Capitolo 22


 


Non uscimmo quel giorno per la nostra solita corsetta, restammo in casa e dopo cena ci coricammo sul divano abbracciati uno all’altra a vedere un film, ci accarezzavamo e ci baciavamo in continuazione, mi chiese una serata di pausa dal sesso, era stato troppo anche per lei, inoltre era vicina al ciclo e cominciava ad avere dei piccoli dolori alla pancia, feci finta di essere dispiaciuto anche se in realtà la notizia mi rincuorò, avevo bisogno anch’io di una sosta. Andammo a letto tardissimo addormentandoci abbracciati.
La mattina successiva, era giovedì, mi chiese di accompagnarla in un centro commerciale di una città vicina per fare alcuni acquisti, voleva comprare qualche oggettino per arredare casa e lasciarla libera a Carla per le pulizie, era intenzionata a fare bella figura con i miei il giorno successivo quando sarebbero stati nostri ospiti, la voleva lucida come uno specchio ed ordinatissima. Mentre facevamo colazione arrivò infatti Carla insieme a Manuela, la sorella, molto più giovane di lei, direi intorno ai 35-38 anni, decisamente una bella donna: un bel viso, bionda, occhi azzurrissimi, magrissima ma con due tette enormi, un bel culo sodo e due gambe lunghissime, lisce e ben allenate, indossava un paio di pantaloncini corti ed una maglietta con una scollatura che lasciava ammirare il notevole davanzale. Ce la presentò ed i miei occhi fotografarono ogni centimetro del suo corpo, poi andammo a prepararci per uscire, mentre ero in camera entrò Simona, si avvicinò mettendomi una mano sul cazzo.
- “Tienilo a freno, ho visto come guardavi Manuela, ti piace eh?”;
- “Beh, è una bella donna…”;
- “Mi sa che non dovrò mai lasciarti a casa da solo con lei allora…”;
- “Cosa ti prende? Sarai mica gelosa?”;
- “Decisamente si, non devo più nascondere cosa provo per te, occhio a quello che fai, intesi?”.
Non capivo se scherzasse oppure era davvero arrabbiata quindi ridacchiando risposi:
- “Questo sarebbe davvero il colmo, tu gelosa di me? Non ci credo…”;
- “Non sto scherzando, potrà anche sembrarti strano ma per la prima volta sono gelosa di un uomo, mi aveva dato fastidio anche quando c’era quella tizia che ti ronzava intorno ed ultimamente pure di Roberta, mi sono innamorata di te non ci posso fare niente, immaginarti con un'altra mi fa incazzare come una bestia, dici che è tanto strano considerata la situazione?”;
- “Direi proprio di sì, allora capisci come mi posso sentire quando ti immagino con Paolo?”;
- “Lo capisco, hai ragione non devo essere gelosa, però se ti scopi un’altra te lo taglio ok?”.
Mi baciò con passione, allungai una mano per infilarla nelle sue mutandine ma mi disse che nella notte le era venuto il ciclo, poi erano in casa in due, avrei dovuto stare tranquillo ed aspettare la sera per poter fare qualcosa.
- “Andrò a farmi una doccia fredda allora…”;
- “Porta pazienza, mi devi promettere che se scoperai con un’altra almeno me lo confiderai ok?”;
- “Tranquilla, ma non credo che avrei fiato per un’altra, adesso vado a farmi la doccia.”.
Finita la doccia andammo al centro commerciale, acquistò come al solito un sacco di roba, secondo me la sua era mania compulsiva da shopping, non voglio nemmeno immaginare la cifra che spese quel giorno, non comprò solo oggetti per la casa ma parecchi abiti, alcuni erano davvero costosissimi e ultra sexy, sfilò tutta la mattinata davanti ai miei occhi mostrandosi in tutta la sua bellezza. Pranzammo in un ristorantino all’interno del centro commerciale, per poi riprendere gli acquisti, fino ad arrivare ad un negozio molto grosso, si provò alcuni vestitini tra i quali avrebbe scelto quello da indossare la sera successiva, uno mi colpì in modo particolare; un vestitino nero molto corto ed aderente, fasciava in maniera divina il suo splendido corpo, me lo mostrò mentre ero seduto su una poltrona ad aspettarla, proprio davanti al camerino, avevo il cazzo durissimo, lo notò e disse con tono provocante guardando all’altezza del pacco.
- “Noto con piacere che ti piace parecchio…”;
- “Ma dai, da cosa l’hai capito?”;
- “Da quell’invitante rigonfiamento, vieni che ti faccio vedere una cosa, però prometti di tenere le mani al loro posto…”;
- “Dipende da cosa mi farai vedere…”;
- “No devi promettere, altrimenti la tengo per me questa cosa…”;
- “OK, promesso.”.
Mi prese per mano, entrò nel camerino e disse:
- “Resta fuori e dimmi se ti piace quello che vedi...”.
Si mise a novanta gradi e si sollevò il vestitino, notai subito che aveva piantato nel culo un plug di vetro trasparente, restai a bocca aperta, il cazzo mi esplose nei pantaloni, mi guardai attorno per controllare che nessuno potesse vedere, chiesi eccitatissimo:
- “Ma quando te lo sei messo dentro?”;
- “Stamattina prima di uscire, speravo di avere un orgasmo e mi eccitava da impazzire provarlo in mezzo alla gente, invece non è successo, però è bellissimo sentirlo dentro, quando cammino mi stimola anche la figa, sentirlo muovere dentro di me è molto piacevole, però ancora niente orgasmo, avvicinati, guarda meglio…”;
Mi avvicinai per vedere meglio, essendo trasparente si vedeva il colorito rosa dell’interno del suo culo, il filo dell’assorbente interno spuntava dalla sua figa, le appoggiai il dito sul clitoride, era fradicia, glielo sgrillettai un po’ e subito cominciò ad ansimare, fui interrotto da un rumore sospetto, chiusi la tenda del camerino e tornai a sedermi sulla poltrona, era la commessa, si avvicinò al camerino dove si trovava Simona e le chiese come andava, aprì la tenda e esclamò:
- “Direi che mi piace, anche al mio ragazzo è piaciuto!”.
La commessa mi guardò e le rispose:
- “Vorrei anche vedere, ti sta benissimo, a parte che con il fisico che ti ritrovi ti sta bene tutto, che invidia!!!”.
Simona sorrise soddisfatta e confermò che l’avrebbe preso, insieme a tutto il resto che si era provata, la commessa aveva ragione, le stava bene tutto, anche abiti che sembravano brutti addosso a lei erano bellissimi, una modella mancata a mio giudizio.
Uscimmo dal negozio, pensai fosse finalmente finita, invece tornò alla carica per comprare qualcosa per me, diceva che in jeans scuri e camicia bianca ero bellissimo, voleva che mi comprassi qualcosa di nuovo per la cena del giorno dopo con i miei genitori, naturalmente vinse lei ed entrammo in un negozio di Armani, ci accolse una commessa bellissima, avrà avuto più o meno la mia età, bionda, occhi azzurrissimi, leggermente abbronzata e con un fisico da paura, il culo era ai livelli di Simona, indossava una camicia bianca con il colletto di pizzo ed una minigonna vertiginosa, era alta quasi quanto me, impossibile non restarne folgorati, si avvicinò a noi con modi molto gentili chiedendo se poteva essere utile, prese subito in mano la situazione Simona, visibilmente infastidita dagli sguardi che le lanciavo.
- “Vorremmo vedere qualche camicia bianca e dei jeans per il mio ragazzo…”.
La commessa ci invitò a seguirla, il suo culetto era ipnotico e la camminata lo esaltava ancor di più, non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso, arrivammo nel reparto camicie e subito me ne propose una dicendo:
- “Questa è un modello nuovissimo, fasciante sui fianchi, con il tuo fisico sicuramente sarà perfetta…”;
- “Ok la provo subito.”.
Ci accompagnò al camerino situato lungo un piccolo corridoio, Simona mi guardò e sussurrò:
- “Hai fatto colpo, se non smetti di guardarla te lo mordo la prima volta che me lo ritrovo in bocca…”;
- “Ma cosa dici, è il suo lavoro, deve essere gentile per contratto.”;
- “Guarda che ho visto come ti ha squadrato appena siamo entrati, sono una donna e capisco quando i complimenti sono fasulli, se potesse ti salterebbe addosso la troietta…”;
- “Ma piantala.”.
Mi fece accomodare nel camerino restando fuori a chiacchierare con Simona mentre mi provavo la camicia, non tirai la tendina fino in fondo per permettere alla commessa di poter vedere all’interno, mi tolsi la maglietta restando a petto nudo, il suo sguardo si voltò verso di me e sorrise, forse non aveva tutti i torti lo sguardo che mi lanciò era interessante, anche perché lo abbassò guardandomi gli addominali, mi infilai la camicia ed uscii, entrambe mi dissero che era perfetta, poi le chiesi un paio di jeans blu scuro, andò a prendermene due o tre modelli, le dissi la mia taglia ma mi rispose che l’aveva già intuita, intanto Simona, sempre più indispettita disse:
- “Era il caso che ti facessi vedere a petto nudo?”;
- “Ma dai, volevo vedere se avevi intuito il giusto, anche a me piace farmi ammirare, non solo a te, comunque mi sa che hai ragione, mi ha lanciato uno sguardo prima…”;
- “Ho visto sai, ero sicura che ti stava guardando, ho notato anche come abbassava lo sguardo, ti farai vedere anche in mutande adesso…”;
- “Può darsi, magari apprezzerà quello che vedrà…”;
- “Lo apprezzerà sicuramente, dai falle vedere il pacco, vediamo come reagisce…”.
La commessa tornò con tre paia di jeans, mi invitò a provarli, lasciai di nuovo la tendina un po’ aperta e Simona si assicurò di farla fermare nella posizione giusta, mi tolsi i pantaloni ed il suo sguardo si rivolse verso di me, restai per un paio di secondi con i pantaloni in mano, la situazione mi eccitava ed il cazzo era durissimo, quando lo notò arrossì, sorrise e girò lo sguardo verso Simona continuando a chiacchierare con lei, i suoi occhi però si voltarono nuovamente verso di me in altre occasioni e le sorrisi anch’io. Alla fine comprai due paia di jeans e la camicia, Simona la invitò ad aspettarci alla cassa mentre mi rivestivo, avremmo portato tutto noi per pagare, entrò nel camerino con me, chiuse la tenda accuratamente e disse:
- “Allora ti sei divertito?”;
- “Abbastanza, credo proprio che le piacessi, quasi quasi le passo il mio numero di cellulare, non si sa mai…”;
- “Non si sa mai cosa? Ho capito, devo fare qualcosa per non farti volare via…”.
Si inginocchiò davanti a me, lo tirò fuori e se lo mise in bocca con foga, cominciò un pompino spettacolare, era quello che volevo, non le dissi niente, fuori sentivo altre persone accomodarsi nei camerini vicini, la tenda non arrivava fino a terra, se qualcuno si fosse abbassato avrebbe visto quello che stava accadendo. Succhiava e mi segava molto velocemente, sussurrò di fare in fretta senza trattenermi, invece ero divertito e stringevo i denti per non venire, era troppo brava però e pochi minuti dopo le riempii la bocca di sperma, senza avvisarla, era troppo esperta per farsi sorprendere e se lo tenne fermo lasciandolo sborrare ma era troppa, dai lati della bocca ne colò un po’ che cadde a terra sulla moquette, ingoiò tutto e lo ripulì per bene, poi con un fazzolettino asciugò quella caduta, si alzò e ci baciammo con passione, allungai una mano sotto al suo vestito muovendole il plug piantato nel suo ano, eccitata lo ruotava gemendo, sussurrai:
- “Voglio scopartelo adesso…”;
- “Ma sei matto, tra poco verranno a cercarci, aspetta più tardi a casa dai…”;
- “Ok allora esci perché altrimenti ti tolgo sto coso e ci pianto il mio cazzo…”;
- “L’idea mi stimola ma facciamo a casa ok? Vado a pagare.”.
Mi baciò ed uscì dal camerino, quando uscii anch’io la commessa che ci aveva serviti era davanti ad un altro camerino, aspettava un cliente mentre si provava dei vestiti, la guardai dalla testa ai piedi e la salutai, sorrise e mi fece ciao ciao con la manina, era davvero bellissima, ero tentato di approcciarla ma lasciai perdere e tornai da Simona che era alla cassa.
Uscimmo dal negozio continuando ancora per un po’ a visitare il centro commerciale dirigendoci verso casa intorno alle 17,00. Uscimmo subito dopo per la nostra abituale corsetta, decidendo che dopo cena saremmo usciti al bar che frequentavo solitamente, l’avrei presentata a tutti come la mia nuova ragazza, temevo un po’ la reazione di qualcuno, soprattutto Giulia che avevo rifiutato per non fare un dispetto a Roberta ma ormai, dopo l’uscita della sera precedente, la voce si era sicuramente sparsa a macchia d’olio, quindi tanto vale fregarsene e godermi in pieno il tempo con lei.
Tornammo dalla corsa verso le 18,30, entrai prima io nella doccia seguito da lei subito dopo, quando la vidi uscire e togliersi l’accappatoio mi tornò in mente il fatto che avesse girato tutto il giorno con il plug piantato nel culo e mi venne voglia di incularla, ero rimasto nudo in accappatoio coricato sul letto, mentre si stava finendo di asciugare la abbracciai da dietro, il cazzo duro si appoggiò al suo meraviglioso culetto nudo, si era già messa l’assorbente interno, sorrise, mi abbracciò baciandomi appassionatamente e sussurrò:
- “Ero preoccupata…”;
- “Di cosa?”;
- “Aspettavo che mi saltassi addosso appena siamo rientrati dal centro commerciale, invece niente, dopo la corsa ho immaginato che mi chiamassi in doccia con te, pensavo che la commessa del negozio ti interessasse più di me…”;
- “Ma cosa stai dicendo? Stai zitta e baciami…”.
La spinsi facendola appoggiare con la schiena all’armadio della camera da letto, mi slacciò l’accappatoio facendolo cadere a terra, poi cominciò a segarmi il cazzo mentre ci baciavamo, si inginocchiò e cominciò uno dei suoi fantastici pompini, i suoi occhi sempre fissi su di me per carpire le mie espressioni conseguenti a quello che stava facendo, lo succhiava con la solita foga insalivando e ripulendo subito dopo, adoravo il suo stile, con il cazzo appoggiato sul viso chiese:
- “Ti piaceva la commessa vero?”;
- “Non posso negarlo…”;
- “Te la saresti scopata?”;
- “Certo, però sto con te adesso…”;
- “Sei un bugiardo, se ti avesse messo le gambe al collo te la saresti scopata senza pensarci un secondo, ti conosco, sei un porco…”;
- “Chi lo sa? Magari avrei rifiutato per rispetto nei tuoi confronti…”;
- “Cazzate, le avresti scopato il culo senza pensarci un attimo, aveva un gran bel culo la tipa eh?”;
- “Si, devo dire che aveva un gran bel culetto…”.
Si alzò, si mise a pecorina inginocchiata sul letto, si leccò abbondantemente indice e medio della mano e poi se li piantò in culo con decisione, mi guardò e disse:
- “Secondo te è più bello il mio culo o quello della commessa?”;
- “Non saprei, il suo non l’ho potuto vedere come vedo il tuo…”;
- “Anche se fosse come il mio non è detto che se lo lasci scopare, invece il mio è a tua disposizione, cosa aspetti?”.
Leccai a lungo il suo buco del culo che si dilatava davanti ai miei occhi, alternava penetrazioni con le dita e sgrillettamenti al clitoride gonfio ed arrossato, muovevo il filo dell’assorbente interno per stimolarle la figa, gemeva e mi pregava:
- “Ti prego scopami…”;
- “Sei sicura?”;
- “Ti prego, scopami il culo…”.
Mi piazzai dietro di lei e la inculai senza il minimo riguardo, sempre più forte ed in profondità, si allargava le chiappe con le mani come adoravo vederle fare e mi incitava continuamente di non fermarmi, ebbe un orgasmo in brevissimo tempo, cedette con le gambe coricandosi pancia in giù sul letto, con il cazzo sempre piantato in culo caddi sopra di lei.
- “Oh cazzo!!! Mi hai fatto male, non fermarti ti prego”.
La inculai ancora mentre le sue gambe tremavano, le incrociava per rendere il buco del culo più stretto stringendo forte le chiappe, non voleva che mi fermassi a differenza del solito, la girai a pancia in su, le alzai le gambe e ripresi ad infierire sul suo buco del culo ormai slabratissimo ed arrossatissimo, mi piantava le unghie sulle chiappe tirandomi con forza verso di lei incitandomi in continuazione. Volevo scoparle la figa nonostante avesse il ciclo, presi dal cassetto un preservativo, li usavamo raramente, mi guardò ancora ansimante di piacere chiedendomi sorpresa:
- “No non mettere quel coso, lo sai che li odio…”;
- “Stai zitta!!!”.
Le feci alzare il culo e misi sotto la sua schiena un asciugamano ripiegato per renderlo più spesso.
- “Cosa vuoi fare?”;
- “Stai zitta ti ho detto!!!”.
Indossai il preservativo, presi il filo dell’assorbente interno e glielo sfilai, era sporchissimo di mestruazioni, lo buttai in uno dei sacchetti vuoti degli acquisti che avevamo fatto in giornata che aveva lasciato sul letto, aveva capito tutto ed il suo viso lasciava trasparire tutta l’eccitazione che provava, la penetrai in profondità facendole appoggiare le gambe sulle mie spalle.
- “Oh si cazzo siiiiii!!!”.
Cominciai a scoparla molto forte, fortissimo tirandola verso di me, gemeva e mi incitava, dalla sua figa fradicia colavano umori misti a mestruazioni, si sgrillettava il clitoride con violenza incitandomi:
- “Così cazzo siiiiii!!!”.
Il secondo orgasmo non tardò ad arrivare, ancora più intenso del primo, questa volta mi chiese di toglierlo:
- “Ohhh siii adesso però toglilo, mi manca il fiato!!!”.
Lo estrassi, tolsi il preservativo e cominciai a segarmi all’altezza delle sue tette, aprì la bocca e tirò fuori la lingua ansiosa di vedermi sborrare, schizzai moltissimo, la ricoprii completamente di sperma; tette, pancia, viso e capelli, una fontana, la spostava con le dita ingoiandola con avidità mentre continuavo a segarmi, una cosa fantastica da vedere, abbassai lo sguardo e la vidi che aveva ricominciato a sgrillettarsi il clitoride gemendo, la guardai e dissi:
- “Allora che ne dici?”;
- “Sei un fantastico porco, guarda che casino abbiamo fatto…”;
- “Ti è piaciuto vero?”;
- “Da morire Gianluca, adesso però dobbiamo assolutamente andare a farci la doccia di nuovo.”.
Dopo esserci fatti nuovamente a doccia ci preparammo, saremmo andati fuori a cena e poi al bar, ero emozionato di portarla nel mio covo e farla ammirare ai miei amici, pregustavo già i commenti su di lei, quando fu pronta per uscire non fu possibile rimanere a bocca aperta: indossò un vestito cortissimo bianco con le spalline finissime, una generosa scollatura lasciava intravvedere i suoi stupendi seni, una grossa cintura nera fasciava la sua stretta vita e mettendo in risalto il suo strepitoso culetto, un paio di sandali neri a zeppa alta slanciavano la sua figura ed esaltavano le sue lunghe e perfette gambe, i capelli sciolti e leggermente arricciati esaltavano ancor di più il suo viso angelico, le sussurrai:
- “Mamma mia Simona, sei bellissima…”;
- “Grazie, però non possiamo andare in moto, mi ritroverei con il culo fuori, non vorrei mai…”.
Si voltò, sollevò il vestito girandosi verso di me sorridendo divertita, aveva di nuovo il plug piantato nel culo, abbassò il vestito, mi baciò ed uscì dalla porta d’ingresso, la presi per un braccio e dissi:
- “Ma esci così?”;
- “Si perché? Ci ho preso gusto, è piacevole averlo dentro, inoltre mi eccita sapere che tu lo sai, quando mi vedrai muovere il culo in un certo modo saprai il perché, probabilmente mi sta piacendo particolarmente…”;
- “Sei incredibile Simona…”;
- “Si lo so…”.
Appoggiò una mano sul cazzo e guardandomi con occhi languidi disse:
- “Tieniti pronto perché quando rientriamo ne voglio ancora…”.
Cenammo in un ristorantino vicino a casa, ci andammo a piedi, durante la cena gli sguardi erano tutti per lei, provavo un misto di gelosia ed orgoglio nel vederla così al centro dell’attenzione, lei invece era soddisfattissima e dolcissima con me, mi stringeva la mano sul tavolo mentre aspettavamo che ci servissero e si allungava sovente per baciarmi.
- “Adoro vederti così…”;
- “Così come?”;
- “Geloso, guardi male chiunque osi posare gli occhi su di me, sei troppo carino…”;
- “Non ci posso fare niente, mi infastidiscono gli sguardi troppo intensi…”;
- “Lasciali fare te l’ho già detto, tu sei l’unico che mi può avere…”;
- “Lo so, non li posso nemmeno biasimare, sei così bella…”;
- “Sapessero anche quanto mi piace il cazzo…”;
- “Appunto, un giorno non ti basterà nemmeno il mio…”;
- “Un giorno molto lontano, il tuo mi basta eccome, solo che non ci posso fare niente se mi piace così tanto. A proposito, Paolo voleva venire domani sera, gli ho detto che siamo impegnati con i tuoi, verrà sabato pomeriggio se a te sta bene, non gli ho detto che ho il ciclo…”;
- “Ok, per me va bene, ricordati però che la porta sul retro è mia esclusiva…”;
- “Lo so, infatti farà tanta strada per niente…Cambiando discorso, lo vedi quel ragazzo dietro di noi? Quello biondo al tavolo con quella morettina carina carina…”;
- “Si lo vedo perché?”;
- “Quando siamo entrati mi ha guardato con la bocca spalancata e la sua ragazza l’ha rimproverato…lo conosci?”;
- “No, non so chi sia e non ci ho fatto caso…”;
- “Bene, adesso mi alzo e mi allungo per baciarti, mi vedrà il culo, tu controlla cosa fa…”;
- “Non mi piacciono questi giochetti Simona…”;
- “Ti prego a me sì, è solo un gioco innocente, dai, adesso mi alzo dimmi cosa fa...”.
Si alzò dalla sedia e si allungò baciandomi per qualche secondo, il tizio spalancò gli occhi e si spostò il colletto della camicia, la sua ragazza lo notò, si girò e vedendo Simona con il culo per aria gli mollò una sberla sulla guancia, discussero animatamente, infine lei si alzò dalla sedia allontanandosi mentre lui la inseguiva. Simona vide l’ultimo pezzo della scena e sedendosi ridacchiò divertita.
- “Nooo li ho fatti litigare!!!”;
- “Sei cattiva, poveraccio…”;
- “Troppo divertente, dici che ha visto anche quello che avevo nel culo?”;
- “Non credo, era abbastanza distante, certo che sei terribile...”;
- “Lo so ma mi diverto troppo a fare queste cose, l’ho visto fare in una candid camera ed ogni tanto mi piace farlo, Paolo si diverte come un pazzo quando vede certe scene, dai sorridi che è divertente.”.
Pochi minuti dopo la coppia tornò a sedersi al tavolo ma invertendosi i posti, lo sguardo della ragazza però era fisso su Simona e sembrava molto incazzata.
- “La tipa ti sta guardando malissimo, secondo me vorrebbe linciarti…”;
- “Chi cerca trova, se vuole due sberle deve solo provarci, sono brava sai a menare le mani, poi se ha il culo grosso non è colpa mia!!!”.
Finimmo di cenare, tornammo a casa a prendere l’auto ed andammo al bar. Quella sera c’era moltissima gente, arrivammo al bancone dopo aver salutato i miei amici ed averla presentata a tutti, quando raggiungemmo il bancone le feci conoscere il mio amico barista.
- “Simona ti presento Peppe, il mitico barista nonché mio grande amico, lei è Simona, la mia ragazza, vedi di comportarti bene mi raccomando.”;
- “Piacere Simona adesso ho capito perché Gianluca era sparito, sei bellissima…”;
- “Grazie Peppe, piacere mio…”;
- “Non credere a quello che può aver detto di me, sono tutte falsità, inoltre non ti fidare troppo di lui, è un traditore incallito…”;
- “Ahhahha grazie dell’avvertimento, lo conosco bene, quindi tutte le cose positive su di te che mi ha raccontato non sono vere, ne terrò conto!”;
- “Oltre che bellissima sei anche furba allora, posso solo essere ancora più invidioso di lui allora…”.
Ci fermammo per un bel po’ al bancone ridendo e scherzando con Peppe e tutti quelli che c’erano quella sera al bar, Simona naturalmente piacque a tutti, un po’ meno alle ragazze a dirla tutta, ma le donne si sa che sono tutte un po’ gelose tra loro, d’altronde era così bella che non poteva certo non creare qualche attrito. L’aria si fece particolarmente pesante quando arrivò Giulia, nel frattempo si era messa con un tizio che frequentava saltuariamente il bar e che mi stava parecchio sulle palle, probabilmente gli aveva detto qualcosa di noi e mi guardava storto, dopo avergliela presentata disse con tono di disprezzo:
- “Ma dici che Roberta sarà contenta di conoscerla? Prevedo casini a breve… Però devo ammettere che con le ragazze ci sai proprio fare, cosa fai tesoro nella vita la modella?”.
Anticipandomi Simona le rispose con tono deciso:
- “Non vedo perché ti devi preoccupare dei cazzi altrui Giulia, preoccupati dei tuoi e non rovinare la serata a tutti con la tua gelosia, vivi serena e divertiamoci.”.
Giulia restò sorpresa da tale risposta, la guardò ed esclamò:
- “Che caratterino la tipa, non si direbbe a vederti, hai le palle sotto, mi piaci, diventeremo amiche noi due, ti posso offrire da bere?”;
- “Certo che sì!!!”.
Quello che temevo ormai era successo, dietro al suo modo di fare conciliante ero sicuro che Giulia avrebbe creato casino e la maniera in cui Simona l’aveva affrontata avrebbe sicuramente complicato le cose, ormai la frittata era fatta. Poco dopo arrivarono Marco e Sabrina, lui era il mio migliore amico, giocavamo a calcio nella stessa squadra, ultimamente ci eravamo un po’ persi di vista perché la sua ragazza e Roberta si odiavano, conoscendo Simona invece si presero bene ed entrambi fummo molto felici della cosa, se le nostre donne fossero andate d’accordo anche noi avremmo ripreso a vederci con maggiore frequenza. Era lui la persona che avevo individuato per raccontare tutto di com’erano andate le cose tra me e Simona, adesso ci sarebbe stata l’occasione per confrontarmi; ci conoscevamo da sempre, avevamo frequentato tutte le scuole insieme come compagni di banco, eravamo sempre usciti nelle stesse compagnie e passato pure le ferie insieme ai rispettivi genitori, i suoi avevano una casa a Rimini e tutte le estati avevo passato almeno 3 settimane con loro in vacanza, era come un fratello per me. Ci sedemmo ad un tavolino noi quattro insieme, Sabrina era molto bella e non subiva troppo il confronto con Simona, erano anche molto simili come carattere, entrambe maliziose ed esibizioniste, ci misero poco ad arrivare a parlare di sesso, entrambe lodarono le nostre prestazioni, alla fine eravamo io e Marco ad essere in imbarazzo, incredibile!!! Andarono in bagno insieme ed io e Marco finalmente cominciammo a parlare di Simona.
- “Lasciatelo dire amico, hai fatto bingo con la tipa, è bellissima, mette quasi suggestione a guardarla, poi sembra essere una gran porcellina o sbaglio?”;
- “Non hai idea quanto lo sia fratello, però la situazione è molto più complicata di come sembra, avrò modo di raccontarti tutto, è da un po’ che volevo parlartene ma non ne ho mai avuto l’occasione…”;
- “Cosa c’è di complicato? E’ bella da fare schifo, porcellina e pure benestante da quello che ho capito, vivete già insieme e non devi nemmeno pensare all’affitto, che cazzo vuoi che ci sia di complicato, facciamo cambio con Sabrina?”;
- “Ti racconterò tutto prima o poi, adesso stanno tornando…”.
Passammo la serata in maniera molto piacevole, tra di loro c’era sempre più complicità, sembrava che si conoscessero da una vita, ci salutammo verso l’una promettendo loro di invitarli presto a casa nostra, durante il tragitto Simona mi disse che le piacevano molto Sabrina e Marco, era sicura di aver incontrato una ragazza che sarebbe diventa in brevissimo tempo un’amica.


Continua…

Visualizzazioni: 1 335 Aggiunto: 2 anni fa Utente:
Categorie: Etero Racconti Cuckold
Tag: Amatoriale