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Piacere liquido nelle mie mani
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– raccontarmi la tua fantasia erotica e giocarla con me
– darmi la tua opinione sul racconto
Finalmente l’hai capito! Per ottenere il massimo godimento devi abbandonare tutte le tue convinzioni e manie di controllo: dimentica ciò che sei stata, muori e rinasci come pure oggetto di piacere nelle mie mani.
Era inevitabile prima o poi decidessi di chiudere con il tuo ragazzo (adesso il tuo ex): da quando non ti regalava un orgasmo? Da quando avevi preso, dopo aver chiavato con lui, a nasconderti in bagno con la scusa della doccia per darti il piacere da sola? Odio il sesso che diventa routine, il sesso che s’accontenta e smette di scavare più a fondo nelle tue perversioni. Lo odiavi anche tu. Il giorno che lo hai mollato mi hai chiamato, dietro il telefono io sorridevo; mi avevi detto che eri pronta, volevi diventare il personaggio di una mia fantasia e concederti interamente ai miei capricci; avrei potuto farti ciò che volevo, ti saresti fidata. Così avevo deciso di darti appuntamento in un parco appena fuori il centro di Bologna, all’una di notte; mi avresti aspettata seduta su una panchina vestita come ti avevo ordinato: un vestitino nero corto che diventa trasparente appena sopra i seni e in una lunga striscia che le attraversa in mezzo, sandali alla schiava e niente intimo. Speravo che nel recarti al parco avresti incrociato lo sguardo scandalizzato ed eccitato di qualche ragazzino intento a farsi le canne, magari qualche vecchio ti avrebbe salutata con l’uccello di fuori.
Ora sei qua puntuale seduta sulla panchina e mi scrivi un messaggio “Dove sei?”. Anch’io sono arrivato puntuale al nostro incontro ma voglio osservarti un pochino da lontano. Mi nascondo dietro un albero lontano una decina di metri da te e mi accendo una sigaretta. Voglio assaporarmi ogni istante perché moltiplichi il desiderio. Sei vestita come t’avevo chiesto, ma il trucco è una tua aggiunta. Brava…Ti sei imbellettata come una troia di quarta fascia, pacchiana ed eccessiva. Allora fai sul serio? Butto nel posacenere portatile che porto sempre con me la cicca della sigaretta fumata . Per essere più coerente al mio personaggio dovrei buttarla a terra con menefreghismo magari dopo avertela spenta su un braccio. Ti vengo incontro, passo deciso e braccia ondeggianti. Pupa, sono un gangster. Tu mi sorridi e mi saluti sventolando la mano. Il tuo sguardo non mente, hai temuto per un attimo non mi presentassi. Sciocchina, non potrei mai perdermi una serata come questa. Ti saluto e mi siedo accanto a te. Indosso un cardigan grigio abbottonato fino a metà busto, una camicia bianca, una cravatta blu e pantaloni dello stesso colore della cravatta. Faccio il consulente aziendale e oggi ho avuto una giornata davvero faticosa. Puzzo ma so che ti piaccio silvestre. Ho le borse sotto gli occhi, queste sono causate dalla troppa caffeina che assumo durante il giorno e mi portano a passare in bianco le notti. Ti chiedo come fosse andata la giornata, rispondi che il tuo ex ti ha scritto un whatsapp dicendoti che non puoi vivere senza di lui. “Gli invieremo una foto dopo, così vede che te la stai spassando” è la mia risposta maliziosa. Mi chiedi come fosse andata a me, ti dico che mi servirebbe un massaggio alle spalle per cominciare. Rispondi prontamente al mio ordine, ti disponi alle mie spalle e mi massaggi. Hai mani morbide e dita affusolate.“ Brava ma ora ti dimostro io come si fa”, ci diamo il cambio: tu ti siedi e io ti sono dietro. Però io non ho alcuna intenzione di massaggiarti e lo capisci presto: mi chino su di te, ti sfilo le spalline del vestito e ti impasto i seni. Sono miei adesso! Posso disporne come voglio: te li scuoto, te li strizzo l’uno contro l’altro, ci sputo sopra…Sì, ti sputo sulle tette per vederle insaponarsi della mia bava. Mi fermo. Mi stanno andando a fuoco i boxer e mi abbasso la cerniera. Ora il mio pene si erge al sopra della tua testa: è lungo, ho qualche centimetro più del tuo ex, ma soprattutto è grosso. Vene bluastre lo irrorano costantemente di sangue assicurandone la tenuta. Lo voglio nella tua bocca. Ti metti in ginocchio sulla panchina per adempiere più comodamente al tuo compito. Vuoi conquistare un uomo? Fagli un bel pompino! Te lo fai scomparire per metà dentro la cavità orale. Sei eccitata porcellina? Con una mano mi titilli i coglioni e mi stimoli il perineo. Vuoi il mio scroto pieno fino all’orlo di sborra, la vuoi tenere al caldo per te. Mi spompini con una tale passione…Spompinavi così il tuo ex? Con una mano ti schiaccio il viso contro il mio pube e il mio cazzo ti finisce in gola, riempiendoti le guance su cui si nota l’eccessivo ombretto : ti scopo la bocca, oh che bocca grande che hai… Sembra stata fatta su misura per me. Però non voglio venire così. Preferisco farlo dopo dentro la tua fica e regalarti l’orgasmo più bello della vita. Sì, sono arrogante e megalomane come dici tu. Ti raccolgo con la mano i capelli in una coda, te la tiro strappandoti di bocca il mio nerbo. Non te l’aspettavi- Gridi e ti senti umiliata: coli una quantità industriale di saliva che t’insozza tette e vestito. Mi guardi perplessa, m’interroghi con quegli occhioni. Sembri una bambina a cui hanno strappato la barbie prediletta. Non ti preoccupare, il giocattolo lo avrai presto dentro la fica. Ti raggiungo dall’altra parte della panchina: mi siedo sul bordo e ti invito a sederti sopra di me ma dandomi le spalle. Cerco lo smartphone che hai lasciato cadere prima, è l’ora di inviare una fotina al tuo ex. Ti volti e mi dài un bacio in bocca. Sai che non ti è concesso ma ti eccita troppo l’idea che degli sconosciuti possano scoprirci mezzi nudi a fare sesso e ancor di più ti eccita l’idea che tra poco il tuo ex ti vedrà impalata da un altro cazzo. Sei tutta un brio. Scatterai tu la foto, ti metto il telefono in mano e in un attimo apri la chat con lui. Io ti sollevo il vestitino che è ora uno straccio, appena ti copre qualche centimetro di pancia. Mi tengo col cazzo appena fuori dalla tua rosetta, come una tigre che segue gli spostamenti della preda si tiene pronta all’attacco.
“Dici chees….ahhh”
Per poco il telefono non ti finisce a terra. Ti spingo giù i fianchi e la gravità fa il resto: ti penetro. E sai qual è il bello? Domani mattina il tuo ex si segherà su quella foto. La tua vagina, calda e umida, saluta il mio ingresso con lacrime di gioia che mi bagnano le cosce. Oh, piccina… Vai su e giù, sollevati sopra il mio nerbo e poi facci ritorno, saltellami addosso, rendimi orgoglioso! Lo sguardo ipnotizzato che hai non può essere frainteso: tra poco avrai un orgasmo. Infatti ne hai uno che ti squassa, ti squarcia le interiora, ti strema. Ti concedo un po’ di quiete. Torno a dare attenzione ai tuoi seni, con mani e bocca. La tua schiena bianca mi ricorda quella foto surrealista di… Come si chiamava? Man Ray. Le Violon d’Ingres. Ora da brava, piega le lasciati ancora condurre dal mio abbraccio: balziamo via dalla panchina così che io possa meglio sfondarti e distendere il tuo corpo madido di sudore su questo letto d’erba. Lo senti il profumo d’erba appena tagliata? Certo che no, le tue narici sono piene dell’odore del mio sesso; la tua mente non riesce a seguire un pensiero logico rotto da tanto piacere; i tuoi occhi rimandano di riflesso l’immagine della troia che vedo ansimare ai miei piedi. Tu allarghi le gambe, il tuo sesso è oscenamente esposto. Ti sei depilata per me. Adesso m’accovaccio su di te, il mio cazzo ti scivola in fica come attratto da un magnete. Gemi più forte, sai che il secondo orgasmo fa capolino. Adesso squirta per me! Ti chiavo ad un ritmo crescente, sotto le mie dite la tua clitoride è un violoncello impazzito. Sborro riversando nel tuo utero il contenuto delle mie palle. Squirti e tarantolata danzi una coreografia di piacere. Sei piacere liquido nelle mie mani.
Un uomo anziano, forse il custode del parco, ci sta aspettando al varco:
“Spero ve la siate almeno goduti”
Si, signore. E’ stata una bella galoppata.