Più persone mi hanno chiesto come accadde che iniziai a praticare un tipo di sessualità diverso da quello ordinaria. Il precedente racconto disseta quella curiosità che posso comprendere. Gli ingredienti furono una lunga astinenza, un po' di spumante buono e la situazione, unica variabile che allora non era in mio potere; fui vittima insomma, di me stessa. Penso che il desiderio sessuale sia quasi identico al bisogno di cibo. All'inizio della vita erotica devi capire cosa ti piace, ma raramente si indaga tutto. La morale, come una nebbia, toglie la possibilità di vedere e provare tutto. Ebbene, quando si ha veramente fame, si mangia di tutto e per il sesso è come dire: più dura l'astinenza e più accetti qualsiasi situazione pur di appagarti. Si perde il controllo. L'altro, gli altri diventano strumento urgente. Dopo quell'esperienza con quattro uomini ci si rivide ed erano sei. Gli incontri con loro furono tutta la mia vita erotica per un paio d'anni e causa gli imprevisti della vita accaddero con una cadenza di circa un incontro ogni due mesi. Ad ogni incontro osavo un pochino di più. Arrivarono ad essere otto. Giocai bendata, poi legata .... ma ci si vedeva poco. Dopo una ventina di giorni in me il desiderio era già al livello di guardia e meditavo su come appagarmi. La soluzione venne da sola.
Conobbi per caso all'inaugurazione di una mostra d'arte, un tipo non bello ma dotato di un carisma particolare. Con un fare per me sorprendente poiché si esprimeva l'innocenza di un bambino, si avvicinò sorridente, parlammo un attimo delle opere esposte poi mi disse che mi considerava una bomba sexy. Gli dissi che la bomba esplodeva di rado. Mi fece presente che poteva essere una scelta di vita. No. Feci no col capo. "Oserebbe di più?" Accenno ad un si timido. "Se le va può dirmi cosa intende con osare... vede, ognuno di noi ... in quel campo può esprimere, come in arte, una personalità unica, non come questo pittore che sembra un puzzle di idee non sue ... questa è la moda...." ci dirigemmo verso il buffet, mi passò un calice e aggiunse ... "io per esempio sono un master assai sui generis. Solo in questo ruolo mi diverto veramente. Non è nemmeno sempre necessaria la mia presenza. Mi diverte creare situazioni... anche a distanza.... e lei? Lei chi è.... quando si spoglia?" "Io ..." dissi, "io non ho equilibrio. Sono divorziata e incontro ogni tanto un gruppo di uomini... sono comunque stupita di essere riuscita a dirglielo... lei ha uno sguardo da bambino ... " "i bambini e le bestie non hanno morale... in questo argomento la morale è un ostacolo... ma è appagata da questi incontri?" "All'inizio si.... ora non più..." "e cosa le piacerebbe che le accadesse.... ha delle fantasie?" "No. Non ne ho. Tenga conto che quel che mi è accaduto per me era impensabile, ben oltre a quel che per me era.... la sessualità. Iniziò per caso ed ero talmente in astinenza..." Mi osservava attento... "lei quindi come Socrate in filosofia... sa di non sapere, di non conoscere in questo campo cosa potrebbe accadere. Non ha fantasia perché... non ha vissuto.... " "ma a quarantadue anni ... le velleità devono fare i conti con la realtà... non sono più in grado di sedurre.... intendo carnalmente, sentimentalmente non m'interessa più.... sono arrivata ad elemosinare da quel gruppo.... ne ho bisogno ma così non mi piace...." "Secondo me le piace anche elemosinare.... senta ... lei è molto bella... potrebbe ottenere tutto in questo campo ma ... ha bisogno, almeno all'inizio, di essere guidata..." "mi farei guidare ma non è vero che posso tutto" "Scommettiamo?" Sorridendo chiesi "cosa?" "Che se la prima situazione che le creo andrà bene ... mi concederà l'opportunità di una seconda situazione...." mi limitai a sorridere. Lui si guardò intorno. La sala espositiva era piena di gente. Notò dei ragazzi. Mi disse che erano studenti dell'Accademia... li trovavo interessanti? Erano una decina, ventenni mediamente splendidi. Accennai un si col capo. "Bene" disse "si inizia. Ha l'auricolare? Senza fili ... Bene. Lo metta. Questo è il mio numero. Mi chiami. Ecco. Ora lei seguirà le mie istruzioni. Dirà quel che le dico di dire e farà quel che le dico di fare. Era una situazione incredibile e per questo affascinante... ci eravamo appena conosciuti, ci davamo del lei ... mi resi conto che non sapevo nemmeno il suo nome. Mi osservò. Indossavo un vestitino nero sopra il ginocchio. Il décolleté aveva dei piccoli bottoncini chiusi cautamente fino all'ultimo. Notò che sotto avevo il reggiseno e mi disse. "Vada in bagno. Sotto al vestito non deve avere nulla... sono autoreggenti?" Non lo erano e mi disse "ok, solo le calze", andai in bagno e nel frattempo eravamo collegati telefonicamente. Dissi "sono pronta" "Bene, eccola, la vedo. Vada da loro. A destra, ecco. Osservi il quadro che guardano loro. Ora chieda "Scusate ragazzi... mi hanno detto che siete allievi dell'Accademia ..." loro confermano e i miei capezzoli da sempre disobbedienti, si mostrano sotto la sottile stoffa. "Mi aiutate a capire? ... per esempio.... questo. Che ci trovate?" In due iniziano a spiegare, altri si avvicinano, ascoltando, mi osservano e mi rendo conto che vorrebbero partecipare al dialogo. Con lo sguardo cerco lui, ora lo chiamerò Master. Mi dice "Ci sono, vi sento, tranquilla.... ora dica che il loro linguaggio sembra quello dei libri, che non è spontaneo...." rispondono che sono opere di un loro docente.... chiedo, sempre da telecomandata. "Ma c'è?" Me lo indicano. Un tipo insignificante che si atteggia un po' da star. "Ho capito" dico "non siete spontanei...." "In certe situazioni bisogna esserlo" dico sorridendo maliziosa perché Master me l'ha ordinato .... "e in arte è fondamentale " "Solo nell'arte e di fronte alla morte" risponde uno, e altri intuiscono, "ma non qui con lui che gira" dico "Anche davanti ad Afrodite bisogna essere veri ... va bene ... e dove potreste essere sinceri?" Uno di loro chiede chi è Afrodite, rimedia una gomitata e gli dicono che è la dea dell'amore... Il master mi dice nel frattempo di avvicinarmi in modo confidenziale ai due più vicini.... "venite un attimo con me ...". Mi seguono, il master mi ordina di andare verso il bagno del maschi e nel frattempo fra la gente, di prenderli per mano. Siamo davanti al bagno, entro e mi seguono. Chiudo la porta. "Ecco. Entra nella toilette con loro e appoggia le mani sui loro pacchi anche forse, data l'età, potrebbe on essere necessario" .... non fu necessario... divennero delle furie uno, già ben turgido, me lo mise immediatamente bocca e l'altro sollevò il vestitino. Mi calò le calze e mi penetrò immediatamente nel sederino. Non me l'aspettavo e mi fece male ma sopportai e divenne piacere. Il primo venne in bocca in un attimo e uscì, il secondo prese il suo posto e in bocca spingeva forte ma non riusciva a venire... si sentì qualcuno entrare. Lo studente si bloccò. Il Master dall'auricolare mi disse "sono io, apra..." entrò disse all'altro "tranquillo..." , mi penetrò la passerina e poi disse al ragazzo "prendila in braccio e penetrala davanti!" Lo fece e lui mi penetrò dietro... vennero insieme. Fu divertente un po' rischioso e godetti molto.... anche con la mente ... perché compresi che parte del piacere è dato dalla situazione che si crea. Uscirono. Mi pulii, ricomposi, buttai via le calze ornai rotte e uscii dal bagno. Lo cercai con lo sguardo ma mi disse "no ... non da me. Passeggi un poco ... vada al buffet, prenda tre calici e poi con calma vada da loro. I ragazzi nel frattempo avevano raggiunto gli altri. Il Master era li vicino e aveva sentito che avevano già raccontato l'accaduto agli altri ma non me lo disse subito. Diedi i calici ai due ragazzi. Uno dei due mi chiese all'orecchio "ma era tuo marito?" Dissi che non lo conoscevo e vidi che erano sbalorditi; brindammo e chiesi, sempre telecomandata ... "se qui non riuscite ad essere sinceri... dove si può andare per ..." Proposero immediatamente il loro appartamento da studenti che era lì vicino. Uscirono dopo aver salutato il docente artista e li seguii. Ero sempre collegata col Master che mi disse "Ora stacco. Si diverta ... appena usciti dal bagno i due hanno raccontato cos'avete fatto ... quindi ora ... quanti sono? Si aspettano da lei altrettanto .... domani mi racconterà ... e mi deve una seconda situazione..." "Sono dieci..." "ok, se vuole può esagerare anzi ... lo voglio io ... chieda se non si può invitare qualcun altro... lo dica ora! Voglio sentire che lo chiede ..." lo dico "ma non si può invitare qualcun altro? Siamo pochi ..." e rispondono che hanno già informato altri e che sarà divertente...." 'Bene ora la saluto. Li lasci fare .... " e già per strada mi toccavano, ma con discrezione. In ascensore salii solo con cinque di loro perché di più non ce ne stavano. Gli altri corsero su a piedi e, quando l'ascensore si aprì, ero già completamente nuda con mani ovunque. Entrammo e in un attimo mi ritrovai a quattro zampe sul divano con la bocca piena le mani legate dietro la schiena e il culetto deliziosamente in fiamme. Fu un'estasi collettiva fino all'alba. Si faceva sesso e si dialogava anche tanto. Notai che quando stavano per venire si facevano titubanti finché non dissi che mi piace mandarlo giù. Non mi slegarono le mani che erano dietro la schiena perché, così mi spiegarono e dimostrarono... volevano fare completamente quel che desideravano sul momento. Alcuni peni erano veramente grandicelli e li spinsero talmente tanto che riuscirono a farli entrare in bocca fino in fondo. Volevano che non ingoiassi subito. Dovevo giocare con lo sperma in bocca. Non me lo avevano mai chiesto e lo trovai eccitante e divertente. Nel frattempo più della passerina, attirava il mio sederino. Mi spiegarono che molti di loro non avevano mai fatto questo gioco. Mi penetrarono con continuità e mi dissero che ne avevano messi due contemporaneamente. Mi era già accaduto ma con peni normali. Mi mostrarono i due che mi avevano appena penetrato ed erano effettivamente preoccupanti. Li.misurai ed erano lumghi come il mio braccio ma molto più grossi. Io me me ne ero ovviamente resa conto perché la dilatazione si sente bene ed è una sensazione piacevolissima, ma dissi per gioco che non ci credevo. Allora mi mostrarono il filmato. Ebbi un attimo di panico. Non mi ero resa conto che spesso nelle loro mani c'erano i telefoni ma mi mostrarono che mai avevano ripreso il viso. Decisero quindi di bendarmi per filmare liberamente e si scatenarono con la bocca. Volevano vederla piena di sperma e poi che colasse fuori e poi coi peni la rimettevano dentro o la spalmavano sul corpo. Uno disse che voleva orinarmi addosso. Dissi che non mi piaceva ma così legata e bendata mi misero in ginocchio nel piatto della doccia e non so quanti ... lo fecero. Non mi era mai accaduto. Sentii anche il sapore. Era sopportabile ma non lo trovavo eccitante e non riuscii a mandarlo giù. Ero fradicia. Mi slegarono, tolsero la benda dagli occhi, mi lavarono sotto il getto caldo e così bagnata ripresero a sodomizzarmi e a spingerli in bocca ... come dicevano loro ... come se non ci fosse un domani. Chiesi quanti erano. Sedici. Dissi che era il mio record personale e applaudirono. Con le mani e gli occhi finalmente liberi accarezzai dei peni veramente belli. Li strinsi con forza e sentirli così duri era appagante e li volevo subito dentro. Lo sperma ora lo raccoglievo con le dita lo portavo alle labbra, da lo.lo leccavo e, lo spiegavo anche a loro, mi piaceva cogliere le sfumature dei sapori diversi di ognuno di loro. Mi chiesero qual era il più buono e indicai due ragazzi. Dissero che lo sapevano perché quello dei vegetariani piace di più. Dissi anche che mi era sembrato più abbondante e confermarono. Conclusi con un pompino ciascuno proprio a loro due che, mi dissero di essere venuti quella sera per la quinta volta altri confermarono. Chiudsero la serata con gentilezza. Vollero sapere come stavo. "Benissimo, grazie a tutti ... veramente". "Vuoi bere per mandare via il sapore dello sperma? Dissi no. Era delizioso per me lo confermai per l'ennesima volta ridendo... uno di loro mi diede il numero di telefono e mi accompagnò fino alla macchina che era vicino alla galleria d'arte.
Non ero mai stata così bene. E tutto è accaduto grazie a quell'uomo, il cosiddetto Master. Mentre rincasavo pensai che questo personaggio del quale non sapevo nemmeno il nome era stato gentile, geniale, pregevole e iniziai a pregustare una nuova, inimmaginabile situazione guidata da lui ...