CAPITOLO 12: Prime esperienze 2 – Verginità perduta col vecchio puttaniere.
Dopo che mi ero divertita tantissimo col bidello, ero ancora più propensa a farlo con i “vecchi” che mi eccitavano da morire… Infatti, qualche tempo dopo, decisi di “farmi” il vecchio meccanico che mi riparava il motorino.
Oramai da anni, dall’età di 16 anni, quasi ogni giorno venivo inculata e facevo almeno un pompino con ingoio all'anziano bidello del liceo, al "mio orso". Addirittura, un giorno arrivai a fargli 3 pompe nell'arco di una giornata e feci praticamente indigestione di sborra.
Era un periodo in cui spesso mi recavo dal meccanico per vari guasti al mio motorino, un "SI" amato compagno della mia giovinezza.
Il meccanico, che si chiamava Mario, era un uomo che aveva superato la settantina. Mi guardava insistentemente e con aria da gran maiale. Io, ragazza di 18 anni ancora vergine, ma già avvezza al sesso, sicuramente lo eccitavo, almeno a giudicare dagli sguardi che mi lanciava, nonostante non sapesse quanto fossi troia e viziosa; ovviamente non immaginava le mie porno avventure con il bidello della mia ex scuola. In ogni caso, stavo al gioco, mi eccitavo tanto al pensiero di eccitarlo e, sempre più spesso, mi ritrovavo a masturbarmi al pensiero di fare porcate con lui, uomo dall'aria da vecchio saggio, ma marpione, furbo e sicuro di se, sguardo da porcone con le mani tipiche del lavoratore, callose e ringrinzite, capelli completamente bianchi, ma mi attirava ancora di più proprio per questo. Avevo voglia di lui, ero decisissima a fare porcate con quel vecchio puttaniere.
Fu così che cominciai con prudenza a chiedere in giro notizie sul suo conto e venni a scoprire, come già immaginavo e speravo, che era stato un vero e proprio puttaniere, uno che aveva sempre amato la fica e che aveva cornificato tantissimo la defunta moglie e che, cosa questa che mi fece raddrizzare le antenne, avesse ancora desideri inconfessabili. Un appassionato di sesso, insomma, come mi confermò anche una mia amica che mi aveva confidato che gli aveva sparato una sega per poi farsi sborrare in bocca, un gran porco! Capii così che gli piacevano le ragazze giovani...
Quanto lo desideravo, quanto avrei voluto fargli un pompino, dargli il culo, farmi leccare la passera e le tette da lui, da quel vecchio porco. Curiosa e vogliosa, passavo spesso davanti alla sua piccola officina notando che lui si accorgeva di qualcosa, sembrava consapevole di essere entrato nelle mie grazie, di interessarmi, anche se credo che non sperasse minimamente di riuscire a scoparmi, non immaginasse i miei desideri nei suoi confronti. Sicuramente, ignorava che pensavo tantissimo a lui masturbandomi.
Un pomeriggio mi recai in officina per far sistemare il mio "SI", e gli chiesi a che ora potessi tornare a riprendere il motorino. Lui rispose che, se avessi aspettato, mi avrebbe servita subito e così feci. Mentre lui armeggiava con il motorino, io andavo avanti e indietro, lanciando occhiate al vecchio mentre lavorava e poi fuori dal garage. Mi ero fatta crescere i capelli, ora lunghissimi, indossavo un paio di jeans, magliettina che mi lasciava scoperta buona parte della pancia e scarpe da tennis. Il culo, ben formato e sodo, mi svettava sotto i pantaloni, ne ero consapevole e notai che lui me lo guardava con una certa insistenza e con un'aria che non lasciava dubbi sui suoi laidi desideri. Le tette sode e dure, senza reggiseno, ballavano in maniera invitante. Subito lanciai un’occhiata fugace alla sua patta, ma indossando pantaloni larghi, non potei capire se si stesse eccitando, né tantomeno come ce l’avesse.
Improvvisamente, spezzando il silenzio che si era creato, mi chiese quanti anni avessi, ed io prontamente risposi di averne 18, di essermi diplomata e di vivere con i miei genitori. Lui mi disse di essere vedovo e di avere 74 anni. Mi chiese poi se avessi un ragazzo e, alla mia risposta negativa, si dimostrò incredulo chiedendomene il motivo. Maliziosamente, risposi che per il momento non avevo intenzione di avere storie fisse e durature, ma che intendevo solo “divertirmi” con i maschi. Come speravo, questa cosa dovette far scattare qualcosa in lui, perchè divenne più intraprendente e sfacciato. Infatti mi disse che trovava alquanto strano che non avessi un ragazzo in quanto ero veramente carina e ispiravo sesso! Mi salì il sangue in testa, sentivo le tempie battermi dall'emozione e fui colta immediatamente da una forte eccitazione. Gli chiesi perchè mai ispirassi sesso. Lasciando cadere ogni minimo segno di riservatezza, mi rispose in maniera diretta che avevo una faccia da vera troietta, un culo da sogno e due tette da brividi, oltre al fatto che il colore e la delicatezza della mia pelle lo eccitavano tantissimo. Aggiunse infine che sarebbe stato disposto addirittura a pagarmi se avessi voluto fare sesso con lui.
Fui colta da una forte soggezione e, abbassando lo sguardo, lasciai cadere la cosa, non risposi e mi limitai ad un timido sorriso, attesi che terminasse la riparazione e feci per andarmene, nonostante avessi una voglia matta di lui, mi sarei voluta inginocchiare li in quel momento e spompinarlo. Il vecchio porco dovette intuire questo mio irrefrenabile desiderio, infatti rifiutò il pagamento per la riparazione e mi scrisse su un foglietto il suo numero di telefono, dicendomi di pensarci su e che, qualora avessi cambiato idea, non dovevo far altro che telefonargli. Andai via custodendo gelosamente il suo numero telefonico.
Una volta a casa, pensai di essere stata una stupida a non aver accettato le avances del vecchio, corsi in bagno e, eccitatissima, mi masturbai al pensiero di quello che sarebbe potuto accadere con quel vecchio puttaniere. Per giorni non feci altro che pensare a lui, con le dita in fica immaginavo cose inenarrabili, sporche, proibite fino a che un mattino che ero sola in casa, non resistendo più al desiderio, lo chiamai...
Mi rispose e mi chiese cosa volessi! Rimasi sorpresa e gli feci notare che era stato proprio lui a darmi il suo numero di telefono da usare qualora avessi cambiato idea e quindi gli chiesi cosa ci fosse da capire, cosa potessi mai volere da lui! Scoppiò in una fragorosa risata apostrofandomi con - “sei una troietta” - mi disse che, se lo desideravo, potevo raggiungerlo in officina nel primo pomeriggio ed attaccò.
Mi sentivo in trappola, nelle mani di quel vecchio porco, furbo e pervertito; mi incuteva timore e soggezione, ma ovviamente ero intenzionata a raggiungerlo eccome, avevo tanta voglia del suo cazzo.
E così, verso le 14, feci un clistere per liberarmi l'intestino per bene, una veloce doccia, mi vestii con minigonna di jeans, shirt corta nera e scarpe da ginnastica, senza reggiseno, emozionatissima e intenzionata a fare grandi porcate con Mario. Uscendo di casa, dissi "Ciao mamma, vado da Laura". Mia madre si raccomandò di non fare tardi ed io la rassicurai dicendole di non preoccuparsi.
Sul motorino, mentre percorrevo la distanza che mi separava dal vecchio, il mio pensiero fisso andava al suo cazzo, avevo una grande voglia di vederlo, toccarlo, di prenderlo finalmente in bocca, di succhiarlo fino allo sfinimento fino a farmi sborrare in bocca, non avevo esitazioni, ed ero intenzionata a dargli anche il culo. Non vedevo l’ora di arrivare da lui.
Raggiunta l'officina, il vecchio mi fece entrare e salimmo nella sua casa. Praticamente l'officina era il garage della sua abitazione. Ci accomodammo su un divano, chiese se potesse offrirmi qualcosa e risposi che stavo a posto così, che avevo appena pranzato.
Mi guardava fisso in volto, mi squadrava le tette che avevo avuto cura di mettere bene in vista, fino a che cominciò ad accarezzarmi la testa, lisciandomi i lunghi capelli neri in maniera affettuosa, come un ragno che pregusta la sua preda. Sentire quella mano che, da dietro la nuca scendeva fino al collo, mi provocava brividi e lui se ne accorse, chiedendomi cosa avessi. Risposi che se faceva così, mi eccitavo e lui rispose che era proprio quella la sua intenzione. Mi chiese se volessi dei soldi per fare sesso con lui, ma risposi prontamente che non ero una puttana, ma che volevo farlo semplicemente perchè ero troia e viziosa e mi eccitava la situazione e fare maialate con un uomo anziano. Senza più traccia di soggezione, aggiunsi che mi piaceva il cazzo.
Visibilmente eccitato, mi chiese di spogliarmi, di regalargli una sorta di spogliarello personale. Senza una parola, mi alzai in piedi e, guardandolo negli occhi, con movimenti lenti, mi sfilai la shirt mostrandogli le mie tette che presi a palparmi, poi, pian piano, con le mani ed un movimento di bacino, abbassai la minigonna e la mutandina e le lanciai da una parte, rimanendo con le sole scarpe completamente nuda di fronte al vecchio puttaniere. A questo punto gli chiesi apertamente cosa volesse da me. Mi rispose che voleva godere del mio corpo, voleva fare sesso con me ed infine, mi chiese se anche io avessi tale desiderio. Gli feci notare, maliziosamente, che già l'essermi spogliata completamente, doveva essere una risposta più che chiara e comunque, lo rassicurai circa il fatto che anche io volevo fare sesso con lui. Infoiata, senza più alcuna vergogna né soggezione, aggiunsi che volevo il suo cazzo.
Mi fece avvicinare e cominciò a toccarmi tutto il corpo, ad accarezzare i seni, i glutei che mi pizzicava fino a sfiorare con un dito la mia fica che subito iniziò a bagnarsi. Si chinò di poco e prese a leccarla con colpi che, da sotto salivano sopra a lapparmi le labbra ed il clitoride duro e vibrante. Con gli occhi chiusi, mi godevo quelle leccate profonde ed intense lamentandomi in piena estasi sessuale.
Infoiata, con aria da troia incallita, mi sedetti accanto a lui, gli tolsi la camicia, gli slacciai la cintura e calai i suoi calzoni insieme alle mutande alle sue caviglie. Lui tolse le scarpe, sfilò gli indumenti rimanendo ambedue nudi. Il cazzo era già dritto e duro, appoggiato alla sua pancia prominente, già scappellato ed invitante.
Timidamente gli allargai oscenamente le cosce, glielo presi in mano ed iniziai ad andare su e giù in una sega lenta, maliziosa. Lui mi lasciava fare e mi guardava con un sorriso beffardo mentre mi accarezzava le tette fino a che mi prese la testa e se la portò sulla bocca iniziando a baciarmi volgarmente. Io contraccambiavo ciucciandogli la lingua, giocherellando con le sue labbra che mordicchiavo. Lo sentivo mugolare, mentre il cazzo che tenevo in pugno, si faceva via via più duro e pulsante. Nonostante i suoi 74 anni era ben dotato, il suo cazzo era scuro, lo scroto sembrava una sacca di cuoio, la cappella invitante e turgida, violacea e piena di desiderio, sbordante dall'asta, dal diametro più largo, come piace a me, cappellone che richiamava alla mente la testa di un grosso fungo. Andavo su e giù con la mano sull'asta calda avvertendo i noduli del cazzo duro.
Sempre con la mano sul mio collo, mi costrinse a scendere fino a che mi ritrovai con la faccia a pochi centimetri dal cazzo. Pungente, mi arrivò il forte odore della grossa cappella. Persa completamente la testa, mi inginocchiai a pecorina di lato e, accarezzando i coglioni, cominciai a leccare la cappella con una insaziabile voglia di cazzo, la lappavo, la circondavo con le labbra strette sul bordo mentre la lingua la titillava donandogli un piacere intenso. Poi scesi giù fino ad ingoiare praticamente tutto il cazzo del vecchio e presi ad andare su e giù sull'asta che entrava ed usciva dalla mia bocca ritmicamente, mentre il vecchio porco mi teneva fermi i capelli.
Lo mandavo giù in gola al punto che il naso lambiva la sua coscia. Ogni tanto mi fermavo, alzavo lo sguardo e gli sorridevo con la bocca lorda di saliva e di suo liquido seminale, poi lui allargava l’uretra con le dita invitandomi a ficcarci la lingua cosa che io facevo con delicatezza mandandolo in paradiso; ripetemmo questo giochetto varie volte fino a che mi spinse con forza la testa sul suo cazzo ed io ripresi a pompare alacremente. Mentre lo spompinavo, avvertivo il forte odore della cappella misto ad un retrogusto di urina, intanto lui mi accarezzava la schiena fino a scendere al culo che mi palpava facendomi godere, quando poi mi ficcò un dito in culo ed uno in fica masturbandomi, cominciai a mugolare sommessamente mentre godevo come una matta. Lo misi al corrente che ero vergine e di andare piano col dito in fica.
Godendo tantissimo, aumentavo il ritmo della pompa, andando velocemente su e giù sul cazzo, poi mi fermavo e leccavo i coglioni fino a salire pian piano e ritornare alla cappella che sbocconcellavo, leccavo e succhiavo. Me la coccolavo facendo in modo che lambisse tutta la mia bocca, palato, gote, lingua e gola. Me la strofinavo sul viso, sulle labbra, sulla fronte, viziosa ed eccitatissima. Ad un certo punto mi fece fermare, si distese e mi invitò a salire su di lui in un 69. Lo feci immediatamente e, sentendo il suo corpo caldo sotto di me, glielo scappellai con le labbra facendolo scivolare in bocca, mentre lui era indaffarato a palparmi le chiappe ed a leccare con voluttà e passione culo e fica.
Mentre mi leccava, andavo su e giù sul suo cazzo ingoiando la cappella e tenendo con ambedue le mani i coglioni, ero così assatanata nel fargli quel pompino che mi doleva il collo.
Eccitata all'inverosimile, volevo che mi facesse il culo e così, con un filo di voce, gli chiesi di incularmi. Rimase interdetto, all'epoca, negli anni 80, non era certo frequente trovare una ragazza così giovane che lo prendesse già in culo, addirittura chiedendolo chiaramente.
Senza più esitazioni, mi fece mettere a pecora sul divano, si sistemò dietro di me e allargandomi le chiappe, appoggiò la cappella sulla rosellina ed entrò nel mio intestino. Mi disse che ce lo avevo già bello largo, aveva capito che non ero affatto vergine di culo e scoppiò in una risata di compiacimento dicendo che ero una giovane porca. Mi inculava con esperienza e bestialità. Appoggiata sui gomiti, con la testa tra le braccia, stravolta dal godimento sentivo il cazzo di Mario che mi stantuffava da dietro, avvertivo i noduli del cazzo che mi frantumavano il culo, ad ogni affondo mi faceva sbattere sul bracciolo del divano, poi mi afferrò una scapola tirandomi indietro e facendomi entrare l'intera asta in corpo.
Nonostante l'inevitabile dolore che mi provocava quella mazza in culo, godevo da impazzire, il pensiero che un vecchio laido, un puttaniere attempato mi stesse inculando, mi eccitava all'inverosimile fino a che, dopo qualche minuto, venni strillando e dimenandomi nel piacere incredibile che provavo, mentre mi succhiavo il pollice.
Ora il vecchio voleva la mia fica. Lo misi al corrente che non intendevo ancora perdere la verginità e lui sembrò capire, ma evidentemente il desiderio era così forte che iniziò a cercare di convincermi a dargliela. Una parte di me avrebbe voluto, ma un'altra parte più razionale, mi impediva di farlo. Però ero eccitatissima e così, dopo qualche minuto di esitazione, su sua insistenza e grazie alle sue paroline ben mirate, mi convinse a dargliela.... Nel frattempo però, aveva perso un pò di erezione e così si mise in piedi davanti a me seduta sul divano.
Capii subito cosa volesse che facessi e così, con abili giochetti di bocca e lingua, riuscii a riportarlo al massimo dell'erezione. Seduta davanti a lui, gli feci una pompa irresistibile facendogli venire di nuovo il cazzo durissimo.
Timorosa, gli chiesi di fare piano, lui mi rassicurò e mi fece distendere sul divano, mi alzò le gambe e si mise su di me. Appoggiò la cappella alla fessura e pian piano mi penetrò a "la missionaria". Era entrata solo la grossa cappella ed avvertii più che dolore, una specie di fastidio, poi però quando pian piano entrò quasi interamente, sentii come uno strappo. Infatti, con non poche difficoltà, mi aveva penetrato la fica stretta rompendomi l'imene, sverginandomi. Non uscì sangue, ne sentii dolore, ma cominciai invece a provare un piacere per me inedito che mi portava a mugolare fino a che iniziai a collaborare afferrando i suoi glutei per farlo entrare sempre più in profondità.
Lo vedevo muoversi in su e in giù ritmicamente sorreggendosi sulle braccia con il suo corpo che mi copriva quasi totalmente, mentre mi sfondava la fica godeva come un folle sudando ed ansimando. Ovviamente avevo paura che mi venisse dentro con le conseguenze disastrose che ne sarebbero potute scaturire, così mi raccomandai di stare attento a non sborrarmi dentro. Non mi rispose, ma era estremamente esperto e quindi ritornai tranquilla a godermi la mia prima scopata completa. Lo misi al corrente che desideravo che mi venisse in bocca.
Rispose che c’era ancora tempo prima che mi beccassi una bella sborrata in bocca continuando a scoparmi con forza. Dopo alcuni minuti, mi disse di volermi scopare a pecorina, mi fece inginocchiare prona sul pavimento ai piedi del divano, si posizionò dietro e prese a pomparmi nuovamente in questa nuova, eccitantissima posizione. Con il passare dei minuti, nonostante la mia fica si allargasse sempre più facilmente permettendogli di entrare con sempre maggiore facilità, si fermò e potei vedere il suo cazzo macchiato di rosso. Cominciai a sanguinare un pochino ed a sentire un pò di bruciore alla patata, ma non mi importava, e così lo implorai di continuare, di spaccarmela senza pietà. Il porco, felice ed eccitato come un animale, con le mani appoggiate sul mio culo, riprese a scoparmi di nuovo con ancora più forza e desiderio.
Sentivo il cazzo che entrava ed usciva dalla fica provocandomi tanto godimento, ad occhi chiusi godevo e mugolavo mentre mi trombava, mi scopava inesorabile. Una sensazione stupenda sentire il cazzo del vecchio porco che mi esplorava le parti intime, sentirlo allargarmi la patata con una sensazione di pienezza, facendomi sentire troia ed estremamente porca. Mentre mi pompava dandomi della troietta, venni una seconda volta e l'orgasmo fu veramente intenso ed appagante, mentre mi avvisò che stava per sborrare, che era questione di attimi, di tenermi pronta ad accogliere lo sperma in bocca come gli avevo detto.
Quanto mi infoiò questa consapevolezza, la certezza che, tra breve, avrei beccato una bella sborrata abbondante in faccia ed in bocca. Amo la sborra, ne sono golosa ed amo ingoiarla. Non resisteva più, ed infatti con un urlo prolungato, lo tirò fuori grondante liquido ed un pò di sangue, mi fece rigirare velocemente, mi tenne ferma la testa con una mano e mi sborrò con violenza in faccia.
"Dai troietta, beccati questa bella crema in bocca, ingoiala tutta, porca, dai che ti piace tanto, non tirarti indietro proprio adesso"; con queste parole, il vecchio porco mi incitava a bere il suo seme caldo. Nuda, ai suoi piedi mentre si segava, osservavo estasiata la cappella che entrava ed usciva dal prepuzio in attesa dello sperma, mentre iniziò ad eruttare tantissima sborra calda e densa sul mio viso, sulla bocca spalancata, sulla lingua che tenevo fuori per accoglierla. Dio quanto sborrava quel vecchio... Bolle di saliva, mista a sperma, mi si formavano attorno alle labbra.
Fiotti densi e caldi mi colpivano i lunghi capelli, le labbra, la lingua, la faccia, ne ingoiavo il più possibile, mentre il resto mi devastava la faccia e mi colava sul collo in filamenti appiccicosi. Mi affrettai a pulirgli il cazzo con la bocca, leccando ed ingoiando i residui di sborra dalla cappella, dai coglioni e dalla sua mano che reggeva l'asta, mentre il vecchio mi diceva che ero stata bravissima, che ero proprio una troietta coi fiocchi. Io lo guardavo in faccia con ancora il cazzo in bocca, con sguardo languido, sazia di cazzo e di sborra, soddisfatta e felice di essermi fatta trombare da un vecchio di 74 anni.
Fu una grande scopata, la mia prima volta fu memorabile, avevo provato per la prima volta il cazzo in fica, oltre ad averlo preso nel culo ed essermi fatta sborrare in faccia ed in bocca da un uomo che poteva benissimo essere mio nonno e mi era piaciuto un casino. Ero consapevole che non potevo fare a meno di cazzo stagionato.
Mi rivestii dopo essermi rinfrescata nel suo bagno, asciugai alla meglio la ciocca di capelli colpita dallo schizzo di sborra e gli chiesi di mantenere il nostro segreto. Lui, da vecchio marpione e puttaniere navigato e di esperienza qual era, mi rassicurò circa il fatto che sarebbe rimasto un segreto tra di noi, a patto però che mi sarei fatta scopare di nuovo da lui di tanto in tanto. Io lo rassicurai dicendogli che quando voleva, bastava che mi chiamasse e sarei stata sua di nuovo. Gli diedi il mio numero di telefono raccomandandomi, qualora mi avesse chiamato, di dire che si trattava del motorino per non insospettire i miei genitori.
Andai via sazia e serena e con la fica rotta. Avevo donato la mia verginità al vecchio meccanico che me l’aveva rotta per bene.
... continua ...
«Strepitoso…vorrei fosse capitato a me.»
«è sempre un piacere leggerti»