Capitolo 6
Ci riunimmo e mi accompagnarono al ristorante, davanti all’ingresso c’era un enorme bancone di legno ed alcuni tavolini ordinatamente disposti, un via e vai frenetico di camerieri servivano i clienti che gustavano un aperitivo. Uno di essi si avvicinò e ci condusse verso un corridoio dopo aver dato un cenno d’intesa a Paolo, ci fece accomodare in una saletta, abbastanza grossa e con in mezzo un tavolo, l’avevano riservata per noi tre, appena seduti Simona mi guardò e disse:
- “Qui nessuno ci disturberà e potremo parlare tranquillamente. Ti vedo sorpreso Gianluca”;
- “Non pensavo che avreste addirittura riservato una saletta tutta per noi.”;
- “Certo che si tesoro, non lasciamo mai nulla al caso, poi qui ci conoscono e sanno che vogliamo massima riservatezza. Allora Gianluca perché non ci racconti qualcosa di te, ho visto la tua ragazza alla partita l’altro giorno, è davvero molto carina e giovane, sono quasi gelosa.”;
- “Si è molto carina e dolce, anche tu sei giovane perché dovresti essere gelosa?”;
- “Grazie per il complimento ma io ho 32 anni, lei credo molti meno”;
- “32 anni? Non l’avrei mai detto, te ne davo al massimo 25!!”;
- “Ti ringrazio moltissimo, altro punto a tuo favore. E dimmi, a letto si comporta bene?”;
- “Insomma, non è mai stata particolarmente focosa, ultimamente però si è lasciata andare un po’.”;
- “Davvero? Racconta racconta che sono curiosa.”;
- “Ma niente dai, parliamo di voi invece.”;
- “Non sviare il discorso voglio i particolari, cosa è successo dai.”.
Era davvero curiosa, come tutte le donne in fin dei conti, le raccontai tutto quello che era successo tra di noi ultimamente, compreso il diverbio dell’altro giorno, volle sapere ogni piccolo particolare ed non omisi niente, la vedevo molto interessata e partecipe, il marito invece non disse praticamente nulla, non lo degnava nemmeno di uno sguardo, era praticamente come se non fosse presente. Alla fine del racconto fece le sue considerazioni sull’accaduto.
- “Allora, il pompino con il succo è davvero interessante, lo ha fatto perché il gusto dello sperma non le piace, buttare giù qualcosa di dolce insieme aiuta sicuramente, secondo me era un modo per tenerti vicino, le voci dei tuoi tradimenti le saranno arrivati alle orecchie…”;
- “Dici? Lo hai fatto anche te qualche volta il giochino del succo?”;
- “Dico dico, no e non ci penso neanche, a me piace il gusto dello sperma, non lo mischierei mai con il succo di frutta, a volte l’ho trovato sgradevole anch’io, non tutti ce l’hanno buono come il tuo, ma mai abbastanza da non ingoiarlo”;
- “Davvero? Neanche le prime volte?”;
- “Davvero, mi è piaciuto fin dalla prima volta che ho provato, ricordo che avevo 14 anni e feci un pompino ad un cugino più grande di me, mi costrinse praticamente con la forza ad ingoiarlo ed invece di farmi un dispetto mi aprì un mondo, quel giorno ho anche scoperto che essere costretta con la forza a fare qualcosa mi piace, naturalmente se sono coinvolta dalla persona con cui faccio sesso e senza arrivare alla violenza.”. Sembrava quasi un invito rivolto a me, continuò infatti.
- “A me piace l’uomo che prende in mano la situazione a letto, che lo faccia con autorità, in quel caso divento un giocattolo nelle sue mani e non gli negherò mai nulla, tutto il contrario della vita normale dove invece voglio essere io a dirigere i giochi…”;
- “Sembra quasi un invito rivolto a me Simona”;
- “E’ presto per pretendere che ti senta completamente a tuo agio, diciamo che hai delle grosse potenzialità, però pecchi un po’ di iniziativa tesoro, spero che più avanti imparerai a essere più aggressivo e deciso in quello che vuoi, ci divertiremo sicuramente di più, praticamente se vuoi qualcosa prenditela!”;
- “Scusa ma non sono abituato ad essere aggressivo, poi bisogna capire se sei abbastanza coinvolta, non vorrei offenderti.”;
- “Tranquillo, forse non te ne sei accorto ma sono già parecchio coinvolta...”.
Credo di essere arrossito, sorrise e poi continuò.
- “Tornando alla tua ragazzina sono convinta che ti abbia anche mentito l’altro giorno.”;
- “In che senso? Spiegati meglio.”;
- “Dopo aver avuto quella brutta discussione aveva già deciso di darti il culo, non è vero che non era premeditata la cosa, aveva paura che scappassi e ti ha dato quello che volevi, noi donne sappiamo come ottenere quello che vogliamo da voi uomini.”. Finalmente rivolse la parola a suo marito dicendogli:
- “Vero tesoro?”.
Annuì senza dire una parola e sorrise, la sua presenza era stata così discreta che mi ero quasi scordato che c’era, la cosa mi sorprese, non avevo avuto il minimo imbarazzo a parlare con sua moglie di questi argomenti, forse Simona, aveva ragione, mi sarei abituato in fretta alla sua presenza, poi continuò il discorso.
- “La ragazza è meno ingenua di quello che credi, dimostra di avere delle grandi potenzialità con gli uomini, vedrai che alla fine ti farà fare quello che vuole nella vita, pure incontrare suo padre.”;
- “Quello non credo, non ne ho la minima intenzione.”;
- “Vedrai che dopo aver ingoiato il tuo sperma la prima volta lo farà sempre più spesso, si farà scopare il culo ancora un paio di volte e tu diventerai malleabile come creta nelle sue mani. Ti farà conoscere suo padre e lo convincerà ad accettarti se davvero lo vuole, dirai se mi sbaglio, la ragazza ha stoffa te lo dico io.”;
- “Ti assicuro che non sono così facile da plasmare.”;
- “Il tempo dirà chi di noi due ha ragione, comunque la storia con suo padre è simile a quella del padre di Paolo, anche lui non mi accettava perché ero una poveraccia e voleva che sposasse la figlia di un suo socio, alla fine l’ho sposato e lui è morto, non l’ho certo ammazzato ma credo che vedermi sposa con suo figlio sia stato davvero un enorme dispiacere, pace all’anima sua comunque.”.
Alzò il calice al cielo, brindò con suo marito e bevve soddisfatta.
Continuammo a parlare dei più svariati argomenti mentre cenavamo, suo marito mangiava tantissimo, non saltava una portata, adesso capisco perché era bello rotondo, Simona invece spiluccava senza mai finire quello che aveva nel piatto, si vedeva che lo faceva per mantenere la sua linea perfetta. Finita la cena restammo seduti a parlare ancora per un po’, poi uscimmo dal ristorante, Simona si avvicinò a me con un fare da gatta e disse:
- “Che ne dici Gianluca saliamo in camera?”;
- “Ok, non chiedo di meglio.”;
- “Ci portiamo dietro anche Paolo allora?”;
- “Ok, al massimo lo facciamo uscire.”;
- “Nessun problema, basta che lo chiedi e lui se ne andrà.”.
Lo guardai come ad attendere e Paolo rispose:
- “Tranquillo, non c’è nessun problema”.
Prima di uscire Simona mi abbracciò mentre eravamo ancora nella saletta e chiese:
- “Senti Gianluca ma tu stanotte devi per forza rientrare a casa o puoi dormire fuori? Non vorrei esagerare ma mi piacerebbe dormire nel letto insieme a te e svegliarmi la mattina seguente insieme, che ne dici, si può fare?”;
- “Non ho l’obbligo di rientrare a casa a dormire, sono adulto ormai, non è la prima volta che capita, i miei sono abituati, devo solo fare uno squillo domani mattina appena sveglio. Se ti fa piacere non ci sono problemi, ma Paolo non dormirà nella nostra stessa stanza vero?”.
Sorrise e sussurrò:
- “Ci mancherebbe altro, con lui dormo tutte le notti, con te sarebbe la prima volta, tranquillo saremo soli soletti…”.
Detto questo si avvicinò a Paolo e gli bisbigliò all’orecchio la nostra decisione, secondo me era tutto premeditato.
Io e Simona andammo ad attenderlo nella loro auto mentre lui si diresse all’hotel, probabilmente doveva accordarsi per la sua camera, la grossa BMW station wagon parcheggiata vicino alla mia era la loro, appena saliti sui sedili posteriori mi venne vicino e ci baciammo a lungo, mi toccava il cazzo da sopra i pantaloni, le sollevai il vestitino cominciando a sgrillettarla, era bagnatissima come al solito, disse sospirando:
- “Non vedo l’ora di essere in camera con te tesoro.”;
- “Anch’io Simona, spero solo di essere all’altezza delle tue aspettative.”;
- “Hai già dimostrato di esserlo, tranquillo.”.
Arrivò Paolo ma rimase fuori dall’auto, poco dopo eravamo tutti e tre diretti verso la camera.
Per raggiungerla non si doveva passare dalla reception, sul lato destro c’era una stradina delimitata da alcuni cespugli bassi, alla fine una rampa di scale conduceva a tre lunghi balconi, questi facevano da atrio a due o tre camere per piano, mentre salivamo le scale Simona mi vide un po’ teso, non ero ancora del tutto convinto di essere in grado di scoparla davanti al marito, mi rassicurò nuovamente dicendo che ci saremmo divertiti un sacco. La nostra stanza era al primo piano, la seconda per la precisione, arrivati alla porta Paolo la aprì ed aspettò che entrassimo, per poi richiuderla alle sue spalle, mettendosi poi in un angolo in silenzio. La camera era molto ampia, un enorme finestra appena entrati regalava una magnifica vista sul giardino frontistante le camere, una prima stanza fungeva da salottino con un divano a tre posti ed un mobile sull’altra parete dove spiccava una grossa televisione ed una libreria, subito dopo c’era una porta che conduceva al bagno, in fondo un muretto basso portava alla camera da letto, molto grossa e con enorme letto, non l’ho mai misurato ma era davvero fuori misura standard (dico mai perché quella stanza diventò nostra per parecchio tempo), una grossa porta finestra conduceva ad un bellissimo terrazzino.
Simona mi baciò dolcemente ed andò in bagno senza dire nulla, Paolo si spostò e si mise in piedi accanto alla finestra del salottino cominciando ad armeggiare sul cellulare, rimasi in piedi vicino al divano, poi mi sedetti in trepidante attesa. Uscì poco dopo chiedendomi se dovevo usare il bagno perché poi sarebbe andata a rinfrescarsi ed a prepararsi per bene, entrai nel bagno a pisciare, era molto grosso, sulla parete sinistra c’era un grosso box doccia con le ante in cristallo trasparente, di fronte un mobile con due lavandini, sulla destra una nicchia includeva i sanitari mentre sull’altro lato c’era una vasca rotonda ad idromassaggio, pensai che ne dovevano avere parecchi di soldi per permettersi una camera così, mi feci un bidet e tornai sul divano ad aspettarla.
Simona entrò in bagno e poco dopo sentii la doccia aprirsi, ero teso ed ansioso di cominciare, Paolo continuava ad usare il cellulare, secondo me scriveva sms a Simona perché quando era sotto la doccia smise di scrivere, per riprendere poco dopo che l’acqua fu chiusa. Ad un certo punto spuntò con la testa fuori dal bagno con i capelli raccolti intorno ad un asciugamano, sorridente disse:
- “Sei ancora qui vero? Volevo accertarmi che non fossi scappato.”;
- “Tranquilla sono qui che ti aspetto.”;
- “Porta pazienza non ci metterò molto, però voglio farmi proprio bella per te.”;
- “Tu sei sempre bella.”.
Mi mandò un bacio invitandomi ad aspettarla in camera. Non so quanto tempo impiegò a prepararsi ma sembrò un’eternità, Paolo rimase sempre vicino alla finestra, mi ero seduto sul letto ad aspettarla e lo vedevo sempre lì immobile, ogni tanto usava il cellulare, si girava verso di me e sorrideva, poi abbassava la testa, sembrava molto teso anche lui. Finalmente la porta si aprì e comparve Simona come una Dea dell’Olimpo, sfilava come in passerella con aria orgogliosa e sensuale; indossava una micro vestaglia rosa trasparentissima legata in vita, un reggiseno di pizzo nero che alzava i suoi seni facendoli sembrare ancora più grossi, un perizoma nero in coordinato, reggicalze nere ed autoreggenti dello stesso colore a rete piuttosto larga e con il bordo di pizzo, un paio di scarpe nere con un tacco finissimo, non erano quelle che indossava prima, sembravano nuove di pacca, i capelli raccolti nella tanto sensuale coda di cavallo alta, il viso poco truccato come suo solito, un rossetto rosso acceso evidenziava le sue labbra carnose, mi alzai e dissi con gli occhi spalancati:
- “Mamma mia Simona sei uno spettacolo.”.
Sorrise, si avvicinò dolcemente, mi mise una mano sul petto spingendomi sul letto con decisione, si mise seduta sulle mie ginocchia mettendo le gambe lateralmente, mi baciò dolcemente, poi disse:
- “Allora ti piace quello che vedi?”;
- “Cazzo se mi piace, però alzati nuovamente e sfila per me, voglio vederti meglio e fotografarti nella mia mente.”.
Senza dire niente si alzò e fece una giravolta su se stessa facendo sporgere il suo meraviglioso culo, poi camminò versò l’altra stanza guardando fissa verso Paolo sculettando come una zoccola da strada, tornò verso di me slacciandosi la vestaglia, mostrando il suo fisico perfetto, adoravo la sua pancia definita, si intravvedevano i muscoli degli addominali ed i suoi fianchi erano strettissimi, mi sembrava ancora incredibile aver fatto colpo su una donna così, me la volevo godere con gli occhi ancora per un po’ prima di scoparla come non ci fosse un domani, le chiesi con tono deciso:
- “Girati con il culo verso di me!”.
Lo fece con un sorriso beffardo girandosi e facendo nuovamente sporgere per bene le sue strepitose chiappe.
- “Così va bene?”,
- “Piegati in avanti e mostrami per bene il culo!”.
Obbediva volentieri, sembrava gradire il giochino, poi mi aveva chiesto più intraprendenza quindi avevo preso coraggio, si mise con le gambe unite e piegò il busto in avanti, si vedeva che era allenata perché arrivò quasi a toccare la testa a terra tenendo le gambe tese, nonostante i tacchi altissimi, il suo culo si mostrava in tutta la sua magnificenza con il filo del perizoma che non riusciva a nascondere il suo buco del culo, tra poco il mio cazzo si sarebbe infilato la dentro, volevo assolutamente scoparglielo ma volevo prima giocare con lei.
- “Allargati le chiappe con le mani e fammi vedere come si aprono i tuoi buchetti.”. Sembrava divertita, lo fece immediatamente, per farmeli vedere meglio sposto leggermente il perizoma di lato, si vedeva la sua figa luccicare sotto la luce del lampadario, era già bagnata senza neanche sfiorarla, il suo buco del culo si dilatò parecchio mostrandosi rosa, perfetto e pronto ad essere penetrato, infine si passò l’indice dalla figa al culo, lasciando una strisciata di umori caldi, si mise il dito in bocca succhiandolo e girandosi verso di me con aria eccitata. Rimase così senza dire nulla per alcuni secondi senza più girarsi, a quel punto dissi:
- “Non ti ho detto di togliere le mani!”;
- “Scusa.”.
Rispose con un tono da bambina sgridata dal padre e si apri nuovamente le chiappe con le mani.
Mi avvicinai inginocchiandomi davanti a quei buchetti irresistibili, passai la lingua partendo dal clitoride ed arrivando al buco del culo, era bagnatissima e colava come una fontana, dimostrando di essere eccitata all’inverosimile nonostante fosse abituata a queste esperienze, pensavo fosse più fredda invece sembrava proprio carica come una molla. Tirò un profondo respiro seguito da un lungo sospiro.
“Ohhhhhh!!!”.
Ripassai nuovamente la lingua un paio di volte e poi dissi:
“Vieni con me!”.
La presi per mano, mi sedetti sul letto e la invitai a sedersi sulle mie ginocchia, però mettendosi con le tette davanti alla mia faccia, le tolsi la vestaglia facendola cadere a terra, ci baciammo appassionatamente, con la coda dell’occhio vidi Paolo che si era avvicinato ed era fermo in mezzo tra le due stanze che ci guardava eccitato come una bestia, si accorse che lo stavo guardando e lei sussurrò:
- “Ti prego fai come se non ci fosse ma non cacciarlo, lui non esiste per te!”.
Non dissi niente provando ad ignorarlo e ripresi a baciarla. Le sfilai il reggiseno e lo buttai via, poi cominciai a leccarle i capezzoli, ansimava e si strusciava sul mio cazzo duro, leccai per bene le tette, erano sode e belle grosse, le potevo vedere per bene, mi girai verso Paolo e lo vidi toccarsi il cazzo da sopra i pantaloni, la cosa non mi piaceva per niente quindi gli ordinai:
- “Paolo spegni le luci e se proprio vuoi guardare fallo da dietro il muretto, vederti che ti tocchi mi fa passare la poesia”.
Simona si girò verso di lui e gli disse:
- “Fai come ti ha detto, muoviti!”.
In realtà mi aveva già dato ascolto e si era messo dietro il muretto, stava pure spegnendo le luci. Era una serata splendida a differenza delle previsioni (a quei tempi non ci azzeccavano mai), la luce della luna piena filtrava dalle finestre nonostante le tende fossero chiuse, le persiane erano aperte e si vedeva bene all’interno della stanza. Non vedendo più suo marito toccarsi davanti a noi ed appurato come entrambi soddisfacessero le mie richieste mi fece sentire in una posizione dominante nei loro confronti, la cosa mi piacque parecchio e mi fece prendere coraggio nell’ordinare a Simona cosa volevo che facesse. La feci alzare, mi alzai anch’io e dissi:
- “Spogliami!”.
Mi sbottonò la camicia lentamente guardandomi come intimorita, non era più spavalda e dominatrice come si era sempre dimostrata, sembrava docile ed ubbidiente come un cagnolino. Ripensavo alle sue parole quando mi aveva invitato ad essere più intraprendente e che le piaceva l’uomo che prendeva in mano la situazione a letto, che lo facesse con autorità, in quel caso sarebbe diventata un giocattolo nelle sue mani e non gli avrebbe negato mai nulla. Decisi quindi di provare ad essere io a prendere in mano i giochi e non a subirla, non avevo intenzione di diventare come suo marito, la guardavo mentre mi sfilava la camicia con aria di superiorità, abbassò gli occhi e mi accarezzò il petto, la presi per la coda di cavallo tirandole su la testa costringendola a guardarmi negli occhi e chiesi:
- “Allora ti piace quello che vedi?”;
- “Da impazzire!”.
Lo disse con un tono di voce davvero coinvolgente, non so spiegarmi descrivendo quanto mi fosse piaciuta quella frase e la maniera in cui la disse, posso solo descrivere quello che il mio stomaco mi fece provare, lo sentii contorcersi, un misto di timore nello sbagliare approccio seguito da un rilassamento ed un senso di strano piacere. Cominciò a slacciare la cintura dei pantaloni, li sbottonò lasciandoli cadere a terra, li sfilò e si rialzò a baciarmi. Sentivo le sue tette nude contro il mio petto ed il cazzo quasi mi scoppiava, la presi nuovamente per la coda e la costrinsi ad inginocchiarsi, poi le accompagnai la testa contro di me, cominciò a baciare l’asta da sopra gli slip, la diressi facendola ulteriormente abbassare fino ad arrivare alle palle, poi la lasciai libera di fare quello che meglio credesse. Mi baciò la pancia e leccò l’ombelico, nel frattempo mi sfilò gli slip baciandomi le gambe ed arrivando ai piedi con la bocca, mi leccò le dita dei piedi, la sua saliva calda me li stava bagnando, non sono un amante del genere ma vederla così servizievole dedicarsi ai miei piedi mi eccitò moltissimo, cominciò a salire sempre di più, sempre leccando e baciando, una sensazione indescrivibile, la guardavo dall’alto verso il basso mentre lo faceva, stavolta non mi guardava negli occhi, lo faceva con gli occhi bassi, come se si sentisse dominata da me e le piacesse esserlo. Arrivò alle palle e cominciò leccarle, le prese in bocca e fece uno schiocco secco, mi fece un po’ male e mi fece ritrarre leggermente, lo capì e disse con aria dispiaciuta:
- “Scusa.”.
Non le risposi ma la guardai con aria seccata, il gioco mi piaceva da matti.
Riprese a leccarmi ed insalivarmi le palle, intanto cominciò a segarmi piano piano, ci sapeva davvero fare, pensai che di una donna così mi sarei potuto innamorare. Prese in bocca la cappella e cominciò a succhiarla con forza, poi sputò sulla punta, scese una generosa colata di saliva, la fece colare guardando eccitata poi cominciò a ripulirmelo.
Alzai lo sguardo e vidi Paolo che completamente stravolto ammirava sua moglie, le sue mani erano entrambe sotto al muretto e vedevo che le muoveva, lo guardai con aria di sfida aspettando che incrociassimo gli sguardi, quando lo fece tirai a me Simona facendole prendere in bocca tutto il cazzo, non se lo aspettava e le andò di traverso, lo tolse dalla bocca e tossì, mi guardò negli occhi mentre una lacrima le scendeva sul viso, come risposta glielo piantai di nuovo in gola, stavolta se lo aspettava e lo prese tutto fino alle palle senza problemi, con entrambe le mani la tiravo verso di me, respirava a fatica con il mio cazzo piantato in gola immobile, la cosa mi piaceva e glielo feci fare diverse volte. Respirava affannata ma non si tirava indietro, era quello che voleva, guardai di nuovo Paolo, lo vedevo che era passato a segarsi senza togliere lo sguardo da sua moglie impegnata a spompinarmi come una troia, la cosa cominciava a darmi fastidio ma ero troppo eccitato per smontarmi. Alzai una gamba posando il piede sul letto, la feci mettere con la testa sotto le palle, cominciò a leccarmele con voracità dedicandosi anche al buco del culo e segandomi con la mano. Ero svuotato per bene e non facevo fatica a trattenermi quindi la feci lavorare per parecchi minuti. Decisi che era ora di dedicarmi a lei, la presi per la coda facendola alzare, presi il suo viso tra le mani e la baciai, la buttai pancia all’aria sul letto con decisione, presi le sue gambe e gliele sollevai, le sfilai le scarpe e cominciai a leccarle i piedi mentre indossava ancora le calze, prima le dita e poi la pianta, gemeva di piacere, ero abituato con Roberta, lo facevo perché le piaceva e lo sapevo, anche lei lo adorava a quanto sembrava, le slacciai il reggicalze sfilandole lentamente le calze, poi ripresi a leccarle le dita dei piedi, erano profumati e curati, leccai e baciai le gambe, prima nella parte anteriore, poi la parte posteriore sollevandole nuovamente. Arrivato all’altezza del suo buco del culo le spostai il perizoma e cominciai a leccarglielo, era magnifico vederlo dilatarsi sempre di più ad ogni passaggio della lingua, cominciò a piacerle molto e lo fece sentire, la mia lingua si intrufolava dentro e lo apprezzava molto. Le abbassai le gambe e mi dedicai alla sua figa, era calda, bagnatissima e profumata, le aprì moltissimo dimostrando di essere molto snodata, mi accarezzava i capelli mentre la lingua si alternava tra figa e culo, ansimava e mi diceva di continuare:
- “Ohhhhhh!!! Si ti prego continua, non ti fermare!!!”.
Decisi di continuare fino a farle raggiungere il primo orgasmo, leccavo il clitoride gonfio mentre con le dita le penetravo figa e culo, sentirla gemere mi dava tantissima soddisfazione, gli umori mi riempivano la bocca, quando prendevo fiato mi spingeva con la testa chiedendomi di continuare, mi colpì parecchio il fatto che il suo culo, si dilatava con estrema facilità, non mostrava il minimo fastidio quando la penetravo, anzi sembrava che le piacesse quanto la stimolazione vaginale, mi ripromisi nuovamente di scoparglielo forte. Non tardò moltissimo ad avere il primo orgasmo, sentii la sua figa zampillare come una fontana a cui fece seguito un gemito di piacere davvero intenso, mi tolse le dita e fu come presa dalle convulsioni, se cercavo di leccarla sembrava infastidita, la lasciai quindi rilassare, nel frattempo mi girai a guardare Paolo, era sempre più eccitato e continuava a masturbarsi senza staccare gli occhi da sua moglie. Cercai di avvinarmi ma disse stravolta:
- “Aspetta aspetta, ho bisogno di un minuto!!!”.
Mi fece alzare e da seduta sul letto ricominciò a succhiarmelo, notai che stava bagnando le lenzuola dove si era seduta e continuava a contorcersi ansimando sul cazzo, le chiesi:
- “Simona tutto bene?”;
- “Benissimo, è che quando raggiungo certi orgasmi ho bisogno di prendere fiato, sento come delle convulsioni e mi infastidisce essere toccata, scusa.”;
- “Capisco, dimmi te quando ti senti pronta. Ma ti capita sovente?”.
Non mi era mai successo di vedere una donna avere un orgasmo così profondo, oltretutto dovevamo ancora scopare.
- “Si mi capita spesso, dammi due minuti.”.
Avevo voglia di scoparla adesso, il suo pompino era spettacolare ma la volevo prendere…
Continua…