Innanzitutto chiedo scusa per la mia assenza, pensavo di riuscire a mantenermi costante nella pubblicazione della mia storia, ma ho avuto vari impegni... Primo tra tutti il matrimonio.
Alessia l'ho sposata, è avvenuto in questi giorni e, sebbene la prima notte di nozze sia stata solo mia, già anche solo alla seconda abbiamo avuto qualche ospite, ospite graditissimo intendiamoci, ma non voglio anticipare troppo di quello che forse sarà il finale del nostro racconto, riprendiamo da dove eravamo rimasti, dal primo rapporto di Alessia con Daniele, di cui il solo racconto è bastato per farmi esplodere in un orgasmo di piacere. Riprendiamo da quella notte, la mia prima notte da "cornuto".
Non dormii affatto quella notte, ricordo che guardavo mia moglie che riposava sorridente mentre io mi rodevo il fegato, pensavo ogni male di lei che mi aveva tradito, ma contemporaneamente mi rendevo conto di non averla mai amata così tanto. Più la guardavo più la odiavo, più la odiavo più la amavo, più la amavo più mi eccitavo. E quanto mi vergognavo di me stesso! Ero eccitato dal pensiero che lei dormisse con un altro uomo mentre a me era concesso solo il divano nel salotto. Quanto mi vergognavo di quei pensieri. Ora, con il solito senno di poi, guardo a quella notte con tanta serenità, ma anche con tanta invidia nei confronti di me stesso, chi ha le mie stesse fantasie lo sa, non c'è notte più eccitante della prima notte da tradito.
Comunque,
Passano alcune settimane dal primo rapporto con Daniele, basta quel primo tradimento per farci tornare adolescenti. Per giorni, quasi un mese, abbiamo due orgasmi al giorno: la mattina appena svegli ci saltiamo addosso, facciamo l'amore, poi la sera Alessia esce, va a rimorchiare, torna e mi masturba raccontandomi della sua avventura. Io godo forse anche più della scopata mattutina.
Il nostro preliminare preferito diventa andare in discoteca.
La accompagno in macchina, lei vestita sempre con abiti attillatissimi, di quelli che mostrano quasi tutto il seno, e con scarpe col tacco nere o rosse. Entriamo in discoteca, ovviamente pago io per entrambi, e lei mi fa sedere sulla prima sedia che trova, poi va a ballare. Mi costringe a guardarla mentre balla con altri uomini, mentre li tocca, mentre li palpa e viene palpata. Spesso è lei a portare le mani di quegli uomini sul suo seno e tanto basta per scatenare il bacio. A volte si ferma lì, al bacio, torniamo a casa e scopiamo tra di noi eccitatissimi da quel che appena avvenuto, altre volte invece non si limita a quello... Prende per mano quegli uomini e li porta in bagno, rimane lì venti minuti al massimo, poi torna da me e usciamo dalla discoteca. È una sua scelta poi se scoparmi o se semplicemente raccontarmi di quel pompino mentre mi masturba.
C'è qualcosa di magico nel sentire l'odore di un altro uomo sulla bocca della propria donna, un qualcosa che non riesco a spiegare e che prego non smetta mai di farmi eccitare così tanto.
Un sabato sera andiamo in discoteca, lei s'avventa su un altro uomo, un tipo altissimo, nero di capelli e di carnagione (non di colore, solo abbronzato) e lo porta in bagno, poi torniamo a casa e facciamo l'amore, lei viene, poi vengo io, sono molto soddisfatto.
"Non ti è piaciuto, amore?" chiedo.
"Sì, sì, mi è piaciuto" risponde lei, ma non è convinta. Non mente, il sesso le è piaciuto sul serio, ma c'è qualcosa che non mi racconta.
Si alza dal letto, va in cucina, si versa una tazza di latte, io la seguo: "Amore, tutto bene?" le chiedo.
"Sì, no, va tutto bene" dice lei "Ma non mi è bastato".
Parliamo un po', le chiedo spiegazioni, finché lei non indossa un vestitino beige e dei lunghi stivali neri. "Dove vai?" le chiedo, in verità un po' alterato.
"Non mi è bastato!" dice lei "Sono ancora eccitatissima!".
"Possiamo rifarlo!".
"Non ho voglia di te". Quel “non ho voglia di te” mi provoca un'incredibile erezione di pura gelosia.
"Sono le quattro di notte, dove vai?".
"In giro".
Non fiato, lei va via.
Ecco, se mi permettete un inciso, se questo racconto venisse letto anche da qualche "aspirante cuckold" incuriosito dal gioco ma troppo timoroso per cominciare, vi consiglio solo una cosa: non fate i miei stessi errori. In un gioco del genere c'è bisogno di una cosa fondamentale: la comunicazione. Quel giorno io ero troppo eccitato per dire ad Alessia che forse non era il caso che lei quella sera mi tradisse, ma preferii rimanere in silenzio perché lei era stata fino a quel momento così incredibilmente perfetta... Sembrava conoscere questo mio feticismo meglio di quanto non lo conoscessi io. Ecco, signori, la mia donna è sempre stata perfetta, benché inesperta, ma questa non è una fortuna che tutti possono vantare. Può capitare (non spesso, ma può capitare) che un gioco del genere non dia buon esito per mancanza di comunicazione. Bene, non fatelo capitare, comunicate senza paura, confidate alla vostra lei tutte le vostre insicurezze, anche le più piccole e se lei non le tratterà con il dovuto rispetto, permettetemi, lasciatela perdere, prendete la porta e non tornate mai più. Con Alessia fortunatamente il silenzio è sempre stato abbastanza comunicativo, ma se avessi avuto un po’ meno di fortuna ora sarei maledettamente infelice.
Dicevo,
Mi stendo sul letto e inizio a leggere un libro, aspetto che Alessia torni e mi faccia venire un'altra volta raccontandomi della sua avventura notturna. Passano tre quarti d'ora e sento il rumore della chiave nella porta. Mi sembra molto strano, le seratine di Alessia durano almeno un paio d'ore, cosa avrà mai fatto in tre quarti d'ora? Mi balena in mente il pensiero che lei abbia fatto cilecca, ma dura pochi istanti, è impossibile che la mia donna sia andata in bianco. La sento entrare ridendo, poi sento altri rumori, all'inizio mi sembra impossibile, poi realizzo: è in compagnia di un uomo. In pigiama mi affretto all'ingresso, mia moglie è abbracciata a questo ragazzo altissimo che non avrà avuto più di ventisette anni, la sua mano è sul suo culo, lei continua a ridere. "Ciao!" mi saluta, ha delle mani davvero enormi, possenti, ma delicate, non una vena solca quel dorso. Ha i denti bianchissimi, un sorriso sincero, è biondo e ha una pelle non molto scura.
"Amore, lui è Alberto!” dice lei “L'ho conosciuto qualche sera fa, abbiamo già fatto l'amore qualche volte... È giovane, ma è davvero bravissimo! Gli ho raccontato della nostra situazione e se ne è subito innamorato". Quel ragazzo mi tende la mano, gliela stringo senza decisione, non so cosa dire. Quel saluto è interrotto da Alessia: "Spero non fossi a letto, quello serve a noi adesso" ridono entrambi, si guardano negli occhi, poi lui si china per baciarla, con quel bacio le palpa il seno. Alessia mugola.
Io mi mordo il labbro inferiore, sono estasiato da quella scena, sento di voler prendere a pugni quel ragazzo, ma sento anche di volerlo guardare usare la mia ragazza, voglio vederlo godere grazie al corpo della mia donna. Alessia e Alberto si dirigono in camera da letto, li seguo, la mia ragazza si toglie il vestito, è nuda di fronte a un altro uomo, gli mette una mano sul pene ancora coperto dal pantalone. Immaginare è una cosa, quella scena l’avevo immaginata centinaia di volte, vedere un'altra, pensavo di essere preparato, ma nessuno è mai davvero preparato a veder la propria donna far preliminari con un altro uomo. Non mi sento tranquillo, faccio un respiro profondo con cui tento di scaricare tutta la rabbia. Alessia continua a baciare Alberto, gli slaccia la cintura, gli abbassa i pantaloni, poi le mutande. Il pene di quell'uomo è già in erezione, è nella norma, è poco più grande del mio. Mi siedo su una sedia, Alessia smette di baciare il suo amante: "Che fai?" si rivolge a me.
Io mi guardo intorno, non rispondo.
"Non ho mica detto che puoi guardare" dice lei, poi si mette a ridere "Davanti a te non lo tocco neanche" è ancora avvinghiata a lui, gli carezza la schiena. "Vai nel salone, ancora non voglio che mi guardi" aggiunge, poi ricomincia a baciarlo. Gli leva la maglietta, se il pene di Alberto non è poi così più grande del mio lo stesso non si può dire per il fisico, il mio è un po' trascurato, il suo è scolpito. Io sono in piedi davanti la sedia, sono immobile.
Alessia si volta di nuovo verso di me: "Beh? Vai!", Alberto la prende, le bacia il collo e inizia a toccarle il culo.
Io esco dalla stanza.
"Mettiti dietro la porta, voglio che mi senti!".
Eseguo gli ordini, chiudo la porta dietro di me e poggio l'orecchio. Sento la mia ragazza che inizia a succhiare il pene di Alberto. Il ragazzo mugola, ridacchia: "Così mi fai venire subito" dice.
Ora è lei a gemere, lui gliela sta leccando, immagino la scena, ora ho ben in mente entrambi gli attori, l'erezione è così forte che devo abbassarmi i pantaloni. Rumori di baci, poi lui la penetra, riconosco il rumore del letto che si cigola. La mia ragazza geme: "Ancora", "Oddio". Alberto inizia piano, poi accelera sempre di più, la mia mano destra corre sul mio pene, non ce la faccio più, inizio a masturbarmi. "Baciami!" urla lei, il rumore del letto invade la casa, la mia ragazza urla di piacere, ma è un urlo che non riconosco, non ha mai urlato così con me. Non è una questione di forza dell’orgasmo, non percepisco che lei stia godendo più con Alberto che non con me, mi pare semplicemente che quel piacere sia "diverso". Che emetta suoni diversi a seconda dell'uomo che la scopa? La mano che sfoga la mia erezione mi chiede di scoprirlo, vuole sapere quanti suoni è in grado di emettere la mia donna.
Alessia ride, sento un altro bacio: "Come vuoi venire?" domanda ad Alberto.
Non sento la sua risposta, non sento altri rumori, ora è la mia immaginazione a comporre il quadro, mi masturbo sempre più velocemente. Immagino la mia ragazza con in bocca il pene del suo amante che esplode oppure la figa di Alessia scopata selvaggiamente fino all'orgasmo nel preservativo. Alberto apre la porta, è ancora nudo, mi trova col cazzo in mano a segarmi selvaggiamente. Ride, non sonoramente, è semplicemente divertito, Alessia ha lo sperma del suo amante in faccia e sorride. La guardo, non mi ha mai concesso di venirle in faccia: "È un mio limite" mi ha sempre detto "Vieni dove vuoi ma non in faccia o in bocca" e, sebbene la bocca una volta o due me l'abbia concessa, la faccia mai. Anche lei è divertita dalla mia masturbazione. "Quanto ti manca?" mi chiede, è un po' scocciata, ma percepisco sia solo scena. Non rispondo, non c'è bisogno di risposta, mi manca chiaramente poco. "Aspetta!" tutta divertita si reca in bagno, poi torna con della carta igienica arrotolata su se stessa: "Tu vieni qua sopra!". Alberto sorride. Quell'ordine della mia padrona mi provoca un orgasmo quasi immediato, le strappo di mano la carta igienica e guardo la faccia della mia donna ricoperta dal piacere di un altro uomo, vengo copiosamente sulla carta, un po' di sperma finisce a terra.
Tutto il rapporto non è durato che un quarto d'ora, appena vengo Alessia si pulisce con un asciugamano, poi dà un bacetto sulla guancia ad Alberto e lo invita a rivestirsi. Lo congeda in due parole, suppongo ci sia stato una sorta di accordo prima di entrare in casa, e gli dà un altro bacio sulla guancia, ora si riveste anche lei, si mette il pigiama, mi sorride: "Allora?"
Non so cosa rispondere, sto in silenzio, ma i miei occhi indicano tutta la soddisfazione di pochi secondi prima. Mi bacia, mi abbraccia: "Questo ragazzo è tranquillo, l'ho conosciuto in giro e mi è sembrato subito un tipo normale” mi dice “Mi ha confessato che ama fare il bull. Prima di portarlo qui gli ho fatto un sacco di domande e gli ho raccontato del nostro gioco. Gli ho detto che siamo molto inesperti, ma a lui questa cosa ha fatto solo piacere. Mi è sembrato un tipo riservato, perfetto per esser la nostra prima esperienza". Lo dico ancora una volta, non avrei potuto pretendere una ragazza migliore di così. Aggiunge: "E devo dirlo, come prima scopata con in casa non poteva andare meglio di così". Le endorfine mi hanno già fatto dimenticare la gelosia di prima, l'odio che ho provato per la mia ragazza, per quell'Alberto, ma soprattutto per me stesso. Ecco, l'odio per se stessi, è quello che eccita più. Tra le mille domande che ho in testa riesco solo a chiedere: "Perché non mi hai fatto guardare?".
Alessia sorride: "Amore mio, non posso di certo farti guardare la prima volta che porto in casa un altro uomo".
Lei ha il tono di chi parla di ovvietà, ma io proprio non capisco: “Perché?” chiedo.
“Amore mio…” il suo tono diventa quasi compassionevole, mi carezza il volto “Da quando abbiamo iniziato a giocare alla padrona e allo schiavo tu hai tirato fuori il tuo fortissimo lato sottomesso, ma non sei sempre stato uno schiavo perfetto. Ti ricordi qualche anno fa? Eri più ribelle, alcune cose ti rifiutavi di farle, adesso no, sei semplicemente perfetto, ma mi ami e io amo te. Ti rendi conto di cosa voglia dire coinvolgere in questo gioco un’altra persona? Anzi, un altro uomo? Ti rendi conto di che vuol dire servire non solo me, ma anche lui? Non voglio rovinare il nostro gioco per la fretta. Non so te, ma io sto frequentando anche siti e forum a tema cuckold. Alcuni bull si eccitano nel vedere il cuck leccargli i piedi, preparargli il pranzo etc. Tu saresti pronto a fare cose del genere?”
Non so rispondere.
“Non voglio che semplicemente mi guardi mentre scopo un altro, voglio vederti sottomesso a me e al mio amante. Fidati, ti conosco, saranno i tuoi orgasmi migliori, ma devi essere addestrato un po’, ci arriviamo con calma, amore. Non voglio che questo gioco ti faccia male” mi bacia sulle labbra, il suo volto ha ancora l’odore del piacere di Alberto.
Addestrarmi, che termine divertente, Alessia l'ha usato spesso nei miei confronti. Sono sempre stato sottomesso, ma lungi dall'essere lo schiavo perfetto che sono ora, prima ero solo un ragazzo interessato alla sottomissione, nient'altro, ho capito solo dopo cosa davvero vuol dire venerare la propria donna, che non c'è eccitazione più grande nel vederla realizzata, nel vederla esprimere tutto il suo piacere, anche se non sono io a procurarglielo. Ripensando a quei giorni rifletto su quanto Alessia sia stata meravigliosa, ma soprattutto a quanto sia stata creativa nell’accompagnarmi in questa esperienza gradino per gradino, senza mai affrettare troppo i tempi. Vi anticipo che nel prossimo capitolo parlerò poco del mio addestramento, sono storie di schiavismo che poco hanno a che fare con la mia esperienza cuckold (se siete interessati però fatemi sapere, dedicherò a questo aspetto qualche riga in più) e ne accennerò solo brevemente anche perché ho da concentrarmi sul primo vero amante della mia ragazza: Leonardo.