Nei giorni che sono seguiti alla prima unione tra me e Paola, molti pensieri turbinarono nella mia mente. “Io sono etero, mi piacciono i ragazzi!” dico a me stessa: “Possibile che sia successo?” mi domando. Tutto questo si ripercuote nel mio rapporto con Paola. Il mio silenzio e i miei sguardi bassi in casa stonano con le risate e l’allegria che ha sempre caratterizzato la nostra convivenza.


“Nadia, cosa ti succede?” mi chiede un giorno, mentre ceniamo.


Alzo gli occhi e la guardo. I miei pensieri sfociano in rabbia: “Cosa mi succede? Abbiamo scopato, ecco cosa succede …”


Le sue labbra si schiudono in un sorriso appena accennato, e scrolla le spalle: “E quindi? Non vedo il problema.” poi sorridendo aggiunge: “Non dirmi che non ti è piaciuto perché non ci credo!”


La mia rabbia sale, ma cerco di mantenere la calma, e con tono irritato le rispondo: <Non c’entra … a me piacciono gli uomini. Non so cosa sia successo, ma non voglio che succeda. Anzi, forse è meglio che me ne vada ...” lascio in sospeso la frase intenzionalmente. Dentro di me, pur essendo veramente turbata da quello che mi è accaduto, voglio sfidarla per vedere quanto ci tiene a me. Non so cosa mi stia passando per la testa, ma su una cosa ha ragione: mi è piaciuto!


Il suo sorriso si spegne a queste mie parole. Riesce a dire solo: “Capisco.” riprendendo a mangiare. Ma dopo qualche secondo si alza, viene accanto a me e mi cinge le spalle con un suo braccio.


Smetto di mangiare e di respirare. “Ascolta, tu mi piaci. Tanto. E ho visto che anche a te piaccio. Magari non te ne sei resa conto, ma io ho visto come mi guardavi, e come ti capita di guardare le altre donne quando siamo uscite insieme.” Mi accarezza. Silenzio.


“Dici che ti piacciono gli uomini, sicuramente è vero. Ma c’è anche altro che ti piace, e non c’è niente di male … l’unico male è negarlo!” aggiunge, mentre incurva la schiena, portando il suo volto vicino al mio. Sento il calore del suo respiro sulla mia guancia. L’istinto ha il sopravvento su di me, mi volto e la bacio. Sento di nuovo la sua lingua lottare con la mia, nelle nostre bocche unite. Mi stacco da quella unione e mi accorgo che dai miei occhi sgorgano lacrime.


“Hai ragione. E’ vero. Mi piaci, ma non ho mai pensato di andare oltre a questo sentimento. Sono … confusa ecco!” le dico.


Lei mi sorride, mentre con le mani libera il mio volto dai capelli, tirandoli indietro: “Non sei confusa. Sai benissimo quello che vuoi, l’altro giorno l’hai dimostrato. Il tuo corpo lo sa, è la tua testa che si fa tante seghe mentali …”


Sospiro, sentire le sue mani calde che sfiorano le mie guance mi provoca delle belle sensazioni. Sorride nuovamente, questa volta maliziosamente si morsica il labbro inferiore: “Sai, ho goduto come una porca l’altra sera mentre sei venuta sul divano. Stavo quasi per venire anche io …”


Lascia in sospeso le sue parole, continuando ad accarezzare i miei capelli, poi lentamente si inginocchia, facendo percorrere le sue mani lungo tutto il mio corpo, lungo i fianchi, fino ad arrivare alle mie cosce. Ci guardiamo negli occhi, e in quegli occhi verdi da gatta mi sento di affogare nuovamente.


“Voglio leccartela tutta. Voglio bere con la mia bocca i tuoi umori. Voglio farti godere, qui … ora!” mi dice mentre le sue guance si dipingono di rosso per l’eccitazione.


Sono ancora seduta, allargo leggermente le gambe. Lei mi sfila i pantaloni di colpo, in modo rude, immergendo il viso tra le mie cosce: “Mi piace, mi piace …” sussurra mentre io le accarezzo la testa, premendola leggermente contro il mio sesso ancora celato dal tessuto delle mutandine.


Mi sfila le mutandine, dedicandosi poi a baciare le mie cosce vicino al mio sesso, le grandi labbra ed infine immerge la sua lingua dentro la mia apertura.


Avvampo improvvisamente di calore, inizio a sudare. Mi sfilo la maglietta per darmi sollievo, ma poco cambia. Mi tolgo anche il reggiseno. Mentre la mia mano destra accompagna i movimenti della sua testa, con la mano sinistra mi accarezzo i capezzoli. Sono turgidi al tatto come è turgido il mio clitoride più in basso, dove la lingua di Paola lo sta solleticando.


Sono vicina al punto di non ritorno. Allargo bene le gambe, sento che sto per raggiungere il piacere. Inarco la schiena all’indietro, i miei lunghi capelli neri ricadono oltre lo schienale della sedia: “Godo!!” urlo, lasciandomi completamente andare, mentre una scarica elettrica di piacere mi percorre tutta, mandandomi in pappa il cervello. Non riesco più a respirare, ma Paola continua ancora a leccare. Vorrei dirle di fermarsi, ma non riesco a parlare. Lei afferra con le mani le gambe posteriori della sedia, e facendosi forza schiaccia ancora più la sua faccia contro le mie cosce e la mia figa, impedendomi di muovermi. Arriva dopo pochi attimi il secondo orgasmo. Riesco solo a tremare di piacere. Arriva il terzo orgasmo di fila. Penso che sto per morire. Arriva il quarto orgasmo. Buio.


Mi riprendo dopo pochi attimi, Paola adesso è in piedi, leggo nei suoi occhi un po’ di preoccupazione, che si trasforma in un giocoso sorriso quando riapro gli occhi: “Bentornata nel mondo!”


Io mi sento carica di adrenalina ed endorfine, che mi fanno pompare il cuore a manetta. Il letto è troppo lontano. I miei occhi puntano il divano che ha visto il nostro primo accoppiamento e faccio un cenno con il capo ad indicarglielo. “Sei insaziabile!” esclama, mentre afferrandomi per il braccio dolcemente mi solleva per alzarmi.


Ci tuffiamo quindi sul divano e …. alla prossima per il proseguo! :)


 

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