Capitolo 20


 


La mattina successiva mi svegliai alle 07,00, Simona non era a letto con me, però sentivo movimento in casa, mi diressi verso la cucina e la vidi tutta indaffarata, mi aveva preparato la colazione.
- “Tesoro ma sei già sveglia?”;
- “Certo, mi sono svegliata per prepararti la colazione…”;
- “Ma sei un tesoro, non dovevi.”;
- “E’ un piacere, posso tornare a letto poi, tu devi lavorare, mi è sembrato giusto, lo farò tutte le mattine, promesso.”.
La baciai e ringraziai, sembrava una dolce sposina che si dedicava completamente al suo uomo, apprezzai il gesto, anche perché divenne una piacevole abitudine. Dopo aver fatto colazione ed essermi preparato andai in camera a salutarla, si era rimessa a letto.
- “Buona mattinata, cosa farai più tardi?”;
- “Grazie, più tardi uscirò e mi cercherò un’estetista, una parrucchiera e devo visitare una palestra, ho già visto qualcosa nei giorni scorsi, poi devo fare un paio di colloqui per una donna di servizio, ci vediamo a pranzo, buon lavoro.”.
La lasciai a malincuore, avrei voluto restare con lei ma purtroppo dovevo andare al lavoro. Quando tornai a casa trovai una signora sulla cinquantina che stava ai fornelli, Simona mi accolse a braccia aperte, bella come il sole, indossava un paio pantaloncini corti ed un top aderentissimi, sotto non portava niente, si vedeva chiaramente, me la presentò, Carla, la nostra donna di servizio, si sarebbe occupata in toto della casa: pulizie, cucina, lavanderia, ect. mi invitò a chiedere a lei per qualsiasi cosa, il pranzo era quasi pronto, ci invitò a lavarci le mani mentre finiva di prepararlo, io e Simona andammo in bagno.
- “Come ti sembra la signora? A me ha fatto un’ottima impressione, l’immobiliare me ne ha suggerite altre 3 ma lei mi sembra la migliore.”;
- “Non saprei, l’ho appena vista, come faccio a giudicarla?”;
- Io l’ho vista all’opera ed è davvero brava, inoltre avere una sola persona che si occupa della casa è meglio, se fosse indisposta ha una sorella che la sostituisce, era la domestica dell’inquilino precedente e conoscono entrambe molto bene la casa, ho bisogno di qualcuno che la mandi avanti, non sono una gran donna di casa, lo sai...”;
- “Vedi te, ma tu sai fare altro no?”;
- “Questo devi giudicarlo tu…”
Si abbassò e mi slacciò i pantaloni.
- “Ma cosa fai? Sei matta?”.
Senza darmi risposta li fece cadere fino alle caviglie, seguiti dalle mutande, me lo prese in bocca e cominciò un sensualissimo pompino, intanto mi segava ansimando eccitatissima, sentivo Carla che continuava ad armeggiare in cucina, era talmente brava e la situazione talmente eccitante che non tardai molto a riempirle la bocca di abbondante sperma caldo e denso, se lo gustò tutto leccandolo fino all’ultima goccia, sorrise e tornò in cucina invitandomi a fare in fretta, mi sciacquai e lavai le mani, poi le raggiunsi imbarazzato, Simona stava baciando sulla guancia Carla ringraziandola per il pranzo, erano già in confidenza, pensai immediatamente che mi aveva appena fatto un pompino ingoiando tutto e non si era nemmeno sciacquata la bocca, adesso stava baciando la signora delle pulizie con aria maliziosa, era davvero porca fino al midollo.
Carla aveva preparato un pranzetto con i fiocchi, mangiai come un porco ed alla fine le feci i complimenti:
- “Devo farle i miei complimenti, se continuo così ingrasserò con la sua cucina.”;
- “Grazie mille, ci possiamo dare del tu se le può andare bene, con Simona ci siamo arrivati subito, io invece volevo dirvi che siete una coppia meravigliosa, siete entrambi bellissimi.”;
- “Diamoci del tu allora, è meglio anche per me, ti ringrazio ma quella bellissima è Simona.”;
- “Trovo che formate una coppia perfetta, a Simona effettivamente ho chiesto se facesse la modella, invece lavora per un’immobiliare, tu mi ha detto che lavori in un supermercato che frequento, però non ti ho mai visto.”;
- “Sono quasi sempre in magazzino, in vendita per fortuna ci sto poco, a proposito, devo andare.”.
Salutai e baciai con passione Simona sulla porta prima di tornare al lavoro, al termine eravamo d’accordo che saremmo usciti per una corsetta in un parco vicino. Quando arrivai al lavoro notai che mi era arrivato un suo sms - “Hai fatto una faccia quando mi hai visto che baciavo sulla guancia Carla, avevo ancora il sapore del tuo sperma sulle labbra, dici che l’ha sentito anche lei?”, le risposi - “Sei terribile, magari ha riconosciuto l’odore…” - “Il profumo vorrai dire, guarda che non solo a me piace lo sperma, secondo me Carla ne ha ingoiato tanto nella sua vita, è una bella donna e da come parla deve essere molto sportiva, ci vediamo più tardi, buon lavoro tesoro mio, smack.”.
Tornai a casa verso le 19,30, ero stanco morto, la giornata era stata molto faticosa, Simona mi aspettava pronta per la corsetta, non ebbi il coraggio di dirle che non me la sentivo, mi preparai velocemente anch’io ed uscimmo pochi minuti dopo. Lei era riposata ed in forma, io un po’ meno, facevo fatica a mantenere il suo ritmo, intanto mi raccontò la sua giornata.
- “Ho trovato una parrucchiera che è aperta pure il lunedì, andrò a farmi la piega domani mattina, l’estetista sotto casa nostra sembra ben attrezzata e pure la palestra mi è sembrata carina, abbiamo proprio scelto una bella zona.”;
- “Bene, ma non andrai mica in quella palestra vicino a casa nostra?”;
- “Si perché? Mi è sembrata carina e ben attrezzata.”;
- “E’ la palestra del momento, l’ho frequentata l’anno scorso per recuperare da un infortunio che mi ero procurato giocando a calcio, è pieno di mandrilli, se il tuo obiettivo è farti corteggiare hai scelto bene…”;
- “Il mio obiettivo è mantenermi in forma per piacere a te, non mi interessa farmi corteggiare dagli altri, sarai mica geloso?”;
- “Si lo sono, sapessi che gente circola lì dentro…”;
- “Non devi temere, sono fedele ai miei due uomini, non mi interessano gli altri, comunque se non vuoi ne sceglierò un’altra.”;
- “Figurati, volevo solo metterti in guardia.”;
- “Mi sembri un po’ giù di corda o sbaglio?”;
- “Sono un po’ stanco, oggi è stata una giornata pesante.”;
- “Potevi dirlo e non saremmo usciti, però devi tenerti in forma, altrimenti non segnerai tanti goal come spero…”;
- “Guarda che se segno tanti goal devi pagare pegno…”;
- “Appunto!!! Io voglio assolutamente pagare, spero anche sovente ed a caro prezzo.”.
Rientrammo un’oretta più tardi, Carla non ci aveva preparato la cena perché volevamo andare in una pizzeria in centro, dopo esserci fatti una doccia uscimmo di casa mano nella mano. Era la nostra prima uscita ufficiale per le strade della mia piccola città, ero emozionato come un ragazzino, orgoglioso di farmi vedere con lei, era bellissima come al solito; indossava una camicetta bianca legata in vita che mostrava l’ombelico e la definita pancia, sbottonata in maniera di lasciar intravvedere i suoi rotondi seni, un reggiseno a balconcino li alzava ulteriormente rendendo ipnotico il loro sballonzolare, una mini gonna cortissima rossa esaltava le sue lunghe e levigate gambe, le cosce si mostravano in tutta la loro perfezione ed un paio di sandali rossi legati fino a metà polpaccio la slanciavano moltissimo, i lunghi capelli sciolti infine la rendevano terribilmente sexy, non potevo fare a meno di guardarla in continuazione ed eccitarmi come un toro, sentivo il cazzo gonfiarsi nei jeans anche senza toccarla, ero davvero perso per lei. Gli sguardi delle persone che incontravamo erano contrastanti: le femmine la guardavano con occhi pieni di gelosia, i maschi, di qualunque età fossero, irrimediabilmente affascinati e lo facevano vedere in maniera chiara e netta, conoscevo parecchia gente e ci fermammo spesso a salutare presentandola a tutti, era sorridente ed affabile con chiunque, i suoi occhi erano luminosi e la vedevo a suo agio.
- “Ma tu conosci tutti qui…”;
- “La città è piccola e bene o male tra i ragazzi della mia età ci si conosce tutti, poi giocando a calcio ancor di più.”;
- “Insomma sei una celebrità…”;
- “Si come no, sarai tu una celebrità dopo stasera, ma ti rendi conto le reazioni che provochi a chi ti vede? Ti rendi conto che ti mangiano con gli occhi per strada?”;
- “Certo che me ne rendo conto, non nascondo che la cosa mi eccita moltissimo, mi piace quando mi guardano desiderandomi, vedo i loro occhi puntati sul mio corpo e sento la loro voglia di possedermi, tu sei l’unico che mi può avere e la cosa dovrebbe eccitare anche te, lasciali guardare e sognare, tanto io sono solo tua, ed in parte di Paolo naturalmente…”;
- “Mi inorgoglisce sicuramente e mi eccita saperlo, però mi rende anche geloso…”;
- “Non devi esserlo, la faccio annusare volentieri a tutti ma la do solo a te, non dimenticarlo…”.
Arrivammo alla pizzeria e cenammo in tranquillità, poi uscimmo passeggiando al centro, ad un certo punto da lontano notai la sagoma dei miei genitori, ci stavano venendo incontro e mia madre mi aveva già riconosciuto, sorpreso sussurrai:
- “Cazzo ci sono i miei…”;
- “Di cosa ti preoccupi? Mi farà piacere conoscerli, poi ne abbiamo già parlato dell’eventualità di incontrarli, tranquillo, ti farò fare bella figura...”;
- “Ti chiedo già scusa per mia madre, è leggermente invadente e gelosa di me, porta pazienza.”;
- “Tranquillo non c’è nessun problema.”.
Avevamo già parlato dell’eventualità di incontrare i miei genitori, eravamo rimasti d’accordo che avremmo portato avanti un certo discorso su di noi e su di lei in particolare, quando fummo gli uni di fronte agli altri mia madre, fingendosi sorpresa, ci venne incontro sorridente:
- “Gianluca, che bello incontravi, tu devi essere Simona, piacere siamo i suoi genitori, io sono Letizia e questo è mio marito Riccardo…”;
- “Piacere mio signora, Gianluca mi ha parlato moltissimo di voi e non vedevo l’ora di conoscervi.”.
Si strinsero la mano e si baciarono sulla guancia, mio padre prima di presentarsi allargò le braccia e con aria orgogliosa disse:
- “Simona lasciati dire che mio figlio si è sempre distinto per i suoi gusti in fatto di ragazze ma con te si è superato, sei uno spettacolo ragazza mia!!!”. Detto questo la abbracciò e la strinse a se baciandola calorosamente sulle guance, Simona fu evidentemente sorpresa ma felice della sua reazione, mia madre invece lo ammonì:
- “Ma Riccardo che figure mi fai fare, scusalo cara ma è sempre così esuberante…”;
- “In quanto ad esuberanza adesso capisco da chi ha preso Gianluca, non c’è nessun problema, si figuri.”;
- “Chiamami Letizia e diamoci del tu, sono felicissima di averti conosciuto, sono rimasta così sorpresa dalla vostra decisione e mi fa piacere che finalmente ti ho conosciuta.”;
- “Volevamo invitarvi a casa nostra a cena una sera di queste, aspettavamo solo di sistemarci per bene, sono arrivata da poco e mi devo ancora ambientare, venerdì sera sarete nostri ospiti ok?”;
- “Ci farà piacere cara, ma sediamoci e chiacchieriamo un po’…”.
Ero imbarazzatissimo, mia madre fece il terzo grado a Simona che fu molto paziente e convincente nel raccontare che lavorava per una grossa immobiliare, le avevano affidato la nostra zona e le pagavano l’appartamento dove abitavamo, ci eravamo conosciuti al bar ed avevamo cominciato a frequentarci dopo che io e Roberta ci eravamo lasciati. Il nostro era stato un colpo di fulmine ed il fatto di convivere era solo un desiderio di stare insieme più tempo possibile, si doveva assentare spesso per lavoro e le occasioni di vederci sarebbero diventate rarissime, abitando insieme invece era più semplice, inoltre uscì con discorso che avremmo trascorso le ferie insieme a Kos, non glielo avevo ancora detto e mi aveva tolto un pensiero, sembravano aver abboccato, mio padre continuava a farmi l’occhiolino ed il pollice alto, apprezzava particolarmente Simona e non lo nascondeva affatto.
Ci salutammo che era quasi mezzanotte, dandoci appuntamento per venerdì sera.
- “Grazie Simona sei stata meravigliosa con i miei…”;
- “Figurati, li ho trovati gradevolissimi, tuo padre poi è uno spasso, mi sa che avete gli stessi gusti in quanto al genere femminile…”;
- “E’ fatto così, non nasconde molto le sue emozioni, gli sei piaciuta moltissimo, credo che l’hai notato anche te…”;
- “Ho visto, sembrava parecchio orgoglioso di te…”;
- “Per forza sei una figa stratosferica, lui è uno che apprezza le belle donne ed anche lui a suo tempo si è dato un gran da fare...”;
- “E secondo te io sono bella?”;
- “Tu sei la più bella donna che abbia mai visto Simona…”;
- “Come sei dolce, dai accelera il passo che ti voglio…”.
Arrivammo a casa quasi di corsa, sull’ascensore ci avvinghiammo uno all’altra baciandoci eccitatissimi, appena chiusa la porta di casa la presi in braccio continuando a baciarla, la posai sul tavolo del salone e la feci coricare sulla schiena, le alzai le gambe sfilandole la mini gonna ed il perizoma gettandoli via, mi prese la testa e la accompagnò in mezzo alle sue cosce, era bagnatissima, grondava umori come una fontana, la mia lingua cominciò ad assaporarla infilandosi nei suoi buchetti, mi accarezzava i capelli sulla nuca e gemeva:
- “Si così non smettere mai, sono tutta bagnata da un’ora, aspettavo questo momento da tutto il giorno, fammi godere con la lingua, manca poco…”.
Era facile per lei raggiungere l’orgasmo, soprattutto il primo, stavolta però era davvero strano che stesse già per averlo, invece bastarono pochi colpi di lingua perché venisse, mi riempì la bocca con abbondanti umori, feci quasi fatica ad ingoiarli per quanti erano, a differenza del solito invece di chiedermi una pausa mi spinse la testa invitandomi a continuare:
- “Ti prego non ti fermare continua, continua, siiiii, sto per avere un altro orgasmo, cazzo siiiii.”.
Le sue gambe si contrassero più volte, sembrava in preda a degli spasmi muscolari, saltava con il culo sul tavolo senza volere che mi fermassi, respirava affannosamente, non aveva mai avuto due orgasmi in così rapida successione, oltretutto senza averla ancora scopata, era straordinario vederla godere così, mi tenne con forza la testa in mezzo alle sue cosce, facevo quasi fatica a respirare, le gambe smisero di tremare poco dopo e cominciò a rilassarsi un po’, mi sollevò la testa, la guardai, aveva un’espressione che era un misto di stanchezza e soddisfazione:
- “Tutto a posto, cosa è successo, me lo puoi spiegare?”;
- “Va tutto meravigliosamente bene, è successa una cosa che non ho mai provato prima d’ora, mi hai fatto raggiungere due orgasmi in rapida successione con la lingua, ti rendi conto? Questo dovrebbe farti capire quanto mi piaci ed ecciti, non avevo mai provato un piacere così intenso, mi sembrava di impazzire di piacere…”;
- “Mi fa piacere sentirtelo dire, mi sono quasi preoccupato, sembravi in preda alle convulsioni, non sapevo se continuare ma mi tenevi la testa così forte…”;
- “Ti chiedo scusa, non me ne sono nemmeno resa conto ci credi? Adesso tocca a te, ho bisogno di un po’ di pausa, ho la figa in fiamme…”.
Si alzò restando seduta sul tavolo, mi baciò a lungo accarezzandomi la schiena, poi mi prese per mano accompagnandomi in camera, i miei occhi erano fissi sul suo culo nudo, vederlo ondeggiare mi faceva perdere il controllo, la volevo inculare a sangue ogni volta, ormai era come una droga per me. Mi fece coricare sulla schiena a letto, poi prese delle sciarpe di seta da un cassetto nell’armadio, le avvolse intorno alle mani e disse con aria sensualissima:
- “Adesso facciamo un giochino, ti fidi di me?”;
- “Certo…”;
- “Ti dovrò legare e bendare ok?”;
- “Fai di me ciò che vuoi…”.
Con movimenti molto lenti e sensuali mi legò le mani alla testata del letto ed i piedi alla pediera, poi si sedette sul cazzo, mi baciò e bendò gli occhi:
- “Adesso resta fermo ed aspettami…”.
La sentii uscire dalla stanza, tornò poco dopo, sentivo qualcosa sbattere in un contenitore di vetro, delle gocce gelate scesero sul mio petto.
- “Cos’è ghiaccio?”;
- “Non ti preoccupare, lasciami fare…”.
La sua lingua asciugava le gocce, fece altrettanto sulla pancia, sulle gambe, poi sentii i suoi piedi prima accarezzarmi il cazzo, poi segarmelo con le piante, era piacevole, li sapeva usare bene, sembravano mani, sentii la sua lingua sulle palle, era freddissima, l’effetto era piacevolissimo, durava poco e poi sentivo il calore della sua saliva, lo fece parecchie volte, il cazzo mi esplodeva dall’eccitazione, lo prese in bocca, era fredda e sentii il ghiaccio al suo interno, bellissimo, non mi aveva mai fatto nessuna un pompino in quel modo, sospirai e sussurrai:
- “E’ bellissimo…”;
Il calore della sua bocca scioglieva il ghiaccio lentamente ed il freddo regalava una sensazione stranissima ma piacevole, ero eccitatissimo, la sentivo gemere ed ansimare, non la potevo vedere ma la immaginavo intenta a masturbarsi com’era solita fare mentre me lo succhiava, deglutiva il ghiaccio sciolto tenendosi il cazzo in bocca, era straordinariamente coinvolgente. La sentii girare, mi baciò e mi spinse in bocca un cubetto di ghiaccio, poi sentii la sua figa calda e bagnatissima appoggiarsi alla mia bocca, la leccai immediatamente, la mia lingua era fredda e sussurrò:
- “Siiii continua, è bellissimo.”;
- “Meraviglioso…”.
Lo riprese in bocca sempre con il ghiaccio, facevo fatica a deglutire anche per gli abbondantissimi umori che fuoriuscivano dalla figa, inoltre adesso gemeva più forte sul cazzo, stavo per venire, se ne accorse e smise immediatamente, mi baciò e sussurrò:
- “Non è ancora ora che tu venga…”.
Mi baciò restandomi a fianco, sentivo i suoi seni appoggiarsi ai miei fianchi, distinguevo i suoi capezzoli inturgiditi puntare sulla mia pelle, prese in mano un altro cubetto di ghiaccio e lo passò sui capezzoli, poi con la lingua li succhiò, lo fece scivolare sulla pancia arrivando fino alla cappella che era appoggiata su di essa, era eccitantissimo quello che stava facendo. Scese e mi leccò i piedi a lungo, non avevo la forza di fare nulla, ero completamente alla sua mercè, la sentivo solo godere mentre passava la lingua in mezzo alle mie dita, si stava sicuramente masturbando. Ad un certo punto la sentii muoversi, si sedette con il culo sul cazzo e se lo penetrò a fondo, si era messa un cubetto di ghiaccio dentro, distinguevo la sua presenza ed il freddo a suo interno, sussurrai:
- “Spettacolo, continua ti prego…”;
- “Ti piace?”;
- “Si, da impazzire.”.
Si scopò a lungo il culo, non so se era dovuto al freddo, ma nonostante fossi stato al limite pochi minuti prima, non sentivo che dovessi venire, il ghiaccio sciolto colava dal suo buco e colava lungo l’asta e sulle palle, quel freddo era straordinariamente piacevole, la sentii infilarsi un altro cubetto di ghiaccio dentro senza toglierselo, ricominciando la lenta danza subito dopo, poi un altro ed un altro ancora, stavolta ero al limite ed a gran voce esclamai:
- “Vengo!!!!”.
Sborrai nel suo culo mentre gemeva di piacere, la lenta danza si fece più veloce per almeno un paio di minuti, mi tolse la benda dagli occhi e si fiondò sul mio cazzo spompinandolo con foga, avevo gli occhi annebbiati e quando la vista si rischiarò la vidi intenta a ripulirmelo eccitatissima, le lenzuola erano bagnate, sentivo la sua lingua passarmi sulle palle scendendo fino al buco del culo, ero stravolto da quello che aveva fatto, era sorridente e con gli occhi fissi su di me, si infilò due dita nel culo masturbandoselo un po’, poi le leccò ripulendole mostrandomi lo sperma sulla lingua, infine lo ingoiò soddisfatta leccandosi le labbra, stravolto dissi:
- “Tu mi farai morire di piacere prima o poi.”.
Sorrise e riprese a succhiarlo, poi si coricò a fianco e disse:
- “Passerei intere giornate a scopare con te, non ne ho mai basta…”;
- “Sono d’accordo con te, però ad un ritmo del genere mi distruggeresti…”;
- “Pure tu non scherzi però, ho il culo in fiamme, non venivi più stasera.”;
- “Tu invece quante volte sei venuta stasera?”;
- “Quante ne hai contate te?”;
- “Due?”;
- “Tre in realtà, l’ultima volta sono venuta pochi secondi dopo di te, è stato straordinario stasera, a parte che è sempre bellissimo, adoro il sesso e con te è davvero molto appagante, ricomincerei immediatamente.”;
- “Stai scherzando spero?”.


Continua…

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Categorie: Etero Racconti Cuckold
Tag: Amatoriale