Capitolo 16
La mattina successiva andai a lavorare controvoglia, il lungo weekend. con Simona era stato magnifico ma ero stanchissimo, ripensavo continuamente a tutto quello che stava succedendo tra noi e faticavo a crederci, in poco tempo avevo avuto talmente tante esperienze nuove e stimolanti, come non mi era successo in tutto il resto della vita. Era successo tutto inaspettatamente e molto in fretta, la complicità che si era creata in così poco tempo era davvero strana, quasi innaturale, ero rimasto travolto dalla sua bellezza, sensualità ed estrema perversione, sentivo nuovamente la necessità di parlarne con qualcuno, decisi che non potevo continuare a tenermi tutto dentro, dovevo confidarmi con un amico e sentire il suo parere sulla faccenda, non per vantarmi ma per capire un’altra persona come si sarebbe comportata nei miei panni.
Nella pausa pranzo ricevetti un sms di Simona, mi invitava a chiamarla finito il lavoro, mi telefonò lei mentre ero sotto casa.
- “Ciao bellezza, come stai?”;
- “Molto bene, Paolo si sente in debito nei tuoi confronti per quel suo cliente, devi chiedergli qualcosa perché mi sta stressando la vita, fatti regalare qualcosa ti prego…”;
- “Ribadisci che non mi deve niente, come glielo devo dire, è andata così, ci saranno altre occasioni nelle quali magari sarà lui a farmi un piacere, poi il solo fatto che mi lascia scopare con te è sufficiente.”;
- “Guarda che sono io che voglio farmi scopare da te, lui non ha nessuna influenza su di me da quel punto di vista…”;
- “Allora sono io in debito con te…”;
- “Certo sei in debito con me e devi pagare pegno, dimmi che andremo a Kos insieme, ti prego…”;
- “Non ci avevo pensato, dammi tempo, sono completamente travolto dalla tua presenza, starei sempre con te, anche adesso, però non vorrei rovinare tutto, 15 giorni sempre insieme? Sei sicura di volerlo davvero?”;
Sentii bussare contro il vetro, ero andato a lavorare con l’auto di mia madre perché pioveva, mi voltai e la vidi fuori sotto l’acqua con un ombrello, corse intorno ed entrò dal lato passeggero esclamando:
- “Cazzo quanto piove, ciao tesoro mio…”.
Mi baciò teneramente tenendomi il viso tra le sue mani, stupito dissi:
- “Ma tu cosa cazzo ci fai qui?”;
- “Sono così sicura di volerlo che sono venuta ad aspettarti fuori dal lavoro, ti ho seguito e sono qui per convincerti, dai parti che non vorrei arrivassero i tuoi e ci vedessero insieme.”.
Accesi l’auto allontanandomi, poi mi rivolsi a lei:
- “Ma sei fuori? Cosa ti è venuto in mente di venire da me?”;
- “Il tizio del villaggio vuole una risposta in fretta, altrimenti ha difficoltà a riservarci le stanze, allora ho preferito venire qui di persona per convincerti…”.
Mise una mano sul cazzo e slacciò i pantaloni, esclamai:
- “Ma cosa fai sei pazza?”;
- “Tu guida e pensaci, quando avrò finito mi risponderai…”.
Lo tirò fuori, si abbassò e cominciò a succhiarmelo mentre guidavo:
- “Ma dai, così mi fai schiantare!”.
La sua lingua girava intorno alla cappella ed il cazzo spariva completamente nella sua calda bocca, facevo fatica a guidare con la sua testa che faceva su e giù, però era bellissimo quello che stava facendo, presi una strada poco trafficata, c’era ancora parecchia luce ed il rischio che qualcuno ci vedesse era altissimo, per fortuna non c’era molto traffico e riuscii a fermarmi dopo aver preso una stradina di campagna, quando fermai l’auto avevo il cazzo completamente ricoperto dalla sua saliva, non si era fermata e continuava a succhiarmelo con molta foga, le alzai la testa e dissi:
- “Tu sei pazza, ma lo sai che qualcuno potrebbe averti visto?”;
- “E allora? Sarebbe stato molto invidioso non trovi? Lasciami finire dai…”.
Si riattaccò con ancora più foga succhiandomelo benissimo, le tenevo la mano sulla testa e la costringevo a restare con il cazzo piantato in gola, mi piaceva moltissimo quando si lasciava fare questa cosa, avrei passato giorni interi così, ad un certo punto si alzò e disse:
- “Adesso scopami, non ho fatto tutti questi chilometri solo per succhiarti il cazzo, lo voglio dentro di me!”.
Si tirò su la gonna, sotto non indossava intimo, molto agilmente si mise sopra di me, si puntò il cazzo sulla sua bagnatissima figa e si penetrò in profondità, poi si attaccò al mio collo e cominciò a scoparmi intensamente, era una furia, intanto mi baciava e diceva che le piaceva moltissimo scopare con me:
- “Pensa in quindici giorni quante volte potremmo scopare, te lo consumo il cazzo, cosa devo fare per convincerti? Dimmi che andremo in ferie insieme, ti prego, sarò la tua schiava, farò tutto quello che vuoi, lì non ci conosce nessuno e potremmo stare insieme alla luce del giorno, non dirò mai no a qualsiasi cosa mi chiederai, dimmi di sì ti prego!!!”.
Come si poteva negarle qualcosa? In realtà avevo pensato che non era proprio il caso e mi sarei accordato per andare in ferie con i miei amici, però quello che aveva fatto per convincermi mi fece cambiare idea, quindi le risposi:
- “Ok hai vinto te, andremo in ferie insieme, sei contenta?”;
- “Siiiiiii sarò la tua donna per 15 giorni e tu sarai il mio uomo, scopami, fammi godere, sono la tua troia!!!”;
- “Sto venendo Simona”;
- “Anch’io vienimi dentro…”.
Sborrai dentro di lei, ebbe un orgasmo fortissimo, saltò letteralmente e cadde sul cazzo con forza, mi fece quasi male, mi abbracciò baciandomi con molta passione guardandomi ansimante e disse:
- “Non te ne pentirai, vedrai che ci divertiremo un sacco insieme, sarà come se fossimo due fidanzati in viaggio per la prima volta, prometto che non te li dimenticherai in fretta, parola mia…”;
- “Se queste sono le premesse faccio fatica a pensare diversamente Simona”;
- “Tranquillo, questo e solo l’antipasto, non hai idea di cosa sono in grado di fare…”.
Detto quello si alzò agilmente, si inginocchiò sul sedile tenendo il culo per aria in maniera che lo sperma non uscisse dalla sua figa e ci mise una mano sopra, prese il cazzo in bocca e lo ripulì accuratamente, dopodiché si leccò la mano piena di sperma che aveva tenuto sulla figa, guardandomi negli occhi e sorridendo soddisfatta, era di una bellezza e sensualità indescrivibili, avrei fatto di tutto per lei, a questo punto non vedevo l’ora di passare 15 giorni insieme, mi aspettavo di tutto.
Ci rivestimmo e la riportai sotto casa mia, mi salutò dandomi appuntamento a presto, dicendo che appena aveva la conferma dal villaggio mi avrebbe telefonato. La guardai mentre saliva sulla sua auto prima di entrare in casa, mi mandò un bacio con la mano prima di partire, il suo sorriso era come un raggio di sole in mezzo al temporale, mi ero innamorato perdutamente di lei, ormai non avevo più nessun dubbio, il problema è che non potevo sentirla mia fino in fondo, dal lato fisico si, ma non credevo che mi potesse bastare, inoltre sentivo che anche lei avrebbe voluto la stessa cosa, che situazione di merda!
Martedì sera andai al bar, c’era anche Roberta, ci salutammo freddamente e restammo distanti il più possibile, la guardavo ogni tanto, quando i nostri sguardi si incrociavano i suoi occhi si facevano tristi e li abbassava quasi immediatamente, mi dispiaceva per com’era finita e si vedeva che anche lei era dispiaciuta. Ad un certo punto andai in bagno, quando uscii trovai Giulia, quella ragazza che mi aveva chiamato qualche giorno prima quando ero con Simona, mi guardò dicendo che voleva parlarmi, uscimmo nel vicolo, si avvicinò e disse:
- “Senti non stiamo qui a perdere tempo, io voglio stare con te, a te interessa o no? Mi hai evitata tutta la sera, dopo la telefonata dell’altro giorno mi aspettavo almeno che tu mi parlassi, invece niente…”;
- “Hai ragione ma come ti ho già detto non mi va di farmi vedere con un’altra davanti a Roberta, spero che tu lo possa capirlo, sono imbarazzato, ci siamo appena lasciati e non voglio darle altri dispiaceri.”;
- “Lo capisco, infatti non mi sono nemmeno avvicinata a te, voglio solo capire se ti piaccio oppure no, sono disposta anche a vederci di nascosto per un po’…”.
Giulia era una bella ragazza, quasi ai livelli di Roberta, la sua fama di gran vacca la precedeva e sinceramente avrei voluto scoparmela, poi ero stimolato dal fatto che avrei voluto vedere come reagiva Simona, quindi le risposi:
- “Senti Giulia, mi sei sempre piaciuta, non lo nascondo, ti assicuro che l’unica cosa che mi ferma da prenderti e baciarti è il fatto che non voglio fare un dispetto a Roberta, se non fosse per quello ti sarei già saltato addosso…”.
Scattò come una molla, mi abbracciò e baciò con molta foga, baciava bene la tipa, si strusciava a me e mi faceva sentire le sue grosse e sode tette, allungai una mano e le palpai il culo da sotto il vestitino che indossava, in tutta risposta mise una mano sul mio cazzo, era duro come il marmo, lo accarezzava, infilai un dito nella sua figa, era bagnatissima, emise un gemito di piacere e fece per sbottonarmi i pantaloni, poi si fermò, mi guardò e disse con aria molto sensuale:
- “Scusa, mi sono fatta trasportare troppo, non vuoi farti vedere da Roberta, lo capisco e lo rispetto, quando vuoi chiamami ed organizziamo un incontro segreto.”.
Mi fece l’occhiolino, si sistemò il vestitino, mi diede un bacio e se ne andò sorridendo. Era evidente che voleva farsi desiderare, sarei dovuto essere io a cercarla adesso, il suo passo l’aveva fatto.
Tornai nel bar, Roberta era andata via, si avvicinò a me una sua amica, una delle migliori che aveva e mi disse che voleva parlarmi, uscimmo per strada, il suo volto era serio, disse:
- “Senti Gianluca, so tutto di te e Roberta, è distrutta, quando ti vede entra in crisi, ti ha visto andare in bagno ed ha notato Giulia che ti seguiva, non è stupida, puoi cercare di avere un po’ più di tatto con lei? Te lo chiedo per piacere, se sapesse che ti ho parlato mi ucciderebbe, te lo chiedo come piacere personale, evita…”;
- “Dammi ascolto, ho sempre rispettato Roberta, non so cosa ti ha raccontato ma se ci siamo lasciati non è per colpa mia, con Giulia prima ho solo parlato dei fatti miei, non so cosa si sia immaginata ma mi dispiace, dovrei per caso cambiare città?”;
- “Se sei sincero non sei mai stato completamente corretto con lei, lo sanno anche i muri che l’hai tradita mille volte in passato, lo sa anche lei cosa credi? I motivi della vostra separazione non li giudico, anzi a dirla tutta in questo caso non hai tutta la colpa per come sono andate le cose, quello che ti chiedo è solo di non farle del male, tutto qui.”;
- “Ho capito cosa intendi, sei una sua grande amica, ti assicuro che non è mia intenzione farle del male, però devo continuare a vivere, se lei guarda ogni mossa che faccio non è colpa mia, davanti a lei non mi sono permesso di farmi vedere con nessun’altra, c’ero arrivato pure io, però se non sono libero di parlare con altre la cosa potrebbe essere un problema, se adesso le riferissero che noi due stiamo parlando credi che penserebbe male anche di te? Pensaci, è lei che deve accettare che tra noi due è finita e continuare per la sua strada, cosa dovrei fare secondo te, trasferirmi altrove o cambiare compagnia?”;
- “Lo so è una situazione di merda e tu non hai tutti i torti, le parlerò e cercherò di farla ragionare, è scappata via piangendo come una matta quando ha visto Giulia che ti seguiva e non tornavate, scusa se mi sono permessa di romperti le scatole ma per me è come una sorella e mi stringe il cuore vederla soffrire.”;
- “Non sono arrabbiato con te, lo so che lo fai perchè le vuoi bene, ti assicuro che cercherò di evitare di ferirla in qualunque modo…”;
- “Grazie, in fondo sei un bravo ragazzo, però lascia perdere Giulia è solo una troietta e se ci vai insieme lo dirà a tutti, non ti fidare di lei.”;
- “Ok tranquilla.”.
Quel discorso mi fece tornare sui miei passi, non avrei cercato Giulia, la sua amica aveva ragione, se me la fossi scopata lo avrebbe fatto arrivare alle orecchie di Roberta e non volevo ferirla ulteriormente. Avrei evitato come la peste la troietta.
Giovedì mattina ricevetti un sms di Simona, mi confermava le ferie, saremmo partiti la domenica mattina per Kos e saremmo stati via 15 giorni, fra poco meno di un mese saremmo partiti, era felicissima e non vedeva l’ora, mi avvisò che mi avrebbe chiamata lei dopo cena. Mi telefonò infatti verso le 22,00, ero al bar, uscii per parlarci meglio:
- “Ciao tesoro mio, allora sei felice?”;
- “Ciao bellezza, certo che sono felice, e tu?”;
- “Sono al settimo cielo, non vedo l’ora, dove sei che sento casino?”;
- “Sono al bar con amici e tu?”;
- “Sono con Paolo ad una cena, sono uscita per parlarti, la troietta dell’altro giorno poi l’hai vista?”;
- “Si, abbiamo appuntamento più tardi per scopare, sai com’è…”.
Volevo ingelosirla, rimase in silenzio per alcuni secondi, poi con un tono molto seccato disse:
- “Dovremo parlare di questa cosa…”;
- “Scusa non capisco, di cosa dovremmo parlare?”;
- “Del fatto che tu ti diverti a dirmi che scopi con altre, la cosa mi infastidisce…”;
- “Scusa ma allora potrei dire la stessa cosa di te con tuo marito, non mi sembra che mi hai chiesto l’esclusiva…”.
La mia risposta la sorprese, passò qualche secondo e poi mi rispose balbettando, la sentivo insicura e poco convinta di quello che diceva:
- “Il problema è un altro, con mio marito scopo e sono tranquilla, tu vai a letto con una che non sai nemmeno chi sia, potresti prenderti qualcosa e trasmettermelo, ma stiamo scherzando?”;
- “Esiste una cosa chiamata preservativo, non sono mica scemo? La tua mi sembra una scusa bella e buona, scusa ma voglio essere sincero con te, se ti da fastidio a prescindere è un altro discorso.”;
- “Fai quello che vuoi ma sappi che dobbiamo chiarire la cosa ok? Nel weekend non ci vedremo perché sarò via con Paolo, ci sentiamo comunque, ciao.”.
Riagganciò il telefono senza darmi la possibilità di continuare il discorso, era evidente che la cosa la infastidiva e la storia del pericolo di prendere malattie era una scusa, ne ero convinto.
Il giorno dopo mi mandò un sms Paolo, diceva che aveva bisogno di parlarmi, gli dissi di chiamarmi verso le 19, ero a casa da solo e potevamo parlare tranquillamente. Puntualissimo mi chiamò:
- “Ciao Gianluca scusa se ti disturbo.”;
- “Tranquillo dimmi pure, c’è qualcosa che non va?”;
- “Credo proprio di sì e credo che stavolta dobbiamo trovarci e discutere di questa cosa seriamente. Simona non sa di questa telefonata e non dovrà mai saperlo ok? So di potermi fidare di te.”;
- “Tranquillo ma di cosa dobbiamo parlare?”;
- “Sarò sincero con te, abbiamo un problema, un grosso problema…”.
Il tono di voce lasciava trasparire preoccupazione e titubanza nell’affrontare il discorso.
- “Ieri sera ho discusso con Simona, non lo ha ammesso ma la conosco bene, te lo devo dire, si è innamorata di te e questo è un grosso problema Gianluca, enorme direi.”;
- “Ma dai ti sbagli, non credo proprio…”.
Il cuore mi batteva forte, era quello che volevo sentire.
- “Fidati, conosco bene mia moglie e so cosa dico, mi ha detto della vostra telefonata di ieri sera, il suo comportamento mi aveva già insospettito l’altra volta ricordi? Adesso non ho più dubbi, è cotta di te fidati, mi devi aiutare perché non voglio perderla, devi parlarci e chiarire la situazione.”;
- “Curioso che sia tu a chiedermi di convincerla, se si fosse innamorata di me io cosa dovrei fare secondo te?”;
- “Devi spiegarle che non le conviene lasciarmi e dirle che tu non provi niente per lei, vedi te cosa dirle, sono disposto a pagare qualsiasi cifra per la tua collaborazione, ti ripeto qualsiasi cifra, mi sono spiegato?”;
- “Forse non ti è chiara una cosa, io da te non ho mai voluto soldi e mai ne vorrò chiaro?”;
- “Scusami Gianluca lo so come la pensi, ma sono disperato, sono tornato a casa e lei non c’è, la chiamo e non mi risponde...”.
Cominciò a singhiozzare come un bambino ed aggiunse:
- “Sei l’unico che può sbloccare la situazione, ti prego…”;
- “Ok ok, proverò a cercarla e vediamo cosa succede, di solito improvvisando riesco a cavarmela bene, ti faccio sapere.”;
- “Grazie mille, ciao, fammi sapere mi raccomando…”.
Quando riagganciai il telefono ero emozionato, la mia previsione si era rivelata giusta, adesso avevo la certezza che non solo io avevo perso la testa ma era reciproco, avrei voluto correre da lei e dichiararmi, avrebbe lasciato suo marito e saremmo stati finalmente soli, sarebbe stata la mia donna, era quello che sognavo, cercai di contattarla, il telefono squillava ed il cuore mi scoppiava nel petto, non rispondeva. Riprovai tutta la sera, intanto Paolo mi martellava di sms, gli ripetevo che non mi rispondeva, verso le 23,30 mi scrisse che era tornata a casa, era andata a fare un giro con delle amiche e non aveva sentito il cellulare. Poco dopo rispose anche a me dicendomi la stessa cosa e dandomi appuntamento telefonico per il giorno dopo.
Quella notte feci fatica a dormire, quando finalmente presi sonno sognai che io lei andavamo a vivere insieme, mi svegliai la mattina successiva con il sorriso sulle labbra ed il cazzo duro. Decisi di aspettare che fosse stata lei a farsi sentire, non l’avrei chiamata.
Quando uscii dal lavoro alla sera la vidi seduta sulla mia moto che mi aspettava, era scura in volto, mi avvicinai, la baciai e le chiesi:
- “E tu cosa ci fai qui?”;
- “Dobbiamo parlare io e te…”;
- “Lo credo anch’io…”;
- “Andiamo dove possiamo parlare tranquilli.”.
Salimmo sulla sua auto ed andammo alla tana, era libera, li avremmo potuto parlare indisturbati, durante il tragitto restammo entrambi in rigoroso silenzio…
Continua…