CAPITOLO 16: Il motociclista.


Ricordo un giorno, di qualche anno fa, in cui decisi di andare a visitare i miei genitori che vivono in un paese poco distante da dove vivo io. Durante il tragitto, un incontro casuale mi portò a sparare una pompa indecorosa, profonda ed incredibile ad uno sconosciuto…. Bevvi anche il piscio di quel maschio occasionale, per la seconda volta nella mia vita, oltre ovviamente alla sua sborra densa...


Pomeriggio. Mi recavo dai miei genitori che abitano a circa 30 chilometri da dove vivo. A un bivio, nonostante avessi la precedenza, feci passare un motociclista che mi ringraziò e sfrecciò via veloce. Dopo qualche chilometro notai la moto ferma in una sorta di radura nelle vicinanze di un boschetto e mi chiesi se fosse la stessa a cui avevo dato la precedenza e, osservandone il colore e le sacche laterali, intuii che fosse proprio quella.


Incuriosita tirai dritto, ma mi rimaneva il dubbio circa il perché si fosse fermato in quel posto isolato e deserto. Da troia quale sono, cominciai a fantasticare su di lui, pensavo, con una certa insistenza, che sarebbe stato bello ed eccitante sparargli un pompino in quel luogo isolato. Pensavo, tra me e me, che forse doveva semplicemente fare pipì…. Oppure stava andando a prostitute.


La curiosità è donna e così, un pò eccitata, feci inversione e tornai indietro. Notai che era appoggiato alla moto senza casco a trafficare con lo smartphone. Mi fermai e sfacciatamente scesi dall’auto. Gli chiesi se avesse bisogno di aiuto e lui mi rispose che stava semplicemente facendo una sosta per riposarsi. Cominciammo a socializzare, era un uomo moro, vestito da biker. Mi disse di avere 59 anni, di essere sposato e di essere un tatuatore. Io a mia volta gli dissi il mio nome, di avere 52 anni e di avere un compagno.


Notai che mi guardava insistentemente, mi squadrava il corpo e cominciai a provare una certa eccitazione mentre potevo sentire la fica già bagnata. Vedevo che guardava con insistenza la mia bocca mentre parlavo e le tette.


Cominciammo a parlare dei nostri rispettivi partner, mi disse che la moglie era segretaria presso uno studio medico, che era ancora una bella donna e mi chiese del mio compagno. Gli risposi che erano 6 anni che stavamo insieme, che vivevamo ognuno per conto proprio e che, tra alti e bassi, ci amavamo molto. Mi propose di darci del tu ed io accettai. 


Mentre si parlava, la mia eccitazione aumentava sempre più, quando poi, improvvisamente e inaspettatamente mi chiese: 


“Hai mai tradito”? 


Sorrisi e, timidamente, con un filo di voce, risposi: 


“Si, mi capita di tanto in tanto, amo la trasgressione, amo il sesso in tutte le sue sfaccettature, amo fare sesso, non solo col mio compagno”. Ovviamente, questa ultima affermazione aveva messo al tappeto il motociclista che apparve subito molto eccitato.


Infatti, ridendo rispose: 


“Uhm interessante, una bella donna come te è molto appetibile, e con quelle labbra che ti ritrovi, credo tu sia brava nel fare i pompini”. 


Continuò chiedendomi: 


“Ti piace ciucciare”? 


Scoppiai a ridere e gli dissi: 


“Beh le mie labbra non sono proprio da pompino, non sono certo carnose, anzi piuttosto sottili, ma nonostante ciò, devo confessare che amo prenderlo in bocca e sparo pompini incredibili, te lo assicuro”. Scoppiò a ridere.


Gli chiesi a mia volta se lui tradisse la moglie. Lui rispose:


“Certo, mia moglie è sempre meno propensa a fare sesso e anche io amo la trasgressione”! 


Pensai che ormai il gioco era fatto, che a questo punto avevo raggiunto un punto di non ritorno, parlando di sesso, di tradimenti, di pompini con questo sconosciuto. Infatti mi chiesi cosa stessi facendo, perché mai parlassi di pompe con lui, ma nel mio profondo la risposta era chiara, il desiderio di prenderglielo in bocca fortissimo ed urgente.


Eccitatissima e decisa a fargli una pompa, gli dissi di dover fare pipì, che avrei lasciato l’auto aperta e che sarei tornata subito, chiedendogli se fosse stato tanto cortese da darle un’occhiata e di aspettarmi. Mi inoltrai un po’ nel boschetto circostante, calai i jeans e la brasiliana alle caviglie, alzai giubbotto e maglia e, seduta sulle ginocchia, mi misi ad urinare. 


Dopo qualche secondo, mi raggiunse, mi mostrò la chiave della macchina rassicurandomi che l’aveva chiusa e, a pochi passi da me, si mise ad urinare anche lui. In realtà non aspettavo altro, ma me la tirai un po’ e dissi: 


“Ma sei pazzo”? “Cosa ti sei messo in testa”? 


Aveva senz’altro capito che ero una gran porca, visti i discorsi affrontati e perché notò che i miei occhi erano rapiti dalla vista del suo cazzo, moscio ma già dalle dimensioni ragguardevoli, non ancora scappellato mentre eruttava piscio. Era una situazione molto eccitante quella in cui lui pisciava a pochi metri da me. Avevo deciso, volevo succhiarglielo, pazienza che avrei tardato un’oretta, ma dovevo fare un pompino al motociclista, lo desideravo ardentemente.


Così, lasciando cadere ogni briciola di finto moralismo gli chiesi: 


“Ti posso fare una pompa? Mi piacerebbe molto succhiare il tuo cazzo”.


Lui rispose: 


“Certo, accomodati, ho capito che sei una troia che ama il cazzo, sai”?  


Lasciai cadere la maschera e risposi: 


“Si, amo il cazzo, amo fare pompini a partner occasionali, amo ingoiare e mi eccita da morire la trasgressione, fare cornuto il mio compagno, adoro la sborra, sono ingorda di sperma caldo e voglio ingoiare la tua, adesso”. 


E così, finito di urinare, mi ci inginocchiai davanti e lasciai che finisse di pisciare nella mia bocca; si, decisi di farmi urinare in bocca, talmente ero eccitata e infoiata dal suo cazzo e dalla situazione ai limiti della decenza. 


Lui rimase piacevolmente sorpreso da questo mio atteggiamento da vera troia senza inibizioni. Per non sporcarmi i vestiti, fui costretta a berla tutta, anche se qualche goccia mi cadde inevitabilmente addosso. Il sapore acido del piscio caldo mi disgustava, ma sia per non sporcarmi e sia per la libidine mi costringevo a berla, a mandarla giù tutta. Quando ebbe finito di pisciare, presi ad accarezzargli i coglioni e glielo scappellai con la mano e presi a leccare la grossa cappella come un gelato fino a che il cazzo divenne duro e turgido. Lui lo prese in mano e lo tenne fermo, mentre io con le mani mi allargavo il culo cominciando a fargli un pompino incredibile.


Aveva un bel cazzo, credo di circa 18 centimetri, duro, noduloso. La cappella era turgida, larga e violacea. Avendo appena pisciato, avvertivo un inevitabile odore e sapore di piscio, ma ero ormai eccitatissima e questa cosa mi rendeva folle di piacere e di libidine. Ad occhi chiusi, andavo avanti e indietro sul cazzo dello sconosciuto scappellandolo con le labbra, lo ingoiavo tutto facendolo sparire nella mia bocca, me lo portavo fino in gola godendo tantissimo fino a lacrimare. Di tanto in tanto, colta da conati di vomito, mi fermavo e tossendo, sputavo, intanto continuavo a tenermi le chiappe aperte con le mani mentre lui, mugolando sommessamente, a gambe larghe si godeva la pompa che gli stavo facendo tenendomi la testa alla nuca e guardandomi pompare.


Ero in una posizione molto scomoda, le ginocchia cominciavano a dolermi, ma non mi importava, volevo godermi fino in fondo quel bel cazzo in bocca. 


“Dioooo mi fai impazzire” mi disse, poi aggiunse: 


“Sei proprio una grande porca, se continui così ti becchi tanta sborra calda lo sai”? 


Io risposi: 


“Si ti prego, riempimi di sperma caldo, ti prego, devastami la bocca con la tua sborra, la voglio, la voglio tutta in gola”! 


Intanto lui prese a segarsi il cazzo ed io andavo al suo ritmo su e giù sulla verga; quando la sua mano saliva, il cazzo usciva, quando andava giù rientrava nella mia bocca umida di bava e liquido seminale del porco. Mugolavo come una troia mentre ciucciavo, ingoiando tanti peli pubici.


Guardandolo in faccia, tiravo fuori il cazzo dalla bocca e gli chiedevo: 


“Ti piace, ti piace come lo succhio”? 


Lui rispondeva: 


“Siiiii, mi fai impazzire, dai, continua, ciuccia, voglio sborrare”.


Non finì la frase che una marea di sborra calda e densa mi invase improvvisamente la bocca. Inginocchiata, sentivo la cappella stretta tra le mie labbra pulsare mentre eruttava, mi beccai una sborrata colossale in bocca e fui bravissima. Infatti, dovendo recarmi dai miei genitori, non potevo permettermi di sporcarmi i vestiti e così feci in modo che neanche una goccia uscisse per colarmi sulla gola, ma ingoiai completamente tutto lo sperma che avevo succhiato fuori dai coglioni del motociclista con quel pompino incredibile e appassionato. Rimasi col cazzo in bocca, sentendolo afflosciarsi.


Lui mi disse: 


“Che gran pompino, sei stata eccezionale, brava troia pompinara”! 


Io, ormai sazia e soddisfatta ma con le ginocchia rosse ed indolenzite, mi ricomposi, mi feci restituire le chiavi, lo salutai e ripresi il tragitto verso casa dei miei…. Arrivata a casa dei miei genitori, trascorsi serenamente un paio di ore con loro in tranquillità, con il sapore forte di cazzo e di sborra in bocca…


... continua ...

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Categorie: Tradimenti