Dopo l'esperienza con gli amici di Leo, Nico e Dario, ho preso coscienza del fatto che la bisessualità era diventato un nuovo capitolo della mia vita. Col passare del tempo, ricordavo sempre con una certa eccitazione le vicende e il piacere ricevuto dal sentirmi posseduto e nel possedere un maschio. L'unica cosa che mi rattristava un poco, era il fatto che queste emozioni non potevo condividerle con Anna, mia moglie. Con lei ho condiviso alcune esperienze di giochi fra noi, certo, ma sempre insieme, e la sua complicità in questo gioco mi mancava. Decisi di trovare il modo di coinvolgerla e ne parlai con Leo. Lui si rese subito disponibile a darmi tutto il suo appoggio e mise anche la sua abitazione a mia disposizione per qualsiasi gioco io riuscissi a creare. L'occasione si presentò una domenica al mare. Eravamo in una spiaggetta del Tirreno, poca gente e quasi tutti nudi. Anche noi nudi, ci eravamo messi un po' defilati. Vicino a noi, una coppia di ragazzi, dalla chiara tendenza gay, giocavano, e scherzavano disinvoltamente. Nel primo pomeriggio, con l'aumentare del caldo, si erano spostati un poco più indietro, vicino alla duna, dove un grosso arbusto offriva, più che ombra, un po’ di riservatezza. Pian piano, in maniera quasi impercettibile, avevano preso a toccarsi fra loro. Nel vedere questo, il mio cazzo aveva avuto un sussulto e cominciava a prendere una discreta consistenza. Osservavo loro e Anna, che li guardava fingendo indifferenza, e decisi che dovevo osare.
«Amore, che effetto ti fanno? Tu che ne pensi? Saresti capace di giocare con una donna, così?»
Gli ho chiesto, sapendo bene che la risposta sarebbe arrivata puntuale.
«E tu? Saresti capace di giocare con un maschietto?»
Mi ha chiesto quasi in tono di sfida.
BINGO! Era quello che volevo: suscitare la sua curiosità.
«Sì, credo che, arrivato alla mia età, sia quasi una bella novità da provare, ma sempre e solo se tu sei con me»,
Le ho risposto fissandola dritto negli occhi. Il suo viso si è illuminato: avevo raggiunto il primo obbiettivo; incuriosirla e, nello stesso tempo, richiedere la sua presenza per avere anche la sua complicità, ben sapendo che lei non avrebbe mai rinunciato a vedermi stare al gioco. Durante il viaggio di ritorno, ne parlammo a lungo, decidendo che, se si fosse creata l'occasione, l'avremmo messa in pratica. Lei, però, tenne a precisare che bisognava trovare la persona giusta, che, in ogni caso, avrebbe dovuto prestarsi al gioco.
«Che ne dici del commesso del negozio di scarpe? A me è sembrato che aveva un modo di fare piuttosto “particolare”», chiedo e attendo la sua risposta.
Lei ci pensa su e, con un sorriso, mi dice:
«Sì, ho avuto l'impressione che ti guardava con certi occhi che non lasciavano molti dubbi; ma come farai a contattarlo?»
Le spiegai, a grandi linee, che la domenica lui era solito correre nel percorso verde per averlo visto quando vi andavo io; che avrei potuto avvicinarlo e tastare il terreno al fine di verificare se vi potessero essere le condizioni per imbastire un gioco.
«Ma tu? Come pensi di partecipare qualora la cosa divenisse possibile?»
Lei ci pensa un po' su, poi mi risponde, guardandomi dritto negli occhi.
«A me piacerebbe vedere come te la cavi tu; poi, se la cosa dovesse intrigarmi, entrerei nel gioco, ma ciò che mi interessa molto è l'approccio di voi due».
Il giorno successivo ne parlo con Leo e lui mi dice che potremmo anticipare i tempi, parlandone al negozio, dove, in quel periodo, è solo e creare un piano. Dopo averlo fatto, ne parlo con Anna e lei, ovviamente, chiede di conoscere i dettagli di come potrà entrare in gioco. A questo punto, le mostro la casa di Leo e le spiego ogni cosa: il sabato successivo, io uscirei e, preso un taxi, raggiungo casa di lui: lei, invece, ci raggiungerà, con la nostra auto, dopo pochi minuti. Io avrò fatto in modo di lasciare il portone aperto, così lei potrà entrare e fare come meglio crede: sarà libera di spiarci e, se il gioco non sarà di suo gradimento, se ne potrà andare. Questi i dettagli del piano, cui lei promette di uniformarsi. Così, il giorno del convegno, appena dentro, lascio il portone accostato, con la luce dell'ingresso spenta; sono lì con Leo ed insieme ci recheremo nel locale attiguo, dove un grande divano, posto ai piedi del letto, ci accoglie. Subito ci denudiamo e lui prende a succhiarmi. Lo fa lentamente, mentre io sono già duro e teso: il gioco mi sta eccitando moltissimo. Il "CLAK" del portone ci annuncia che Anna è entrata e, senza guardare verso di lei, mi giro dalla parte opposta, dove un quadro a specchio sulla parete mi riflette il viso di lei che, appoggiata allo stipite, ci guarda in silenzio. Resto un po' stupito dal suo abbigliamento: indossa un impermeabile avana che la copre fino al ginocchio, scarpe con un tacco molto alto e nulla di più che faccia immaginare un abbigliamento sexy. Mi immergo nelle sensazioni che mi provengono dal pompino di Leo e gemo di piacere.
«Hai il fuoco in bocca …ummuhhmumhmm...»
Lui è scatenato; ha notato la figura nella penombra e ci sta dando dentro in maniera fantastica. Io mi metto ancor più di lato per offrire una migliore visuale, poi vedo che si apre l'impermeabile e quasi sborro: ad eccezione delle autoreggenti, è nuda sotto! Non indossa nulla. Vedo la sua mano scivolare dal seno al monte di Venere ed accarezzarsi piano. Prendo la testa di Leo fra le mani e comincio a scoparlo in bocca: lui, con la bocca piena, geme di piacere. Dopo alcuni minuti di questa pratica molto eccitante, mi giro ed incrocio lo sguardo di mia moglie. È raggiante! Mi manda un bacio e allora io prendo lui per le braccia, lo sollevo e ci adagiamo sul letto. Distesi a 69, gli prendo il cazzo in bocca e lo succhio, mentre lui, incurante del fatto che ora lei si è avvicinata per vedere meglio, mi succhia, leccandomi asta e palle. Anna si masturba e sento il rumore dello sciacquio degli umori che le sgorgano da dentro; poi si siede vicino a me e sento che mi accarezza il culo. Mi lecca il culo e poi si abbassa, fino ad incontrare la lingua di lui. Ora sono in due a succhiarmi e mi fanno impazzire. Mi allungo e lecco anch'io il buchetto di lui; vi infilo due dita dentro e comincio a prepararlo ad una penetrazione. Lui geme, si stacca da me e lascia che io lo apra, lei mi passa un flacone di gel che sta lì vicino, e comincio a lubrificarlo, mentre sento che mi sta mettendo un preservativo. Dopo un poco, restiamo tutti e tre in silenzio: ci guardiamo negli occhi ed è lei che rompe il silenzio.
«Dai scopalo, fammi vedere come gode un maschio quando gli sfondi il culo con il cazzo».
Mi dice, continuando a masturbarsi. Leo si distende supino, gli sollevo le gambe fino sopra le mie spalle e poi, lentamente, faccio penetrare la cappella nel suo culetto, che cede alla mia pressione. Lo prendo con calma e lei non si perde un solo attimo di quella penetrazione; mi accarezza e mi spinge il culo in avanti, quasi a voler anche lei partecipare all'introduzione. In breve sono tutto dentro Leo. Lo pompo, sempre sotto lo sguardo attento di Anna; gli prendo una mano e la porto sui capezzoli di Leo, e la invito a stringerli con forza; lui apprezza e gode. Lo pompo con forza, lui si masturba e lei lo aiuta. Ad un tratto esplode in un orgasmo con schizzi di sborra che bagnano il suo petto e la sua mano. Io gli riempio il culo sborrando. Lei osserva ed io sono esausto, stremato per la notevole eccitazione del momento. Mi sfilo lentamente e tolgo il preservativo restando in ginocchio, davanti a lui, che ancora ansima per il piacere provato. Lei, con un gesto semplice, lascia cadere l’impermeabile e rivela tutta la sua conturbante nudità. Si siede sul letto appoggiando le spalle alla testiera, poi apre oscenamente le cosce e ci mostra la sua fica, in tutta la sua bellezza. Incrocia il mio sguardo compiaciuto, poi si gira a guardare Leo, che le sorride mentre la guarda con occhi pieni di ammirazione. Lentamente la mano di lei scende fra le cosce e comincia ad accarezzarsi il su fiore. Socchiude gli occhi, il suo respiro si fa più lento e profondo, mentre con l’altra mano comincia ad accarezzarsi il seno; si masturba, con sempre maggior intensità. La guardo e, improvvisamente, la mia eccitazione ritorna a mostrarsi in tutta la sua potenza. Il mio cazzo, nonostante abbia sborrato da poco, si mantiene duro e teso. Lei, introduce due dita nella fica, e comincia a masturbarsi sempre più in fretta. Apre gli occhi, mi guarda e, con la mano libera, mi fa cenno di avvicinarmi a lei. Mi inginocchio su un suo fianco e lei afferra il mio sesso e se lo porta alla bocca. Lo lecca e lo succhia, raccogliendo le ultime gocce del mio piacere ancora presenti sopra. Anche Leo si avvicina e la guarda, mentre lei si gode il mio cazzo in bocca. Lo tiene con la mano ben stretto e, dopo aver leccato ancora la punta, si gira verso di lui e, con uno sguardo languido gli fa capire che gradisce la sua partecipazione a quello che sta facendo. Lui intuisce il gioco e, in un attimo, mi ritrovo entrambe le bocche che mi succhiano e mi leccano il cazzo, facendomi provare altro piacere. Si alternano nell’infilarlo in bocca e, quando lui se lo affonda nella bocca, lei si abbassa più giù e mi lecca le palle, accarezzandomi con un dito il forellino anale, mentre, quando è lei a prenderlo in gola, lui mi accarezza le palle, massaggiandomele. È evidente che Il gioco piace molto anche a lei; infatti, ora si masturba sempre più velocemente e, quando Leo, con una mano le accarezza il seno e stringe un capezzolo fra le dita, lei esplode in un orgasmo devastante. Il suo corpo gode e trema, mentre le sue dita si ricoprono degli umori del suo piacere. Si sfila il mio cazzo dalla bocca e poi mi invita a distendermi supino. Ho giusto il tempo di sdraiarmi che lei, con un movimento repentino, sale su di me e si spinge il mio cazzo tutto dentro di lei, in un solo affondo. Geme mentre sente il mio sesso duro che le apre la fica, e le penetra fino in fondo. Leo la guarda con occhi di ammirazione e mostra che il suo sesso è tornato di nuovo duro, dopo il piacere provato; lei, allora, lo invita ad avvicinarsi e glielo prende in bocca. Lo succhia velocemente e, quando trova che sia ben duro, si abbassa, distendendosi su di me, poi, rivolta a lui e, con voce rotta dal piacere che sta provando, gli chiede una cosa che un po’ mi sorprende.
«Non credo ti debba spiegare come si incula una donna. Un culo, è sempre un culo, quindi, se non hai nulla in contrario, lo vorrei sentire dentro di me».
Lui sorride, poi si posiziona dietro di lei e, dopo averlo lubrificato con del gel, indossa un preservativo e, mentre io le reggo i glutei aperti, lui lo spinge con un solo affondo dentro di lei, che protesta.
«Cazzo! Fai piano! Non sono vergine, ma ti faccio notare che io sono una donna, e, contemporaneamente al tuo, ho un altro buco che, in questo momento, è ingombro del cazzo di quel porco che ti ha appena sfondato il culo!»
Leo la guarda solo un attimo stupito, poi si scusa, dicendole che, in genere, non è abituato, a penetrare qualcuno che ha già un altro cazzo in corpo. La cosa suscita una creta ilarità tra tutti e tre, poi cominciamo a scoparla con foga, facendola subito godere moltissimo. È un orgasmo dopo l’altro quello che lei prova sotto i colpi dei nostri cazzi, che le slargano entrambi i buchi. Dopo l’ennesimo orgasmo, lei si volta a guardare Leo in faccia e gli rivolge una richiesta specifica:
«Quando sarai pronto a venire, vorrei gustare il tuo piacere in bocca».
Lui mi guarda compiaciuto e prende a pomparle il culo con sempre più vigore, poi, dopo l’ennesimo orgasmo di mia moglie, di colpo si sfila, strappa il preservativo e si porta con il cazzo davanti alla faccia di mia moglie, che avvicina alla sua guancia la mia, dandomi, in quel preciso istante, l'esatta contezza del gioco che vuol mettere in atto: vuole condividere con me la sborrata di Leo. Lui si sega con forza e, ben presto, ci regala tre schizzi di crema bianca. Il primo colpisce mia moglie fra le labbra, mentre gli altri due li riceviamo in faccia entrambi. Lei afferra il cazzo di Leo e lo lecca appena, poi lo porta alla mia bocca e ve lo spinge dentro, affinché io lo succhi fin in fondo. Esaudisco il suo desiderio, e poi lo ripasso a lei, che completa l’operazione. Leo si siede di lato, mentre mia moglie mi lecca la sborra che ho sul viso. La raccoglie con la lingua e la spalma sulle mie labbra, per poi baciarmi intensamente. Intanto ho inarcato le gambe e, dal basso, la sbatto sempre più forte, fin quando sento il piacere arrivare; a quel punto lei si stacca da me, dicendomi che vuole in bocca anche la mia sborra. Scivola di lato, porta un braccio intorno al collo di Leo, che capisce il gioco: mi avvicino alle guance di loro due e, inginocchiato, mi sego velocemente, finché gli schizzo in faccia due getti di sborra, che loro ricevono e si scambiano, leccandosi con avidità. Restiamo tutti e tre immobili, ci guardiamo negli occhi e noto con piacere che mia moglie presenta, in viso, un'espressione soddisfatta e appagata. Lei si alza e va in bagno, mentre io e Leo restiamo ad attenderla sul letto.
«Amico mio, hai una donna fantastica al tuo fianco; sono sicuro che il futuro per te sarà ricco di esperienze sempre più belle».
Dopo qualche momento, lei ritorna e, a mia volta, vado in bagno per darmi una rinfrescata. Quando torno in camera, li trovo che sono allegri e scherzano: è evidente che stanno parlando di me, ma, al mio sopraggiungere, entrambi cambiano discorso, lasciandomi con la curiosità di ricevere una spiegazione. Rapidamente io e lei ci rivestiamo e, salutato Leo, con la nostra auto torniamo a casa. Durante il viaggio di ritorno, lei si stende sul sedile ed appoggia la testa alla mia spalla. Le chiedo quale sia la sua impressione sulla serata e le sue parole mi riempiono di gioia.
«Mi è piaciuto molto; ero curiosa e desideravo vedere come l’uomo che amo fosse in grado di far godere un altro uomo».
Parla con voce bassa, mentre la sua mano torna ad accarezzare il mio sesso e questo suscita in me ancor più interesse nei suoi confronti.
«Ti eccita così tanto quello che abbiamo fatto, che ti piacerebbe rifarlo?»
Lei non mi risponde, ma ha aperto i pantaloni ed ha tirato fuori il mio sesso, che risponde alle sollecitazioni cui lei lo sta sottoponendo. Lo sega lentamente e, quando sente che si sta indurendo di nuovo, si abbassa e lo prende in bocca, succhiandolo avidamente.
«Amore, fermati! Questa cosa mi fa impazzire così tanto, che rischiamo di andare a sbattere. Se hai solo un momento di pazienza, fra poco saremo a casa nostra, e potrai divertirti a tuo piacimento».
Poco dopo ci ritroviamo nel nostro appartamento e, distesi nel letto, riprendiamo il gioco, interrotto in auto. La sento particolarmente calda e vogliosa, poi, quando il mio cazzo e duro come il ferro, lei si gira e mi invita a prenderla dietro.
«Adesso scopami il culo! Voglio che tu senta la differenza fra il mio e quello di Leo. Sono quasi sicura che il suo ha qualcosa di più, che lo rende più desiderabile ed eccitante, ma spero che a te possa piacere molto, anche il mio».
L’afferro per i fianchi e le pompo il culo con forza ed impeto, facendola godere. Lei si masturba e, dopo aver raggiunto un orgasmo devastante, si gira e mi chiede di venirle dentro, perché vuole sentire il mio piacere riversarsi nelle sue viscere. La sbatto come un ossesso e, alla fine, vengo, pensando di non averle potuto donare più di uno schizzo: avevo le palle completamente svuotate. Mi sfilo da lei, che si distende al mio fianco e la sua mano accarezza il mio petto mentre il nostro respiro sta tornando regolare. Allora trovo il momento giusto per chiederle, se ciò che ha voluto provare, era dettato da una certa forma di gelosia che traspariva dalle sue parole.
«Non sono gelosa; volevo solo saper da te quale differenza trovavi tra il mio ed il culo di Leo. La gelosia l’ho provata un’altra volta con te, mentre ora ho capito, che era solo un gioco di sesso, cui mi sarebbe piaciuto partecipare fin dall’inizio».
Sollevo il capo, la guardo dritto negli occhi, cercando di capire le sue parole e lei, dopo essersi allungata verso di me ed avermi baciato sulle labbra, riprende il discorso, e mi fornisce ulteriori spiegazioni che implicitamente le ho chiesto.
«È successo un po’ di tempo fa; una sera che io andavo a cena con le mie amiche e, per raggiungere il ristorante, ho sbagliato strada; ad un incrocio ti ho visto passare davanti a me. Hai fatto poca strada ed ho notato che la tua auto si è fermata; tu sei sceso ed hai iniziato a salire la scalinata che porta all’appartamento di Leo. Incuriosita ti ho seguito e ti ho visto entrare in casa sua. Non so spiegarti il motivo per cui ho disdetto la cena con le mie amiche, e sono rimasta lì a guardare, per tutto il tempo, in cui sei rimasto nella sua casa. Ero indecisa, rosa dalla gelosia, tentata dal desiderio di suonare a quella porta. Quando ti ho visto uscire, salutato da Leo sulla porta, sono rimasta stupita nel vedere che, dietro di lui, c’erano altri due uomini e questo ha di colpo spento ogni mia gelosia, mentre, al contrario, mi è insorto forte il desiderio di capire cosa stava cambiando in mio marito. Quando siamo andati al mare, ho scelto volutamente di mettermi sdraiata vicino a quella coppia gay, perché volevo capire il tuo interesse nei loro confronti e, quando mi hai chiesto il parere su di loro, ho capito che era giunto il momento delle spiegazioni. Il resto non ho bisogno di raccontartelo, ad eccezione di una cosa che non sai e che non ho mai raccontato a nessuno; a questo punto, mi sembra giusto rendertene partecipe dal momento che sei la persona che più amo al mondo».
La guardo un po’ stupito e mi rendo conto che il destino ci ha giocato uno strano scherzo, ma capisco anche che, essendo due persone intelligenti, abbiamo riflettuto prima di lasciarci travolgere dalle emozioni che quel gioco ci dava. La guardo, le sorrido e la esorto a continuare il suo racconto.
«È una cosa accaduta nell’ultimo anno delle superiori, quando mi sono trovata una nuova compagna di banco. Simonetta, era una ragazza simpaticissima, allegra, solare.
Dopo un po’ di tempo che eravamo delle normali compagne di scuola, mi sono accorta che lei che indossava solo ed esclusivamente minigonne durante le lezioni e, tenendo una mano costantemente sotto la gonna, si masturbava in continuazione. Sono rimasta davvero stupita da tutto questo e lei mi ha detto che la cosa la eccitava in una maniera pazzesca, soprattutto in considerazione del fatto che, non indossando nessun tipo di intimo, si sentiva sempre libera di potersi masturbare in ogni occasione ne sentisse il bisogno. Ha insistito tanto affinché anche io, un giorno, entrassi in classe con indosso una mini e senza nessun intimo sotto. È stata una cosa che mi hai eccitato tantissimo e, nello stesso tempo, mi ha sconvolto la mente: ero letteralmente presa dal pensiero che qualcuno poteva accorgersi che non avevo le mutandine. Durante la lezione, lei ha insinuato la sua mano sotto la mia gonna e le sue dita mi hanno procurato subito molto piacere. Ho dovuto mordermi il labbro quasi a sangue, per non urlare quando ho raggiunto l’orgasmo. Lei, compiaciuta, ha preso la mia mano e l’ha portata sotto la sua gonna e, in qualche modo, le ho ricambiato il piacere. Tre giorni dopo eravamo casa sua, nella sua cameretta e, distese sul letto, ci stavamo accarezzando, donandoci reciproco piacere. Lei, ad un tratto, si è abbassata su di me ed ha preso a leccarmi fra le gambe, facendomi avere subito un orgasmo violentissimo. Era distesa alla rovescia rispetto a me, e così, a mia volta, ho infilato la testa fra le sue cosce ed ho cercato di renderle il piacere che mi stava procurando. Improvvisamente, si è aperta la porta ed è entrata sua sorella più grande di due anni. Io ho avuto uno scatto improvviso dettato dalla paura, ma lei mi ha tranquillizzato assieme sua sorella, che si è seduta sul letto, accanto a noi.
«Tranquilla, non succede niente di male: io e mia sorella, spesso e volentieri facciamo questi giochi. Lei, come me, è maggiorenne, e mi ha detto che tu lo sarai fra cinque giorni, quindi rilassati, e lascia che anch’io prenda parte ad assaporare il piacere che il tuo corpo può donare».
Mi sono ritrovata fra le loro braccia e le loro lingue mi hanno fatto impazzire. Per tre mesi, sono stata il loro giocattolo sessuale, poi i suoi genitori si sono trasferiti per motivi di lavoro ed io non ho più cercato nulla, nessuna esperienza, anche perché, dopo qualche tempo, ti ho incontrato e mi sei piaciuto subito, facendomi dimenticare l’esperienza vissuta.
Ecco il motivo per cui ho abbandonato il sentimento di gelosia, affacciatosi al momento di aver scoperto la tua avventura bisex. Anzi quella tua esperienza mi aveva incuriosita: volevo capire se il piacere che, a suo tempo avevo provato con la mia amica, era uguale a quello che tu potevi aver provato con i tuoi amici. Leo mi ha detto che i suoi amici ci hanno invitato a passare l’estate con loro al mare e che le loro donne sono delle superbe bisex; mi intriga l'idea di provare ancora quei momenti di piacere fra le braccia di un’altra donna, ma lascio a te la scelta se accettare o meno; intanto possiamo continuare la nostra vita, così».
Guardo mia moglie con occhi nuovi; la stringo forte a me; la bacio e le prometto che, da oggi in poi, la farò partecipe di ogni istante della mia vita, soprattutto in campo sessuale. Il giorno successivo, contatto Leo che mi dice di esser rimasto piacevolmente colpito dall’intrusione di mia moglie nei nostri giochi, perché, anche se ama sentire un cazzo che lo penetra profondamente e lo fa godere a lungo, non disdegna per niente la partecipazione di una donna in quei, più che piacevoli, giochi. Lo informo che abbiamo parlato del discorso vacanze con Dario e Nico, e gli dico che lei è favorevole a passare l’estate con loro. Lui mi risponde che ha sentito Nico il giorno precedente e che gli aveva appunto chiesto quale fosse stata la mia decisione. Concordiamo insieme che, alla luce di questi fatti, è opportuno organizzare anche le nostre con le loro vacanze, per trascorrere del tempo piacevolmente assieme. La sera stessa, mentre io e mia moglie stiamo cenando, arriva una videochiamata di Nico e Dario insieme e, dietro di loro, si vedono due splendide donne, che ci salutano con solare cordialità. Ci sentiamo subito a nostro agio e, immediatamente, ci invitano a passare tutto il mese di agosto in loro compagnia. Anna riferisce che non ha disponibili tutti quei giorni di ferie e lo stesso io, ma, con un po’ di fortuna, almeno una quindicina di giorni riusciremo a metterli insieme.
Ci lasciamo con la promessa di risentirci qualche giorno prima che inizi il mese di agosto.