Non mi aspettavo un tuo “si”.
Mi avevi detto che saresti stata in vacanza vicino a Siena per qualche giorno, tu e Stefano, tuo figlio, quindi non potevo che proporti, finalmente, di vederci.
“Beviamo qualcosa insieme e vi porto a visitare la città” avevo detto con innocenza, la stessa innocenza di un demone tentatore, mi aspettavo un tuo elegante ed educato rifiuto, magari con una qualche scusa plausibile, un impegno improvviso , e invece la tua risposta è stata “si dai, volentieri”.
Il mio vantaggio su di te era incolmabile, sapevo cosa ti piaceva e cosa ti turbava, conoscevo le tue fantasie, le tue pulsioni, le tue debolezze, sapevo come riconoscere quando ti stavi eccitando, sapevo quali corde toccare per accendere le tue voglie e, soprattutto, sapevo che con te c’era tuo figlio.
Mi avevi scritto tutto tu, mi avevi raccontato tutto tu, mi avevi confessato tutto tu.
Stefano era la fonte dei tuoi turbamenti, quel figlio debole e timido che tanto ti metteva in difficoltà nel ruolo duplice di madre e di donna, di educatrice, di guida ma che ormai sempre più ossessivamente ti vedeva come oggetto sessuale e fantasia erotica.
Sapevo quanto lui vivesse con passione e sofferenza l’amore per te, per sua madre, una donna bellissima e che tutti desideravano, l’ispirazione delle fantasie più porche.
Immaginarti scopata da altri era la cosa che più lo faceva eccitare e soffrire al tempo stesso. Tu lo sapevi bene e se da un lato ti preoccupavi per la debolezza caratteriale e la sofferenza che provava tuo figlio dall’altro la sua dedizione assoluta ti eccitava, la sua gelosia generava in te un fuoco di lussuria e desiderio che ormai non riuscivi da anni a trovare più ne con tuo marito ne con gli amanti che occasionalmente ti facevi.
Ed io tutto questo lo sapevo.
Appuntamento alle ore 18:00 vicino a Piazza del Campo, localino discreto e di charme, perfetto per un incontro galante, anche se ad un occhio distratto sarebbe sembrato un innocente incontro tra amici o l’aperitivo di una famiglia in gita per le strade piene di storia e fascino di Siena.
Arrivo puntuale, come di mia abitudine, e dopo pochi minuti vi vedo arrivare.
Tu sei bellissima, incredibilmente sexy e attraente fasciata in un vestito rosa attillato e con una profonda scollatura, quella stesso vestito che mi raccontasti non aver avuto il coraggio di mettere ad una serata di gala con tuo marito.
Stefano ti cammina accanto, la sua postura è tra il dimesso e lo spaventato, sicuramente in difficoltà considerando quanto sei bella e quante teste si girano quando passi.
Ti vedo e sorrido, incamminandomi verso di voi. Provo a leggere il tuo sguardo, finalmente siamo occhi negli occhi. Ti saluto con un abbraccio e due baci come dei vecchi amici. Sento già scorrere l’elettricità fra noi e il tuo sguardo me lo conferma, ti piaccio ma già sapevo che sarei stato il tuo tipo.
“ah finalmente conosco Stefano” dico stringendogli con energia la mano che trovo molle e che per poco non stritolo…
“piacere” dice lui “mia madre mi ha parlato tanto di te…”
“ah mi fa piacere” rispondo, andiamo, ho prenotato un tavolo qua vicino, beviamo qualcosa.
Mi metto tra voi e allargando le braccia vi spingo lievemente toccandovi i fianchi, il contatto con te è elettrizzante, non vedo l’ora di iniziare il mio gioco.
Ci sediamo.
Tu sei alla mia destra, vicina, quasi le nostre gambe si toccano, Stefano invece è più distanziato, quasi di fronte a me.
La mia strategia è precisa, è lui il mio obbiettivo. Inizio a sondare le sue passioni, gli descrivo le meraviglie di Siena, della Toscana, mentre beviamo gli descrivo i vini che ho scelto, i bouquet, le caratteristiche specifiche di provenienza e lavorazione.
Lui è rapito dalla conversazione mentre tu inizi a subire il mio fascino. So riconoscere bene quando calano le tue difese, ridi e fai battute, ti lasci andare al tuo lato più “frivolo”. Ti ho in mano.
Continuo a parlare con Stefano mentre la mia mano lentamente scende e si appoggia sopra al tuo ginocchio. Sento le tue vibrazioni, sento come un fulmine attraversare il tuo corpo. Non ti muovi mentre io continuo a raccontare a Stefano del Brunello e delle meravigliose tenute in Val d’Orcia, non ti muovi mentre la mia mano lentamente sale su fino alle tue cosce, lisce e tornite. Sento quasi il tuo cuore battere, sento la tua eccitazione, la tua voglia, Salgo ancora sfiorando il tuo inguine, sono a pochi centimetri dalla tua fica mentre le tue cosce si aprono impercettibilmente.
Vorresti sentire le mie dita dentro, vorresti godere qui e subito, davanti a Stefano, per fargli vedere quanto è porca sua madre, quanto è irresistibilmente donna. Vorresti che soffrisse come un marito tradito.
Lui si accorge di qualcosa, fissa il mio braccio e si fa scuro in volto. Continuo a parlarci ma il suo entusiasmo pare spento.
La gelosia si sta impossessando di lui mentre le mie dita adesso ti sfiorano le labbra da sopra il tessuto delle mutandine già umide.
La tensione erotica si fonde con quella emotiva, proprio la reazione che cercavo.
Tolgo la mano, e mi accarezzo la barba, in cerca del tuo odore tra le dita. E’ inebriante.
Stefano è furente ma troppo timido e remissivo per dirmi qualcosa. I nostri ruoli non sono minimamente in discussione, Io sono il maschio dominante, lui quello sottomesso.
Quella verso di te è quasi una condizione “cuckold”, ed è evidente la sua sofferenza.
Decido di diradare la tensione passando alla prossima mossa e dico “scusatemi, ho dimenticato una cosa in auto, torno subito, ok?”
Esco dal locale, faccio pochi metri e ti scrivo un messaggio whatsapp.
4 lettere, una semplice richiesta.
“esci”
…continua…
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