L’evoluzione della nostra giovane coppia, il racconto della storia, delle emozioni e dei sentimenti che ci hanno condotto a realizzare le nostre più nascoste fantasie…


Autore cucky-ita


Il caldo, di quell’anomala primavera, non preannunciava solamente un’inconsueta variazione climatica. Le forze della natura, si stavano come ribellIl caldo, di quell’anomala primavera, non annunciava solamente un’inconsueta variazione climatica. Le forze della natura, si stavano come ribellando, facendo emergere strani desideri, rimasti assopiti per troppo tempo. Erano ormai sette anni che apparivamo agli occhi dell’universo come una normale e affiatata giovane coppia; io Antonio ventisette anni, lei Giulia ventiquattrenne, felicemente fidanzati e innamorati. Lei era il mio mondo, un essere speciale che molti definirebbero semplicemente come l’anima gemella. Difficile descrivere una così splendida ragazza, impossibile rappresentare le emozioni che suscita nel contemplarla da vicino: lunghi e folti capelli lisci e mori, due dolcissimi e grandi occhioni verdi, un viso da principessa con lineamenti delicati e armoniosi, supportati da due carnose e morbide labbra rosee, che riflettono, negli occhi di chi la guarda, un solo inequivocabile traviato desiderio. La sua corporatura esile, atletica e ben curata, traspare superba attraverso gli eleganti e sexy vestitini che adora indossare. Madre natura è stata benevola, anche nei dettagli più procaci e frivoli, donandole un bel culetto sodo e rotondo, oltre che una seconda taglia di seno perfettamente armoniosa. La sua candida pelle, delinea perfettamente la sua natura delicata e aggraziata. La sua irruenza è tale da inebriare i passanti che incrociano per strada, soggiogando le loro fantasie e giustificando sguardi lascivi e vogliosi. Una dea sensuale e seducente, sogno erotico di coetanei e uomini più grandi che, vogliosi di bramarla, non trattengono commenti e volgari battutine.


Anche il carattere di Giulia era speciale; dolcissimo ed enigmatico, ulteriore conferma di un animo vivace e complesso. La sua indole gentile, camuffava piuttosto bene un temperamento forte e determinato. Ha sempre riscosso un grande successo in ogni progetto di vita, guadagnandosi l’apprezzamento e il rispetto di amici e conoscenti. Le sue dinamiche giornate, divise tra lavoro e università, fortificavano il suo carattere, contribuendo a renderla donna e sempre più sveglia e aperta al mondo. Innamorati già in età adolescenziale, crescevamo e maturavamo insieme. Dopo qualche mese di frequentazione, mi fece dono della sua verginità, rimasta illibata fino a quel momento. Non le erano certo mancate le occasioni e i pretendenti, limitandosi però, a esperienze piccanti reiterate con vari ragazzi, con i quali non era mai andata oltre il pompino.


Già dal primo anno di fidanzamento, trovai il coraggio di confidargli alcune mie intime fantasie, esplose solo con lei. Mi eccitavo nell’immaginarla con un altro uomo. Nei primi mesi, custodivo gelosamente quel segreto dentro di me. Inizialmente, non mi capacitavo di quelle visioni perverse, che entravano totalmente in contrasto con il mio essere. Quel carattere sicuro e orgoglioso, entrava nettamente in contrasto con i miei pensieri indecenti; nell’inconscio, queste regole sembravano sgretolarsi. Nella vita reale avrei preferito morire che assoggettarmi a qualsiasi tipo di umiliazione; ma nel sesso, solo con lei, sembrava tutto diverso. Era riuscita a sconvolgere il mio mondo, non potevo che accettarlo e smettere di ricercarne l’origine. Insieme, cominciavamo a esplorare la nostra sessualità, arrivando a godere in modo passionale per la sottile umiliazione che comportava quel groviglio di emozioni.


Giulia, sin da subito, mostrò apprezzamento e interesse per la cosa. Assecondava le mie voglie, dal suo canto compatibili alle mie, portando il nostro rapporto intimo ad una costante crescita ed evoluzione. Era la riprova che tra noi ci fosse un’incredibile affinità sessuale. Diventava sempre più frizzante giocare a letto e fantasticare sulla cosa, usando, senza limiti, la nostra immaginazione. Come detto, essendo veramente carina, non era certo a corto di spasimanti e spesso, nelle sue giornate, si sprecavano apprezzamenti e complimenti, sia dal vivo sia sui social. I numerosi corteggiatori sognavano di averla anche sapendola impegnata. Lei non limitava la mia curiosità, usando questi pretesti aumentava la mia eccitazione. Nonostante queste situazioni, ci limitavamo solo a immaginare, senza mai dare un volto o un nome ai maschi che, seppur nella nostra finzione, approfittavano delle sue grazie.


Una delle sue fantasie preferite, per altro più ricorrenti, era quella di andare in una discoteca fuori città con indosso il più corto dei suoi vestitini. Per lei non era importante che io fossi presente oppure no; l’unica certezza era la voglia di sentirsi troia e usata. Una volta iniziato a ballare e a scaldare l’atmosfera e le voglie dei presenti, adocchiava un maschio di suo gradimento. Dopo qualche sguardo fugace e brevi sorrisi maliziosi, iniziava a ballarci strusciandosi a lui, con fare sensuale e provocante. Poco dopo, la mia ragazza e il fortunato di turno, iniziavano a limonare carichi di voglia. Le loro mani si muovevano frenetiche, esplorando i loro corpi e incuranti dei numerosi presenti; come se, all’interno della sala da ballo, il tempo si fosse fermato. Ovviamente questo non bastava a Giulia. La voglia di trasgredire era troppa. Lo afferrava per mano e lo trascinava nei bagni degli uomini. Qui sfilava il vestitino e, mostrando i suoi splendidi seni, iniziava a sbottonare la patta e abbassare le mutande, fino a scoprire il membro in perfetta erezione. Lo fissava con i suoi magnetici occhi verdi mentre iniziava a leccare l’asta dalla base, risalendo lentamente fino ad arrivare alla cappella. Iniziava un lento ma intenso pompino che costringeva il ragazzo ad uno stato di abbandono e pura estasi. La sua bocca si separava dal cazzo solo per fugaci leccatine alle palle. Il ritmo della pompa aumentava gradualmente; all’apice del godimento, il porco, pensava bene di tenerla stretta per i capelli continuando a violentarle la bocca con il chiaro intento di scoparle la gola. A questo punto, una quantità indefinita di sborra si riversava nella sua bocca non lasciandole altra scelta se non quella di ingoiare. Vi erano altre varianti di questa fantasia; alcune prevedevano la scomparsa della mia ragazza a bordo macchina del designato o, la mia preferita, quella nella quale decideva che anche il suo amico poteva dare sfogo ai suoi bisogni primordiali! Al termine dell’intimità ci abbracciavamo soddisfatti. Ormai era diventato normale fantasticare insieme, ci sentivamo al sicuro e liberi di esprimere senza filtri la nostra sessualità.


Proprio in quell’afosa primavera, questa statica situazione, avrebbe iniziato a mutare ed evolversi. Un suo collega di lavoro, Alessandro, uno dei suoi più intraprendenti spasimanti, non nascondeva il suo interesse per lei. Lo conoscevo solo di vista, raramente ci avevo parlato, se non per qualche rapido e cordiale saluto di circostanza. Tuttavia, grazie al rapporto speciale e complice che intrattenevo con la mia compagna, ero costantemente aggiornato sulla sua procace condotta e le “speciali attenzioni” che rivolgeva alla mia ragazza. Mi doleva ammetterlo ma Alessandro era obiettivamente un bel ragazzo; più grande di noi giusto di qualche anno, alto, moro e due misteriosi occhi scuri. A completare il suo profilo, si aggiungevano un bel fisico atletico e un carattere scherzoso e spigliato, condito da qualche tratto presuntuoso e arrogante, tale da renderlo un tipo piuttosto ricercato dalle ragazze. Con questo ritratto era palese che il gentil sesso lo definisse “un gran figo”. Dalle poche informazioni carpite fino a quel momento, godeva della fama di playboy. Secondo quanto appreso da Giulia, il tutto era confermato da alcune clienti, con le quali aveva intrattenuto brevi flirt. Proprio questa nomea, oltre al rispetto dei colleghi maschi, gli aveva donato la reputazione di sciupa femmine.


Non nutrivo nessun tipo di sudditanza psicologica nei suoi confronti, anche se avevo meno esperienza di lui in fatto di donne. Anch’io potevo definirmi un bel ragazzo, sicuro delle mie potenzialità. Alessandro, nonostante ufficialmente impegnato da alcuni mesi in una relazione sentimentale, tutti i giorni, non perdeva occasione per provarci spudoratamente con Giulia. Lavorando insieme da qualche tempo, la confidenza era parecchia. Gradualmente tentava di spingersi sempre oltre, arrivando addirittura a provocarla con complimenti e battutine insolenti. Focalizzava la sua sfrontatezza, nell’evidenziare il suo bel culetto e le sue labbra cosi perfette. Ovviamente Giulia non vedeva l’ora di tornare a casa per raccontarmi tutti i dettagli e farmi ingelosire, col chiaro intento di stimolare la mia eccitazione. Così, senza neanche rendercene conto, lo avevamo elevato a protagonista dei nostri desideri segreti. Davamo per la prima volta, un viso e un nome all’uomo che, nelle nostre fantasie era diventato il prescelto. Il nostro gioco clandestino continuò per diverse settimane permettendo così, ad Alessandro e Giulia, di fortificare il legame adultero. Occasionalmente, confermando la nostra complicità, arrivammo addirittura a messaggiare con lui fino a tarda sera. Lo provocavamo con frasi allusive e ammiccanti, godendo dalle sue risposte sempre più appassionate e piccanti. Più l’eccitazione saliva, più i messaggi si facevano espliciti. Il flirt proseguiva inesorabilmente anche dal vivo con frequenti frecciatine e sguardi ammalianti, che integralmente Giulia mi riportava in modo focoso e allettante, facendomi letteralmente impazzire di piacere. Talvolta la tensione era così alta che decideva di informarmi immediatamente inviandomi alcuni messaggi sugli ultimi sviluppi:


GIULIA: La cosa inizia a sfuggire mano! Vuoi sapere cosa ha combinato oggi Ale?


IO: Non ho dubbi, ha fatto il porco come suo solito?   


GIULIA: Oggi in particolar modo! Prima di rientrare in ufficio, siamo rimasti soli al termine della pausa caffè. Ha continuato a scherzare pesantemente sul mio bel fondoschiena!


IO: Il solito maiale. E tu? Hai fatto anche stavolta la brava gattina?


GIULIA: No! Ho fatto un po’la stronzetta e l’ho preso in giro, dicendogli che tanto poteva solo limitarsi a guardarlo! In tutta risposta lui ha replicato dicendomi se voleva poteva anche toccarlo.


IO: Certo come no! Un po’come fa all’inizio delle nostre fantasie! E tu cosa gli hai risposto?


GIULIA: Bè, l’ho sfidato pensando non avesse il coraggio… Lui si è avvicinato e mi ha messo la mano sulla chiappa! Non credevo lo facesse sul serio!


IO: Come la mano sul culo? Una toccatina di sfuggita?


GIULIA: No, no! Mi ha proprio palpata per alcuni secondi prima che riuscissi a respingerlo. Diciamo che ha avuto modo di tastarlo piuttosto bene!


IO: Eh, ci sono voluti tutti quei secondi per respingerlo? Che cavolo, c’era qualcuno, pensi vi abbiano visto?


GIULIA: Ma davvero?! Ale ha palpato il culetto della tua dolce fidanzatina e l’unica cosa di cui ti preoccupi è che nessuno ci abbia visti? Sei tu il vero pervertito. Ora devo andare, ti racconto meglio a casa. Ps. Tranquillo, nessuno ci ha visti, smack!


IO: Ti fai palpare a lavoro e la colpa è mia? A dopo ti amo, fai la brava.


Questo era solo il primo concreto episodio. Tutto lasciava presagire, in maniera velatamente esplicita, la reale possibilità che, da un giorno all’altro, potesse succedere qualcosa di irrimediabile!


Questo era solo il primo capitolo, i successivi e tanto altro sono disponibili sul sito www.cuckyita.it


 


 


 


 

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