CAPITOLO 4: Incredibile chiavata con l'extracomunitario.
Ormai decisa e desiderosa di trovare nuovi cazzi da godermi, ero divenuta una vera e propria cacciatrice di uomini. Era un periodo in cui pensavo tanto agli extracomunitari. Pensavo all’oscenità di fare sesso con uno sconosciuto di colore, un porco clandestino africano o medio orientale. Insomma avevo voglia di un bel cazzo nero tutto per me. Lo desideravo, lo volevo e speravo di trovare un maschio nero dal grosso cazzo che mi potesse sfondare per bene.
Vogliosa di cazzo nero, avevo adocchiato un extracomunitario che stazionava fuori dal supermercato in cerca di mance. Era un nero sui 40 anni, labbroni grossi, alto e dall'aspetto trasandato. Ogni volta che andavo a fare la spesa, mi salutava e mi sorrideva, senza minimamente immaginare i miei propositi e le mie intenzioni da gran troia nei suoi confronti ma, o perché ero con il mio compagno, o perché quando ero sola lui non c'era, non potevo far altro che fantasticare, immaginare e desiderare le cose più oscene e proibite.
E fantasticavo veramente molto su di lui, mi eccitavo e mi masturbavo tantissimo al pensiero che, oltre al tradimento, si aggiungeva anche il volerlo fare con un uomo di colore, cosa questa che credo sia il desiderio proibito e segreto di tutte noi donne. Insomma, tradire il mio compagno con uno sconosciuto nero, un vero bull da monta, era una cosa che mi infoiava davvero tanto.
Un mattino, con il pensiero fisso di trombarmi quel negrone e non riuscendo più a resistere al desiderio di fare la porca con lui, feci una pazzia. Verso le 13, mi appostai nei pressi del supermercato e, quando lui andò via, lo seguii fino a che non scoprii dove abitava.
Ora sapevo dove viveva, ma non avevo il coraggio di prendere l'iniziativa, non sapevo come fare ad agganciarlo, fino a che, non riuscendo più a resistere, con la fica in fiamme, lo seguii ancora una volta e bussai alla sua porta. Mi aprì un suo amico, anche lui di colore, ed io rimasi delusa, non sapendo cosa fare perché non sapevo il suo nome e, imbarazzatissima, non sapevo cosa dire.
Fortunatamente anche lui parlava l'italiano, e così riuscii a fargli capire che cercavo il suo amico del supermercato. L'amico lo chiamò e lui venne alla porta e, sorpreso nel vedermi, chiese sorridente di cosa avessi bisogno.
Nel pallone totale, ma determinata a farmi trombare da lui, mi inventai una scusa dicendogli che dovevo caricare delle cose pesanti in macchina e che mi serviva il suo aiuto. Lui accettò subito, calzò di nuovo le scarpe ed insieme andammo al parcheggio del supermercato che era poco distante.
Arrivati alla mia auto, mi sorrise e, vedendo che non c'era nulla da caricare, rimase a guardarmi con aria smarrita. Temendo di essere notata da qualcuno che magari potesse riconoscermi, gli dissi di entrare in fretta in auto perché dovevo parlargli.
Una volta in auto, eccitatissima e ben decisa ad affondare il colpo, con una voglia matta di sparargli immediatamente un pompino, dovetti mantenermi dall'impulso fortissimo di prenderglielo in bocca; era troppo pericoloso, eravamo troppo in vista e così, infoiata all'inverosimile e decisa ad andare fino in fondo, senza più indugi, gli dissi chiaramente che volevo che mi sfondasse, che volevo farmi scopare da lui, subito, ora.
Il nero scoppiò in una fragorosa risata ed io, temendo un suo rifiuto, mi sentii ridicola ed umiliata, ma subito dopo il porco mi mise una mano sulla fica e disse che, se volevo questo, lui era disponibile. Mi chiamava "signora", infatti disse:
"Signora, se tu vuole questo, ok"!!!
E mi confessò anche che non aveva di certo molte possibilità di scoparsi una bella italiana porca e che aveva molta voglia di farlo. Era fatta, realizzai che tra poco avrei finalmente gustato il suo bel cazzo, ma essendo troppo in vista, gli chiesi impaziente dove potessimo andare per stare in pace, senza essere disturbati per un paio di ore, a fare le nostre porcate.
Mi disse di aspettarlo ed uscì dall'auto. Io, con la fica bagnata al pensiero di quello che mi aspettava, approfittai per chiamare il mio compagno, dicendogli che non avrei pranzato (se non un bel pezzo di carne nera - pensai maliziosamente tra me e me), che sarei andata a fare una passeggiata e, dopo avergli detto di amarlo, riagganciai.
Dopo pochi minuti, il mio amico ritornò e mi disse che aveva le chiavi di una casa sfitta dove nessuno ci avrebbe disturbati. Impaziente di beccarmi finalmente il suo cazzo, misi in moto e, seguendo come inebetita le sue indicazioni, raggiungemmo un quartiere malfamato e squallido. Per strada, vidi solo uomini di colore, pochissime donne e quasi nessun abitante locale, tranquillizzata da questo in quanto nessuno mi avrebbe potuto notare o riconoscere.
Entrammo in uno stabile fatiscente, abitato solo da extracomunitari. Passando accanto ad un gruppo di negroni, mi sentii i loro occhi addosso, occhi che bramavano il mio corpo, la mia fica, la mia bocca. Dopo un tempo che mi sembrò interminabile, aprì la porta di un piccolo appartamento dove notai un tavolo, un paio di sedie ed un divanetto, poi c'era un piccolo bagno ed una stanzetta. Mi portò proprio in questa stanzetta, arredata con una sedia, una sorta di comodino ed un letto matrimoniale con solo il materasso, senza coperte o lenzuola. L'aria era umida e viziata, un forte odore di muffa mi assalì, ma capii subito che li nessuno ci avrebbe disturbati e potevo finalmente dar vita a tutte le mie fantasie erotiche e farmi finalmente fottere dal nero, il primo della mia vita. Ero eccitata in maniera incredibile.
In un attimo lui si tolse la maglietta, i jeans e gli slip, rimanendo nudo con solo il cappellino bianco, poi mi spogliò e rimanemmo così ambedue nudi.
Pensavo solo a quello che sarebbe accaduto tra breve, pensavo eccitata a quanta sborra mi sarei beccata, visto che lui di certo non scopava tutti i giorni e, nonostante i soliti sensi di colpa per il tradimento che mi accingevo a compiere, volevo godermi la mia laida avventura, il mio primo cazzone nero senza pensare ad altro.
Ci sdraiammo su quel lurido letto puzzolente e cominciammo ad abbracciarci, baciarci e rotolarci, assaporando a vicenda il calore dei nostri corpi. Nelle sue braccia sembravo un fuscello. Lui alto e grosso, io mingherlina nel mio metro e 65. Stando sopra di lui, mi baciava con foga, con le sue grosse labbra, io contraccambiavo con le lingue che si intrecciavano, si succhiavano e si ciucciavano, mentre mi accarezzava il culo, o meglio, me lo impastava, così come mi accarezzava le cosce e le tette, stringendomele con le sue grosse mani, pizzicandomi i capezzoli. Sentivo il suo torace sotto le mie tette e mi eccitavo sempre di più, impazzita dalla lussuria e dalla voglia di cazzo, ero una vera porca assatanata di sesso selvaggio.
Quando poi iniziò a baciarmi il collo, persi completamente il controllo, così gli chiesi, con voce ansimante, di volerlo prendere in bocca. Lui si alzò in piedi sul letto ed io, in ginocchio, cominciai subito a sparargli un gran pompino mentre mi titillavo velocemente la fica bagnata.
Aveva un cazzo esageratamente grosso, più largo che lungo, duro, nero come la pece, i coglioni grossi e la cappella larga, trasbordante dall’asta, turgida, gonfia ed eccitante; i suoi peli pubici erano arricciati, tipici degli uomini di colore. La cappella mi ricordava un grosso fungo nero.
Già pregustavo quel grosso cazzo anche nella fica e nel culo, dove sapevo mi avrebbe fatto molto male visto il diamentro e così, decisa a farlo diventare durissimo, presi a pompare di bocca a ritmo sempre più serrato, con un'espressione di disgusto perchè, dal forte odore che emanava, capii che lui non aveva di certo molta cura della sua igiene personale. Infatti percepivo puzzo di urina e di smegma.
Gli stavo facendo un appassionato e selvaggio pompino, nonostante il suo cazzo emanasse un odore non proprio piacevole, ma ancora più eccitata da ciò, leccavo i residui di smegma golosamente, non mi faceva di certo schifo, anzi aumentava la mia folle eccitazione. Lui mi accarezzava la nuca guardandomi ciucciare e godendo tantissimo, mentre mi lavoravo la sua grossa cappella maleodorante, turgida, me la passavo sul volto, la leccavo, la ciucciavo e la ingoiavo facendola scivolare nella mia bocca fino alla gola. Avanti e indietro sul cazzo a ritmo sostenuto, quando arrivavo alla cappella, la risucchiavo prima di farla uscire dalla bocca; mi fece notare che ero veramente una grande pompinara. Scoppiai a ridere..
Mi fece fermare, si distese sul letto e mi disse di adagiarmi accanto a lui. Eseguii il suo desiderio e, distesa al suo fianco ed impugnato il grosso cazzo all'altezza dei coglioni, ripresi impaziente la pompa interrotta, andando su e giù ritmicamente sul cazzo. Scesi fino alle palle che presi a risucchiare in bocca, a leccare con avidità e con una voglia di cazzo incredibile.
Lo stare completamente nudi, in un posto sordido e squallido, a sparare un pompino clamoroso ad un extracomunitario sconosciuto abbordato in strada, mi fece perdere letteralmente la testa, mi sentii porca, troia, traditrice, ed infatti, in preda ad una eccitazione incredibile, irrefrenabile, non riuscivo a fermarmi, pompavo, pompavo senza sosta quel grosso cazzo ad occhi chiusi e mugolavo, mi lamentavo godendo tantissimo con la bocca piena. Leccavo i coglioni, salivo sul tubo che leccavo e mordicchiavo, per poi soffermarmi sulla cappella dura, me lo portavo fino in gola, con il naso che lambiva il suo addome, provavo nausea che subito ricacciavo indietro, ma era nulla in confronto all'intenso piacere sessuale che mi dava il succhiare il suo cazzo, mentre a gambe larghe, mi toccavo la fica ormai bagnata all'inverosimile. Lui con voce roca mi diceva:
"Brava signora, come lo succhi bene, continua così e vedrai che bella sorpresa, vedrai quanta sborra beccherai"!
Gli chiesi di chiamarmi pompinara perchè mi eccitava e lui cominciò a dire:
“Si brava signora italiana pompinara, come lo succhi bene, così, ciuccia la mia cappella, troia italiana, così…”.
Ad un certo punto, mi invitò a mettermi su di lui in un classico 69 e, mentre ripresi a spompinarlo, sentivo le sue mani che mi allargavano le chiappe e la sua lingua umida e calda che mi ispezionava la fica ed il buco del culo. Roteavo il bacino, prigioniera del nero che mi stava dando un piacere intenso con la sua lingua, mentre succhiavo e ciucciavo il suo cazzo, la cappella dura, reggendo i coglioni con tutte e due le mani.
Era paradisiaco sentire quella lingua solleticare le mie parti intime, bello sentire le tette schiacciate sul suo corpo sotto di me, mentre ciucciavo e succhiavo il suo cazzo, indugiando sempre sulla grossa cappella, con la bocca allargata allo spasimo; succhiavo talmente forte che mi si formavano delle fossette sulle guance, le narici allargate, avide di aria da respirare visto che la bocca era occlusa dalla grossa mazza. Lui sentiva il forte risucchio sulla cappella e si lamentava grazie al forte piacere che gli regalavo.
Dopo qualche minuto, mi disse di volermi scopare e così mi fece rigirare, mi afferrò il culo e lo ficcò in fica in uno smorzacandela da antologia. Appoggiata su di lui, con le tette che sbattevano sul suo torace, godevo sentendomi quel grosso attrezzo nero che mi sfondava la fica, entrando e uscendo ritmicamente, ansimavamo entrambi mentre mi pompava alla grande dandomi della troia, della porca. Ad un certo punto, presi io il controllo della situazione dettando il ritmo, alzandomi per poi abbassarmi violentemente e ritmicamente sul suo uccello, scappellandolo con le labbra della fica. Mentre lui mi afferrava sempre per le chiappe, rilassavo i muscoli per agevolarlo ad entrare con tutto il suo cazzo nella mia vagina, in una girandola di emozioni e piacere che mi portò a mugolare sommessamente mentre, con un lamento prolungato, venni intensamente.
Esausta ed affannata, volle scoparmi a pecora, mi sistemò carponi a pecorina e cominciò a pomparmi violentemente da dietro, con le mani sul culo, si impegnava a farlo entrare per intero nella mia fica. Su quel materasso, chiazzato dai resti di chissà quante scopate, godevo come una porca, mugolavo e strillavo sapendo che nessuno ci poteva sentire, tradendo il mio compagno, trombavo con gusto e libidine, mi stava letteralmente massacrando. Mentre il cazzo mi ispezionava la patata, sfregandosi sulle sue pareti, venni una seconda volta e l'orgasmo fu qualcosa di incredibile, qualcosa che non avevo mai provato prima in vita mia. Intenso, appagante, devastante al punto da farmi squirtare abbondantemente.
Una grossa quantità di caldo liquido vaginale, bagnò dapprima l'interno delle mie cosce, per poi colare sul materasso, intanto lui continuava a scoparmi senza sosta, pompava sudatissimo, instancabile, mentre gli afferravo una coscia e lo attiravo verso di me, perchè volevo sentire tutto il suo cazzo dentro, a spaccarmi la fica in maniera volgare e violenta. Allungavo una mano per toccargli i coglioni da sotto, cosa che lui apprezzò, perché mi pompava sempre più forte.
Improvvisamente si fermò, tirò fuori il cazzo dalla fica e sentii qualcosa di duro e caldo che spingeva sulla rosellina anale.
Avevo capito che voleva farmi il culo, cosa per me inedita in quanto non ero mai stata inculata da un nero, lo avevo già rotto da quando avevo 16 anni, ma non lo avevo mai dato ad un uomo di colore così dotato.
Lo desideravo tantissimo, desideravo farmi fare il culo da lui, farmelo sfondare selvaggiamente dall’africano. Così, appoggiata sui gomiti, girata la testa di lato per vedere come mi inculava, sentii la rosellina allargarsi allo spasimo ed un dolore piuttosto acuto. Mi aveva infilato solo la cappella in culo e già mi faceva male, quando poi, pian piano, ficcò tutto il largo cazzo, mi sentii sfondare e il dolore divenne quasi insopportabile, ma era reso nullo in confronto al piacere intenso ed incredibile che provavo nel sentirmi quel grosso palo nero e sconosciuto profanarmi il buco che in natura dovrebbe solo espellere!
Cominciò ad andare avanti ed indietro col cazzo che entrava ed usciva dal mio culo e, a mano a mano che passavano i minuti, lo imploravo di non fermarsi, ora che il dolore si era quasi del tutto attenuato, lasciando il posto solo ad una goduria incredibile, gli dicevo di continuare, lo pregavo di rompermelo, devastarmelo col suo grande cazzo. Mentre mi "faceva" il culo, guardandolo intento ad incularmi alla grande, con il suo torace muscoloso e sudato mentre mi pompava, con un urlo prolungato, venni intensamente per la terza volta.
Mi disse che stava per venire anche lui. Prontamente, risposi che volevo farmi sborrare in bocca, che volevo ingoiare tutto il suo nettare. Lo feci distendere di nuovo, mi ci adagiai di fianco e presi a spompinarlo con l'intento di farlo godere il più possibile, in modo che mi riversasse in bocca la più grande quantità di sborra possibile.
Impaziente di godere, mi fece fermare e, a cosce oscenamente allargate, mentre con una mano dietro al collo mi teneva ferma la testa, con l'altra prese a spararsi una sega a pochi centimetri dalla mia bocca. Mentre nella foga mi colpiva la bocca con il suo pugno, guardavo la sua mano che velocemente lo scappellava, ne sentivo l'odore acre e selvatico fino a che, aiutato dal movimento della mia lingua sulla cappella, arrivò il primo schizzo violento, denso, copioso che si scontrò dapprima con la lingua, per poi colpirmi all'altezza del naso. Ne seguirono altri che io orientai direttamente nella bocca, cercando di ingoiarne la maggior parte, cosa che mi riuscì, mentre altro sperma mi rimase sul viso. Ad ogni schizzo, lui emetteva un lamento di piacere ed io un mugolio di soddisfazione per la grande sborrata che mi stavo beccando in bocca, che ora era un misto di sperma, saliva e sudore. Avevo il viso devastato dal suo sperma mentre ingoiavo una quantità incredibile di sborra calda, densa e cremosa. Mi era piaciuto il sapore di sperma di nero.
Rimanemmo distesi per qualche minuto, lui ancora ansimante per l'orgasmo, io col viso chiazzato di sborra e la bocca impastata, poi ci rivestimmo ed andammo via.
Dopo averlo lasciato al parcheggio del market, ritornando a casa, mi sentivo sporca in tutti i sensi, puzzavo di cazzo e di sborra essiccata, ma ero soddisfatta per essermi finalmente fatta trombare da quel nero, di aver tradito per la seconda volta il mio compagno e, soprattutto, sazia di sborra che tanto amo bere.
... continua ....
«Hummm»
«Sei una vera troia, ami il cazzo senza limiti, non ti frega dell'uomo, ma del suo cazzo che ti godi appieno.... Brava!»
«Wowwwwwww ????????????»