Capitolo 10
Tornando a casa vedevo le immagini dell’incontro con Simona passarmi davanti agli occhi, che meravigliosa esperienza, cominciavo piano piano a non pensare alla presenza di Paolo durante i nostri rapporti e mi godevo per bene il sesso con lei, restava il fatto che non mi eccitasse la sua presenza, anzi mi creava comunque ancora ansia, magari un giorno sarei riuscito a farmelo piacere, il fatto di scopare sua moglie davanti ai suoi occhi in fondo mi dava una certa soddisfazione.
Dovevo pensare a cosa dire ai miei ed a Roberta per il cellulare, il fatto che loro non si conoscessero di persona mi permetteva di trovare due diverse motivazioni senza preoccuparmi di essere scoperto, dovevo solo pensarci bene. Decisi di non rientrare a casa per cena, quindi telefonai ai miei dicendo che cenavo fuori ed andai al bar a mangiarmi un panino, passando il resto della serata con gli amici, ad un certo punto il cellulare squillò, era Simona, uscii dal locale e risposi:
- “Pronto, ciao Simona come mai mi chiami?”;
- “Ciao tesoro mio, sono arrivata a casa adesso e volevo sapere se anche tu eri rientrato ed era tutto a posto.”;
- “Si si, sono arrivato già da un pezzo e sono fuori a mangiare un panino al bar, sai quello dove ci siamo conosciuti.”;
- “Capito, sei con la tua ragazzina o sei da solo?”;
- “Sono con amici, Roberta non l’ho ancora sentita.”;
- “Volevo darti il bacino della buonanotte e raccontarti del nostro viaggio di ritorno…”;
- “E’ successo qualcosa mentre rientravate?”;
- “Si è successo che non mi sono accorta di avere sporcato i sedili dell’auto con il tuo sperma, meno male che erano di pelle e non di tessuto, così ho dovuto pulirli…”;
- “Cazzo mi dispiace, ma come li abbiamo sporcati scusa?”;
- “Non li hai sporcati te ma io, quando siamo tornati avevo ancora il tuo seme nel culetto, mi ha sporcato il perizoma ed è colato un po’ sui sedili, così ho dovuto leccarli per pulirli, volevi mica che lo sprecassi…”;
- “Tu sei matta ma dai, non ci credo.”;
- “Chiedi a Paolo, quando mi ha visto leccare i sedili ha fermato l’auto in una piazzola di sosta ed ha voluto che gli facessi un pompino…”;
- “Ma piantala mi stai prendendo per il culo.”;
- “Ed allora no, dopo aver leccato i sedili ho dovuto fargli un pompino e mi ha pure riempita per bene.”;
- “Sei fuori di testa Simona!!!”;
- “Sei tu che mi mandi fuori di testa, adesso vado a farmi una bella doccia pensando a quella che abbiamo fatto insieme, credo che dovrò masturbarmi perché Paolo si è già addormentato, buonanotte tesoro e sogni d’oro.”.
Riagganciai il telefono e tornai dagli altri, ero distratto e passai il tempo a pensare alla telefonata di Simona, se era vero quello che mi aveva raccontato era una pazza scatenata, però immaginarla intenta a leccare il mio sperma dai sedili dell’auto era una scena alla quale avrei voluto assistere di persona, che donna straordinaria che era.
La mattina seguente andai a lavorare, diciamo che non ero molto riposato e fu dura arrivare alla fine del turno, decisi che quella sera non sarei uscito, mentre cenavamo con i miei mi arrivò un sms di Simona, mi chiedeva di chiamarla appena potevo, mi chiesero da dove arrivasse il cellulare e gli dissi che l’avevo comprato usato da un amico, volevo prendermelo da tempo, non mi chiesero molto di più quindi la cosa passò praticamente inosservata.
Tornato in camera mia telefonai a Simona:
- “Eccomi, come va?”;
- “Adesso che ti sento bene, dove sei?”;
- “Sono in camera mia, stasera non esco, mi hai distrutto e sono stanco, dormirò presto.”;
- “Poverino, se ero lì con te ti avrei fatto un bel massaggino rilassante…”;
- “Come no, non riposerei molto credo, e tu dove sei?”;
- “Credo di no bello, sono in camera mia tutta sola, Paolo è ad una cena di lavoro e tornerà tardi, sai che sono tutta nuda sul letto?”;
- “Tutta sola e nuda, cosa farai per ingannare il tempo?”;
- “Accanto a me ho due vibratori, uno bello grosso nero ed un altro rosa più piccolo, adesso mi sto passando il secondo sul clitoride mentre sto parlando con te…tu cosa indossi?”.
Avevo già il cazzo durissimo e cominciai ad accarezzarmelo.
- “Sono in mutande sul letto, a petto nudo e con il cazzo duro immaginando di averti qui vicino a me…”;
- “Mmmm che voglia di averti qui con me, sapessi come sono bagnata…”.
Lo tirai fuori e cominciai a segarmi
- “Fossi li te la leccherei dolcemente gustando i tuoi umori…”;
- “Magari tesoro, adesso dimmi cosa devo fare e lo farò per te…”;
- “Infilati il vibratore più piccolo nella tua calda figa e comincia a scopartela piano piano…”;
- “Lo sto facendo, vorrei che fosse il tuo cazzo però, e tu cosa stai facendo?”;
- “Mi sto segando, ho il cazzo durissimo per te…”;
- “Mmmm quanto mi piacerebbe averlo in bocca ed assaporarlo per bene, ti farei un gran pompino se fossi qui con me adesso…”;
- “Immagino, sei bravissima a succhiarmelo, adesso prendi l’altro vibratore, quello più grosso, insalivalo per bene e con la punta passatelo sul buco del culo…”;
- “Siiii lo sto facendo, è grosso però per il mio povero culetto, posso invertirli?”;
- “Assolutamente no, è più largo del mio cazzo?”;
- “E’ decisamente più largo e molto lungo pure, di solito uso l’altro per il culetto…”;
- “Stasera lo userai per il tuo culo perché te lo dico io ok?”;
- “Ok ok come vuoi tu…”;
- “Brava adesso comincia ad infilartelo piano piano…”;
- “Ci sto provando ma è grosso…”;
- “Insisti e dimmi quando è entrato…”;
- “E’ dentro, mi fa un po’ male…”;
- “Non ti fermare, immagina che sia il mio cazzo ed infilatelo tutto dentro…”;
- “Oh siiiiiiiiii!!! È dentro ma mi fa male…”;
- “Usa anche l’altro, pensa di avere due cazzi dentro contemporaneamente, alterna la penetrazione e dimmi se ti piace”;
- “Oh siiiiiiiiii!!! Quello piccolo è di Paolo invece quello grosso è il tuo e mi sta facendo male…”;
- “Tra poco smetterà il dolore e comincerà il piacere, usali entrambi e scopati…”;
- “Oh siiiiiiiiii!!! Che bello, vieni qui e scopami Gianluca, ti stai masturbando?”;
- “Devi accontentarti di sentirmi solamente, si mi sto segando…”;
- “Vorrei il tuo cazzo dentro di me al posto di questi due cosi, vieni qui da me ti prego…”;
- “Stai zitta e godi…”. Continuammo per un bel po’ finché la sentii godere:
- “Oh siiiiiiiiii!!! Sto venendo Gianluca!!!”.
Sentirla gemere così mi fece sborrare come un idrante, quindi esclamai:
- “CAZZO!!!”;
- “Cosa è successo? Sei venuto anche te?”;
- “Si e mi sono schizzato tutta la pancia arrivando fino quasi alla faccia”;
- “Mmmm quanto mi piacerebbe essere lì e leccarla tutta fino all’ultima goccia, mi piace moltissimo il sapore del tuo sperma sai?”
- “Mi piacerebbe davvero vederti mentre lo fai, purtroppo la dovrò pulire da me…”;
Ci salutammo dandoci appuntamento per i prossimi giorni, dovetti farmi la doccia perché ero sudatissimo e sporco da fare schifo.
Il giorno successivo, dopo il lavoro, telefonai a Roberta, rispose il padre:
- “Buonasera, posso parlare con Roberta?”;
- “Ok te la passo subito, ciao. Roberta c’è Gianluca al telefono”.
Sembrava avere un tono diverso dal solito, conosceva la mia voce e rispondeva sempre dando l’impressione di essere seccato nel sentirmi, stavolta invece era stato più gentile.
- “Ciao tesoro come stai?”;
- “Io bene e tua zia come sta? Non ci siamo sentiti poi, ne domenica ne ieri”;
- “Si scusa ma siamo rientrati ieri pomeriggio invece di domenica sera, ti avrei dovuto chiamare ma me ne sono scordata scusami tanto. Insomma, ha avuto un ictus e non è ancora fuori pericolo, speriamo in bene, senti mi vieni a prendere che voglio stare un po’ con te stasera?”;
- “Ok avevo deciso di andare al bar a mangiarmi qualcosa, se vuoi sono sotto casa tua per le 20,00.”;
- “Ok, probabilmente mi troverai già sotto ad aspettarti.”;
Arrivai a casa di Roberta e la trovai davanti al portone che mi aspettava, salì in auto e mi baciò teneramente, dicendomi:
- “Avevo tanta voglia di stare con te, scusami per non averti avvisato che non ero rientrata.”;
- “Nessun problema, anch’io avevo voglia di vederti, ti vedo stanca però, non era meglio se stavi a casa a riposare?”;
- “Si tra viaggio e weekend sono esausta e non mi sono ancora ripresa ma avevo voglia di stare un po’ sola con te, tu cosa hai fatto di bello?”.
Facevo fatica a pensare cosa dirle, la verità era che io mi ero divertito da morire, ma non potevo certo dirglielo, quindi ebbi un lampo di genio:
- “Niente di che, ne ho approfittato e sono andato a trovare i miei nonni.” - abitavano in una città non proprio vicinissima e li vedevo poche volte all’anno;
- “Davvero e come stanno?”;
- “Discretamente grazie, non ci eravamo ancora visti e mi hanno dato il regalo di compleanno, sono pazzi mi hanno regalato un cellulare e mi pagano pure la bolletta, che cari che sono.”;
- “Wow adesso hai pure il cellulare, fa vedere.”.
Non era comune come adesso avere un cellulare, soprattutto per gente del mio livello sociale, glielo passai e disse:
- “Cazzo che bello, avranno speso una fortuna, ne ha uno uguale mio padre, devi darmi il numero allora.”;
- “Ma certo, gliel’ho detto che era troppo ma hanno insistito, cosa dovevo fare? Ero imbarazzatissimo, anche perché loro non sono proprio dei ricconi, in più pagano pure la bolletta, vabbè sono fatti così.”;
Arrivammo al bar e ci sedemmo ad un tavolino, ordinammo due panini e due birre, intanto parlavamo del più e del meno. Ad un certo punto Roberta disse:
- “Ho approfittato del tempo passato con i miei per parlare con mio padre della discussione dell’altra sera, ha ammesso di aver preso informazioni su di te ma mi ha giurato di non aver mai detto che avrebbe fatto di tutto per separarci”;
- “Senti, può dire quello che vuole, messo alle strette ha detto una mezza verità, mi spieghi il mio direttore che interesse avrebbe a raccontarmi una bugia del genere? Comunque ti ho chiesto di non tornare sull’argomento, rispetta la mia volontà per cortesia, tanto a me non interessa parlarci.”;
- “Lui invece me lo ha giurato e vorrebbe chiarirsi con te, d’altronde se abbiamo intenzione di continuare a frequentarci prima o poi dovrete conoscervi e parlarvi no?”;
- “Scusa la franchezza Roberta io e te stiamo bene insieme ma non dobbiamo sposarci, quindi lasciamo passare del tempo e poi vedremo.”;
- “Non ho detto questo, però a me farebbe piacere che abbiate un minimo di rapporto o perlomeno di dialogo.”;
- “Scusa nuovamente la franchezza Roberta a me invece di conoscerlo non mi interessa minimamente, puoi per piacere evitare il discorso che mi rovini la cena?”;
- “Ok ok, scusa non tornerò più sull’argomento, dopo cena che ne dici se andiamo alla tana, ho voglia di stare sola soletta con te…”.
Ripensavo al discorso che aveva fatto Simona, voleva scopare per convincermi a conoscere il padre, alla fine voleva manipolarmi con il sesso, stai a vedere che aveva azzeccato tutto, non ci stavo, decisi di non cadere nel suo tranello, inoltre devo dire che ero ancora decisamente soddisfatto, quindi risposi:
- “La tana è occupata, stasera mi risulta che Paolo e Tania (due nostri amici) se la siano riservata.”;
- “Allora andremo in auto in qualche posticino per stare soli soletti…”.
Era proprio decisa a corrompermi, poi continuò con aria molto sensuale:
- “Ho pure le mie cose ed ho l’assorbente interno, quindi ti rimangono due scelte per divertirti…dimmi solo se mi devo portare dietro un succo di frutta oppure no…”. Simona ci aveva visto lungo mi sa, voleva proprio farmi girare la testa e stava toccando i tasti giusti, decisi a quel punto che le volevo dimostrare che non era così semplice prendersi gioco di me, l’avrei sfruttata senza però cedere al suo tentativo di manipolazione.
- “Credo di aver capito cosa intendi, sai cosa ti dico, prendi il succo però preparati ad un doppio sacrificio…”.
Mi guardò con aria soddisfatta e rispose:
- “Allora prima di uscire vado a cambiarmi l’assorbente e quando paghi prendi un succo alla pera, grazie.”.
Il discorso fu interrotto dal suono del mio cellulare, lo presi dalla tasca e vidi che era Simona a chiamarmi. Avevo memorizzato il suo numero come “Zia Simona” perché avevo davvero una zia che aveva il nome che iniziava come il suo, quindi mi era sembrata un’ottima idea, Roberta lo vide sul display.
- “Scusa ma è mia zia che mi chiama, vado un attimo fuori qui c’è troppo casino.”.
Mi alzai uscendo nel vicolo dove l’avevo incontrata la prima volta e risposi:
- “Ciao bellezza come stai?”;
- “Ciao amore mio, sto male, dopo ieri sera non ho ancora soddisfatto le mie voglie con un cazzo vero sai? Quanto è tornato dalla cena Paolo si è fatto la doccia e poi è dovuto partire per un viaggio di lavoro, non ha avuto nemmeno il tempo di fare l’amore, torna domenica sera, come faccio adesso? Hai voglia di incontrarci io e te soli soletti? Se mi dici che va bene corro da te immediatamente…”;
- “Proposta molto allettante ma sono fuori a cena e non riuscirei a sganciarmi, magari possiamo fare domani oppure un altro giorno.”;
- “Capito, ci sentiamo domani allora ed organizziamo, sei con la troietta?”;
- “Sono con Roberta in effetti.”;
- “E dopo andate a scopare?”;
- “Me lo ha appena proposto, ho pure l’impressione che il tuo presentimento era azzeccato?”;
- “Ti ha promesso il culo vero? Vedi che avevo ragione, quasi quasi la invidio, mmmm…”;
- “Però ho deciso che grazie al tuo avvertimento la sfrutterò e non cederò al ricatto; mi ha detto che ha le sue cose ed indossa l’assorbente interno, poi mi ha chiesto se doveva portarsi dietro un succo di frutta, ci sta provando per bene come avevi previsto.”;
- “Te l’ho detto che ha della stoffa la ragazza, è troia nell’anima fidati, e tu cosa hai scelto?”;
- “Le ho detto che stasera doveva prepararsi ad un doppio sacrificio…”;
- “Haahahhahahhaaaa che porco che sei, le vuoi prendere il culo e poi riempirle la bocca, cazzo ho creato un mostro, mi sorprendi proprio sai?”;
- “E’ solo grazie a te che mi sto evolvendo, tu cosa farai dopo cena?”;
- “Invidierò Roberta per quello che farà con te e magari mi masturberò con i due vibratori pensando a te…domani però mi devi raccontare tutto mi raccomando…”;
- “Ok, un bacio a domani e ricorda che quello grosso va nel culo.”.
Tornai al tavolino, Roberta mi chiese chi era mia zia Simona.
- “Mia zia Simona abita vicino ai miei nonni, mi ha detto che erano felicissimi di avermi rivisto e mi ha ringraziato per essere passato a trovarli.”;
- “Che tenera.”.
Finimmo di mangiare con calma poi mentre Roberta andava in bagno pagai e presi un succo di frutta alla pera come mi aveva chiesto, quando tornò andammo in auto e parcheggiammo in un posto tranquillo vicino ad un fiume per stare soli. Ci spostammo nei sedili posteriori per essere più comodi, ero pronto a prendere il mio premio e poi vedere come si sarebbe comportata, volevo capire se la sua concessione era davvero fatta con uno scopo ben preciso, nel frattempo avevo intenzione di godermela per bene la cosa. Ci baciammo appassionatamente, cominciai subito a fare il confronto notando come Simona baciasse molto meglio di Roberta, la prima lo faceva la maggior parte delle volte con estrema veemenza e decisione, la seconda era sempre stata più dolce, quella sera lo era ancora di più, mi accarezzava il viso e mi sussurrava parole dolci, cominciò a toccarmi il cazzo da sopra i pantaloni, li slacciò e cominciò a segarmi accarezzandomi la cappella, le slacciai la camicetta e cominciai a baciarle i seni e leccarle i capezzoli, si inturgidirono immediatamente, intanto il suo segare aumentava di ritmo, la presi per la testa e gliela abbassai, cominciò a leccarmi dolcemente la cappella, poi la succhiò sempre delicatamente mentre con la mano mi accarezzava le palle, era brava, aveva sempre avuto una buona tecnica ma Simona era tutta un’altra cosa, insuperabile. Mi tolsi i pantaloni e mi misi a gambe larghe coricato sui sedili, si dedicò alle palle come piace a me, leccava e le insalivava per poi asciugarle con la lingua, molto brava, la lasciai fare per un po’ poi decisi che volevo arrivare al sodo senza troppi preamboli, quindi le sussurrai:
- “Adesso vienimi sopra.”
Si sfilò la minigonna che indossava e le mutandine, poi si sedette sul mio cazzo e cominciò a roteare il bacino sfregandoselo sulla figa e sul culo, la sollevai leggermente e cominciai ad inumidirle abbondantemente il buco del culo con la saliva che prendevo dalla mia e dalla sua bocca, infilai prima un dito e poi due, mi diceva di fare piano, la mia voleva essere una messa alla prova per vedere fino a che punto era disposta ad arrivare, quindi senza troppe precauzioni glielo infilai tutto in culo.
- “Piano piano, mi fai male così.”.
Il suo buco era strettissimo, questo era un punto a suo favore rispetto a Simona, entrare in un culo stretto è molto più stimolante a livello fisico, le sensazioni che regala sono diverse da uno rodato, però a livello mentale poter scopare senza freni un culo regala maggior soddisfazione, insomma diciamo che la scelta tra quale fosse il migliore da scopare era difficile. Non avevo intenzione di riservarle troppa premura, volevo punirla per aver cercato di farmi fare quello che voleva, anche se comprendevo la sua volontà di creare un minimo di rapporto con suo padre, quindi la presi per i fianchi e la cominciai a scopare in maniera decisa, il cazzo le dilatava sempre di più il buchetto stretto e diventava più semplice penetrarla, si lamentava e mi chiedeva di fare piano, io invece la sollevavo e la sbattevo sul cazzo forte, ogni colpo era deciso e profondo, ad un certo punto disse:
- “Ti prego Gianluca fai un po’ più piano, mi stai facendo male sul serio.”;
- “Scusami Roberta non volevo, mi sono fatto prendere dall’entusiasmo.”.
Rallentai il ritmo senza fermarmi, mostrava in volto segni di evidente sofferenza ad ogni affondo, alla fine mi dispiaceva farle del male quindi mi fermai e dissi:
- “Facciamo così, adesso rimango fermo e sarai tu a decidere il ritmo e la profondità ok?”;
- “Ok allora lascia fare a me.”.
Si fermò e mi abbracciò lasciando il cazzo piantato nel suo culo, intanto sussurrò:
- “Ti amo Gianluca, ti amo tantissimo, per te sono disposta a fare qualsiasi cosa ricordatelo, mi hai fatto male stasera, ho il culo in fiamme ma per renderti felice continuerò a farmelo scopare tutte le volte che vorrai.”.
Sembrava proprio orientata a farmi capire che si sacrificava volentieri per me, si sarebbe aspettata la stessa cosa da parte mia, dimostrava fin troppo chiaramente dove voleva arrivare, la mia decisione di sfruttarla e poi negarle l’incontro con il padre era sempre più convinta, pensavo che l’avrei scopata in culo e sborrata in bocca senza cedere alla sua volontà, ormai era chiaro quello che dovevo fare. Ricominciò a fare su e giù sul cazzo tenendosi alle spalle, restavo immobile lasciandola fare, inarcò la schiena all’indietro e si appoggiò ai sedili anteriori, piantò i piedi sui sedili posteriori e cominciò ad aumentare il ritmo, il suo buchetto stretto stimolava moltissimo il cazzo, era meraviglioso, dopo il weekend passato con Simona riuscivo ad avere un notevole controllo e resistevo senza problemi, l’aumento del ritmo era per farmi venire più rapidamente ma purtroppo per lei ero ancora in piena forma. Era sudatissima e le smorfie di dolore mi davano una gran soddisfazione, era un bel modo di punirla, lo faceva solo per dare soddisfazione a me, si vedeva che non provava piacere a prenderlo in culo come invece era per Simona, ad un certo punto si tolse da sopra e si mise inginocchiata sui sedili posteriori, si passò molta saliva sul buco del culo ormai completamente devastato e mi invitò a leccarglielo, lo feci con molto piacere, spingeva per farlo dilatare, però si vedeva che era sofferente, ogni volta che glielo leccavo la sentivo gemere non certo di piacere, presi il cordino dell’assorbente interno e cominciai a tirarlo un po’ fuori, poi glielo infilai di nuovo dentro, non disse nulla ma cominciò a gemere, questa volta di piacere, probabilmente la cosa le piaceva, lo continuai a fare per farla rilassare un po’, poi decisi che era ora di tornare a scoparla, glielo infilai con delicatezza, si sgrillettava con la mano, aumentai il ritmo visto che non si lamentava più, il culetto era ben dilatato adesso ed il cazzo entrava meglio di prima, la scopavo senza sosta e la vedevo provata, ad un certo punto disse:
- “Sei parecchio in forma stasera, mi stai distruggendo…”;
- “Grazie, sei te che mi hai offerto questa cosa, tra poco prepara il succo perché ti riempio la gola…”
Dopo altri cinque minuti almeno di inculata cominciai a sentire che era arrivato il momento di schizzarla per bene, la feci mettere coricata di schiena, mi misi con il cazzo davanti alla sua faccia e senza darle il tempo di aprirsi il succo le sborrai tutto il viso, chiudeva la bocca per non farsela entrare dentro, aveva il viso completamente ricoperto di sperma, sputava fuori quella che era entrata, allungai una mano e le aprii il succo, poi accompagnai con il cazzo un po’ di sperma vicino alla sua bocca e dissi:
- “Adesso la ingoi tutta, lo hai promesso, eccoti il succo.”.
Era evidentemente infastidita e sorpresa dal mio comportamento ma senza obiettare cominciò a ripulirmi il cazzo, spostava lo sperma nella sua bocca ed ingoiava a fatica, ogni tanto succhiava un po’ di succo dalla cannuccia, cercò di smettere ma le feci notare che ce n’era ancora raccogliendola con le dita, molto diligentemente finì il lavoro, poi ci rivestimmo in silenzio, sembrava infastidita e turbata da quello che era successo, mi avvicinai, la baciai dolcemente e poi dissi:
- “Sei stata favolosa, grazie di questo doppio regalo.”;
- “L’ho fatto per te, lo vedi fin dove sono disposta ad arrivare per farti felice? Spero che lo apprezzi…”;
- “Certo che lo apprezzo”.
Decisi di metterla alla prova quindi aggiunsi:
- “Cosa vuoi che faccia per dimostrarti quanto tengo a te?”
Sorrise, mi abbracciò, mi baciò teneramente e poi rispose:
- “Ti chiedo solo di pensare alla proposta di mio padre, non pretendo una risposta adesso, solo che mi prometti che ci penserai su con calma, ti prego…”.
Simona aveva ragione, stava usando il sesso per farmi fare quello che voleva, ormai non avevo dubbi in proposito, con volto decisamente seccato risposi:
- “Hai imboccato la strada sbagliata con me Roberta, fare tutto questo solo per convincermi ad incontrare tuo padre non ti porterà da nessuna parte, anzi potevi evitarlo proprio.”;
- “Ma non l’ho fatto per convincerti a farlo, l’ho fatto perché ti amo, come te lo devo dire? Non ti avrei mai chiesto di nuovo la cosa, sei tu che mi hai detto cosa potevi fare per dimostrare che ci tenevi a me, visto che a questa cosa ci tengo tantissimo te l’ho chiesto, scusa come non detto.”;
- “Ecco brava, basta con sta storia.”;
- “Ok ok non ci tornerò più sopra però adesso smettiamola di litigare, piuttosto dimmi sono stata brava?”;
- “Minchia quanto mi fa incazzare sta storia!!!Si si sei stata bravissima, adesso però andiamo al bar che ho sete.”;
Tornammo al bar, non esageravo, ero davvero incazzatissimo, capivo la sua volontà ma sapere che Simona aveva intuito prima di me tutto senza nemmeno conoscerla mi faceva infuriare, Roberta rimase in silenzio durante il tragitto, quando arrivammo al bar incontrammo degli amici che mi fecero mettere da parte la rabbia, la riaccompagnai a casa dopo un’oretta ed andai a dormire.
Continua…