Quella sera di inizio estate decisi di andare a darmi una scorciata ai capelli anche se era leggermente tardi. Quando arrivai al negozio erano già quasi le sette di sera, ma per mia fortuna non trovai coda ed il ragazzo di origini orientali, probabilmente cinesi o coreane, che gestisce il negozio mi fece accomodare subito sulla poltrona. Data l’ora tarda, per evitare che altri clienti entrassero all’ultimo momento per farsi tagliare i capelli, abbassò la saracinesca del negozio.
Mi avvolse le spalle con il solito telo da barbiere e cominciò a pettinare la mia folta chioma. Per allineare meglio i capelli si aiutava anche con una mano, massaggiandomi dolcemente il cuoio capelluto, gesto che provocò in me un dolce piacere ed un discreto rilassamento.
Mentre mi godevo il massaggio alla testa, il barbiere cominciò a sforbiciare e a tagliarmi i capelli, se nonché, passandomi vicino, appoggiò il bacino proprio all’altezza del suo cavallo alla mia mano adagiata sul bracciolo della poltrona. Non potei fare a meno di avvertire attraverso i suoi pantaloni il gonfiore morbido e cedevole del suo cazzo floscio e dei suoi testicoli che premeva sulle mie dita; pensai che il suo movimento fosse stato casuale ed involontario, ma non potei fare a meno di iniziare a fantasticare sulle forme del suo membro, il ché ovviamente fece leggermente risvegliare il mio.
La mia mente cominciò a figurarsi un ciuffo di peli scuri, lunghi ed irsuti dipartirsi dalla base del suo pene in direzione del pube, il gambo del suo membro proiettarsi ricurvo in avanti sotto il peso di una cappella pronunciata e parzialmente nascosta da un generoso prepuzio. Immaginai il colore bruno-olivastro della sua carnagione mettere in risalto il colorito violaceo della sua cappella, e alla base di questo spettacolo la sacca turgida e ricoperta di peli dei suoi testicoli.
Dopo qualche istante egli si chinò nuovamente verso di me, e nel cercare di raggiungere la sommità della mia testa si alzò sulle punte dei piedi e premette il suo inguine sulle mie dita, guardandomi con uno strano sorriso. Questa volta capii che il suo movimento non era stato casuale, ed avvertii inoltre che il suo cazzo aveva cominciato a prendere vigore e consistenza nei suoi pantaloni. Sbirciai fra le sue gambe e notai che la sua cerniera, grazie al suo ultimo sfregamento contro la mia mano, si era leggermente abbassata, lasciando intravedere un folto ciuffo di peli neri ed ispidi: evidentemente non portava gli slip. A quella vista cominciai ad eccitarmi e non potei evitare che il mio cazzo si risvegliasse a sua volta. Lo sentii premere con vigore contro i boxer, fino a quando non resistetti dal contrarre i muscoli come per trattenere la pipì dando libero sfogo all’erezione in arrivo. Il mio pene vinse la pressione dei boxer e dei pantaloni e compì la classica rotazione che effettuano i cazzi quando passano dalla posizione afflosciata pendente verso il basso a quella in erezione sull’attenti. Lo strofinio della pelle contro il tessuto mi fece provare un profondo brivido lungo la schiena, e non potei fare a meno di distendermi sulla poltrona allargando leggermente le gambe.
Il barbiere notò subito con apprezzamento la mia reazione, e mentre continuava a tagliarmi i capelli, prese a strofinare il suo inguine contro la mia mano; io, invitato dal suo atteggiamento, mi feci coraggio e sporsi l’indice ed il medio in direzione del bacino del barbiere cercando di intrufolarli nella piccola fessura della cerniera dei suoi jeans. Dopo qualche oscillazione da parte del barbiere riuscii finalmente a fare presa e la cerniera cedette tra le mie dita. Notai con grande soddisfazione e piacere che ora potevo scorgere con dovizia di particolari il folto ciuffo di peli neri del suo pube che ricoprivano e circondavano il suo scroto e l’asta venosa del suo cazzo semiduro; la cappella era ancora intrappolata e nascosta dal cavallo dei pantaloni e, nonostante il suo cazzo, come quello della maggior parte degli orientali, non fosse particolarmente grosso, stentava a venir fuori.
Terminata la lenta operazione di apertura dei suoi pantaloni, disposi le mie dita in modo tale da poter entrare nella cerniera dei pantaloni del barbiere ed afferrargli l’asta del cazzo più o meno a metà lunghezza ad ogni suo avvicinamento. Avvertii subito il calore del suo cazzo a contatto del mio indice e del mio pollice mentre cercavo di afferrarglielo e contemporaneamente la sensazione di piacere e di eccitazione attraversò tutto il mio corpo fino a concentrarsi in mezzo alle mie gambe: il mio cazzo ebbe un sussulto che venne immediatamente notato dal barbiere, il quale mi sorrise.
Al terzo o al quarto passaggio del bacino del barbiere in corrispondenza della mia mano riuscii a far passare il mio indice all’interno dell’arco formato dall’asta del suo cazzo; tirai leggermente verso l’esterno, il suo cazzo si inarcò grazie alla pressione del mio dito, la cappella si inchinò leggermente all’indietro e finalmente si liberò dai pantaloni compiendo due ampie oscillazioni di fronte al mio viso. Il prepuzio carnoso e scuro ricopriva per metà il suo glande lasciando intravedere la marcata fessura che lo divideva in due parti, quasi come una figa in miniatura incastonata sulla sua punta. A quella vista meravigliosa non potei resistere dall’emettere un gemito di stupore e di piacere, ed il barbiere, con il cazzo completamente fuori dai pantaloni all’altezza della mia faccia, smise di tagliarmi i capelli e cominciò ad accarezzarmi il pacco.
Io presi in mano il suo cazzo stringendolo appena tra pollice ed indice e feci scorrere il suo prepuzio all’indietro fino a scoprire completamente la cappella; con il palmo della mano arrivai a sfiorargli lo scroto. Ne approfittai per massaggiargliele delicatamente con il palmo della mano, mentre lui, quasi come se compisse un movimento casuale, impigliò le sue dita nella cerniera dei miei pantaloni e la abbassò lentamente. Io lo assecondai andandogli incontro con il bacino, e dato che anche io quel giorno, quasi avessi previsto l’avventura, non avevo indossato gli slip, il mio cazzo schizzò fuori tra le dita del barbiere, il quale lo afferrò con forza e tirando verso l’alto estrasse dalla cerniera abbassata i miei testicoli.
Cominciammo a segarci reciprocamente con movimenti lenti ma decisi, fino a quando vidi uscire dal grosso foro del suo cazzo una goccia di liquido trasparente; a quel punto non resistetti più, mi sporsi leggermente in avanti, ed appoggiai la cappella gonfia del barbiere sulla mia lingua ed iniziai a leccargliela sul frenulo gustando il sapore dolciastro del suo umore. Il barbiere gemette ed iniziò a far oscillare il bacino avanti ed indietro, al ché io avvolsi le mie labbra intorno al suo cazzo e presi a succhiarglielo mentre con la mano gli palpavo i testicoli. In risposta al mio servizio il barbiere aumentò la pressione sul mio cazzo ed accelerò il ritmo facendo uscire anche dalla mia cappella le prime gocce di liquido biancastro. Il barbiere me le spalmò su tutta la cappella e lungo l’asta fino alle palle con le dita lubrificandomi.
Dopo qualche minuto che tenevo il cazzo del barbiere sempre più gonfio in bocca, avvertii le prime pulsazioni del suo cazzo contro il palato e sulla lingua, il che significava che il barbiere era vicino ad esplodere. Mi fece un cenno interrogativo con gli occhi al quale risposi affermativamente; strinsi leggermente le sue palle nella mia mano quasi a spremerne lo sperma, le tirai appena verso il basso mentre con la bocca aumentai la pressione introno al suo cazzo ed accelerai ancora il movimento avanti e indietro.
Nel frattempo anche il barbiere sembrò concentrarsi sul mio cazzo e sulle mie palle: accelerò il ritmo della sega e con l’altra mano prese a massaggiarmi i testicoli fino a quando anche il mio cazzo prese a pulsare sempre più energicamente sotto i colpi della mano del barbiere, segno che la sborra aveva cominciato a risalire l’asta riempiendola sempre più.
Emettemmo tre o quattro sospiri molto profondi che ci servirono a sincronizzarci; infatti mentre io sentii gli schizzi della sua sborra calda e cremosa invadermi la bocca, avvertii il mio cazzo sussultare violentemente nella mano del barbiere e schizzare a ripetizione sei o sette fiotti di sborra che andarono a colpire il barbiere in faccia.
Subito dopo l’esplosione continuammo ancora per un minuto, io a leccargli il cazzo gocciolante di sborra che iniziava ad ammosciarsi, e lui a spalmarsi il mio sperma in faccia, mentre con l’altra mano continuava a mungermelo.
Ci lavammo reciprocamente, lui terminò di tagliarmi i capelli ed uscimmo insieme dal negozio per andare a casa.
Da quella volta divenni un cliente speciale, e ripetemmo il giochetto molto spesso, ogni volta differenziandolo leggermente per aumentare la sorpresa ed il piacere.
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