Simona l'ho incontrata per la prima volta 15 anni fa. Aveva appena 20 anni, io 30.
Era una ragazza piena di vita, di energia, così come deve essere a quell'età.
Bassina, ma un concentrato di sesso.
Una seconda misura, fisico scolpito da lunghe sedute di palestra e un culetto delizioso, tondo e duro. Lo squat fa miracoli.
Bruna, occhi scuri, labbra appena pronunciate.
La conobbi sul finire di una serata in disco, quando nel parcheggio del locale, soccorsi lei e una sua amica, che erano evidentemente fuori controllo causa alcool e non riuscivano nemmeno ad aprire l'auto.
Mi avvicinai e le rimisi in condizione di andare a casa con le proprie gambe.
Il sabato successivo, le incontrai di nuovo, nello stesso locale, entrambe bellissime, ma Simona aveva quel qualcosa in più, forse dovuto alla sua forma fisica, minuta ed arrapante.
Ballavano insieme, vicino alla consolle, drink in mano, le osservavo senza fare molti cenni ma in diverse occasioni il mio sguardo incrociò il loro, specialmente quello di Simona.
Mi recai al bar per prendere qualcosa da bere e dopo qualche minuto fu proprio Simona ad avvicinarsi a me, sedendosi sullo sgabello accanto al mio. Avvicinandosi mi disse semplicemente "grazie per sabato scorso".
Sentivo il suo respiro caldo sul viso mentre mi parlava e girandomi risposi con semplicità, senza aggiungere molto.
Arrivato il mio drink, lesta me lo prese dalle mani e fece un sorso dalla cannuccia, poi alzandosi mi disse solo "ci vediamo fuori, vado a fumare".
Mentre la raggiungevo da lontano notai la scollatura sulla schiena del suo vestito, che arrivava quasi al sedere, mostrando tutto il suo bel fisico.
Arrivatole accanto, lei si girò sorridendo.
"Stasera non sono con la mia auto e devo rientrare in sala che ci sta il mio ragazzo"
"Va bene, allora perché mi hai fatto uscire?"
"Per farti segnare il mio indirizzo. Domani alle 17 vieni da me."
Andò via e misi in tasca il biglietto.
La mia serata filò via liscia, senza ulteriori scossoni.
Il giorno dopo alle 17 raggiunsi Simona a casa sua.
Mi accolse in abbigliamento sportivo, con i capelli ancora bagnati da una evidente doccia recente.
"Abbiamo un'ora"
La spinsi contro al muro baciandola e spogliandola.
La sua figa era fradicia e stupendamente liscia.
La alzai in braccio spingendolo sul divano, leccando avidamente la sua figa e torturandole i capezzoli.
Raggiunse un organo violento bangnadomi anche la shirt.
Si fiondò sul mio cazzo con un lavoro di bocca da consumata succhiacazzi, stavo quasi per sborrarle in bocca, ma volevo scoparla.
La presi di nuovo con forza, spingendola a pecora sul divano, penetrandola di forza.
Urlava di piacere e sbrodolava in maniera tremenda, fino al suo secondo orgasmo.
Feci appena in tempo a uscire da lei e riempirgli culo e schiena con una sborrata infinita.
Fu la prima volta quella di 15 anni fa. Non siamo mai stati ufficialmente insieme e oggi entrambi siamo sposati, non tra noi, ma una volta a settimana torniamo su quel divano, ad amarci come quella domenica pomeriggio.
Un'ora, non di più. Ci prendiamo a vicenda, quello che vogliamo da noi. Il piacere