Capitolo 28


Dopo esserci baciati per un po’ ci alzammo dal letto per andare a fare colazione, girava per casa completamente nuda come aveva dormito, arrivati in cucina notammo Paolo che stava spadellando.
- “Buongiorno, vi ho lasciati dormire intanto sto preparando il pranzo, volete fare colazione?”;
- “Io no grazie, solo un caffè, tu Gianluca?”;
- “Anch’io solo caffè grazie.”.
Era visibilmente di buon umore e servizievole, ci servì il caffè, Simona lo guardava sorridendomi.
- “Hai visto che ometto di casa che ho sposato? A letto non vale niente, per il resto però è proprio in gamba.”;
- “Vedo vedo, cosa facciamo oggi pomeriggio? Ti va di andare in piscina?”;
- “Volentieri, adesso chiamo Sabrina e sento se loro ci vanno.”.
Marco e Sabrina erano già la, ci unimmo a loro appena dopo pranzo, verso le 13,30, raccontai all’incredulo amico gli ultimi accadimenti, anche lui si stupì del mio cambio di atteggiamento.
- “Cazzo amico, se non sapessi chi sei ti prenderei per un cazzaro, chissà cosa combinerete in ferie, se vuoi una mano…”;
- “Haahahahahaaaa grazie della fiducia e della proposta, chissà, visto che suo marito non è riuscito a farle provare la doppia penetrazione il secondo cazzo potrebbe essere il tuo…”;
- “No, non credo di riuscirci, non sono come Paolo ma in una situazione del genere credo che renderei poco anch’io, farei una figuraccia, poi non avrei più il coraggio di guardarla in faccia, già così faccio fatica a non fissarla con tutto quello che mi hai raccontato, certo che lui è proprio un pirla!”.
Tornammo a casa a lavarci e poi andammo a cena tutti insieme, Simona li salutò al termine della serata dando loro appuntamento al nostro ritorno dalle ferie.
Mi portarono a casa, era tardi e volevano partire subito, caricarono l’auto e poco dopo erano pronti per andare a casa loro, Paolo mi salutò prima di uscire di casa, Simona disse di aspettarla in auto, voleva salutarmi da sola, appena chiusa la porta mi saltò letteralmente al collo baciandomi appassionatamente.
- “Volevo salutarti come si deve, mi mancherai molto tesoro mio.”.
Mi slacciò nervosamente i pantaloni e la camicia, si inginocchiò e cominciò a succhiarmelo con passione guardandomi negli occhi.
- “Come farò fino a mercoledì senza il tuo cazzo, è tutto il giorno che ti guardo avendo voglia di prendertelo in bocca…”;
- “Ti accontenterai di quello di Paolo, semplice…”;
- “Non ci penso neanche, gli ho già detto che non mi farò scopare da lui per un bel pezzo, non solo il culetto sarà una tua esclusiva, pure il resto.”;
- “Davvero? E lui come l’ha presa?”;
- “Ha detto che mi capisce e che mi masturberà unicamente, si rende conto di non essere in grado di soddisfarmi al momento.”.
Senza aggiungere altro la presi in braccio portandola in camera, la scaraventai sul letto e mi piazzai in mezzo alle sue cosce assaporando gli abbondanti umori che la sua figa produceva, volle mettersi a “69” per contraccambiare, durarono a lungo i preliminari, nel frattempo arrivò Paolo, quando entrò in camera era con il viso rivolto verso di lui mentre mi leccava palle, non l’avevo nemmeno sentito entrare.
- “Volevo salutare per bene Gianluca, ti avevo detto di aspettare in macchina!”;
- “Non ti vedevo arrivare e sono venuto a vedere se era successo qualcosa, scusa, devo tornare giù?”;
- “Ormai sei qui, se vuoi puoi restare ma stai zitto e non metterci fretta…”;
- “Ok, starò buono a guardarvi.”.
Era eccitatissima, grondava umori ed ansimava tantissimo, la feci coricare sulla schiena, le alzai le gambe in alto girandola su un lato, restando in piedi davanti al letto la penetrai cominciando a scoparla ad un ritmo elevatissimo, mi incitava in continuazione, guardavo Paolo con aria di superiorità, lui abbassava lo sguardo intimorito, sorridevo mentre Simona lo umiliava in continuazione.
- “Un cazzo come il suo te lo sogni, guardalo come mi spacca in due figa e culo, sto venendo Paolo, vengo!!!”.
Le sue gambe tremarono e si spostò togliendoselo da dentro, si inginocchiò davanti a me e lo succhiò finché sborrai sul suo viso abbondantemente, lo ripulì accuratamente, era bellissimo vederla mentre raccoglieva lo sperma con il cazzo dirigendoselo in bocca, gli occhi sempre puntati sui miei per cogliere la mia soddisfazione, quanto era eccitante quella donna.
Ci rivestimmo e la salutai a malincuore dandole appuntamento a mercoledì.
Quella notte ero solo dopo un bel po’ di tempo, mi mancava sentire il suo corpo nudo appiccicato al mio, mi arrivò un suo sms verso le due - “Mi manchi già…” – le risposi - “Non riesco ad addormentarmi senza avere te vicino” - “Piccolo mio, mercoledì arriverà in fretta, buonanotte e sognami.”.
Non saprei dire a che ora mi addormentai, però quando la sveglia suonò alle 7,30 ero a pezzi, la mattinata passò molto lentamente, verso le 10,30 andai a prendermi il caffè e presi il cellulare dall’armadietto, non potevo portarlo con me mentre lavoravo, c’erano 5 chiamate di Simona e diversi sms, mi diceva che voleva sentire la mia voce, nel successivo si scusava, non si era ricordata che non potevo risponderle mentre lavoravo, mi chiedeva di chiamarla appena potevo. La chiamai ma non rispose.
Staccai per la pausa pranzo alle 13,00 e mi squillò il cellulare, era lei.
- “Ciao amore mio, avevo voglia di sentire la tua voce, scusa per prima ma ero dall’estetista.”;
- “Ciao bellissima, che notte di merda che ho passato senza di te…”;
- “Pure io, ho fatto dormire Paolo nella stanza degli ospiti, non volevo averlo nel letto con me.”;
- “Haaaaaahahaa hai fatto bene e lui come l’ha presa?”;
- “Mi ha chiesto perché e gli ho risposto che nel letto con me voglio solo uomini veri e lui non lo è, quindi…”;
Stavo pranzavo in un bar vicino, essendo in un luogo pubblico fu solo una telefonata veloce, ci saremmo parlati meglio dopo il lavoro.
Finito di lavorare andai a farmi una corsetta, ero stanco ma avevo bisogno di scaricarmi, non essendoci Simona era l’unico modo per farlo, incontrai in un parco Roberta e Patrizia, l’amica con cui era andata in ferie, mi fermai per salutarla, era bellissima, aveva perso qualche chilo dall’ultima volta che l’avevo vista, non ne aveva bisogno essendo già magra, era abbronzatissima, si avvicinò per baciarmi sulle guance, aveva il viso sorridente ma gli occhi erano tristi.
- “Sono sudatissimo scusa se non mi avvicino troppo.”;
- “Non vuoi nemmeno darmi un bacio sulla guancia?”;
- “Ma no, è che puzzo come una capra e sono sudatissimo, cos’hai capito?”;
- “Non me ne frega niente.”.
Mi prese per un fianco tirandomi a sé e mi diede un grosso bacio sulla guancia abbracciandomi.
- “Roby sono sudatissimo...”;
- “Scusa, ne avevo bisogno.”.
Mentre eravamo abbracciati guardai Patrizia, il suo sguardo di compatimento verso l’amica diceva tutto, alzai le sopracciglia come a farle capire che non c’entravo niente, era stata lei a cercarmi, lessi il suo labiale che diceva:
- “E’ una deficiente”.
Si allontanò lasciandoci soli, ero imbarazzato ma affascinato da lei, era bellissima.
- “Roby ti vedo in gran forma...”;
- “Grazie, anche tu sei in formissima, sempre a correre, manco ne avessi bisogno.”;
- “Beh sai, settembre arriverà in fretta, giocare a calcio rimane una grandissima passione per me, devo farmi trovare pronto, e tu cosa mi dici, ti vedo bene, sei dimagrita anche o sbaglio?”;
- “Grazie, si sono dimagrita ma senza volerlo, sai un po’ di tensione di troppo mi ha chiuso lo stomaco, credo che immagini a cosa mi riferisco…”;
- “Si, ho capito, dobbiamo parlare di questa cosa…”;
- “Non vedo l’ora, stasera sei libero oppure sei occupato con la tua nuova ragazza? Ho saputo che è bellissima…”;
- “E’ andata via per lavoro, torna mercoledì e domenica mattina partiamo per le ferie, per me va bene stasera, al bar alle 21,00?”;
- “Facciamo alle 20,30 sotto casa mia se per te va bene, poi vediamo dove andare, voglio un posto tranquillo tutto per noi…”;
- “Ok, allora a stasera, continuo la mia corsetta.”.
Mi abbracciò nuovamente stretto stretto, mi diede un bacio sulla guancia e mi prese la mano lasciandomela dolcemente mentre ripartivo. Mentre mi allontanavo mi girai e la vidi mentre mi guardava e salutava con la mano, ero rimasto colpito dal suo atteggiamento, pensavo che si sarebbe incazzata per la storia con Simona, invece era stata dolce e carina, speravo che la serata non degenerasse, non volevo litigare nuovamente con lei ma nemmeno finirci a letto, la cosa mi creava tensione e preoccupazione.
Tornai dalla corsa verso le 19,30, avevo poco tempo per lavarmi e cenare, guardai il cellulare prima di entrare nella doccia, c’erano 3 chiamate di Simona ed alcuni sms, mi aveva cercato, la chiamai:
- “Ciao, scusa ma ero a correre, tutto bene?”;
- “Capisco, ero preoccupata non sentendoti, hai dei programmi per la serata?”;
- “Veramente si, alle 20,30 devo essere da Roberta, l’ho incontrata oggi pomeriggio al parco mentre correvo, vuole parlarmi, finalmente chiarirò le cose con lei.”;
- “Capisco, buona scopata allora, voglio tutti i dettagli poi, mi raccomando…”;
- “Ma quale scopata, mi sa che litigheremo invece.”;
- “Mi raccomando cambia le lenzuola prima di mercoledì sera e non fartelo consumare…”;
- “Che stupida che sei.”;
- “Vedrai se non si farà scopare, apprezzo che tu me lo abbia detto, spero che sarai sincero fino in fondo, ricorda però che non ti farò nessuna scenata, sei libero di scopartela senza temere…”;
- “Tranquilla, ti racconterò tutto, qualunque cosa accada e tu cosa farai stasera?”;
- “Devo andare ad una cena con Paolo, una di quelle noiosissime serate con dei suoi clienti, gente pallosa, ci fossi almeno tu a casa ad aspettarmi…”;
- “Dai consolati, mercoledì sera saremo di nuovo insieme.”;
- “Non vedo l’ora piccolo, adesso vai che è tardi e buona serata, scopatela come tu sai fare mi raccomando…”;
- “Ok, vedrò di fare il mio dovere allora, a domani.”.
Mi lavai in fretta senza riuscire però a cenare, avrei preso qualcosa con Roberta, arrivai sotto casa sua in perfetto orario, era già in strada ad aspettarmi, straordinariamente bella e sensuale, indossava un abitino nero cortissimo, una generosa scollatura lasciava intravvedere i suoi meravigliosi seni, piccoli rispetto a quelli di Simona, ma altrettanto eccitanti, i capelli lunghi sciolti sulle spalle ed un paio di sandali aperti altissimi, parcheggiai l’auto davanti a lei dal lato passeggero, aprì la porta e mi sorrise.
- “Puntuale come un orologio svizzero.”.
Si piegò per salire, notai che non indossava il reggiseno, le sue meravigliose tettine si paravano davanti ai miei occhi.
- “Ma quest’auto è nuova?”;
- “E’ di Simona, è andata via in treno per lavoro e me l’ha lasciata.”;
- “Che gentile, allora dove andiamo?”;
- “Dove vuoi, al bar non ti va?”;
- “No, vorrei un posto tranquillo dove poter parlare senza orecchie indiscrete, che ne dici del parco dove ci siamo incontrati stamattina?”;
- “Ok, se non ti dispiace però passiamo a prenderci un panino da qualche parte, non ho ancora cenato stasera.”.
Ci fermammo in un chiosco vicino al parco, non aveva cenato nemmeno lei e ci comprammo due panini per poi accomodarci su una panchina, il posto era illuminato da alcuni lampioni ed era poco frequentato la sera, Roberta era serena in viso ma i suoi occhi avevano sempre quel non so che di triste, sospirò e disse:
- “Che bella serata stasera, guarda che cielo stellato, non trovi sia molto romantico?”;
- “Una serata magnifica davvero, allora cosa mi dici, in ferie ti sei divertita?”;
- “Non molto ad essere sincera, Patrizia ci ha provato ma è un periodo brutto per me questo…”;
- “Mi dispiace, spero di non essere io il tuo problema.”;
- “Non è colpa tua, la colpa è solo la mia, sono triste per com’è finita la nostra storia, ci credevo ma non ho saputo difenderla come avrei dovuto, non me la posso prendere con te, all’inizio ti ho odiato ma riflettendoci bene ho capito che sono stata io a volerlo in fin dei conti…”;
- “E’ andata così, non devi fartene una colpa, l’importante è restare amici, ci tengo a te, non sopporterei di sentirti ostile nei miei confronti…”;
- “Non potrei mai, anche volendo non riuscirei mai ad odiarti, ci ho provato solo per dare la colpa a te per come sono andate a finire le cose, ma avevo sbagliato obiettivo, il vero problema è mio padre, adesso lo capisco e ti chiedo scusa per non aver avuto il coraggio di combattere per noi. Tu mi avevi avvisato dei suoi tentativi di separarci e solo dopo averci litigato di brutto lo ha ammesso, da allora il nostro rapporto si è incrinato, ci parliamo a malapena, lo odio profondamente…”;
- “Inutile fasciarsi la testa, mi dispiace di aver rovinato il rapporto con tuo padre, alla fine lo ha fatto solo per amor tuo, in qualche modo posso anche capirlo, probabilmente non mi vedeva adatto a te…”;
- “Riesci anche a giustificarlo? Io no, è tutta colpa sua punto e basta! Il problema è che ti amo ancora da impazzire Gianluca…”;
Restai in silenzio, non sapevo cosa dire, mi guardava con gli occhi lucidi, le labbra tremanti, una lacrima scese sul suo viso seguita da un paio di singhiozzi.
- “Dai Roby, non fare così…”;
- “Scusa, lo sapevo che sarebbe finita così, piango sempre perché per colpa mia ti ho perso, l’università va di merda, non parlo più con mio padre, mia madre mi ha mandato anche dallo psicologo ma senza grossi risultati, ti ho perso e basta ma non riesco ad accettarlo. Tu adesso hai trovato un’altra ragazza, dai commenti che ho sentito in giro non potrò mai competere con lei, è finita e non riesco a darmi pace, anche questa serata non ha senso, tutto non ha senso…”;
- “Dai Roby, le storie iniziano e finiscono, probabilmente non era destino, vedrai che troverai presto qualcuno che ti darà tutto quello che meriti…”. Asciugai le sue lacrime con una mano accarezzandole il viso, le passai un fazzolettino di carta, si fregò forte gli occhi.
- “Non voglio un altro, voglio te!”;
- “Questo è un problema Roberta, devo essere sincero, sto con Simona adesso e ci sto bene, scusa la franchezza ma non voglio prenderti in giro, non te lo meriti…”;
- “Adesso sei sincero, quando eravamo insieme lo eri altrettanto? Mi amavi davvero? Lo so che mi hai tradita mille volte cosa credi? Ho sempre fatto finta di niente ma lo so che ti sei scopato altre ragazze mentre stavi con me, lo accettavo ma invece io ti ho sempre amato profondamente e rispettato…”;
- “E’ inutile tornare al passato, non voglio litigare…”;
- “Guardami negli occhi e dimmi che mi amavi ma mi tradivi, questo credo che me lo devi!”;
- “Non lo so se ti amavo o meno, è vero ti ho tradita, ti voglio bene, di questo sono certo, spero ti basti…”.
Mi piazzò una sberla, non forte ma secca, le lacrime tornarono a scorrere abbondanti sul suo viso, i suoi occhi erano pregni di risentimento.
- “Quindi avrei dovuto lottare per te che sei un traditore? Mi sa che ho sbagliato a fidarmi di te!”.
Capivo il suo risentimento e non avevo nessuna intenzione di giustificarmi, abbassai lo sguardo cercando di ingoiare il boccone, mi prese il viso tra le sue mani, aspettavo un’altra sberla, invece mi baciò teneramente.
- “Il problema è che nonostante tutto ti amo, scusami per la sberla ma sentirti dire quello che già sapevo è stata come una pugnalata in pieno petto, scusami…”.
Si avvicinò per darmi un altro bacio, mi allontanai prendendole le mani.
- “Me la sono meritata quella sberla, so di essere stato uno stronzo, il problema è che non resisto al fascino femminile, forse è la mia natura, scusami…”;
- “E Simona l’hai già tradita?”;
- “No, ma con lei è un rapporto diverso dal nostro, difficile spiegarlo, diciamo che nessuno dei due pretende l’esclusiva, perlomeno per il momento…”;
- “Capisco, una relazione aperta insomma.”;
- “Una specie, diciamo che non ci siamo promessi amore eterno…”;
- “Ma tu la ami?”;
- “Non lo so se è amore, lei dice di amarmi ma è una storia troppo complicata, lasciamo perdere…”;
- “Ok, torniamo a noi allora, ti posso dare un bacio?”;
- “Non so se è il caso Roberta, ho paura che ti farebbe più male che bene, questo incontro avrebbe dovuto chiarire le cose, invece credo che le stiamo complicando…”;
- “Cosa c’è di complicato in un bacio, ne ho bisogno…”.
Si avvicinò e le nostre labbra si toccarono dolcemente, la sua lingua si intrufolò timidamente nella mia bocca, mi abbracciò ed il bacio fu intenso, lungo e sensuale, il cazzo mi esplose nei pantaloni, la sua carica erotica era irresistibile, la mia mano scivolò sul suo culo quasi senza pensarci, alzai leggermente il vestitino toccando la sua pelle liscia e soda, mi appoggiò la mano sul cazzo cominciando ad accarezzarne la punta, spostai il perizoma e passai il dito sul suo buco del culo, emise un gemito di approvazione, improvvisamente tornai alla ragione.
- “Aspetta, cosa stiamo facendo?”;
- “Secondo te cosa stiamo facendo? Ci stiamo baciando, ti voglio Gianluca, ti voglio adesso…”;
- “Non era questo il senso della serata Roberta, forse non è il caso…”;
- “Ho bisogno di stare con te, ho bisogno dei tuoi baci, delle tue mani che mi accarezzano, ho bisogno che tu mi dai il piacere che solo tu sai darmi…”;
- “Non credo sia il caso Roberta…”;
- “Cosa devo fare con te? Non ti piaccio più allora, una volta bastava un mio sguardo per farmi saltare addosso, sono tua fino in fondo se tu lo vorrai, devo pregarti per caso? Da quando ci siamo lasciati non ho mai più fatto l’amore con nessuno, mi sono spesso masturbata pensando a te però…”;
- “Mi piaci moltissimo Roberta, se ragionassi solo con il cazzo ti avrei già strappato i vestiti di dosso, solo che non credo che ti aiuterebbe superare il problema se finissimo a letto, faccio fatica a trattenermi te lo assicuro…”;
Sospirò ed i suoi occhi tornarono a farsi lucidi.
- “Hai ragione, ma sono disperata Gianluca, ti voglio e sarei disposta a tutto per riaverti…”.
Mi abbracciò nuovamente scoppiando a piangere, stavolta in maniera copiosa, era davvero disperata, la strinsi forte consolandola, avevo la spalla tutta bagnata dalle sue lacrime, mi faceva tanta tenerezza quella ragazza e vederla così mi rattristava. Restammo abbracciati senza dire una parola per qualche minuto, si rialzò e con gli occhi pieni di lacrime disse:
- “Dimmi la verità, ami Simona?”;
- “Te l’ho già detto, non lo so se è amore…”;
- “Allora per noi c’è ancora speranza? Sii sincero ti prego.”;
- “Roberta non so cosa dirti, nella vita c’è sempre speranza però ci abbiamo provato e non ha funzionato, ci tengo a te, alla tua amicizia, credo che dovremmo limitarci a questo e vivere sereni entrambi, che ne dici?”;
- “Capisco, però anche tra amici si può fare del buon sesso, senza impegno, davvero Gianluca, ne ho bisogno…”;
- “Facciamo così, non facciamo delle stronzate per poi pentircene, dormiamoci sopra e pensiamoci, non facciamo qualcosa per poi pentircene, vale anche per me questo discorso…”;
- “Ti ha fatto bene conoscere Simona, ti trovo più maturo, quella ragazza ti ha fatto crescere, di questo bisogna prenderne atto, hai ragione, diamoci una calmata, ne riparleremo, magari quando tornerai dalle ferie…”;
- “Sono d’accordo, non voglio perderti anche come amica, ci tengo a te.”.
Mi diede un bacio tenendomi il viso tra le sue mani, non credevo ancora di aver resistito alle sue avance, avevo il cazzo che mi esplodeva nei pantaloni ed avrei voluto saltarle addosso scopandola come una bestia, forse aveva ragione, cominciavo ad usare la testa oltre che il cazzo. La serata proseguì tranquillamente, continuava a punzecchiarmi, aveva voglia di cazzo, se davvero era tutto quel tempo che non faceva sesso era comprensibile, la cosa mi inorgogliva, ero soddisfatto che non si fosse fatta scopare da nessun altro. La riaccompagnai a casa verso mezzanotte, ci salutammo e mi augurò buone ferie, ci saremmo incontrati al mio ritorno.
Arrivai a casa e mandai un sms a Simona - “Buonanotte, a domani.”.
Mi chiamò immediatamente.
- “Ciao tesoro, sei a casa?”;
- “Si, sono appena arrivato.”;
- “Allora com’è andata con Roberta, avete fatto sesso vero?”;
- “No, ti sbagli, non abbiamo fatto sesso, lei lo voleva ma ho rifiutato, se vuoi ti racconto tutto.”;
- “Assolutamente, spara!”.
Le raccontai tutto per filo e per segno, senza tralasciare nulla, ero curioso della sua reazione.
- “Mi sembra incredibile che tu le hai resistito, da un lato hai fatto bene perché sarebbe stato peggio, sei un saggio, però potevi scopartela lo stesso, sei stato stupido secondo me…”;
- “Ma come, dovresti esserne felice, un parere del genere me lo potrei aspettare da un amico non dalla mia donna!”;
- “Hai ragione ma non sono una donna come le altre, questo credo che tu lo sappia ormai, ad una scopata con un uomo che mi piace non rinuncerei mai, scusa la sincerità ma sono fatta così, lo dovresti sapere che sono una malata di cazzo.”;
- “Mi sorprendi sempre Simona, tu cosa stavi facendo?”;
- “Stavo guardando un po’ di TV per farmi venire sonno, mi sono appena masturbata sai?”;
- “Davvero, pensavo avessi scopato con Paolo.”;
- “Non scopiamo più, mi sono masturbata e lui mi ha guardata mentre lo facevo, non gli ho permesso di segarsi, ha guardato sudando come un pazzo mentre mi infilavo i due dildo nei miei buchetti chiamando il tuo nome, non ti sono fischiate le orecchie? Quando sono venuta poi gli ho permesso di andare in bagno a masturbarsi.”;
- “Che merda di uomo!”;
- “Concordo, ma è felicissimo, soddisfatto di come stanno andando le cose, non lo vedevo così appagato da tempo, in ferie lo umilieremo vero? Lo voglio fare felice come piace a lui…”;
- “Vedremo, adesso scusa ma ho sonno, ci risentiamo domani ok? Non vedo l’ora che sia mercoledì sera, buonanotte.”;
- “Anch’io non vedo l’ora di rivederti, tieni il cazzo pronto perché te lo distruggo, dovessi vedere come mi sono martoriata il culetto prima, lo sto tendo allenato per il tuo cazzo, buonanotte e ripensa al fatto che ti sei perso una bella scopata stasera.”.
Riagganciai il telefono e spensi la luce, ripensavo alla serata ed alle parole di Simona, ero ancora eccitato e mi masturbai immaginando di scopare con Roberta e Simona contemporaneamente.


Continua…

Visualizzazioni: 565 Aggiunto: 2 anni fa Utente:
Categorie: Etero Racconti Cuckold
Tag: Amatoriale