Capitolo 31
Andammo a letto, era stanchissima, si addormentò quasi subito nuda tra le mie braccia come al solito, restai sveglio per un po’ ripensando a quello che era successo; cominciavo a capire cosa le piaceva e cosa la faceva impazzire, non solo a letto, non era vero che non ero coinvolto da Roberta, quella serata aveva riacceso qualcosa nel mio cuore, corrispondeva invece al vero che Simona era il massimo da qualsiasi punto di vista, restava il fatto che con lei non ci poteva essere un futuro, con Roberta invece si. Ero però così coinvolto ed appagato dal sesso con Simona che speravo di poter stare con lei ancora a lungo, non ero più così innamorato, avevo preso consapevolezza che non dovevo crearmi troppe aspettative dal nostro rapporto, però scoparsi una donna così in una situazione del genere quando mi sarebbe potuto capitare nuovamente? Inoltre i bonus che cominciavo a raccogliere erano sempre più interessanti, avrei sfruttato al massimo quello che potevano darmi, in fin dei conti erano loro che mi avevano cercato e che necessitavano dei miei “servizi”, perché non mettere da parte il più possibile se c’era l’opportunità di farlo? Mi sentivo sempre un po' in difetto nel comportarmi in questo modo ma stavo diventando sempre più cinico sotto questo punto di vista.
La mattina seguente mi svegliai, Simona era andata a prepararmi la colazione, era dolce e servizievole come una schiavetta, sapere di avere addomesticato una donna così mi riempiva di orgoglio, mi ringraziò nuovamente per la serata precedente e salutò dicendomi:
- “Ci vediamo in pausa pranzo amore mio, ti preparerò un buon pranzetto, ringrazio il cielo di avermi fatto incontrare te…”.
Al lavoro il mio direttore disse che volendo poteva darmi le ferie già dal giorno successivo, il venerdì, accettai volentieri, avrei avuto più tempo di stare con Simona senza il marito tra le scatole fino a sabato sera. Rincasai per la pausa pranzo verso le 13,00, dovevo rientrare alle 15, trovai ancora in casa Carla che puliva casa, Simona mi corse incontro baciandomi nel corridoio.
- “Bentornato a casa amore mio, il pranzo è pronto…”;
- “Grazie, che bella accoglienza, ho una sorpresa per te, da domani sono già in ferie.”;
- “Che bello tesoro mio, due giorni in più insieme, avrei una gran voglia di festeggiare la notizia…”.
Carla in quel momento entrò nel corridoio, sorrise e disse:
- “Che belli che siete insieme ragazzi, formate una coppia perfetta voi due.”.
Simona sorrise e rispose:
- “Vero che stiamo bene insieme? Spero duri per sempre, come farei senza di lui…”.
Pranzammo mentre Carla era ancora tutta affaccendata a pulire, ci accordammo per una corsetta al mio ritorno a casa verso le 18, Simona era ancora nel suo momento di dolcezza infinita, risultava perfino appiccicosa per quanto mi serviva e riveriva, non che la cosa mi desse fastidio ci mancherebbe altro, mi aspettavo da un momento all’altro il suo passaggio alla fase selvaggia, era già successo altre volte ma non era durata tanto così.
Tornai al lavoro ed alla fine della giornata salutai tutti i colleghi, sarebbero state ferie meravigliose, almeno lo speravo con tutto il cuore.
Quando tornai a casa Simona mi aspettava già in tenuta da corsa, uscimmo dopo 15 minuti e restammo fuori un’oretta. Eravamo entrambi in forma particolare e forzammo parecchio quella sera, quando rientrammo in casa eravamo entrambi sudatissimi, mi chiese di fare la doccia per prima, restai in salone ad aspettarla guardando un po’ la TV, poco dopo arrivò completamente nuda e si sedette sulle mie ginocchia, era bellissima e profumata come una rosa, mi abbracciò baciandomi appassionatamente, era dolcissima:
- “Fammi andare a fare la doccia, puzzo come una capra…”;
- “Mi piace da impazzire il tuo odore…”;
- “Non è odore in questo momento, è puzza, dai lasciami andare a fare la doccia…”;
- “Mi piace il tuo odore invece, mi eccita, posso lavarti io?”;
- “Certo che puoi, tanto vale che sei uscita dalla doccia allora…”;
- “Non ti voglio lavare sotto la doccia, vieni con me…”.
Mi prese per mano, la seguivo con gli occhi fissi sul suo culo, tra poco me lo sarei divorato. Invece di portarmi in bagno mi accompagnò in camera.
- “Guarda che il bagno è di la…”.
Non rispose nemmeno, mi spogliò completamente baciandomi in continuazione, mi fece coricare sul letto mettendosi seduta sopra il mio cazzo che era già duro come il marmo.
- “Sono sporco e le lenzuola pulite…”;
- “Uffa ma quanto parli, non costringermi a bendarti anche…”.
In quel momento notai che sul letto c’erano 4 foulard di seta neri, la guardai incuriosito, mi fece segno con il dito di stare zitto, mi allungò le braccia verso la testata del letto legando i polsi usando i foulard:
- “Tu sei pazza…”.
Usò gli altri due foulard per legarmi i piedi alla pediera del letto, poi si alzò e disse con aria sensualissima:
- “Se non stai fermo e zitto di dovrò bendare, però mi piacerebbe che vedessi quello che farò…”;
- “Mi devo preoccupare?…”;
- “Non è una punizione quella che riceverai, non hai nulla da temere…”.
Si piegò verso i miei piedi annusandoli, sentivo il suo fiato farsi affannato, puzzavano sicuramente parecchio ma conoscevo la sua passione per le mie estremità, la cosa ormai non mi stupiva, passò la lingua sulla pianta insalivandola moltissimo, era una sensazione strana, la guardavo mentre lo faceva, era così eccitata che chiudeva gli occhi ed ansimava stimolandosi il clitoride, sembrava una cagnetta che lecca il suo padrone, mi lavò letteralmente il piede con la sua saliva, asciugandolo con la lingua, mi faceva un po’ di solletico e quando istintivamente flettevo il piede mi chiedeva di stare fermo, quando passò al secondo piede la guardai e dissi:
- “Sembri una cagnolina per come lecchi bene…”;
- “Sono la tua cagna, ti piace quello che sto facendo padroncino?”;
- “Te lo dirò quando avrai finito…”.
Dopo aver ripetuto l’operazione anche sull’altro piede passò alle gambe, continuavo a guardarla eccitato per la dedizione e la passione che ci metteva, saltò i genitali salendo verso la pancia, era seduta sul mio cazzo, sentivo la sua figa calda e liscia strofinarsi sopra, passò al petto ed alle ascelle.
- “Ma ti piace davvero farlo?”.
- “Non hai idea quanto…”.
Le sorrisi eccitatissimo, riprese il lavaggio leccandomi il collo, il suo alito mi faceva venire la pelle d’oca su tutto il corpo, sussurrò all’orecchio:
- “Adesso passo alle parti più interessanti…”;
- “Non vedevo l’ora…”;
- “Sei un porco…”.
Si mise con la testa in mezzo alle mie gambe, cominciò a leccarmi le palle, le prendeva in bocca succhiandole fino quasi a farmi male, leccò a lungo il buco del culo mentre si sgrillettava nervosamente, sempre con maggiore intensità, quando arrivò a prendermi la cappella in bocca un brivido mi corse lungo tutto la schiena, un piacere intenso prese il sopravvento:
- “Oh cazzo Simona tu mi farai impazzire prima o poi”;
- “Cosa fai? Non starai mica per venire??”;
- “Credo che ci manchi davvero poco, non so come mai…”;
- “Forse ti ho fatto eccitare troppo, sono felice che ti sia piaciuto così tanto, vorrà dire che lo rifarò spesso questo giochino, dai svuotati le palle tanto ti ritorna duro in un attimo, questa cosa era per darti piacere, sono soddisfatta così…”;
- “Ma no dai, lasciami prendere fiato un attimo…”.
Senza dire altro lo prese in bocca succhiandomelo in maniera esagerata, sentivo che stavo per scoppiare, non ero così veloce di solito ma quello che aveva fatto mi aveva stimolato forse più di quello che credessi, non vedendomi sborrarre prese a segarlo mentre lo succhiava, con un dito spinse tra palle e buco del culo, le riempii la bocca con tanto di quello sperma che fece fatica a riceverlo tutto, schizzai sporcandole il viso, sorrise divertita.
- “Cazzo sei come un idrante, quanta ne avevi?”;
- “E’ colpa tua, mi hai fatto eccitare come una bestia”;
- “Vuol dire che sono brava allora, che buona che è…”;
- “Ti piace davvero così tanto?”;
- “Non hai idea quanto…”.
Continuò a succhiarlo a lungo, infine mi slegò invitandomi a seguirla sotto la doccia, mi lavò per bene, il cazzo tornò duro in brevissimo tempo, sorrise soddisfatta, mi asciugò in bagno usando un asciugamano, poi prese il cazzo in mano e mi accompagnò in sala, mi fece sedere sul divano, si inginocchiò davanti a me e si riattaccò nuovamente succhiandolo lentamente, faceva colare la saliva per poi prenderlo in bocca ed asciugarlo accuratamente.
- “Sei proprio una magnifica cagnolina, sei anche ubbidiente?”;
- “Certo, devi solo chiedere e farò tutto quello che vuoi…”;
- “Allora siediti sul cazzo e baciami…”.
Si sedette penetrandosi il culo con estrema dolcezza, entrò come un coltello caldo nel burro, mi abbracciò stretto baciandomi a lungo facendo su e giù molto lentamente ma senza sosta, mi leccava le labbra e incitava a farla godere, durò a lungo l’inculata in quella posizione, volevo cambiare posizione e prendere fiato un attimo, la feci scendere facendola inginocchiare a terra, appoggiai un piede sul divano e la feci piazzare sotto le mie palle, le piantai il cazzo in gola con decisione facendoglielo ingoiare tutto, mi piaceva vederla in difficoltà, aveva un perenne sorriso stampato in faccia nonostante la stavo quasi strozzando con il cazzo.
Dopo averglielo fatto succhiare a lungo la accompagnai in cucina, la feci sedere sullo sgabello e la inculai mentre si reggeva al tavolo per non cadere, la scopavo forte, fortissimo, ogni volta facevo quasi uscire il cazzo dal suo culo per poi piantarglielo tutto dentro con molta decisione, apprezzava moltissimo incitandomi e chiedendo in continuazione di non fermarmi facendomi perdere il poco controllo che mi rimaneva, intanto si sgrillettava il clitoride furiosamente, presa dall’eccitazione mi chiese di venirle nel culo più volte, non le risposi continuando ad incularla più forte che potevo, poco dopo ebbe un orgasmo intensissimo, sapevo che voleva che mi fermassi ma non ne avevo intenzione, mi implorò di concederle un attimo di sosta.
- “Ti prego fermati un secondo…”;
- “Stai zitta!”;
- “Ti prego…potrei svenire…”;
- “Piantala, dammi due minuti e vengo anch’io!”.
Le avevo sempre dato retta dandole il tempo di riprendersi dopo che era venuta, quella volta non avevo la minima intenzione di farlo, all’improvviso le sue braccia persero la presa sul tavolo e la vidi crollare in avanti, stava cadendo dallo sgabello, le misi un braccio attorno alla vita sorreggendola.
- “Hey ma cos’hai?”;
- “Scusa mi sento svenire, ti prego fermati un attimo…”.
Lo tolsi, la presi in braccio e la portai in camera facendola coricare sul letto.
- “Sto bene tesoro non ti preoccupare…”;
- “Ma cosa ti è preso?”;
- “Non è colpa tua, è per questo che ti chiedo di fermarti, dopo l’orgasmo ho un calo di pressione e se continui arrivo a svenire…”;
- “Cazzo scusa, ero così preso che non ti ho dato retta, ma è normale sta cosa?”;
- “Per me si, la prima volta che mi è successo mi sono spaventata da morire e sono dovuta andare in ospedale, sapessi che imbarazzo…”;
- Immagino, e cosa ti hanno detto?”;
- “Dopo una serie di visite mi hanno detto che il mio corpo reagisce così intensamente all’orgasmo che provoca un calo di pressione arteriosa, se continui a scoparmi cala ulteriormente fino a farmi svenire, una sensazione bellissima perché praticamente vengo per minuti interi, solo che poi mi sento mancare, è quello che è successo prima, è stato bellissimo, scusa se ti ho fatto spaventare amore mio…”;
- “Non sei tu che devi scusarti, sono io che sono un pirla, ti chiedo scusa Simona…”;
- “Non ti preoccupare, non potevi saperlo, non te l’ho mai detto…”;
- “Si ma mi hai chiesto più volte di fermarmi, sono un pirla…”;
- “Ma no, sei un tesoro, sono io che dovevo dirtelo in un momento diverso, poi a me piace quando mi costringi a fare qualcosa, per te era un gioco, non devi incolparti di niente, dammi due minuti e puoi ricominciare da dove ti sei fermato…”;
- “Forse è il caso di lasciar perdere per stasera non trovi?”;
- “Per niente, baciami, non vedo l’ora che ricominci…”.
Ci baciammo a lungo prima che si sentisse nuovamente in forma, il segnale arrivò dalle sue mani che cominciarono a segarmi il cazzo, rinnovai la proposta di lasciar perdere per quella sera, senza darmi risposta se lo riprese in bocca spompinandolo con molta foga, poco dopo si alzò e tornò a sedersi sopra inculandosi in profondità, riprese a cavalcare in maniera lenta e sensuale per poi aumentare il ritmo ed arrivare a saltare come una forsennata, la lasciavo fare in maniera che fosse lei a gestire la monta come meglio credesse, riprese a sgrillettarsi il clitoride incitandomi a scoparla forte.
- “Sto bene amore mio, fammi male!!!”.
Considerato che era tornata in piena forma tornai anch’io a partecipare in maniera diversa accompagnando i suoi movimenti ed affondando ogni colpo con molta forza, la pausa mi aveva bloccato e di venire non sentivo la minima necessità, la feci alzare in piedi facendole appoggiare le mani all’armadio e la inculai in quella posizione, la vedevo tentare di aggrapparsi all’anta del mobile graffiandola con le unghie, quanto era eccitante quella donna, il suo buco del culo era arrossato in maniera evidente e decisamente devastato, le sue spinte per agevolare la penetrazione facevano uscire un leggero prolasso rosa molto invitante, mi fermai, mi inginocchiai e la invitai a spingere per farlo uscire meglio, passi la lingua più volte leccandoglielo, apprezzò molto la cosa finché ebbe un nuovo orgasmo, questa volta mi fermai, era stato molto intenso e piacevole per lei quindi si attaccò al cazzo chiedendomi di riempirle la bocca di sperma, sborrai quasi a comando in maniera abbondante, lo ingoiò di gusto leccandolo finché non lo sentì ammosciarsi nella sua bocca, ci coricammo sul letto entrambi esausti continuando a baciarci per parecchio tempo.
Era molto tardi quando finalmente ci coricammo a letto, stavolta per dormire.
Continua…