Sento ancora le gambe vibrare, non so per quanto ancora avrei resistito, la tua mano sulla mia coscia, fino a sfiorarmi la fica, mentre Stefano mi guardava mi ha dato sensazioni così forti da lasciarmi scossa, stremata.


Mio figlio è li impalato, come sempre, e mi osserva, forse vorrebbe dire qualcosa ma sta zitto. Come vorrei vederlo diverso, vederlo finalmente uomo, sentire la sua rabbia, il suo furore sentire…la sua passione.


Suona il cellulare, la notifica di un messaggio whatsapp. E’ lui!


Apro e leggo: “esci”


Stefano mi guarda. “Chi è mamma?”


Improvviso rapidamente e dico la prima bugia verosimile che mi viene in mente: “una mia amica, mi chiedeva come va la vacanza..”


Rispondo al messaggio, rapida.
“non posso”


Qualche secondo e arriva la risposta.


“Esci. Subito!”


“No, non posso! C’è Stefano cazzo!” rispondo.


“Ti voglio Rosetta, ti desidero…”


“Anche io Simo...ma non possiamo adesso”


“E quando?”


“…domani…domani troviamo un modo per…”


“adesso rientro…non vedo l’ora sia domani”


Pochi minuti e ti vedo rientrare, sorridente, sicuro di te.


Ti siedi di nuovo accanto a me e parli con Stefano, gli chiedi se conosce Siena, se conosce il Palio e le sue contrade, la storia millenaria di una città unica al mondo.
Lo osservo, scruto ogni sua espressione, lui è affascinato dal tuo carisma, dalla tua forza, dalla tua figura dominante che ammira ma teme, la leggo nei suoi occhi la gelosia, la paura che anche io mi faccia affascinare da te. La paura di perdermi.


La tua mano. Di nuovo. Adesso con più decisione sulle mie cosce che allargo, per un istinto al quale non posso minimamente opporre resistenza.


Sento le tue dita che mi accarezzano l’interno coscia e passano sotto alle mutandine; sono un lago e temo che difficilmente potrei controllarmi se tu andassi oltre.


Mentre le tue mani esplorano tra le mie cosce il mio sguardo è fisso sugli occhi di Stefano. Tu parli ma lui guarda me, come se avesse intercettato la mia eccitazione, come se sapesse cosa sta succedendo sotto al tavolo.


Ho le tue dita sopra la mia fica, morbida e completamente depilata, vorrei che mi penetrassi con due dita, vorrei vedere la tua mano gocciolante dei miei umori, della mia eccitazione, vorrei che mi facessi godere qui, ora.


Lo sguardo di Stefano mi trapassa, è come quello di un marito geloso, è uno sguardo che mi giudica, che mi dice “lo so che stai facendo la troia” intanto le tue dita affondano come nel miele, sono un lago di umori, basterebbe nulla per farmi venire. Chiudo le gambe e tu sposti la mano. Non posso resistere oltre. Non posso trattenere la mia voglia di godere, la mia voglia di te.


E non solo di te.


Lo sguardo di Stefano è qualcosa che mi turba, mi inquieta, ma soprattutto mi eccita.


Avrei voglia di liberare i miei istinti, abbandonarmi a te, farmi trascinare in ogni genere di porcata con gli occhi di mio figlio che mi osservano, vorrei guardarlo dritto negli occhi mentre mi inculi e mi fa godere. Vorrei sentire lo stomaco lacerato dal godimento e dal rimorso, voglio il piacere ma anche la punizione. Paradiso e inferno.


Ti alzi e ci dici che devi andare, hai un impegno, magari domani ci rivedremo, mi dici con occhi pieni di voglia. Li riconosco sai, sono gli stessi miei.


“Ok, dai ci sentiamo al cellulare” ti rispondo, ti abbraccio e ti saluto.


Mi stringi, il mio vestito nasconde poco, è così sexy da mettermi quasi a disagio e la tua stretta mi da brividi di pura lussuria. Non vedo l’ora di essere tra le tue braccia.


L’ho messo per te. E non solo per te. 


Saluti Stefano, che risponde al tuo saluto col solito impaccio di un ventenne ancora ragazzino, pure se il suo corpo direbbe altro.


Torniamo al parcheggio e prendiamo l’auto per tornare in hotel, restando per tutto il viaggio in un surreale silenzio.


Chissà cosa gira nella tua testolina amore mio. Imbarazzo? Rabbia, Gelosia?


Ceniamo, il rumore di ciò che non ci diciamo è assordante. Provo a chiederti di Simone, se ti è piaciuto. Rispondi di si ma tagli corto, il tuo entusiasmo per lui si è spento nel momento stesso in cui ti sei accorto che…vorrei chiederti cosa hai visto, cosa hai intuito, se davvero hai capito che tua madre si stava facendo mettere una mano tra le cosce ad un metro da te.


“andiamo in camera mamma?” mi chiedi


“sono stanco stasera, ti dispiace?”


Ok, andiamo, finiamo rapidamente la cena e ci ritiriamo nella nostra stanza. Stasera mi sento strana, quello che è successo oggi mi ha turbata ma anche elettrizzata, vorrei dirti mille cose, vorrei spiegarti, parlarti, vorrei…


Sento lo stomaco vibrare, evidentemente le emozioni di poche ore prima mi hanno scosso più profondamente di quanto pensassi.


Ti guardo mentre ti spogli, non hai i muscoli dei tuoi coetanei ma sei bello, di una bellezza acerba, fragile. Mi spoglio e resto in perizoma, quasi nuda, e fintamente distratta mi muovo per la stanza, vado in bagno e ti trovo già a letto. Il mio istinto è troppo forte, sono cattiva con te, gioco con te, mi piace farti soffrire.


Guardo altrove, lascio che tu mi osservi, che ti ecciti col mio corpo, quel corpo che fa girare la testa a tutti gli uomini, il mio culo alto e duro, il mio seno grosso e turgido, ancora bello come a vent’anni. 


Te ne accorgi amore? Te ne accorgi che lo faccio solo per te? Chissà se sotto quelle coperte ce l’hai duro. Chissà cosa ti sta passando per la testa.
 
Decido di non cambiarmi, niente pigiami o intimo comodo, vengo a letto così.


Abbiamo preso una matrimoniale, chissà se l’ho fatto davvero senza malizia. Adesso non ci scommetterei.


Alzo le coperte ed entro a letto, non ci parliamo. Spengo la luce.


Sento il calore del tuo corpo accanto al mio, sento ancora qualche traccia del tuo furore, della tua gelosia malata.


Mi giro verso di te, ci guardiamo, al buio. Ti accarezzo la testa, il viso. Una carezza di mamma che si trasforma rapidamente in quella di donna. 
La mia mano indugia ma lentamente scende sul tuo petto. Resti fermo, immobile, e mi guardi.


Sento la tua eccitazione, è palpabile, riempie l’aria.


Scendo ancora, ti accarezzo la pancia, ti sento vibrare.


Mi fermo, attendo una tua reazione che non c’è. Sento solo il tuo respiro affannoso.


Scendo ancora e ti accarezzo da sopra i boxer. La tua erezione è prepotente. 


Attendo una tua reazione ma resti immobile.


Metto la mano dentro ai boxer e afferro il tuo uccello duro e pulsante.
Ti sento ansimare, non dici ancora nulla, ma so che è quello che desideravi da sempre, quante volte ti sarai masturbato pensando a me? Quante volte avrai sognato questo momento. Ti accarezzo le palle, gonfie di sperma e di voglia di me.


Inizio lentamente a segarti, mi avvicino alla tua bocca, la sfioro.


Non sei più il mio bambino stasera ma sei il mio amante.


“ti piace” sussurro


“si….”


“toccami il seno” ti dico mentre lentamente sento il tuo godimento salire.


Mi accarezzi quasi impaurito, sei ancora un cucciolo, non dimostri neppure i tuoi anni, le uniche esperienze le hai fatte con la tua mano adesso sostituita dalla mia.


Tolgo le coperte, voglio guardarti.


Se tu mi mettessi una mano fra le cosce troveresti un lago.


Ma non lo fai. Non lo farai. Sei troppo impacciato eppure io sarei qui, pronta a tutto per te. E per me. Per la mia voglia nascosta e inconfessabile.


Aumento il ritmo e mi avvicino alla tua bocca, voglio baciarti mentre godi. Ti lecco le labbra, sento la tua lingua e ti sento vibrare ancora più forte. 


Ti bacio con passione, come si bacia un’amante.


Adesso il ritmo della sega è più sostenuto, la mia mano sinistra ti sta facendo godere mentre la destra è dentro alle mie mutande.


Mi masturbo mentre ti sego ma il godimento fisico che provo è nulla rispetto a quella mentale.


“mamma vengo..” ansimi con la voce strozzata.


I tuoi schizzi sono copiosi, mi riempi la pancia, le cosce, la mano, sono piena della tua sborra.


Non so resistere e mi porto la mano alla bocca, lecco avida il tuo sperma, vorrei tu mi riempissi la bocca ma non lo farai, non certo su tua iniziativa.


Ancora godi e le ultime gocce cadono sul lenzuolo. Ti alzi di scatto e corri in bagno, coprendoti quasi ti vergognassi di me, della tua mamma, della donna che adesso, seminuda, ha la tua sborra sulle labbra… 


…continua…


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Categorie: Incesti Confessioni