Capitolo 11


Nonostante Roberta stesse facendo di tutto per tenere vivo il nostro rapporto stavo valutando sempre più di troncarlo, troppo complicata la situazione con suo padre per i miei gusti, mi piaceva e nutrivo affetto nei suoi confronti, però ero certo che non fosse amore, quindi i miei dubbi aumentavano sempre di più.
La mattina successiva, durante la pausa caffè al lavoro notai che mi era arrivato un sms di Simona – “Ciao, mi puoi chiamare appena puoi?” - le risposi che l’avrei chiamata alle 13 quando staccavo per la pausa pranzo, rispose immediatamente dicendomi che andava bene. Alle 13 puntuale la chiamai dal cellulare mentre andavo a mangiare:
- “Ciao Simona avevi bisogno.?”;
- “Ciao tesoro, indovina dove sono?”;
- “Non saprei, dimmi.”;
- “Sono dall’estetista, sto aspettando di fare la manicure, mi sono appena fatta depilare di fresco, sono tutta liscia come piace a te…”;
- “Interessante e quando potrò vedere se hanno fatto un buon lavoro?”;
- “Mi hai anticipata, che ne dici domani sera? Stasera purtroppo non posso perché ho mia sorella con la famiglia a cena da me.”;
- “Ok dove ci troviamo?”.
Pensavo nuovamente al fatto che, dopo il weekend di fuoco che avevamo avuto, aveva di nuovo voglia di incontrarmi, veramente aveva già voglia il giorno dopo, posticipando per forza di cose al giovedì, le piacevo parecchio dunque.
- “Al solito posto, ti faccio sapere poi l’orario appena riesco a prenotare ok?”;
- “Va bene ci sentiamo allora, fammi sapere. Scusa ma Paolo è via quindi saremo soli?”;
- “Si è una cosa strana per me incontrare un ragazzo senza Paolo, la colpa è tua, mi piaci troppo, continuo a pensarti e non posso fare a meno di eccitarmi, senti ti chiamo appena riesco a prenotare, non vedo l’ora…”.
La cosa era reciproca comunque, non glielo dissi e forse non volevo ammetterlo, i miei pensieri erano perennemente rivolti a lei, al suo meraviglioso viso, al suo corpo statuario, alla sua sensualità travolgente ed alla sua infinita troiaggine, era una donna che quando la incontri ti rimane dentro, se poi la scopi diventa difficile farne a meno. Mi spaventava questo fatto, non potevo innamorarmi di lei perché non lo voleva, inoltre non ero mai stato il tipo che si innamorava perdutamente di una ragazza così in fretta, la mia era una ricerca del sesso di solito, adesso che avevo incontrato Simona, che da me voleva solo quello, cominciavo a provare sentimenti impegnativi per lei, dovevo darmi una regolata.
Poco prima di cena mi arrivò un sms di Simona che mi confermava luogo ed ora.
Il giorno successivo alle 19 arrivai sul posto, appena spenta la moto mi squillò il cellulare, era Simona, risposi:
- “Sono arrivato.”;
- “Lo so tesoro, ti sto aspettando in camera, vieni su.”.
Feci le scale di corsa, ero ansioso di incontrarla e di stare con lei, arrivato davanti alla porta della stanza bussai, aprì la porta e restai senza fiato; indossava un abito rosso corto, aderentissimo, i suoi abbondanti seni facevano capolino dalla scollatura lasciando intravvedere quello che immaginai fosse un body di pizzo nero, delle calze nere a rete con un motivo floreale facevano risaltare le lunghe e tornite gambe ed un paio di sandali aperti rossi legati sulla caviglia la rendevano un sogno, i capelli sciolti sulle spalle incorniciavano il suo magnifico viso sorridente, i suoi occhi erano brillanti come due fanali nella notte, restai alcuni secondi in silenzio ammirandola inebetito, poi sospirai e dissi:
- “Io non so più cosa dire Simona, sei semplicemente una dea scesa in terra, dammi un pizzicotto ti prego, anzi no perché ho paura di svegliarmi…”.
Sorrise, si mise la mano davanti alla bocca quasi intimidita e rispose:
- “Che adulatore che sei, mi farai arrossire così, ma cosa fai entri o rimani li tutta la sera?”.
Entrai nella stanza e notai che il tavolino ed il divano erano spariti, aveva fatto preparare un tavolo rotondo nel salottino, tutto apparecchiato a puntino con un candelabro al centro e due candele accese, mi guardò soddisfatta e disse:
- “Allora che ne dici, ti piace come ho fatto sistemare la nostra stanza?”;
- “Certo certo, mi piace tutto quello che fai…”.
La abbracciai stretta e la baciai dolcemente, contraccambiò abbraccio e bacio, le nostre lingue iniziarono a contorcersi una all’altra, avevo il cazzo che stava letteralmente scoppiando, la volevo subito, adesso, tutta per me. Si allontanò cercando di divincolarsi e sorridente disse:
- “Aspetta tesoro, abbiamo tutto il tempo per noi, non avere fretta di consumare il pasto, altrimenti potresti fare indigestione…”;
- “Non potrei mai averne basta di te Simona, sei costantemente nei miei pensieri, il solo immaginarti mi fa impazzire, ti voglio…”;
- “Dai, prima ceniamo no, stanno aspettando dalla cucina un mio cenno per servirci, avrai il tuo dessert non ti preoccupare…”;
- “Scusa ma quando ti vedo perdo la testa, dovresti comprendermi, ma ti rendi conto quanto sei figa?”.
Prese il mio viso tra le mani, mi baciò teneramente e disse:
- “Ma quanto sei dolce Gianluca, sei irresistibile lo sai? Anch’io non posso fare a meno di pensarti e vorrei stare sempre con te, sentire il calore del tuo corpo sul mio, vorrei le tue labbra che mi baciano ovunque in ogni momento della giornata. Ti rendi conto che non sono mai stata con nessuno senza Paolo presente, puoi considerare questa serata come la prima volta che gli metto le corna.”;
- “Sinceramente a me fa solo piacere che Paolo non ci sia, senza di lui ti sento ancora più mia.”;
Ci baciammo nuovamente a lungo, sentivo lo stomaco contorcersi e non solo per l’eccitazione, credo che quello fosse amore o perlomeno ciò che più vicino ci potesse essere, la mia bocca avrebbe avuto voglia di dirlo a gran voce - “Simona ti amo!!!” - però dovevo mordermi la lingua.
Mi invitò a sedermi a tavola, andai prima a lavarmi le mani, mi seguì e ci schizzammo acqua addosso.
- “Dai mi bagni tutta così.”;
- “Lo sai che mi piace schizzarti…”;
- “Stupido!!!”.
Ci baciammo di nuovo, con il culo appoggiato sul lavandino ed io addosso a lei che mi strusciavo, le baciai il collo e la sentii ansimare, stava cedendo.
- “Dai smettila, vai a tavola ti prego.”.
Tornai nel salottino e mi sedetti, dovevo calmarmi, chiamò il servizio in camera che arrivò dopo pochi minuti con l’antipasto; mangiammo l’ottima cena abbastanza velocemente, mangiava come un topolino, era uno stuzzicare il suo, arrivammo al dolce, congedò il cameriere con una mancia e lo invitò a non disturbarci più. Mangiava la torta con la panna in maniera molto sensuale, appoggiava la forchetta e si sporcava le labbra, poi con lingua la ingoiava, sembrava che si stesse gustando il mio sperma, la guardai e dissi:
- “Tu mi farai morire prima o poi...”.
Si alzò e si sedette sulle mie gambe, passai un dito sulla torta e glielo feci passare sulle labbra, con la lingua le ripuliva, intanto mi baciava, mi morse il lobo dell’orecchio e sussurrò:
- “La tua sborra è cento volte più buona della panna sai, me la fai assaggiare stasera vero?”;
- “Tu sei pazza Simona”;
- “Si sono pazza, ma di te…”;
La sollevai prendendola in braccio mentre la baciavo, mise le mani intorno al collo e cominciò a leccarmi le labbra, la buttai sul letto, si sollevò immediatamente e mi disse che prima doveva andare in bagno, restai coricato sul letto ad aspettarla, tornò dopo poco sculettando come una top model in passerella, mi alzai e disse:
- “Resta giù e goditi lo show tesoro…”.
Misi le mani dietro alla testa ansioso di vedere cosa si era inventata questa volta. Cominciò a ballare davanti al letto, ondeggiava e sculettava come una zoccola da strada, il suo corpo ed i suoi movimenti erano un qualcosa di straordinariamente sensuale, si avvicinò e si sedette sul letto invitandomi a far scorrere la zip del vestito lungo la sua schiena, lo feci, si rialzò tenendosi il vestito con le mani, si rimise davanti al letto e ricominciò il balletto, fece scivolare lentamente il vestito, sotto indossava una tuta completa a rete nera con una trama floreale, non erano calze quelle che vedevano ma il proseguimento della tuta, sotto era completamente nuda ed uno spacco lasciava la figa scoperta, era uno spettacolo da vedere, esclamai:
- “Porca puttana Simona che roba che sei…”.
Sorrise e sempre ballando si cominciò a masturbare con due dita, le leccava e se le infilava dentro, poi si girò, si mise a pecorina e mi fece vedere che anche il buco del culo era scoperto, si girò con la testa, si leccò due dita e se le infilò nel culo ondeggiandolo, poi con voce eccitata disse:
- “Ti piace quello che tra poco riceverai in dono?”;
- “Mi piace da impazzire, vieni qui dai.”;
- “Resta fermo e lascia fare a me…”.
Si inginocchiò ai miei piedi, mi tolse le scarpe e le calze, si allungò sul letto, mi baciò e slacciò i pantaloni sfilandomeli, poi mi tolse gli slip, prima di buttarli leccò la parte interna e li annusò:
- “Mi piace da impazzire il tuo odore.”;
- “Che sporcacciona che sei…”.
Prese i miei piedi e li accarezzò con le mani molto dolcemente, poi leccò la pianta, mi fece solletico, era eccitata e divertita nel farlo, li leccava come se fossero gelati, passava il naso in mezzo alle dita, a me la cosa non piaceva un granché, però devo ammettere che vederla così eccitata nel farlo mi coinvolgeva, più che altro per il fatto di sentirla totalmente sottomessa, la guardai e dissi:
- “Ti piacciono proprio i miei piedi?”;
- “Mi piacciono da impazzire, mi piace leccarteli ed annusarteli, so che a te non eccita questa cosa ma a me si.”.
Ricominciò a leccarli, passava la lingua tra le dita, trattenevo la risata a stento perché mi faceva continuamente solletico, intanto si masturbava entrambi i buchi ed ansimava, allungò una mano e da un cassetto del comodino tirò fuori due vibratori, me li passò e disse:
- “Questi sono i due amichetti che mi intrattengono quando sono sola, usali come preferisci.”.
Si girò a “69” dandomi in culo e continuò a leccarmi i piedi, quello nero che le avevo detto di infilarsi nel culo l’altra sera era davvero grosso, ero curioso di vedere come le entrava dal vivo, le bagnai per bene il buco del culo con la saliva e con gli abbondanti umori che uscivano dalla figa, intanto continuava ad ansimare sui miei piedi leccandoli, cominciai a puntarle il vibratore, dilatava il buco per facilitare la penetrazione spingendo con la pancia, glielo infilai dentro agevolmente, si lamentò ma senza opporsi minimamente, vedere il suo buco del culo dilatarsi ed accoglierlo nonostante le grosse dimensioni era uno spettacolo, cominciai a scoparglielo sempre più velocemente, si prendeva i miei piedi tra le braccia e li baciava mentre godeva, presi anche l’altro vibratore e glielo infilai nella figa grondante, poco dopo ebbe un orgasmo profondo come le capitava solitamente.
- “Oh siiiiiiiiii!!!”.
La scopai ancora un po’ con i due vibratori poi mi fermai togliendoli, la conoscevo ormai e sapevo quando era ora di una pausa, quando tolsi quello nero dal culo restò il buco dilatato, rosso e slabrato, uno spettacolo, si girò, si coricò su di me e mi baciò calorosamente tutta sudata e soddisfatta.
- “Fatto da te è tutta un’altra cosa, mi hai fatto godere penetrandomi entrambi i buchi, mi è piaciuto un sacco sai…”;
- “Pensa se fossero due cazzi veri…”;
- “Mi manca questa esperienza, chissà…”.
Si mise coricata sulla schiena in fondo al letto, poi con i piedi cominciò a giocare con il mio cazzo, li usava davvero bene, sembrava quasi usasse le mani, accarezzava dolcemente la cappella e le palle guardandomi eccitata, la volevo scopare ma mi chiese di lasciarla fare, lo fece per un po’ poi disse:
- “Ti posso chiedere un piacere?”;
- “Puoi chiedermi tutto quello che vuoi…”;
- “Voglio che mi sborri sui piedi. Lo so che non è il massimo per te ma voglio vederli ricoperti dal tuo sperma.”;
- “Ok, ma dovrai aspettare parecchio, ce ne vuole prima che venga.”;
- “Ci mancherebbe altro, spero passi un bel po’ di tempo, ti chiedevo solo questo favore.”.
Si piegò verso di me e cominciò a farmi un pompino spettacolare, si dedicò parecchio a questa operazione, mi guardava sempre negli occhi mentre lo faceva, mi piaceva da impazzire, si sedette sul mio cazzo e se lo infilò nella figa cominciando a cavalcare come una puledra impazzita, vederla con quella tuta a rete mi eccitava tantissimo, le stava bene, uno spettacolo per gli occhi, si girò dandomi la schiena e ricominciò a fare su e giù molto velocemente, era scatenata, se lo tolse dalla figa e se lo infilò nel culo saltando letteralmente sul cazzo e godendo come una pazza, come faceva a non sentire dolore scopando così forte restò sempre un mistero per me, nel frattempo prese il vibratore nero e si penetrò la figa alternandolo al mio cazzo, faceva tutto lei, ero al limite e lo intuì, si tolse, si coricò di fianco a me baciandomi dolcemente, non volevo ancora venire quindi ripresi fiato, poco dopo la feci coricare sulla schiena, le alzai le gambe mettendomi in piedi davanti a lei, cominciai a baciarle i piedi, notai che la tuta si era strappata ed un pollice le era uscito, glielo presi in bocca succhiandolo, sembrava che la stessi scopando per quando le piaceva, preso dalla foga le strappai la tuta di dosso partendo dai piedi ed arrivando a rimuovergliela completamente, era divertita, ripresi a dedicarmi ai suoi piedi, leccai e baciai i suoi polpacci e le sue gambe, poi le piegai leggermente di lato e la inculai con forza, si contorceva e godeva tantissimo, presi il vibratore nero e glielo infilai nella figa lasciando a lei il compito di usarlo.
- “Oh siiiiiiiiii!!! Scopami forte Gianluca, non ti fermare”.
Ebbe un secondo orgasmo ancora più profondo del primo, piegò le gambe e si tolse il vibratore dalla figa, continuai a scoparle il culo mentre cercava di toglierselo da dentro impedendoglielo, ero a limite stavolta e volevo farla felice, lo tolsi dal suo culo e le dissi:
- “Vengo!!!”.
Porse i piedi mentre mi guardava ansiosa, con la mano sinistra glieli presi e con la destra mi masturbai sborrando abbondantemente, li aveva completamente ricoperti del mio sperma.
“Oh siiiiiiiiii, così!!!”.
Li muoveva spalmandoselo, poi si prese un piede e cominciò a leccarselo ingoiando man mano, poi l’altro, mi guardava eccitata mentre lo faceva, cazzo era una pornostar quella donna, l’avevo visto fare solo nei film porno certe cose, restai inebetito ad osservarla mentre si ripuliva per bene tutto, poi si inginocchiò e me lo succhiò avidamente ingoiando quello che restava, si passò il cazzo sulle tette e poi se lo picchiò forte in faccia più volte - "Spettacolo gente, spettacolo!!!" - Pensai.
Ci coricammo sul letto esausti ma soddisfatti, restammo abbracciati per alcuni minuti in assoluto silenzio, avevo il fiatone ed anche lei era provata, poi disse:
- “Ti è piaciuto quello che ho fatto?”;
- “E’ stato bello vedertelo fare, anche se venirti sulla faccia o dentro al culo per me è il massimo.”;
- “A me invece eccita tantissimo sentire lo sperma caldo sui piedi, è una sensazione magnifica…”;
- “Tu sei magnifica…”;
- “Anche tu Gianluca sei speciale, lo sai che adoro stare con te…non te ne andare stasera, dormiamo insieme.”;
- “Devo andare a lavorare domani mattina…”;
- “Ti svegli presto e parti da qui, dai ti prego.”;
- “Vediamo, mi dovrei svegliare prestissimo, devo fare 50 km per andare al lavoro…”;
- “Sei in moto ci metti un attimo, dai ti prego.”;
- “Va bene, fammi telefonare ai miei, li avviso che dormo fuori.”;
- “Grazie, ti amo!!!”.
Si bloccò e poi aggiunse:
- “Non volevo dire questo, volevo solo dire che lo apprezzo molto.”.
Arrossì e corse in bagno.
Mi sorprese quella frase ma ancor di più come reagì, avrei voluto dirle che anch’io mi stavo innamorando di lei ma non lo potevo fare, era evidente che le fosse scappata involontariamente, però mi fece riflettere, non è che si stava innamorando di me ma non poteva permetterselo? Mentre era in bagno ne approfittai per telefonare ai miei e quando tornò dissi che era tutto a posto, sembrava turbata, scura in volto, prese una vestaglia rosa molto sexy e la indossò senza intimo sotto, restai in silenzio, si sedette sul letto dandomi le spalle senza parlare, chiesi:
- “Hey, tutto a posto? Stai bene?”.
Vi voltò verso di me, sembrava commossa e rispose:
- “Si si tutto bene, va tutto benissimo, non vorrei che avessi frainteso quello che ho detto prima…”;
- “Tranquilla, non è successo niente.”;
- “Ho detto quella cosa ma mi è uscita così, non intendevo dire che ti amo davvero, ero solo felice perché hai accettato di dormire insieme, non voglio che roviniamo tutto ok?”.
Gli occhi erano lucidi e rossi, una lacrima scese dal suo volto, la abbracciai e sussurrai:
- “Hey ma cosa ti sta succedendo, perché piangi?”;
- “Niente, ho solo paura che finisca tutto come con Massimo, non voglio perderti così presto…”;
- “Ma cosa stai dicendo, sei impazzita?”;
- “Ci stiamo avvicinando troppo, dobbiamo tenere le distanze, ho cambiato idea, vai a casa stanotte.”;
- “Ho sbagliato qualcosa? Non capisco scusa.”;
- “Non hai sbagliato niente, sono io che sto sbagliando tutto, ti prego vai a casa.”;
- “Non capisco, comunque va bene, mi faccio una doccia veloce e me ne vado.”;
- “Ok grazie.”.


Continua…

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Categorie: Etero Racconti Cuckold
Tag: Amatoriale