Capitolo 5
Era un periodo davvero movimentato a livello sessuale, la storia con Simona e lo sbocciare di Roberta mi avevano galvanizzato parecchio, ero ancora più spigliato del solito, perfino al lavoro ebbi l’impressione di aver finalmente fatto colpo su Isa, una collega che faceva la cassiera, era una ragazza della mia età non molto alta, corporatura media e con due tette davvero enormi, la divisa che indossava era di una taglia in meno e la fasciava facendo risaltare le sue forme abbondanti, non era proprio il mio genere di ragazza però faceva parecchio sangue. Aveva due labbra carnose che ispiravano parecchio, la immaginavo come un’abilissima pompinara, era ambita da tutti i miei colleghi, aveva avuto una storia con un mio amico ma era finita in fretta perché aveva scoperto che lo tradiva, mi aveva confidato che era una porca tremenda, mi sarebbe piaciuto testarla a fondo, le facevo la punta da parecchio ma negli ultimi giorni le mie battutine sembravano averla smossa un po’, alla fine non conclusi nulla di concreto, si faceva stuzzicare ma probabilmente non ero il suo tipo, però mi sentivo sicuro di me stesso come non mai.
Il sabato successivo non sarei uscito con Roberta, sarebbe andata via al mattino con i suoi genitori a trovare una loro zia che stava molto male, rientrando solo la domenica sera. Quel mattino ero al lavoro quando l’altoparlante interno mi chiamò al telefono, andai nell’ufficio del magazzino chiedendo chi fosse al mio collega che aveva risposto e che stava lasciando la stanza, disse che era un fornitore, risposi e sentii una voce calda e sensuale dall’altra parte:
- “Buongiorno Gianluca, sempre indaffarato?”;
- “Simona ma sei pazza a chiamarmi al lavoro?”.
L’ufficio per fortuna era vuoto, l’impiegata che faceva la capo cassiera era al box informazioni in area vendita.
- “Tranquillo ho detto di essere un vostro fornitore, come va? Tutto ok dopo l’altra sera?”;
- “Tutto bene, ti ho perfino sognata l’altra notte.”;
- “Davvero? E cosa facevamo?”;
- “Stavi lesbicando con la mia ragazza, poi sono entrato ed ho scopato entrambe.”;
- “Mmm..., peccato che era solo un sogno, però a me non piacciono le altre donne, a me piace il cazzo, credo che te ne sei accorto?”.
Il suo modo di parlare era cambiato, adesso era sempre meno pacata e si proponeva in maniera più audace, probabilmente aveva preso confidenza, adesso lasciava perdere i convenevoli e passava a provocare in maniera molto diretta:
- “Ho nuovamente voglia di te, i tuoi esami sono arrivati e voglio scopare come si deve stavolta, senza preservativo, voglio il tuo cazzo caldo dentro di me, voglio gustare il sapore del tuo sperma, lo vorrei adesso!”;
- “Cazzo non giri attorno ai discorsi tu.”;
- “Sono in camera con mio marito coricato a fianco a me, mentre parlo con te mi sto masturbando, sapessi come sono bagnata, mentre aspettavo che arrivassi al telefono mi sono inzuppata immaginandoti in mezzo alle mie gambe intento a leccarmela.”;
- “Così però mi fai eccitare, sto lavorando e devo andare in vendita, se esco con il cazzo duro se ne accorgono e mi licenziano.”;
- “Masturbati anche tu, così non corri il rischio.”;
- “Si come no, così mi licenziano in tronco!”;
- “Io invece adesso me la faccio leccare da mio marito e poi mi faccio scopare immaginando che ci sia te al suo posto, che ne dici?”;
- “Fai quello che vuoi, basta che non ti soddisfi troppo, altrimenti poi non mi vuoi più.”;
- “Impossibile Gianluca, mi sei entrato dentro, in tutti i sensi.”. Scoppiò a ridere, poi tornò seria e disse:
- “Sei libero questa sera? Lo so che il sabato esci con la tua ragazzina, ma se vieni da me non te ne pentirai, te lo assicuro.”;
- “Guarda sembra che tu lo sappia che stasera non esco con lei, dimmi dove e sono da te.”;
- “Benissimo, allora guarda, stasera ti aspetto in questo posto (preferisco non fare riferimenti precisi a luoghi o città, era un ristorante/hotel dove ci incontrammo parecchie altre volte, distava circa 50 km da dove abitavo), ceneremo tutti e tre insieme e poi finiremo la serata in camera, che ne dici?”;
- “Ok a che ora ci troviamo?”;
- “Facciamo per le 19,00, ci prendiamo un aperitivo e poi andiamo a cena, però ti va bene se con noi ci sarà anche mio marito?”;
- “Ok, facciamo che ci provo e se la sua presenza mi infastidisce se ne va.”;
- “Va bene, facciamo così, ma vedrai che la sua presenza sarà discreta, se impari a conoscerlo ti abituerai in fretta a lui. Adesso scusa ma prima scopo con lui e poi vado a farmi bella per te, un bacio. A proposito vestiti un po’ elegante, il posto è piuttosto raffinato”.
Riagganciò il telefono, restai per un attimo a pensare a quello che stava per accadere.
Quel pomeriggio non avrei lavorato, quindi andai a casa, ero decisamente su di giri, volevo essere al massimo della forma, quindi andai a fare una corsetta, tornai a casa e mi feci la doccia, per scaricarmi mi masturbai, era dall’ultimo incontro con Roberta che non venivo, non volevo durare poco con Simona. La giornata non era bellissima, quindi andai all’appuntamento in auto, ero sempre in moto e la usavo poco e niente, era di mia madre e la prendevo in prestito solo quando il tempo era brutto se non le serviva, una piccola utilitaria vecchia e scomoda. Arrivai sul posto alle 19,15 circa, era molto bello ed immerso nel verde; un vecchio castello trasformato in un locale decisamente di lusso, una parte era dedicata al ristorante e l’altra all’hotel, nel parcheggio c’erano auto di grossa cilindrata, mi vergognai un po’ ad arrivare con la mia trappolina, di fronte all’ingresso del ristorante c’era una grossa fontana e seduta sul bordo c’era Simona con suo marito a fianco intento a parlare al cellulare, fece segno dove parcheggiare e mi raggiunse, era uno splendore; indossava un abitino nero molto corto, i capelli erano sciolti e le cadevano sulle spalle arrivandole a metà schiena, aveva un paio di scarpe nere con tacchi veramente vertiginosi, nonostante tutto camminava in maniera agile e spedita, appena scesi la guardai e dissi:
- “Mamma mia quanto sei bella Simona, sembri un angelo caduto dal cielo.”.
Frase del cazzo lo so ma mi uscì quella, sorrise e disse:
- “Anche tu stai molto bene, sei molto elegante, mi hai preso in parola.”.
Avevo indossato un abito che avevo comprato per fare da testimone alle nozze di un amico, non ero abituato a giacca e cravatta ed in realtà mi sentivo impacciato. Mi baciò teneramente, poi mi pulì la bocca dal rossetto che aveva lasciato sulle labbra, suo marito finì di parlare al cellulare, si avvicinò a noi e mi strinse la mano.
- “Piacere Paolo, non ci eravamo presentati l’altra sera.”;
- “Piacere mio.”;
- “Visto come sta bene con la giacca e la cravatta?”.
Disse Simona sistemandomela.
“Diglielo anche tu che sta benissimo.”;
- “Certo certo lo rende più maturo direi.”.
Ero imbarazzato, sembravano i discorsi dei miei genitori quando mi vedevano con l’abito elegante.
- “Mi piaci talmente tanto che adesso io e te saliamo in auto un attimo che ti devo parlare, vieni.”.
Mi prese per mano, mi sedetti al posto di guida e lei a fianco, mi baciò in maniera molto passionale cominciando a sbottonarmi i pantaloni, suo marito osservava eccitato quello che avveniva, intanto controllava che nessuno sopraggiungesse, restai sorpreso e dissi:
- “Ma cosa fai, ci possono vedere.”;
- “Tranquillo qui non passa nessuno, ho voglia di gustarmi il tuo cazzo!”.
Effettivamente mi aveva fatto parcheggiare davanti ad una siepe molto alta che delimitava il parcheggio, il lato passeggero era attaccato anch’esso alla siepe e restava scoperto solo il lato guida, una grossa BMW station wagon parcheggiata a fianco ci copriva parecchio, suo marito si piazzò proprio in mezzo alle due auto facendo la guardia sbirciando. Tirò fuori il cazzo e cominciò a menarmelo mentre ci baciavamo, poi si piegò e lo prese in bocca con voracità, le alzai un po’ l’abito cominciando ad intrufolare le dita, aveva il perizoma, non feci fatica ad arrivare alla sua figa che era bagnatissima, cominciò ad ansimare mentre era passata a leccarmi le palle, sentivo il suo respiro diventare sempre più affannoso, la luce del sole filtrava tra la siepe, ogni tanto guardavo suo marito, sembrava preoccupato che ci scoprissero ma era visibilmente eccitato, continuava a staccarsi dal collo la camicia guardando quello che succedeva, quando incrociavamo gli sguardi abbassava la testa e guardava altrove, credo non volesse imbarazzarmi, oppure lo era lui. Simona affondava il cazzo nella sua gola, anche lei se lo faceva andare quasi di traverso come faceva Roberta, solo che lo faceva di proposito, era molto esperta e la tecnica era diversa, si vedeva che la sua era una maniera per darmi piacere, consapevole del fatto che a noi maschietti certi gesti piacciono, inoltre mi guardava sempre fisso negli occhi, come per capire quali erano i movimenti che gradivo di più. Il cazzo era completamente insalivato e lo sentivo pulsare, pronto ad esplodere nella sua bocca calda, preso dall’eccitazione le misi due dita nel culo senza troppi preamboli, emise un piccolo lamento ma non sembrava dolore, anzi, cominciò a roteare il sedere e spingere verso il basso come a volerle sentire meglio, a differenza di Roberta si sentiva che quel culo era ben rodato ed allenato, infilai anche il pollice nella figa e cominciai a scoparla forte con le dita in entrambi i buchi, era fradicia, cominciò ad ansimare forte sul mio cazzo, sentirla così rumorosa mi eccitava da morire, il ritmo delle mie dita era in sincrono con il suo pompino sempre più veloce. Ad un certo punto suo marito picchiò nervosamente sul finestrino, ci fermammo immediatamente, era visibilmente agitato, abbassai il finestrino e preoccupatissimo disse:
- “Simona per cortesia cerca di limitarti, qui fuori si sente tutto, se passa qualcuno potrebbe sentirti ed avvicinarsi incuriosito.”.
Gli rispose in maniera secca e decisa:
- “E tu cosa ci stai a fare lì? Se qualcuno si avvicina mandalo via e lasciami fare.”. Senza aggiungere altro si riattaccò con la stessa foga al mio cazzo, lo guardai imbarazzato, era rimasto evidentemente perplesso dalla risposta però sembrava incantato ad ammirarla mentre era impegnata nel pompino, tirai su il finestrino e continuai a masturbarle i due buchetti. Era evidente quanto il ruolo di Simona fosse assolutamente dominante nei confronti del marito, lo vedevo completamente succube e passivo.
Ero praticamente al limite, sentivo che stavo per scoppiare, la avvisai, nel frattempo mi stava sempre guardando negli occhi.
- “Sto venendo Simona.”.
Con il mio cazzo in bocca accennò un sorriso e continuò a succhiarlo, stavolta senza toglierselo dall’interno, capii che la voleva tutta in gola, quindi esplosi con una sborrata colossale mentre con aria divertita continuava a fissarmi, teneva le labbra aderenti al cazzo per non farne uscire nemmeno una goccia continuando a fare su e giù velocemente, le mie dita nel frattempo continuavano a roteare velocemente nei suoi orifizi. Appena lo sperma cessò di uscire si fermò, si fece scivolare il cazzo fuori dalla bocca, aprì leggermente le labbra e mi mostrò l’interno piena del mio sperma, si mise l’indice dentro e cominciò a rotearlo all'interno, poi ne prese un po’ con il pollice e la sollevò leggermente, il liquido attaccato alle dita creava un filo come fosse seta, poi si mise in bocca le due dita, le succhiò ripulendole, mi guardò intensamente ed ingoiò tutto senza nessun problema con un sorriso malizioso, si passò la lingua sulle labbra, strinse con la mano la base del mio cazzo e premendo con il pollice arrivò fino alla cappella, dalla punta fuoriuscì ancora un po’ di sperma, ci mise la lingua sopra, poi se lo prese di nuovo in bocca e ricominciò a succhiarmelo nuovamente, stavolta senza più guardarmi negli occhi.
Era stata davvero bravissima, una pornostar mancata, un pompino così non me lo aveva mai fatto nessuna, era ancora lì che me lo leccava e ripuliva senza mostrare l’intenzione di voler smettere, tolsi le dita dai suoi orifizi, la presi per i capelli con decisione e le tirai su la testa, la guardai, era con il viso tutto bagnato dalla sua saliva, il rossetto si era sparso un po’ dovunque attorno alle sue labbra, sembrava devastata ma assolutamente soddisfatta del lavoro svolto ed ugualmente bellissima, quel volto angelico così sporco e provato era una gioia per gli occhi.
- “Sei stata fantastica Simona, semplicemente fantastica.”.
Sorrise orgogliosa, si passò il dorso della mano sulla bocca asciugandosela e mi baciò delicatamente sulle labbra, poi mi guardò teneramente negli occhi e rispose:
- “Questo è solo l’antipasto tesoro, dopo potrai pasteggiare abbondantemente con il mio corpo.”.
Si alzò e cominciò a ripulirsi in viso con un fazzolettino, poi si rimise velocemente il rossetto ed uscì dall’auto senza aggiungere altro. Nel frattempo mi ero rivestito e quando uscii anch’io la vidi che si stava baciando appassionatamente con suo marito, mi domandai come lui non potesse avere schifo, mi aveva appena fatto un pompino ed aveva ingoiato tutto il mio sperma, sollevai le spalle e pensai: “cazzi suoi!!!”.
Continua...