Andiamo piano molto piano. Sono un vero parroco che ha girato mille province e sempre fatto il massimo per tutti.
L’unico pensiero forviante le confessioni .... tante confessioni di uomini e donne di ogni età che mi hanno raccontato ogni loro perversione.
Ogni tanto mi sono eccitato nel confessionale soprattutto quando capivo chi fosse la donna o l’uomo dall’altra parte.
E diventato un gioco tunica e niente mutande sotto ormai da anni... sono fortunato ho io cazzo piccolo ... ma noto che molte integerrime mogli o nonne confessano ogni cosa senza pudore e poi osservano la mia tunica e il mio modesto cazzo.
sono sicuro che se lo avessi grosso avrei già fatto danni e ceduto alla tentazione ... ma anche così dopo 35 anni di celibato e rinunce temo che esplorerò
ho mille cose da buttare fuori ...lo faccio qui non saprei dove altro... oggi domenica 10 o 11 ottobre non ricordo... l’ultima in confessionale mi ha fatto tremare davvero... so chi è so come si pone e come la comunità la vede ...73 anni e lei mi dice candida che si masturba due volte al giorno e che è attratta da suo nipote 14enne... che appositamente lo accompagna a nuoto per vederlo seminudo . Confessa inoltre che spera che lui la tocchi ...boh è normale? Non so davvero io ho solo pensato di andare a casa sua e leccaglierla
«Caro don Remo, il tuo racconto mi fa ricordare le "confessioni" in collegio. Dovevamo confessarsi una volta la settimana. Si entrava in una stanzetta, il confessore era un vecchio frate buono e gentile. Le colpe confessato erano esclusivamente seghe singole e con i compagni. Dovevamo descrivere minuziosamente la masturbazione, i pensieri che l'accompagnano, cosa dicevamo fra di noi, fantasie ecc. Se quando eravamo puniti con la cinghia ci piaceva, se a vedere i compagni nudi sotto la doccia ci eccitavamo, se ci piacevano le carezze, ecc. Mi ricordo che qualche volta ci accarezzava e controllava l'eccitazione con le sue mani. Era contento quando veniva duro, sorrideva e ci mandava via con una penitenza di due ave Maria. Lo ricordo come un momento dolce e affettuoso in un ambiente come il collegio che era severo, senza dialogo solo doveri e punizioni.»