Capitolo 19


 


Nel fine settimana non incontrai Simona, doveva partecipare ad una cena con Paolo il sabato ed il giorno successivo avrebbe preparato il necessario per trasferirsi, ci sentimmo spesso telefonicamente, eravamo entrambi molto eccitati per la nuova convivenza.
Venerdì sera andai al bar, c’erano anche Roberta e Patrizia, l’amica con cui sarebbe andata in vacanza, oltre a salutarmi stranamente mi rivolse la parola, mi chiese come stavo e se mi ero messo con un’altra, le dissi che per il momento non ne avevo voglia, ebbi però l’impressione che invece sapesse qualcosa, quindi per non passare per bugiardo le confidai che in realtà avevo riallacciato i rapporti con una vecchia amica, era andata ad abitare altrove ma adesso era tornata e ci eravamo visti qualche volta. Non sembrava arrabbiata, aveva solo gli occhi tristi e restava chiaramente sulla difensiva. Sabato sarebbe partita per le ferie, aveva la necessità di staccare la spina e svagarsi, le dissi che anch’io sarei ci sarei andato ma solo ad agosto, si ricordava del periodo perchè ci saremmo dovuti andare insieme, chiese se andavo da solo e le dissi che ci sarei andato con quella ragazza, a questo punto era inutile mentirle.
Sabato andai in piscina con amici ed in discoteca alla sera, incontrai Giulia, era ubriaca persa, mi chiese di accompagnarla a casa perché anche le sue amiche erano piene e nessuna di loro era in grado di guidare, visto che ero in auto con altri tre amici un posto per lei c’era. Si accomodò sul sedile posteriore in mezzo a due, eravamo a circa 30 km da casa, durante il tragitto fece la troietta con loro, la palpavano e lei contraccambiava, guardando lo specchietto retrovisore vidi che mi osservava per vedere come reagivo, la ignorai chiedendo solo di non macchiarmi i sedili e di arrivare al sodo fuori dall’auto. Probabilmente lo fece solo per farmi ingelosire ma non me ne fregava niente, la lasciai sotto la tana e salì con i due miei amici a scopare, era una gran troia e non era la prima volta che si ripassava chi le capitava a tiro.
Domenica mattina preparai anch’io un paio di valige ed alcuni zaini da portare nel nostro appartamento, non avevo le chiavi quindi avrei portato tutto quando Simona me le avesse date, mia madre era costantemente in apprensione, continuava a chiedermi informazioni su Simona e se ero convinto di andare a vivere con lei, le spiegai nuovamente che non era una convivenza ma semplicemente un desiderio di stare insieme per un po’, non era detto che si sarebbe fermata ad abitare qui, magari tra qualche settimana sarei tornato a casa, la invitai a prenderle come una sorta di ferie prolungate, non come una fuga definitiva da casa, in realtà la vedevo davvero anch’io in questo modo, ero consapevole che non poteva essere qualcosa di stabile e duraturo.
Nel pomeriggio feci un giro in moto con degli amici, cenammo fuori e tornai a casa verso le 23,00, mi telefonò Simona, ci raccontammo cosa avevamo fatto nel w.e. e disse che sarebbero venuti lunedì mattina a firmare il contratto di affitto, se nella pausa pranzo volevo andare da lei mi avrebbe aspettato all'appartamento.
Lunedì nella pausa pranzo andai al nostro appartamento, Paolo e Simona stavano sistemando negli armadi gli abiti e la biancheria, erano a buon punto, nel pomeriggio sarebbero andati a fare la spesa, pranzammo in un bar vicino, quella sera avrei portato le mie cose che avevo preparato ed avremmo passato la prima notte insieme.
Dopo il lavoro lasciai la moto sotto casa nostra ed andai con l’auto di Simona a recuperare le valigie, mia madre era commossa nel vedermi andare via, mio padre invece si raccomandò di non disturbare troppo i vicini per le scopate che mi sarei fatto (era un grande, anche lui era in fin dei conti dispiaciuto ma non me lo fece minimamente pesare).
Quando parcheggiai l’auto mi resi conto del passo che stavamo facendo ed i dubbi che avevo avuto tornarono prepotentemente a farsi sentire nella mia mente: cosa stavo facendo? Che razza di rapporto potevo avere con Simona? Tutti questi pensieri scomparvero come neve al sole quando scese dalle scale per aiutarmi a portare su le valigie, era bellissima, nonostante fosse sudata ed affaticata per l’intensa giornata di lavoro sembrava appena uscita dall’estetista, quando entrai in casa Paolo era andato a fare la spesa, mi fece vedere dove sistemare le mie cose, la abbracciai e dissi:
- “Sei davvero convinta di quello che stai facendo?”;
- “Assolutamente, tu hai dubbi?”;
- “Li ho avuti, più che altro per il proseguimento della nostra storia, avrà un futuro?”;
- “Se intendi un futuro come quello che può avere una coppia normale direi di no, inutile nasconderlo, siamo una coppia atipica, direi più un trio, mi sono convinta di quello che stavamo facendo immaginando di avere due vite, una con Paolo e l’altra con te, però non separate, direi congiunte.”;
- “Secondo te potrà durare?”;
- “Se mi fossi fatta questa domanda non ti avrei nemmeno proposto questa cosa, prendila come verrà, potrebbe durare una vita oppure un mese, ciò che conta e che me la voglio godere in pieno per tutto il tempo, quando intendo godere dico in tutti i sensi, pensi di poterlo accettare un discorso del genere?”;
- “Se questo vuoi dire passare più tempo insieme sono disposto ad accettare qualsiasi cosa…”;
- “Lo sai che ti amo vero?”;
- “Anch’io ti amo Simona. Mi ha stupito anche il fatto che tu voglia circolare tranquillamente con me, siete sempre stati così attenti alla vostra riservatezza, siete sicuri?”;
- “Anche questo aspetto è stato oggetto di molte discussioni con Paolo, pretendeva che facessimo vita di clausura senza farci vedere in giro, gli ho detto che se dovevo vivermela sta storia lo dovevo fare a 360°, non ci conosce nessuno qui, i rischi sono ridotti al minimo. In realtà sono praticamente una monaca di clausura nella vita con lui, le persone che frequentiamo di solito sono gente di un livello sociale incompatibile con i luoghi che frequenteremo io e te, sfido chiunque poi a riconoscermi, anche solo per il modo in cui vestirò, con te sarò una ragazza con lui sono una vecchia ed elegante signora. Da quando sto con lui sono passata dalla spensieratezza di una ragazza normale alla monotona vita di un’agiata donna di mezza età, mi sento giovane cazzo, avrò tempo di fare la signora per bene più avanti, con te guadagnerò dieci anni di vita.”.
Ebbi l’impressione che la stesse vivendo come un’avventura in tutti i sensi, era felice di essere se stessa e si sarebbe divertita un sacco con me, voleva tornare a godersi la vita per l’età che aveva, ero parecchio più giovane di lei e l’avrei riportata a vivere in allegria.
In quel momento arrivò il marito con le borse della spesa, si era fatto dare una mano dal portiere dello stabile, Enrico, un signore di 45 anni molto simpatico e disponibile, sarebbe diventato un vero amico per noi. Riempimmo frigorifero e dispensa con ogni genere di prodotti e Simona ci preparò un piatto di spaghetti alla carbonara davvero ottimi, non era una gran cuoca però quelli le riuscivano davvero bene. Dopo cena Paolo se ne andò subito, il giorno dopo avrebbe dovuto svegliarsi presto ed aveva ancora parecchia strada da fare per tornare a casa, si baciarono sussurrandosi qualcosa all’orecchio, lui sembrava triste e quando mi salutò disse:
- “Mi raccomando Gianluca, trattamela bene, lei è la mia regina…”;
- “Tranquillo è in buone mani.”, gli risposi.
Simona mi invitò ad andare a fare la doccia e di aspettarla in salotto, mi avrebbe raggiunto dopo essersela fatta anche lei. Mi sedetti sul divano in mutande e maglietta, giravo sempre così a casa mia e volevo ambientarmi immediatamente, presi una birra ed accesi il grosso televisore al quale era collegato l’impianto audio e quello satellitare, cosa per i tempi davvero per pochi, mi ricordo che era TELE+, è stata la prima piattaforma televisiva commerciale a pagamento in Italia, non avevano badato a spese, pacchetto completo, comprese le partite di Serie A, non mi sarei perso una partita della mia Juve quell’anno. Mentre mi godevo tutta quella scelta di canali televisivi Simona tornò dal bagno, con il telecomando, senza che io l’avessi sentita arrivare, tolse il volume alla TV passandolo all’impianto audio, la prima canzone che partì era Diamante di Zucchero, la adorava, mi voltai e la vidi restando a bocca aperta, indossava un abito da sexy cameriera preso in un sexy shop: un top nero cortissimo con il bordo di pizzo bianco ed un fiocchetto nero sotto alla generosa scollatura che alzava terribilmente le sue magnifiche tette, una gonnellina cortissima nera sempre con il bordo di pizzo bianco, autoreggenti bianche a rete fine con un fiocchetto nero sulla parte alta di ognuna di esse, reggicalze nero e due scarpe altissime sempre nere, portava un vassoio con due coppe di gelato, sculettava in maniera provocante, sorridendo disse:
- “Il signore ha ordinato il gelato?”.
Appoggiò il vassoio sul tavolino di fronte a me piegandosi e mettendo il suo culetto perfetto davanti agli occhi, immediatamente il cazzo mi esplose, essendo in mutande si vedeva benissimo, sorrise e disse con aria divertita:
- “Il signore ha avuto un’erezione o sbaglio? Posso fare qualcosa?”.
Si inginocchiò davanti a me e cominciò a leccarmelo da sopra le mutande, la guardavo estasiato e dissi:
- “Il signore gradirebbe un trattamento particolare dalla sua sexy cameriera…”;
- “Sono a sua completa disposizione signore…”.
Mi sfilai la maglietta, mi tolse le mutande e si sedette sulle mie gambe, ci baciammo a lungo, si strusciava sul cazzo e sentivo che non indossava le mutandine, la sua figa era calda e bagnatissima, prese una coppa di gelato e con il cucchiaino mi imboccò più volte, fece colare un po’ di gelato sul petto e sulla pancia, poi con la lingua lo leccò via, fece la stessa cosa con il cazzo, lo mise dentro alla coppetta, il freddo era piacevole, soprattutto perché seguito dal calore della sua bocca.
- “Sei una donna straordinaria Simona…”.
Il suo sorriso con il cazzo in bocca mi eccitava da morire, il suo sguardo era fisso su di me, sporcava di gelato il cazzo e lo succhiava in continuazione, fece uscire le tette dal top e cominciò una spagnola straordinaria tenendo la cappella in bocca, si abbassò e mi leccò le palle ed il buco del culo insalivandoli per bene, poi disse:
- “Andiamo in camera signore?”.
Si alzò e mi prese per mano, quando arrivammo nella stanza vidi sul letto i due vibratori che utilizzava di solito, mi invitò a coricarmi sul letto, lei restò in piedi davanti allo stesso, prese quello piccolo bianco e si mise a novanta gradi davanti al letto, si penetrò la figa mentre con il dito girava intorno al buco del culo già dilatato.
- “Le piace lo spettacolo signore?”;
- “Da impazzire, continua, però avvicinati…”.
Nella stessa posizione ora potevo toccarla con mano, le penetrai il buco del culo mentre si divertiva con il vibratore, gemeva di piacere e grondava umori che le colavano sulle sue levigate cosce, eccitato dalla situazione le ordinai:
- “Passami quello nero schiavetta.”;
- “Tutto quello che vuole signore…”.
Lo bagnai di saliva e cominciai piano piano a penetrarle il culo, era grosso e lo feci entrare delicatamente, era uno spettacolo vedere come spingesse con la pancia per dilatarlo, gemeva di piacere ma anche di dolore, era allenato ma le dimensioni erano davvero notevoli anche per lei, lo infilai dentro quasi fino in fondo aumentando sempre di più il ritmo, quando lo toglievo da dentro il buco si rilassava richiudendosi, restando comunque leggermente aperto, giocammo parecchio in quel modo finchè ebbe un orgasmo.
Mentre prendeva fiato la invitai a spogliarsi completamente, mi godevo lo spettacolo coricato sul letto con le mani dietro la testa, si esibì in uno spogliarello da professionista rimanendo con le sole scarpe addosso, improvvisò un balletto seguendo la musica che proveniva dal salone, poi mi chiese cosa doveva fare, dissi che doveva fare quello che più considerava appagante per me, al massimo sarei stato io a chiederle qualcosa in particolare, camminando a carponi sul letto raggiunse i miei piedi cominciando a baciarli, sembrava una gattina, li leccava eccitata mentre con le dita si masturbava entrambi i buchetti, era pronta per essere scopata. Le ordinai di girarsi con la schiena e di penetrarsi dietro, obbedì, si sedette sul cazzo infilandoselo tutto quanto nel culo, cominciò una danza gemendo di piacere mentre con le dita si masturbava la figa, le ordinai di farlo con il vibratore nero, saltava con decisione penetrandosi con forza entrambi i buchi finchè ebbe un secondo orgasmo.
- “Ohhhhhh!!! Siiiiii!!!!! Vienimi dentro ti prego!!!!”;
- “Veramente io non sono ancora pronto, devi finire con la bocca…”;
- “Sarà un piacere…”.
Tornò a spompinarmi con foga aspettando di sentirmi venire, nonostante fossi al limite ciò non accadeva, si impegnò a fondo ma non raggiungevo l’apice, era esausta e lo ero anch’io, dopo un po’ finalmente cominciai a sentire che stavo venendo, le vene cominciavano ad ingrossarsi e sentii che stavo per esplodere, glielo piantai tutto in gola tenendola giù, quando sborrai le andò di traverso, tossì e quasi vomitò, dalla sua bocca fuoriuscì una grossa quantità di sperma che sputò sulla mia pancia, gli occhi le si riempirono di lacrime ed il viso diventò rosso, nonostante questo, dopo aver ingoiato a fatica quello che aveva in bocca ripulì minuziosamente tutto, era magnifico vederla così servizievole e devota, la sentivo mia, le presi la testa alzandogliela, il viso era provato ed ancora tossiva.
- “Mi ami?”;
- “Ti amo tanto mio signore…”;
- “Lo sai che sei una gran porcellina?”;
- “No sono una troia, la tua troia…”;
- “E’ vero sei la mia troia, mia e basta chiaro? Queste cose d’ora in avanti devi farle solo con me, capito?”;
- “Certo, ma Paolo?”;
- “Paolo ti avrà solo quando ti autorizzerò, è chiaro?”;
- “Chiaro, solo con te mio signore…”;
- “Baciami…”.
Le piaceva farsi trattare in questo modo, si capiva che non faceva scena ma era quello che voleva in alcuni momenti, le piaceva sentirsi sfruttata e maltrattata, poi diventava dolce di solito, restò infatti con la testa sotto la mia ascella a lungo accarezzandomi e sussurrandomi parole dolci alle quali io contraccambiavo.
Restammo a lungo in quella posizione, poi andammo a farci la doccia e tornammo a letto, dopo esserci scambiati il bacio della buonanotte ci addormentando nudi ed abbracciati uno all’altra.


Continua…

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