La prima esperienza distante da casa fu per me veramente impressionante e liberatoria. Se avevo incontrato alcune volte il gruppo di quattro amici (inizialmente.... poi divennero otto), questo non vuol dire che io mi considerassi "sbloccata". Cerco di spiegarmi: uscire da un'annosa crisi matrimoniale e incappare casualmente, e la casualità è importante... in un gruppo da incontrare saltuariamente, mi aveva fatto pensare che stavo vivendo una situazione d'eccezione. Di fatto non mi accadde altro che quello quindi la sensazione di essere una signora di quarant'anni, ormai attempata, ormai fuori moda, era rimasta, e riceveva secondo me conferme quotidiane. Il fatto invece di essere partita per Roma, di essere uscita quindi dal luogo per me impregnato di negatività, mi ha veramente aperto gli occhi su quel che potevo vivere e su come ero realmente percepita dalle persone intorno a me. E poi si sa ... è facile osare quando si è lontani da casa. Fu importante anche il fatto di decidere di andare a Roma da sola. Volli fortemente questo viaggetto di una settimana e fu in albergo appena arrivata che vidi l'invito al vernissage per quella stessa prima sera e, poiché il posto era abbastanza vicino, decisi di andare. Dopo la nottata che ho raccontato, in cui conobbi il Master, mi ritrovai sveglia verso le nove in albergo, appagata, per niente stanca, anzi carichissima e col desiderio di ricevere la telefonata da quell'uomo del quale con mio stupore, come ho già accennato, non conoscevo nemmeno il nome e comunque avevo accettato di lasciarmi guidare da lui ... ritrovandomi così in un appartamento con una quindicina di giovanotti assatanati. Non ero per nulla stupita per la resistenza che i miei orifizi avevano dimostrato, ma dal fatto che io, proprio io, potessi piacere così tanto in senso erotico poiché li avevo lasciato fare quel che preferivano. Ora comunque il Master innominato non mi ritrovavo il coraggio di chiamarlo. Avrei invece voluto ringraziarlo, raccontargli tutte le sfumature delle mie sensazioni e invitarlo ad inventare un'altra situazione, ma ero bloccata. Mi sembrava di mettermi psicologicamente troppo a disposizione, troppo a nudo. Arrivò così il pomeriggio. Avevo visitato un museo, pranzato da sola a Trastevere che amo molto e, a fine pranzo, davanti al caffè, seduta al tavolo di un locale pieno di stranieri ho deciso, così senza pensarci, di chiamarlo. Il telefono squillò e non ricevetti risposta. Riprovai cinque minuti dopo e do nuovo niente. La cosa mi sembrò così assurda che mi venne il sospetto che fosse tutto una grande allucinazione, che ieri fosse accaduto solo nella mia mente ... poi, mentre ero alla cassa ecco un messaggio "tutto bene? Che fai". "Tutto benissimo. Grazie per ieri.... ho finito di pranzare da sola a Trastevere", "ti è piaciuto davvero? Io in ufficio", "mi sono sentita libera perché ero lontana da casa. Sono stata libera, veramente... ti vedo oggi?" , "alle 17 in via de' Benci, è li in zona dove sei tu ora. Dovrai essere in minigonna, mini, tacchi, autoreggenti cannottina trasparente e giacca o giubbotto. Ok?", "ma non ho la canottierina...!" "Hai tempo per far compere e cambiarti. In via de' Benci ci son locali con ragazzi americani. Da loro si beve a ventuno anni, da noi a diciotto, per questo si iscrivono a Roma o a Firenze... devi arrivare prima, così ti siedi ti guardi attorno e prendi da bere. Ora ho da fare, a dopo". Anch'io avevo da fare. Di fatto mi mancava solo la cannottina. Passai il ponte Garibaldi e mi inoltrai in centro. Ne comprai quattro. Diverse in tutto. Una sola era trasparente. Ma erano tutte in un modo o nell'altro assai esplicite. Era una giornata tiepida. Tornai in albergo, mi vestii secondo le istruzioni ma non osai la cannottina trasparente. Mi sembrava troppo di giorno anche se ero lontana da casa. Quella che misi era comunque esageratamente scollata e apertissima sotto le ascelle. Col giubbotto aperto ero quasi presentabile mentre senza, bastava un minimo movimento per mostrare il seno. Partii dall'hotel col giubbotto chiuso e mentre camminavo osavo. Calavo ogni tanto la cerniera di un centimetro. Arrivai in quella via di Trastevere col giubbotto ormai aperto, vidi vari locali e dove sentii parlare americano entrai. Poca gente. Erano le tre e mezza del pomeriggio. Dopo aver osservato la situazione andai al bancone e ordinai un long drink. Il barista vide la generosa scollatura e mi disse che anche lui aveva caldo. Fu diretto, sorrise e aggiunse ... "che belle tette cara!" Sul momento rimasi spiazzata poi reagii in modo per me inaspettato dicendo "sono tette normali...!" "Non ci credo. Senti, se me le mostri offro io il primo giro...". Mi venne da ridere c'era qualche ragazzo intorno che probabilmente aveva sentito ma erano stranieri... chissà. "Ah bella! L'offerta sta per scadere!" Con un sorriso malizioso scoprii un po' nascostamente, un seno. Lui chiese se ero timida. Indicai col viso gli avventori e lui disse "ho capito, aspetta" ha chiamato uno per sostituirlo poi ha aggiunto a tutta voce venendomi vicino e appoggiando una mano sulla spalla in modo da spostare il giubbino e ri scoprire un seno: "sto in attimo co' questa amica!" Mi ha preso sottobraccio e si è avviato come se fosse la cosa più normale del mondo... verso il bagno. Ero sbalordita da tanta sfrontatezza. Il collega ha gridato "fai con calma e se hai bisogno siamo qui!" Gli altri clienti ... chissà se avevano compreso cosa stava accadendo. Mi ha fatto entrare in bagno. Ha chiuso con la chiave che aveva in tasca e mi ha detto "ora guadagnati questo drink. Mi ha tolto il giubbino e ha iniziato a palpare le tette. La cannottina era talmente larga che me l'ha sfilata dalle braccia ed si è afflosciata alla vita. Ora sono a torso nudo. Mi ha messo in ginocchio, l'ha tirato fuori e mi ha detto "ora pompa bene! Mi fanno morire le milf come te, non ne sbaglio una!" Ho iniziato a succhiare. Nel frattempo lui ha preso il telefono e ha avviato una chiamata" si tutto bene! Succhia abbastanza bene! Glielo chiedo! Senti, anche l'altro ha voglia di un pompino. Dico "va bene" e aggiunge, "aspetta che le sborro in bocca poi vieni tu! Dillo anche ad Andrea!" Mette il viva voce e ripete "lo chiedo anche ad Andrea, ti va bene? Rispondi tu bella pompinara!! ... che bella porca che sei!!" Io dico di sì e sento chiedere al telefono se ne voglio anche degli altri ma sta per avere l'orgasmo, con la mano ho sentito i testicoli contrarsi, appoggia il telefono senza chiudere la chiamata, rumorosamente si svuota spingendolo fino in fondo poi mi ordina di succhiare ancora facendomi i complimenti. "Ma sei proprio brava! Devi venire più spesso a trovarci!" Poi dice "ragazzi ho finito!" Io faccio per alzarmi in piedi ma lui mi tiene giù, gira la chiave apre la porta e si precipitano in tre e mi vedono così, in ginocchio seno scoperto le labbra lucide di sperma ... dicono al collega "fai da solo tanto il grosso della gente arriva verso le quattro e mezza ... ho invitato anche Rocco a te va bene? Ma non faccio in tempo a rispondere. I tre sono già dentro, uno sta chiudendo e gli altri due mi dicono "ciao! Ma sei pure carina!" Dico "Grazie!" Sorridendo, e chiedo "e chi arriverebbe dopo le quattro e mezza?" Ma uno di loro me lo mette in bocca senza rispondere; gli altri due mi scoprono il sedere, spostano il perizoma mi schiaffeggiano sonoramente m'infilano le dita ovunque, giocano con le tette e le leccano poi uno dice "vogliamo farti il culo! Si può?" Cerco di dire qualcosa ma non riesco "e falla parlà che ho da capì se posso sfonnarla!!" Il pene che ho in bocca rallenta la foga, esce, col pene ora in due mi schiaffeggiano e mi dicono "e rispondi zoccola maleducata. Deve dirti anche per piacere per avere una risposta?" Dico "Va bene!" Questa rozzezza un po' m'intimorisce ma mi rendo conto che ... anche, mi eccita. Questo lato di me lo scopro in quel momento e mi porterà cercare ancora in futuro questa situazione. Ora li ho ambedue in bocca e uno nel culetto, faccio fatica ma mi sento come la sprovveduta che ha preteso troppo poi rischia di fare brutta figura. Mi sforzo e riesco a soddisfarli, sono nella mia bocca entrambi. Mi vedo allo specchio sopra il lavandino, ho il viso letteralmente sformato ma finalmente due peni stanno andando su e giù, molto su e giù, fino alla gola. Ora i loro membri sono bagnatissimi della mia saliva e ben turgidi. Ero in ginocchio e ora mi sollevano, gambe dritte e piegata in avanti, me ne ritrovo uno in bocca e uno nel sederino e uno che lecca le tette ma che dice "voglio un buco anchio!!!" Quindi uno si appoggia al lavandino col sedere, mi prende in braccio a cavalcioni, mi penetra la passerina, l'altro entra nel sederino e il terzo salta sul lavandino e me lo spinge in bocca. Nel frattempo mi rispondono a quel che avevo chiesto qualche minuto prima: "alle quattro finiscono le lezioni dell'università che c'è qui e arrivano i ragazzi americani a bere! Quindi scusa ma abbiamo fretta". Mentre si danno pesso il cambio ho ripetuti orgasmi poiché mi penetrano così per una buona ventina di minuti; mi schiaffeggiano talmente tanto sedere e con tale rumore che ho paura che si senta anche fuori. Mi schiaffeggiano anche il viso col pene e nel giro di poco vengono, due in bocca e l'altro sul viso e quindi sul seno. Sono fradicia. Mentre li succhiavo per bere le ultime gocce ha suonato il loro telefono che mettono subito in viva voce. "Tutto bene?" "Si, si, sta finendo. Proprio porca!" Io, meravigliata di me stessa mi sento chiedere "c'è qualcun altro?", "aspetta che chiedo. No. Finito. Forse più tardi" escono ringraziando, mi ricompongo con calma anche se il perizoma non riesco a trovarlo. Ho le guance rosse. Il sedere che è viola, male che vada rimane nascosto dalla mini, ma il viso.... ma non posso farci niente, ed esco. "Ecco il long drink che ti sei guadagnata! In tutto ne hai quattro pagati e vieni a trovarci quando vuoi. Ok?". Sussurro "grazie, siete stati bravi!" "Hai avuto sfortuna cocca, di solito siamo di più perché arrivano degli amici, però da ora dipende da te per stasera" Mi accompagna ad un tavolino esterno, mi fa accomodare, noto il mio perizoma arrotolato al suo polso e sorrido. Aggiunge "questi americani so' ragazzini, ma secondo me qualcosa puoi combinare perché glielo diciamo noi ... e appoggia sul tavolino la chiave del bagno. "Quando te ne vai ce la rendi .... quando vieni a trovarci... te la diamo. Ok?" Ringrazio. "Dimenticavo. Ti ho fatto accomodare qui perché c'è il muro che un po' ripara. Con 'sti sgabelli, se ti appoggi coi gomiti, si così o anche più stesa sul tavolino se te la senti ... si, cosi, ecco ... se hai dei ragazzi attorno che copronoquesto lato e noi dal bar non devi preoccuparti..., te fai inculà quando e come te va. Divertiti!" Mentre ha dato la spiegazione e mi ha fatto mettere seduta e appoggiata al tavolino come intendeva lui, mi ha scoperto il sedere. Passava gente che ha visto. Era viola e lui stesso, lo ha accarezzato e e ricoperto. Ho il tavolino al sole e mi tolgo il giubbino, per ora c'è pochissima gente, mi rilasso e attendo il master per racontargli anche questa avventura deliziosa e imprevista.
Bar a Trastevere
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Aggiunto: 2 anni fa
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Esibizionismo
Sesso di gruppo
«Molto coinvolgente mi ha fatto immaginare di essere anche io li e scoparla con foga !»
«mmmmmmmmmm sei favolosaaaaaaaa i tuoi racconti sono eccitantissimi... baci da roma»
«La migliore!»
«Non ho capito»
« fantastico ma eccessivo»