Capitolo 26
Simona arrivò in camera ancora in accappatoio, se lo tolse ed entrò nel letto nuda, si avvicinò gattonando con fare molto sensuale, era bella da togliere il fiato, sorridendo sussurrò:
- “Hai visto come si è tranquillizzato? Adesso è un cagnolino ubbidiente e sottomesso, lo hai fatto eccitare da matti sbattendomi così davanti a lui, mi ha detto che sei il numero uno ed io confermo e sottoscrivo, sei straordinario Gianluca…”;
- “Di quello che pensa lui me ne sbatto il cazzo, è un essere insignificante, mi interessa quello che pensi e provi te…”;
- “Penso che sei un ragazzo dolce ed adorabile, inoltre sai usare il cazzo in maniera eccezionale, ti basta come recensione?”;
- “Davvero?”.
Mi baciò tranquillizzandomi di non aver nemmeno baciato il marito, si era comunque lavata i denti, appoggiò la mano sul mio cazzo che era tornato durissimo e sussurrò:
- “Questo cazzo mi fa impazzire, tu mi fai impazzire, se vendessi le tue prestazioni ti faresti i soldi sai?”;
- “Esagerata…”;
- “Sei tu che sei esagerato, ho ancora voglia posso approfittare visto che è duro come il marmo…”;
- “Dipende da quanto offri…”;
- “Aspetta, torno subito!”.
Corse via dalla stanza, le chiesi dove andava ma non mi rispose, tornò poco dopo, si buttò sul letto e mi allungò delle banconote, erano cinquecentomila lire, la guardai perplesso e dissi:
- “Stai scherzando vero?”;
- “Me le sono fatte dare da Paolo, aveva solo questi in tasca, se ne vuoi di più te li posso dare domani, in effetti vali parecchio di più...”;
- “Tu sei pazza, non voglio soldi da te, stavo scherzando!!!”;
- “Mi piace questo giochino, vorrei pagarti per una volta la prestazione, dai prendili, è un gioco…”;
- “Se è un gioco va bene ma poi te li riprendi…”;
- “No, altrimenti non è eccitante, devi tenerteli, anzi facciamo le cose per bene, dai assecondami ti prego, torno subito ma tu vienimi dietro…”.
Mi baciò, si riprese i soldi, mi fece l’occhiolino ed uscì dalla camera chiudendo la porta, dopo alcuni minuti sentii bussare, era una pazza scatenata ma ero proprio curioso di vedere cosa volesse fare.
- “Chi è? Avanti…”.
Entrò nella stanza, si era vestita con una camicetta bianca ed una minigonna rossa.
- “Ciao, sono qui per un appuntamento, vorrei sapere quando puoi concedermelo…”;
- “Sono un po’ occupato in questo periodo, una cliente molto esigente mi sta prosciugando…”;
- “Il mio è un caso urgente però, sono molto bisognosa, non hai un attimo per me? So essere molto generosa…”;
- “Guarda, sei talmente bella che con te lavorerei gratis, è che sono proprio stanco adesso…”;
- “Ti ringrazio ma ne ho davvero tanto bisogno, non conosco la tua tariffa ma sono disposta a pagarti cinquecentomila lire per una singola prestazione…”;
- “Non saprei, però cinquecentomila lire sono una bella somma, va bene dai, sono tutto tuo per un’oretta…”;
- “Grazie, sei gentilissimo, nella tariffa è compreso tutto?”;
- “Tutto, servizio all inclusive, per un’ora farò tutto quello che vorrai…”;
- “Ottimo, non chiedevo di meglio!”;
- “Sei pazza Simona…”;
- “Scusa ma non mi va che ti prendi tutta questa confidenza, teniamo il rapporto il più professionale possibile per piacere…”;
- “Ok, la prendi proprio sul serio sta cosa…”;
- “Quale cosa scusa? Tu vendi un prodotto ed io lo acquisto, non capisco a cosa ti riferisci…”.
Le sorrisi divertito mentre si sedeva sul letto, dalla borsetta prese i soldi e me li infilò nelle mutande bloccandoli nell’elastico, poi sussurrò:
- “Con quello che pago spero che la mercanzia sia di buon livello come mi hanno detto le mie amiche…”.
Il giochino le piaceva proprio.
- “Lo spero, la soddisfazione della clientela è il mio primo obiettivo.”;
- “Allora comincia a farmi vedere l’articolo, alzati in piedi e fatti vedere per bene…”.
Sorrisi divertito mettendomi in piedi davanti a lei, ero in mutande e maglietta come mio solito.
- “Togliti la maglietta bello…”.
La tolsi, fece segno di girarmi di schiena, mi diede una sberla sul sedere e disse:
- “Siamo proprio messi bene fisicamente, i miei complimenti, adesso girati…”.
La cosa mi divertiva sempre di più, mi girai e restai fermo ad aspettare i suoi ordini, si alzò in piedi e cominciò a girarmi attorno accarezzandomi il petto, la schiena, le spalle, poi si fermò davanti a me e disse:
- “Sei proprio un gran bel vedere sai, adesso toccherò con mano l’articolo principale se non ti dispiace…”.
Si inginocchiò davanti a me, il cazzo mi esplose nelle mutande, quella donna lo avrebbe fatto rizzare all’istante pure ad un morto, cominciò ad accarezzarmi la pancia con le unghie, si passava la lingua sulle labbra e mi guardava eccitata, passò la lingua sul cazzo da sopra le mutande.
- “Sembra che hai dei grossi argomenti tu…”;
- “Sta a te giudicare, poi la cliente ha sempre ragione per me…”.
Sorrise e mi abbassò gli slip fino all’altezza delle ginocchia, il mio cazzo duro si parava davanti al suo viso in tutta la sua lunghezza, spalancò la bocca mettendosi una mano davanti.
- “Mamma mia, mi avevano detto che era grosso ma non credevo tanto così, dovrai essere molto delicato con me, sono alle prime esperienze, non voglio fare brutta figura con il mio nuovo ragazzo e cercavo qualcuno che mi addestrasse per bene…”;
- “Sarò delicatissimo non ti preoccupare.”;
- “Grazie, scusa ma mi sono un po’ intimorita viste le dimensioni, soprattutto la larghezza, mi spaccherai se non lo fai con delicatezza…”;
- “Si come no…”;
- “Non ti permettere, non sai mica come sono messa per giudicare, e non ridere, sono seria, la mia fighetta è stretta e poco usata, dovrai essere delicato, altrimenti riprenderò i miei soldi e me ne andrò!”;
- “Hai ragione scusa…”.
Lo prese in mano cominciando a segarlo, lo faceva con mano inesperta e con il viso intimorito, poi mi leccò la cappella delicatamente ritraendo la lingua.
- “Non ti piace?”;
- “Certo che mi piace, tanto anche, solo che è così caldo che quasi scotta…”;
- “E’ perché sono eccitato…”;
- “Wow, se ho fatto eccitare un professionista vuol dire che sono brava allora?”;
- “Non saprei se sei brava, non hai ancora fatto niente, mi hai eccitato perché sei molto bella…”;
- “Ti ringrazio, porta pazienza se non sarò brava ma come ti ho detto sono molto inesperta, poi sono un po’ intimorita, ho paura che mi farai male…”;
- “Tranquilla sarò delicatissimo, sarò come vuoi…”;
- “Grazie.”.
Cominciò a leccarmi le palle mentre mi segava, sembrava davvero una bocca inesperta la sua, sapere invece che troia fosse rendeva il gioco davvero eccitante, leccava l’asta e roteava la lingua sulla cappella.
- “Come mi trovi, vado bene?”;
- “Benissimo, non sembri così inesperta…”;
- “Sto seguendo l’istinto, sono le prime volta che faccio queste cose, hai qualche consiglio da darmi per farlo meglio? Li accetto ben volentieri…”.
Alzai una gamba e le dissi:
- “Quando lecchi le palle, arriva al buco del culo e leccalo puntando la lingua, piace molto a noi uomini…”.
Prese in bocca le palle insalivandole per bene, poi con la sua calda lingua cominciò timidamente a leccarmi il buco del culo puntando la lingua leggermente.
- “Così va bene?”;
- “Benissimo, sembra che tu lo abbia fatto mille volte, sei bravissima, continua così fino a quando non sarai pronta a prendere il cazzo in bocca…”.
Si dedicò a lungo leccando ed insalivando per bene, con la mano appoggiata sulla sua testa la dirigevo dove meglio credevo, si lasciava guidare, poco dopo la alzò rimettendosi davanti al cazzo, prese in bocca la cappella, poi scese piano piano fino ad arrivare a metà lunghezza.
- “Ma devo prenderlo tutto in bocca fino in fondo? Non credo di riuscirci.”;
- “A noi uomini piace quando una donna arriva fino in fondo, devi trovare te però il modo di riuscirci…”;
- “Adesso ci provo, porta pazienza ma come ti ho detto sono molto inesperta, poi grossi come il tuo non ne ho mai visti…”;
- “Tranquilla, prenditi il tempo che ritieni opportuno.”.
Riprese il cazzo in bocca arrivando quasi fino in fondo, poi lo tirò fuori di colpo tossendo, ci riprovò e questa volta arrivò con le labbra fino alle palle, lo tirò fuori e soddisfatta esclamò:
- “Ecco, ce l’ho fatta hai visto?”;
- “Bravissima, il massimo è quando lo imparerai a fare in continuazione mentre lo succhi, deve essere un gesto naturale, a noi uomini poi piace tenervi la testa giù con in cazzo piantato in gola fino quasi a soffocarvi, ci piace vedervi in difficoltà con il nostro cazzo in gola.”;
- “Siete perversi, vi piace metterci in difficoltà, fammi vedere…”;
- “Sei sicura? Guarda che te lo infilerò in gola fino a farti soffocare.”;
- “Fallo ti ho detto, adesso lo succhierò e quando ne avrai voglia fammi vedere…”.
Si attaccò al cazzo nuovamente, stavolta lo faceva con la sua solita maestria e foga, lo spompinava in maniera divina, le piantai a sorpresa il cazzo in gola fino in fondo tenendole la testa giù, cominciò a rantolare, la presi per i capelli e le tirai su la testa, la saliva colava copiosa dalla sua bocca, i suoi occhi erano lucidi ed era affannata, senza lasciarle prendere troppo fiato lo feci altre tre volte tenendola sempre più tempo con la gola occupata, quando le alzai la testa l’ultima volta abbondanti lacrime imperlavano il suo meraviglioso visetto d’angelo arrossato, il cazzo era completamente ricoperto di saliva.
- “Mi sembrava di soffocare ma mi piace farlo, sono stata brava?”;
- “Molto, adesso devi ripulirlo dalla saliva, asciugalo per bene…”.
Con molta dedizione leccò per bene la saliva, poi mi guardò ed asciugandosi la bocca con il polso disse:
- “Adesso voglio che mi lecchi la fighetta, ti avviso che mi sono bagnata tantissimo, spero che non sia un problema…”;
- “Assolutamente, anzi…”;
- “Fammi vedere come un professionista lecca la figa, mi hanno detto che sei bravissimo…”;
- “Spero di non deluderti…”.
La feci alzare e le sbottonai piano piano la camicetta, le sfilai la gonna ed il perizoma.
- “Hai un corpo fantastico…”;
- “Grazie, mi fa piacere che ti piace…”.
La feci coricare pancia in su sul letto, allargai le gambe, leccai i piedi dolcemente, i polpacci, le cosce ed arrivai davanti alla sua figa, era bagnata in maniera impressionante, colava umori.
- “Te l’ho detto che era bagnata…”.
Era davvero fradicia più del solito, il giochino l’aveva fatta eccitare in maniera particolare, il primo passaggio della mia lingua la fece letteralmente saltare sul letto.
- “Ohhhh sììì…”.
Mi prese per i capelli spingendomi verso di lei, infilai la lingua cominciando a farla roteare all’interno della sua figa calda.
- “Hai un sapore buonissimo…”;
- “Ti prego non ti fermare…”
Dopo averla leccata a lungo ed averle succhiato il clitoride mi spostai sul buco del culo, appena puntai la lingua mi avvisò:
- “Ti avviso che li è off limits, nessuno è mai entrato e mai succederà, intesi?”;
- “Davvero? Mi sembrava invece molto sfruttato…”;
- “Ti sbagli di grosso, non mi interessa nemmeno provarci!”;
- “Peccato, secondo me ti piacerebbe molto, lo vedo predisposto per darti tanto piacere…”;
- “Adoro farmelo leccare, quello si, a volte quando mi masturbo e sono vicina all’orgasmo al massimo un dito, niente di più…”;
- “Allora mi limiterò a leccartelo…”.
Era brava a fingere, in realtà nel culo le piaceva di brutto, quasi quanto nella figa, però il suo ruolo era quello della ragazzina alle prime esperienze e lo interpretava davvero bene, aprendo le chiappe il suo culo sfatto era una gioia per gli occhi, dovevo stare al gioco e dimostrarle quanto poteva essere bello, mentre glielo leccavo la invitai:
- “Dammi ascolto, spingi con la pancia, in questo modo il buco di dilaterà naturalmente…”;
- “Così va bene?”.
Quando spingeva di solito si apriva talmente tanto e con facilità che, dopo averla scopata a lungo, fuoriusciva un leggero prolasso, glielo avevo martellato a lungo poco tempo prima e bastò una piccola spinta per farlo comparire immediatamente, quando glielo leccai non riuscì a trattenersi.
- “Ohhhh sììì cazzo, che bello, continua ti prego…”.
Azzardai e le infilai un dito, la prima falange, mentre con l’altra mano le stavo masturbando la figa.
- “Ohhhh sììì, fai piano ti prego ma continua…”.
Non riusciva ad interpretare fino in fondo la parte, le piaceva talmente tanto che era difficile trattenere il suo piacere, infilai tutto il dito, poi un altro, fingeva di provare dolore ma gli umori che colavano dalla figa la tradivano, quando infilai il terzo dito e cominciai a ruotarlo esclamò:
- “Sei uno stronzo, così come faccio a fingere che non mi piace…”;
- “Se vuoi mi fermo…”;
- “Non ti permettere, sto venendo…”.
Ebbe il primo orgasmo allagandomi letteralmente la mano di umori, alzò la schiena puntando i piedi ed urlò:
- “Ohhhh sììì cazzo, sìììì…”.
Si alzò di scatto, dalla sua figa colavano sulle gambe abbondanti rigagnoli di umori, il volto era rosso, aveva perso il controllo, mi spinse facendomi cadere sul letto a pancia in su, si attaccò nuovamente al cazzo piantandoselo in gola fino ad arrivare alle palle, partì uno dei suoi strepitosi pompini, talmente bello da togliere il fiato, poi si ricordò improvvisamente del suo ruolo e chiese:
- “Così va bene?”;
- “Benissimo, sembri nata per fare questo…”;
- “Imparo in fretta…”.
Riprese con meno foga ma sempre in maniera divina succhiandolo a lungo, poi si fermò e guardandomi negli occhi disse:
- “Adesso mi devi scopare, ma fallo piano, è stretta la mia fighettina…”.
La girai a pancia in su, mi piazzai in mezzo alle sue calde cosce, appoggiai il cazzo ed infilai delicatamente la cappella.
- “Fai piano ti prego, è così grosso…”.
Cominciai a scoparla piano piano, era ridicolo pensare che fingesse di averla stretta quando nella sua figa ci si poteva infilare una mano senza nessuno sforzo, cominciò ad ansimare sempre più forte chiedendomi man mano di aumentare il ritmo, dopo un po’ chiese di toglierlo, si girò a pecorina e mi invitò a scoparla in quella posizione, mi piazzai in piedi dietro di lei, la scopai a lungo e con un ritmo sempre più elevato, ebbe il secondo orgasmo schizzando umori sul letto, ormai stava diventando un’abitudine per lei farlo.
- “Ohhhh sììì cazzo, sìììì…”.
Si fece cadere con la pancia sul letto, io sopra di lei sempre con il cazzo piantato dentro, mi spinse via, poi si coricò fianco a me e baciandomi disse:
- “Avevano ragione le mie amiche dicendo che sei un toro, ho avuto due orgasmi uno più bello dell’altro e ne voglio ancora…”;
- “Mi fa piacere, soldi ben spesi allora?”;
- “Assolutamente, diventerò una tua fedelissima cliente, sei bravissimo.”;
- “Bene…”.
Riprese fiato come suo solito, poco dopo si sedette su di me, mi guardò e strusciando la figa sul mio cazzo disse:
- “Ne voglio ancora…”.
Se lo infilò nella figa e cominciò a scoparmi lentamente, danzava sul cazzo in maniera spettacolare mentre ansimava e si sgrillettava il clitoride, poi si girò dandomi la schiena penetrandosi nuovamente, ondeggiava lentamente ruotando il culo tenendoselo infilato fino in fondo, la volevo inculare, la feci alzare un po’ puntandoglielo sul buco del culo, si girò verso di me:
- “Cosa stai facendo? Ti ho detto che lì non voglio…”;
- “Dammi retta, ti fidi di me? Ti piacerà da impazzire se lo provi, sei qui per imparare giusto?”;
- “Ho paura, sentirei troppo male, poi il tuo è largo e lungo, il mio povero culetto è vergine…”;
- “Dammi ascolto, fai come prima, spingi con la pancia, vedrai come entrerà facilmente, dopo un po’ di dolore proverai un piacere nuovo ed appagante, provaci e se non ti piacerà ci fermeremo immediatamente…”;
- “Ok, ma tu non spingere, lo infilo io piano piano e se mi farà male mi fermerò immediatamente.”.
Spinse con la pancia e la cappella entrò come un coltello caldo nel burro, fece finta di provare dolore:
- “Uhhhh fa male…”;
- “Rilassati e lascialo entrare…”.
Arrivò a metà della lunghezza.
- “Uhhhh che male, non ce la faccio…”;
- “Rilassati, è già dentro a metà, lascialo entrare tutto…”.
Lo fece entrare tutto fino in fondo, sentivo le sue spinte che allargavano e stringevano il buco.
- “Lascialo fermo fa male…”;
- “Sono fermo, quando ti senti pronta scopati da sola…”.
Con il cazzo nel culo era difficile per lei controllarsi, pochi secondi dopo cavalcava come una forsennata, appoggiò i piedi sulle mie cosce e le mani sulla pancia scopandosi con forza, ogni tanto si lamentava che le faceva male.
- “Sono pazza, mi sto facendo del male ma mi piace da impazzire, avevi ragione!”.
Le presi le gambe alzandogliele, la sua agilità agevolava questo tipo di posizione, poi cominciai io a scoparla fortissimo, il cazzo le devastava il buco del culo ed ogni colpo era seguito da un suo incitamento a farlo sempre più forte, poco dopo raggiunsi il limite e lei gridò ad alta voce:
- “Vienimi dentro, riempimi con il tuo sperma!”.
Le riempii il culo mentre mi pregava di non fermarmi, quando lo sfilai si attaccò ripulendolo per bene, i suoi occhi erano sempre fissi sui miei per assaporare il mio piacere, le piaceva vedermi godere ed io adoravo che lo facesse, infine si coricò sopra di me baciandomi dolcemente.
- “E’ stato fantastico, voglio un altro appuntamento al più presto.”;
- “Quando vuoi tesoro…”;
- “Sono stata brava?”;
- “Potresti fare la pornostar tesoro mio…”;
- “Davvero? Lo prendo per un complimento…”;
- “Il mio è un complimento.”;
- “Mi brucia tanto il culetto sai, però avevi ragione è bellissimo.”;
- “Te lo avevo detto.”;
- “Grazie di tutto, adesso devo andare, il mio ragazzo mi aspetta…”;
- “Scoperai anche con lui?”;
- “Assolutamente no, per stasera ne ho avuto abbastanza, ti saluto e grazie ancora, ti telefonerò molto presto.”.
Si rivestì, mi salutò con la manina e se ne andò chiudendo la porta dietro di se. Sorrisi a lungo divertito dal suo giochino, guardai i soldi e pensai che alla fine mi ero fatto l’ennesima gran scopata e ci avevo guadagnato pure, perché sentirmi offeso e fare il pirla? Quei soldi per me erano quasi la metà del mio stipendio mensile, li presi e nonostante mi sentissi imbarazzato li infilai nel cassetto del comodino, me li sarei tenuti, mi avrebbero fatto comodo.
Quando tornò Simona era in accappatoio, si era fatta nuovamente la doccia, si infilò nel letto e si mise sotto la mia ascella.
- “Mi è piaciuto tanto il giochino sai, lo voglio rifare al più presto se non ti spiace...”;
- “Ok, mi sono divertito anch’io ed il pensiero che tuo marito ti abbia dato i soldi dal suo portafogli mi ha fatto ancora più piacere, è proprio uno sfigato.”;
- “La prossima volta te li farò dare direttamente da lui i soldi se ti fa piacere e magari lo facciamo assistere, gli ho raccontato tutto mentre mi facevo la doccia e non ha potuto fare a meno di segarsi di nuovo, adesso è completamente sottomesso e succube a te, è soddisfattissimo di come ti stai comportando con lui, è talmente eccitato che prima di entrare in doccia mi ha leccato il culetto ancora pieno del tuo sperma e lo ha ingoiato di gusto, pagherebbe qualunque cifra per poter vedere il nostro giochino…”;
- “Che merda di uomo, se vuole assistere gli costerà di più, avvisalo…”;
- “Domani lo mando a prelevare in banca ed alla sera lo facciamo di nuovo se ti va, lui sarà il mio ragazzo inesperto che mi accompagnerà dal professionista per imparare a farmi godere, ho già in mente cosa fare…”;
- “Domani è sabato, le banche sono chiuse, voglio i contanti non accetto assegni ahhahahahaaa”;
- “Troverà i soldi, fidati!”;
- “Ok allora domani sera organizziamo un nuovo incontro.”;
- “Grazie tesoro, mi piace come ti stai disinibendo, non vedo l’ora, adesso facciamo la nanna che è tardi, buonanotte.”.
Si addormentò in fretta, ripensavo alle sue ultime parole e mi ritrovai sorpreso dal mio comportamento, mi stavo davvero disinibendo, certe cose che prima non avrei mai pensato di fare le stavo invece facendo senza grossi problemi, chi l’avrebbe mai detto che sarei stato pronto a queste depravazioni? Stavo esagerando? I dubbi mi tormentavano e pensai che prima o poi anche il mio ultimo tabù sarebbe caduto, immaginai una doppia penetrazione di Simona con il marito, mi diventò durissimo, feci fatica ad addormentarmi quella sera, stavo diventando un depravato senza limiti anch’io?
La mattina dopo quando mi svegliai, ero solo a letto, erano quasi le undici, mi trascinai in cucina e trovai Simona che stava facendo colazione, la salutai con un bacio, ero assonnato ed arruffato.
- “Stai bene tesoro? Ti vedo a pezzi.”;
- “Mi hai distrutto ieri sera, ho il cazzo in fiamme ed un sonno assurdo…”;
- “Povero il mio pulcino, vieni qui che ti do un bacino, stavi dormendo così bene che non ho avuto il coraggio di svegliarti…”;
- “Lo sfigato dov’è?”;
- “L’ho mandato a fare la spesa, inoltre gli ho detto dell’incontro di stasera, è andato a caccia di contanti per pagarti, dovevi vedere com’era esaltato, non rientrerà senza soldi…”;
- “Non ti stanchi mai te vero?”;
- “Mai, dici che sono malata?”;
- “Si, hai una malattia del cazzo ahhahhaaaa”;
- “Scemo! Comunque è vero, mi sa che sono un po’ ninfomane, avrei una voglia…”;
- “Fino a stasera niente, ti sembrerà strano ma ho bisogno di una sosta anch’io, mi crollerà se continui così…adesso vado a pisciare”;
- “Scusami ma mi piace tanto, posso almeno vederlo?”;
- “Cazzo ma stai messa proprio male, sei sicura di essere normale?”;
- “Sono sicura di non essere normale, dai voglio vederti mentre fai la pipì…non avrai mica vergogna?”;
- “Fai come vuoi…”;
Andai in bagno, si mise seduta sulla vasca, alzai l’asse del cesso, la guardai ed il cazzo diventò duro all’istante.
- “E’ davvero molto arrossato, però è anche durissimo…”;
- “E’ normale, mi scappa e la tua presenza mi eccita, faccio fatica a mirare il buco quando è così duro.”;
- “Immagino, falla nella vasca poi la sciacquo…”;
- “Non serve ce la faccio…”;
- “No dai, falla nella vasca, mi piacerebbe vederti mentre lo fai…”;
- “Ma dai…”;
- “Ti prego, fallo per me…”.
Ero un po’ imbarazzato, ma come potevo negarle qualcosa quando mi guardava e parlava in quel modo? Cominciai a pisciare nella vasca, si avvicinò e si bagnò due dita di una mano con la mia urina, poi le leccò succhiandosele, mi guardava eccitata, restai senza parole. Dopo aver finito di pisciare senza dire nulla lo scrollai, ho sempre avuto l’abitudine di asciugarmelo con un pezzo di carta igienica prima di rimetterlo nelle mutande, me lo aveva visto fare molte volte mentre eravamo in bagno insieme, mi anticipò prendendone un pezzo in mano.
- “Te lo posso asciugare io?”;
- “Certo…”;
Si inginocchiò davanti al mio cazzo ed invece di usare la carta igienica lo prese in bocca succhiandolo con forza, leccava la cappella e con la lingua asciugò accuratamente una goccia di urina che uscì, la guardai mentre lo faceva e mi eccitò moltissimo.
- “Lo vuoi un po’ di sperma da colazione?”;
- “Non chiedo di meglio, ma non volevi un po’ di riposo?”;
- “Come faccio a resistere dopo quello che hai fatto?”;
- “Ti è piaciuto?”;
- “Devo dire di sì, fammi un pompino dai…”;
Cominciò uno dei suoi pompini spettacolari, lo faceva con molta passione mentre con una mano si masturbava eccitatissima, mi bruciava parecchio ma quella donna era irresistibile, ci spostammo in salone, mi sedetti sul divano, si inginocchiò davanti a me e riprese il suo lavoro. Poco dopo entrò Paolo con due borse della spesa e restò sorpreso, mi salutò con la mano e chiese il permesso di sedersi sulla poltrona per guardare, gli feci un cenno con il capo mentre Simona gli sorrideva infilandosi il mio cazzo in gola, si mise a quattro zampe e lo invitò a leccarle la figa, mi guardò nuovamente cercando la mia approvazione.
- “Leccale pure la figa, inginocchiati e stai zitto”.
Arrossì vistosamente, si piazzò dietro la moglie e cominciò a leccargliela masturbandola con le dita, Simona cominciò immediatamente ad ansimare mentre lo succhiava con foga, le spingevo la testa facendole leccare palle e buco del culo, durò parecchio, mi bruciava moltissimo ma era talmente brava da farmelo dimenticare, sborrai riempendole la bocca, mi fece vedere lo sperma all’interno della sua bocca, poi si girò e baciò il marito scambiandoselo mentre limonavano, li guardavo ed ero disgustato per lui, ero abituato a vedere Simona ingoiare e mi eccitava parecchio ma vederlo fare a lui mi faceva davvero schifo, nello stesso momento però mi sentivo in una posizione totalmente dominante nei loro confronti e la cosa mi eccitava. Mi alzai per andare in bagno a lavarmi, loro mi guardavano mentre continuavano a baciarsi ed esclamai:
- “Cazzo Paolo mi fai schifo!”.
Continua...
Continua…