BRUTTA STRONZA!


(Donne Dominanti,Cuck, Tradimenti, Umiliazioni e Dominazione)                          Racconto di agostinogiannelli199@virgilio.it


Capitolo Primo:


Carte in Tavola.


 


-Cioe’ dimmi se ho capito bene… Lui veniva qui per il reddito…-


 


-Su,su… Manu non piangere…-


 


-E sapevi anche che spacciava… che aveva guai con la legge… che a “casa” aveva un’altra famiglia…-


 


-E adesso che e’ scomparso con la tua borsa, tu sei qui, da noi, a farti consolare!?-


 


-Andrea!!! Cerca di essere un po più umano…-


Lucia per l’ennesima volta mi riprese, mentre stava seduta a terra con il viso di LEI fra le braccia.


 


-Forse sei tu che lo sei troppo Lu…-


Mi sentivo sempre piu’ ribollire.


-Manuela a me non sembra proprio quel tipo di situazione in cui cadi “inaspettatamente” dalle nuvole…  e scusa ancora il cinismo, ma per di più, tutto questo mi da una certa sensazione di Dejavu’…


Lu’ te lo ricordi che neanche due mesi fa, abbiamo chiamato NOI la polizia perche’ il gentiluomo con cui stava prima si era messo a “sollecitarla” col coccio di una bottiglia rotta?-


 


-Si… Andrea… lo ricordo bene, non soffro ancora di amnesie, ma come vedi adesso non e’ il momento…


O sei cieco?-


La mia ragazza lo disse letteralmente sbraitandomi contro e io, colto di sorpresa, infilai le mani in tasca arretrando di un passo.


Feci le spallucce e interiormente scioccato, le rivolsi un’espressione arrendevole come a dire “ok, ok… la smetto…”


 


“Incredibile!”


Pensavo in quel momento.


“L’ultima volta che Manuela si e’ auto invitata da noi, dopo aver vuotato mezza bottiglia di vino, dice che le avances fatte da un uomo meno alto di 1,80 devono essere per legge, considerate stupro e Lucia ride come sempre.


Eppure adesso, dopo che il suo “sesto senso di donna” porta all’ennesimo risultato, dobbiamo patire tutti!”


 


Quando feci per girarmi verso la porta e andarmene, notando che le attenzioni della mia fidanzata erano tornate su Manuela, mio malgrado anche io indugiai con l’occhio sulla procace intrusa:


 


Giunonica, carnagione olivastra, il seno massiccio sembrava cingere Lucia esattamente quanto non provasse lei con le sue braccia pallide.


 


Non volevo ammetterlo ma, c’era qualcosa di erotico in quello spettacolo, in particolare nel fondoschiena di Manuela, che stando piegata in avanti per farsi tenere da Lucia, mi offriva una visione completa delle sue natiche imponenti e delle piante dei piedi, nude, maltenute e callose.


C’era sopratutto, un qualcosa di osceno e intimamente volgare che traspariva da quella donna.


Di gretto, di avido, voglioso non solo nell’eccezione lussuriosa del termine... ma distruttivo.


Mi sembrava che, nonostante Manuela apparentemente fosse quella ad essere in uno stato di vulnerabilita’, avrebbe potuto avvolgere Lucia da un momento all’altro e portarmela via per sempre:


Ero sicuro che se fossi entrato in quella stanza da estraneo, li’ nel bel mezzo di quel casino, avrei capito il tipo che era Manuela, senza neanche doverla ascoltare.


Forse per quello, tramite l’ironia a freddo cercavo di far emergere la vera natura di quella... , ma tutto quello che mi riusciva di ottenere era farle consolidare il ruolo di vittima!


 


E poi, onestamente, mi faceva una gran rabbia vedere come anche in Lucia, cosi’ contenuta, ponderata e aggraziata, scattasse una sorta di istinto protettivo e solidale che non trovava nessuna giustificazione razionale o coerente vista la situazione e i suoi presupposti, ma veniva di fatto ‘dalla pancia”.


 


-Massi’… stai tranquilla… probabilmente aveva dei mandati di rimpatrio, per questo sarà stato costretto ad andarsene… non ti avra’ disturbato per non vederti ferita… sono sicura che a modo suo ti ha amato...


E poi avra’ pur dovuto pagare il biglietto no?-


Tento’ Lucia conciliante.


 


-Non sapevo che per viaggiare sul retro di una volante, ci volesse anche  il ticket…-


 


-“Amato”???-


Protesto’ Manuela.


 


-Ama…-


Si corresse lei.


-A modo suo… ti AMA ancora…-


-Anzi… probabilmente ti stara’ pensando anche adesso…-


 


-Si beh, gli basterà tirare fuori il TUO portafoglio dalla borsetta per rinfrescarsi la memoria…-


Borbottai subito poi fulminato dall’occhiata omicida di Lucia.


 


Piu’ la vedevo prendere le difese della mia antagonista e piu’ lui schiumavo.


 


-S-Si’… forse…-


Si asciugo’ gli occhi Manuela.


-E’ cosi’… hai ragione tu Lucia… deve essere cosi’…-


Le prese le mani nelle sue...


Pazzesco!


Adesso era LEI, che consolava la mia LU sul consolare LEI!!!


Manuela manipolava senza vergogna!


E mentre facevo quel pensiero, l’occhio, non so perche’, mi torno’ sulle sue piante incallite e crostose.


 


-Hum… Cosa aveva urlato quell’altro mentre teneva la bottiglia in mano quando siamo venuti a vedere? “Che ti avrebbe disegnato un sorriso sulla gola”?!…


Sicuramente ti ha “amato” di più questo... Peccato pero’! Perdendolo hai perso anche  un poeta!-


 


-Non osare fargli l’accento! Stava imparando a parlare, andava al CAF… tutti i giorni…-


Sbotto’ Manuela prima ricominciare a piangere.


I suoi seni turgidi ed enormi, anche da sotto al top sembravano, in sintonia con l’umore della proprietaria... sull’orlo del collasso, e io mi trovai a pensare, bizzarramente, che magari i suoi amanti “perduti” sarebbero ricomparsi cosi’ proprio come faceva la prole infernale dischiudendosi dalla creatura Regina negli ultimi film di Alien.


 


-Ah beh… chiedovenia! Questo cambia tutto!-


 


-Andrea! Andrea! Se non hai cose utili da dire allora non parlare!-


Rincaro’ Lucia indicandomi la porta della stanza col mento.


-Vai perfavore! Questa e’ una cosa da donne… fra donne… lasciaci sole!-


 


Me ne uscii borbottando.


Ero pieno di rabbia, quella era la verità:


Manuela era, a differenza dei noi due, una donna fatta e finita.


In confronto io e Lucia eravamo ancora giovanissimi…


Due ragazzi di 25-26 anni…  d’accordo non pochissimi!


Ma con comunque una dozzina d’anni di esperienza a separarci  da lei...


Da quella che la mia fidanzata riteneva una cara amica...


12 Anni di distanza e per me anche 12 anni di malizia:


 


Ci eravamo trasferiti da un anno e Lucia non avendo avuto mai una madre nell’eccezione piu’ emotiva del termine, aveva subito quasi immediatamente l’influenza di Manuela che viveva un piano di sopra rispetto al nostro appartamento.


E LEI... se ne approfittava, facendolo, per giunta, in maniera non troppo discreta…


 


Gestiva una parafarmacia che non si capiva se lasciasse piu’ debiti che introiti, e io ero anche piuttosto sicuro che una buona percentuale dei guadagni Manuela lo facesse proprio propinando a Lucia e altre persone vulnerabili, rimedi che nel migliore dei casi si rivelano acque diluite.


 


L’attivita’ , mi pareva di capire gia’ allora, servisse piu’ che altro per accalappiare il cliente giusto, che poi spolpava con vari metodi molto piu’ subdoli e emotivamente repellenti.


Di questo vi parlero’ piu’ avanti, perche’ ebbi modo con mio grande disgusto di assistere a degli esempi pratici. E non parlo solo per noi due.


 


La cosa che piu’ mi spaventava pero’ era il controllo che Manuela percipivo avesse sulle emozioni di Lucia:


E qui cerco un po’ di fare l’avvocato del diavolo, io e lei eravamo agli antipodi:


Io orso, prudente e romantico e lei una... beh tutto il contrario.


Che non ci piacessimo era normale.


Pero’ Manuela apparentemente controllava Lucia in maniera quasi totale e questo faceva pendere piuttosto nettamente i piatti della bilancia:


 


Si faceva invitare quasi sempre a mangiare a scrocco e prestare soldi dalla mia ragazza, che per me, vedeva ormai in quella ciarlatana una salvatrice di vite e oltre che una confidente.


 


Qualche tempo addietro LEI aveva cominciato a menzionare sistematicamente durante le cene, la volontà di investire ulteriormente nella sua attivita’ di aria fritta, e immaginavo troppo bene come avrebbe convinto Lucia a venirle dietro.


Gia’ quello sarebbe stato un colpo pesante!


Lavoravano entrambi, io dal PC, lei in ufficio, e c’era un certo avanzo economico pagato l’affitto, si’… ma si trattava di togliersi piccoli sfizi, si viveva discretamente a patto che nessuno dei due si ammalasse seriamente, che si facesse male, che comprassimo un cane, che facessimo figli...


 


E lo so.... chi e’ causa del suo mal... ma sapete...  eravamo proprio dei ventenni!


 


Senza contare le proposte velate fatte a Lucia (velate neanche troppo) di Manuela, “fai qualche nuovo incontro” “Esci”...


Ogni volta che avevamo una discussione, anche piccola, sapevo che la sua “confidente” le avrebbe consigliato di mollarmi o alla meglio mettermi le corna.


Insomma, anche quando non dipendeva da me ero sempre in ansia pazzesca quando dopo un litigio, le vedevo uscire.


La SUA presenza era palpabile anche quando LEI mancava!


Cosi’ come la sua influenza…


Manuela rappresentava per quanto strano, una sorta di rivale nel cuore che bramavo, un’ entita’ a cui avrei perdonato tutto tranne per il monopolio di sentimenti che non le spettavano!


E ovviamente, un’ombra anche nella mia vita pratica.


Una combinazione che si sarebbe rivelata devastante.


 


-Andrea adesso devo andare a lavoro.-


Mi disse Lucia raggiungendomi in anticamera.


 


-Ti prego ti lascio solo con lei… Ti prego! So che non la apprezzi come dovresti, ma almeno in questo momento sii gentile… va bene? Davvero e’ distrutta sentimentalmente quanto fisicamente…-


 


Ci baciammo.


 


-Senti…-


 


-Si?-


 


-Ma non sei sicura che sia una cosa sentimentale?-


 


-Che intendi?-


 


-Che magari se si sente cosi’ male, insomma visti i rapporti che non si fa mai mancare… non sarebbe meglio se facesse se… facesse dei test…-


 


-?! Ma stupido! Una gravidanza non e’ una cosa che da sintomi dall’oggi al domani…-


Comincio’ a sorridere della mia ingenuita’ e forse avrei dovuto lasciare cosi’...


 


-Io pensavo piu’ a un altro tipo di esami…-


 


-ANDREA!-


 


-Scusa…-


 


-Stasera quando torno Manuela fara’ meglio a dirmi che ti sei comportato da gentiluomo… o almeno da adulto… io con lei ti difendo sempre, ma davvero non fai altro che confermare che effettivamente sto con un Bambino…-


 


Lucia usci’ sinceramente avvilita e io naturalmente mi si sentii triste.


Ma anche arrabbiato.


 


“Mi difende? Scusa ma se io avessi uno che le sparla dietro dalla mattina alla sera, per correttezza proprio non ci uscirei… eccheccazzo!”


 


Quando nell’ambiente torno’ il silenzio e anche i passi della mia ragazza per le scale si persero nella quiete dello stabile, io rimasi solo coi miei pensieri.


 


“Col cazzo che la lascio stare! Anzi questo e’ il momento per mettere le cose in chiaro!”


 


Quando tornai nella sala da pranzo, (nel nostro appartamento con la cucina a vista) notai che dal pavimento Manuela si era messa a sedere al tavolo, intenta a limitare i danni che le lacrime avevano fatto al suo make up.


 


Nella quiete, senza Lucia e con la diretta interessata assorta, potevo osservarla meglio...


Con un certo iniziale fastidio fui costretto ad ammettere fra me e me che era comunque una donna molto bella nonostante il frangente:


 


Avendo un viso dai tratti pronunciati, espressivo, intrigante e malizioso, non era certo una di quelle bellezze dipendenti dal trucco per essere considerata tale!


 


Gli zigomi marcati andando a incurvarsi, assecondavano sensualmente il taglio degli occhi e portavano lo sguardo naturalmente verso una bocca morbida e piena.


 


Io adoro gli zigomi, lo dico!


Subliminalmente parlando, penso siano le prime curve che si notano davvero in un donna, (a meno di non doverla guardare mentre ti viene incontro da molto lontano o cogliendola di spalle!) e sono anche il primo indizio percettivo delle sue fisicità.


 


In Manuela, anche la linea della mandibola e il mento ben delineato erano semplicemente proporzionati e distanti dalle labbra alla perfezione… con a stemperarli quel filo di adipe che parlando di linee e femminilità non dovrebbe mai mancare:


Rimasi per un attimo incantato dal modo in cui mi porgeva il collo… beh… il tutto a dire la verita’:


Indossava solo un top senza spalle rosa fluo, quindi dal viso fino alla meta’ del petto era tutta carne servita al mio sguardo:


servita sul tavolo, rosolota e ricoperta da un’ invitante colorito abbronzato!


 


Lei era sbilanciata dal verso opposto a quello da cui la guardavo, mentre si tamponava con un pezzo di carta cio’ che le lacrime avevano raccolto sotto ai suoi occhi sfumandolo.


 


Mi schiarii la voce leggermente in soggezione.


 


Mettendo da parte l’astio.


C’era qualcosa di intrigante e minaccioso nella figura seduta davanti a me.


Ancora oggi quella dicotomia e’ il primo attributo che le associo e che penso racchiuda sia spiritualmente che fisicamente la sua essenza.


Le linee morbide e il corpo massiccio…


I fianchi generosi e i polpacci tonici…


L’abbronzatura calda e la pelle tirata…


I movimenti a tratti austero e il seno sempre arrogante…


E il suo essere severa e estremamente civetta al contempo…


Di quelle donne che becchi o a guardarti di traverso con le braccia conserte o a fare gridolini sculettando con le amiche!


 


Mi riscossi e mi sedetti davanti a lei.


 


-No! Ho proprio bisogno di un goccio… Da bravo. Prendimi una bottiglia di vino dal frigo…-


Lo disse senza neanche guardarmi, con tono di sufficienza e io tornai a ribollire.


Vi assicuro che quel “Da bravo” era la cosa piu’ vicina alla cortesia nei miei riguardi che le avesi senbtito dire!


 


-Manuela io e te dobbiamo parlare.-


 


Si concesse di interrompere quello che stava facendo e mi guardo’.


I suoi occhi li avevo sempre detti di un colore che a prima vista sembrava un marrone tenue, un verde sporco, melmoso… ma in quel momento, mi parve che si accendessero fino a schiarirsi.


Forse fu un’illusione data dall’incarnato olivastro e la luce del sole che filtrando attraverso la finestra alle sue spalle, catturata dagli orecchini, la rischiaro’ un po’ il viso, (peraltro abbagliandomi!)


Magari era semplicemente che vista la sua fisicità giunonica  non mi era capitato spesso di soffermarmi sul colore dei suoi occhi.


In ogni caso dovetti concentrarmi per trovare le parole… e non perdermi...


 


-Di cosa? Io non ho nulla da dirti.-


 


Sbattei le palpebre


Mi sembrava di parlare con una grossa lucertola che si crogiola sotto il sole.


Gli occhi che guardavo e mi guardavano erano quelli.


 


-Beh… io si pero’.-


Mi schermai la mano per evitare che il rivoletto continuasse ad abbagliarmi.


-Penso che tu ti stia approfittando un po’ troppo del buon cuore di Lucia.-


 


Lei notando il mio disagio comincio’ a giochicchiare con l’orecchino sfacciatamente...


Non la turbava minimamente sfruttare quel piccolo vantaggio pur di avere la meglio!


 


Era davvero come parlare a una grossa lurcertola, che si crogiola al sole con lo stomaco vuoto.


 


-Lo pensi?-


 


Spazientito mi alzai e andai ad abbassare la tapparella.


Mi voltai di nuovo verso di lei.


 


Portava i capelli raccolti in una coda che dalla sommita’ del capo ricadeva su una spalla, asimmetricamente.


Mi cadde lo sguardo sul suo davanzale che cigolando comincio’ a protendersi verso il mio viso:


Da in piedi era alta quasi un metro e ottanta contro i miei 1 e 69.


 


-E avresti anche ragione!-


 


-C-come...-


Credevo di non aver capito bene.


 


-Che avresti ragione!-


-Lucia e’ una ragazza ingenua, una preda ideale, di quelle che si vanno a mettere di loro spontanea volontà nelle fauci della belva per sentirsi più sicure.-


Disse Lucia come se fosse il nome di una malattia venera...


LEI!


 


Strinsi i pugni.


-Non ti permettere…-


 


-La verità Andrea, e’ che chi sfrutta cerca il debole e non necessariamente il ricco. E quella stupida pensa che io sia sua amica…


Immagino tu abbia anche capito cosa voglio farle fare no?


Mi ha detto che tua suocera comincia a non star bene, le lascerà qualcosa?-


 


-Io…-


 


-No. Tu non farai un bel niente e non puoi permettertelo.


Ho passato ore per farle aprire gli occhi, capire quanto tu sia smodatamente bisognoso di controllo… Appena torna parlale.


Mettila in guardia...


Provaci e vedrai come si innescherà contro di te…


E’ ancora innamorata… per ora.-


 


-Perché mi dici questo?-


 


-Perché hai paura, e fai bene.-


 


-Immagina cosa succede se la lego a me economicamente, con la tattica giusta non dovro’ piu’ neanche essere gentile per trascinarmela dietro.


Io vivo alla giornata e sto bene... Voi?-


 


-...-


 


-E’ una domanda retorica...


Quando Lucia esce insieme a me e tarda un filo vai in pezzi...


Quindi mi pagherai mensilmente e io allenterò la presa economica sulla cagnetta.-


 


-S-se anche… come faccio a creder…-


 


-Perché se tu mi pagassi puntualmente non avrei vantaggi a mettervi contro. E non rischierei di farle una grossa richiesta di esito incerto (ma neanche tanto!) quando posso averli da te regolarmente.-


 


-Di contro, avrei tutti i vantaggi dal sapervi in crisi ed essere l’unica voce fuori campo della vita di Lucia, e poi in poco tempo quella interna…-


 


-Quanto?-


 


-Fra poco passa da me e ti mostro una cosa…-


 


Mi fece una carezza sul viso che produsse una sensazione contrastante fra stomaco e mente che non posso descrivervi neanche ad oggi!


 


Ma ancora non fu quello il momento in cui sentii... beh lo senti’...


 


Manuela usci’ accompagnata da un perentorio scalpiccio di tacchi.


 


Se avessi saputo a cosa davvero stava pensando quella donna, in QUEL momento... tutto quello che sto per raccontarvi non sarebbe mai successo!


Ma io, pur essendo un nerd, con un quoziente intellettivo altissimo ero (e sono rimasto tutt’ora!) emotivamente un bambino.


 


CONTINUA!


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