Capitolo 2


La mattina seguente andai al campo per la partita, la sera precedente ero poi rientrato tardi e come al solito non mi sentivo molto in forma, per fortuna partivo dalla panchina, quindi sonnecchiavo sparando le solite quattro cazzate con i compagni di squadra di riserva come me. Guardando la gente che assisteva alla partita mi sembrò di scorgere la sagoma di Simona, mi alzai per capire se mi sbagliavo ma non ebbi conferma, però vidi Roberta con alcuni nostri amici che mi salutava e mi mandava baci, naturalmente contraccambiai. All’inizio del secondo tempo mi fecero entrare, mentre aspettavo di fare il mio ingresso in campo vidi nuovamente una donna dietro la recinzione del campo, ero di nuovo convinto che fosse Simona, cazzo avevo le visioni? Quella donna mi appariva in sogno quasi tutte le sere, adesso la vedevo pure ad occhi aperti?
Comunque giocai il secondo tempo della partita e feci pure goal; l’esterno destro corse sulla fascia e crossò teso all’interno dell’area, arrivai in anticipo sul difensore ed in scivolata trafissi il portiere, cazzo gran goal Gianluca!!! Era una semplice amichevole di fine stagione, però contro una squadra della stessa città con la quale non correva buon sangue, quindi festeggiamo parecchio negli spogliatoi e successivamente andammo in un bar per continuare a fare baldoria. Quando si festeggiava dopo una partita le ragazze non erano mai invitate, anzi era proprio vietato portarsele dietro, Roberta lo sapeva e quando uscimmo dal campo era già andata via. Andammo in un bar vicino al campo, mentre si rideva e scherzava alzai lo sguardo vedendo Simona entrare nel locale, mi guardò ed uscì immediatamente; il cuore mi batteva in gola, cosa avrei dovuto dirle? Era evidente che voleva che uscissi e le dicessi qual era la mia decisione. Salutai i compagni dicendo che avevo un impegno, pagai la birra e mi diressi alla porta con un nodo in gola. Simona mi aspettava all’angolo di una via, cominciai a camminare verso di lei, nel frattempo era sparita all’interno della stradina, quando voltai l’angolo la vidi in piedi, seduta sul cofano di una Golf nera ad aspettarmi; indossava un abitino chiaro leggero, molto corto e svolazzante, un paio di sandali legati sulla caviglia ed i capelli sempre raccolti in una coda di cavallo che mi faceva ribollire il sangue nelle vene, avevo il cazzo già durissimo, tutti i miei ragionamenti su Roberta ed il nostro rapporto erano già dimenticati. Mi avvicinai, mi accolse con un sorriso smagliante, si tolse gli occhiali da sole, i suoi occhi azzurri alla luce del sole spiccavano ancora di più, la sua carnagione chiara quasi luccicava talmente era liscia e tonica, bellissima, quasi disarmante.
- “Non sapevo che fossi così bravo a giocare a calcio, i miei complimenti.”;
- “Insomma, diciamo che è stata solo fortuna, quindi eri tu al campo, pensavo di avere avuto una visione, invece la sto avendo adesso, sei bellissima Simona.”.
Sorrise, si mise la bacchetta degli occhiali tra i denti e disse:
- “Ma grazie, così mi fai arrossire però! Scusami se arrivo subito al sodo ma volevo sapere cosa dici della mia proposta.”.
La domanda risuonò nelle mie orecchie come un tuono, come potevo non accettare di portarmi a letto una donna così? Roberta era bellissima e molto dolce, ma Simona era una dea, la donna che ognuno vorrebbe scoparsi almeno una volta nella vita, non esagero nel dire che era irresistibile per qualsiasi uomo eterosessuale sulla faccia della terra, anche per chi ha dei sani princìpi, figuriamoci per un ragazzo di 21 anni affamato di figa come ero io.
- “Diciamo che vorrei provare a vedere se sono il ragazzo che cerchi, però ho anch’io delle condizioni sulle quali non accetto compromessi!”,
- “Dimmi quali sarebbero e ti dico se mi stanno bene.”;
- “Tuo marito può guardare ma non accetto che allunghi una mano su di me, se anche solo mi sfiora lo riempio di botte, chiaro?”.
Scoppiò a ridere e rispose:
- “Tranquillo, mio marito è eterosessuale convintissimo, non si sognerebbe mai di allungare una mano su di te, te lo garantisco, inoltre, come ti avevo già accennato, lui non parteciperà mai, si limiterà a guardare, non si masturberà nemmeno a meno che non sia io ad autorizzarlo.”;
- “Ok, questa condizione era tassativa per me. Come ci accorderemo per incontrarci?”;
- “Facciamo così, se ti sta bene ci vediamo mercoledì sera in un locale di un paese qui vicino, lo conosci lo “Sprint”?
Era una specie di pub dove si faceva del karaoke e c’era una saletta dove si poteva parlare tranquillamente, conoscevo il posto ed approvavo la scelta, nessuno della mia compagnia lo frequentava spesso, il mercoledì sera poi era praticamente impossibile trovare qualcuno che mi conoscesse.
- “Ok a che ora?”;
- “Facciamo per le 22 ok? Ti devo però chiedere una cosa importante, dovresti andare domani sera da questo medico, dire che ti manda Simona, ti farà un piccolo prelievo del sangue, è per la tua e nostra sicurezza, odio i preservativi e durante i nostri rapporti non te li farò quasi mai indossare, non vorrei prendermi qualcosa, questo vale anche per te, io li faccio regolarmente e se lo desideri ti darò i miei esiti, spero che tu lo capisca, forse è un po’ invasiva come richiesta ma è assolutamente necessario”.
Poi si avvicinò, mi diede un bacio sulla guancia e sussurrò:
- “Ti prego non dirmi di no…”.
Sinceramente tra i tanti dubbi che mi ero posto c’era anche la paura di prendermi qualche brutta malattia, se Simona scopava spesso con sconosciuti mi poteva trasmettere qualcosa, sosteneva di non farlo con tutti, ma come potevo fidarmi completamente? La sua richiesta invece di preoccuparmi mi tolse un pensiero, quindi risposi:
- “Tranquilla, capisco e sinceramente rassicura anche me, poi come potrei negare qualcosa ad una donna come te...”;
- “Lo sapevo che eri un ragazzo intelligente”.
Mi diede un bacio molto dolce, infilò la lingua nella mia bocca e limonammo per qualche secondo, la strinsi a me con decisione ed ebbi la sensazione che le fosse piaciuta la mia mossa, avevo il cazzo durissimo, glielo appoggiai, lo sentì sicuramente perché mi strinse forte, come a sentirlo meglio, poi si staccò, sorrise con aria molto sensuale e disse:
- “A mercoledì allora…”.
Si infilò gli occhiali, salì sull’auto e scomparve.
I giorni successivi passarono in fretta, man mano che si avvicinava l’ora del nostro primo incontro però la tensione e l’eccitazione salivano contemporaneamente in maniera esponenziale, lasciandomi sempre più desideroso e curioso di sapere come sarebbe andata. Arrivò finalmente mercoledì, uscii dal lavoro alle 19,00, andai a casa e mi preparai a puntino: doccia accurata, barba fatta, vestiti puliti e profumato all’inverosimile mi diressi all’appuntamento, sempre con la mia fidata moto sotto il sedere. Arrivai sul posto con una buona mezz’ora di anticipo, entrai nel locale, all’interno c’era poca gente, mi sedetti al bancone del bar sorseggiando una birra in trepidante attesa.
Verso le 22,10 circa arrivarono Simona e suo marito, lei mi venne subito incontro mentre lui si sedette ad un tavolino da solo, senza nemmeno girare lo sguardo verso di me. Era bellissima, indossava un vestito corto bianco aderente e molto scollato, le spalline legate dietro al collo e la schiena molto nuda, la generosa scollatura mostrava due tette spettacolari, non indossava il reggiseno, ai piedi un paio di scarpe bianche con il tacco altissimo, insomma una visione celestiale. Mi alzai e le andai incontro, mi diede un bacio sulla bocca e poi si sedette sullo sgabello a fianco a me, le dissi:
- “Benvenuta Simona, non vorrei essere ripetitivo ma sei bellissima”;
- “Grazie e non ti preoccupare, mi fa piacere sentirmelo dire.”;
- “Vogliamo sederci ad un tavolino? Mi sembri in difficoltà su questo sgabello.”;
- “Molto volentieri Gianluca, mi sembrava di essere un pappagallo seduta su un trespolo.”.
Oltre ad essere bellissima era anche una persona affabile con la quale si poteva parlare tranquillamente di qualunque argomento, mi sentivo a mio agio nonostante si toccassero argomenti scottanti, ero molto curioso di sapere cosa si aspettasse da me, quindi cominciai il discorso, richiamando quello che mi aveva detto la prima sera che ci eravamo conosciuti.
- “L’altra sera hai detto che non è detto che io abbia le caratteristiche giuste per voi, mi spieghi meglio quali sarebbero queste caratteristiche?”;
- “Certo, la prima caratteristica è l’aspetto fisico e tu l’hai evidentemente superata, altrimenti non saremmo seduti a questo tavolo. La seconda è la riservatezza, mio marito è una persona conosciuta, se si sapessero le sue abitudini sessuali una miriade di bigotti lo farebbero a fettine negli ambienti che frequenta per lavoro, ci rimetterebbe la sua professione, questo non deve succedere mai!”.
Su questo punto diventò molto seria, anche il tono di voce cambiò e sembrava molto autoritaria.
- “Tranquilla, io sono del tipo: chi si fa li cazzi sua torna sano a casa sua!”;
- “Davvero Gianluca, questo deve essere chiaro e limpido, mai ti dovrai permettere di parlare dei nostri eventuali incontri con nessuno, mi sembri un bravo ragazzo e credo che questo lo capisci anche tu. La terza caratteristica è il feeling che si creerà tra di noi, potresti anche essere molto dotato ma avere atteggiamenti o modi di fare a letto che non mi piacciono, ma questo avremo tempo e modo di scoprirlo, senza dimenticare la pulizia ed il rispetto, su queste cose non transigo.”;
- “Cazzo Simona mi sembra di essere ad un colloquio di lavoro, comunque ho capito e ti prometto che rispetterò le regole, la mia unica regola è quella che ti ho accennato l’altra sera, ricordi?”;
- “Tranquillo, ho raccontato a mio marito dell’altra sera e si è messo a ridere a crepapelle, ha detto che gli dispiace di essere passato per un ricchione.”.
Scoppiammo entrambi a ridere, istintivamente mi girai verso di lui e intuii che aveva capito di cosa stavamo parlando, sorrise e fece il gesto di alzare il bicchiere come per brindare, risposi nello steso modo e tornai a parlare con Simona. Le cose stavano andando in un modo diverso da come mi aspettavo, non si era ancora arrivato al sodo ma il modo di fare di Simona aiutava e rendeva il tutto meno strano, anche se in realtà lo era parecchio.
I discorsi proseguirono sul mio lavoro e sul calcio, poi ad un certo punto chiesi:
- “Scusa la domanda ma sono curioso di sapere cosa ci prova di così eccitante tuo marito a vederti fare sesso con altri uomini, se sono troppo indiscreto, puoi anche non rispondermi.”;
- “Nessun problema, la tua è una curiosità legittima, d’altronde la maggior parte dei discorsi che abbiamo avuto finora non si fanno con chiunque, aiutano invece ad entrare in sintonia. Spiegartelo senza avere le stesse sensazioni che abbiamo noi è difficile; come ti ho accennato era un desiderio suo all’inizio, io ero del tuo stesso parere, non capivo, però sono sempre stata un’esibizionista e fare sesso è sempre stata una priorità nella vita, non posso farne a meno, sento fisicamente la necessità di farlo spessissimo, ho tradito tutti gli uomini con cui sono stata prima di lui per soddisfare le mie continue voglie di sesso, tutto questo mi ha aiutato ad accettare la sua proposta e con il passare del tempo rendere più intenso il rapporto con lui. Non devo trovare scuse per scopare con altri, lo posso fare senza sotterfugi, inoltre dopo averlo fatto con gli altri lo facciamo io e lui con una passione travolgente, difficile da capire ma è così, sei soddisfatto della risposta?”.
Credo che il mio sguardo sorpreso l’avesse molto divertita, inoltre il rigonfiamento in mezzo alle mie gambe era imbarazzante e lo notò.
- “Certo certo, il ragionamento non fa una grinza, però personalmente avessi una donna come te non la dividerei con nessuno al mondo.”.
Sorrise, mise una mano sulla mia guancia e disse:
- “Come sei dolce Gianluca, mi viene una gran voglia di baciarti”.
Si avvicinò e lo fece con molta passione, avevo il sangue che mi ribolliva nelle vene ed il cazzo duro praticamente da quando l’avevo vista, la volevo adesso, non ce la facevo più, quindi le sussurrai:
- “Simona ti voglio adesso, non resisto più!!!”.
Sorrise, abbassò lo sguardo verso il mio rigonfiamento e disse:
- “L’avevo notato tesoro, mi sa che bisogna fare qualcosa per il tuo problema, vieni con me.”.
Si alzò, mi prese per mano, fece un cenno a suo marito ed uscimmo dal locale da soli.


Continua...

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