Non so come fossi finito a quella noiosa festa per l’ultimo dell’anno. Un grande locale per varia umanità, come famiglie che non avevano voglia di mettere a soqquadro la propria casa, gente a caccia di chissà che cosa, e gente annoiata che non era riuscita a trovare di meglio.


Io appartenevo a quest’ultima categoria, visto che la mia serata organizzata a casa di amici era saltata per degli impegni di lavoro che mi avevano trattenuto in città. E così ero lì, da solo e annoiato, con giacca e cravatta d’ordinanza, a guardarmi intorno e a scrutare gente che cercava di divertirsi per forza, gente che faceva finta di divertirsi, e gente che nemmeno aveva più voglia di fare finta.


Ad un certo punto notai un ragazzo alto, moro, che aveva anche lui l’aria di quello capitato lì per sbaglio. Con un bicchiere in mano si guardava intorno con aria annoiata, quasi cercasse dove fosse l’uscita per potersene andare, più che per guardare la gente attorno a sé. Andai a riempirmi il bicchiere con dell’altro vino, pensando che non avrei dovuto esagerare perché poi avrei dovuto guidare fino a casa.


Mentre versavo il vino sentii una voce dietro di me: “Magnifica festa, vero?”. Mi girai e mi ritrovai davanti il ragazzo moro che avevo notato prima…. Più che sorridere quasi rideva, sapendo di aver detto qualcosa di profondamente falso.


“Ho visto che anche tu ti stai divertendo da morire qui”.


“Si vede proprio tanto vero?” risposi ridendo, “forse era meglio rimanersene a casa…”.


“Sì, forse sì” disse lui, “ma almeno qui c’è la speranza di annoiarsi inseme… Piacere, mi chiamo Andrea, ma tutti mi chiamano Andy”.


“Piacere Andy, io sono Alex, e sono pronto a divedere la mia noia con te”.


Andy si mise a ridere mentre io lo guardavo… Era alto più di me, fisico tonico ma non palestrato, o almeno così sembrava sotto la giacca, sulla trentina, e con un paio di occhi vispi e maliziosi.


“In effetti la tua idea di rimanersene a casa non era davvero male” disse Andy “Io abito a 5 minuti a piedi da qui… Se ti va dividiamo la noia, un po’ di spumante, e forse anche qualche sfizio da mangiare”. Non ci pensai su molto, sia perché la noia quella festa non avrebbe mai mantenuto promesse che nemmeno aveva fatto, e sia perché Andy era simpatico e almeno ci saremmo fatti quattro risate in santa pace senza tutta quell’inutile confusione…


“Mi sembra un’idea fantastica” risposi “Fuggiamo prima che arrivi mezzanotte e il solito trenino con musica brasiliana ci travolga!”.


Ridendo recuperammo i nostri cappotti e sempre ridendo arrivammo a casa di Andy dopo una breve camminata. Mi fece entrare nella sua abitazione, piccola ma accogliente, offrendomi un posto sul divano del salottino dopo avermi requisito il cappotto. Sparì per poco nella camera da letto per posare i cappotti e poi andò in cucina a prendere del vino.


“Secondo me così va molto meglio” disse levandosi anche la giacca e liberandosi della cravatta e del suo nodo scomodo. Feci lo stesso, mentre si rideva e si scherzava come vecchi amici, mentre invece il nostro incontro era recentissimo, ma almeno sembrava aver salvato un ultimo dell’anno destinato alla noia per entrambi. Il vino aveva scaldato anche l’ambiente freddo di dicembre, anche se la casa piccola e accogliente di Andy era già molto calda di suo.


Mancava ormai poco a mezzanotte, e con la televisione senza audio che faceva da sfondo come un quadro animato, tanto per tenere sott’occhio l’ora, io e Andy chiacchieravamo contenti per la serata che sembrava ormai salva.


“Meno male che siamo scappati da quella festa... Pensa a tutta quella gente che si sta annoiando e per di più in giacca e cravatta… Almeno qui possiamo stare comodi” dissi. “Infatti… io poi sopporto poco i vestiti ingessati, preferisco stare comodo e in libertà” rispose.


“Beh, allora fai come se fossi a casa tua” dissi con una battuta più che scontata.


“Allora la tenuta non sarebbe proprio elegante” rispose Andy “di solito giro in mutande” aggiunse ridendo.


”Oh beh... visto che è l'ultimo dell'anno... l'importante è che siano rosse” dissi ridendo.


“Accidenti, sono nere” ammise lui “E le tue?” mi chiese.


“Le mie? io nemmeno le ho... Però ho le calze rosse, vedi?” dissi ridendo e mostrandogli le mie calze. Scoppiò a ridere e mi chiese se davvero non le portassi, e visto che continuava a non crederci mi alzai in piedi, mi slacciai i pantaloni dandogli le spalle, e li abbassai mostrando una natica inequivocabilmente senza traccia di biancheria intima.


“Convinto?” dissi sorridendo.


“Questa cosa merita un brindisi” disse lui prendendo la bottiglia e riempiendo i bicchieri.


“Ogni scusa è buona per brindare, eh?” dissi sorridendo.


“Beh è l'ultimo dell'anno” disse Andy e proponendo un brindisi. “Alle tue mutande inesistenti allora!”.


“Alle mie non mutande” brindai io. Bevemmo e poi brindammo ancora al nostro incontro che in qualche modo ci aveva salvato da quella festa. 


“Mi è venuto un po’ caldo con questi brindisi” dichiarò Andy sbuffando e sbottonandosi la camicia fino a metà.


“In effetti fa un po' caldo” dissi io “Però è piacevole… Pensa che alla festa avresti ancora la cravatta” aggiunsi quasi come fosse una minaccia.


“Aiuto... meglio nudi piuttosto” disse Andy.


“Ah potendo scegliere certo” convenni io “Ma alla festa però sarebbe stato un po' sconveniente” aggiunsi ridendo.


“Là si...qui no però...” disse lui.


“Beh, sei a casa tua... puoi fare come ti pare, no?” gli dissi sorridendo.


“Sai che ti dico...” disse Andy dopo averci pensato qualche secondo “Via l'anno vecchio, vestiti compresi!”. Si levò la camicia e poi si sfilò i pantaloni gettandoli qualche metro più in là, rimanendo seduto sul divano con i soli boxer neri. “Viva l’anno nuovo!” disse trionfante.


“E’ vero... non sono rossi” dissi ridendo e guardando i suoi boxer.


“No... ma sono più belli i tuoi” disse lui ridendo, ma con uno sguardo pieno di malizia. Ma per non essere da meno mi levai la camicia e le scarpe… Poi mi alzai con un allegro “Ma sì, viva l’anno nuovo” e mi sfilai i pantaloni, restando nudo e mostrando ad Andy il mio culetto. Notai che il suo sguardo indugiava parecchio sul mio culetto nudo, per cui gli dissi ridendo


“Guarda che anche tu puoi avere delle mutande così, sai?”.


“Non so se mi starebbero bene” disse Andy, “A te stanno meravigliosamente”.


“Beh allora vediamo come ti stanno... levati quei boxer no?” dissi sorridendo e con dentro un’eccitante curiosità di vederlo nudo, curiosità alimentata anche dal vino che avevamo bevuto...


“Ok... ecco fatto” disse lui sfilandosi i boxer e liberando il suo cazzo moscio ma comunque di dimensioni interessanti.


“Come mi stanno?” mi chiese sorridendo, mentre il mio sguardo era attirato dal suo pube depilato e dal suo uccello che suscitava in me uno strano e perverso interesse.


“Secondo me ti stanno benissimo” dissi con un tono che mi parve un po’ troppo serio. “Certo io e te alla festa così davvero non potevamo rimanerci” dissi subito dopo ridendo per cercare di non far notare quanto fossi ipnotizzato da quel pezzo di carne che faceva bella mostra di sé fra le sue cosce.


“Credo che questi ti stiano molto meglio dei boxer” azzardai “e secondo me sono molto più comodi no?” dissi sorridendo.


“Di sicuro” rispose Andy “Ma bisogna fare attenzione a non eccitarsi però” aggiunse ridendo.


“Beh, con tutto questo spumante...” dissi io ridendo “potrebbe non essere sempre facile”.


“A proposito... non manca molto a mezzanotte.... Converrà preparare una bottiglia per il brindisi, no?” aggiunsi.


“Già, hai ragione…” disse Andy guardando l’orologio “Dunque vediamo… hai preferenze?” mi chiese.


“Direi di no... Tu?” dissi io.


“Ne avrei una buonissima, ma è un po’ calda però” disse Andy.


“Beh... non vorrei tu la sprecassi con me però... magari la vuoi conservare per un'occasione speciale...” gli dissi.


“Ma non sarebbe affatto sprecata” disse sorridendo. “E poi questa non è un’occasione speciale?” aggiunse, mentre il suo sorriso si faceva malizioso.


“In effetti... è l'ultimo dell'anno!” dissi mentre vedevo che Andy si accarezzava il cazzo come fosse il gesto più naturale del mondo in quel momento.


“Allora... vada per la bottiglia... speciale...” dissi accettando la sua offerta “E visto che è quasi mezzanotte forse sarà il caso di prenderla”.


“Hai ragione” disse lui “vado a prenderla”.


Andy sparì in cucina mentre io rimasi ad aspettarlo sul divano, ripensando al suo gesto di accarezzarsi il cazzo e al suo sguardo malizioso, che avevano suscitato in me una strana eccitazione. Dopo poco Andy tornò, con le mani vuote ma con il cazzo duro e scappellato, che in dimensioni superava abbondantemente le promesse che aveva fatto quando era moscio. La mia attenzione era catturata da quel grosso arnese, e lo seguii con lo sguardo mentre Andy venne a piazzarsi in piedi davanti al divano.


“Come ti ho detto è calda, però ti assicuro che è speciale” disse Andy con quel sorriso che ormai più che malizioso era diventato porcello.


Il suo cazzo era davanti a me, grosso e venoso, con la cappella turgida e lucida che mi faceva sentire dentro una voglia di assaggiarla a cui ormai sapevo che non avrei saputo resistere.


“Una bottiglia speciale davvero... di carne?” dissi sorridendo e senza nessuna voglia di resistere a quell’inaspettata offerta di un fine anno diverso.


“E’d'annata…” disse Andy con voce che tradiva l’eccitazione.


“Sarà anche calda...” dissi altrettanto eccitato “ma ha un aspetto davvero invitante... Una bella bottiglia in formato magnum…”.


“E hai visto che tappo?” disse lui spingendo in avanti il bacino e facendo oscillare il suo grosso uccello davanti a me.


“Mmmmmm.... sai... in questo caso... se sa di tappo... secondo me è anche meglio” dissi sorridendo mentre afferravo il grosso cazzo ed iniziavo a baciargli il glande gonfio di voglia.


“Bravo, assaggialo” disse Andy con la voce sempre più eccitata, mentre prendevo in bocca la sua turgida cappella dopo averla bagnata per bene con lunghe leccate. Il sapore del suo grosso cazzo mi riempiva sempre più la bocca, e più si spandeva nella mia gola, più succhiavo e leccavo con maggior convinzione.


“Mmmmm… Allora ti piace proprio la mia bottiglia speciale, eh?” disse Andy sempre più infoiato. Incrociò il mio sguardo carico di voglia, che inequivocabilmente gli fece capire che il suo cazzo mi piaceva da impazzire: mi mise allora le mani sulla testa ed iniziò a muovere il bacino scopandomi la bocca. Io lasciai il suo cazzo, afferrando i suoi glutei accompagnando il movimento del suo bacino, con il grosso pezzo di carne che mi scorreva lentamente in bocca, facendomi impazzire dalla voglia sentendolo strofinarsi fra le mie labbra e sulla mia lingua. Al crescere dell’eccitazione, Andy aumentava il ritmo del suo avanti e indietro, mentre io avvolgevo con le mie labbra vogliose il suo cazzo sempre più grosso e duro, lasciando che mi scopasse la bocca a suo piacimento, e gustandomi il sapore di stallone in calore che mi mandava in estasi.


Andy mi scopò la bocca per lunghi eccitanti minuti, mentre la mezzanotte ormai era sempre più vicina. Poi lo sfilò, lasciandomi a bocca spalancata a guardare il suo grosso cazzo fradicio di saliva. Sempre tenendomi la testa con la mani, iniziò a muovere il bacino a destra e a sinistra, facendo oscillare il suo cazzo e sbattendomelo in faccia e sulla lingua protesa.


“E’ davvero buono…” dissi pieno di voglia e leccandomi le labbra.


“Allora mangialo… mangiamelo tutto” disse infoiato Andy infilandomi ancora fra le labbra il suo grosso cazzo e riprendendo a scoparmi la gola con decisione. Il cazzo mi scorreva in bocca deciso e veloce, arrivandomi quasi in gola e facendo aumentare a dismisura la mia voglia, facendomi sentire sempre di più una puttana pronta a farlo godere. Rivoli di saliva mi scendevano dagli angoli della bocca, mentre il suo cazzo, ormai fradicio, affondava nella mia bocca a un ritmo indiavolato.


“Si vede proprio che la mia bottiglia ti piace…” disse Andy sfilandomi il cazzo dalla bocca e guardandomi infoiatissimo.


“Oh sì… è buonissima… hai avuto un’idea splendida…” risposi. “Certo però che mezzanotte è molto vicina” dissi guardando un orologio su un mobile “è quasi ora di stapparla non credi?” aggiunsi eccitatissimo guardando la grossa cappella a pochi centimetri dalla mia bocca.


“Mmmmm… hai proprio ragione” disse Andy “Vuoi vedere come salta il tappo?” aggiunse prendendosi il cazzo con una mano e scuotendolo, facendo ondeggiare la grossa cappella davanti al mio viso.


“Oh sì, fammi vedere come salta il tappo, ti prego” dissi pieno di voglia mentre Andy iniziava strofinarmi il grosso uccello sul viso. “Mmmmm… è una bottiglia davvero speciale…” dissi, “e deve contenere un nettare meraviglioso”.


“E’ tutto da bere, sai?” disse lui “E sono convinto che ti piacerà da impazzire… secondo me hai tutte le doti di un vero intenditore…”.


“Ho proprio voglia di brindare sai? Ormai manca meno di un minuto…” dissi eccitatissimo.


“E allora dai… agita per bene la bottiglia…” mi ordinò Andy con un sorriso perverso sul viso. Afferrai il suo cazzo, sentendolo di marmo nella mia mano, e iniziai a segarlo dapprima lentamente, e poi sempre più veloce man mano che la mezzanotte si avvicina. Con l’altra mano gli accarezzavo i coglioni gonfi di nettare, mentre fuori si sentiva la gente che faceva eco alla televisione, scandendo il conto alla rovescia.


“10! 9!” urlavano in tv, mentre io davo affondi decisi con la mano, segando il suo cazzone al ritmo del conto alla rovescia. “8! 7!”. Ogni secondo un affondo, e ad ogni affondo il suo cazzo sempre più duro e turgido. “6! 5!” E ogni volta che la mano affondava alla radice, la cappella si inturgidiva, e io la slinguavo voglioso, mentre Andy ansimava sempre più forte e il suo corpo era percorso da fremiti sempre più intensi. “4! 3! 2!” e la mia mano iniziò a segare furiosamente il grosso cazzo di Andy sempre più vicino all’orgasmo, con la cappella sempre più gonfia e tesa allo spasimo. Lo guardavo dal basso a bocca spalancata, mentre la mezzanotte scoccò... “1! Auguriiiii!” e il primo schizzo, denso, violento, improvviso mi colpì il viso.


Continuavo a menarlo con forza, sentendo ritmicamente nella mano il suo cazzo pulsare e guardandolo schizzare ad ogni contrazione un abbondante fiotto di sperma rovente.


“Sborrooooooooo!!” quasi urlò Andy, mentre fuori la guerra assordante dei botti di fine anno la faceva da padrona: fuochi d’artificio fuori e fuochi d’artificio nel piccolo salottino.


Dopo i primi tre o quattro schizzi abbondanti presi in bocca il cazzo che sembrava non dover smettere mai di inondarmi di bianco nettare, tanto che mentre sentivo colarmi sul viso lo sperma, sentivo ancora altre raffiche bollenti riempirmi rapidamente la bocca. Iniziai ad ingoiare voluttuosamente la sborra che mi stava schizzando in gola, assaporandola sempre più eccitato ed in balìa di quella situazione che mi spingeva sempre di più a comportarmi da troia.


Dopo che la piena fu passata, continuai a succhiare e a menargli il cazzo che nonostante l’abbondante sborrata non sembrava accennare ad ammosciarsi. Andy me lo sfilò dalla bocca, iniziando a strofinarmi la cappella sul viso, spalmandomi l’abbondante sperma che aveva schizzato. Rimasi con la bocca spalancata a guardarlo dal basso, mentre iniziò a sbattermi il cazzo ripetutamente sul viso e sulla lingua, facendo schizzare qua e là gocce di sborra. Me lo rimise in bocca per farselo ripulire, ed io presi a succhiarlo con forza, gustando ancora il suo splendido cazzo intriso di sperma. Lo ripulii per bene, e lo feci uscire dalla bocca lucido di saliva, ma senza la minima traccia di sperma. Gli baciai la cappella, la slinguai lentamente.


“Mmmmm... avevi ragione... è una bottiglia davvero speciale...”, dissi eccitatissimo mentre gli menavo lentamente il cazzo ancora duro.


“E tu l'hai stappata benissimo, bravo” disse Andy riprendendo fiato.


“E’ stato un vero piacere... anzi, un godimento direi” gli risposi sorridendo, con la cappella profumata a pochi centimetri dalla mia bocca. “Gli altri avranno stappato semplici bottiglie di spumante, io invece... una bella bottiglia piena di sperma...” dissi. “Certo, hai ragione... è un po' calda ma... credo che sia molto più buona bollente” aggiunsi. Intanto fuori i fuochi d'artificio erano ormai calati di intensità, ma dentro il salottino di Andy l’eccitazione non accennava a diminuire. Diedi un'altra succhiata profonda al cazzone di Andy, che se lo faceva succhiare soddisfatto guardandomi mentre con malcelata voglia lo assaporavo senza essere capace di saziarmi del suo sapore di stallone in calore.


Iniziai a segargli il cazzo ancora duro, guardandolo estasiato: era rimasto di marmo, grosso, duro, con le vene lungo il tronco che lo rendevano ancora più eccitante. La voglia era ormai incontenibile, e spompinarlo ormai non mi bastava più.


“Ma dopo il brindisi... di solito... si ballano... quelle cose stupide...” gli dissi voglioso “tipo... il trenino...?”.


Un sorriso illuminò il viso di Andy. “Hai ragione… E’ tradizione, no?”.


“Beh, non si può non farlo, no?” dissi sempre più eccitato.


“Oh no, certo che no… Stai tu davanti vero?” disse Andy che evidentemente non aspettava altro che scoparmi il culo dopo essersi goduto la mia bocca.


“Oh sì... credo sia la cosa migliore...” risposi. “Un bel trenino è quello che ci vuole per festeggiare il nuovo anno” aggiunsi, e mi girai, mettendomi a pecora sul divano, offrendo ad Andy la vista del mio culo pronto per essere sfondato.


Si mise dietro di me, iniziando a strofinarmi la grossa cappella sul buco.


“Mmmmmm… hai davvero un bellissimo culetto, sai?” disse. “Adesso mi aggancio e facciamo partire il trenino” aggiunse con la voce sempre più infoiata.


“Mmmmmmm... di solito i trenini alle feste li ho sempre odiati, ma questo sono sicuro che mi piacerà...” dissi mentre Andy iniziava a spingermi nel culo il suo cazzone. La grossa cappella mi dilatò il buco dandomi brividi di piacere perverso: centimetro dopo centimetro si infilò nel mio culo che la avvolse interamente. Andy si fermò per un attimo per sincerarsi che il suo grosso uccello non mi stesse facendo male, e una volta sentiti i miei gemiti che chiaramente erano di piacere, riprese a spingere il suo trapano di carne nel mio culo sempre più voglioso. A un tratto sentii il suo pube appoggiarsi al mio culo, e capii che Andy mi aveva infilato nel culo ogni centimetro del suo arnese, completando la fase di aggancio del nostro godurioso trenino di Capodanno.


Sentivo il retto invaso da quel grosso ospite, provando un piacere perverso ed intenso, unito ad una torbida voglia di essere trattato da troia che era cresciuta ad ogni centimetro di cazzo che si era fatto strada nel mio culo.


“Buon anno pisellone…” gli sussurrai sempre più eccitato.


“Buon anno a te, troia…” mi rispose Andy, iniziando a muovere nel mio culo il suo uccello.


“Mmmmmmm… che cazzone che hai… è così grosso…” mugolai “e mi piace sentirlo nel culo…”. Sentendo che il suo grosso arnese non faceva altro che procurarmi godimento, Andy iniziò a muoversi con più decisione, aumentando la profondità del movimento del suo bacino. Il grosso cazzo scorreva lentamente nel mio culo, ma lo massaggiava a fondo, e io lo potevo sentire in tutta la sua lunghezza e larghezza mentre ad ogni affondo mi dilatava, accolto dal mio retto con sempre maggior facilità.


E più il mio culo si apriva, più Andy aumentava il ritmo dell’inculata, facendo man mano accelerare il perverso trenino: dopo alcuni minuti il suo stantuffo di carne mi scorreva veloce nel culo, duro come il ferro, lanciando il nostro trenino a tutta velocità verso il godimento più perverso. Mi teneva forte per i fianchi, mentre spingeva con sempre maggior forza il suo grosso cazzo nel mio culo sempre più docile e sempre più voglioso e affamato di carne dura.


Andy improvvisamente smise di stantuffarmi il culo, sfilando dal mio culo il suo grosso cazzo. Il mio buco ormai sfondato rimase aperto davanti ai suoi occhi, spalancato in attesa di essere ancora riempito.


“Che meraviglia” sussurrò Andy pieno di voglia “davvero un gran culo da troia”. Io con le mani afferrai i miei glutei tenendo spalancato il culo davanti a lui.


“Riempimelo ancora allora” lo incitai voglioso “rientra in galleria…”. Andy non se lo fece ripetere due volte, e mi infilò ancora con forza nel culo il suo grosso cazzo, ricominciando a fottermi con decisione. Poggiò le mani sullo schienale del divano, aumentando il ritmo dell’inculata e dando gran colpi di bacino che mi facevano sobbalzare. La stanza risuonava di gemiti e di mugolii, e del rumore dell’inguine di Andy che sbatteva ritmicamente sul mio culo, mentre il suo cazzo mi affondava dentro fino alla radice.


“Che grandissima troia!” ansimava Andy mentre mi sbatteva con foga, “davvero una grandissima troia…”. Io continuavo ad incitarlo ormai in estasi, godendomi il suo grosso cazzo che mi rovistava con forza nel culo. Andy mi fotteva con sempre maggior velocità e forza, sempre più prossimo alla seconda sborrata.


“Che gran culo che hai… mi fa impazzire… dai troia, dai… il treno sta per arrivare in stazione…” disse con la voce piena di voglia. Mi sfilò rapidamente il cazzo dal culo, facendomi girare e sdraiare sul divano con la testa su un bracciolo. Rimase su di me e iniziò a menarsi furiosamente il grosso cazzo ormai teso all’inverosimile, con la cappella che sembrava dovesse scoppiare da un momento all’altro. Si segava con forza, finché diede un ultimo colpo scappellandosi il cazzo che vidi tendersi un attimo prima dell’orgasmo.


Violenti fiotti di sperma bollente schizzarono in rapida successione dal grosso cazzo di Andy, colpendomi il viso, le guance, le labbra ed il collo. Andy si segava continuando a spruzzarmi in faccia tutta la sua spremuta di coglioni, dandomi della troia, della puttana assetata di sborra. Passata l’ondata di piena, Andy lascio il suo cazzo che ancora pulsava per abbondante sborrata. Lo afferrai, massaggiandoglielo lentamente, sentendo che ancora ogni tanto pulsava fra le mia mani. Il mio viso era intriso di seme bollente, facendomi sentire una troia pienamente soddisfatta del proprio lavoro.


“Mmmmmm… che meraviglia…” dissi baciandogli la bella cappella. “Sai, spero che sia vero quello che dice il detto”, aggiunsi.


“Quale detto?” chiese incuriosito Andy. “Sai come si dice… chi lo prende in culo a capodanno, lo prende in culo tutto l’anno!”.


“Vedrai che il cazzo non ti mancherà!” sorrise Andy.


”E ad essere sincero all’inizio temevo che andare a quella festa fosse un’inculata… poi per fortuna è stato proprio così!” dissi ridendo.


“Ti dirò di più… ho come l’impressione che una non basterà” sorrise Andy mentre sentivo il suo cazzo farsi di nuovo duro fra le mie dita. Fuori i fuochi d’artificio si erano ormai placati. Ma dentro il salottino di Andy erano solo all’inizio…

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Categorie: Gay e Bisex
Tag: Bisex Gay