Avevo 11 anni e vivevo in un piccolo paese della provincia piacentina, le mie giornate dopo la scuola erano sempre più o meno uguali pranzo, compiti e poi via con gli amici, era un paese circondato da campi e colline vita contadina c'era un bar col il Calcio balilla dove facevamo interminabili partite di calcetto tra profumi di caffè, superalcolici, vino e nulla più. Uno dei divertimenti estivi era andare nei campi a rubare l'anguria calda e mangiarla sul posto, oppure il bagno in uno dei tanti canaletti per l'irrigazione, tutti con quelle ridicole mutande ascellari quelle bianche fine anni 50 che con l'acqua diventavano trasparenti ed era come essere nudi. Le prime pulsioni sessuali le ho scoperte a quell'età grazie soprattutto a due sorelle che abitavano davanti a casa mia, Magda della mia stessa età e Stella di un anno più grande. La prima occasione si presentò un giorno giocando a nascondino, io e Magda eravamo nascosti sotto il tavolo in attesa del momento buono per fare tana. Tutti e due a quattro zampe lei davanti a me con una minigonna a fiori che data la posizione non copriva proprio niente fu la mia prima visione erotica delle parti intime femminili, un paio di mutandine trasparenti di un colore pastello che contenevano un culetto bianco latte e la sua patatina ancora implume, quella visione sarà durata una manciata di secondi, ma ancora oggi a distanza di tantissimi anni e ancora lì viva nella mia mente. Col passare delle settimane i giochi cominciarono a farsi più audaci giocavamo al classico gioco del dottore, lì le mani con la scusa della visita esploravano ogni centimetro, le dottoresse mi facevano distendere su due sedie della sala accostate, poi mi abbassavano i pantaloncini e le mutande mi alzavano la maglietta e cominciavano a imitare quello che faceva il dottore vero ascoltavano il cuore con l'orecchio posato sul costato, sentivo il respiro caldo sul mio petto, poi con le mani toccavano la pancia poi scendevano sui fianchi e poi nelle parti intime mi toccavano il pisello e le palle, mi facevano girare, poi aprivano il solco delle natiche per guardare il buchino, le sentivo ridacchiare chissà quali pensieri attraversavano le loro menti. Poi toccava ha me, io preferivo Stella perché aveva un corpo più maturo ma non mi risparmiavo con nessuna delle due, accarezzavo i seni appena pronunciati le mie mani tremavano di piacere e paura si muovevano sopra quei corpi un po’ impacciate ma vogliose di apprendere ed esplorare ogni centimetro di pelle, intanto la sotto imprigionato nei miei pantaloncini sentivo il mio piccolo amico agitarsi diventare durissimo avevo strane sensazioni dalla radice alla punta, come se dovessi fare pipì. Davanti a quella fessura non sapevo bene cosa fare, ma l'istinto e la curiosità mi diceva di accarezzarla aprirla delicatamente sempre attento per non rovinare l'atmosfera complice che si era creata, l'avvolgevo come se la mia mano fossi un'assorbente intimo e sfregavo delicatamente con dei movimenti di su e giù e loro ridevano, non so se era perché gli facevo il solletico ho per l'imbarazzo della situazione, poi le rigiravo e mi gustavo il loro lato b, allargavo le natiche guardavo quel minuscolo forellino circondato da un anello più scuro. Una volta con il dito ho provavo a toccarlo ma immediatamente ho sentito le loro chiappe chiudersi d'istinto come volermi dire” Fermati!” Quel gioco andò avanti tutta l'estate e con immenso piacere ho scoperto così il corpo femminile.
«Bello..semplice lineare e ben descritto.
Bravo.»
«Bell'inizio, speriamo nel proseguo»
«TOP!»