosi in profondità, la inculai a lungo in quella posizione, poi la presi per le gambe sollevandogliele ed aggrappandomi tirandola verso di me con molta violenza, quella che in gergo pornografico si chiama Nelson, posizione che lei stessa mi aveva insegnato, continuai in quella posizione mentre mi incitava in continuazione a non fermarmi, lo feci a lungo, alternando varie posizioni finché fu il momento di venirle copiosamente sul viso, la schizzai ovunque sporcandole parecchio i capelli, vederla ripulirsi il viso usando il mio cazzo era uno spettacolo.
- “Sei proprio una troia Simona…”;
- “E’ vero, sono una troia a cui piace tanto il tuo sperma, vieni con me…”.
Entrammo in doccia, ne aveva bisogno visto come l’avevo ridotta, pure io perché ero sudatissimo, si inginocchiò succhiandomelo nuovamente, avevo bisogno di pisciare, la classica pisciata dopo aver sborrato, si spostò leggermente di lato, mi guardò e disse:
- “Falla pure…”;
Cominciai una lunga pisciata, quasi intimidita la guardò spostando il suo sguardo verso di me, ad un certo punto allungò una mano bagnandosela con la mia urina, la leccò e se la spalmò in faccia, timidamente aprì la bocca, tirando fuori la lingua per poi metterla sotto il getto caldo, la guardai perplesso senza dire nulla, quando smisi prese il cazzo in bocca ingoiando le ultime gocce.
- “Era da un po’ che volevo farlo ma non avevo mai avuto il coraggio…”;
- “Piaciuta?”;
- “Ad essere sincera non particolarmente però voglio assaporare tutto di te…”;
- “Fai pure quello che desideri…”;
- “A te eccita la cosa?”;
- “Non particolarmente ad essere sincero, però mi piace sapere che vuoi sperimentare sempre cose nuove e che non escludi nulla…”;
- “Non lo avevo mai fatto prima d’ora ma con te mi sento pronta per qualsiasi cosa, l’importante è darti piacere, sono disposta a tutto per te Gianluca…”;
- “Questo mi fa molto piacere…”;
- “Qualsiasi cosa intesi?”.
Riprese a succhiarlo sorridendo soddisfatta, il suo insistere sul fatto di essere disposta a tutto per me mi fece temere qualche sua richiesta esagerata, ero un po’ preoccupato ma avrei valutato le eventuali proposte tempo ed ora, quello a cui voleva arrivare però era prossimo a palesarsi, perlomeno quella era l'impressione che avevo. Dopo aver terminato la doccia tornammo a letto, stretti stretti con il suo corpo nudo sempre attaccato al mio, aveva la testa appoggiata sul mio petto e mi accarezzava pancia e gambe, ad un tratto sollevò la testa e disse:
- “Posso farti una domanda?”;
- “Dimmi…”;
- “Hai valutato quella proposta che ti avevo fatto tempo fa?”;
- “Me ne hai fatte tante di proposte, a quale ti riferisci?”;
- “Voglio un figlio da te Gianluca…”;
- “Wow, argomento delicato questo…”;
- “Non voglio forzarti ma ci terrei moltissimo, anche Paolo ci tiene che sia te a farmi questo enorme regalo, come ben sai non può avere figli…”;
- “Me lo avevi detto, non so Simona è una cosa grossa quella che vuoi, non credo di sentirmela…”;
- “Non voglio nemmeno che ti offendi ma sapremmo essere molto generosi e quando dico molto intendo davvero moltissimo, non so se mi sono spiegata?”;
- “Ti sei spiegata benissimo ma non me la sento proprio.”;
- “Vabbè dai, ci tenevo che fossi te a farmi questo regalo, saresti anche potuto essergli vicino, non come padre naturalmente, ma il tuo ruolo sarebbe di primissimo piano nella sua vita…”;
- “Non me la sento proprio Simona.”;
- “Ok, ok non tornerò più sull’argomento allora, ricordati però che se cambiassi idea mi renderesti la donna più felice al mondo, perlomeno ancora di più di come mi sento adesso stando con te.”.
Si addormentò tra le mie braccia, io invece tornai a riflettere sulla sua proposta; mettere al mondo un figlio è una cosa seria, farlo in quelle condizioni non era l’ideale, anche se avrei dovuto rinunciare sicuramente ad un bel gruzzolo non potevo abbassarmi a tanto, sarebbe stato davvero troppo, non avrei mai accettato, poteva anche incazzarsi e troncare il rapporto, non me ne fregava niente.
La mattina successiva ci svegliammo entrambi tardi, erano le 11 quando il cellulare di Simona squillò svegliandoci all’improvviso, era Paolo che avvisava del suo arrivo nel primo pomeriggio, era riuscito a liberarsi prima. Mi baciò teneramente.
- “Buongiorno amore mio, scusami per ieri sera ma ero così felice che le parole mi sono uscite spontanee, non volevo metterti in imbarazzo, accetto il tuo pensiero, non ti scoccerò più promesso! Non ti sei arrabbiato vero?”;
- “Tranquilla, spero che non crei problemi a te la cosa.”;
- “Il mio è un sogno, prima o poi lo realizzerò, è solo che in questo momento non vorrei che nessun altro sia il padre di mio figlio al di fuori di te, vorrà dire che percorreremo altre strade...”;
- “Ci mancherebbe, siete liberi di fare quello che riterrete opportuno, lasciatemi solo fuori.”;
- “Discorso chiuso, ti ho già detto che ti amo oggi?”.
Corse in cucina a preparare la colazione, essendo tardi ci limitammo ad un caffè, avevamo deciso di andare in piscina nel pomeriggio, Paolo ci avrebbe aspettato a casa oppure ci avrebbe raggiunto se arrivava ad un orario decente. Arrivammo sul posto verso le 12,30, c’erano anche Marco e Sabrina, le donne si appartarono sotto il sole, immerse nei loro conciliaboli, mentre io e Marco andammo a farci il bagno, gli raccontai della loro proposta ed anche lui disse che la mia scelta era giusta, però mi suggerì di capitalizzare al massimo finché la storia durava, sembrava quasi il mio manager, scherzammo un po’ sulla questione. In effetti per come la situazione stava evolvendo mi sarei dovuto aspettare che prima o poi tutto finisse, tanto valeva godermela il più possibile e ricavarne qualcosa per il futuro, non mi andava di fare la puttana però nemmeno restare a bocca asciutta, dovevo sfruttarli meglio, mi sarei dato da fare in tal senso.
Il pomeriggio trascorse in fretta, Paolo arrivò in città verso le 16,00 ma decise di aspettarci a casa, ne avrebbe approfittato per riposarsi un po’. Quando arrivammo a casa erano le 18,30 circa, era in salone al telefono con un suo collaboratore e lo stava riprendendo in maniera molto aggressiva; restai sorpreso dal suo modo di fare così autoritario, lo conoscevo come un ometto sottomesso e remissivo, sentirlo così agguerrito mi stupì moltissimo, sapevo che nel suo lavoro ci sapeva fare ma non lo credevo capace di certi atteggiamenti. Simona spiegò che sul lavoro era fatto così, gestiva da solo un’attività che fatturava moltissimo e nel suo campo era tra i migliori in assoluto, quando finì di parlare al telefono ci raggiunse in camera da letto abbracciando e baciando la moglie:
-“Scusate se non vi ho salutato prima ma mi hanno fatto incazzare come una bestia, ho lasciato l’ufficio da poche ore e già sono in crisi, come cazzo faccio a lasciarli da soli quindici giorni? Ciao Gianluca, scusa anche a te, tutto bene spero.”;
- “Tutto bene grazie, certo che su lavoro sei un’altra persona tu...”;
- “Si sul lavoro non mi posso permettere di essere debole, la mia indole è quella che tu conosci nella vita privata però se non mi comportassi così sarei già fallito.”;
- “Prima o poi mi dovrai spiegare di cosa ti occupi di preciso, sono curioso...”;
- “Quando vuoi, poi io sono sempre alla ricerca di validi collaboratori, in quanto a palle tu saresti perfetto per il mio lavoro, per il resto sei un ragazzo sveglio, secondo me saresti tagliato, avremo modo di parlarne in ferie se ti va.”;
- “Nessun problema, sono qua.”.
Simona ci interruppe:
- “Non voglio essere trascurata da voi due, in mia presenza non voglio sentir parlare di lavoro ok?”.
Io ero invece interessato, il lavoro che avevo non era proprio il massimo e da tempo ero alla ricerca di uno nuovo, le risposi seccato:
- “Non ti preoccupare non sarai trascurata, tu non hai problemi nel cercarti un lavoro, io invece non ho nessuno che mi mantiene e devo invece preoccuparmene, se non vuoi ascoltarci vai a farti la doccia così non ci sentirai!”;
- “Hai ragione scusa, vado a farmi la doccia, ti aspetto dentro oppure la fai dopo?”;
- “Me la faccio dopo vai pure.”.
Mi diede un bacio andandosene a testa bassa, Paolo mi guardò e disse:
- “E’ proprio totalmente sottomessa a te Gianluca, ti ammiro sai?”;
- “Grazie, è da qualche giorno che è particolarmente dolce e sottomessa effettivamente...”;
- “Tutto merito tuo, mi ha raccontato del ritorno di fiamma con Roberta, era parecchio triste quando l’ho sentita...”;
- “Adesso è tutto chiarito...”;
- “Ti posso chiedere un piacere?”;
- “Se posso...”;
- “Più tardi quando la scoperai voglio che la umili in più possibile, lo farai per me?”;
- “Ultimamente è parecchio predisposta a farsi umiliare, ti ha raccontato di ieri sera?”;
- “Non mi ha detto niente, fallo tu ti prego...”.
Gli raccontai velocemente l’accaduto, era ancora sotto la doccia e non ci poteva sentire, quando gli dissi che si era fatta quasi pisciare in bocca sgranò gli occhi e disse:
- “Non lo aveva mai fatto, non credevo che arrivasse a tanto, ti prego stasera faglielo rifare, devo assolutamente vederla…”;
- “Vediamo dai, ma torniamo al discorso del lavoro…”.
Parlammo ancora un po’ del suo lavoro, aveva a che fare parecchio con imprese dalle mie parti, promise di interessarsi per un eventuale mio inserimento nel suo ambito, senza entrare troppo nei particolari la cosa mi interessava parecchio. Simona ci raggiunse dopo essersi sistemata, andai a farmi la doccia anch’io dopodiché cenammo in salone, aveva preparato una buona cenetta, era servizievole e ci lasciava parlare senza interrompere. Mentre era in cucina a sistemare i piatti Paolo tornò a chiedermi di umiliarla il più possibile, voleva vederla trattata come lui non era mai riuscito a fare, inoltre era eccitatissimo dall’idea di vederla farsi pisciare in faccia, continuava ad insistere su questa cosa. A forza di sentirmelo chiedere da suo marito mi venne una gran voglia di usarla nel vero senso della parola, non che fino ad allora mi fossi limitato, però è strano che un uomo desideri che qualcun altro riduca ad una cagna la propria moglie, è difficile spiegare cosa vuol dire se non ci si trova dentro, fatto sta che a forza di insistere mi venne davvero una gran voglia di farle fare di tutto.
Quando tornò in salone le dissi:
- “Simona, tuo marito vuole vederci scopare...”.
Paolo arrossì vistosamente, non si aspettava che le rivelassi che ne avevamo parlato in sua assenza.
- “Vai di la e mettiti qualcosa di carino, ti va?”;
- “Certo che mi va, che domande...” .
Poi girandosi verso il marito con tono di disprezzo gli disse:
- “Chissà quante seghe ti farai in questi quindici giorni, pensa che ho le mie cose e mi può solo inculare, a meno che non voglia ripetere quello che abbiamo fatto l’altra sera in bagno…”.
Paolo appena si allontanò mi chiese a cosa si riferisse, quando glielo raccontai cominciò a sudare come un cammello pregandomi di rifarlo.
- “Ne hai di pretese stasera...”;
- “Scusa ma non mi aveva detto nulla, di solito mi racconta tutto e sono un po’ di giorni che non la vedo, dai Gianluca...”.
Non gli risposi, mi divertiva vedere quell’ometto in tensione pregarmi di fare le porcate più assurde con sua moglie, mi sembrava sempre di più di vivere la vita di un altro, non sapevo fino a quando fosse durata questa folle avventura, però cominciavo ad assaporarla come se fossi in un parco divertimenti, ero sempre meno coinvolto sentimentalmente, non mi sembrava ancora vero che stesse accadendo tutto ciò, poteva essere una bella trama per un film porno, uno di quelli che prevedono anche una storia però.
Dopo pochi minuti apparve Simona come un miraggio, era di una bellezza mozzafiato; indossava un completino nero, reggiseno di pizzo a balconcino che alzava in maniera sensualissima il suo meraviglioso seno, calze autoreggenti velate nere con i bordi di pizzo, sostenute da un reggicalze molto elaborato ed un micro perizoma che disegnava il suo straordinario culo, un paio di scarpe anch'esse nere con tacco altissimo la slanciavano rendendola assolutamente abbagliante, sinceramente quella donna era la più bella che avessi mai visto, il suo sguardo magnetico stregò entrambi, sorrideva camminando verso di noi ondeggiando i fianchi come una pantera pronta ad aggredire. Si fermò davanti al tavolo del salone, appoggiò le mani e cominciò ad ondeggiare il culo in maniera provocatoria, la guardai ammirato e sorridendole dissi:
- “Tuo marito è un coglione, ha una donna così e non la scopa lasciandola nelle grinfie di un altro, come lo definiresti?”;
- “Lo definirei uno sfigato segaiolo, pure impotente ultimamente...”.
Gli si avvicinò sculettando come una battona da strada, si fermò davanti a lui ed abbassandosi gli stampò un bacio sulla fronte tenendogli il viso tra le mani, poi prese il cazzo tra le mani stringendoglielo forte e con tono di disprezzo disse:
- “Come cazzo fai ad avercelo ancora moscio? Quello di Gianluca sarà già duro come il marmo, avrà le vene belle in vista sull’asta come un vero cazzo dominante, starai mica diventando un ricchione?”.
Paolo sudava copiosamente e deglutiva nervosamente, il viso era teso per il dolore che gli provocava la stretta della moglie agli attributi.
- “Rispondi, stai diventando ricchione per caso?”;
- “No Simona, è solo che non mi sento in grado di scoparti come lui, lo sai...”;
- “Quando lo vedrai scoparmi ti diventerà duro?”;
- “Oh si, durissimo...”;
- “Hai il divieto di tirarlo fuori stasera capito? Se ti vedo il cazzetto mi passa l’eccitazione, sborrati nelle mutande segaiolo!”.
Detto ciò si alzò venendomi incontro, aveva lo sguardo aggressivo, appena fu vicina a me la guardai e con tono deciso dissi:
- “Adesso avrai a che fare con me, occhio a come ti comporti, non sono tuo marito capito?”;
- “Lo so Gianluca, so benissimo con chi ho a che fare...”.
Mi alzai in piedi e le ordinai di inginocchiarsi davanti a me, abbassò lo sguardo e senza fiatare obbedì, restando ferma e guardandomi dal basso verso l’alto con aria sottomessa, presi la sua testa e le feci appoggiare la bocca sul mio cazzo duro, ero in mutande come al solito, aprì la bocca e lo leccò, sorrise e rivolta al marito disse:
- “Come immaginavo è duro come il marmo questo gran cazzo...posso prenderlo in bocca tesoro?”.
Le feci un cenno con la testa, mi sfilò gli slip e si piazzò con la faccia sotto alle mie palle cominciando a leccarmi il buco del culo, la sua calda lingua lo bagnava spingendo leggermente con la punta, guardando negli occhi il marito presi la testa di sua moglie spingendola con forza verso di me, respirava a fatica e la sentivo ansimare. Poco dopo, prendendola per i capelli, la sollevai leggermente facendole prendere in bocca il cazzo tutto in fondo fino alle palle tenendola giù, con le dita le chiusi le narici per impedirle di respirare, le mancava il fiato ed apriva la bocca sempre di più per cercare di respirare, dai lati cominciò a colare saliva e dagli occhi le prime lacrime, le feci prendere fiato facendolo uscire, fili di saliva collegavano il mio membro e la sua bocca, prese aria e subito dopo rifeci la stessa cosa, il mio cazzo era ricoperto dalla saliva che si confondeva con il rossetto che ormai era sbavato ovunque, il viso era provato ma lasciava trasparire una grande eccitazione nel farsi usare in quel modo.
- “Dillo a tuo marito quanto ti piace farti usare in questo modo...”;
- “Oh si, mi piace tantissimo Paolo...”;
- “Lo vuoi nel culo adesso?”;
- “Oh si, inculami ti prego, fammi male...”.
La sollevai facendola coricare sul divano con la pancia in alto e la testa appoggiata sul bracciolo, mi piazzai in piedi e le infilai il cazzo in gola, alzai un piede appoggiandolo a fianco la sua testa cominciando a scoparle letteralmente la bocca, la teneva aperta quel tanto che bastava per permettermi il movimento, le sue labbra sembravano una figa e lo abbracciavano, la pompavo forte, nonostante ciò riusciva a non toccarmelo con i denti. Poco dopo la feci girare a carponi sul divano facendole succhiare nuovamente il cazzo, il suo meraviglioso culo aspettava solo di essere scopato, guardai Paolo e gli ordinai di togliere il perizoma alla moglie, si piazzò sul divano sfilandoglielo lentamente, lo annusò e se lo infilò timidamente nelle mutande, guardava il suo culo e deglutiva eccitato, lei si cominciò a sgrillettare il clitoride, volevo dare un po’ di soddisfazione anche a lui quindi dissi:
- “Da quanto tempo è che non lecchi la figa ed il culo a tua moglie Paolo?”;
- “Da tantissimo tempo...”;
- “Prepara il suo buco del culo alla penetrazione dai...”;
- “Oh Grazie!”.
Cominciò a leccarle il buco del culo con estrema passione, lei sorrideva con il mio cazzo in bocca cominciando ad apprezzare il lavoro di lingua del marito.
- “Leccale anche la figa, non vedi che si sta eccitando?”;
- “Ma ha il ciclo...”;
- “Avrai mica schifo di tua moglie? Poi ha l’assorbente interno, muoviti lecca!”.
Senza obiettare ulteriormente cominciò a leccargliela, quell’ometto schifoso era così eccitato che non si limitava e passare la lingua sulle labbra come immaginavo avesse fatto, infilava la lingua dentro leccando l’assorbente, Simona spalancò gli occhi e disse:
- “Cazzo mi stai leccando anche dentro Paolo...”.
Lui non le rispose nemmeno continuando il suo lavoro finché non esclamò:
- “Oh cazzo...”.
Cominciò a stringere nervosamente le gambe quasi saltando sul divano, lo guardai e chiesi:
- “Ti sei sborrato nelle mutande scemo?”;
- “Si...”;
- “Stai messo male amico...”;
- “Scusate...”;
- “Ti farai la doccia dopo scemo, adesso mettiti buono e guarda!”.
Tornò a sedersi sulla poltrona, rosso in faccia come un peperone, era sudato e la camicia che indossava ormai fradicia, feci mettere a carponi Simona a terra con il viso verso di lui e la inculai violentemente:
- “Oooooh siììì, cazzo che male!!!”.
La scopavo forte, i suoi lamenti erano subito seguiti da richieste di non fermarmi, guardava il marito insultandolo in continuazione, invece di offendersi l’ometto era visibilmente eccitato, continuava a toccarsi il cazzo da sopra i pantaloni dicendole che la amava da impazzire. Raggiunse l’orgasmo tra una serie di insulti al marito e di complimenti a me, Paolo sembrava in estasi vedendola godere in quel modo, ci baciammo a lungo seduti sul divano, me lo riprese in bocca cominciando a succhiarlo e segarlo velocemente, chiedendomi di darle da bere il mio sperma, ma non ero ancora pronto, la presi in braccio portandola in bagno, invitai Paolo a seguirci, si mise seduto sulla tazza del water, appena entrai nella vasca lei sorrise dicendomi che mi amava da impazzire, aveva capito che volevo nuovamente scoparle la figa nonostante fosse mestruata, prima di entrarci anche si sfilò l’assorbente interno, era poco sporco ormai, lo fece dondolare davanti al viso del marito facendoglielo cadere sulle ginocchia, lui lo prese, lo annusò e lo infilò tra le mutande eccitatissimo, Simona si accomodò sul mio cazzo penetrandosi la figa, cominciò a cavalcarmi con estrema frenesia continuando ad imprecare nei confronti del marito. Dopo averla scopata in quella posizione a lungo la feci alzare facendola mettere con un piede appoggiato sul bordo della vasca ed il viso rivolto verso Paolo, ripresi a scoparla riempiendola poco dopo di sperma, ebbe un nuovo orgasmo.
- “Oooooh siììì, Gianluca ti amo!!!”.
Paolo era stravolto, sembrava avesse appena finito lui di scoparla.
- “Siete stati strepitosi, grazie!”.
Simona baciandomi rise del marito invitandomi a fare la doccia, Paolo mi fece un cenno d’intesa, voleva ricordarmi la richiesta che aveva fatto prima, avevo intenzione di soddisfarlo quella sera, per poi tornare alla carica sul discorso del lavoro. Entrammo in doccia, chiesi a Simona di lavarmi, lo fece volentieri, quando arrivò al cazzo era inginocchiata davanti a me con la faccia nella posizione ideale, guardai Paolo e poi dissi:
- “Simona, devo pisciare…”.
Sorrise, credo che avesse capito tutto, compreso l’accordo tra me ed il marito, lo segò delicatamente, era duro, lo guardò con aria indecisa, si girò verso Paolo che era con gli occhi spalancati e la mano sul cazzo in trepidante attesa, mi guardò negli occhi e disse:
- “Mi devo spostare?”;
- “Vedi te, a me scappa, fai quello che vuoi…”.
Sorrise nuovamente, succhiò la cappella delicatamente, poi aprì la bocca indirizzandoselo a pochi centimetri dall’apertura, mi guardò con aria eccitata ma titubante e sussurrò:
- “Falla…”.
Il primo getto di urina le entrò dritto in bocca, la sua mano tremò abbassando il cazzo sui seni, la sputò tossendo per poi riavvicinarselo alla bocca, questa volta la sputò senza dare l’impressione che le fosse andata di traverso, si fece inondare il viso ed i capelli, chiudeva gli occhi e se li sfregava con l’altra mano, evidentemente bruciavano, stavano uscendo ancora le ultime gocce quando lo prese in bocca ingoiandone una piccola quantità a fatica, evidentemente non gradiva il gusto, lo succhiò a lungo, non mi ero perso un secondo, quando girai gli occhi verso Paolo era sbalordito, aveva il cazzo in mano, si era segato, aveva sborrato e lo stava asciugando sul perizoma di Simona, mi venne da ridere nel vederlo, si girò anche lei e scoppiò a ridere di gusto.
- “Piaciuto lo spettacolo sfigato? Se fai il bravo te lo farò rivedere un’altra volta, devo abituarmi ma mi è piaciuto anche il sapore stavolta, brucia solo da morire negli occhi, a te è piaciuto tesoro?”;
- “A me piace vederti fare qualunque cosa…”;
Simona si girò verso di me e disse:
- “Aspetta che te lo sciacquo per bene…”.
Finimmo di farci la doccia, ignorai Paolo uscendo dal bagno, sentii solamente Simona rimproverarlo aspramente.
- “Guarda che casino e come sei ridotto, fai pena cazzo, fatti una doccia e ripulisci tutto per bene, domani quando verrà Carla non deve trovare sto schifo intesi?”.
Mi venne da ridere, ero sicuro che Paolo fosse stato abbondantemente soddisfatto quella sera, a me non interessava che Simona ripetesse l’esperienza, era stato però molto eccitante vederglielo fare, unicamente per lo stato di completa sottomissione nei miei confronti, non avevo provato del vero e proprio piacere in quel gesto, però mi aveva esaltato la situazione.
Mi raggiunse nel letto poco dopo, la mattina seguente saremmo partiti per le ferie, avevamo l’aereo alle 9,00 e ci saremmo dovuti svegliare presto, era meglio riposare.
Continua…