Capitolo 13
Cenammo nella solita saletta a noi riservata, io e Paolo eravamo entrambi visibilmente preoccupati per l’atteggiamento di Simona, si fece raccontare nuovamente tutto quello che era successo con Roberta, mi sembrò particolarmente felice per l’epilogo della nostra storia, poi fece una considerazione:
- “In tutti i rapporti ci sono degli alti e bassi, ci sono dei momenti in cui vorresti mandare tutto all’aria e cominciare una nuova vita, la capisco benissimo, secondo me hai fatto bene a troncare il rapporto, vorrei avere anch’io il tuo coraggio…”.
Paolo rimase molto sorpreso e replicò:
- “Cosa vuoi dire scusa, in che senso vorresti avere il suo coraggio?”;
- “Nel senso che a volte si deve avere il coraggio di prendere decisioni che possono cambiare tutto nella vita, senza pensare troppo alle conseguenze, non intendevo nulla in particolare, era un modo di dire…”.
Paolo preferì non replicare oltre e non approfondì il discorso, però era evidente che quella considerazione non gli era piaciuta, tanto meno la risposta di Simona che era stata molto evasiva, inoltre era parsa visibilmente in difficoltà nel dare una spiegazione adeguata dopo la sua uscita, cambiò discorso proponendo di continuare la serata in una discoteca vicina.
Dopo la cena ci recammo quindi alla discoteca, nel tragitto ci baciammo appassionatamente, tirò fuori il cazzo e cominciò a segarmi, arrivati nei pressi del locale c’era una coda di auto e Paolo disse:
- “Ragazzi cercate di ricomporvi perché vi possono vedere dalle altre auto ed ai lati della strada.”.
Simona rispose seccata:
- “Non rompere i coglioni e pensa a guidare!”.
Detto questo cominciò a farmi un pompino, ero parecchio imbarazzato perché le auto erano davvero molto vicine ed il rischio che qualcuno ci vedesse era altissimo, quindi la avvisai anch’io:
- “Simona ci possono vedere, dai fermati.”;
- “Ho voglia del tuo cazzo Gianluca lasciami fare e lascia che guardino, saranno solo invidiosi.”.
Costringerla a fermarsi era impossibile perché mi lasciava senza fiato quando lo succhiava, quindi me ne fregai e le accompagnai la testa facendoglielo prendere in gola tutto tenendola giù, mi piaceva tantissimo quando la sentivo ansimare e respirare affannosamente sul mio cazzo, preso dall’enfasi la afferrai per la coda e cominciai praticamente a scoparla in bocca, rantolava con il mio cazzo piantato in gola. Ad un certo punto girai lo sguardo di lato e notai quattro ragazzi in un’auto a fianco a noi che guardavano divertiti la scena, mi fecero segno con il pollice, risposi alzando pure io il pollice dicendo a Simona:
- “Simona ci sono dei tuoi ammiratori che vogliono complimentarsi con te…”.
Si staccò dal cazzo e sollevò la testa, abbassò il finestrino sorridendo, quando la videro dissero:
- “Mamma mia quanto sei figa e che brava che sei, complimenti amico!”.
Senza nessuna vergogna gli rispose sorridendo:
- “Grazie ragazzi!”.
Poi senza alzare il finestrino ricominciò a succhiarmelo, Paolo era terrorizzato e disse:
- “Simona così stai esagerando cazzo, ma se ci fosse qualcuno che ci conosce? Ti prego fermati!”.
Si staccò rimettendosi a sedere, sbuffò nervosamente e poi disse:
- “Che palle con sta storia, ne ho i coglioni pieni sai!”.
Si girò verso di me, mi baciò e sussurrò:
- “Tranquillo riprenderemo più tardi noi due…”.
Entrammo nella discoteca, tantissima gente faceva la coda alla cassa ma loro, come al solito, avevano una corsia preferenziale, Paolo parlò con un enorme buttafuori e poco dopo entrammo passando da una porta di servizio, il locale era molto grande ed affollatissimo, Simona mi prese per mano e dopo aver fatto un giro nelle varie sale a tema (musica attuale, anni 80 e liscio) entrammo in una saletta privata con una enorme vetrata che dava su una delle piste dove si suonava musica attuale, si vedeva la gente ballare, c’era un tavolino proprio di fronte ed un divanetto a tre posti poco più indietro. La persona che ci aveva fatto entrare se ne andò e poco dopo Simona mi invitò a ballare, Paolo rimase invece nella saletta. Arrivati alla pista guardai verso la nostra saletta e notai che non si vedeva all’interno, Simona ballava in maniera molto sensuale strusciandosi a me, mi abbracciava e baciava in continuazione, la musica era altissima e le gridai all’orecchio:
- “Ma dove è finita la tua riservatezza scusa? Non hai paura che qualcuno che conoscete ci possa vedere, siete sempre così attenti a queste cose...”;
- “Non me ne frega un cazzo se ci vedono, poi la gente che conosciamo non frequenta questi locali, sono tutti noiosi e sfigati come Paolo, ho voglia del tuo cazzo Gianluca, lo voglio adesso…”.
Mise la mano sul cazzo che si indurì immediatamente, mi prese per mano invitandomi a seguirla. Entrammo nella saletta e chiuse la porta a chiave, poi mi fece sedere sul divanetto e si mise in piedi davanti a me, Paolo era seduto al tavolino che ci guardava, cominciò a ballare al ritmo della musica che proveniva dalla sala da ballo, si girò di schiena per farsi slacciare il vestito, le chiesi:
- “Scusa ma vuoi farlo qui? Non sarebbe meglio andare in albergo?”;
- “Non ci arrivo in albergo, te l’ho detto che lo voglio adesso, tranquillo qui non entrerà mai nessuno se non chiamiamo il servizio, slacciami la zip dai…”.
Si fece scivolare il vestito a terra e lo calciò distante, restò con un intimo da mascella slogata; indossava un reggiseno di pizzo bianco molto lavorato ed un micro perizoma in coordinato, la luce all’interno della saletta era abbastanza forte, dalla figa si intravvedeva come uscisse il filo dell’assorbente interno, ricominciò a ballare ondeggiando il suo straordinario culo, glielo schiaffeggiai divertito, si piegò mettendomelo in faccia, con la lingua leccavo le chiappe, si spostò di lato il perizoma lasciando in bella vista il buco del culo, glielo leccai insalivandoglielo per bene, apprezzava e sottolineava ogni passaggio della lingua con gemiti sempre più forti, infilai prima un dito, poi due cominciando a masturbarglielo sempre più forte, era dilatato al punto giusto, il mio cazzo pulsava pregustando dove si sarebbe infilato da lì a breve. Si girò e si inginocchiò davanti a me, mi leccò la parte superiore delle scarpe, non erano pulitissime e cercai di toglierle, mi disse di lasciar fare a lei, me le sfilò annusandole all’interno, sembrava piacerle - “Ma non le fa schifo?” - pensai, poi mi tolse i calzini ed i pantaloni, cominciò a leccarmi i piedi, li sentivo sudati a causa del caldo e dei balli che avevamo fatto, continuavo a chiedermi che razza di gusto ci provasse, non credo che fossero molto profumati dopo tutta la serata con le scarpe addosso. Lei invece dimostrava di essere molto eccitata nel farlo, appoggiò sul palmo della mano prima un piede, poi l’altro leccandoli, nel frattempo si masturbò il buco del culo in maniera molto decisa, la cosa continuava a non eccitarmi particolarmente, ma visto quanto piacesse a lei la lasciavo fare volentieri, fece praticamente un lavaggio dei piedi molto accurato, sempre masturbandosi ed ansimando, era talmente eccitata che chiudeva gli occhi per poi riaprirli molto lentamente, mi guardava e sorrideva, uno spettacolo osservarla, mi sentivo il suo giocattolo. Cominciò poi a leccarmi le gambe, salì fino al cazzo leccandolo sopra gli slip mordicchiandolo, me li sfilò e leccò le palle a lungo, si appoggiò il cazzo sul viso facendoselo scivolare, i suoi occhi mi guardavano quasi intimiditi, disse:
- “Sono tua Gianluca, sono tutta tua, fai di me ciò che vuoi, dimmi che sei il mio padrone ed io sono la tua schiava, ti prego dimmelo…”;
- “Sei la mia schiavetta Simona, farai tutto quello che ti chiedo senza obiettare vero?”;
- “Si farò tutto quello che vuoi, hai solo da ordinarmelo…”.
La presi per una mano e la feci alzare, le slacciai il reggiseno e le sfilai il perizoma, poi la invitai a sedersi sulle mie gambe, si sedette e cominciai a leccarle le tette, aveva i capezzoli inturgiditi, si strusciava sul cazzo, le presi il viso tra le mani e le dissi:
- “Inculati da sola, tanto è quello che volevi vero?”.
Sorrise, si alzò leggermente, prese il cazzo e se lo infilò delicatamente nel culo, scese piano piano fino a farlo entrare fino in fondo, volevo lasciar fare tutto a lei, si appese alle mie spalle ed aumentò il ritmo, arrivò letteralmente a saltare sul cazzo con una veemenza notevole, mi faceva quasi male talmente se lo piantava dentro con forza, lei invece godeva moltissimo senza lamentarsi minimamente. Decisi di cambiare posizione, la feci alzare e successivamente mettere a carponi a terra, la tirai per la coda accompagnandola vicino alla vetrata che dava sulla pista da ballo, poi la inculai mettendomi sopra di lei, Paolo si era spostato sul divano, lo vedevo che si masturbava, incrociò i piedi e strinse le chiappe, sentivo che mi abbracciava il cazzo, era bellissimo, la invitai a rifarlo più volte, presi fiato inginocchiandomi dietro di lei, aprivo con le mani le sue chiappe ed ammiravo il suo buco del culo completamente devastato dal mio cazzo, era arrossato e dilatatissimo, mi piaceva vedere che spingeva con la pancia per farlo aprire, mi ha sempre eccitato vederglielo fare, era un invito a farselo scopare e la cosa mi faceva ribollire il sangue nelle vene, glielo leccai a lungo, godeva moltissimo incitandomi a non fermarmi, infilavo la lingua in profondità, si sgrillettava fortissimo, dopo aver preso il necessario fiato per non venire la feci inginocchiare nuovamente, le feci appoggiare la schiena alla vetrata e le scopai nuovamente la bocca, lo facevo con forza tenendole la testa per non fargliela sbattere, apprezzava parecchio quando la prendevo con forza, mi guardava compiaciuta anche se il cazzo le andava spesso di traverso. Avevo nuovamente voglia di incularla, la feci alzare in piedi con la faccia davanti alla vetrata, la abbracciai da dietro baciandola, con il braccio mi prese la testa baciandomi con passione, le sussurrai:
- “Sei meravigliosa Simona, sei la donna dei miei sogni.”;
- “E tu sei l’unico uomo che mi fa godere come una troia, posso farti una confidenza?”;
- “Dimmi.”;
- “Sono felice che ti sei lasciato con Roberta, ti voglio tutto per me…”;
- “L’avevo capito sai? Sei proprio egoista, fammi vedere quanto mi vuoi…”.
Prese il cazzo con la mano e se lo piantò in culo, nonostante fosse in piedi entrò senza nessun problema, le presi i fianchi con le mani e la cominciai a scopare con forza, appoggiò le mani alla vetrata sporgendo indietro con il culo, tenne le gambe unite e strinse le chiappe fortissimo per rendere meno largo il buco, la cosa mi fece impazzire, mi incitò a scoparla più forte e di non fermarmi, continuai ancora per parecchio, intanto guardavo in pista la gente ballare e pensavo - “Ballate ballate che io sto scopando il culo a questa gran figa” - mi sentivo orgoglioso di provare tutte queste esperienze, non avrei mai pensato di essere al centro di un gioco sessuale di questo livello, era sempre diverso e tutte le volte più bello, le sussurrai:
- “Guarda come ballano lì sotto, pensa se ti vedessero.”;
- “Mi invidierebbero perché mi stai inculando troppo bene…”.
Cominciò poi a leccare la vetrata. Stavo per venire, la feci inginocchiare davanti a me e la invitai a finire il lavoro con la bocca, non se lo fece ripetere e cominciò un pompino che aveva il sapore del gran finale, nonostante avevo sborrato poco tempo prima in albergo partirono una serie di schizzi abbondanti, le inondai il viso ed i capelli, a bocca aperta ingoiò tutto e ripulì accuratamente ogni piccola traccia di sperma, notai che avevo sporcato la vetrata, quindi le girai la testa facendoglielo notare, la leccò guardandomi e sorridendo. Ero esausto e soddisfatto, mi coricai a terra, si mise con la testa in mezzo alle mie gambe leccandomi palle e cazzo ancora per un bel po’ di tempo, restò durissimo tutto il tempo, mi guardò e disse:
- “Non ne hai ancora abbastanza? Vuoi che ricominciamo?”;
- “Ti prego basta Simona, così mi fai morire.”;
- “Per carità, morirei anch’io…”.
Ci rivestimmo ed ordinammo da bere qualcosa, ne avevamo entrambi bisogno, Paolo era molto soddisfatto:
- “Siete stati favolosi, assolutamente favolosi.”.
Gli rispose Simona:
- “Spero che ti sei sfogato per bene perché stasera per te non sono disponibile, Gianluca mi ha sfiancata.”;
- “Va bene così sono soddisfattissimo.”.
Simona si rivolse a me:
- “E’ tardi per te Gianluca vuoi che torniamo in albergo?”;
- “Non ho fretta, domani non lavoro, sono libero fino a lunedì.”;
- “Davvero? Non me lo avevi detto, passiamo il fine settimana insieme allora, ti prego, ti prego dimmi di sì…”;
- “Per me va bene, non ho altri impegni.”.
Mi saltò in braccio baciandomi, era felicissima.
- “Che bello, saremo insieme fino a domenica sera, dobbiamo pensare cosa fare, oltre a scopare come ricci naturalmente…”.
Intervenne Paolo.
- “Scusate ragazzi, io domani dovrei essere al lavoro però ed alla sera abbiamo la cena con il Dott. Tagliani e sua moglie tesoro, te ne sei scordata?”.
Simona lo guardò e rispose:
- “Se devi andare al lavoro vai pure, per la cena inventati una scusa e rimanda, poi mi stanno sul culo entrambi, venivo solo per farti piacere ma adesso o di meglio da fare.”;
- “Ma non posso rimandare, è una cena di lavoro.”;
- “Allora vacci da solo, io da qui non mi muovo.”.
Vista la situazione intervenni:
- “Se avete impegni facciamo per un’altra volta, a pensarci bene non mi sono preso dietro nulla per cambiarmi.”.
Simona sorrise e rispose:
- “Neanch’io mi sono presa dietro niente, meglio ancora, domani andremo a fare shopping pazzo, voglio comprarti tante belle cose!”
Era entusiasta, Paolo si arrese.
- “Ok ok, allora domani quando vado in ufficio, lo chiamo e ti faccio sapere.”.
Simona mi abbracciò e baciò a lungo, poi con aria di totale disprezzo gli rispose:
- “Fai quello che vuoi, se riesci a tornare bene, altrimenti faremo a meno della tua presenza, vero Gianluca?”;
- “Dai povero, spero che riesci a liberarti Paolo, al massimo ci raggiungerai quando hai finito.”;
- “Grazie Gianluca, però dobbiamo andare in albergo, la vostra stanza l’ho riservata solo per stanotte, devo prolungare per il weekend e fissare quella per me, voi divertitevi, mi raccomando.”.
Tornammo in albergo, mentre Paolo era alla reception a risolvere la questione delle camere io e Simona ci sedemmo sul terrazzino a chiacchierare.
Continua…