Capitolo 14
Poco dopo tornò Paolo dicendo che per la nostra stanza era tutto a posto, mentre la sua non era la solita a fianco ma al terzo piano, l’aveva riservata fino a domenica sera anche se non sapeva quando sarebbe riuscito a tornare, lo salutammo, andò subito a letto mentre noi restammo ancora per un bel po’ in terrazza a chiacchierare. Era piacevole parlare con lei di qualsiasi argomento, era appassionata di sport in generale come me, inoltre tifava la mia stessa squadra (la JUVE!!!), mi confidò che suo marito aveva la possibilità di avere biglietti e mi promise di portarmi qualche volta allo stadio. Mi chiese se il giorno successivo avessi voglia di fare jogging con lei, lo faceva quotidianamente e non voleva rinunciarci tre giorni di fila, considerando che era dal giorno prima che non usciva, il problema era che entrambi non avevamo scarpe e vestiti appresso, li avremmo comprati la mattina successiva.
Era ormai tardissimo, però mi confidò che non entrava mai nel letto senza farsi una doccia, avevo anch’io questa abitudine, quindi prima di coricarci entrammo in doccia, riuscii a resistere alle sue avance rimandando al giorno successivo. Aveva l’abitudine di dormire completamente nuda e mi chiese di fare altrettanto, devo ammettere che addormentarmi mentre mi accarezzava il cazzo non fu semplice, però ero stanchissimo.
La mattina successiva mi svegliò infilandosi il cazzo in bocca; non so se vi è mai successo di essere svegliati con un pompino, è piacevole aprire gli occhi sentendo una donna che te lo succhia, essere svegliato in quel modo non mi era mai successo prima ma devo dire che fu molto bello. La sentivo che mi leccava la cappella ed insalivava l’asta, il cazzo era durissimo nonostante stavo ancora riprendendomi, appena gli occhi furono in grado di vedere la ammirai in mezzo alle mie gambe intenta a spompinarmi alla grande mentre si sgrillettava, con la voce ancora roca dissi:
- “Buongiorno, sei già in piena attività vedo…”;
- “Scusami se ti ho svegliato ma è mezz’ora che mi masturbo guardandoti nudo accanto a me, non volevo disturbarti, poi mi sono avvicinata e ti ho leccato il cazzo, quando l’ho visto indurirsi all’istante non ho resistito senza mettermelo in bocca, se vuoi smetto…”;
- “Stai scherzando? Continua e finisci il lavoro…”;
- “Ok, allora stai fermo, faccio tutto io…”.
Si girò mettendosi a “69” e lo succhiò a lungo, indossava ancora l’assorbente interno, la sgrillettavo e le leccavo il buco del culo, ansimava e se lo piantava in gola fino alle palle sempre più forte, le chiesi:
- “Come sei messa con il ciclo? Voglio anche la tua figa…”;
- “Sono quasi alla fine, se non hai schifo possiamo provarci…”;
- “Voglio scoparti Simona”.
Si girò sorridendo, la coricai sulla schiena, si sfilò l’assorbente e lo avvolse in un fazzoletto di carta, era praticamente pulito quindi potevo scoparla tranquillamente, cominciai a strofinarle la cappella sul clitoride, era eccitatissima e mi chiedeva di infilarglielo subito, risposi che non c’era fretta, puntai il cazzo infilando solo la punta, mi tirava a se ma non lo facevo entrare di più, mi pregava di scoparla, glielo infilai fino in fondo di colpo.
- “Oh siiiiiiiiii!!!”;
- “Ti piace?;
- “Da morire, scopami Gianluca fammi godere…”.
La scopavo con forza, ogni affondo era sottolineato da un suo commento ed incitamento, era sempre rumorosa, galvanizza parecchio quando una donna si complimenta per come la scopi bene, per le dimensioni del tuo cazzo, per il fatto che la fai godere, sono gratificazioni che ti coinvolgono, soprattutto quando hai la percezione che lo faccia perché se la sente, non simulando, lei era fatta così, ormai l’avevo capito e la cosa mi piaceva parecchio, ebbe poco dopo un orgasmo profondo, quelli che la facevano saltare e contorcersi tutta, ripresi fiato anch’io smettendo di scoparla per un po’, intanto ci baciavamo appassionatamente. Poco dopo mi disse che ne voleva ancora, la girai quindi a pecorina, il suo splendido culo si parava davanti a me, glielo schiaffeggiai fortissimo, sapevo che le piaceva, le sue chiappe arrossate erano una gioia per i miei occhi, mi incitava a farle male, le impronte delle mie mani si vedevano moltissimo sulla sua pelle chiarissima.
- “Oh siiiiiiiiii!!! Sono una bimba cattiva puniscimi, me lo merito!!!”;
- “Perché cattiva? Cosa hai fatto?”;
- “Faccio le corna a mio marito, voglio sempre il cazzo di un altro…”;
- “Davvero e chi è che vuoi sempre?”;
- “Voglio sempre te, solo te, scopami forte Gianluca”.
Avevo il sangue alla testa ed il cazzo che mi esplodeva, quella donna mi faceva perdere ogni freno inibitorio, le baciai il collo tirandole la testa indietro e sussurrai:
- “Allargati le chiappe, lo sai che mi piace quando lo fai, indicami dove lo vuoi adesso…”.
Si allargò per bene le chiappe, nonostante non l’avessi ancora scopata nel culo il buco era già dilatato, era solita masturbarselo mentre scopavamo ed anche quella volta lo aveva fatto per tutto il tempo, si girò verso di me con la testa guardandomi fisso negli occhi, si passò le dita sul clitoride, poi se le infilò nella figa, grondava di umori che le colavano abbondanti, si infilò due dita nel culo allargando il buco, si masturbò per un po’ e poi mi disse con tono sensualissimo:
- “Spaccami il culo porco, tanto lo so che ti piace sfondarmelo tutte le volte…”.
Era quello che volevo sentirmi dire, senza troppe precauzioni mi piazzai in piedi sul letto, mi abbassai con le ginocchia e glielo piantai dritto in culo fino alle palle.
- “Oh siiiiiiiiii!!! Fammi male cazzo, spaccamelo!!!”.
Ero eccitato come un toro, cominciai a scoparglielo fortissimo, le sue mani aprivano con forza le chiappe, il buco del culo era dilatatissimo e quando spingeva si vedeva un leggero prolasso, non tantissimo, ma fuoriusciva leggermente, stavo forse esagerando? Sentendo i suoi gemiti e le sue incitazioni direi proprio di no, arrivavo a tirarlo fuori completamente per poi infilarlo nuovamente fino in fondo dandole colpi secchi, godeva molto e lo faceva sentire, poi aggiunse:
- “Cazzo quanta forza hai stamattina tesoro, meno male che il materasso attutisce un po’ i colpi altrimenti mi distruggeresti il culo…”;
- “Se ti conosco bene il tuo è un invito a spaccartelo, non lo senti bene vero? Lo vuoi sentire di più? Dimmelo!!!”;
- “Si fammelo sentire più forte, lo sai che mi piace quando mi fai male…”.
La feci mettere a quattro zampe sul pavimento, sollevò il culo immediatamente e si aprì le chiappe, avevo il cuore che mi batteva forte, voleva che le facessi male? Adesso l’avrei fatta felice, mi misi in piedi dietro di lei, le incrociai i piedi come piaceva a me, mi abbassai e glielo infilai con tutta la forza che avevo dritto nel culo.
- “Oh siiiiiiiiii!!! Così si che mi fai male, ti prego più forte!!!”.
Ogni colpo che le infierivo era seguito da un lamento e successivamente da un invito a continuare, dopo una decina di colpi decisi scese con le ginocchia coricandosi a terra, si girò verso di me invitandomi a penetrarla in quella posizione, teneva le chiappe tese per far chiudere il buco del culo, mi abbassai e ricominciai ad incularla al massimo della mia capacità di spinta, il cazzo entrava sforzato, lo sentivo farsi strada a fatica.
- “Oh siiiiiiiiii!!! Cazzo non ti fermare ti prego non ti fermare!!!!”.
Continuai sempre più forte per qualche minuto, sentivo che stavo per venire, scoppiai sborrandole nel culo, ebbe un secondo orgasmo, lo lasciai piantato dentro.
- “Lascialo così ti prego, sento il calore del tuo sperma nel mio intestino, è bellissimo…”.
Restai in quella posizione sentendola ansimare, picchiava i pugni a terra continuando a chiedermi di non toglierlo, ero sudato marcio e sentivo il cazzo bruciare, glielo sfilai e mi coricai a fianco a lei, si girò e mi baciò teneramente, poi guardandosi il culo si passò le dita sul buco, raccolse un po’ di sperma che fuoriusciva e lo leccò fissandomi, poi si abbassò e mi ripulì il cazzo con la lingua, sentivo un po’ di fastidio, avevo esagerato, avevo la cappella arrossatissima, la guardò e disse:
- “Guarda come è rossa, ti sei fatto male?”;
- “E’ solo un po’ irritato, ci abbiamo dato dentro stamattina…”;
- “Anche a me brucia tanto il sedere, ma mi piace sentirlo così…”.
Mi fece vedere il culo, era effettivamente devastato, il buco era dilatatissimo ed arrossatissimo, un rigagnolo di sperma scese leggermente, lo raccolse con il dito, mi guardò intensamente e lo succhiò.
- “Cazzo Simona sei uno spettacolo, mi vuoi far impazzire vero?”;
- “Si voglio farti impazzire di piacere…”;
- “Ci stai riuscendo gioia, ogni volta che facciamo l’amore è sempre più bello…”;
- “Questo non è fare l’amore, questo è scopare tesoro...”.
Restammo a terra per una decina di minuti chiacchierando e decidendo come organizzare il resto della giornata, con il massimo della naturalità ogni tanto si continuava a gustare il mio sperma che le usciva dal culo, era una cosa normale per lei, succhiava le dita ed ingoiava di gusto, sentivo che provavo un sentimento profondo per quella donna, lottavo con tutte le mie forze per non confidarglielo, non volevo rovinare tutto come era successo con Massimo prima di me, anche se non mi aveva raccontato tutti i particolari della loro separazione.
Dopo aver fatto una doccia insieme, passata a lavarci a vicenda e baciarci in continuazione andammo a fare colazione, chiesi alla reception se potevano prestarmi un casco da far indossare a Simona, un loro dipendente mi diede il suo, avrebbe finito il turno solo nel pomeriggio inoltrato ed a noi serviva solo per la mattinata. Non fu semplicissimo per lei salire sulla moto con il vestito che indossava, essendo molto aderente e corto le saliva quasi completamente, lasciandola praticamente con il culo in vista, calcolando che sotto aveva un micro perizoma posso lasciarvi immaginare lo spettacolo che regalava agli occhi di chi incrociavamo, rideva di gusto cercando di coprirsi un po’.
- “Cazzo Gianluca sto dando spettacolo, la prima cosa che devo fare è comprarmi un paio di jeans, che ne dici?”;
- “Direi che sia il caso, però non fare la timida, ti piace farti guardare dai…”;
- “Hai ragione, mi conosci tropo bene ormai, lasciali guardare, spero apprezzino quello che vedono.”.
Il centro commerciale non distava moltissimo e ci arrivammo in fretta, era enorme ed affollatissimo, parcheggiammo la moto vicino ad uno degli ingressi e lasciammo i caschi nell’ufficio che riceveva il pubblico; Simona chiese se c’era la possibilità di far consegnare tutti i nostri acquisti in albergo, aveva intenzione di comprare parecchio ed essendo in moto era improponibile portarsi dietro tutto, pagando il servizio non c’era problema e si accordò che man mano acquistavamo lo avremmo portato da loro. Si vedeva che nel fare shopping era a suo agio, inoltre non badava a quanto spendeva, si comprò immediatamente un paio di jeans molto corti che le entravano tutti nel culo ed una camicetta bianca molto scollata e legata in vita, restò vestita così, era l’abbigliamento della giornata per lei. Era sexy da impazzire, sembrava perfino più giovane di me vestita in quel modo.
- “Sembri una ragazzina Simona, quasi quasi passo per uno che si scopa una minorenne…”;
- “Stupido, come no, addirittura una minorenne, magari, ma piantala…”;
- “Prova a farci caso come ti guardano e poi dimmi se non sei uno spettacolo.”;
- “Lasciali guardare, tanto tu sei l’unico che mi può avere…”.
Comprò di tutto per se e per me, mi costrinse a provare un sacco di vestiti, scarpe ed accessori vari, non sono mai stato una persona che ama fare shopping, solitamente compro quello che mi serve in quel momento, quel giorno mi fece il guardaroba nuovo, cercavo di dissuaderla che non era il caso, cercai di pagare qualcosa di tasca mia ma fu impossibile. Alla fine della mattinata persi il conto di quanto aveva speso, riempimmo l’ufficio di borse, acquistò anche un casco per lei nel caso in cui Paolo non fosse rientrato in serata, infine tornammo verso le 13 in albergo per pranzare. Mentre eravamo a tavola nella solita saletta mi squillò il cellulare, era Giulia, una ragazza della nostra compagnia che non era mai stata molto amica di Roberta, dopo una partita che avevamo vinto c’era stato un bacio tra di noi, mi aveva stuzzicato perché si diceva fosse una porca assoluta, ma frequentando lo stesso gruppo non avevo voluto andare oltre.
- “Ciao, posso parlarti?”;
- “Ciao Giulia dimmi.”;
- “Ho saputo che tra te e Roberta è finito tutto, se devo essere sincera la cosa non mi dispiace, volevo sapere se una di queste sere ci possiamo vedere, fare due chiacchiere e berci qualcosa insieme, che ne dici?”;
- “Sono fuori città fino a domenica sera, poi scusami ma non mi va di farmi vedere con un’altra così presto, soprattutto al bar.”;
- “Non dobbiamo farci vedere al bar se non ti va, possiamo farci un giro in moto e fermarci altrove, dai non fare il prezioso con me, ti ho pure chiamato io…”;
- “Vabbè dai ne parliamo quando rientro, ciao.”.
Simona aveva origliato tutto il tempo e quando riagganciò mi disse:
- “Chi è sta troietta? Senza vergogna da quello che ho intuito.”;
- “Ma niente, una ragazza che esce nella mia compagnia, ha saputo che io e Roberta ci siamo lasciati e vorrebbe uscire con me.”;
- “E tu cosa farai?”;
- “Non lo so, è una vipera quella ragazza, sono sicuro che andrebbe di corsa a spifferare in giro qualunque cosa succeda tra noi, tempo fa ci baciammo e lo fece arrivare alle orecchie di Roberta, è una troietta come hai detto giustamente te…”;
- “Non le hai detto che sei già impegnato però…”;
- “Avrei dovuto dirle che sto con te? Non mi sembra che tu tenga all’esclusiva, o sbaglio?”;
- “Sei libero di fare quello che vuoi naturalmente, però devo ammettere che mi spiace dividerti con altre donne, mi farebbe piacere che tu sia solo mio, ti sembro troppo egoista?”;
- “Potrei avere la stessa necessità anch’io, però tu sei sposata…”;
- “Hai ragione, scopatela e divertiti…”.
Il discorso la turbò, dovevo solo capire se il suo egoismo non fosse in realtà gelosia, ero intenzionato ad accettare di uscire con Giulia solo per capire cosa frullasse nella mente e/o nel cuore di Simona, correvo il rischio di complicarmi la vita, ne ero consapevole, ma volevo rendermi conto cosa provasse per me.
Dopo pranzo andammo in camera, si provò tutti i vestiti che aveva comprato che nel frattempo ci avevano consegnato, volle che anch’io mi provassi qualcosa, infine ci preparammo per la corsetta che avevamo preventivato. Si era acquistata un paio di pantaloncini neri corti, elasticizzati ed aderentissimi, non indossò intimo, si notava moltissimo il taglio della figa, un top rosa chiarissimo, sempre elasticizzato ed aderentissimo che fungeva anche da reggiseno, si vedevano i capezzoli spuntare, era di una bellezza indescrivibile. Prima di uscire telefonò Paolo, non sarebbe rientrato presto perché doveva andare a quella cena di lavoro da solo, lei non si dimostrò molto interessata, anzi mi baciò tutta felice perché saremmo stati soli tutta la sera. La corsetta durò un’ora circa, non essendoci smartphone con il gps integrato come oggi, chiese alla reception quanta distanza ci fosse dal primo paesino vicino, in maniera di rendersi conto quanto avremmo percorso; devo dire che era in ottima forma, percorremmo in tutto quasi 15 km ad un buon ritmo, ero allenato e non feci fatica a starle dietro ma fu davvero sorprendente. Tornammo in albergo esausti, eravamo entrambi sudatissimi, quando entrammo in stanza mi spinse con le spalle al muro baciandomi molto intensamente, mi sfilò la canotta e baciò il petto.
- “Sono sudatissimo, puzzo e faccio schifo, facciamoci la doccia prima…”;
- “Ho voglia di te adesso, poi adoro il tuo odore…”.
Mi passò la lingua sul petto, scese sulla pancia, mi sfilò i pantaloncini e le mutande, me lo prese in bocca con voracità, mi sentivo un po’ a disagio, non le faceva schifo? Mentre lo succhiava si tolse tutto restando completamente nuda, era sudatissima anche lei ma non sentivo odori sgradevoli, il suo corpo sudato, così liscio e levigato sembrava brillare alla luce del sole che filtrava dalle finestre, mi fece coricare a terra e si coricò su di me, i nostri corpi sudati scivolavano, ci baciammo a lungo appassionatamente. Si abbassò e ricominciò a succhiarmelo delicatamente, leccava dolcemente tutto il cazzo, dalla cappella alle palle, i suoi occhi erano fissi su di me in cerca di approvazione, la guardavo estasiato da quanta dedizione ci mettesse, ansimava ed insalivava accuratamente ogni centimetro, si mise il cazzo in mezzo alle sue tette e cominciò una spagnola devastante, ogni volta che arrivava in alto lo prendeva in bocca, semplicemente sconvolgente, mi tolse le scarpe e cominciò a leccarmi i piedi, la invitai di nuovo a smetterla, i piedi era troppo, chissà come puzzavano! La cosa non la disturbava affatto, anzi leccava e si masturbava dimostrandosi eccitatissima, ero troppo imbarazzato quindi le dissi che la volevo scopare, si alzò, mi prese per mano accompagnandomi in bagno, entrammo in doccia e cominciammo a lavarci a vicenda, la misi con la faccia contro il vetro e la scopai da dietro, era sesso delicato e lento questa volta, ansimava e mi sussurrava parole dolci mentre il cazzo la penetrava a fondo, mi chiese di asciugarci e di continuare a letto, dopo esserci asciugati la presi in braccio e la portai dove voleva, mi abbracciava e baciava dolcemente, mi coricai pancia all’aria, si mise sopra di me chiedendomi di lasciarla fare, si penetrò con il mio cazzo e cominciò una danza sensualissima mentre si accarezzava le tette e si sgrillettava, era bellissima, con lei il sesso non era mai uguale, sovente violento ed a volte dolce come questa volta, suonò il suo cellulare, lo guardò e disse:
- “E’ Paolo, posso rispondere e dirgli che mi stai scopando in maniera divina?”;
- “Fai pure, basta che non ti fermi…”;
- “Ciao tesoro, scusa per la voce ma Gianluca mi sta scopando talmente bene che ho il fiatone...cosa? Ok a dopo allora, un bacio.”.
Appoggiò il cellulare sul comodino e ricominciò a scoparmi intanto mi informò su quello che si erano detti.
- “Non poteva restare al telefono, ha detto che la cena è saltata e sarà qui tra un’oretta, gli ho detto che andava bene, ma torniamo a noi…ti piace così?”;
- “Mi piace da impazzire, come sei dolce…”;
- “Mi piace anche il sesso tranquillo a volte, non c’è bisogno che mi spacchi sempre in due anche se è quello che preferisco, poi sinceramente stamattina mi ha distrutta, lo lasciamo tranquillo il culetto vero? Ti spiace?”;
- “Con te il sesso è sempre bellissimo Simona, sei una donna straordinaria, ti adoro.”. Il suo volto si illuminò con un sorriso angelico, era sempre la stessa donna porca fino al midollo e perversa all’inverosimile, ma in quel momento sembrava una timida liceale alle prime esperienze sessuali, si abbassò coricandosi su di me e mi baciò teneramente, mi abbracciò e disse:
- “Anch’io ti adoro Gianluca, mi sei entrato nel cuore lo sai? Non voglio che il nostro rapporto sia solo sesso, ti voglio conoscere in profondità, ti voglio vivere in pieno, ricordati però che purtroppo ci sono dei limiti, lo sto dicendo a te ma lo sto ricordando a me stessa, non dobbiamo innamorarci uno dell’altra, ok?”;
Avrei voluto dirle che ormai era troppo tardi, mi ero già innamorato di lei, avrei voluto abbracciarla e dichiararmi apertamente, sentivo che anche lei provava qualcosa per me e voleva sentirselo dire, però stava combattendo con tutte le sue forze per non lasciarsi andare, ne ero sicuro.
- “Certo, certo.”;
- “Promettimi che non ti innamorai mai di me…”;
- “Promettilo prima te…”.
Sospirò e non parlò per qualche secondo, sembrava un’eternità, il cuore mi batteva forte nel petto e sentivo il suo altrettanto agitato, mi guardò negli occhi con uno sguardo quasi triste, abbassò la testa e con un tono di voce basso e poco credibile disse:
- “Te lo prometto.”;
- “Allora lo prometto anch’io.”.
Mi mise un braccio attorno al collo e mi fece girare facendomi coricare su di lei, allargò le gambe e le mise intorno ai miei fianchi, poi mi chiese di scoparla in quella posizione. La penetravo dolcemente ed in profondità ad un ritmo lento e costante, mi abbracciava forte a sè, ci baciavamo appassionatamente, mi metteva la bocca vicino all’orecchio ed ansimava sussurrandomi parole dolci incitandomi a continuare così, continuava a ripetere che le piaceva moltissimo e che la scopavo troppo bene. Stavo per venire, se ne accorse, mi guardò negli occhi e chiese:
- “Vienimi dentro, riempimi con il tuo sperma.”.
Sapevo che prendeva la pillola ma non aveva mai voluto che le venissi nella figa, aumentai il ritmo, mi piantò le unghie sulle chiappe e mi tirò a sè, esplosi immediatamente, fu bellissima la sensazione di riempirla, nello stesso istante ebbe anche lei un orgasmo profondo, le sue unghie mi graffiavano la schiena mentre gridò a gran voce:
- “Oh siiiiiiiiii!!! Che bello sentirti venire dentro di me, è meraviglioso!!!”.
Restai con il cazzo piantato dentro mentre ci baciavamo dolcemente, la guardai negli occhi accarezzandole i capelli, mi disse:
- “E’ stato meraviglioso Gianluca, mi fai girare la testa lo sai? Ecco questo è fare l’amore non scopare.”;
- “Tu me l’hai già fatta perdere la testa Simona”. Sorrise e mi baciò.
Continua…