Questo racconto è scritto a 4 mani. Ci alterneremo io e Claudia Menestrella, un capitolo io e uno lei. Questo, il secondo, spetta a me.
Io amo mia moglie, l’ho sempre amata. Ogni volta il sesso con lei è magnifico, ma questa volta in traghetto è stato strepitoso. Mi vergogno un po’ ad ammetterlo ma non ho fatto altro che pensare a Sabrina, alle sue tette. Porca Puttana erano enormi e stavano su sfidando la forza di gravità nonostante fosse senza reggiseno… Perché che non lo indossasse era palese. Si vedevano distintamente due capezzoli turgidissimi sotto la maglietta resa aderente dall’umidità afosa. Non riuscivo a pensare altro di affondare la mia testa tra quei seni voluttuosi, generosi, morbidi… Così li ho immaginati, morbidi ma anche sodi. Avrei voluto sborrarci in mezzo… Oddio ma cosa stavo pensando? Mi sembra quasi di tradire mia moglie così… E proprio accanto a lei, che se ne stava lì stesa nuda sul letto. Lei ha un seno piccolino, molto aggraziato e bello, lo adoro, ma non è come quello di Sabrina.
– Sai che ti ho visto? – mi chiese chiese come se mi leggesse nel pensiero – Ti ho visto che le guardavi le tette…
– A chi scusa? – sapevo benissimo a chi.
– A Sabrina…
– Sabrina Sabrina… – finsi di fare mente locale per capire a chi si riferisse – sarebbe la sorella di Mario giusto?
– Non fare il finto tonto, che tonto lo sei davvero. Gliele guardavi spudoratamente.
– Aggrottai la fronte e inarcai le sopracciglia, la mia mossa quando voglio fingere di non sapere di cosa si parli.
– Non ho idea di cosa stai parlando…
– Ammettilo o mi incazzo.
– Ok lo ammetto – Marina riusciva sempre a cavarmi la verità – ma non è che l’ho guardata spudoratamente, forse un’occhiata.
– Vorresti che anche io fossi tettona?!
– Ma che dici, mi piaci così come sei…
– Cioè piatta, giusto?
– Non volevo dire questo…
– Che poi – mi interruppe – ma ti pare il modo di andare in giro quello?
Uno spiraglio! Era il momento di fare un clamoroso cambio di fronte.
– Guarda sono senza parole – dissi prontamente – volgare e anche un po’ mignottella… Ma poi non si rende conto che non ha più 20 anni?
Mia moglie mi sorrise. Ottimo segno.
– Ti sei meritato quella cosa con la bocca che ti piace tanto…
Proprio in quel momento che avevamo appena finito? Le cose belle accadono sempre nei momenti peggiori, ma non potevo tirarmi indietro.
– Fantastico…
La sua mano subirò mi ghermí l’uccello, morbido e a riposo.
– Eccolo il mio morbidoso…
– Sai che non mi piace quando lo chiami così
– E allora fattelo venire duro.
Eh… Una parola… Cercai di concentrarmi mentre lei mi carezzava il cazzo e giocherellava con le palle con l’altra mano. Era difficile farselo tornare duro dopo pochissimo che sei venuto, ma dovevo farlo. Socchiusi gli occhi e immaginai che quelle non erano le mani di Marina, ma le tette di Sabrina… Le grosse, sode, morbide tettone di Sabrina. Immaginai i due seni cosparsi di olio, scivolosi, avvolti intorno al suo cazzo. Immaginai gli occhi si Sabrina che mi fissavano mentre si impegnava a farmi godere con le sue tette. Istantaneamente il mio pene divenne nuovamente durissimo.
– Vedi? Avevi ancora voglia… – mi disse Marina iniziando a succhiarmi la cappella.
– Eh già… – ma tenevo ancora gli occhi chiusi, immaginando Sabrina.
Sentivo le labbra carezzarmi il glande su e giù mentre la lingua stuzzicava il frenulo. Nella mia mente però era la bocca di Sabrina.
Le mani di mia moglie mi masturbavano con delicatezza, preparandomi ad un crescendo d’intensità. Ci sapeva fare.
– Sei bravissima… – mi fermai di colpo e appena in tempo, stavo per chiamarla Sabrina. Perché facevo così? Avevo una moglie innamorata piegata sul mio bacino a succhiarmelo e non facevo altro che pensare a quella ragazza conosciuta poco prima. Tra l’altro vestita in modo improbabile e provocante, con quei grossi seni avvolti in una magliettina stretta e trasparente, da cui si vedevano perfino due capezzoli così invitanti che avrei passato la notte a morderli… Ecco, lo stavo facendo di nuovo!
Intanto, ignara della mia battaglia interiore, mia moglie aveva preso ad accelerare il ritmo, muovendo la mano sull’asta mentre con la bocca era sempre concentrata sulla cappella, succhiandola ora con più decisione.
Mentre lei si dava da fare, io iniziai a toccarla e carezzarle il corpo nudo. Per prima cosa le agguantai un seno, piccolo sì, ma aggrazziato e piacevole da toccare. Chissà com’era toccare quello di Sabrina, mi sorpresi di nuovo a pensare. Così cambiai obiettivo e mi protesi a toccarle il culo. Il culo di mia moglie non si discute, quello è il più bello del mondo, è cassazione. Rotondo, sodo, sporgente… Inaccessibile al mio cazzo purtroppo. Una delizia in cui infilare il volto e leccare. Avrei voluto morderle una natica in quel momento, ma non ci sarei mai potuto arrivare.
Lei forse colse questo mio slancio di passione per il suo sedere, infatti aumentò il ritmo di quel pompino, portandomi molto avanti nell’eccitazione. Nell’impeto dell’orgasmo che stavo per raggiungere, immagini di sborrare tra i seni di Sabrina. Cazzo quanto sarebbe stato bello.
Così, senza che davvero me ne rendessi conto, il mio pene iniziò a fiottare in bocca a Marina.
– Mmm! – si lamentò lei colta alla sprovvista. Del resto a lei faceva schifo essere sborrata in bocca. Era successo solo un’altra volta qualche mese prima e c’era stata una mezza litigata. Ma ormai quel che era fatto era fatto. Sapevo che lei non si sarebbe sottratta per paura di sporcare le lenzuola, anche se non erano le nostre.
C’è un piacere inspiegabile nel venire nella bocca di una donna. È cento volte meglio, anzi mille… Mi godetti quell’orgasmo proibito fino in fondo, anche se essendo venuto poco prima la quantità di seme che le riversai tra le labbra era ridotta. Quando il cazzo smise di pulsare è l’ultimo schizzo fu versato, Marina si alzò di scatto e corse in bagno.
– Mi spiace… Non me ne sono accorto. – giocai d’anticipo.
– È la seconda volta che mi fai questo scherzetto… – disse lei una volta sputato tutto nel rubinetto – Fai schifo, sei proprio un porco.
E subito si lavò i denti.
Ero sul letto da solo ormai da un’oretta. Mia moglie, Claudia, era uscita un “attimo” e ancora non era tornata. Immaginavo di sapere dove fosse.
– Eccomi… – disse quando finalmente tornò in cabina.
– Tutto ok? Ci hai messo un po’…
– Ho incrociato Mario un po’ infoiato – disse lei sorridendo – ho dovuto calmargli i bollenti spiriti a modo mio.
Sospirai. Non ero geloso… O meglio lo ero, ma non per quello che si potrebbe pensare.
Molti non lo capiscono. Non comprendono quanto mi piaccia vedere mia moglie scopata da altri uomini. Eppure magari quelle stesse persone si masturbano davanti a un porno. Ecco, non è colpa mia se mia moglie è la mia pornostar preferita.
– Cosa? – mi chiese vedendomi un po’ infastidito.
– Lo sai, a me piace che ti scopi Mario. Mi fa impazzire come ti possiede… Però voglio essere coinvolto, voglio guardare. Mi piace esserne parte. Però non importa eh, tranquilla.
Mia moglie colse un tono dispiaciuto più che arrabbiato. Salì sul letto accanto a me, a quattro zampe, come una pantera a caccia della sua preda. Quindi si avvicinò al mio orecchio e sussurrò.
– Vuoi sapere cosa abbiamo fatto? – chiese mettendomi una mano sul cavallo dei pantaloni – Li vuoi i dettagli più sordidi?
Annuimmo io e il mio cazzo: io muovendo il capo, il mio cazzo iniziando ad indurirsi.
Appena divenne duro abbastanza me lo tirò fuori dal pantalone del pigiama e iniziò a farmi una lenta sega.
– L’ho incrociato sul ponte, si vedeva il suo enorme cazzo durissimo già sotto al pantalone. – iniziò a raccontarmi mia moglie sempre sussurrando all’orecchio.
La sua voce mi dava dei brividi di piacere mentre la sua mano carezzava l’asta del mio cazzo.
– Non ha avuto bisogno di parlare, mi ha portato dietro una scialuppa e si è slacciato il pantalone. Quando ho visto quel suo cazzo così grosso e duro non ho resistito e sono caduta in ginocchio. La sua cappella sembrava aver bisogno di essere lubrificata, così me la sono infilata in bocca tutta e ho iniziato a succhiargli il cazzo.
Mentre parlava, ogni tanto, allungava un po’ la lingua, leccandomi l’orecchio e accentuando quelle sensazioni così intense. Con la mano iniziò ad accelerare la sega.
– Quando non ne poteva più della mia bocca che gli succhiava il cazzo, quando ha sentito il bisogno fisico di fottermi come una cagna mi ha presa per le spalle e mi ha fatto stendere. Mi ha spogliato e ha iniziato a scoparmi.
A questo punto la sega diventò ancora più forte. Cazzo quanto mi eccitava pensarla scopata sul ponte della nave, alla mercé di chiunque potesse passare. Mi divenne di marmo. Certo non è un cazzo enorme il mio, non quanto quello di Mario, ma si fa rispettare… Spero.
– In che posizione? – chiesi avido di dettagli.
– La missionaria, con lui che mi dominava. Ogni spinta di bacino sentivo il suo cazzo inchiodarmi sul ponte della nave non dandomi vie di fuga… Poi però…
– Poi però?
- Ho deciso che dovevo fargli godere quella scopata con calma, senza farlo faticare troppo, quindi sono salita su di lui e ho iniziato a scoparmi quel bel cazzo grosso e doppio.
– Ti piace essere scopata vero?
– Si ma il più bello deve ancora venire… Mi ha fatto mantenere alla ringhiera e si è messo dietro di me. Quindi mi è sputato sulla mano – e nel dirlo anche lei si sputò sulla mano per poi riafferrare il mio cazzo – e ha iniziato a lubrificarmi il buco del culo.
Ora che la sua mano era bagnata di saliva poteva giocare meglio sulla mia cappella scoperta, salendo e scendendo più velocemente, passando un dito intorno alla corona e poi continuando sull’asta.
– Quindi mi sono calata sul suo cazzo e me lo sono preso tutto su per il culo…
– Sei proprio una troia – dissi di getto – Lo sai quanto mi piace guardare quando lo prendi in culo… Avrei voluto essere lì… Ahh…
Sentivo che l’orgasmo era vicino, prossimo… Lei se ne accorse e accelerò ancora di più i movimenti.
– Poi mi sono girata e ho notato che Sabrina ci stava spiando. Quella troietta era lì appostata a guardare il fratello fare sesso anale… Ho pensato fosse carino farle vedere come mi sborrava nel culo Mario, quindi mi sono girata e gli ho confidato se la fantasia della stella cadente era vera oppure no. Lui lì non ne ha potuto più e mi ha scaricato una sborrata copiosissima nel culo.
A quella notizia non ci ho visto più e il mio cazzo ha raggiunto l’orgasmo. Claudia appena ha sentito il primo spasmo del mio uccello ha subito mollato la presa, lasciandomi lì a sborrare da solo. Lo sa quanto mi piace.
– Il suo cazzo enorme quando sborra si gonfia ancora di più. Credimi degli schizzi così potenti che ho quasi sentito il sapore in gola.
Anche io stavo schizzando, sul mio stomaco. Adoravo quella sensazione di frustrazione e di piacere negato e spezzato. Immaginando poi che invece Mario aveva goduto fino in fondo…
– Quindi? – le chiesi quando avevo finito – quella storia della fantasia era vera o no?
– Mi spiace, la regola era che potevo dirlo solo a una persona.
– Quindi a lui sì e a me no?
– Beh a te ho detto di Sabrina… Lui non lo sa.
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