Ho una specie di “Déjà vù” che mi accompagna dai tempi della mia pubertà ad oggi e non so, se è solo fantasia o se, successo realmente. Mi vedo seduto in mezzo ad una stanza, ero molto piccolo, potevo avere due o tre anni, La mia ex tata una ragazza sui vent’anni, sul pavimento a carponi davanti a me lato sedere con le mutandine abbassate e io che con le mie piccole manine traffico in mezzo alle sue chiappe nella zona dell’ano con delle cartine di caramelle che lei mi passava, nessun altro particolare. Non so se questa cosa abbia influenzato la mia venerazione per il lato B femminile, ma sta di fatto che, nonostante tutte le mie voglie e tentativi con le varie amiche o fidanzate di turno di provare questa “pratica”, non sono mai andate a buon fine. Arrivai così ha 22 anni. Quell’anno conobbi una bella ragazza con tutte le cose al punto giusto, dimostrava diciotto, vent’anni, scoprii più tardi che di anni ne aveva tredici!!! Non datemi del pedofilo perché 13 anni non li dimostrava proprio e m’innamorai perdutamente. Lory, questo è il suo nome, per me era amore con l’A maiuscola, siamo stati legato per più di tre anni. Nonostante la giovane età, a letto era un’animale da guerra, non sono stato il suo primo ragazzo e non ho mai voluto chiederle dei suoi trascorsi. Lory, di esperienza che ne aveva veramente tanta, facevamo sesso appena potevamo anche nei posti più strani ma l’anale mai, era un argomento che nessuno dei due aveva mai affrontato. Un caldo pomeriggio di Luglio eravamo soli a casa sua, dopo il pranzo ero in cucina seduto dietro di lei ad ammirare il suo culetto che si muoveva a ritmo mentre stava insaponando le ultime stoviglie, ho sentito una voglia irresistibile di appoggiaglielo tra le chiappe, mi sono alzato dalla sedia e avvicinato con passo felpato, lei aveva addosso solo le mutandine e un grembiulino per ripararsi dagli schizzi d’acqua, appoggiai il sesso duro ancora nei miei pantaloni contro le sue natiche e contemporaneamente cominciai a baciarle la schiena nuda, questo mio giocherellare le piaceva e inarcava la schiena: “Smettila che sto lavando i piatti”. Ma il suo corpo diceva tutt’altro, io con la lingua ero arrivato fino in fondo alla schiena e mentre con le mani continuavo a massaggiare il suo seno con i denti ho afferrato l’elastico delle mutandine e le ho tirate giù fino a scoprire quel meraviglioso culetto con ancora il segno bianco del costume, poi mi sono rialzato e calato pantaloni e mutande ho appoggiato di nuovo il mio cazzo duro tra le sue chiappe, sentivo il suo corpo assecondare i miei movimenti e la sua euforia scherzosa lasciare spazio a sospiri di piacere e di voglia, mi staccai di nuovo e m’inginocchiai per riprendere col la lingua il percorso interrotto arrivai in mezzo alle natiche, con le mani scostai i suoi glutei e guardai quella rosellina, tormento di tanti anni e notti insonni. No non l’avevamo ancora fatto l’anale perché mi dava l’impressione che non fosse interessata. Oggi però stranamente sto prendendo coraggio, sarà colpa del vino bianco fresco che abbiamo bevuto in abbondanza a pranzo, sarà la magia della situazione ma sono arrivato con la lingua proprio lì sul buchino e ho cominciato a muoverla prima di piatto a mo’ di leccata e poi irrigidendola in punta a forzare molto dolcemente quell’ingresso ancora sconosciuto. Avevo paura che da un momento all’altro mi dicesse di smetterla ma, non una parola usciva dalle sue labbra solo gemiti di piacere, non so quanto sono rimasto lì a leccare e venerare quel buchetto ma so, che ad un certo punto le ginocchia cominciarono a farmi male come il cazzo che era ancora negli slip gonfio e dolorante da quanto era in tiro. Mi alzai di nuovo, lei sempre appoggiata al lavello della cucina, presi il cazzo in mano alla radice e cominciai a strusciare la cappella tra le sue natiche su e giù lentamente con movimenti intensi come se stessi dipingendo, nel frattempo con la bocca leccavo e mordicchiavo dietro alle sue orecchie sul collo e mentre con la mano destra continuavo a pennellare in mezzo alle sue morbide natiche, con l’altra mano mi sono intrufolato davanti sotto il grembiulino lì in mezzo alle sue gambe trovando una vagina bagnata di umori, cominciai a massaggiare le grandi labbra mentre dietro la mia cappella era appoggiata al suo buchetto umido di saliva, cominciai lentamente a spingere per entrare, ma la cappella scivolava via sopra, sotto, non ne voleva sapere di varcare quel buco, forse l’emozione della prima volta forse la posizione non favorevole, ma nonostante l’abbondante lubrificazione non c’era verso di entrare cominciai ad essere un po’ impaziente e più deciso nello spingere ma Lory ad un certo punto mi riprese: “Piano fai piano è la prima volta che lo faccio mi stai facendo male” Le sue parole mi bloccarono perché sottolinearono che era la prima volta anche per lei…L’atmosfera si era un po’ ammosciata, ma la voglia di quel culetto assolutamente no, la girai e la baciai sulla bocca mentre sentivo la sua mano che si era impossessata del membro ancora duro e carico, lo accarezzava lentamente poi senza dire una parola mi prese per mano e mi trascinò in camera dei suoi, camminava stranamente come un pinguino poi guardandola meglio realizzai che aveva ancora le mutandine sulle caviglie che le impedivano di muoversi normalmente, scoppiammo a ridere e ci buttammo sul grande letto matrimoniale, si liberò velocemente del grembiulino e delle mutandine come anche io stavo facendo con i miei vestiti, siamo rimasti qualche minuto così nudi sdraiati sul letto io sulla schiena e lei a pancia in giù. Più guardavo quel culetto e più la voglia mi saliva, non poteva finire così, mi avvicinai al suo corpo, le accarezzai la schiena la baciai e con accento romanesco da milanese DOC le dissi sorridendo: Lo famo strano?” Lei non rispose ma sorrise, era chiaramente un sì, infilai la mia mano sinistra sotto il suo corpo fino ad arrivare al suo clitoride cominciai a masturbarla, con l’altra mano le massaggiavo le natiche e piano piano sono entrato in mezzo alle sue cosce da dietro per arrivare alla vagina che, ho trovato ancora fradicia di umori, con le dita ho raccolto i suoi umori e li ho trascinati su nella zona anale, ho cominciato un massaggio rotatorio lubrificandolo e poi con il dito medio ho cominciato a forzarlo entrando fino alla prima falange, sentivo il suo buchino caldo e stretto sono di nuovo uscito per prendere altro lubrificante facendo il tragitto opposto e tornai a spingere ancora il dito in quel pertugio che offriva sempre meno resistenza, nel frattempo con l’altra mano continuavo la masturbazione sentivo il suo corpo muoversi al ritmo del mio massaggio clitorideo e il suo sedere andare incontro al mio dito medio che era entrato fino alla seconda falange. Lei allungo la mano e mi prese il cazzo stava per cominciare a masturbarlo ma le chiesi di non farlo ero troppo eccitato dalla situazione avrei sborrato subito li sul letto senza riuscire ad entrare, ubbidì e si fermò tenendolo solo avvolto nella mano. Ho ritirato nuovamente il dito dal suo buchino per fare ancora scorta di lubrificante, questa volta prima di rientrare nell’ano, sovrapposi il medio all’indice ed entrai con entrambe le dita, il suo buco si stava rilassando e dilatando ulteriormente grazie anche al massaggio rotatorio e all’abbondante lubrificazione, l’aumento di volume col secondo dito, fu per Lory la scintilla, cominciò a dimenarsi e alzare il culo per agevolare meglio l’introduzione profonda delle dita, che adesso scivolavano agevolmente, conoscevo il suo corpo da come si dimenava sapevo che era sul punto di venire, poi una supplica “ Mettimi il tuo cazzo, ti prego inculami sto venendo”. Tolsi velocemente le dita e mi misi in mezzo alle sue gambe mentre lei continuava a muoversi per effetto della mia masturbazione mai interrotta, puntai la cappella verso il buco e approfittai del culo che mi veniva incontro per entrare di colpo nel suo intestino, cinque secondi dopo ho sentito il budello di Lory contrarsi con violenti spasmi. Era venuta! Deve essere stato un orgasmo speciale perché non parlava più sentivo solo il suo respiro affannato e le gambe che le tremavano, io lì, sopra di lei col mio bastone conficcato fino alla radice nel suo culo, immobile, e francamente disorientato, non sapevo cosa fare se uscire oppure… Fu la sua voce che mi tolse dall’imbarazzo: “ Resta dentro, sto cercando di abituarmi a questa nuova sensazione strana calda ed invadente … mi piace” Restai sopra di lei fermo solo qualche secondo, poi iniziai a baciarla sul collo, sulle spalle, cominciai a muovermi dentro di lei indietreggiando un pochino per poi ritornare dentro fino a sentire di nuovo le mie palle schiacciarsi sulle sue natiche, man mano che proseguivo con questo massaggio anale cercavo di pensare alle cose più strane per resistere almeno un pochino di più e non sborrare subito, ma era dura, ad un tratto sentii il suo culo roteare intorno al mio cazzo prima lentamente e poi sempre più forte, vidi la sua mano sparire sotto il suo corpo alla ricerca del clitoride: “Sto per venire ancora, dai vieni anche tu godiamo insieme” A quella supplica obbedii immediatamente, scaricai tutto lo sperma che avevo in corpo in quel budello rovente che si contorceva di spasmi mungendomi il cazzo ormai scarico, sentivo il cuore che mi pulsava in testa e il membro che si sgonfiava nel suo intestino, Ero felice di avere finalmente provato questa esperienza. Naturalmente aperta la strada diventò una buona abitudine farlo in molte occasioni e con molte varianti, ma, questa è un’altra storia…


 

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Categorie: Prime Esperienze
Tag: Amatoriale