Quando io e la mia ragazza decidemmo di frequentare l’università di Verona, mai avremmo pensato che il nostro rapporto avrebbe perso una “certa piega”.


Dopo la laurea triennale avevamo deciso di proseguire gli studi a Verona. 22 anni io, 22 lei. Stavamo insieme dalla seconda liceo, mai ho capito che cosa ci abbia trovato in me. Sono un ragazzo normale, carino il giusto, ma tutt’altro che un figo. Sono alto sul metro e 75, e sono un po’ grassoccio, sono abbastanza sedentario e pigro, e la vita mondana non fa per me. Sono anche piuttosto introverso e non brillo nei rapporti umani.


Lei invece, Priscilla, è sempre stata una ragazza spigliata, sveglia, intraprendente ed energica. Diciamo che è quella che porta i pantaloni nella coppia…lei sceglie e io mi adatto, non che mi dispiaccia visto che non ho interessi particolari, quindi la assecondo quasi sempre. Se io sono un ragazzo nella media, lei è una ragazza bellissima. Atletica, sensuale, curve mozzafiato, culo sodo, una seconda di seno, capelli arancioni e bellissimi occhi azzurri accentuati dal suo make-up un po’ vamp. Avrebbe potuto avere qualsiasi uomo…aveva scelto me. Mi diceva sempre che con me si sentiva ascoltata, ero romantico, gentile e le facevo sempre qualche regalino.


A Verona avremmo fatto gli ultimi 2 anni nell’università, ci eravamo organizzati per fare gli stessi corsi, dare gli stessi esami e fare le stesse attività extracurriculari. Lei avrebbe soggiornato al campus, mentre io per risparmiare qualche soldo, sarei stato ospitato da mio Zio Livio, fratello di mia mamma e sua moglie Valentina, mia zia.


Livio era un uomo benestante. Aveva un’attività ben avviata e viveva nell’attico di uno dei palazzi del centro. Lui e zia non avevano figli, quindi furono lieti di accogliermi, anche perché non sarei stato troppo un peso, avrei passato pochissimo tempo in casa.


Quando arrivai a casa loro rimasi colpito. Erano anni che non li vedevo. Zio Livio aveva 46 anni, era basso tarchiato e quasi completamente in piazza. Occhiali tondi e un perenne sorriso in volto. Era sempre stato un uomo mite, buono e insicuro. Mi invitò ad entrare accompagnandomi nel bellissimo salone principale, qui sul divano era accomodata una donna bellissima, che non riconobbi immediatamente.


Capelli biondi occhi penetranti di color verde, gambe lunghissime e liscissime, una quarta di seno, tonnellate di sensualità mediterranea e una serie infinita di gioielli addosso. Si alzò, mostrandosi in tutta la sua bellezza, formosa e ammaliante con un grande charme. “Nipotino Rodrigo…è da tanto tempo” esclamò dandomi un bacio a stampo sulla bocca, arrossì imbarazzato. Zia Valentina era una donna di 42 anni in forma stellare. Mi trascinò sul divano con lei accavallando le sue gambe sulle mie. “Portaci da bere caro” ordinò facendo scattare sull’attenti lo zio. Mi sentivo in imbarazzo, quella donna emanava sesso da tutti i pori. Lo zio tornò poco dopo con 2 martini ghiacciati che ci servì con tanto di vassoio…sembrava avere una certa manualità come cameriere e si sedette sull’altro divano, lasciando la moglie come una pianta rampicante su di me. “Allora come va la tua vita sentimentale nipotino?” mi domandò zia stampandomi un bacio sulla guancia, lasciandomi l’impronta del rossetto, “piuttosto bene direi, ho una ragazza che amo alla follia” esclamai un po’ imbarazzato.


Zia sussultò ritraendosi, lanciando uno sguardo al marito. L’improvviso cambio di atteggiamento mi aveva lasciato perplesso, non capivo, Zio sembrava piuttosto deluso, mentre Zia aveva una smorfia scocciata dipinta in faccia. “Tua madre aveva detto che ti eri lasciato con la tua…ehm…Priscilla?” domandò lo zio, “si…cioè…ci eravamo presi una pausa di riflessione, ma siamo tornati insieme più innamorati di prima” annuncia ridacchiando. Zia si alzò “ci vediamo a cena…vado ad allenarmi” esclamò allottandosi dal salone.


Li per li non capì…ma giorni dopo l’avrei fatto…


Passò qualche giorno. Una sera di metà settembre uscii con la mia ragazza. Litigammo e tornai a casa prima del previsto scoprendo i passatempi degli zii…


Entrai in casa, era tutto buio, pensai gli zii fossero andati a cena. Scazzato mi spogliai seminando i vestiti per tutto il soggiorno, li avrei raccolti dopo, mi stavo per togliere anche le mutande quando senti un gemito piuttosto intenso. Era chiaramente mia zia. Mi sentii in imbarazzo. Gli zii stavano scopando? Un altro gemito ancora più forte del precedente giunse fino al salone, poi un altro e un altro ancora.


Raggiunsi il corridoio che dava alla zona notte, i gemiti erano sempre più forti, localizzando perfettamente da dove provenisse il rumore. La porta della camera matrimoniale era socchiusa e da essa filtrava la luce. Mi avvicinai in punta di piedi e mi affacciai…non potevo credere a quello che vedevo.


Zia era messa a pecorina, mentre un uomo di colore sui 50 la scopava da dietro con energia e vigore. Il pene nero entrava e usciva dalla figa di mia zia mentre questa gemeva come una cagna in calore…ma non era tutto, accanto a letto c’era lo zio che strofinava la gabbietta che gli rinchiudeva il pene in un goffo tentativo di provare piacere. Quella scena mi eccitò in maniera pazzesca…zia sbattuta come una cagna, l’uomo di colore che la sbatteva e lo zio che guardava. Tirai fuori i miei 13 centimetri di pene eretto e cominciai a masturbarmi guardando la scena.


“Vai Jamal…Vai…ahhhh” godeva la zia mentre l’uomo di colore aumentava il ritmo, “brutta puttana sto per sborrare” esclamò ansimando, “caro guarda bene” disse zia guardando lo zio gemendo. Jamal riversò tutta la sua sborra dentro la zia, mentre questa raggiungeva l’orgasmo, solo allora il suo amante sfilò l’attrezzo. Rabbrividì, avrà avuto una verga di 27 cm…e tutta quella bestia fino qualche istante prima era interamente affondata nella vulva della zia. L’amante non era ancora sazio però, andò a posizionarsi di fronte alla donna a senza tanti complimenti le infilò il cazzone in bocca. Zia era a bocca aperta sdraiata sul letto a pancia insù, con la testa parallela al bordo del letto, mentre il suo amante le scopava la bocca. Non avevo mai visto nulla di simile, era eccitatissimo, e la cosa che successe dopo mi fece eccitare ancora di più…Zio andò sul cavallo della moglie, ancora gocciolante di sborra, e con la lingua andò a ripulire quel mix di umori. Non resistetti e venni in contemporanea di Jamal che riverso il suo carico direttamente di gola della zia…gemetti talmente forte che nella camera matrimoniale calò il silenzio. “Chi c’è li!?” domandò l’uomo di colore piuttosto arrabbiato.


Ora l’avevo fatta…era una statua di sale, ancora li con il pene in pugno che gocciolava. Jamal spalancò la porta beccandomi. “Rodrigo? Ma…non dovevi uscire con la tua ragazza?” mi domandò il zio sbigottito, “si…ma abbiamo litigato e sono rientro prima…e poi ho sentito dei rumori…e com’è come non è eccomi qui” esclamai ridendo nervoso. Jamal ridacchiò “con quel affarino ci credo che la tua ragazza litighi con te” esclamò arrogante andando a prendere posto accanto alla zia, che nel frattempo aveva indossato una vestaglia. “Lui sarebbe il ragazzino con cui ti volevi divertire?” continuò Jamal sempre più sprezzante, “eh già…ma non tocco la roba di un’altra donna -rispose zia accendendosi una sigaretta- ti piace quello che hai visto?” mi domandò poi. Sorrisi nervoso “ehm…scusate ho dimenticato una cosa al bar…ci vediamo più tardi…scusate l’interruzione”. Tagliai la corda indossando i primi abiti mi fossero capitati in mano. Ero confuso, ma tremendamente eccitato.


Rientrai a notte inoltrata e uscii di prima mattina, volevo evitare il più possibile gli zii, ma quella sera stessa a cena…venni atteso al varco.


Rientrai a casa verso lo 20, speravo di aver evitato la cena, invece Zia e Zio mi stavano aspettando. Avevano ordinato take away, e con loro era presente un ospite. “Priscilla?” esclamai sorpreso, la mia ragazza era a tavola con gli zii, si alzò e venne a baciarmi, “scusa per ieri sera” esclamò trascinandomi sulla sedia accanto a lei. “Ho telefonato all’università…e ho chiesto di una certa Priscilla, come ben puoi immaginare non è stato difficile trovarla, l’ho invitata a cena…cosa aspettavi a presentarcela?” esclamò la zia ridendo. Cominciammo a mangiare. Priscilla si comportava da vera fidanzatina, mentre io non riuscivo a far altro che pensare alla sera prima…a zio, zia e Jamal…invitare Priscilla doveva essere un modo per leccarmi un po’ il culo? Questo pensavo, cercavano di essere gentili perché in imbarazzo…ma la verità era un’altra.


“Allora cara…come va il sesso con Rodri?” domandò zia di punto in bianco, impallidii, “oh beh…diciamo che non mi lamento dai” rispose divertita Priscilla tutt’altro che imbarazzata. “Buon per voi…se sapeste alla vostra età che numeri facevo…italiani, inglesi, africani…ah una volta persino un vietnamita” ridacchiò zia, “oh beh…io sono stata fortunata di aver trovato l’amore subito…” rispose Priscilla dandomi un bacio sulla guancia, “buon per te…ma a lungo andare il tutto sarà monotono…” commentò zia Valentina bevendo un calice di vino. Priscilla le sorrise garbata, non afferrando, “io mi lascio andare volentieri a qualche scappatella sai? E ho un amante fisso…e questo ha ravvivato la vita sessuale tra me e mio marito…dico bene caro?” annunciò zia sorridendo verso lo zio, “esatto cara”. Zia sorrise divertita “vedi…i maschi beta come mio marito e il tuo Rodrigo, vanno bene per farsi viziare, amare e ricevere affetto…ma per il sesso, scusate se ve lo dico ragazzi, non siete adatti. Troppo romantici e dolci. Noi donne abbiamo bisogno di essere possedute e scopate come cagne…e grazie al cielo per questo esistono i maschi alpha” sentenziò bevendo un nuovo calice di vino. Priscilla rimase in silenzio, mentre zio elogiava la moglie “ben detto cara. Noi beta abbiamo il compito di amarvi ed esservi devoti e fedeli. Ma per il sesso e giusto che sia un vero uomo a montarvi.”


Quei discorsi…così umilianti, così sminuenti…così eccitanti. Mi venne un’erezione. Priscilla mi guardò stupefatta e confusa, si era resa conto che qui discorsi mi avevano eccitato. “Rodri ma che…” non fece in tempo a finire la frase che suonarono al citofono. “Vado io, dev’essere il nostro ospite” annunciò Zio scattando sull’attenti.


Sudai freddo…già immaginavo chi fosse quell’ospite…Zia mi stava incastrando.

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