CAPITOLO 17: Il porco del paese.
In ogni paese di provincia, piccolo e scarsamente abitato ed in cui, più o meno, ci si conosce un po' tutti, c’è il cosiddetto “scemo del paese”; ebbene, nel mio paese c’è “il porco del paese”, ovvero un uomo su cui si raccontano tanti aneddoti, alcuni falsi, altri veritieri, circa le dimensioni del suo cazzo, del suo essere un pervertito sempre arrapato ed in cerca di troie da trombare, del fatto che tante donne tradiscono i loro mariti e compagni proprio con questo individuo, perché bravo a letto e dotato di un cazzo da vero spaccaculi. Ben presto, anche io mi sarei aggiunta alla nutrita schiera di donne impegnate che beccavano allegramente il suo cazzo.
Conobbi per caso il porco del paese in cui vivo. Avevo spesso intravisto e sentito parlare di quell'uomo che aveva superato da un pezzo i 50 anni, sapevo che era un nullafacente che trascorreva le sue giornate in malfamati bar a bere, quindi sempre imbottito di birra, che era un pervertito sempre arrapatissimo in cerca di troie.
Spesso ci avevo pure parlato ed in ogni occasione mi aveva fatto apprezzamenti ai limiti del decente, mi lanciava occhiate voluttuose, indecenti. Sapevo che molte donne impegnate ci scopavano, se ne parlava tanto, e ai pettegolezzi si univano anche fatti reali e tangibili. Molte donne erano attratte da lui sia per il fatto che fosse un po’ particolare e sia perché... puzzava, insomma un maiale vero e proprio che si lavava poco, con conseguente olezzo forte, cosa questa che come me, eccita molte donne: avvertire la “puzza di maschio”, l’aroma della cappella non lavata, spesso è estremamente eccitante per molte di noi.
Personalmente, invece di essere infastidita e provare ribrezzo, quell'uomo disgustoso e laido mi eccitava tantissimo, ci pensavo, spessissimo mi ritrovavo a fantasticare di fargli un sensazionale pompino con ingoio senza pensare a nulla. Insomma il solo pensiero di ciucciargli il cazzo maleodorante mi eccitava, mi infoiava da morire. Poi le voci di chi ci era “stata” che lo descrivevano avere i coglioni pieni di sperma densissima e dolce, mi infoiava da matti, mi faceva sentire ancora più porca e troia, più femmina. Ero infatti fermamente decisa a fare porcate di bocca con lui, lo desideravo. Non mi interessava farmi scopare o inculare, volevo, in quel momento, soltanto prenderglielo in bocca e farmi sparare in gola la maggior quantità di sperma possibile. Avevo però paura di beccarmi qualche malattia visto l’elevato numero di avventure da lui vissute ed io non amo particolarmente l'uso del preservativo. Quindi ero ben decisa che non gliel'avrei data, ma un pompino glielo volevo e dovevo fare.
Sapevo che aveva dei parenti ma viveva solo, quindi pensai che sarebbe stato bello ed eccitante fare la porca a casa sua dove nessuno ci avrebbe sorpresi.
Un giorno lo incontrai casualmente e mi ci fermai a parlare. Pensai, tra me e me, che non era un fatto sospetto, in quanto nessuno poteva immaginare i miei laidi desideri segreti.
Mi chiese del mio compagno ed io risposi che non avevo voglia di parlare di lui ora.... Il porco cominciò come al solito, con aria da marpione, a fare apprezzamenti volgari sul mio conto.
Mi disse infatti:
“Lo sai che sei bona e arrapante, immagino che tu sia una gran troia, ti scoperei assai volentieri".
Risposi:
"Ah sì"? Poi, da gran porca aggiunsi: "e sentiamo, cosa mi faresti"?
Lui rispose: "dimmelo tu, cosa vorresti che ti facessi"?
Io risposi: "il massimo che potresti ottenere da me è un pompino".
Mamma mia, quanto mi eccitò questa cosa! Io che dicevo apertamente a quel gran porco di essere disposta a ciucciarglielo, mi fece perdere la testa, mi sentivo eccitata da lui e dalla situazione incredibile. Scoppiai a ridere nervosamente e aggiunsi:
"Chissà, forse un giorno…".
Lui, visibilmente infoiato dalle mie porche parole, non si fece sfuggire l'occasione e disse:
"Perché non ora"?
Io, ormai eccitatissima e ben decisa dissi:
"Va bene, ho voglia, ma dove possiamo andare"?
Lui rispose: "a casa mia, non c'è nessuno". Aggiunse che, se volevo, avremmo potuto vederci nel primo pomeriggio, io acconsentii e ci salutammo con la promessa di vederci più tardi.
Tornata a casa, non feci altro che pensare alla porcata che mi accingevo a fare, una parte di me si rifiutava di andarci, ma l'altra, quella più porca, mi spingeva ad andarci eccome, mentre mi sentivo la fica in fiamme al pensiero di ciucciare il cazzo a quell'ubriacone, per nulla attraente, sporco, fallito, una specie di barbone.
La parte troia ebbe la meglio e così, dopo pranzo feci una doccia, mi depilai, mi vestii in maniera semplice con jeans, maglietta, spolverino, stivali, brasiliana ma senza reggiseno, presi la macchina e lo raggiunsi a casa sua. Era fortunatamente deserto, in giro non c'era praticamente anima viva e quindi non corsi rischi di essere notata mentre salivo, svelta e furtiva, da lui.
Entrata in casa, mi colpì un forte puzzo di sporcizia e non potei non notare l'aria di abbandono in cui era la sua abitazione.
Lui, già visibilmente eccitato, cercò subito di conversare, ma lo bloccai immediatamente dicendogli senza esitazioni:
"Non sono qua per parlare, non voglio perdere tempo, ho tanta voglia di cazzo, ti voglio fare un pompino e andare via senza perdere tempo".
Poi, in silenzio, mi spogliai completamente nuda mentre potei notare che lui aveva la fronte imperlata di sudore, era eccitatissimo e quasi incredulo che io, donna impegnata con un uomo suo conoscente, fossi lì nuda, pronta a fargli un pompino. Gli sbottonai la camicia, la tolsi assieme alla maglietta che indossava sotto, poi mi inginocchiai, gli slacciai la cintura, aprii i bottoni dei pantaloni, calai la zip e glieli abbassai, assieme alle mutande, alle caviglie lasciandolo nudo a sua volta. Era già in erezione il porco, con un cazzo grosso, il corpo pieno di tatuaggi e la pancia gonfia tipica dei grandi bevitori.
Lui mi disse:
"Prima voglio leccartela".
Così mi fece sedere sul divano, si inginocchiò, mi allargò le cosce e, mentre si segava, cominciò a leccarmi la fica con foga. Sentivo la sua lingua saettante che mi lappava le labbra da sotto a salire, mi ciucciava il clitoride divenuto nel frattempo durissimo, per poi entrare nella mia vagina bagnata, mentre i peli dei suoi baffi mi solleticavano piacevolmente. Uh era bravo, molto bravo a leccare, mi stava facendo godere come una matta sotto i colpi della sua lingua che intanto scese al culo cominciando a leccarlo con due dita ficcate in fica che andavano avanti ed indietro sditalinandomi violentemente. Mugolando, godevo come una troia mentre me la stavo facendo leccare dal porco del paese. Lo imploravo di continuare così, che godevo tanto e lui intensificava il lavorio di lingua, fino a che, impaziente di prenderglielo in bocca, lo feci fermare e gli dissi:
"Ora voglio il cazzo in bocca"...
"Si", disse, "dai ciucciamelo", e dopo essersi liberato dal pacco dei pantaloni e delle mutande che aveva abbassati fino alle caviglie, si piazzò in piedi. Mi inginocchiai davanti a lui e presi a fargli una sega, andando avanti ed indietro con la mano sul cazzo duro scappellandolo. Dio quanto puzzava! Un odore disgustoso di urina e di sborra essiccata mi assalì, ma il ribrezzo mi eccitava in maniera indescrivibile e così, con espressione disgustata sul viso, presi a leccare la maleodorante cappella dura e turgida. Era eccitante il suo cazzo, la cappella larga trasbordante dall'asta, lucida, vibrava come se stesse per scoppiare.
Mentre mi accarezzavo la fica, incurante del puzzo, leccavo la cappella ad occhi chiusi indecorosamente e senza ritegno, ne avvertivo il forte odore ed il sapore salaticcio e acidulo, la lingua la accarezzava tutta, dalla punta alla base, la titillavo delicatamente, leccavo il prepuzio e il frenulo, mentre la mia saliva la rendeva ancora più viscida ed umida.
Poi lo presi finalmente in bocca, andando avanti ed indietro, con la testa tenuta dalla sua mano dietro la mia nuca, gli orecchini che fluttuavano avanti e indietro tintinnando. Scendevo fino alla base con il naso che lambiva il suo addome gonfio di birra, lo sentivo tutto in bocca, allargata al massimo per contenerlo tutto, la cappella che mi toccava la gola mentre gli accarezzavo i coglioni maleodoranti di sudore, per poi leccarli e portarli in bocca. Rivoli di bava mi colavano fin sopra i coglioni cadendo poi sul pavimento, mentre i suoi peli mi riempivano la bocca. Il ribrezzo di ciucciare quel grosso cazzo maleodorante, aumentava la mia eccitazione, rendendomi folle di piacere e di libidine.
Pian piano risalii e presi di nuovo il cazzo in bocca andando avanti e indietro facendolo uscire ed entrare ritmicamente, lo scappellavo con le labbra facendolo scivolare nella mia bocca fino alla gola. La bocca era deformata dalla cappella che urtava le mie gote, la sentivo pulsare sulla lingua, la sbocconcellavo clamorosamente ingoiando tanto liquido seminale, saliva e peli, sembravo impazzita mentre gli sparavo quel pompino clamoroso, selvatico, che avrebbe fatto venir duro il cazzo ad un morto, infatti il gran porco godeva come un animale lamentandosi e dicendomi:
"Uh si troia, come lo succhi bene, mi fai morire, alla faccia del cornuto del tuo compagno".
Dio, quanto ero eccitata dalla consapevolezza che stavo tradendo il mio compagno sparando una pompa a quel porco.
Improvvisamente, mentre pompavo a più non posso il grosso cazzo, fui colta da violenti conati di vomito che mi costrinsero a fermarmi per qualche istante per sputare bava, liquido seminale e peli di cazzo, fino a che fui costretta a correre in bagno dove rigettai tutto il pranzo consumato poco prima. Con lo stomaco svuotato, sciacquai la bocca, tornai in soggiorno, mi inginocchiai e ripresi l'incredibile pompa interrotta. Fui talmente appassionata e assatanata nel pompare, che pochi istanti dopo, avvertii una forte resistenza della lingua che si scontrava con una poltiglia densa, mentre schizzi caldi, violenti e densi mi colpivano le gote, la lingua e la gola…. Capii immediatamente che mi stava sborrando in bocca, che era venuto, già era venuto, infatti mi disse:
"Mi dispiace, ma sei una grande pompinara, desideravo da tanto tempo una tua pompa e non ho resistito"...
Mi aveva riversato in gola una sborrata improvvisa, inaspettata, incredibile, intensa ed abbondante, densa, perlacea, che assaporai golosamente e poi ingoiai completamente, senza perderne neanche una stilla.
Ma era durato troppo poco, non ero ancora soddisfatta, avevo ancora tanta voglia di ciucciargli il cazzo e così decisi di continuare e provare a farlo venire una seconda volta nella mia bocca insaziabile. Inoltre, desideravo venire pure io, magari mentre mi sborrava in bocca.
Ripresi così a spompinare con passione ed eccitazione ancora maggiori. Lui, felicissimo, prese a godere di nuovo, a gambe larghe, reggendomi la testa con le mani, mi guardava mentre gli sparavo quel secondo pompino clamoroso. Con due dita ficcate in fica che andavano avanti e indietro, serrai la cappella ancora lorda di sborra tra le labbra, la leccavo dall'interno, intanto gli accarezzavo e palpavo i coglioni. Avvertivo quel cazzone piantato in bocca diventare sempre più duro, pompavo come impazzita l'attrezzo del porco, succhiavo e ciucciavo il cappellone durissimo. Lui, impazzito dal piacere che gli provocava la mia bocca, mi incitava a continuare, a non fermarmi cosa che io non intendevo certo fare, anzi, intensificai il ditalino ed il ritmo del pompino, andando avanti e indietro, ficcandomelo interamente in bocca fino a farmelo scivolare in gola. Pompavo come impazzita quel cazzo disgustoso ma eccitante, gli stavo sparando un pompino indecoroso e appassionato, selvaggio e laido, a lui, al porco del paese, fino a che.... venne nuovamente!
La prima sborrata era stata violenta e intensa, ma la seconda.... la seconda fu incredibile. Con un urlo selvaggio, mi riversò in bocca una quantità esagerata e interminabile di sperma, sembrava una fontana. Mentre riuscii a raggiungere un orgasmo intenso, lanciai una sorta di urlo, mentre schizzi meno densi del primo orgasmo, ma altrettanto abbondanti, mi sfiorarono andando a finire sul pavimento dietro di me, altri mi colpirono la fronte, la faccia, gli occhi, ma la maggior parte mi finì in bocca. Godendo tantissimo, colta da brividi di piacere grazie all'orgasmo prolungato che raggiunsi, assaporavo la sborra del porco, guardandolo fisso negli occhi, me la godevo prima di mandarla giù nello stomaco.
In meno di un'ora avevo ingoiato una quantità incredibile di sborra densa e calda ed ero riuscita a venire a mia volta. Sazia e appagata, mi ripulii il viso, le labbra e la vulva con delle salviettine umidificate, mi rivestii e, chiedendogli la massima discrezione, andai via, promettendogli che gli avrei sicuramente sparato altri pompini in futuro, che mi era piaciuto tanto farlo...
Ed infatti, ancora adesso, gli succhio il cazzo spesso e con regolarità, amo troppo spompinare il suo uccello maleodorante e sporco, mi dà un piacere intenso…. e non so quanto resisterò ancora prima di dargli anche culo e fica….
... continua ...
«che porca...come vorrei un tuo pompino»