Erano ormai mesi che la pandemia aveva diviso in due gli amanti del sesso: da una parte gli incuranti e spericolati, che nonostante tutto non rinunciavano al sesso per nulla al mondo, e dall’altra i prudenti (e forse anche un po’ timorosi), la cui voglia aumentava sempre di più, ma con la paura che costringeva a solitarie sedute passate a fantasticare. Io ovviamente ero tra quelli prudenti: già prudente di mio in normali circostanze, durante il lungo periodo di astinenza non avevo fatto che altro che cercare qualcuno con cui mi ripromettevo di passare eccitanti momenti una volta passata l’emergenza.
Avevo quindi raccolto qualche sporadico contatto nella speranza di un futuro incontro, ma dopo un po’ alcuni erano spariti, mentre altri si “vedevano” in chat solo saltuariamente. Molti poi non mi attiravano per nulla, mentre alcuni avevano davvero delle belle dotazioni, e si ripromettevano di giocare con il mio culo appena la situazione lo avesse permesso. Avevo dato il mio contatto Skype ai più intriganti e più promettenti, ma più il tempo passava e più le interazioni in chat si facevano rare o terminavano del tutto senza lasciare traccia.
Arrivò la seconda estate, e la situazione migliorò. Finalmente si poteva andare in giro un po’ più liberamente e i contatti potevano lentamente riprendere, anche se i miei sembravano tutti spariti da tempo. Finché una sera, noiosa come ormai tante altre passate a cercare qualcosa di eccitante, uno dei contatti si rifece vivo.
“Ciao Alex!” mi scrisse Marco, un quarantenne che abitava dall'altra parte della città. “Ti ricordi di me?” aggiunse.
Non lo avevo certo dimenticato: si era mostrato una volta in cam, e il suo uccello mi era rimasto bene impresso nella memoria, grosso, venoso e con una splendida cappella. E poi il nick “Inculatore” non si dimentica facilmente, pensai.
“Certo che mi ricordo” risposi “Come stai? Sei sparito… pensavo avessi trovato di meglio”.
“Beh, è un po’ che non uso Skype…” scrisse “Ma ora… dopo tutta questa astinenza… ho il cazzo che mi scoppia, e ho una voglia pazzesca di un culo… il tuo culo”.
Il cuore andava all’impazzata, e già immaginavo cosa poteva essere rompere il digiuno con un maschio così, quando un altro contatto tornò online dopo tanto tempo.
“Ciao troia!” esordì Andrea, un cinquantenne separato sparito da più di un mese.
“Anch’io ho una voglia pazzesca” risposi a Marco “Finalmente un bel cazzo…. magari!” aggiunsi, per poi precipitarmi a rispondere ad Andrea.
“Ehi, quanto tempo! Pensavo ti fossi dimenticato di me!” gli scrissi.
“Ma no! Come potrei aver dimenticato il tuo culetto? Sono mesi che me lo sogno e me lo sego…” mi rispose. “Tanto che mi chiedevo… visto che adesso si può… hai ancora voglia di fartelo sfondare?”.
Il verbo era di certo adatto: il suo uccello dalle foto sembrava davvero grosso, con un diametro di 5 centimetri. O almeno così lui mi aveva detto una sera mentre chattavamo. E il suo nick “Spaccaculi” sembrava più che adatto… Mesi di astinenza, ed ora due stalloni si facevano vivi nella stessa sera.
“Non sai che voglia che ho di farmi sbattere” risposi ad Andrea, mentre Marco continuava a scrivere.
"Il mio cazzo sarà tutto per te” scrisse Marco.
“Quando vuoi” gli risposi velocemente, alternando le mie risposte ai due uomini che incalzavano mostrando un notevole arrapamento.
Marco non si fece certo pregare, cogliendo al volo l'occasione: “Perché non adesso allora… te l’ho detto che sto morendo di voglia… dai, vieni da me… voglio finalmente usare il tuo culo”.
Mi colse un po’ alla sprovvista, anche perché non abitava certo dietro l’angolo. Ma ormai tutto era permesso, e certo non potevo farmi scappare un’occasione così.
“Dammi il tempo di prepararmi ed arrivare da te…” risposi pregustando una notte di sesso finalmente libero e un po’ folle.
“Dai raggiungimi ti prego” scrisse Andrea lo spaccaculi “Non vuoi verificare se il mio nick è meritato?”.
Aprì la cam, mostrando il suo cazzo in tutto il suo splendore. Duro e venoso, oscillava invitante sullo schermo mentre Andrea sussurrava “Vieni Alex… ho proprio voglia di spaccare il tuo bel culetto…”.
Quando niente e quando troppo in una sera. A malincuore confessai ad Andrea che stavo per andare a farmi scopare da un altro. Ormai avevo detto di sì a Marco e non sarebbe stato certo corretto piantarlo adesso. Andrea non insistette, ma mi fece promettere che il giorno dopo gli avrei fatto usare il mio culo a suo piacimento e mi augurò una serata eccitante. Ovviamente gli dissi di sì, e mi andai a preparare con l’eccitazione che cresceva di minuto in minuto.
Dopo più di mezz’ora di macchina arrivai all’indirizzo che Marco mi aveva dato, che corrispondeva ad una villetta poco fuori Roma, circondata da un piccolo giardino. Parcheggiai e citofonai: dopo pochi secondi la serratura del cancelletto scattò. Aprii il cancelletto e mi ritrovai su un piccolo vialetto che attraversando il giardino conduceva alla villetta. Sulla porta di casa spalancata mi aspettava Marco, completamente nudo, con il cazzo in tiro in bella mostra, e un gran sorriso stampato sul volto.
“Non aveva senso rivestirmi per poi spogliarmi no?” mi disse allegramente.
“Direi proprio di no” dissi ridendo ed entrando in casa “io però per venire qualcosa addosso ho dovuto metterla” aggiunsi.
“Poco male” disse lui “ora puoi levarti tutto… casa mia è a prova di privacy… nessuno può vederci, nemmeno in giardino”.
“Splendido” dissi levandomi di dosso i pochi indumenti estivi che avevo addosso, rimanendo nudo nell’ampio salotto della villetta. “Così puoi scoparmi dove vuoi” gli dissi con un sorriso malizioso.
“Deciderò durante la serata” disse sornione “tanto nessuno può nemmeno sentirci…” aggiunse con un tono sempre più eccitato.
“Hai intenzione bellicose eh? Vuoi fare molto rumore?” chiesi quasi per gioco.
“Ho intenzione di farti urlare come una troia” disse dandomi una forte sculacciata e palpandomi il culo con decisione.
“Un bel programma direi… non vedo l’ora” dissi con la voce sempre più carica di eccitazione.
“L’ora è adesso” disse lui quasi facendosi serio “l’ora in cui finalmente ti sfonderemo a dovere”.
Rimasi per un attimo interdetto sentendolo parlare al plurale e stavo per dire qualcosa, quando un secondo uomo nudo comparve sulla soglia della camera da letto.
“Ti presento il mio amico Andrea, o meglio “Spaccaculi”, come preferisce farsi chiamare in chat”.
Riconobbi il suo grosso cazzo e rimasi a guardarlo senza sapere cosa dire. Fu Marco a levarmi da quell’imbarazzo: “Io e Andrea siamo amici da tempo, e mi ha detto che sei stato molto corretto a rifiutare il suo cazzo perché ormai avevi preso un impegno con me… e noi lo abbiamo apprezzato.”.
“Per cui abbiamo deciso che stasera meritavi una doppia razione di cazzo…” aggiunse Andrea che avanzò fino a mettersi a fianco di Marco.
Rimasi a guardare quei due grossi cazzi dondolare invitanti davanti a me mentre i due uomini sorrisero soddisfatti dell’effetto che la sorpresa aveva avuto su di me.
“Stanotte dovremo recuperare un mucchio di scopate non fatte vero Marco?” disse Andrea.
“Se questa troia ha solo un po’ della voglia che ci ha detto di avere… vedrai che sarà una notte impegnativa” rispose Marco. “Inginocchiati troia” mi ordinò prima che io potessi dire qualcosa “e adora i nostri cazzi”.
Non me lo feci ripetere, anche perché nell’impartirmi l’ordine Marco mi mise una mano su una spalla spingendomi verso il pavimento. Mi ritrovai in ginocchio con i loro grossi uccelli davanti al viso: grossi, durissimi e profumati di maschio in calore erano la realizzazione di mesi di sogni da troia. Li afferrai stringendoli per saggiarne la durezza, sentendo nelle mie mani la potenza delle loro erezioni. Il cazzo di Andrea era davvero imponente, con un diametro esagerato. Ma anche quello di Marco era splendido, grosso, largo e venoso con una grossa cappella che non esitai a prendere in bocca avidamente, succhiandola con forza e assaporando finalmente quella carne durissima. Passai poi a succhiare Andrea, per poi iniziare a pompare i due cazzi a turno, con foga, con voglia, facendo ogni volta fatica per le loro dimensioni.
“Aaaahhhh… cazzo! Finalmente una bocca vorace!” disse Marco.
“Questa è proprio fame di cazzo” aggiunse Andrea mentre la mia bocca li accoglieva a turno, inondandoli di saliva.
“Credo proprio che stanotte ci divertiremo” disse Andrea.
“Ho una tale voglia di culo…” dichiarò con voce eccitata Marco.
“E allora cosa aspetti?” gli rispose Andrea “Mettiglielo nel culo… secondo me non aspetta altro… vero troia?”.
Smisi di spompinarli, con rivoli di saliva che mi bagnavano le labbra e colavano sul mento e sorrisi loro guardandoli dal basso.
“Lo prendo per un sì” disse Marco prendendomi per un braccio e facendomi mettere a pecora senza tanti complimenti. Si succhiò tre dita e me le infilò nel culo con decisione, ruotandole e muovendole avanti e indietro per saggiare il mio sfintere. Andrea si piazzò davanti a me e mi mise in bocca il suo cazzo iniziando lentamente a scoparmela.
“Non perdere tempo… Inculalo… sono sicuro che è già pronto” disse poi all’amico.
Marco non se lo fece ripetere, appoggiò il glande contro il mio buchetto ed iniziò a spingere. Sentii il cazzo farsi strada dentro di me con decisione, lentamente ma inesorabilmente. Il mio culo lo accolse docilmente e brividi di piacere corsero lungo il mio corpo sentendo quel grosso arnese di carne penetrarmi fino all’ultimo centimetro, mentre il cazzo di Andrea continuava a scorrermi fra le labbra.
“Cazzo… finalmente… che culo…” rantolò Marco con il cazzo ben piantato a fondo nel mio culo.
“Te l’avevo detto… secondo me è fatto per prendere cazzi” aggiunse Andrea “Dai… scopalo… dagli un assaggio di quello che lo aspetta questa notte…”.
Marco non se lo fece ripetere, mi prese saldamente per i fianchi, ed iniziò a muoversi avanti e indietro, lento ma deciso, affondando nel mio culo il suo cazzo fino alla radice. Ogni spinta era più decisa e più rapida della precedente, e dopo pochi affondi Marco mi stava inculando con spinte decise e profonde, dimostrando di voler finalmente sfogare tutta la voglia arretrata.
“Bravo… così…” lo incitava Andrea che adesso si era fermato “Scopalo per bene… così non devo nemmeno muovermi per scopargli la bocca”.
E aveva ragione. Le spinte di Marco facevano sì che il cazzo di Andrea mi affondasse fra le labbra senza che lui si muovesse. Si spinse in avanti e con le mani afferrò i miei glutei, tenendoli spalancati e agevolando Marco nel penetrarmi a fondo.
“Che gran culo” disse subito prima di assestarmi una forte sculacciata, per poi lasciare il mio culo e afferrare la mia testa per scoparmi meglio la bocca.
“Cazzo che troia” disse Marco mentre continuava a ritmo serrato a fottermi il culo.
“Davvero una gran troia” confermò Andrea sfilandomi dalla bocca il suo grosso cazzo.
“Voglio il suo culo” aggiunse poi rivolto a Marco che sfilò il suo cazzo dandomi una pacca sul culo.
“E’ tutto per te… goditelo, è davvero un culo accogliente” aggiunse mettendosi davanti a me al posto di Andrea, iniziando a strofinarmi sul viso il suo cazzo bollente.
Sentii Andrea sistemarsi dietro di me e appoggiarmi la grossa cappella sul buco già aperto dal suo amico.
“Adesso vedremo quanto è accogliente” disse iniziando a spingere.
Sentii la cappella farsi strada e penetrare nel culo aprendomelo ancora di più: il diametro del suo cazzo era davvero notevole e già la sola cappella mi allargava più di quanto non avesse fatto il cazzo di Marco. Mi prese per i fianchi, tenendo solo la cappella nel mio culo.
“Adesso sentirai perché il suo nick è “Spaccaculi”… sono sicuro che lo apprezzerai” mi disse Marco guardandomi con un sorriso e tenendomi saldamente la testa.
“Dai Andrea… spaccagli il culo…”.
“Volentieri” disse Andrea un attimo prima di affondare con un colpo deciso il suo enorme cazzo nel mio culo.
Urlai sentendo il culo dilatarsi come non mai, aperto con forza dal largo uccello di Andrea che in un attimo era penetrato fino alla radice.
“Cazzo sì…” ghignò Andrea “questo è un culo come si deve”.
Muoveva il bacino per assestare meglio il suo grosso palo di carne nel mio culo, mentre io cercavo di riprendere fiato.
“Fa male?” chiese Marco, più per avere conferma che il suo amico stesse tenendo fede al suo nick. Ripresi fiato, mentre il culo massaggiato dai movimenti di Andrea si stava rilassando ed abituando al suo grosso uccello, e riaprii gli occhi guardando Marco.
“E’… fantastico” dissi pieno di voglia.
“Lo sapevo!” disse Marco eccitatissimo al suo amico “E’ proprio una troia! Dai Andrea… sfondalo!”.
Andrea non se lo fece certo ripetere, e indietreggiò fino a lasciare nel mio culo solo la cappella, per poi spingere con forza ancora una volta l’enorme cazzo a fondo nel mio culo, facendomi inarcare la schiena e gemere ancora.
“Ti piace il mio cazzo vero troia?” chiese Andrea conoscendo già la risposta e affondando ancora con forza nel mio culo.
“Lo adoro” gemetti sentendo il culo ancora una volta accogliere il suo grosso cazzo.
“Non ho sentito! disse Andrea spingendo ancora con forza dentro il mio culo il suo uccello duro come il marmo.
“Lo adoro!” urlai allora “Spaccami il culo! SPACCAMELO!” urlai con forza.
“Ti accontento subito troia…” disse Andrea, serrando ancor di più le sue mani sui miei fianchi ed iniziando a incularmi con spinte forti e vigorose.
Non erano rapide, ma ogni spinta era potente e profonda, e il suo cazzo dilatava ad ogni affondo il mio culo. Sentivo il suo enorme palo di carne penetrare fino alla radice, ed il suo bacino sbattere con forza contro il mio culo, facendo sobbalzare il mio corpo ormai in sua balìa.
“Prendi puttana…” ripeteva ad ogni affondo “prendi il mio cazzo… E’ tutto per te!”.
Io mugolavo ad ogni spinta, mentre Marco si segava seduto sul divano godendosi la scena. Andrea spinse ancora a fondo, ruotando il bacino facendo sì che il suo splendido cazzo mi allargasse ancora.
“Sei proprio una gran troia” disse Andrea con il cazzo ben piantato nel mio culo mentre io ansimavo sentendolo grosso e durissimo dentro di me.
“Non fermarti… non fermarti… “, quasi lo pregai “Ancora cazzo… ancora…”.
Andrea ricominciò immediatamente ad incularmi con decisione, ma questa volta il ritmo si fece via via più intenso.
“Tutto per te troia… te lo spacco questo culo! Te lo spacco!” urlò in preda ad un’eccitazione travolgente.
Tenne fede al suo nick: le sue spinte erano potenti e veloci, e il suo cazzo entrava prepotente nel mio culo ormai aperto senza alcuna pietà, scuotendo con forza il mio corpo percorso da intense ondate di piacere.
All’improvviso estrasse dal mio ano il suo grosso arnese e con le mani mi tenne ben aperto il culo.
“Guarda qui che culo” lo sentii dire. “Secondo me però ci vuole ancora qualche colpo” disse Andrea rimettendomi nel culo con un’unica potente spinta il suo durissimo uccello e riprendendo a fottermi ancora una volta con spinte degne di un toro.
“Oh sì… sì… sfondami il culo… sono una troiaaaaaa!” urlai in preda all’estasi che quel pezzo di carne durissima mi procurava.
“Brava troia… urla… urla!” ripeteva Andrea mentre mi sbatteva senza sosta.
“Ti piace proprio come ti spacca, vero troia?” disse Marco.
“Da impazzire… è davvero uno spaccaculi…” gli risposi gemendo.
Una forte sculacciata mi fece sobbalzare, mentre sentivo il cazzo di Andrea continuare il suo andirivieni nel mio culo.
“Mi sa che non ha sentito sai, troia?” disse senza rallentare nemmeno un attimo.
“Sei un vero spaccaculi!” ripetei più forte “Il mio spaccaculi! Spingi! Spingi! Spaccami il culooooo!” urlai incitandolo.
Andrea mi pompò il culo con foga per diversi minuti, spingendo come un toro, per poi sfilarmi all’improvviso il cazzo dal culo e comparire davanti a me. Mi fece mettere in fretta in ginocchio mentre si menava il cazzo furiosamente, e io feci appena in tempo a sistemarmi che il primo schizzo sgorgò violentissimo da quell’uccello teso allo spasimo, colpendomi il viso.
Al primo schizzo ne seguirono altri, da perderne il conto: non era solo uno spaccaculi di prim’ordine, ma anche un grande sborratore. Rantolando mi inondò il viso di sperma bollente, che iniziò a colarmi sulle guance e sulle labbra, prima che io spalancassi la bocca e tirassi fuori la lingua per permettergli di schizzarmi dentro e farmi gustare il suo nettare. Mi infilò in bocca il cazzo iniziando a scoparmela, scaricandomi così direttamente in gola gli ultimi fiotti e facendosi ripulire il cazzo. Una volta passata l’ondata di piena Andrea si lasciò andare sul divano a fianco di Marco ansimando.
“Cazzo che troia!” disse “Ti ho spaccato il culo, ma mi hai davvero svuotato…”.
Sorrisi soddisfatto col viso fradicio di sperma, ma Marco a quel punto smise di fare lo spettatore, mi fece alzare e mi spinse sul divano a pancia su. Mi sollevò le gambe facendomi portare le ginocchia all’altezza del petto, puntò il suo cazzo durissimo contro il mio culo e guardandomi mi sorrise e disse: “Guarda che abbiamo appena iniziato sai? Abbiamo tanta di quella fame arretrata che stanotte il tuo culo dovrà fare gli straordinari!”.
Spinse a fondo senza troppi complimenti il suo cazzo, iniziando a fottermi con veemenza, schiacciando il mio corpo contro il divano tenendo con forza le mie ginocchia contro il mio petto, immobilizzandomi. Sopra di me, mi inculava deciso, scopandomi il culo ormai completamente aperto dal grosso cazzo di Andrea.
“Bravo Marco, sfondala questa troia” lo incitava Andrea “Riempila di cazzo”.
“Che culo che ha… sembra di burro” ansimava Marco mentre imperterrito mi sbatteva con forza, ad un ritmo che continuava ad aumentare.
Afferrai i suoi glutei, dapprima accompagnando i suoi movimenti e poi stringendoli e tirandolo verso di me.
“Cazzo che grandissima troia!” disse Andrea commentando la cosa. “Più forte la inculi e più vuole il cazzo!”, aggiunse.
“E noi la accontentiamo volentieri, vero troia?” disse Marco assestandomi altri colpi poderosi.
“Il mio culo ha bisogno di cazzi… i vostri cazzi…” mugolai un attimo prima che Marco mi desse un’affondata potente piantandomi nel culo il suo cazzo e chiudesse gli occhi rantolando e dandomi della troia ancora una volta.
Sentii il suo cazzo irrigidirsi, e un attimo dopo iniziare a pulsare, e caldi schizzi mi inondarmi il retto con un’abbondante razione di seme: col cazzo piantato a fondo Marco si svuotò i coglioni dentro di me fino all’ultima goccia. Riaprì gli occhi e mi guardò sorridendo, ricominciando lentamente a muoversi, il cazzo ancora durissimo nel mio culo nonostante la sborrata.
“Non pensavi mica che avessimo finito vero?” disse mentre aumentava nuovamente il ritmo dell’inculata.
“Abbiamo intenzione di usarti a lungo stanotte…” aggiunse mentre ancora una volta riprendeva a fottermi con veemenza.
Io strinsi i cuscini del divano godendomi quell’ulteriore forsennata cavalcata.
“Sono venuto per questo…” dissi ansimando “per essere riempito di cazzo”.
“E ne hai trovati due” disse Andrea che era di nuovo in tiro, col cazzo grosso e duro pronto per riempirmi ancora.
Marco sfilò il cazzo e si staccò da me, e prendendomi per un braccio mi condusse in camera da letto, dove un armadio occupava un’intera parete, completamente ricoperto da specchi. Andrea si sdraiò per terra e mi ingiunse di impalarmi sul suo cazzo. Mi misi in posizione, posizionando il suo splendido glande contro il mio buchetto, e lentamente mi abbassai, impalandomi sul suo uccello. Potevo vedere la scena nello specchio, con il grosso palo di carne di Andrea che lentamente spariva nel mio culo man mano che mi abbassavo, finché non fu dentro fino alla radice. Mi sistemai meglio su di lui, appoggiandomi all’indietro con le mani sul suo petto, ed iniziai lentamente a muovermi su e giù, sentendo nuovamente il culo dilatato da quel largo cazzo. Guardavo nello specchio il suo cazzo penetrarmi ormai con facilità, e mi sembrava incredibile che un affare così potesse entrare nel mio culo come fosse la cosa più naturale del mondo.
Evidentemente però Andrea non gradiva molto quel ritmo lento con cui mi gustavo l’inculata nello specchio, per cui afferrò i miei glutei e bloccò i miei movimenti, tenendo il mio culo sollevato.
“Così andiamo troppo lenti” disse “Per il tuo culo da troia ci vuole ben altro” aggiunse subito prima di cominciare a spingere verso l’alto, iniziando a pomparmi il culo con vigore.
In pochi secondi le sue spinte tornarono ad essere potenti e veloci, ed io potevo vedere estasiato nello specchio quel grosso trapano di carne scorrere rapido nel mio culo.
“Oh sì, cazzo, sì” ansimai “Bravo… inculami… spaccamelo… SPACCAMELO!” urlai senza ritegno, sapendo che gli unici che potevano sentirmi urlare erano i due stalloni di cui quella notte ero lo strumento di piacere.
“Una vera troia che sa apprezzare una bella inculata… proprio quello di cui avevamo bisogno!” disse Marco mettendosi davanti a me ed iniziando a schiaffeggiarmi col suo cazzo durissimo.
Spalancai la bocca e Marco prontamente la riempì con la carne del suo uccello. Mi tenne salda la testa ed iniziò a scoparmi la bocca, facendo penetrare la cappella fino all’inizio della gola ad ogni affondo e facendo sì che abbondante saliva iniziasse a colarmi dagli angoli della bocca. I due maschi mi penetravano senza ritegno, prepotenti e autoritari, prendendosi il loro piacere e usandomi a loro piacimento. Più mi scopavano, più pensavano soltanto a godere e a godersi i miei buchi, fregandosene di quello che potessi volere io. Ma quel modo di fare mi faceva impazzire di piacere: più mi riempivano con i loro cazzi arroganti e più ne volevo, più li sentivo spingere e più mi lasciavo andare facendomi usare come una troia, la troia che loro volevano.
Le spinte di Andrea verso l’alto diventarono ad un certo punto talmente potenti che Marco perse la presa, i loro cazzi uscirono dalla mia bocca e dal mio culo e io finii per terra. Marco mi fece mettere a pecora dandomi un paio di sonore sculacciate e mi piantò con forza nel culo il suo cazzo, prendendo a fottermi con vigore per qualche minuto, finché Andrea non lo fece spostare per incularmi. Si misero così a fottermi il culo a turno, dimostrando un tale affiatamento che evidentemente avevano acquisito a forza di dividersi puttanelle.
Il via vai di cazzi durò a lungo: mi inculavano a turno per non più di una decina di secondi, sbattendomi con forza ogni volta crescente, finché non mi fecero girare e me li ritrovai in piedi davanti a me che si menavano furiosamente i grossi cazzi. Fu un attimo, e gli schizzi mi colpirono in faccia con forza, densi, caldi e ancora una volta abbondanti. I due porci mi vennero sul viso svuotandosi i coglioni fino all’ultima goccia, e io sentivo lo sperma colarmi sulle guance, sulle labbra, sul mento. Mi leccai le labbra guardando i due amici che sorridevano soddisfatti per avermi inondato.
“Mi sa che è meglio se si lava la faccia vero Marco?” disse Andrea.
“Hai ragione… vieni!” mi ordinò Marco prendendomi per un braccio e conducendomi in giardino.
Mi fece mettere sul prato, e mi ritrovai ancora una volta Andrea e Marco davanti a me, che si guardarono e si scambiarono uno sguardo di intesa. Un momento dopo, puntarono i loro uccelli verso di me e iniziarono a pisciare, inondami il viso ed il corpo di abbondante pioggia dorata. Istintivamente aprii la bocca, lasciando che dirigessero i loro getti direttamente sulla mia lingua: ingoiai avidamente per quanto possibile il loro piscio, ma la quantità era talmente tanta che uscì dalla bocca colandomi sul corpo.
Bevetti molti sorsi di liquido dorato, finché i getti non calarono di intensità. I due porci si avvicinarono a me e sgrullarono i loro cazzi davanti al mio viso, donandomi le ultime gocce di piscio bollente. Sorrisi loro col viso fradicio, afferrai i loro cazzi e presi a menarli lentamente e a leccarli.
“Grazie” dissi “siete proprio due stalloni fantastici… i vostri nick sono davvero meritati”.
Andrea disse a Marco, come se io non avessi detto nulla: “Lo sapevo che era una gran troia… il cazzo lo adora”.
“Hai proprio ragione” rispose Marco “Davvero la troia giusta per noi”.
Mentre i due parlavano, io sentii fra le dita i due cazzi diventare sempre più duri, invece che ammosciarsi, e in breve mi ritrovai nelle mani due grossi pezzi di carne durissima. I due dovettero notare la mia espressione, tra lo stupito e l’incredulo.
“Pensavi che ne avessimo abbastanza?” disse Marco ridendo.
“Preparati troia” aggiunse Andrea “la notte è lunga e nostri cazzi hanno ancora fame”.
Sorrisi, e un attimo dopo Andrea mi stava nuovamente spaccando il culo. Sarebbe stata una lunga notte. Una notte da ricordare... e da ripetere.
«Che bello anche io vogioun bel cazzo in culo e uno in bocca mmm chi me li mette»