E mi sei apparsa su FB chiedendomi l'amicizia,in base ad una superficiale conoscenza di molti anni fa.Io,maturo travet,lavoravo allora nell'ufficio in cui tu,di pomeriggio, facevi le pulizie .... qualche chiacchiera tra di noi, qualche avances abbastanza innocente, molte allusioni al tuo essere bimba rispetto a me già adulto e tu ( me lo ricordo bene questo) che talvolta arrossivi, di vergogna, di desiderio, di imbarazzo? chi sa.... un giuoco innocente di chi vorrebbe e non può, di chi non vuole tanto da trovarsi le scuse giuste per farlo ...
e poi tu, come dicevo, che ricompari e mi dai del lei, come allora, e vieni al primo caffè con lo stesso imbarazzo e la stessa sudditanza, e mi riempi di complimenti come se il tempo non fosse mai passato e fai sì che da subito si ristabilisca quell'intimità psicologica che già c'era stata tra di noi. E quando dico che potremmo anche rivederci, tu che annuisci con molta/troppa fretta tanto da sentirti in obbligo di chiedere scusa (e di cosa poi?) ed io che per metterti alla prova dico che il luogo non conta per due che han voglia di ritrovarsi e che potrebbe andar bene anche uno squallido albergo ad ore .Arrossendo annuisci e subito ti dichiari libera per la settimana successiva.
All'appuntamento arrivi e sei subito gratificata da una morbida carezza dietro la nuca e da una stretta di mano forte forte che quasi ti fa gemere. Sei sudata e tesa, lo vedo ed io per far lo splendido, scherzo del più e del meno e quando mi fermo nel parcheggio dell'hotel, ti guardo come una romantica regina e ti tratto come una Troia dichiarata, affondando una mano nell'incavo delle tue cosce. Sei umida, forse di sudore, forse di umori libidinosi, per certo non fai niente, subisci in un religioso silenzio un mio dito che, malandrino, cerca spazio tra carne e mutandine. Dai andiamo, cammino davanti a te, arriviamo all'ingresso ed un lui sciatto e porcino mi consegna la chiave della stanza chiedendomi distrattamente un documento. Primo piano,a destra, stanza 105, l'ultima di un corridoio buio e polveroso ed io che mi giro, ti guardo,anzi ti soqquadro come per giudicarti, ma i tuoi occhi non reggono e si abbassano e la porta finalmente si apre.
Ed entriamo, anzi son io ad entrare nella penombra della camera e ti lascio, come distrattamente, sulla porta e tu che aspetti ed io che non fò niente per metterti a tuo agio, per far sì che, permettendo anche a te di entrare, il corridoio mal illuminato, asfittico e polveroso, sia per te solo un vecchio ricordo…..
Passan pochi istanti ma, son sicuro, ti sembran un’eternità, soprattutto quando una coppia, un po’ in là con l’età e con lei chiaramente battona, esce dalla porta accanto e, forse stupita di vederti, ferma, difronte ad una camera aperta, ti guarda con un inespresso giudizio , misto di insofferenza e di vile critica che, son sicuro, percepisci come uno schiaffo potente…… ma tu resti, comunque, immobile, apparentemente insensibile ed assente, piccolo e tenero agnello che aspetta la lama del carnefice come una logica conseguenza del suo essere animale sacrificale…
“ma che fai, non vieni??? “ la mia voce forte e quasi scherzosa ti risveglia da un nirvana di sensazioni ed è allora che la fretta si impadronisce del tuo essere, ti fai infatti avanti veloce veloce e subito ti chiudi alle spalle la porta con una dolce veemenza.
“La volevi sradicare, volevi buttarla giù??? “ l’apostrofo con un sorrisetto apparentemente bonario.
”No ,mi scusi, mi è scappata la maniglia, non volevo, mi scusi”
Ti guardo di sottocchi e vedo che aspetti una mia rezione, un qualcosa che ti faccia capire le mie sensazioni ,i miei desideri, le mie voglie, ma io ,come distrattamente, apro le tapparelle ed una flebile luce rischiara la stanza mentre io esordisco,standoti di spalle, con un perentorio : ”spogliati!”
“ma, davvero, del tutto?” biascichi tra l’imbarazzato e l’infantile.
Non ti rispondo, ma piano piano, mi giro, ti guardo, dritto negli occhi, e ,senza distoglierli mai, mi siedo con indifferenza sul letto.
Abbassi lo sguardo e comprendi che non scherzo, che devi farlo e subito, che lo voglio, che non puoi fare diversamente, che non ti compete discutere o chiedere spiegazioni.
Ansimi, respiri pesantemente ed a testa bassa cominci ad armeggiare alle scarpe ed alle calze ,togliendo le prime con imbarazzo e quasi strappandoti di dosso i collant .
“Guarda che devi rimetterli, dopo, fai le cose con calma, Troia!!”
Arrossisci e questa volta, piano piano, cominci a sbottonarti una camicetta bianca e pura e resti in reggiseno e gonna.
Catatonica, assente, mi guardi implorando forse un giudizio, una osservazione, forse un semplice invito a continuare od a smettere, ma i miei occhi non si allontanano mai dai tuoi ,ed inespressivi non ti fan presagire alcunchè.
Passano alcuni istanti ed io posso bearmi delle tue cosce robustotte ma assai toniche e delle tue mammelle che ben s’intravedono sotto un reggiseno abbastanza banale, ma assai leggero da farmi intravedere due capezzoli potenti e , mi immagino per l’eccitazione, assai prominenti.
E ti togli la gonna, questa volta ,come con sofferenza, te la cali lenta lenta ed appaion le mutandine basse basse , che sia in alto, sia ai lati delle cosce, non trattengono un pelo abbondante che , subito,mi fa rizzar forte l’uccello.
“Toglile subito, Troia, toglile, veloce, che il mio uccello vuol vederti la passera”
Le sfili, mi sembran bagnate in corrispondenza della fica, ma non ne son sicuro, per certo alla mia richiesta perentoria e volgare di stare a cosce larghe, le grandi labbra appaion ben aperte con un rossore umidiccio che fa bella mostra di sé tra tanto, ma tanto pelo.
Anche il reggiseno è caduto ora e due capezzoloni sembran farmi l’occhiolino, mi piaci, mi attizzi a bestia, ma non voglio dartelo a vedere, sarebbe troppo facile.
”alza le braccia e portale entrambe alla nuca”
Le tue ascelle son rasate,male ,veramente male, mi aspettavo di poter bearmi di altri due teneri ciuffetti, ma tant'è, lì il pelo è assente ed una smorfia, forse inconsapevolmente, deve esser ben visibile sul mio volto, tanto che tu, con una voce flebile e bassa, quasi mormori : “ non le piaccio, vero?”
Non ti rispondo ed il tuo disagio aumenta, nuda in mezzo alla stanza, osservata, sola di fronte ad un qualcosa da cui non puoi e,se anche potessi, non vuoi sfuggere.
Segue