Lettera tratta dal confessionale di Mimmo L scrittore hard production
Introduzione
carissimi lettori, carissime lettrici
Mi scrive una certa Arianna da Foggia; la quale, mi racconta dei suoi primi pruriti e tormenti intimi. Come al solito la mia segretaria virtuale Alice, me ne dà lettura.
Caro Mimmo, sono Arianna “per gli amici Ary” mi dicono che suona più sexy, una ragazza ventenne, studentessa universitaria in medicina, rossa, V^ di reggiseno, cosce abbastanza in carne, culetto da schiaffeggiare, qualche tatuaggio sull’inguine e sulle cosce, fighetta abbastanza pelosa e una bocca da pompinara da far spavento.
Sono di Foggia città; e ogni giorno, prendo il treno per raggiungere l’università di Bari; sai, preferisco seguire le lezioni quotidianamente.
Ti confesso che, sono un appassionata lettrice dei tuoi racconti e romanzi hot; in modo particolare, quelli che parlano d’incesto, ummm!! Mi eccitano molto! Specie l’ultimo: “nel nome del figlio”; pensa che nel leggere il capitolo di Donna Carmela La Nutrice, mi son fermata più volte a masturbarmi, cosce aperte, sul mio dolce e caldo lettino, mi son ficcata le quattro dita nella fighetta, godendo e gemendo, come una troietta, sbrodando, come una zoccoletta!
Ma, non è di questo che, voglio parlarti, ti voglio raccontare dei miei pruriti e tormenti intimi che ogni giorno, mi pervadono e mi assalgono, finanche quando sto seduta in treno; fino alla fine del viaggio, devo correre in bagno, a pisciare e masturbarmi. Pensa che, un giorno, avevo da poco finito il mio ciclo mestruale; ma, ovviamente, avevo in dosso ancora un proteggi slip di quelli sottili; adocchiai, un bel ragazzone che, mi fece arrapare, come una dannata, un bonazzo di quelli stratosferici, era seduto di fronte a me, non ti nascondo che mi bagnai più volte per poi alla fine correre in bagno a spararmi il consueto ditalino! Nella fretta, quando ebbi finito, sbrodando come una lurida, dimenticai il proteggi slip nella toilette del treno!
Ti racconto del mio auto-sverginamento.
In una mite serata d’autunno, ero di rientro da una festa danzante, con amici ed amiche di liceo; quando entrai in casa, udii provenire dalla camera da letto dei miei genitori, degli strani gemiti e urli. Mi affacciai in punta di piedi “la porta era socchiusa”, vidi che mio padre, stava fottendo mia madre in modo animalesco a novanta gradi.
La cosa, mi eccitò molto; e cosi, corsi nella mia stanzetta a masturbarmi, con passione, pensando a mia madre che godeva, come una forsennata sotto i colpi potenti del cazzo di mio padre!
Ti confido che in quel momento, desiderai ardentemente che la verga paterna, avesse penetrato me al posto della mia genitrice, una gran vacca svizzera da monta, proprio il tuo tipo, vero?
Dopo aver raggiunto l’orgasmo più volte; ma senza appagamento finale, quegli urli e gemiti, mi eccitavano sempre di più, mi resi conto che, le dita “avevo le unghie smaltate di rosso”, non bastavano più; e pensai bene di recarmi in cucina a prendere una carota che avevo comprato la mattina; ritornai nella mia cameretta, mi distesi sul lettino, aprii oscenamente le cosce e, mi ficcai, con veemenza la carota nella fighetta, facendola andare su e giù! Sì, su e giù! Fino a lacerarmi l’imene e quindi ad auto-sverginarmi da sola!
Nonoostante, il sangue, fu una sensazione stupenda; fu la prima volta che, raggiunsi un orgasmo celestiale, mi sembrava di aver toccato il cielo con un dito; di aver raggiunto Dio!
Da allora, i tormenti e i turbamenti sessuali, non mi hanno mai abbandonato, diventai la pompinara per antonomasia prima del liceo, poi della mia facoltà! Ho fatto anche alcune gang bang fra amici; ma, ciò che mi eccita di più, è masturbarmi nel bagno del treno, raggiungendo orgasmi paradisiaci.
Spero che questa mia confessione, ti sia piaciuta e, soprattutto, ti abbia eccitato!
Ti mando un bacio grande
Ary.
Se anche voi come Arianna, volete confessare le vostre avventure intime, potete scrivermi a mimmo7041@live.it
si garantisce max riservatezza e serietà
Mimmo L scrittore hard production
«Se ci sono figlie come Arianna, che pensano alla verga del padre, scrivetemi...»
«Mmmmm»