Il giorno dopo Marco diede a Francesca un biglietto per Milano con l’indirizzo del negozio di Marco che avrebbe provveduto a darle dei vestiti idonei a una cagna come lei.
Francesca si vestì in maniera molto provocatoria con un body pitonato e pantaloni neri molto attillati. In metropolitana fu notato da un uomo sulla sessantina d’anni che le puntava le tette in modo insistente. Intimidita da questo atteggiamento cercò di uscire alla fermata successiva, ma l’uomo la bloccò e le ordinò di andare con lui.
Francesca venne fatta salire su una macchina, l’uomo si diresse in una area industriale dimessa frequentata al massimo da qualche senzatetto.
Si fermò e la costrinse a fargli un pompino. L’uomo era sicuramente da molto tempo che non si lavava il cazzo, aveva un sapore maleodorante probabilmente aveva anche appena pisciato, Francesca fu quindi costretta anche a leccare il piscio che era rimasto sul cazzo dell’uomo.
In seguito, l’uomo la stuprò facendole un buco nei pantaloni.
Le confidò poi che Marco l’aveva incarico di accompagnarla nel negozio in cui le aveva ordinato di andare e che per ripagarlo dei suoi servigi gli aveva consentito di approfittarsi di lei.
Si diressero quindi verso il negozio, dove furono accolti dal signor Giovanni un uomo sulla settantina d’anni con una grande pancia, sudaticcio che salutò l’uomo in modo molto amichevole segno che non era la prima volta che svolgeva queste incombenze per Marco.
“Era un po’ di tempo che non ci veniva a trovare!” disse l’uomo
“Grazie Giovanni ho portato il nuovo animale di Marco a fare delle compere” disse l’uomo rivolgendo lo sguardo verso Monica una delle commesse con il tipico sguardo del bavoso. “Dov’è Irene’” disse poi
“Gliela chiamo subito” disse Giovanni
Irene era una donna sui cinquantacinque anni molto ben portati. La donna disse “Benvenuto Signore come va?”
“molto bene, sono venuto a rifare il guardaroba di questo animale”, facendole anche notare il buco nei pantaloni proprio all’altezza della figa.
Irene disse a Francesca” Seguimi!”
Irene portò Francesca in un’altra stanza, iniziò a spogliare Francesca che sentiva i capezzoli indurirsi per l’eccitazione data dalla situazione. Irene la guardò e sorrise, mentre cominciava a scegliere cosa dare a Francesca dall’intimo, le scarpe, i vestiti tutto estremamente elegante. Francesca era rapita dalle movenze della donna, tanto da non rendersi conto di essere completamente nuda.
Solo dopo qualche minuto se ne rese conto e vide gli altri avventori del negozio che la guardavano c’erano donne, ma anche uomini con gli sguardi pieno di voglia e con i cazzi visibilmente eccitati che la portò istintivamente a mettersi una mano sulla figa per coprirsi.
Irene la rimproverò subito “stai ferma con le mani troia”
Irene scelse altri capi, vestì Francesca: le mise delle calze a guepiere, un reggiseno a balconcino che lasciava scoperti i capezzoli di Francesca estremamente turgidi, le mise poi un tailleur giacca e gonna nera con tacco dodici.
A questo punto arrivò il suo accompagnatore che disse” Come al solito Irene un ottimo lavoro, siete come al solito ben forniti, ma deve fare ancora un lungo cammino per fregiarsi del titolo di schiava, come al solito il pagamento avverrà in natura e Giovanni potrà godere dell’animale”
Francesca fu interdetta non le andava assolutamente di obbedire, ma lo sguardo severo dei presenti la fecero desistere.
Si inginocchiò davanti a Giovanni gli aprì la patta e tirò fuori un cazzetto minisculo maleodorante, Francesca ebbe dei conati di vomito, ma nonostante questo iniziò a leccargli la cappella. Alzò lo sguardo per vedere cosa faceva il suo accompagnatore che era intento a giocare con i capezzoli di Irene.
Francesca continuava intanto a lappare quel cazzetto che nel frattempo era diventato duro e cercava di impegnarsi al massimo al fine di farlo venire il prima possibile cosa che avvenne dopo un paio di minuti e ovviamente fu costretta a ingoiare tutta la sbroda dell’uomo.
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