Capitolo 18
Paolo si unì a noi poco dopo, Simona gli chiese cosa avesse raccontato, si vergognava di aver bagnato le lenzuola, aveva detto che avevamo rovesciato del vino bianco, rise di gusto sostenendo di aver fatto una figuraccia.
Durante la cena Paolo ci riferì che aveva dato l’input al suo contatto, lavorava presso un’immobiliare, gli avrebbe detto qualcosa già il lunedì successivo, gli feci un elenco delle zone che avrebbe dovuto escludere per diversi motivi; vicinanza a casa mia, al mio posto di lavoro, amici e soprattutto doveva essere distante dalla casa di Roberta, si annotò diligentemente tutto e mandò un sms al tizio.
Paolo chiese a Simona di essere più discreta possibile cercando di non farsi vedere troppo in giro, non conoscevano nessuno da quelle parti ma una certa prudenza era comunque consigliabile, lei rispose seccamente che non lo riteneva necessario e sicuramente avremmo fatto una vita di coppia il più normale possibile, non aveva intenzione di chiudersi in casa tutto il giorno e non uscire con me liberamente.
Dopo aver cenato Paolo disse che era stanchissimo e che sarebbe andato a dormire subito, inoltre voleva lasciarci un po’ soli, che uomo strano, non avrei mai potuto comportarmi come lui, a questo punto potevo arrivare a capire, ma non condividere, la sua eccitazione nel vedere la propria donna scopata da un altro, ma adesso me la stava letteralmente cedendo, sapendo cosa provava per me come faceva a non avere il timore che il suo sentimento aumentasse fino a lasciarlo del tutto? Ero sempre più preoccupato per la piega che stava prendendo la storia, però ero talmente preso da Simona che il cervello mi funzionava solamente in parte, a comandare erano il cuore ed il cazzo.
Io e Simona andammo in un paesino poco distante, c’era una serata tributo ai Queen, li adorava e diverse band avrebbero suonato le cover delle loro canzoni più famose. Arrivammo poco dopo, c’era tantissima gente, nonostante fosse un concerto di paese i gruppi che si alternavano erano davvero molto bravi, lei era magnifica come al solito: indossava un vestitino corto con un gonnellino largo, sotto non indossava l’intimo com’era spesso abituata a fare, durante il tragitto le avevo messo una mano in mezzo alle gambe e l’avevo appurato, una generosa scollatura faceva intravvedere il suo strepitoso seno senza reggiseno, aveva i capelli raccolti nella sua eccitantissima coda alta, un paio di sandali aperti, legati sulla caviglia e con tacchi altissimi, la slanciavano tantissimo, era incredibilmente bella. Notai che la guardavano tutti, ero geloso degli sguardi altrui ma eccitato ed orgoglioso per averla accanto, quando avrei girato per le strade della mia città con lei per mano sarei stato invidiato da tutti, inoltre se si vestiva in maniera giovanile dimostrava molti anni in meno, diciamo al massimo 25 anni, io ne avevo 21, non vedevo l’ora di farmi vedere con lei. Il palco era stato allestito sul campo da calcio, eravamo pressati come delle sardine in una scatoletta, avevamo bevuto parecchio ed era un po’ alticcia, ero dietro a lei e l’abbracciavo, ballando e saltando il suo culo strofinava continuamente sul mio cazzo che era irrimediabilmente duro, allungò una mano toccandomelo durante una canzone lenta, le dissi all’orecchio:
- “Già è duro da una vita, se fai così mi scoppia nei pantaloni…”;
- “Facciamolo uscire allora…”.
Mi sbottonò i pantaloni, mi tirò giù la zip ed infilò la mano dentro cominciando a segarmi.
- “Ma cosa fai, sei matta?”.
Senza rispondermi me lo tirò fuori e se lo infilò sotto la gonna, in quel modo mi copriva in parte dagli sguardi altrui, l’asta scorreva in mezzo alle sue gambe che stringeva forte, sentivo la sua figa bagnata inumidirmelo, misi una mano sotto la sua gonna, allargò leggermente le gambe, glielo infilai cominciando a pomparla piano piano, mi mise un braccio al collo spingendo il culo verso di me, non mi girai nemmeno per controllare se qualcuno ci vedesse, non mi importava, confusi nel movimento delle altre persone la scopai e le venni dentro, quando lo sfilai me lo prese in mano e si leccò le dita sporche del mio sperma guardandomi sorridente e soddisfatta, quella donna era una porca assoluta e la amavo alla follia anche per quello. Il concerto finì tardi, tornammo all’auto verso le 2,30, mentre percorrevamo il breve tratto di strada che portava all’albergo mi disse che le era piaciuto farlo in mezzo alla gente, non l’aveva mai fatto e si era eccitata tantissimo, si passò le dita sulla figa dicendo che lo sperma le era colato sulle gambe e l’aveva ingoiato tutto. Salimmo in camera di corsa ed entrammo in doccia, aveva fretta di lavarsi e di andare a letto per fare l’amore. Ci coricammo ancora con gli accappatoi addosso, me lo sfilò mentre ci baciavamo e dopo essersi tolta anche il suo mi disse di coricarmi pancia in sotto perché voleva farmi un massaggio, mi raccontò che aveva fatto diversi corsi, le piaceva moltissimo farli ma anche riceverli, prese dal suo beauty un olio da massaggio e ne versò su tutto il mio corpo una generosa quantità, profumava di vaniglia, le sue mani erano delicate ma con movimenti decisi, sapeva dove e come toccare per rilassare i muscoli della schiena, del collo e delle gambe.
- “Sei bravissima, non me lo avevi mai detto che avevi eri così in gamba.”;
- “Non c’è mai stata l’occasione, ci sono tante altre cose in cui sono brava, vivendo insieme le scoprirai man mano, questa tecnica rilassa la muscolatura del corpo e domani mattina ti sveglierai carico come una molla, te lo assicuro.”;
- “Quando riprenderà la stagione calcistica mi sarai molto utile allora, dopo le partite sono sempre tutto rotto, ci diamo tante di quelle botte…”;
- “Se ti farà piacere verrò a vederti tutte le domeniche e sarò la tua prima tifosa.”;
- “Certo che mi farà piacere, poi sarai il mio premio…”;
- “Dipende da come giocherai, facciamo che ad ogni goal che segnerai io farò qualcosa di molto particolare, che ne dici?”;
- “Ma tu mi fai sempre cose molto particolari, difficile chiederti qualcosa che non mi hai ancora fatto provare.”;
- “Vedrai che saprò stupirti, non ti preoccupare, però se giocherai male sarai tu a dover pagare pegno, siamo d’accordo?”;
- “Aspetta aspetta, mi sa che tu mi stai fregando, dipende sempre che cosa mi chiederai…”;
- “Una scommessa è una scommessa, devi correre qualche rischio se vuoi guadagnarci qualcosa…”;
- “Vabbè dai, tanto tu riesci a farmi fare tutto quello che vuoi anche senza scommettere, però sarò io a chiedere cosa voglio da te ok?”;
- “Ok, non temo nulla, adesso girati che continuo davanti.”.
Mi girai con la pancia in alto, avevo il cazzo durissimo, lo guardò, sorrise, gli diede un bacino sulla cappella e disse:
- “Tu stai tranquillo, il massaggio per te arriverà dopo…”.
Versò l’olio sul petto, la pancia e le gambe, poi riprese un massaggio dolcissimo e molto rilassante, evitò di toccarmi le parti intime, nonostante ciò il cazzo restò durissimo per tutto il tempo, fu particolarmente bello il massaggio alle gambe, sentivo davvero il corpo rilassarsi sotto le sue sapienti mani, si dedicò moltissimo ai piedi e mi spiegò che si trattava di riflessologia, praticamente ogni parte del corpo corrisponde ad un punto situato sulle loro piante, sinceramente non me ne fregava un granchè, però era molto piacevole quindi l’assecondavo per non farla smettere.
Quando finì si alzò in piedi sul letto, si versò l’olio sulle tette, sulla pancia e sulle gambe, poi si coricò su di me e cominciò a strusciarsi massaggiandomi con il suo corpo, se prima avevo il cazzo duro adesso era marmo puro, se lo passò tra le tette, lo strofinò a lungo con la figa ed il culo, poi cominciò a leccarmi i piedi, alzò la testa e guardandomi e disse:
- “Il bello di questo olio è che è totalmente di origine naturale ed è commestibile, costa un occhio della testa, adesso ti ripulisco leccandolo via tutto, ti piace?”;
- “Mi piace tutto quello che fai Simona.”.
Leccò davvero ogni centimetro della mia pelle, tralasciando le parti intime, era piacevole ma volevo arrivare al sodo, cercai di costringerla ad arrivarci ma mi chiese di lasciarla fare, quando arrivò al collo cominciò a baciarmi molto appassionatamente, si girò a “69”, davanti ai miei occhi si spalancavano i suoi irresistibili buchetti, non ci arrivavo con la bocca perché era con la testa in mezzo alle mie gambe intenta a leccarmi le palle, li penetrai con le dita, cominciò immediatamente a gemere di piacere, si tirò su per prendermelo in bocca, finalmente potevo leccarglieli, l’olio era dolce e dal gusto piacevole, mischiato ai suoi abbondanti umori mi riempivano la bocca, ci scambiammo a lungo piacere l’un l’altra. Si alzò dandomi le spalle e si penetrò la figa, appoggiò i piedi sul letto ed inarcò la schiena indietro appoggiando le mani sulla mia pancia, roteava i fianchi tenendosi il cazzo ben piantato fino in fondo, l’olio rendeva tutto molto molto scivoloso, si scopò a lungo, poi lo sfilò e se lo piantò nel culo, la penetrazione fu rapida, l’olio creava meno attrito, sembrava che ce l’avesse ancora nella figa per quanto scivolava bene, gemevamo entrambi moltissimo, le masturbavo la figa ed il clitoride con le dita, ebbe un orgasmo e lo sottolineò a voce alta:
- “Ohhhhhh!!! Siiiiii cazzo siiiiii!!!!!”.
Si sollevò sfilandoselo ed immediatamente schizzai, mi masturbò fin quando smise, poi leccò ed ingoiò tutto come al solito, ero stravolto, pure lei aveva il fiatone, si coricò pancia all’aria e disse che le girava la testa, mi preoccupai, era sudatissima e respirava affannosamente.
- “Hey tutto bene?”;
- “Sì sì non ti preoccupare, credo che sia il caldo ed il gran movimento che abbiamo fatto, forse abbiamo esagerato un po’…”;
- “Mi fai preoccupare così, cosa ti senti?”;
- “Ma niente tranquillo, devo solo riprendere fiato, sei tu che mi togli il respiro, baciami…”;
Si riprese subito e poco dopo andammo entrambi a farci una doccia, poi tornammo a letto e ci addormentammo abbracciati uno all’altra.
La mattina successiva ci svegliò un messaggio di Paolo verso le 10,00, ci chiedeva se volevamo fare colazione insieme, poco dopo ci raggiunse e mangiammo tutti insieme in camera nostra. Decidemmo di andare a visitare una città vicina e lasciammo l’albergo verso le 11,30, Simona in moto con me e lui al seguito con la loro auto. Visitammo la città, poi dopo aver cenato insieme in un ristorante nei pressi di casa mia, ci salutammo dandoci appuntamento telefonico al giorno successivo, mi avrebbero detto qualcosa per l’appartamento.
Lunedì pomeriggio ricevetti un sms di Simona che mi anticipava interessanti novità sull’appartamento, mi telefonò dopo il lavoro e disse che gliene avevano proposto 5 che corrispondevano alle nostre esigenze, le dissi di scegliere tranquillamente, per me non era importante, l’unica cosa che mi interessava erano le raccomandazioni che le avevo fornito. Il giorno successivo li avrebbe visitati con l’incaricato dell’immobiliare e poi mi avrebbe fatto sapere qualcosa di preciso.
Lunedì sera andai al bar, c’era anche Roberta quella sera, sembrava rilassata e mi salutò, contraccambiai volentieri, forse le cose si stavano sistemando per fortuna. Quando uscii dal locale per tornare a casa si avvicinò Patrizia, l'amica che mi aveva parlato la settimana precedente, disse che si erano parlate ed avevano deciso di andare in ferie insieme, sarebbero partite il sabato successivo, mi assicurò che avrebbe fatto di tutto per farle dimenticare la nostra storia in maniera di vivere tutti più sereni. La cosa mi confortò, tra poco tempo sarei uscito per le strade della città con Simona, non era più necessario nascondersi, accompagnarmi a lei nei posti abituali che frequentavo era il mio desiderio. bar compreso.
Martedì pomeriggio trovai Simona che mi aspettava fuori dal lavoro, era sorridente, bellissima, vestita come una ragazzina: un top rosso corto mostrava la sua pancia definita ed evidenziava le sue meravigliose tette, indossava quei jeans corti che aveva acquistato per venire in moto con me, le sue lunghe e tornite gambe erano slanciate da un paio di sandali rossi con la zeppa alta, la abbracciai e baciai appassionatamente, disse che aveva scelto l’appartamento e che voleva farmelo vedere, in quel momento uscì un mio collega ed amico, quando mi vide con lei sgranò gli occhi e si avvicinò a noi:
- “Scusa Gianluca ma non mi presenti la tua ragazza?”.
Lei sorrise, mi guardò, poi stringendo la mano al mio collega disse:
- “Piacere, sono Simona la sua ragazza, non ti aveva mai parlato di me?”;
- “Veramente no, piacere mio.”;
In quel momento le suonò il cellulare e si allontanò per rispondere, il mio collega mi prese per un braccio e sussurrò:
- “Ti scopi una ragazza così e non mi dici niente? Ma dove cazzo l’hai trovata sta figa?”;
- “Ci siamo messi insieme da pochi giorni, non è di queste parti, non ho avuto modo di dirtelo, fammi un piacere però, cerca di evitare di parlarne con Roberta.”;
- “Tranquillo, però prima o poi vi vedrà insieme, la voce si spargerà in fretta, anche perché la tipa non passa certo inosservata…”.
Simona finì di parlare al telefono e si riavvicinò a noi:
- “Scusatemi, andiamo allora Gianluca? Piacere di averti conosciuto, magari ci vedremo in giro una di queste sere.”;
Il mio collega se ne e andò e mentre indossavamo i caschi mi chiese cosa ci eravamo detti:
- “E’ rimasto scioccato per quanto sei bella, normale credo.”;
- “Che sciocco che sei, pure lui è carino…”;
- “Hey, guarda che sono geloso…”.
Partimmo per raggiungere l’appartamento, era vicino al centro della città ma in una zona tranquilla, si poteva arrivare al corso principale anche a piedi in pochi minuti, però non c’era il fracasso tipico della zona più centrale, il palazzo lo conoscevo bene perché era molto ambito, le chiesi come aveva fatto a trovarlo li che era ricercatissimo, rispose che se ne era innamorata immediatamente, era un po’ caro l’affitto ma non aveva avuto dubbi. Salimmo al 5° piano con l’ascensore, me lo fece visitare entusiasta, era completamente arredato in stile moderno; appena aperta la porta, di fronte all’ingresso, c’era un enorme salone con un divano in pelle nero sulla destra ed un bellissimo televisore attrezzato con l’impianto stereo (lo notai subito perché sono sempre stato appassionato di tecnologia) ed una grossa libreria, un tavolo per pranzare sulla sinistra ed una credenza con una vetrina contente un servizio di porcellana, la particolarità era che la parete in fondo era completamente occupata da una serie di finestroni che davano sulla piazza sottostante, regalavano una bella vista e rendevano molto luminoso il posto, nonostante dall'esterno non si vedesse l'interno. Sul lato sinistro un’apertura portava ad un corridoio con la cucina, in stile americano con il tavolo ricavato dal mobile, molto spaziosa e con un grosso balcone, proseguendo lungo il corridoio c’era un bagno con una doccia e due lavandini ed una stanza molto grossa con degli attrezzi ginnici, mi disse che era stata arredata in quel modo perché l’inquilino precedente era un calciatore della locale squadra, si era trasferito altrove ma aveva lasciato tutto li al proprietario dell’appartamento, noi potevano tranquillamente adibirla ad altro oppure lasciarla così. La parte destra del salone portava alla zona notte separata da una grossa porta scorrevole, c’erano due stanze da letto, una singola (quella poteva essere occupata da Paolo quando sarebbe venuto a trovarci) e l’altra matrimoniale davvero bellissima ed ampia, una stanza guardaroba molto spaziosa ed un bagno spettacolare con una enorme vasca idromassaggio in muratura, tutta con i mattoni a vista, davvero bellissima.
- “Allora che ne dici, ti piace? Io lo trovo favoloso…”;
- “E’ spettacolare, ma quanto costa l’affitto?”;
- “Non ti devi preoccupare di questo, tanto paga Paolo, devi solo dire che ti piace e tempo una settimana ci trasferiamo, allora?”;
- “Per me va bene, vorrei anche vedere che non mi andasse bene.”.
Era felicissima, mi prese per mano e mi fece sedere sul divano, telefonò a Paolo dicendogli che doveva confermare tutto e che la settimana successiva ci saremmo trasferiti, quando riagganciò il telefono si sedette sulle mie ginocchia, stavo ancora ammirando il posto, mi baciò a lungo e poi disse:
- “Lo vogliamo inaugurare il nostro appartamento?”.
Si inginocchiò sfilandomi scarpe e pantaloni, le dissi:
- “Ho finito adesso di lavorare, dovrei farmi prima una doccia…”;
- “La biancheria non c’è ancora, poi a me piace il tuo odore lo sai…”.
Mi sfilò anche le mutande e mi fece un pompino spettacolare, si tolse il top e mise il mio cazzo in mezzo alle tette segandomelo, se lo sbatteva forte sul viso, la feci alzare, le tolsi i jeans ed il perizoma, poi la feci inginocchiare sul divano e leccai i suoi due buchetti a lungo, la penetrai cominciando a scoparla con forza mentre si sgrillettava il clitoride, i suoi umori colavano e schizzavano ovunque, era eccitatissima, quando si bagnava così tanto mi faceva perdere il controllo, la inculai nella stessa posizione, si masturbava con le dita la figa, i suoi gemiti si facevano sempre più forti finchè ebbe un orgasmo, stavo per venire anch’io, lo intuì, si sedette sul divano e si mise la cappella in bocca, intanto mi segava velocemente, sborrai mentre accoglieva a fatica il mio seme, era parecchio e quando smisi aprì la bocca per farmelo vedere, poi lo ingoiò leccandosi le labbra soddisfatta. Aveva bagnato tutto il divano di pelle con gli umori della figa ed esclamò sorridendo:
- “Prima visita ed abbiamo già fatto un disastro.”.
Prese dei fazzolettini di carta dalla borsa e si inginocchiò davanti al divano per asciugarlo, mi avvicinai e dissi:
- “C’è anche altro che deve essere ripulito per bene...”.
Sorrise maliziosamente e lo prese in bocca succhiandomelo con estrema cura, soddisfatto le dissi:
- “Mi sa che ci divertiremo parecchio noi due qui…”;
- “Lo credo anch’io.”, rispose.
La riaccompagnai all'auto e ci salutammo.
Andai a casa, dovevo dire ai miei che da li a breve mi sarei trasferito ad abitare con Simona, non sapevo come cominciare il discorso, non sapevano nemmeno della sua esistenza. Non fu semplice spiegar loro la faccenda, mia mamma era molto curiosa e disse che avrebbe avuto almeno il piacere di conoscerla, mio padre invece, che era sempre stato molto sportivo, disse di descrivergliela e se era bella.
Mercoledì sera andai al bar, c’era Giulia, la pseudo amica di Roberta che voleva uscire con me, appena entrai mi guardò di traverso, mi ero completamente dimenticato di lei, dovevo fare attenzione a non offenderla perché era una serpe ed era meglio non averla come nemica. Mi avvicinai e la invitai a parlare fuori, le spiegai che non mi ero più fatto sentire perché non volevo creare problemi, ci conoscevamo tutti ed eravamo amici, se Roberta ci avesse visto insieme si sarebbe rovinato tutto, inoltre avevo conosciuto una ragazza estranea al nostro gruppo ed avevo cominciato a frequentarla, era meglio così. Non sembrò molto felice della cosa ma mi disse che aveva intuito che non c’era possibilità per noi, chiese se prima o poi avrebbe avuto il piacere di conoscerla, le risposi che la settimana successiva probabilmente l’avrei portata al bar, chissà che faccia avrebbe fatto nel vederla, sarebbe schiattata d’invidia per quanto era bella.
Continua…