Capitolo 23


 


Ci coricammo a letto verso le due, prima di addormentarci mi disse che aveva un forte mal di pancia e che era meglio restare tranquilli quella sera, un po’ di riposo era una buona idea anche per me, mi addormentai molto velocemente, sicuramente prima di lei.
La mattina successiva fummo svegliati verso le 9 dall’arrivo di Carla e Manuela, Simona corse in bagno in quanto come al solito dormiva nuda e non voleva farsi vedere da loro, restai ancora assonnato a letto in mutande, in quel momento entrò Manuela in camera con decisione, pensava non fossimo in casa.
- “Carla io comincio ad arieggiare la camera da letto…”.
Mi vide nel letto e restò sorpresa esclamando:
- “Scusa, pensavamo foste già usciti, che figura di merda…”;
- “Tranquilla non è successo niente, ora mi rivesto e me ne vado in cucina…”;
- “Scusa di nuovo…”.
Corse in salone da Carla, indossai un paio di pantaloncini corti e facendo il giro intorno arrivai vicino alla cucina, le sentii parlare tra di loro, Manuela stava parlando di quello che era successo:
- “Si, era in mutande, ha un fisico da paura ed un pacco mica da ridere, secondo me ce l’aveva duro, sai al mattino quando si è giovani succede, anche mio marito una volta era sempre in tiro così appena sveglio, avessi qualche anno di meno…”.
Carla le rispose:
- Parla piano, eh lo so, ma hai visto Simona quanto è bella? Dura competere con una ragazza così, comunque lui è proprio un bel ragazzo…”;
- “Sai, a volte non basta essere belle, bisogna saperci fare con il cazzo ed io modestamente lo so trattare bene…”.
Sorrisi divertito, a dirla tutta Manuela me la sarei scopata volentieri, mi faceva sangue la tipa, nonostante l’età restava molto appetitosa. Simona mi raggiunse in cucina e preparò la colazione, disse che doveva andare dall’estetista e dalla parrucchiera, dovevamo lasciare la casa libera tutta la mattina, nel pomeriggio poi sarebbe tornata Carla per preparare la cena in programma con i miei, decisi di andare a farmi un giretto in moto, ci saremmo rivisti verso mezzogiorno.
Lasciai casa verso le 10,00 ed andai al bar, pensavo non ci fosse nessuno, invece incontrai Marco.
- “Hey, che cazzo ci fai qui?”;
- “E’ il primo giorno di ferie, quest’anno non andremo da nessuna parte, Sabrina ha le ferie ad agosto ed io adesso, che palle, oggi pomeriggio vado in piscina, vieni anche te?”;
- “Non so, stasera ho la cena con i miei, ti ricordi? Mi sa che Simona mi darà qualcosa da fare, ti faccio sapere ok?”;
- “Nessun problema, tanto passerò 15 giorni in piscina, ci saranno altre occasioni, a proposito, mi hai incuriosito, cosa volevi dirmi di Simona?”.
Essendo il bar praticamente vuoto ci appartammo in un angolo per poter parlare tranquillamente, quindi mi feci coraggio.
- “Marco, tutto quello che ti racconterò dovrà restare tra noi, mi fido di te e so che posso stare tranquillo, ok?”;
- “Gianluca, ci mancherebbe altro, mi conosci, però così mi preoccupi, che cazzo mi devi raccontare di così strano?”.
Cominciai dall’inizio, poche parole bastarono per scioccarlo, gli raccontai tutto per filo e per segno; il nostro primo incontro, la prima volta davanti al marito, tutto, restò senza parole soprattutto quando gli dissi l’età di Simona, aveva intuito che avesse qualche anno più di noi ma al massimo due o tre, non 32. Alla fine del racconto era sconvolto.
- “Dai, non ci credo, mi stai prendendo per il culo, cos’è una candid camera?”;
- “E’ tutta la verità Marco, che tu ci voglia credere o no le cose stanno così.”;
- “Cazzo mi sembra la trama di un film porno, ma la scopate anche insieme?”;
- “No quello no, c’è stata solo una volta che mentre la inculavo ha fatto un pompino al marito, mi ha accennato che l’idea la stuzzicherebbe ma non credo di farcela…”;
- “A pensarci bene anche a me farebbe schifo, i vostri cazzi si toccherebbero, bleah!!!”;
- “Infatti, il problema è che sono innamorato perso di lei, non so cosa fare…”;
- “Darti un consiglio è impossibile, credo che bisogna trovarsi personalmente in una situazione del genere, però mi sembra davvero presa da te, direi che te la dovresti godere finché dura senza costruirci sopra troppo, non credo che ci sarà un futuro tra voi, prima o poi si stuferà e cercherà un altro cazzo.”;
- “E’ quello che penso anch’io, però ti assicuro che tenere la mente stabile è difficile…”;
- “Ti credo, è una figa pazzesca e quello che mi hai raccontato finora potrebbe fare la pornostar per quanto è porca, senza offesa naturalmente…”;
- “Tranquillo, la penso come te, è troia fino al midollo e lo dice pure, è assurda…”;
- “Cazzo, pensavo che fosse troia Sabrina da quando sono riuscito a scoparle il culo, Simona lo vuole sempre lì, mi sento un fallito…”.
Ridemmo e scherzammo a lungo, volle che gli raccontassi tutte le porcate più assurde che avevo fatto con lei, dagli incontri in hotel fino ad arrivare alla decisione di andare a vivere insieme, arrivò a chiedermi consigli su come convincere Sabrina ad ingoiare, con Simona non ce n’era stato bisogno perché ne era ghiotta, però gli suggerii la tecnica di Roberta, restò anche lì molto sorpreso. Parlammo a lungo della situazione e di come il marito potesse essere felice nel vedere sua moglie scopata da un altro, anche lui era del mio stesso parere, come si può accettare di condividere una donna così ed addirittura subire umiliazioni continue da parte nostra, pagando sempre il conto pure? Entrambi ce la saremmo tenuta strettissima se fosse stata nostra moglie. Fummo interrotti da un sms di Simona: - “Tesoro sono a casa, dove sei?”.
Avevo perso la nozione del tempo, era già mezzogiorno, Marco volle sbirciare il nostro colloquio incitandomi a stuzzicarla: - “Sono al bar con Marco, dieci minuti sono a casa, tu cosa stai facendo, la pancia ti fa ancora male oppure ti è passata? Ci sono rimasto un po’ male per ieri sera…” - “Sto meglio grazie, dai muoviti che ho voglia di te, Carla arriverà alle 15,00 non abbiamo molto tempo…” - “Ok dieci minuti sono a casa, prepara il culetto…” - “Sarà fatto mio signore, adesso ci rimetto dentro il plug così quando arrivi sarà già pronto…muoviti!!!”.
Marco restò a bocca aperta, era davvero una porca assoluta ed esclamò:
- “Noo vabbè dai cazzo, vai a casa e scopala fino a quando arriva la tipa delle pulizie…”;
- “E’ quello che succederà, scusa ma devo proprio andare…”;
- “Che cazzo fai ancora qui? Vai porca troia!!!”.
Ci salutammo e corsi a casa, feci le scale in un baleno, aprii la porta di casa esclamando:
- “Eccomi Simona, dove sei?”;
- “Sono in camera…”.
Entrai in camera e la trovai completamente nuda mentre si masturbava il culo con il dildo nero, quello grosso:
- “Oh porca puttana…”;
- “Quanto ci hai messo, dai vieni qui da me, dammi una mano…”.
Mi spogliai in un secondo e mi buttai sul letto mentre si continuava a scopare con il dildo.
- “Fammi vedere come ti piace usarlo…”.
Lo estrasse, il buco del culo che si strinse richiudendosi, non completamente però, si infilò il dildo in bocca insalivandolo abbondantemente, fece colare un po’ di saliva sulla punta e la spalmò sulla lunghezza con le mani, lo appoggiò sul buco, spinse con la pancia facendolo dilatare e se lo piantò dentro con decisione fino alla fine, era enorme e lungo ma quasi sparì completamente, teneva con due dita la sua estremità, lo lasciò e lo spinse fuori spingendo con la pancia fino a farlo uscire del tutto.
- “Mi piace giocarci così, vuoi provare anche tu?”.
Feci la stessa cosa anch’io un paio di volte, poi presi il plug di vetro e lo insalivai per bene, glielo infilai piano piano, era bellissimo vedere come la parte più larga dilatava il buco del culo arrivando alla parte più stretta, per poi fermarsi lasciando solo il bordo a coprire l’orifizio.
- “Che spettacolo che sei Simona…”;
- “Hai parlato di noi a Marco?”;
- “Certo, abbiamo parlato di te, ti fischiavano le orecchie?”;
- “Cosa gli hai detto?”;
- “Quello che si poteva dire, che ti ho incontrata per caso in un locale e che mi sono innamorato perdutamente di te…”;
- “Non è che sei andato oltre vero?”;
- “Ma sei matta? Non sono mica scemo…”;
- “Mi raccomando Gianluca, teniamo la nostra storia per noi…”;
- “Tranquilla, adesso fammi vedere quanto ti piace il mio cazzo…”;
- “Lo sai quanto mi piace, fammi vedere te piuttosto cosa vuoi fare di me…”.
Mi coricai su di lei baciandola a lungo, ci sussurravamo parole dolci alternate a fantasie su cosa volevamo fare da lì a breve, disse eccitatissima:
- “Voglio essere usata…”.
Mi misi con il buco del culo davanti alla sua bocca, era coricata a pancia in alto, cominciò a leccarmelo mentre con una mano mi segava ed accarezzava le palle, bellissimo vederla così sottomessa, sentivo la sua lingua cercare di entrare, le dissi che non ero ricchione, doveva solo leccare e basta, si scusò, mi girai a “69” piantandole il cazzo tutto in gola, intanto giocavo con il plug, lo facevo uscire dal suo culo, lo insalivavo per poi rimetterglielo dentro, la sentivo gemere e respirare a fatica mentre mi spompinava, tornai a sedermi letteralmente sulla sua faccia mentre il mio cazzo la soffocava, era rossa e respirava dal naso a fatica, la saliva le ricopriva il viso quando lo estraevo.
- “Va bene così?”;
- “Si certo, usami a tuo piacere…”.
Le ordinai di inginocchiarsi a terra davanti al letto, lo fece volentieri, il volto era quello di una ragazzina in punizione, le piaceva giocare in questo modo, mi chiese cosa doveva fare, mi sedetti sul bordo e le dissi che avevo i piedi sudati, doveva provvedere alla loro pulizia, sollevò un piede e cominciò a leccarlo con particolare dovizia, ansimava eccitata mentre lo faceva e ripeteva che le piacevano moltissimo i miei piedi, leccò a lungo salendo fino al polpaccio e dietro al ginocchio, mi faceva solletico.
- “Sembri una cagnolina quando mi lecchi così…”;
- “Si, sono la tua cagnolina in calore…”;
- “Quindi vuoi il cazzo?”;
- “Si, lo voglio adesso mio signore…”;
- “E dimmi, dove lo vuoi?”;
- “Dove desideri…”;
- “Vieni qui, siediti sul cazzo…”.
Mi coricai sul letto, si mise in piedi davanti a me dandomi le spalle, si tolse il plug dal culo e si sedette sul cazzo penetrandosi fino in fondo.
- “Ohhh sìììì!!”;
- “Muoviti a tuo piacere cagnolina…”.
Appoggiò i piedi sulle mie cosce, le mani sul petto e cominciò a fare su e giù fortissimo, spingeva con i piedi fino quasi a farmi male, non capivo come non poteva soffrire scopandosi così forte, ansimava e gemeva di piacere mentre il mio cazzo la penetrava fino alle palle senza sosta, ebbe un orgasmo poco dopo, si lasciò cadere sul letto, aveva il fiatone, era sudatissima, la baciai accarezzandole i capelli.
- “Ma non ne hai mai basta tu?”;
- “Mai, devo solo riprendere fiato, dammi due minuti…”;
- “Lo sai che ti amo?”;
- “Lo so, ti sembro strana vero quando faccio così?”;
- “Così come? Mi piace quando ti vuoi far sottomettere, lo faccio con piacere…”;
- “Lo so che pensi che sono una troia, non ti sbagli, mi sento una troia e voglio che il mio uomo mi usi, mi piace essere il tuo giocattolo, non ci posso fare niente…”;
- “Io penso che sei una donna straordinaria Simona, troia è una parolaccia, ti piace il cazzo, tutto qui, cosa c’è di male?”;
- “Non c’è niente di male, il fatto è che sono completamente dipendente dal cazzo, sono una drogata di sesso…”;
- “Ed io sono il tuo spacciatore…”;
- “Sono già di nuovo in astinenza padrone…”.
La baciai con passione, le sue mani cercavano di nuovo il cazzo, la feci mettere a quattro zampe per terra e mi sedetti nuovamente sul suo culo penetrandola in profondità, allargò le chiappe come adoravo vederle fare, ormai sapeva tutto quello che mi piaceva, non dovevo dirle più cosa doveva fare per eccitarmi, poco dopo le inondai l’intestino di sperma, lo lasciai dentro finché lo sentii finire, lo estrassi e la feci girare per farmelo ripulire da inginocchiata, lo leccò a lungo ingoiando i residui che erano rimasti, quando fece per alzarsi notai una pozza di sperma sul pavimento, le presi la testa e glielo feci notare, non pensavo arrivasse a tanto, senza il minimo indugio si mise a leccarla mentre sorridendo mi guardava e si infilava due dita nel culo sporco del mio seme.
- “Che spettacolo che sei Simona…”;
- “Questo ed altro per il mio padrone…”.
Leccò tutto accuratamente e si ripulì le dita, poi si mise di fronte a me, il viso era provato dall’intensa attività, sorrise dicendo:
- “Adesso vieni che ti voglio fare il bagnetto…”.
Mi prese per mano precedendomi, il suo culetto arrossato danzava davanti ai miei occhi, entrammo nella vasca e volle lavarmi accuratamente.
Mangiammo velocemente qualcosa, mentre eravamo ancora a tavola arrivarono Carla e Manuela, la prima avrebbe preparato la cena mentre la seconda avrebbe finito di pulire per bene.
- “Siete ancora a tavola?”.
Chiese Carla.
- “Si, siamo rientrati tardi dalle commissioni e poi ci siamo persi, a proposito Manuela, puoi sistemare per cortesia in camera che abbiamo fatto un po’ di casino…”;
- “Certo Simona, ci penso io non ti preoccupare…”.
Mi fece l’occhiolino divertita.
- “Tu sei pazza!!!”.
Passai il resto del pomeriggio in salone a guardare la TV ed a giocare con i videogiochi, Simona fece una scappata a farsi rifare la piega ai capelli, Carla cucinava mentre Manuela finiva di pulire casa. Quest’ultima mi fece ammirare il suo corpo in più di un’occasione; mentre preparava il tavolo nel salone “casualmente” fece cadere i tovaglioli ed il suo bel culo si parò davanti a me, indossava un perizoma bianco molto invitante, in un’altra occasione prese dal tavolino di fronte a me la bottiglietta di birra per buttarla facendomi ammirare il suo enorme seno, insomma mi stuzzicava la signora. Quando Simona tornò rimase in cucina con Carla per farsi dare le ultime indicazioni su come riscaldare la cena, poi ci preparammo per accogliere i miei genitori, era visibilmente emozionata, ci teneva a fare bella figura, indossò il vestito che aveva comprato il giorno prima ed un paio di scarpe con il tacco altissimo, era bellissima come suo solito, poi cambiò idea all’ultimo momento perché riteneva di essere troppo sexy e non voleva dar loro l’impressione di essere una troia, temeva il giudizio di mia madre in particolare. Alla fine optò per un vestito più castigato, era comunque stupenda, mentre si metteva gli orecchini aveva le mani che le tremavano e mi chiese di aiutarla.
- “Mi puoi mettere tu gli orecchini per piacere?”;
- “Simona stai tranquilla, non ti riconosco, andrà tutto bene…”;
- “Lo spero, ci tengo tantissimo a fare bella figura con i tuoi, ti sembro stupida vero, considerando la situazione?”;
- “Non penso che tu sia stupida, anzi, mi fa piacere che tu abbia questo interesse nei loro confronti, tranquilla farai un figurone, ti amo…”;
- “Lo spero tanto, anche tu stai benissimo, ti amo tanto anch’io…”.
Suonarono alla porta, erano loro, andammo ad aprire insieme, entrarono e ci accomodammo tutti nel salone, li accompagnammo subito dopo a fare visita all’appartamento, Simona spiegò loro che l’affitto era pagato dall’immobiliare per la quale lavorava, contava di trasferirsi in pianta stabile qui perché gli affari le andavano molto bene. Mio padre non perdeva occasione per congratularsi con me per la sua bellezza mentre mia mamma si innamorò perdutamente dell’abitazione, disse che era bellissima e che si vedeva che era tenuta bene, si notava la presenza di una donna. Simona fu sincera nel dire che della casa se ne occupava una signora, anche la cena era stata preparata insieme a lei, era occupatissima e non aveva molto tempo da dedicarle, mia madre si piazzò in cucina per dare una mano nonostante Simona non volesse, io e mio padre invece aspettavamo in salone sorseggiando un aperitivo.
- “Figliolo hai fatto bingo ad incontrare Simona è bellissima, ottimo lavoro e dimmi a letto com’è?”;
- “Ma papà dai, comunque tranquillo, tutto al top anche da quel punto di vista…”.
Quando arrivarono con gli antipasti stavamo ancora ridendo, mia madre subito ci riprese:
- “Cos’avete da ridacchiare come due oche? Andate a lavarvi le mani che la cena è pronta!“.
La serata passò senza intoppi, mia madre fu affascinata da Simona, cosa non così semplice per nessuna, figuriamoci per una donna che si era portata via suo figlio, mentre stavamo bevendo il caffè fece un discorso dei suoi.
- “Devo essere sincera con te Simona, ero scettica quando Gianluca mi ha detto che si sarebbe trasferito, quando sarai madre capirai la paura nel veder andar via l’unico figlio che hai, ho cercato di convincerlo a pensarci bene prima di tuffarsi in un’avventura del genere…“.
Simona rispose:
- “Lo capisco signora, però…”;
- “Lasciami finire cara, adesso che ti ho conosciuta ho capito perché si è innamorato di te, lo conosco bene Gianluca, è un bravo ragazzo ma non pensavo esistesse una donna che riuscisse a fargli mettere la testa a posto, è sempre stato molto superficiale da questo punto di vista, tu sei una ragazza splendida, adesso che ti ho conosciuta sono più tranquilla, sei molto matura per la tua età e credo che potresti essere davvero la sua donna per la vita, ti chiedo solo un piacere…”;
- “La ringrazio signora, dica pure…”;
- “Non spezzargli il cuore ti prego, proprio adesso che lo vedo coinvolto così sarebbe davvero troppo per lui, sembra un duro ma è molto sensibile…”;
- “Ma dai mamma…”;
- “No Gianluca ha ragione, le garantisco signora che con lui sono partita con tutte le migliori intenzioni, sono molto innamorata di suo figlio, spero anch’io che filerà tutto liscio, è la prima vera storia anche per me ed anche l’unica spero…”.
Mia madre si commosse, seguita a ruota da Simona, si abbracciarono entrambe con gli occhi lucidi, anche mio padre era visibilmente teso ma spezzò l’atmosfera con una delle sue solite uscite:
- “Viva gli sposi!!!!! Ma dai...”;
Scoppiammo tutti a ridere di gusto terminando la serata verso mezzanotte quando se ne andarono, Simona era felice ma quando fummo soli calò sul suo volto un’espressione cupa, la abbracciai e chiesi:
- “Cos’hai? Mi sembra che sia andato tutto bene...”;
- “Sono felicissima, i tuoi sono meravigliosi, anche tua madre è una brava donna, mi dispiace solo averli ingannati…”;
- “Non li hai ingannati, semplicemente non si poteva dire le cose come stanno in realtà, mi sembra chiaro.”;
- “Lo so, però sentir parlare tua madre così mi ha fatto sentire una persona cattiva, non meritano di essere illusi, sapessero le cose come stanno in realtà chissà cosa penserebbe di me…”;
- “Non pensare a quello, pensa che la verità la sappiamo io e te, loro saranno coinvolti in maniera marginale, comunque andranno le cose tra noi…”;
- “Loro soffriranno come soffriremo noi, siamo onesti che futuro possiamo avere io e te? Che progetti potremmo fare insieme, siamo destinati ad un rapporto senza futuro…”;
- “Ma che cosa dici? Lo sappiamo entrambi che il nostro rapporto non potrà mai essere normale, sei stata tu la prima a mettere le cose in chiaro, adesso il tuo ragionamento non ha senso...”;
- “Prima è prima, adesso le cose sono diverse, ti amo da impazzire Gianluca, questo non lo avevo previsto, le parole di tua madre sono state come un fulmine a ciel sereno, vorrei costruire qualcosa di importante, vorrei dei figli da te, vorrei passare tutta la mia vita con te, ma c’è un problema di fondo…”;
- “Questo problema ha un nome ed un cognome, certi legami si possono cancellare, lo sai come la penso, non ho cambiato idea, anzi dopo stasera sono sempre più disponibile, ce la caveremo Simona, lascia Paolo e diventa mia per davvero, solo mia…”;
- “Non è possibile Gianluca, non è possibile…”.
Corse in bagno e si chiuse dentro con gli occhi pieni di lacrime, restai fuori dalla porta cercando di convincerla ma la sentivo singhiozzare, mi chiedeva di lasciarla sola e di aspettarla in camera. La aspettai sul letto a lungo, quando arrivò si era calmata, gli occhi erano gonfi ed arrossati, si coricò mettendosi con la testa sotto la mia ascella, restammo in silenzio per qualche minuto che sembrarono durare un’eternità, cercai di dire qualcosa ma mi mise due dita sulla bocca.
- “Non dire niente, baciami e basta…”.
Ci baciammo delicatamente, le nostre labbra si sfioravano, le sue erano salate, sapevano di lacrime, cercai nuovamente di parlarle ma mi interruppe nuovamente.
- “Non c’è niente da aggiungere, voglio addormentarmi tra le tue braccia, parleremo domani…”.
La sentii addormentarsi, il braccio mi faceva male ma non osai toglierlo, stavo bene con lei accanto, tutto il resto non contava. Mi addormentai tardissimo, non saprei l’ora esatta, il mattino successivo quando aprii gli occhi non era a letto con me.
- “Simona dove sei?”;
- “Sono in cucina, ti sei svegliato dormiglione? Aspettami che sto arrivando.”.
La sua voce sembrava serena, arrivò in camera poco dopo con un vassoio, mi aveva preparato il cappuccino, una brioche e le fette biscottate con la marmellata, bella come il sole e con un sorriso accecante, appoggiò il vassoio sul mio comodino, mi baciò delicatamente e chiese:
- “Dormito bene?”;
- “No, vogliamo parlare di ieri sera?”;
- “No, acqua passata, è stato solo un trip e basta, fai colazione e poi ci facciamo una passeggiata ok?”;
- “Io invece vorrei parlare…”;
- “Io no, adesso sto bene e non voglio parlarne più…”.
Si mise a messaggiare con Paolo mentre facevo colazione, disse che sarebbe arrivato nel tardo pomeriggio, avrebbe dormito nella sua stanza e domenica sera sarebbe tornato a casa. Voleva andare a cena in un ristorante in collina vicino a casa nostra, Carla glielo aveva suggerito, telefonò per prenotare, nel frattempo avevo finito, era in mutandine e reggiseno sul letto, il cazzo mi pulsava, le accarezzai una gamba mentre stava parlando con il ristorante, mi guardò sorridente, passai le mani sulla sua figa, sulla pancia e sulle tette, quando riagganciò disse con tono divertito:
- “Cosa vorresti fare?”;
- “Niente…”;
- “Ho le mie cose lo sai…”;
- “E allora?”;
- “E se non avessi voglia?”;
- “Impossibile, tu hai sempre voglia…”.
Saltò di scatto sedendosi su di me, mi baciò con passione leccandomi il petto, si slacciò il reggiseno gettandolo a terra e disse:
- “Hai ragione…”.
Passò a leccarmi nuovamente il petto, poi la pancia, scese sulle gambe ed i piedi soffermandosi a lungo, ansimava come suo solito eccitata, leccò il cazzo da sopra le mutande mordicchiandolo, le sfilò piano piano prendendosi la cappella in bocca e leccandola delicatamente
- “Mi piace il cazzo di prima mattina…”.
Il pompino da antologia che seguì subito dopo mi tolse il fiato, non voleva essere sfiorata, si dedicava interamente a me e lo faceva con la solita passione travolgente, molto tempo dopo tornò a sedersi su di me baciandomi a lungo, era stata così brava che ero quasi al limite, mi guardò negli occhi e sussurrò:
- “Non devi venire adesso, è troppo presto…”;
- “Non te lo garantisco, è colpa tua, sei troppo brava…”;
- “Tu vieni quando lo decido io ok?”;
- “E’ una parola…”.
Spostò le mutandine di lato e lo accompagnò delicatamente nel culo, era caldo e stretto, non era stato preparato quindi l’attrito era notevole.
- “Così durerò due minuti…”;
- “Ti ho detto che non puoi venire, stringi i denti…”.
Cominciò a roteare il culo lasciandolo tutto dentro, stringeva le chiappe, lo faceva con forza, era bellissimo, poi nuovamente sussurrò:
- “Non devi venire adesso, è troppo presto…”;
Stringevo i denti per non esploderle dentro, mi vedeva in difficoltà e mi dava il giusto respiro senza farmi cedere, sembrava avesse il controllo sul mio membro, alternava soste prolungate per poi riprendere quella sensualissima danza, spostò le mutande di lato e cominciò a sgrillettarsi.
- “Prima devo venire io capito?”.
Appoggiò i piedi sul materasso alzandosi il più possibile per sgrillettarsi meglio, lo faceva ansimando e accarezzandosi le tette con l’altra mano, il suo sguardo era fisso su di me, sudavo come una bestia per non venire, non potevo, poco dopo per fortuna ebbe l’orgasmo:
- “Ohhh sììì, eccolo stai fermo non venire!!!”.
Restando ferma si mise entrambe le mani sulle tette alzandosele verso la bocca leccandosele con foga, era meraviglioso vederla così, le mutandine erano bagnatissime, il suo clitoride gonfio come se avessimo appena finito di scopare, ero al limite, finalmente era arrivato anche il mio momento, se lo sfilò dal culo e si sedette davanti a me mettendo i suoi piedini davanti al cazzo, poi guardandomi disse con passione:
- “Vieni sui piedini ti prego…”.
Mi inginocchiai davanti a lei cominciando a segarmi, protese i piedi sfregandoseli nervosamente.
- “Lavami i piedini con il tuo sperma…”.
Pochi colpi e sborrai come una fontana, si alzò con la schiena avvicinando la bocca aperta tenendo la lingua fuori, schizzai fino a sporcarle oltre ai piedi anche il viso fin dentro alla bocca, ingoiò subito leccandosi le labbra, poi prese un piede e cominciò a leccare il mio sperma avidamente, sempre i suoi occhi su di me, ripulì con cura entrambe le estremità, poi si prese il cazzo in bocca succhiandolo a lungo, non contenta leccò lo sperma dalle lenzuola con il sorriso sulle labbra.
- “Noi siamo nati per darci piacere a vicenda…”;
- “Concordo Simona…”.
Restammo abbracciati in silenzio a lungo finché si alzò di scatto e disse:
- “Tornando a ieri sera, ti amo, tu mi ami?”;
- “Certo che sì…”;
- “Basta, non c’è altro da aggiungere, finché sarà così è la nostra storia d’amore, la più bella che potessi vivere, se e quando finirà solo il tempo lo dirà, non parliamone più per piacere…”;
- “Allora piantala di avere queste crisi, mi fai preoccupare.”;
- “Non capiterà più tranquillo.”.
Dopo esserci fatti una doccia uscimmo per una passeggiata, incontrammo Marco, nel pomeriggio sarebbe andato in piscina con Sabrina, ci invitò ed accettammo, appuntamento sotto casa nostra alle 14,00. Pranzammo in un bar del centro dove insieme all’aperitivo c’era un ricchissimo buffet, poi andammo a casa a preparare il necessario. Puntualissimi Marco e Sabrina furono sotto casa nostra ed andammo in piscina con la loro auto. Arrivati sul posto ci piazzammo sui lettini, Simona sfoggiò un micro bikini da infarto; la parte superiore copriva a malapena i seni mentre quella inferiore era alla brasiliana, le entrava tutto nel culo, una cosa spettacolare, aveva gli occhi di chiunque puntati addosso, andammo a farci un paio di discese sugli scivoli ed ogni volta che arrivavamo in fondo le uscivano le tette, non era per niente imbarazzata, anzi l’opposto, si concedeva volentieri al pubblico, anche Sabrina non era da meno e come Simona indossava un costumino che permetteva di ammirare tranquillamente le sue magnifiche forme. Tornammo ai lettini poco dopo, Simona e Sabrina si erano messe una vicina all’altra, la loro complicità era fin troppo evidente, ridacchiavano e commentavano gli sguardi di apprezzamento che ricevevano divertendosi un mondo. Io e Marco fummo invitati ad una partita di calcetto organizzata da amici, le nostre due ragazze si piazzarono tra il pubblico incitandoci tutto il tempo, tornammo verso le 18,30 decidendo che ci saremmo tornati il giorno successivo già dal mattino, la sera invece l’avremmo trascorsa insieme, prima a cena e poi in discoteca. Quando entrammo in casa trovammo Paolo che ci aspettava sul divano del salone e Simona esclamò:
- “Oh cazzo, mi ero dimenticata di te tesoro...”.
Si avvicinò dandogli un bacio, lui la abbracciò sussurrandole:
- “Mi sei mancata Simona…
Lei si divincolò e con tono distaccato sorridendogli rispose:
- “Tu invece non molto, sono stata benissimo con Gianluca sai?”;
- “Me lo hai detto al telefono, mi fa piacere, però mi dispiace che non ti sono mancato…”;
- “Ma scherzo, certo che mi sei mancato, stasera si va in discoteca, devo cancellare la prenotazione al ristorante, tu cosa fai vieni con noi? Ti avviso che siamo insieme ad un’altra coppia…”;
- “Ma no dai, mi sentirei di troppo, vi aspetterò a casa…”;
- “Guarda che ho le mie cose quindi non ti aspettare chissà che cosa…”;
- “Non c’è problema, io sono venuto qui per stare insieme non per svuotarmi...”;
- “Scherzo, quando torniamo ti facciamo assistere ad un bello spettacolo, vero Gianluca?”;
- “Sono sempre pronto lo sai…”
Si avvicinò a me con aria da pantera, mi baciò e sussurrò:
- “Lo facciamo contento il poveraccio? In fin dei conti è venuto fin qui anche per questo…”.
Senza lasciarmi rispondere si inginocchiò davanti a me, mi tolse i pantaloni e le mutande, lo prese in bocca con voracità, Paolo immediatamente si sedette sul divano, lo tirò fuori cominciando a segarsi eccitato, ormai non mi faceva più l’effetto di una volta, riuscivo abbastanza bene ad ignorarlo, Simona succhiava il mio cazzo alternando lo sguardo su di me e sul marito, dopo aver lavorato a lungo si alzò e mi baciò, poi disse:
- “Ti bacio adesso perché tra poco non vorrai più farlo…”.
Si spogliò completamente e si mise a quattro zampe, camminando come una cagnolina arrivò davanti al marito e cominciò a succhiarglielo, Paolo appoggiò la mano sulla testa della moglie e disse:
- “Ti amo Simona, sei sempre la numero uno…”.
Restai perplesso per qualche secondo finché Simona non cominciò prima ad ondeggiare il suo culetto come ad invitarmi, si penetrò il buco del culo con due dita dopo essersele abbondantemente inumidite, incularla davanti al marito seduto sul divano mi bloccava un attimo, però evidentemente era quello che entrambi volevano, titubai ancora un po’ poi Simona si girò e chiese:
- “Lo so che non ti piace molto farlo in questo modo ma avevo voglia del cazzo di mio marito in bocca, il tuo lo vorrei tanto volentieri nel mio culetto, ti dispiace? Te la senti?”.
Ero invogliato a risponderle che era troppo per me tutto ciò, inoltre il fatto che lo succhiasse a Paolo mi dava molto fastidio, restai fermo ed in silenzio finché tornò a chiedermi con aria eccitatissima:
- “Ti prego…”.
A quel punto tutto si azzerò, decisi che non potevo farne a meno, mi avvinai e cominciai a segarmelo per farlo tornare bello duro, mi abbassai per infilarglielo, Paolo alzò leggermente la schiena dal divano e con le mani allargò le chiappe di Simona, quel gesto mi eccitò tantissimo, la penetrai in profondità
- “Ohhh sììì, così cazzo così!!!”.
Le sue gambe ebbero in fremito alla mia penetrazione, le mani di Paolo tremarono ed allargarono con maggior forza le chiappe della moglie, la situazione cominciava ad eccitare parecchio anche me, persi il controllo e dissi:
- “Sei una troia Simona, una sporca troia!!!”.
Si tolse il cazzo dalla bocca e girandosi verso di me tenendolo in mano mentre lo segava con decisione rispose:
- “Si sono la vostra troia!!!”.
Si riattaccò con voracità al cazzo di Paolo e cominciò a gemere molto forte incitandomi a continuare in quel modo, una mano scivolò a sgrillettarsi il clitoride, era la prima volta che la situazione mi eccitava moltissimo senza darmi problemi, non ignoravo più Paolo, lo guardavo intento a tenere aperte le chiappe di sua moglie mentre la inculavo, era eccitatissimo e con lo sguardo non si perdeva lo spettacolo, la scopavo forte, ogni affondo era sempre più deciso, lo tirai fuori, il buco del culo era arrossatissimo, restò dilatato grazie alle mani di Paolo, glielo infilai di nuovo dentro con violenza, il suo gemito, un misto di piacere e dolore, restò soffocato in quanto la sua bocca era occupata, le gambe tornarono a tremarle ogni volta che ripetevo la procedura, stava venendo ormai la conoscevo, ricominciai a scoparla forte e poco dopo ebbe un orgasmo, si tolse il cazzo dalla bocca ed urlò:
- “Ohhh sììì, vengo!!!”.
Paolo tolse le mani dalle sue chiappe e con violenza le prese la testa infilandole il cazzo in bocca riempiendogliela di sperma, si buttò con la schiena contro il divano ed esausto esclamò:
- “Cazzo cazzo sborro!!!”.
Lei tossì e sputò lo sperma del marito sul suo cazzo, era tanto, poi si riattaccò con voracità ingoiando tutto, quella scena fu eccitantissima, continuai ad incularla mentre lei senza sosta ripuliva il cazzo, pochi colpi dopo stavo venendo anch’io, lo sfilai dal suo culo, la presi per la testa facendola inginocchiare davanti a me e cominciai a segarmi davanti alla sua bocca aperta, pronta a ricevere anche il mio seme, sborrai in maniera copiosa, non se ne perse nemmeno una goccia per poi attaccarsi al mio cazzo ripulendolo fino all’ultima traccia, mi girava la testa, guardai Paolo che era sconvolto mentre si continuava a segare nonostante il suo cazzo fosse ormai moscio, presi la testa di Simona e glielo piantai tutto il gola costringendola a restare ferma così, pochi secondi e cominciò a mancarle il fiato, quando lo tolsi tossì e la saliva colò sulle sue tette copiosa, lo rifeci altre volte, il suo viso era ricoperto di saliva e dello sperma di entrambi. Il mio cervello tornò a ragionare, avevo superato ogni mio limite, me ne resi conto solo in quel momento, Simona sorrise soddisfatta, poi si sedette sulle gambe del marito e si baciarono a lungo. Ero un po’ frastornato, li lasciai nel salone e andai sotto la doccia, ero sudatissimo, mentre mi lavavo ripensavo a quello che era appena successo, provavo un misto di eccitazione e di disgusto; non mi ero mai spinto fino a quel punto, mi ero fatto succhiare il cazzo da Simona mentre aveva ancora in bocca lo sperma di Paolo, potrebbe sembrare una cosa strana ma ero un po’ disgustato, pensavo invece a come poteva Simona fare una cosa del genere senza nessun problema, era davvero una troia assoluta, in quel momento entrò, si infilò nella doccia con me, mi guardò e disse:
- “Sei stato spettacolare prima…”;
- “Dici?”;
- “Dico, ma stai bene?”;
- “Come puoi fare queste cose Simona, non ti senti sporca?”;
- “E’ una cosa che capita di rado, anzi a dirla tutta è successo solo con te a questi livelli, non mi sento sporca, anzi sono ancora eccitatissima, mi è piaciuto tantissimo, a te no?”;
- “Credo di aver oltrepassato il mio limite oggi…”;
- “Mi sembravi tanto eccitato anche te…”;
- “Lo ero, ma forse abbiamo esagerato…”;
- “Scusa, se non è un problema per me per cosa ti devi sentire in colpa? A me è piaciuto tantissimo e lo vorrei rifare tante altre volte, sono pronta anche ad andare oltre…”;
- “Non so, non capisci, non credo di essere la persona giusta per andare oltre…”;
- “Non c’è problema, non è importante, tutto quello che ti sentirai di fare per me va bene, i tuoi limiti li capisco, se un giorno te la sentirai di andare oltre non chiedermi il permesso, fallo e basta ok? Dai amore è stato bellissimo…”.
Evitai di continuare il discorso, uscii dalla doccia ed andai in camera a prepararmi per la cena, incrociai Paolo, mi fece un cenno con la testa come a salutarmi, poi la abbassò ed andò in bagno anche lui. A mente fredda cercai di ragionare meglio, Simona era chiaramente intenzionata a provare la doppia penetrazione, mi stava dicendo quello pochi minuti prima, la cosa mi tentava ma pensare al mio cazzo che si toccava con quello di Paolo era oltre ogni mio limite, però anche quello che era appena successo lo consideravo tale, chissà, magari un giorno avrei nuovamente stupito me stesso.


Continua…

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