Da quel giorno cambiò qualcosa. La padrona era meno severa e sadica nei miei confronti, restava sempre acida e lunatica e in ditta era la solita tiranna, ma era più buona nei miei confronti, spesso mi permetteva di dormire con lei e mi permetteva, quando questo succedeva, di dormire abbracciato a lei cucchiaio.
Era passata qualche settimana e un sabato pomeriggio il citofono del portone suonò. Zia nuotava in piscina, sembrando quasi una sirena, ero estasiato ad ammirarla…maledetto citofono pensai andando alla porta.
“C-ciao” la ragazza corriere araba era di fronte a me che mi porgeva un pacco, “ciao…Zahira giusto? E bello rivederti” esclamai ammaliato, lei sorrise timida guardandosi nervosamente attorno, “zia è in piscina, non preoccuparti” annuncia ridacchiando, a quelle parole la ragazza parve molto più sollevata. Mi passò il pacco, che posai distrattamente a terra, nonostante il capellino e la divisa 2 taglie più grandi, ero a dir poco attratto da quella ragazza dalla pelle ambrata, e pure lei come mi era parso la volta prima, sembrava decisamente attratta da me. Restammo in silenzio per qualche istante, poi una voce severa ci riportò alla realtà, “toh…la nostra cara Zahira EL-Arabi…22 anni…provenienza Libano…immigrata in Italia a 16 anni…nessun parente in vita” annunciò Zia raggiungendoci alla soglia, gocciolante con solo il bikini addosso. Sudai freddo…l’ultima volta era finita davvero male per me…e dopo tutti i progressi fatti con la zia in quelle ultime settimane rischiavo di buttare tutto in frantumi. “Entra su…” esclamò la zia spalancando il portone. Zahira era sbiancata, mi cercò spaventata con lo sguardo, ero terrorizzato quanto lei. “G-grazie signora…ma ho delle consegne da fare” annunciò la ragazza cercando di tagliare la corda, “ho detto di entrare…se non vuoi ritrovarti sul primo aereo per il Libano entro domani sera!” esclamò con autorità la zia invitando entrambi a seguirla.
La padrona ci condusse al salone principale, accomodandosi sul divano. “Sedetevi ragazzi. Volete stare in piedi come i cavalli?” ghignò zia. Io e Zahira prendemmo posto sullo stesso divano, tesi come corde di violino, mentre Clelia accavallava le gambe infilandosi un dito in bocca, “Togliti quel cappello ragazzina…e quella stupida divisa” ordinò facendo arrossire la ragazza. Zahira si tolse i capelli, liberando dei bellissimi capelli mori che le arrivavano fino alle spalle, poi tentennante si tolse anche la camicia della compagnia di spedizioni, restando con un solo top nero a coprirle l’abbondante seno, almeno una terza. “Ora le braghe. Muoviti” ordinò Zia sogghignando. Zahira era rossa come un peperone, tremando si sfilò la cintura, poi si bloccò “la prego signora, non ho fatto nulla di male. Sono una brava ragazza che lavora onestamente, perché mi sta facendo questo?” domandò impacciata non riuscendo nemmeno a guardare mia zia negli occhi. Clelia rimase impassibile, fissandola con severità, Zahira incrociò per un istante il suo sguardo, tanto bastò per convincerla, lasciò scivolare i pantaloni sul tappeto rimanendo nuda, coperta solo dal top e una mutanda.
Zahira era davvero una splendida ragazza. Forme sensuali, carnagione ambrata, capelli setosi neri, tette abbondanti e un sedere a mandolino, il suo viso poi, dolce, con il suo taglio degli occhi tendente verso l’altro con iride verde e le sue labbra carnose. “Nipotino che ne dici? La tua amica è proprio una bella donna!” esclamò la zia alzandosi andando a raggiungere Zahira, afferrandole il viso. Prima che me ne rendessi conto la padrona aveva infilato la lingua nella bocca della nostra ospite. Zahira tentava timidamente di opporsi, ma la zia continua imperterrita l’azione staccandosi dalla giovane solo dopo averla limonata per bene. Zahira era confusa e intontita, tanto che non riuscì nemmeno vagamente a opporsi all’azione seguente. Zia le sfilò il reggiseno, liberando le poppe di Zahira all’aria, andandole avidamente a succhiarle i capezzoli.
Quella visione celestiale fece decollare il mio arnese dentro i pantaloni, ero estasiato ma completamente incapace di muovere un singolo muscolo. Zahira ansimava pesantemente mentre Zia si era ora spostata sulla sua fighetta completamente depilata, leccandola danzandoci sopra con la lingua. Finalmente il mio corpo riprese ad obbedire ai miei comandi, con cautela e circospezione mi avvicinai alle due donne, andandomi a inginocchiare dietro il sedere della ragazza libanese. Nessuna delle due donne si era accorta della mia presenza tanto erano prese dal sesso orale. Presi l’iniziativa e con grande dolcezza cominciai a leccare il buchetto del sedere di Zahira, azione che provocò un forte gemito nella ragazza. Zia danzava con la sua lingua sulla vulva, e io sul buchetto, e in pochi minuti la ragazza ambrata raggiunse l’orgasmo, squirtando in faccia a Zia. Zahira mi crollò in braccio ansimando, sudata e provata, ero durissimo e con un forte desiderio sessuale mentre guardavo quella meraviglia araba tra le mie braccia. Zia si asciugò gli umori della giovane ospite dalla faccia andando a prendere posto sul divano, si sfilò il bikini, si leccò due dita e li affondò nella sua figa, “non abbiamo finito giovanotta, ora che sei bagnata puoi accogliere senza problemi il cazzone di mio nipote” annunciò cominciando a masturbarsi. Zahira sussultò, e timidamente balbettò “s-signora…non me la sento…sono vergine” ma lo sguardo glaciale di zia non permetteva repliche. La giovane abbassò lo sguardo e timidamente si avvicinò al mio cavallo, abbassò impacciatamente i miei pantaloni e poi liberò il mio cazzone drittissimo al vento. “Leccalo” ordinò la signora, Zahira, molto impacciata, mi leccò la cappella, poi un po’ alla volta si infilò tutto l’uccello in bocca cominciando a pompare. Ero in estasi. Una ragazza bellissima mi stava succhiando il pene e di fronte a me potevo vedere la mia splendida padrona masturbarsi, non resistetti molto e venni direttamente in bocca di Zahira senza nemmeno avvisarla. “cof…cof” la ragazza tossì pesantemente sputando parte del mio sperma sul pavimento, azione che divertì non poco la padrona, “dilettante…ora mettiti a 4 zampe…il piatto forte. Massi si prenderà la tua verginità” esclamò Clelia continuando a toccarsi. Zahira mi guardò timidamente “sai, mi piaci un sacco, ho preso una cotta per te dal primo momento che ti ho visto…avrei voluto conoscerti meglio prima di fare questo…ma a arrivati a questo punto…” disse posizionandosi a gattoni allargando la figa con due dita. Eccitato e incredulo afferrai il mio arnese, e dopo aver scambiato uno sguardo con la zia e aver ottenuto il suo benestare, penetrai Zahira. Lei si lasciò andare in un grido di dolore che divenne ben presto piacere, mentre il mio sesso entrava e usciva dalla sua vagina sanguinante. Ansimava. Godeva. Gemeva. Il nostro amplesso durò qualche minuto finché non venni riversando il mio liquido seminale direttamente nel suo utero. “E’ così caldo…è così appagante” gridò lei venendo per la seconda volta in contemporanea di mia zia che si lasciò andare in un rumoroso orgasmo. Mi sentivo appagato e fortunato, mentre zia si era stravacata sul divano tenendo le gambe aperte con la vulva bagnatissima in bella vista, mi stavo per alzare per andare a soddisfare anche lei, ma Zahira gattonò verso si lei. Esausta si trascinò tra le gambe di Zia Clelia andando a leccare la figa della donna che l’aveva praticamente forzata al sesso, cosa che la padrona gradì.
Zia Clelia invitò Zahira a rimanere quella sera e da quel giorno in poi la ragazza libanese divenne parte delle nostre vite, in breve tempo venne a vivere da noi, zia l’assunse come governante di casa…nonché amante a tempo pieno di entrambi. La nostra atipica famiglia ben presto si allargò. Zia diede alla luce un maschio, Raffaello, mio figlio primogenito, mentre Zahira a distanza di qualche anno partorì Rebecca, la mia secondogenita, loro e le loro madri sono le migliori cose successe nella mia vita…e devo dire che i miei figli mi assomigliano parecchio, io ero cotto o sono tutt’ora innamorato di mia zia, mentre loro…beh, oggi hanno 18 e 16 anni e come il babbo praticano l’incesto, infatti fanno sesso tra di loro da già qualche anno ormai, anche se io e le loro madri fingiamo di non sapere.
PRIMA PARTE
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SECONDA PARTE
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TERZA PARTE
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CIao. Hai mai provato a pubblicare sul nostro "salottino" esclusivo, per soli scrittori? Prova, Giovanna Esse.
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