Capitolo 29


La mattina seguente andai al lavoro, incontrai Marco nel pomeriggio ed andammo a berci qualcosa al bar, Peppe, il barista, ci raccontò di una scazzottata che la sera precedente era accaduta davanti al locale, era rimasta coinvolta Patrizia, l’amica che era andata in ferie con Roberta, un tizio l’aveva importunata ed un nostro amico l’aveva difesa, come spesso accade in questi casi alla fine erano rimaste coinvolte altre persone, era intervenuta pure la Polizia, Patrizia era finita in ospedale ed era ricoverata, decidemmo di andare a farle visita. Arrivammo in ospedale poco dopo, aveva preso alcuni pugni ed era stata messa in osservazione per scongiurare lesioni interne, poco dopo arrivò anche Roberta, era visibilmente preoccupata per l’amica, ci salutammo restando in camera per una mezz’oretta. Rientrai a casa verso le 19,30, era tardi per andare a correre e decisi di farmi la doccia, cenare e restare a casa, ero un po’ stanco, la giornata era stata pesante al lavoro, inoltre l’avvicinarsi delle ferie mi facevano sentire maggiormente la fatica. Telefonai a Simona dandole appuntamento per la sera successiva, avevo voglia di lei in maniera impressionante. Dopo cena andai in salone a guardare un po’ di TV e mi addormentai sul divano, fui svegliato dal citofono, guardai l’ora, erano le 22,30, mi chiesi chi fosse, quando risposi sentii la voce di Roberta:
- “Ciao Gianluca, sono Roberta, posso salire? Sei solo?”;
- “Certo sali pure.”.
Mentre aspettavo davanti alla porta che l’ascensore salisse cresceva la curiosità di sapere come mai fosse venuta a casa mia, l’eccitazione cresceva, se mi avesse stuzzicato non credevo di essere in grado di resisterle. Uscì dall’ascensore, era straordinariamente bella; indossava un top bianco corto molto aderente che permetteva di intravvedere i capezzoli, la pancia in vista e con una minigonna cortissima che la fasciava in maniera straordinaria, un paio di sandali aperti con la zeppa, i lunghi capelli cadevano sulle spalle, il sorriso era intimidito quando ci trovammo di fronte, mi fece rizzare il cazzo istantaneamente, ero in mutande e maglietta, i suoi occhi caddero sul mio rigonfiamento, si avvicinò e con tono molto sensuale disse:
- “Mi sembra di capire che sei felice di vedermi o sbaglio?”.
Istintivamente abbassai lo sguardo guardandomi il cazzo, le sorrisi invitandola ad entrare, appena chiusi la porta si girò di scatto mettendosi davanti a me.
- “E’ da mezz’ora che sono qui sotto, non sapevo cosa fare, poi mi sono decisa a suonare, dimmi subito che ho sbagliato e me ne vado…”;
- “Tranquilla, perché avresti dovuto sbagliare?”;
- “Perché sono venuta a casa vostra con intenzioni non proprio oneste, soprattutto nei confronti della tua ragazza…”;
- “Davvero, e che intenzioni avresti scusa?”.
Si avvicinò a me con un passo da pantera, era sensualissima e bellissima, appoggiò una mano contro il petto e mi spinse contro il muro, si appiccicò baciandomi con molta passione, era aggressiva, non l’avevo mai vista così, la ricordavo sempre composta anche nei momenti di massima eccitazione, le nostre lingue si attorcigliavano una all’altra mentre ci abbracciavamo, mi sfilò la maglietta buttandola a terra, tirò fuori il cazzo dagli slip cominciando a segarmelo molto forte, era davvero infoiata, appoggiai una mano sul suo culo ma mi ammonì:
- “Stai fermo con quelle mani!”.
Si inginocchiò togliendomi gli slip e leccò delicatamente la cappella, passò la lingua attorno scendendo poi verso le palle percorrendo tutta l’asta insalivandola abbondantemente, era brava, non la ricordavo così, sembrava quasi Simona.
- “Sei bravissima Roberta…”.
La grossa differenza tra di loro è che non mi guardava negli occhi mentre lo succhiava, ero abituato a vedere gli occhi di Simona puntati addosso in questi momenti, lei invece guardava il cazzo oppure altrove, appoggiai la mano sulla sua testa facendole leccare il buco del culo, lo faceva timidamente, si vedeva che non era abituata a farlo, le spinsi forte la testa facendole appiccicare la bocca al mio buco del culo, puntò delicatamente la lingua leccandomelo con maggiore disinvoltura, si alzò e lo prese per bene in bocca, le labbra erano calde, arrivava fino a metà lunghezza senza andare fino in fondo, la spinsi con forza facendoglielo entrare tutto il gola, tossì e lo estrasse:
- “Così mi soffochi”;
- “Scusa, mi sono fatto un po’ prendere la mano…”;
- “Con Simona fai sempre così?”;
- “Si scusa, con lei è sempre molto violento il sesso.”;
- “Davvero? Io non sono così però, ricordati con chi lo stai facendo…”.
Non le risposi però cominciò a piantarselo in gola fino in fondo, tossiva spesso, non era abituata a farlo in quel modo ma non voleva essere da meno rispetto a Simona, si sforzava di arrivare fino in fondo, aveva gli occhi arrossati e le scendevano delle lacrime dagli occhi facendole colare il trucco, mi piaceva quando Simona si strozzava quasi con il mio cazzo ed anche lei lo stava facendo, il pompino durò a lungo e la qualità era sempre maggiore, si stava sciogliendo sempre di più, si alzò poco dopo per baciarmi, intanto continuava a segarmelo, aveva le mani piene della sua saliva ed il volto provato. La presi in braccio e la portai in camera mentre ci baciavamo, la feci coricare sul letto, le tolsi le scarpe e la gonna, si sfilò il top, era senza reggiseno, le sue splendide tettine erano una gioia per gli occhi, aveva i capezzoli inturgiditi per l’eccitazione, le leccai a lungo mentre ansimava e mi accarezzava i capelli, le baciai la pancia leccandole l’ombelico, era eccitatissima, le tolsi il perizoma, passai un dito sulla sua splendida fighetta depilata di fresco come piaceva a me, era bagnatissima, grondava letteralmente umori, un gemito le scappò dalla bocca:
- “Ohhhh sììì quanto tempo era che sognavo le tue carezze su di me…”.
Passai la lingua assaporando il sapore dei suoi umori, mi riempì la bocca tirandomi verso di lei con forza, gemeva ed alzava il culo per farmela leccare meglio, mi dedicai a lungo ad entrambi i buchetti con cura, intanto sgrillettavo il clitoride che si era immediatamente gonfiato, infilai un dito nella sua fighetta e gli umori aumentarono a dismisura.
- “Ohhhh sììì così ti prego continua…”.
Infilai un secondo dito cominciando a masturbarla, ansimava sempre di più incitandomi in continuazione, avevo indice e medio infilati nella sua figa, allungai il pollice e glielo infilai nel culo delicatamente, dopo averglielo bagnato per bene con i suoi umori, ebbe un attimo di esitazione ma immediatamente la sentii spingere per farsi penetrare meglio, aveva accettato la doppia penetrazione con le dita senza lamentarsi, era proprio decisa a farsi fare di tutto quella sera, le avrei aperto per bene il suo culetto da li a breve, sentirlo così stretto era irresistibile per i miei gusti, ebbe il primo orgasmo con le dita.
- “Ohhhh sììì, vengo Gianluca vengo!”.
A differenza di Simona non aveva bisogno di soste dopo essere venuta, si alzò baciandomi con passione e disse con voce ancora soffocata dal piacere:
- “Scopami Gianluca voglio il tuo cazzo dentro di me!”.
La feci coricare nuovamente adagiandomi su di lei, aprì le sue meravigliose gambe puntando i piedi sul materasso, la penetrai profondamente, mi abbracciò e baciò ansimando nella mia bocca:
- “Ti amo Gianluca, ti amo da impazzire, sentirti dentro di me è la cosa più bella al mondo”.
Non le risposi, cominciando invece a scoparla ad un ritmo sempre più elevato, affondavo ogni colpo con tutta la forza che avevo, il rumore dei nostri corpi a contatto era forte e secco, non ricordavo il suo modo divertente di godere, emetteva dei mugolii che sembravano quasi dei lamenti, lo faceva ogni volta che lo prendeva fino in fondo, mise le gambe attorno alla mia vita tirandomi con forza verso di lei. Poco dopo le feci cambiare posizione mettendola a pecorina, leccai ancora un po’ i suoi buchetti per prendere fiato, si sgrillettava nervosamente il clitoride e penetrava la figa con decisione mentre leccavo ed insalivavo il suo buco del culo, infilavo la lingua dentro e le aprivo le chiappe con le mani, quando lo facevo a Simona si dilatava così tanto che sembrava una caverna, il suo invece si apriva pochissimo, si vedeva che era stato usato raramente e mi attraeva da impazzire, la sentivo comunque timorosa, era consapevole che quella sera glielo avrei scopato, sentirla così tesa ma disponibile mi faceva salire incredibilmente la voglia di incularla, la penetrai delicatamente prima con un dito, si allargò le chiappe con tutte le sue forze, la sentivo respirare affannosamente, infilai insieme un secondo dito, spingeva con forza per agevolarmi, ruotai le due dita dopo averle infilate fino in fondo, emise un gemito, puntai verso la sua figa e le tirai fuori dilatandolo per bene.
- “Ohhh fai piano, lo sai che lì ci sei entrato solo tu…”.
Adesso cominciava ad essere abbastanza largo per essere scopato, lo stimolai comunque a lungo nello stesso modo, si arrossava a vista d’occhio ma i suoi lamenti erano sempre meno evidenti, cominciava a provare piacere.
- “Ohhh non mi ricordavo quanto mi piacesse, sono pronta Gianluca…”.
Le sue parole erano musica per le mie orecchie mi alzai mettendomi in piedi sul letto, poi mi abbassai ed appoggiai la cappella sul suo buchetto del culo, si allargò le chiappe e spinse, entrò senza il minimo sforzo, mi fermai a metà lunghezza.
- “Ohhh fai piano, fai piano ti prego…”.
La lasciai adattare un attimo, non volevo farle male, ci tenevo a scoparglielo per bene quella sera, poco dopo lo infilai per intero, vederla sofferente invece di fermarmi mi eccitava ancora di più, il buco era stretto, troppo bella come sensazione. Lo lasciai dentro seduto su di lei ruotando i fianchi, spingevo per farglielo sentire per bene, tolse una mano e si cominciò a sgrillettare il clitoride, era il segnale che potevo cominciare a fare sul serio, cominciai a fare su e giù ad un ritmo sempre più elevato, i suoi gemiti erano bellissimi da ascoltare, un misto tra lamenti di dolore e mugolii di piacere, la scopavo forte, ogni affondo sempre più deciso e profondo, ad un certo punto disse:
- “Ohhh rallenta, mi stai facendo malissimo, ti prego calmati un po’…”;
- “Scusa Roberta, mi sono fatto trasportare dall’eccitazione…”;
- “Anche Simona ti da il culo?”;
- “Si, a lei piace moltissimo, lo vuole sentire ogni volta, adora farselo scopare fortissimo…”;
- “Anche a me piace, continua…”.
Mi dava l’impressione che volesse competere con Simona, non voleva essere da meno, se solo avesse saputo quanto fosse porca non avrebbe avuto il coraggio nemmeno di provarci, quello che contava era il fatto che era disposta a tutto per farmi felice, la cosa mi inorgogliva, era magnifico scopare il suo culo stretto, non ero più abituato ad uno così, quello di Simona si apriva solo a guardarlo, sempre bellissimo ma il suo era così stimolante che regalava un piacere particolare.
Le feci cambiare posizione, mi sedetti sul bordo del letto e la invitai a sedersi su di me, lo fece e la penetrai nella figa, mi abbracciò e baciandomi cominciò a danzare sul mio cazzo, ansimava e gemeva dicendo in continuazione che mi amava, con le dita martoriavo il suo buco del culo per non farlo richiudere troppo, ebbe il secondo orgasmo, fu molto rumorosa, saltava sul cazzo ad un ritmo davvero straordinario incitandomi in continuazione, la feci girare dandomi le spalle, prese il cazzo per infilarselo nella figa ma abbracciandola da dietro sussurrai:
- “Voglio che ti inculi da sola…”;
- “Sei un porco lo sai? Vuoi proprio farmi del male”;
- “Si sono un porco ma non voglio farti del male, voglio solo godermi il tuo meraviglioso culetto…”.
Sorrise, e si inculò da sola tra un lamento ed un gemito di piacere, sembrava di rivivere il giochino di Simona, solo che per lei erano davvero le prime volte ed il dolore che provava era reale, non era finzione, in quella posizione il buco di dilatava più facilmente e ci volle poco per far si che il piacere che provava prendesse il sopravvento, cominciò a cavalcarmi molto velocemente, le piaceva, decisi di alzare il livello dell’inculata, la presi per le cosce, le alzai le gambe e cominciai io a decidere ritmo e profondità della penetrazione, restò un attimo perplessa.
- “Così mi spacchi in due…”;
- “Se vuoi mi fermo ma mi piace da impazzire…”;
- “No continua, piace tantissimo anche a me…”.
Provava dolore lo percepivo, però voleva soddisfare le mie voglie e si lasciava inculare come mai aveva fatto, la tiravo fortissimo verso di me, ogni affondo era un lamento sempre più forte, sapevo che lo faceva per me, era diverso rispetto a Simona, si stava concedendo in quel modo unicamente per farmi felice e la cosa mi piaceva da impazzire, forse ero un po’ egoista ma sentire una ragazza disposta a tutto per te è una sensazione meravigliosa. Nonostante fossi eccitatissimo non sentivo ancora il bisogno di venire, devastai a lungo il suo povero buco del culo prima di sentire che dovevo sborrare, quando finalmente fu il momento la feci inginocchiare e cominciai a segarmi davanti al suo viso, era consapevole che volevo riempirla di sperma, era sempre stato un problema per lei ingoiarla, infatti si era studiata la storia del succo di frutta per riuscirci, quella sera invece era decisa a fare di tutto per me, dopo essersi fatta distruggere il culo per quasi un’ora voleva chiudere alla grande, lo prese in mano, aprì la bocca e cominciò a succhiarmelo segandomelo forte, vederla così sottomessa al mio volere mi fece esplodere, le inondai la bocca con parecchi schizzi, aveva il viso completamente ricoperto e la bocca piena ma continuava a segarmi, quando gli schizzi finalmente si fermarono mi guardò negli occhi e con difficoltà enorme ingoiò tutto, gli occhi erano lucidi ed ebbe un conato di vomito, nonostante ciò se lo riprese in bocca ripulendolo per bene fino all’ultima goccia e spostandosi in bocca quello che c’era sul viso usando il cazzo.
- “Cazzo quanto sei brava Roberta, sei migliorata dall’ultima volta…”.
Mi guardò dal basso verso l’alto mentre continuava a leccarlo e succhiarlo, i suoi occhi erano lucidi ed il volto provato, era sudatissima e rossa in viso.
- “Farei di tutto per te Gianluca, di tutto…”.
La feci alzare in piedi, la abbracciai e ci baciammo a lungo, fummo disturbati dal mio cellulare, era un sms di Simona, vide il display e disse con tono infastidito:
- “Devi rispondere immagino…”;
- “No, lo farò più tardi…”;
- “La odio sai?”;
- “Perché la odi scusa, non ti ha fatto niente lei.”;
- “Come no, ti ha preso il cuore!”.
Improvvisamente cominciò a piangere, la abbracciai e dissi:
- “Non fare così adesso, altrimenti mi fai pentire di quello che abbiamo appena fatto”;
- “Non devi pentirtene, è stato meraviglioso quello che abbiamo appena fatto, ne avevo un gran bisogno, tranquillo, non pretenderò altro da te, quello che mi rattrista è che è stato solo sesso, non mi puoi dare altro, lo capisco, non sono abituata al ruolo dell’amante, però vorrei ripetere altre volte questa serata, per te sono disposta anche a fare quello che ho sempre odiato in una donna…”;
- “Non è necessario Roberta, è stato bellissimo ma non è detto che si debba ripeterlo, forse non avremmo nemmeno dovuto farlo…”;
- “Non ti è piaciuto quindi?”;
- “Non è quello, ho appena detto che è stato bellissimo, non voglio però che ti senta in colpa e ritorni in crisi per questo, forse abbiamo sbagliato a lasciarci andare in questo modo, tutto qui.”;
- “In crisi ci ritornerò solo se non potrò più stare con te, a me basta così, non ti creerò problemi con Simona, sarò solo la tua amante, mi basta te lo assicuro…”;
- “Non so Roberta, non ti vedo nei panni dell’amante e basta, meriti un rapporto stabile con il tuo uomo…”;
- “Sei tu il mio uomo, se non puoi offrirmi di più mi accontenterò di queste serate, ti prometto che non chiederò niente di più, ti prego solo di non rifiutarmi, ti prego…”;
- “Va bene, adesso baciami però e smettila di piangere.”.
Ci baciammo a lungo, coricati sul letto nudi abbracciati uno all’altra, mi sentivo più vicino a lei in questo momento che non quando eravamo ufficialmente insieme, avevo il timore che questa cosa mi avrebbe procurato parecchi grattacapi in futuro, però era stato dell’ottimo sesso e mi sembrava che anche a lei avesse fatto un gran bene.
- “Posso stare con te stanotte?”;
- “Va bene, puoi restare.”;
- “Mi devo fare una doccia però, sono sudata marcia.”;
- “Nessun problema, vai pure a lavarti, dopo entrerò anch’io.”.
Mentre si faceva la doccia guardai il cellulare per leggere il messaggio di Simona, ne aveva scritto un altro nel frattempo ma non lo avevo sentito, il primo diceva - “Posso chiamarti oppure sei in compagnia?” - mentre nel secondo aveva scritto - “I casi sono due: stai dormendo oppure stai scopando Roberta, ci sentiamo appena hai finito, un bacio.”.
Le risposi eccitato, sapere che aveva previsto la cosa senza offendersi mi piaceva - “Si scusa, ero con Roberta, adesso si sta facendo la doccia, ci sentiamo domani.”.
Appena inviato il messaggio mi squillò il telefono, era lei.
- “Buonasera traditore”;
- “Ottimo come inizio, mi hai chiesto tu di essere sincero…”;
- “Stavo scherzando, non sono arrabbiata, solo un po’ gelosa. Ti sei fatto una bella scopata almeno?”;
- “Si è stato bello, devo essere sincero, non è alla tua altezza ma è stata brava devo dire…”;
- “Brava la troietta, hai visto che avevo previsto tutto? Domani voglio tutti i dettagli però, solo una cosa, il culo te lo ha dato? Adesso cosa fa, dorme da te oppure torna a casa sua?”;
- “Si mi ha dato il culo, credo di averle fatto parecchio male, mi ha chiesto di dormire insieme, cosa sei una chiaroveggente?”;
- “No, sono una donna, era prevedibile, lo avrei fatto anch’io al suo posto.”;
- “Spero che non ti offendi.”;
- “Figurati, come potrei, diciamo infastidita, quello sì, però mi sarebbe piaciuto essere lì con voi e guardarvi, magari partecipare, immaginaci entrambe impegnate a succhiartelo, adesso ti lascio, avrai ancora da fare tra poco, ci vediamo domani sera ok? Un bacione.”;
- “Ok un bacio, a domani.”.
Mi sembrava che l’avesse digerita bene, ero incuriosito dalla sua reazione, nonostante quello che aveva detto ero sicuro che provasse parecchia gelosia nei miei confronti e la cosa mi piaceva. Andai in bagno a pisciare, Roberta era sotto la doccia e non mi aveva sentito entrare, vederla nuda che si lavava mi fece tornare voglia di lei, non volevo scoparla però, volevo solo farmelo succhiare e farle ingoiare di nuovo il mio sperma, il fatto che faceva fatica lo rendeva ancora più eccitante. Feci anch’io la doccia, quando tornai in camera era in intimo sul letto che mi aspettava.
- “Sono eccitata come una ragazzina sapendo di dormire con te...”;
- “Non ho un pigiama da prestarti, Simona dorme nuda, però se vuoi ti posso dare una mia maglietta…”;
- “Si grazie, fa caldo ma non sono abituata a dormire senza niente addosso.”.
Presi una maglietta, mi avvicinai a lei, ero in accappatoio ed il cazzo era duro, lo notò, senza dire nulla si sedette sul letto, lo slacciò e lo prese in bocca cominciando a succhiarlo con molta foga, sembrava mi avesse letto nel pensiero, alzai una gamba appoggiandola sul letto, le presi la testa e le feci leccare palle e buco del culo a lungo, era eccitatissima, mi insalivava le palle per poi leccarle per bene, si tolse il reggiseno e se lo piazzò in mezzo alle tette facendomi una bella spagnola, poi lo riprese in bocca, stavolta non era necessario dirle cosa fare o costringerla, se lo infilava in gola fino alle palle come mi piaceva, quando lo tirava fuori era completamente ricoperto dalla saliva che poi leccava accuratamente, mi fece un pompino spettacolare e sensualissimo, le dissi che doveva guardarmi sempre negli occhi mentre lo faceva. Si masturbava in continuazione, aveva capito che volevo solo che me lo succhiasse, ci mise parecchio prima di farmi venire, aveva il fiatone ed ansimava, quando sentii che stavo scoppiando la guardai e le dissi di finire il lavoro, stavo venendo, aprì la bocca, tirò fuori la lingua e cominciò a segarmi, visto che ero vento da poco non si aspettava tanta sborra, effettivamente non ne uscì molta però il primo schizzo le arrivò fino ai capelli lasciandole una striscia di sperma lungo tutto il viso, sorrise sorpresa prendendolo in bocca per ripulirlo, con la solita difficoltà ingoiò tutto, mi eccitava ancora di più vederglielo fare a fatica, con un dito lo spostai facendoglielo scendere in bocca per poi farmelo succhiare, era meravigliosamente eccitante. Non si fermò finché non sentì che si stava ammosciando, poi mi baciò e disse con aria da bimba:
- “Comincia a piacermi il tuo sperma…”.
Ci coricammo a letto, era tardissimo, quasi le tre quando finalmente ci addormentammo abbracciati uno all’altra.
Il mattino successivo la sveglia suonò alle 07,00 e ci preparammo, io per andare a lavoro mentre lei sarebbe tornata a casa sua, ci salutammo calorosamente dandoci appuntamento al mio ritorno dalle ferie, era ansiosa di cominciare la sua avventura come amante, almeno così disse più volte.


Continua…

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Categorie: Etero Racconti Cuckold
Tag: Amatoriale